StampaPeriodica ,
Guadagna
più
di
me
!
Residuo
ultimo
di
tutte
le
analisi
che
possiamo
tentare
sulla
stragrande
maggioranza
degli
appartenenti
ai
ceti
medii
urbani
-
impiegati
di
Stato
o
privati
,
professionisti
,
piccoli
reddituari
-
è
questo
:
l
'
odio
verso
l
'
operaio
,
verso
l
'
uomo
che
porta
la
casacca
,
verso
l
'
uomo
che
lavora
negli
impianti
industriali
o
nelle
manifatture
.
Questo
odio
è
la
vera
scaturigine
di
quell
'
alone
di
simpatia
che
anche
nei
ceti
medii
urbani
,
persiste
attorno
al
fascismo
.
Si
è
detto
che
la
magistratura
-
categoria
che
rappresenta
tipicamente
i
medii
ceti
italiani
-
è
irriducibilmente
filofascista
;
non
si
è
stati
esatti
nell
'
espressione
.
La
magistratura
è
irriducibilmente
antioperaia
.
Chiedete
agli
avvocati
come
se
la
passino
ora
i
ferrovieri
,
imputati
di
reati
comuni
,
dinanzi
ai
tribunali
.
L
'
altro
giorno
assistetti
per
caso
a
un
episodio
giudiziario
spaventevole
:
"
spaventevole
"
,
non
si
può
dire
diversamente
.
Andava
una
causetta
per
furto
:
imputato
,
un
operaio
meccanico
.
Finite
le
deposizioni
e
la
requisitoria
,
il
Presidente
chiede
all
'
imputato
:
"
Ma
insomma
,
all
'
epoca
del
furto
,
quanto
guadagnavate
,
voi
?
"
"
Quaranta
lire
"
,
"
Quaranta
lire
"
,
replica
il
giudice
agro
agro
.
"
Quaranta
lire
...
Più
di
me
!
"
.
E
rivolto
al
Pubblico
Ministero
,
amaramente
:
"
Più
di
lei
"
.
E
all
'
avvocato
difensore
:
"
Mi
raccomando
,
avvocato
:
sia
breve
"
.
L
'
avvocato
era
troppo
esperto
per
non
essere
breve
,
quando
la
causa
era
già
spacciata
.
L
'
imputato
,
si
capisce
,
ebbe
il
suo
bravo
massimo
della
pena
.
"
Guadagnava
quaranta
lire
al
giorno
!..."
"
Allora
,
quella
lì
portava
le
calze
di
seta
!
"
"
Li
ho
veduti
io
dal
fiorista
,
dal
fruttarolo
:
un
operaio
,
un
giorno
,
comprò
le
rose
a
quattro
lire
l
'
una
"
.
L
'
elenco
delle
imputazioni
fatte
alla
classe
operaia
si
esaurisce
in
queste
formule
.
Il
"
guadagnava
più
di
me
"
è
il
sigillo
definitivo
di
una
condanna
che
l
'
avvocato
,
il
professore
,
l
'
impiegato
infliggono
all
'
operaio
.
L
'
Italia
,
che
nella
storia
dello
sviluppo
del
capitalismo
moderno
-
che
è
poi
la
storia
della
civilizzazione
moderna
-
non
presentò
finora
nessun
carattere
interessante
e
proprio
ora
vi
fa
la
sua
comparsa
con
questa
sollevazione
passionale
e
violenta
che
travolge
precisamente
quelle
categorie
,
donde
uscivano
le
capacità
tecniche
,
le
iniziative
intraprenditrici
,
le
categorie
insomma
che
passavano
per
essere
le
portatrici
dello
spirito
capitalistico
;
con
questa
sollevazione
che
procede
rapidissimamente
con
la
convulsione
della
leggenda
(
"
le
100
lire
al
giorno
degli
scaricatori
del
porto
"
:
orrore
e
abominazione
!
!
!
)
e
con
il
contagio
dell
'
adesione
dei
giovani
(
studenti
)
e
delle
donne
(
impiegate
,
donne
di
casa
,
grandi
dame
)
.
Il
fascismo
é
il
movimento
attivo
di
quest
'
odio
:
tutta
la
sua
vitalità
,
cui
tanti
non
vollero
credere
,
tutta
la
sua
buona
fede
,
che
alla
maggioranza
dei
suoi
militanti
è
stolto
negare
,
hanno
in
questo
odio
il
loro
alimento
.
La
definizione
di
questo
odio
non
è
facile
.
I
professori
dell
'
abbaco
marxista
se
la
cavano
con
la
formuletta
dell
'
"
odio
di
classe
"
:
consentitemi
di
non
usarla
.
Il
fenomeno
è
un
riflesso
,
sì
,
dello
sviluppo
capitalistico
,
di
cui
-
in
margine
-
risente
il
nostro
paese
:
ma
non
me
la
sento
di
attribuire
ai
ceti
medii
italiani
la
patente
di
"
classe
borghese
"
,
e
soprattutto
non
credo
che
una
"
classe
borghese
"
come
esiste
davvero
in
Inghilterra
o
in
Germania
,
possa
"
odiare
"
l
'
operaio
.
Del
resto
,
un
esame
un
po
'
più
preciso
di
questo
odio
dei
ceti
medii
ci
persuaderà
che
esso
ha
dei
caratteri
addirittura
arcaici
.
Per
trovare
apparizioni
collettive
che
gli
si
possano
paragonare
,
bisogna
camminare
indietro
nella
storia
fin
quando
il
primo
telaio
non
era
stato
inventato
,
o
lontano
nel
mondo
fino
ai
paesi
in
cui
il
grano
si
macina
con
una
pietra
confricata
sull
'
altra
.
Alla
radice
di
questo
odio
c
'
è
il
rancore
per
i
grossi
salarii
goduti
dall
'
operaio
,
o
supposti
goduti
dall
'
operaio
.
Dunque
:
avidità
di
guadagno
,
auri
sacra
fames
.
Werner
Sombart
nelle
sue
osservazioni
sullo
incipiente
sviluppo
capitalistico
in
Italia
,
notava
che
un
grave
ostacolo
era
rappresentato
dalla
poca
coscienziosità
dei
lavoratori
e
dalla
disordinata
cupidigia
degli
imprenditori
:
due
magagne
gemelle
,
due
forme
dell
'
avidità
di
guadagno
,
diversissima
dall
'
impulso
al
lucro
capitalistico
razionale
.
L
'
avidità
di
guadagno
del
cocchiere
o
del
barcaiolo
napoletano
,
o
di
qualunque
culi
asiatico
che
faccia
un
mestiere
simile
,
si
dimostra
straordinariamente
più
penetrante
,
e
soprattutto
,
più
spregiudicata
di
quella
di
un
cocchiere
inglese
:
il
che
non
vuole
affatto
dire
che
il
cocchiere
o
il
barcaiuolo
napoletano
abbiano
una
maggiore
predisposizione
a
diventare
buoni
imprenditori
o
fortunati
capitalisti
.
I
nostri
armatori
della
marineria
a
vela
di
Camogli
o
di
Sorrento
erano
arditissima
gente
che
avrebbe
potuto
ripetere
il
motto
di
quell
'
antico
capitano
di
mare
olandese
:
"
Se
c
'
è
del
guadagno
andrei
attraverso
l
'
Inferno
,
purché
Belzebù
non
mi
bruci
le
vele
"
:
ma
nessuno
,
che
abbia
un
'
idea
dell
'
odierna
industria
degli
armamenti
,
proporrebbe
gli
armatori
camoglini
,
audaci
abenteuer
-
kapitalisten
,
ad
esempio
di
una
razionale
intrapresa
marittima
.
Le
parole
sacramentali
con
cui
il
capitano
iniziava
il
solito
rapporto
all
'
armatore
:
"
economia
e
sollecitudine
sono
state
le
due
massime
che
condussero
a
buon
fine
il
presente
viaggio
"
farebbero
un
po
'
ridere
adesso
:
l
'
economia
e
la
sollecitudine
restano
sempre
qualità
eccellenti
per
gli
affari
,
ma
l
'
armatore
moderno
sa
che
i
dividendi
della
anonima
dipendono
,
poniamo
,
dal
mercato
dei
noli
assai
più
che
dalle
tonnellate
di
carbone
sparagnate
dal
capitano
;
e
-
se
è
davvero
un
armatore
moderno
-
sul
mercato
dei
noli
concentra
metodicamente
,
razionalmente
,
tutta
la
sua
attenzione
,
e
rinuncia
a
taglieggiare
l
'
equipaggio
.
Ebbene
:
i
ceti
medii
italiani
hanno
,
confrontati
con
le
classi
borghesi
straniere
,
la
mentalità
del
barcaiolo
napoletano
o
dell
'
armatore
camoglino
.
La
stessa
disordinata
avidità
di
guadagno
:
la
stessa
deficienza
di
spirito
capitalistico
,
inteso
come
impulso
al
lucro
razionale
.
Di
qui
,
l
'
astio
e
l
'
invidia
contro
i
grossi
salarii
degli
operai
:
chi
guadagna
meno
è
incapace
di
concepire
tutto
l
'
ingranaggio
capitalistico
,
è
incapace
di
immaginare
che
ci
possano
essere
degli
imprenditori
i
quali
se
ne
fregano
di
pagare
largamente
l
'
operaio
,
perché
essi
stessi
larghissimamente
e
razionalmente
lucrano
.
Il
salario
dell
'
operaio
è
staccato
dal
complesso
del
fenomeno
capitalistico
,
che
i
ceti
medii
non
comprendono
,
e
,
allora
,
naturalmente
,
appare
una
mostruosità
.
...
Eppure
io
ho
i
miei
studi
!
Ma
i
grossi
salari
non
suscitarono
soltanto
invidia
:
suscitarono
una
vera
indignazione
moralistica
,
come
se
fosse
sconvolto
l
'
ordine
delle
cose
umane
o
divine
.
Questa
indignazione
è
il
secondo
aspetto
dell
'
odio
dei
ceti
medii
.
Essa
ha
la
sua
formula
di
rito
nel
lamento
,
che
nel
dopoguerra
,
echeggia
a
complemento
dell
'
altra
:
"
Guadagna
più
di
me
-
eppure
,
io
,
ho
i
miei
studi
!
!
!
"
.
In
questa
esclamazione
che
abbiamo
sentito
ripetere
tante
volte
,
ci
sono
sottintesi
due
concetti
tradizionali
:
1
.
-
Che
gli
"
studii
"
diano
una
specie
di
"
legittima
aspettativa
"
a
decorosi
guadagni
;
2
.
-
Che
la
dignità
delle
categorie
che
hanno
compiuto
gli
studii
sia
offesa
,
da
un
rialzo
di
mercedi
a
chi
non
ha
"
studii
"
.
La
"
legittima
aspettativa
"
che
sorge
dall
'
aver
fatto
"
studii
"
è
perfettamente
paragonabile
all
'
attesa
della
prebenda
che
sorge
nel
bramino
indiano
che
ha
letto
il
sacro
libro
dei
Veda
-
ed
è
così
a
posto
,
materialmente
,
nella
vita
.
C
'
è
un
rituale
da
seguire
,
per
arrivare
a
godere
della
prebenda
:
e
l
'
esecuzione
del
rituale
assicura
la
prebenda
.
In
nessun
popolo
dell
'
Europa
occidentale
,
come
nell
'
italiano
,
c
'
è
,
in
fondo
,
una
riluttanza
cosi
singolare
a
cambiare
mestiere
o
professione
.
La
morale
professionale
consiste
,
prima
di
tutto
,
a
rimanere
nella
professione
per
cui
si
sono
fatti
gli
"
studii
"
;
secondariamente
,
a
veder
riconosciute
le
proprie
capacità
dall
'
autorità
politica
,
per
mezzo
di
onorificenze
,
o
di
prebende
(
noblesse
de
robe
nella
Francia
del
'700
,
e
curiali
nel
Regno
di
Napoli
:
ecco
gli
antenati
diretti
)
.
Spingendo
all
'
estremo
questa
morale
professionale
,
si
arriva
alle
condizioni
dell
'
India
,
dove
lo
sviluppo
capitalistico
é
impedito
,
non
dal
disprezzo
fra
le
caste
,
ma
dalla
disistima
che
suscita
ogni
lesione
del
rituale
;
cioè
dalla
indignazione
derivante
da
ogni
innovazione
tecnica
o
economica
,
che
consenta
una
rapida
formula
materiale
a
chi
invece
deve
avere
fortuna
secondo
le
vie
tradizionali
.
Pensandoci
bene
,
vediamo
che
l
'
ideale
dell
'
operaio
,
come
se
lo
immaginano
i
medii
ceti
italiani
,
corrisponde
perfettamente
all
'
operaio
indiano
come
lo
adoperano
gli
industriali
inglesi
delle
Indie
:
un
lavoratore
d
'
occasione
,
un
perpetuo
avventizio
.
Poca
paga
,
e
scarso
rendimento
.
Appena
si
ha
tanto
in
saccoccia
da
fare
una
vita
meno
peggio
al
villaggio
,
ci
si
ritorna
:
l
'
industriale
rimpiazzerà
con
un
altro
.
(
Questo
,
nel
linguaggio
ufficioso
degli
elogiatori
delle
virtù
della
stirpe
,
si
chiama
anche
l
'
attaccamento
dei
lavoratori
italiani
alla
patria
lontana
)
.
Ecco
l
'
operaio
di
cui
si
è
sicuri
che
non
offenderà
mai
la
dignità
delle
categorie
che
,
per
guadagnare
,
hanno
fatto
i
loro
"
studii
"
:
che
cioè
possiederà
quella
speciale
forma
di
disciplina
sociale
che
sta
a
cuore
ai
professionisti
,
agli
impiegati
ai
giudici
,
a
coloro
insomma
che
hanno
letto
il
sacro
libro
dei
Veda
all
'
Università
o
al
Liceo
o
all
'
Istituto
tecnico
.
Naturalmente
,
questo
paragone
dei
ceti
medi
italiani
con
le
categorie
prebendarie
dell
'
India
non
esaurisce
la
configurazione
dei
ceti
medii
italiani
.
Ma
bisogna
ricordare
questo
estremo
opposto
alla
civilizzazione
capitalistica
,
che
è
l
'
India
,
per
rendere
evidente
non
una
inesistente
affinità
di
due
gruppi
sociali
(
ceti
medii
italiani
e
caste
dotte
governanti
indiane
)
ma
tutta
la
lontananza
del
gruppo
che
ci
interessa
(
ceti
medii
italiani
)
da
una
classe
"
borghese
"
europea
.
L
'
odio
contro
l
'
operaio
ha
,
dunque
,
un
carattere
precapitalistico
con
delle
venature
o
da
mercanti
,
o
da
curiali
.
Il
movimento
fascista
,
che
ne
trae
origine
,
ne
rimane
viziato
da
una
formidabile
contraddizione
rispetto
alla
civilizzazione
capitalistica
.
Reazione
inglese
.
Il
genuino
stato
d
'
animo
di
una
"
classe
borghese
"
verso
il
proletariato
,
specialmente
in
periodi
di
crisi
,
in
periodi
in
cui
la
disoccupazione
spinge
alla
superficie
visibile
della
società
le
miserie
profonde
,
non
è
l
'
odio
,
come
oggi
lo
nutrono
i
ceti
medii
italiani
:
ma
il
disprezzo
.
È
il
disprezzo
verso
il
povero
,
soprattutto
,
ma
in
genere
verso
l
'
operaio
,
che
noi
troviamo
là
dove
una
classe
borghese
si
è
saldamente
costituita
,
come
in
Inghilterra
fin
dalla
prima
metà
del
secolo
scorso
.
La
"
respectability
"
borghese
implicava
un
disprezzo
verso
gli
appartenenti
alle
classi
bisognose
,
che
,
più
o
meno
,
versavano
in
strettezze
:
tutti
i
grandi
stranieri
che
scrivono
e
testimoniano
sull
'
Inghilterra
del
1830-60
(
Herzen
,
Engels
,
Fontane
,
Ledru
Rollin
)
restano
impressionati
dallo
scherno
che
circonda
la
povertà
,
dalla
assoluta
incapacità
dei
borghesi
inglesi
di
credere
che
sotto
la
casacca
dell
'
operaio
possa
battere
un
cuore
di
vero
gentleman
.
La
"
umanità
"
dei
rapporti
verso
il
prossimo
è
pressoché
soffocata
:
basterebbe
ricordare
tutti
gli
avvilimenti
che
la
filantropia
borghese
ha
imposto
nei
paesi
più
progrediti
,
ai
beneficati
:
basterebbe
ricordare
che
,
fino
a
qualche
anno
fa
,
i
ragazzi
degli
orfanotrofi
di
Amsterdam
erano
condotti
alle
funzioni
religiose
vestiti
con
un
giubbino
metà
nero
e
metà
rosso
o
metà
verde
e
metà
rosso
:
qualche
cosa
di
molto
analogo
alla
toilette
dei
burattini
e
dei
forzati
.
Si
disprezza
il
povero
,
ma
non
lo
si
odia
.
Questo
rapporto
sentimentale
del
borghese
verso
il
povero
sorge
dal
profondo
della
rivoluzione
religiosa
protestante
,
per
cui
l
'
amore
del
prossimo
si
manifesta
in
prima
linea
con
l
'
adempimento
del
lavoro
professionale
,
cioè
con
il
disimpegno
integrale
ed
esauriente
del
lavoro
di
ciascuno
,
sia
salariato
od
imprenditore
:
diretto
alla
trasformazione
razionale
del
mondo
,
cioè
alla
conquista
capitalistica
del
mondo
.
Finché
l
'
operaio
è
strumento
mal
pagato
e
mal
vestito
,
il
borghese
lo
disprezza
:
quando
,
per
qualsiasi
congiuntura
,
l
'
operaio
è
pagato
bene
,
non
è
più
il
"
povero
"
,
lo
rispetta
.
Questa
concezione
brutale
e
spregiudicata
dei
rapporti
fra
ricco
e
povero
è
il
segreto
della
sanità
anglosassone
,
è
il
segreto
della
sicurezza
con
cui
i
popoli
anglosassoni
procedono
per
ignes
,
attraverso
il
fuoco
della
civilizzazione
capitalistica
,
senza
la
formidabile
palla
al
piede
costituita
dall
'
odio
borghese
verso
le
categorie
operaie
.
Da
ciò
deriva
la
squisita
sensibilità
sociale
,
la
estrema
sicurezza
dei
mezzi
e
la
precisa
determinazione
degli
obiettivi
,
che
è
propria
dei
grandi
movimenti
reazionari
inglesi
.
In
Inghilterra
,
dove
esistono
veramente
uno
sviluppo
capitalistico
e
una
classe
borghese
,
non
si
perde
il
tempo
a
bastonare
l
'
operaio
,
si
procede
a
colpire
l
'
industria
.
La
violenza
ad
personam
appare
,
com
'
è
,
un
espediente
inutile
:
si
ricorre
alla
filantropia
.
In
una
società
fondata
sullo
sviluppo
capitalistico
,
sull
'
impulso
di
lucro
razionale
dell
'
imprenditore
,
la
reazione
non
e
mai
stata
cieca
:
ha
sempre
marciato
con
passo
sicuro
,
dritta
alla
méta
.
"
Reazione
,
"
in
senso
proprio
è
questo
:
"
colpire
quello
sviluppo
e
quell
'
impulso
,
colpirli
in
nome
della
tradizione
,
in
nome
della
pietà
avìta
,
in
nome
della
religione
,
delle
convenienze
,
della
filantropia
:
ma
colpirli
,
paralizzarli
"
.
Questa
è
reazione
nel
suo
significato
proprio
.
In
Inghilterra
,
il
suo
tentativo
classico
si
ebbe
verso
il
1850
:
quando
la
filantropia
conservatrice
riuscì
ad
imporre
il
Ten
Hours
Act
(
Atto
delle
dieci
ore
di
lavoro
)
.
Non
erano
i
rappresentanti
dei
lavoratorori
che
davano
questo
primo
involontario
avviamento
alla
legislazione
sociale
:
erano
i
gran
signori
,
i
Tory
,
era
Lord
Shaftesbury
,
il
tipo
ideale
dell
'
artistocrate
,
secondo
Emerson
:
era
Dickens
,
l
'
uomo
che
rimpianse
sempre
la
old
merry
England
,
la
vecchia
allegra
Inghilterra
di
Mr
.
Pickwik
.
Il
movimento
reazionario
di
Shaftesbury
e
di
Dickens
era
tipicamente
reazionario
per
questo
:
con
la
protezione
filantropica
degli
operai
,
volevano
colpire
a
morte
lo
sviluppo
industriale
del
loro
paese
,
volevano
rimandare
alle
campagne
le
masse
inurbate
volevano
mortificare
l
'
iniziativa
degli
imprenditori
,
volevano
liquidare
l
'
industria
inglese
.
Con
quel
fiuto
fine
,
che
solo
la
esperienza
di
una
grande
aristocrazia
può
dare
,
Shaftesbury
comprese
che
sviluppo
ìndustriale
voleva
dire
,
prima
o
poi
,
attacco
socialista
:
e
reazionario
dei
più
geniali
e
potenti
che
siano
comparsi
nella
storia
inglese
,
non
pensò
mica
di
far
bastonare
o
di
far
mitragliare
gli
operai
,
anche
allora
sovversivi
,
ma
mirò
alla
paralisi
della
macchina
capitalistica
,
in
nome
della
pietà
umana
,
come
Dickens
,
nel
suo
grande
romanzo
Hard
Times
vi
mirò
in
nome
della
bellezza
e
della
piacevolezza
della
vita
di
un
tempo
.
Se
a
Shaftesbury
,
se
a
Dickens
,
se
a
qualcheduno
dei
tanti
ricchi
inglesi
che
li
seguirono
avessero
proposto
di
agire
materialmente
contro
gli
operai
,
così
avrebbero
risposto
:
"
A
che
cosa
serve
!
"
.
Perché
da
inglesi
reazionari
sì
,
ma
inglesi
,
avevano
vivo
il
senso
del
disprezzo
verso
il
povero
,
ma
mancava
completamente
in
essi
l
'
odio
per
il
povero
.
Reazione
italiana
.
Ritorniamo
ai
ceti
medii
italiani
.
L
'
astio
contro
la
classe
operaia
dà
luogo
ad
una
reazione
spicciola
,
irritante
,
isterica
,
che
non
può
condurre
al
colpo
di
Stato
-
ma
il
colpo
di
Stato
non
vuol
dire
niente
,
non
risolve
niente
.
L
'
odio
contro
la
classe
operaia
è
,
in
realtà
,
una
ribellione
contro
il
regime
di
sviluppo
industriale
importato
in
Italia
da
trenta
anni
,
e
a
cui
la
borghesia
italiana
si
è
dimostrata
impreparata
e
immatura
-
ma
ribellarsi
contro
le
vere
vittime
della
grande
produzione
,
i
salariati
,
è
stolto
e
vile
.
Se
i
medi
ceti
italiani
,
per
ragioni
tradizionali
,
per
una
loro
mentalità
precapitalistica
,
bottegaia
e
prebendale
,
non
possono
tollerare
la
presenza
e
lo
sviluppo
di
una
classe
operaia
,
la
conseguenza
logica
e
coraggiosa
veramente
e
virilmente
reazionaria
,
non
è
che
una
:
far
tabula
rasa
con
la
grande
industria
italiana
,
risospingere
l
'
Italia
indietro
com
'
era
prima
del
decennio
1890-900
,
rinunciare
ad
una
produzione
industriale
per
il
grande
mercato
internazionale
e
per
il
mercato
interno
.
Se
i
ceti
medii
italiani
si
sentono
a
disagio
nel
macchinismo
della
produzione
manifatturiera
fino
a
trovare
la
presenza
sola
di
un
operaio
"
provocante
"
e
"
indisponente
"
,
non
è
con
la
classe
operaia
che
devono
prendersela
,
ma
con
chi
l
'
ha
evocata
sulla
scena
,
con
chi
la
adopera
come
strumento
.
Bisogna
mirare
all
'
evocatore
nascosto
del
malefizio
,
alla
ristrettissima
categoria
di
veri
capitalisti
-
intimamente
antifascisti
-
che
spinti
dalla
febbre
del
lucro
capitalistico
si
preparano
a
ricreare
stasera
,
domani
,
dopodomani
,
sempre
,
quegli
aggruppamenti
operai
che
i
fascisti
hanno
"
conquistato
"
,
quelle
organizzazioni
operaie
che
i
fascisti
hanno
stamane
disperso
.
La
ribellione
e
il
colpo
di
stato
devono
innestarsi
su
qualche
cosa
di
più
potente
,
un
programma
di
politica
anti
-
industriale
,
di
cui
i
pochi
e
solitarii
liberisti
intransigenti
italiani
hanno
già
da
tempo
preparato
il
programma
minimo
.
Questa
sarebbe
"
reazione
"
nel
significato
in
cui
l
'
esperimentò
l
'
Inghilterra
e
gli
altri
paesi
con
uno
sviluppo
capitalistico
autonomo
e
vivace
,
non
di
importazione
:
con
una
classe
borghese
ben
preparata
;
e
quindi
con
dei
reazionari
lungimiranti
e
sicuri
di
sé
,
come
si
conviene
ai
paesi
forti
e
serii
.
Ma
i
nostri
ceti
medii
,
i
quali
si
esauriscono
nell
'
"
odio
"
verso
il
salariato
,
dimostrano
per
ciò
stesso
di
non
costituire
una
classe
borghese
fortemente
e
seriamente
reazionaria
.
Prendendosela
con
gli
operai
e
basta
,
essi
dimostrano
semplicemente
la
loro
immaturità
a
vivere
in
un
paese
avviato
coartatamente
alla
grande
produzione
industriale
,
e
la
loro
impotenza
a
trasformarlo
:
cioè
dimostrano
la
loro
intima
infelicità
.
Il
fascismo
,
espressione
politica
di
quei
ceti
medii
ne
riflette
tutta
la
crisi
:
bastona
gli
operai
,
e
va
in
brodo
di
giuggiole
dinanzi
alle
declamazioni
sull
'
espansione
industriale
della
Terza
Italia
,
e
simili
temi
retorici
.
La
sua
reazione
è
superficiale
,
torbida
,
convulsionaria
:
ma
non
attinge
dalla
profondità
della
tradizione
,
non
sa
ammantarsi
e
non
sa
valersi
di
tutte
le
infelicità
che
un
affrettato
e
imposto
sviluppo
industriale
ha
accumulato
in
Italia
,
come
espedienti
validissimi
per
i
reazionari
veri
che
non
sono
venuti
.
Il
fascismo
fa
le
passeggiate
militari
nelle
città
industriali
e
rispetta
venerabondo
la
grande
industria
.
La
reazione
è
così
troncata
,
e
compare
in
tutta
la
sua
povertà
e
in
tutta
la
sua
sterilità
.
I
ceti
medii
italiani
,
di
fronte
alla
grande
industria
,
si
attengono
ancora
all
'
ideale
della
"
vita
temperata
"
e
dello
"
stato
pacifico
"
di
due
secoli
fa
,
a
questa
intima
tendenza
antiindustriale
non
può
venir
fuori
,
perché
è
sotto
una
doppia
crosta
,
robustissima
,
costituita
:
1
.
da
una
moda
letteraria
e
accademica
per
l
'
"
espansione
industriale
"
,
per
la
"
valorizzazione
del
lavoro
italiano
"
,
per
lo
"
sviluppo
delle
nostre
energie
latenti
"
,
ed
altre
cose
del
genere
;
2
.
dal
fatto
(
indiscutibile
)
che
la
grande
industria
,
quale
è
stata
trapiantata
in
Italia
presenta
dei
caratteri
di
Abenteuer
-
Kapitalismus
,
di
pirateria
che
piacciono
molto
,
e
piacciono
molto
precisamente
,
e
impongono
soggezione
,
perché
i
ceti
medii
italiani
non
sono
una
"
classe
borghese
"
abituata
ad
aver
da
fare
con
dei
veri
imprenditori
,
e
a
diffidare
degli
avventurieri
,
dei
falampi
,
del
"
projectistes
"
.
Dilettantismo
industrialoide
.
Sull
'
efficacia
della
moda
letteraria
ognuno
può
accertarsi
direttamente
.
La
"
Lega
Navale
"
,
la
"
Lega
Italiana
"
e
tutta
le
associazioni
minori
,
per
esempio
,
ne
offrono
prove
infinite
.
I
bollettini
della
"
Lega
Navale
"
sono
una
miniera
di
documenti
sullo
stato
d
'
animo
dei
ceti
medii
.
Società
anonime
cooperative
con
azioni
da
200
lire
ciascuna
...
per
dare
incremento
allo
sviluppo
dell
'
Italia
sul
mare
;
centinaia
di
ordini
del
giorno
votati
da
studenti
,
impiegati
,
avvocati
,
per
dirimere
conflitti
marinari
...
e
salvare
la
marina
;
preoccupazioni
e
batticuori
di
ragionieri
lombardi
perché
si
varino
"
molte
navi
"
affinché
l
'
Italia
sia
"
grande
sul
mare
"
:
tutta
roba
inutile
ed
innocentissima
,
di
cui
i
veri
pochi
uomini
d
'
affari
che
si
occupano
della
marina
sono
i
primi
a
ridere
.
Il
recente
congresso
della
Lega
Italiana
a
Roma
è
stato
una
vera
tornata
accademica
,
e
quella
che
vi
partecipò
è
tutta
gente
che
vuole
"
valorizzare
"
,
"
sviluppare
"
,
"
espandere
"
:
ma
le
sue
idee
della
attività
nazionale
trovano
il
loro
perfetto
interprete
in
V
.
E
.
Orlando
,
che
si
fa
loro
a
narrare
e
a
proporre
l
'
esempio
dell
'
espansione
commerciale
di
Firenze
,
ai
tempi
gloriosissimi
-
e
barattieri
-
dell
'
arte
della
lana
...
quando
ancora
non
esisteva
nè
un
imprenditore
nè
un
salariato
nel
significato
moderno
dei
due
termini
!
La
Lega
Italiana
dovrebbe
rimanere
celebre
nelle
cronache
dell
'
industrialismo
accademico
,
per
gli
ordini
del
giorno
vibratissimi
votati
durante
la
Conferenza
di
Genova
,
quando
le
menti
dei
suoi
soci
furono
percosse
dallo
spavento
...
di
restare
-
orrore
!
-
senza
petrolio
.
Fu
allora
che
la
presidenza
mandò
a
Schanzer
telegrammi
lancinanti
:
e
fu
allora
-
se
le
mie
informazioni
sono
esatte
-
che
il
ministro
Schanzer
chiedeva
disperato
al
comm
.
Francesco
Giannini
:
"
Se
non
riusciamo
ad
avere
almeno
una
lettera
di
Lloyd
George
,
come
farò
à
presentarmi
al
Parlamento
?
Che
cosa
mi
dirà
tutta
questa
gente
,
per
il
petrolio
?
"
.
Il
petrolio
del
Caucaso
,
il
carbone
di
Eraclea
,
e
in
genere
le
"
materie
prime
"
:
ecco
le
ondate
che
percorrono
,
ad
intervalli
variabili
,
la
superficie
di
tutta
una
folla
di
oneste
persone
,
che
se
ne
avessero
i
mezzi
si
guarderebbero
bene
di
impegnarsi
nell
'
industria
dell
'
armamento
e
in
concessioni
petrolifere
.
-
Gente
che
non
è
mai
stata
una
volta
in
aeroplano
,
nè
in
un
campo
di
aviazione
,
sarà
fieramente
allarmata
dalla
notizia
che
taluni
provvedimenti
o
negligenze
del
Governo
compromettono
"
l
'
avvenire
aereo
della
nazione
"
:
e
una
"
lega
aerea
"
interverrà
d
'
urgenza
ad
agire
"
perché
l
'
Italia
abbia
libero
il
suo
cielo
"
.
-
La
Leonardo
da
Vinci
deve
essere
riattata
"
per
dimostrare
la
valentia
dell
'
ingegneria
italiana
"
:
e
,
per
tacer
del
Senato
,
negli
stessi
collegi
professionali
si
trovano
dei
teorici
che
ne
fanno
,
disinteressatamente
,
un
punto
di
onore
.
-
Le
fiere
campionarie
messe
su
da
un
"
projectiste
"
d
'
ingegno
,
come
Umberto
Notari
,
diventano
spedizioni
di
argonauti
che
vanno
a
portare
il
vello
d
'
oro
delle
industrie
italiane
:
e
si
passa
per
cervelli
gretti
e
privi
di
iniziativa
se
si
arriva
a
mettere
in
dubbio
che
turchi
e
lapponi
aspettino
proprio
la
Trinacria
per
comprare
la
roba
in
Italia
.
-
Vecchi
relitti
di
propaganda
futurista
,
antichi
orecchiamenti
di
"
dinamismo
"
,
scarti
della
poesia
della
macchina
e
dell
'
officina
,
tutto
ritorna
a
galla
,
tutto
fa
brodo
:
e
così
qualunque
forma
della
attività
industriale
si
presta
a
questa
esaltazione
letteraria
,
perpetrata
nella
massima
buona
fede
,
cui
la
folla
degli
innocenti
amatori
della
"
vita
temperata
"
arriva
attraverso
schemi
reclamistici
e
metafore
slombate
:
e
l
'
industrialismo
accademico
dei
medii
ceti
italiani
trova
tutto
degno
di
patriottica
attenzione
,
dal
"
carbon
bianco
"
...
al
sughero
di
Sardegna
.
;
Questo
dilettantismo
industrialoide
dei
medii
ceti
è
la
massima
forma
di
interessamento
permessa
da
tradizioni
curiali
e
prebendali
,
da
una
cultura
pseudo
-
umanistica
che
sola
,
apre
l
'
ingresso
nella
carriera
agli
uffici
e
ai
"
posti
"
,
e
insieme
stampiglia
socialmente
i
suoi
adepti
con
la
qualifica
di
"
persona
che
ha
fatto
i
suoi
studi
"
,
persona
per
bene
cioè
che
ha
diritto
ad
avere
un
trattamento
decoroso
in
modo
da
poter
mantenere
la
distanza
rispetto
alla
"
bassa
gente
"
.
Abenteuer
-
Kapitalismus
Ma
la
grande
industria
impone
soggezione
ai
medii
ceti
perché
è
trivellatrice
.
L
'
assalto
all
'
erario
,
che
in
altri
paesi
produrrebbe
larghi
movimenti
di
opinione
pubblica
,
qui
finisce
per
produrre
una
larga
ammirazione
per
gli
Abenteuer
-
kapitalismus
che
lo
conducono
con
fortuna
.
Si
trova
che
sono
"
furbi
"
,
"
accidenti
"
,
"
sacramenti
"
-
o
,
addirittura
,
si
trova
che
sono
valentissimi
imprenditori
:
il
che
è
assolutamente
falso
.
Nel
carattere
composito
dell
'
imprenditore
moderno
(
in
cui
si
riuniscono
i
tratti
distintivi
del
conquistatore
del
commerciante
)
il
pubblico
italiano
è
sempre
disposto
ad
apprezzare
i
tratti
del
conquistatore
più
degli
altri
:
e
siccome
quasi
tutte
le
grandi
figure
dell
'
industria
italiana
hanno
avuto
precisamente
più
l
'
audacia
del
colpo
di
mano
protezionistico
che
la
saggezza
dell
'
organizzatore
,
i
medii
ceti
italiani
sono
sicuri
che
anche
l
'
Italia
ha
prodotto
una
classe
industriale
di
primo
ordine
:
e
chi
ne
dubita
è
"
antipatriotta
"
.
Il
trucco
protezionistico
è
considerato
come
un
mezzo
affatto
naturale
di
far
progredire
una
industria
:
non
si
pensa
,
non
si
è
capaci
di
pensare
che
,
di
fronte
alle
genuine
capacità
dell
'
imprendimento
moderno
,
questo
modo
di
avvantaggiarsi
denota
,
oltre
a
tutto
,
una
speciale
forma
di
pigrizia
,
una
tendenza
alla
prebenda
:
e
nella
classifica
dei
mezzi
di
arricchire
,
potrebbe
stare
assai
bene
vicino
a
quei
tre
famosi
,
che
erano
indicati
nei
libricini
del
Rinascimento
:
1
.
-
La
cerca
di
tesori
;
2
.
-
L
'
accalappiamento
di
eredità
;
3
.
-
La
clientela
:
rendersi
persona
grata
presso
qualche
ricco
cittadino
,
allo
scopo
di
ricevere
una
parte
delle
sue
ricchezze
.
Gli
industriali
italiani
si
rendono
persone
grate
presso
lo
Stato
,
e
ricevono
delle
sovvenzioni
e
delle
tariffe
protettive
.
I
medii
ceti
italiani
ammirano
questa
audacia
venturiera
,
e
non
sospettano
neppure
che
essa
non
è
affatto
"
capitalistica
"
,
e
che
quegli
uomini
sono
assai
più
vicini
allo
"
speculante
"
e
al
"
condottiero
"
del
'900
che
ad
un
intraprenditore
inglese
o
americano
.
Ad
accentuare
,
nei
medii
ceti
italiani
,
questa
stortura
di
discernimento
,
si
è
aggiunta
l
'
orticaria
militaresca
,
per
cui
la
"
conquista
di
nuovi
mercati
"
è
concepita
mitologicamente
come
una
specie
di
conseguenza
obbligatoria
delle
vittorie
guerresche
.
L
'
"
amore
di
terra
lontana
"
sospira
in
tutte
le
relazioni
dei
Consigli
di
amministrazione
,
e
diventa
addirittura
appassionato
nei
discorsi
di
coloro
-
e
sono
legione
-
i
quali
credono
che
poiché
gli
italiani
hanno
vinto
sul
Piave
,
in
Colombia
,
in
Arabia
e
alla
Nuova
Guinea
non
aspettino
altro
che
di
essere
"
conquistati
"
,
"
penetrati
"
dalla
produzione
italiana
!
E
per
chiarire
questo
stato
d
'
animo
,
basterà
una
citazione
.
Scriveva
tempo
fa
l
'
on
.
Meuccio
Ruini
,
ex
ministro
delle
Colonie
,
a
proposito
delle
Colonie
Portoghesi
:
"
Vi
furono
due
anni
fa
,
iniziative
di
gruppi
industriali
e
bancari
italiani
per
un
accordo
col
Portogallo
per
lo
sfruttamento
dell
'
Angola
,
che
offre
grandissime
risorse
agricole
e
,
sovra
tutto
,
di
materie
prime
industriali
.
Gli
studi
ed
i
primi
passi
non
ebbero
seguito
,
anche
perché
il
Governo
italiano
non
si
mostrò
entusiasta
dell
'
idea
.
Senza
voler
esaltare
manie
imperialistiche
,
certo
è
che
sarebbe
stato
opportuno
per
l
'
Italia
-
che
non
ha
alcuna
finestra
sull
'
Atlantico
-
una
penetrazione
nell
'
Angola
"
.
In
queste
poche
righe
,
c
'
è
tutto
:
le
"
materie
prime
"
,
"
la
finestra
sull
'
Atlantico
"
la
"
penetrazione
"
.
La
mitologia
è
al
completo
:
ed
è
un
ministro
di
ieri
e
di
domani
che
parla
!
"
Sarebbe
stata
opportuna
una
penetrazione
nell
'
Angola
...
"
Chissà
perché
poi
nell
'
Angola
?
Forse
perché
l
'
Angola
è
del
Portogallo
,
e
-
senza
voler
esaltare
manie
imperialistiche
-
si
crede
che
sia
facile
"
conquistare
nuovi
mercati
"
,
"
penetrare
"
,
"
espandersi
"
,
quando
si
ha
da
fare
col
Portogallo
....
Angola
..
materie
prime
....
finestra
sull
'
Atlantico
...
Possibilissimo
che
di
qui
a
due
mesi
il
caucciù
di
Angola
apparisca
indispensabile
all
'
Italia
come
il
petrolio
del
Caucaso
e
il
carbone
di
Eraclea
.
È
possibilissimo
che
qualcheduno
proponga
di
saltar
addosso
...
al
Portogallo
,
che
qualche
ministro
lanci
là
,
alla
platea
,
le
frasi
aspettate
sui
"
vitali
interessi
"
,
e
che
si
faccia
la
gesta
d
'
oltremare
.
Sicuro
:
noi
siamo
sempre
in
procinto
di
partire
per
una
gesta
di
oltremare
.
I
medii
ceti
italiani
hanno
dell
'
espansione
industriale
di
un
paese
l
'
identica
idea
che
ne
avevano
i
pisani
o
i
genovesi
del
'300
:
qualche
cosa
di
composito
fra
i
trucchi
dei
mercanti
,
la
guerra
di
corsari
,
la
ripartizione
della
masserizia
predata
.
Conclusione
.
I
ceti
medii
italiani
impreparati
a
sopportare
lo
sforzo
e
la
tensione
,
imposti
dall
'
attuale
stadio
di
sviluppo
capitalistico
,
se
la
pigliano
con
la
classe
operaia
.
Non
riescono
,
però
,
ad
essere
risolutamente
anti
-
industriali
,
cioè
ad
essere
intimamente
reazionari
,
appunto
perché
non
sono
una
classe
borghese
moderna
:
e
perché
,
quindi
,
sentono
vivamente
l
'
influenza
di
un
industrialismo
da
letterati
e
da
condottieri
.
Perciò
il
loro
destino
è
stato
e
sarà
in
questa
alternativa
:
O
soffrire
umiliazioni
e
privazioni
nei
periodi
di
più
fittizia
attività
industriale
,
durante
le
riprese
che
si
fanno
sentire
nella
artificiale
grande
industria
italiana
,
come
riflesso
e
contraccolpo
delle
grandi
"
corse
all
'
oro
"
internazionali
;
O
vendicarsi
contro
gli
operai
,
"
sfogarsi
"
,
nei
periodi
di
grande
crisi
.
Il
fascismo
urbano
,
il
fascismo
delle
regioni
industriali
è
l
'
espressione
di
questa
persistente
e
fatale
infelicità
.