StampaPeriodica ,
L
'
italiano
di
maggior
levatura
e
di
più
fine
ingegno
che
fosse
presente
nel
caravanserraglio
,
era
indubbiamente
...
Sua
Eccellenza
il
Consigliere
di
Stato
Giuseppe
Motta
,
presidente
della
Delegazione
svizzera
.
La
Svizzera
fa
di
questi
tiri
.
Pare
che
nell
'
ambiente
particolarissimo
della
Confederazione
,
gli
uomini
delle
tre
razze
possano
purgarsi
di
molte
sporcizie
nazionali
,
e
dar
tutto
il
loro
fiore
.
Quale
hand
tedesco
avrebbe
potuto
conferire
a
Gottfried
Keller
quell
'
intimo
e
pietoso
sorriso
,
che
lo
fa
il
più
moderno
fra
gli
scrittori
tedeschi
?
Luigi
Motta
può
dar
l
'
esempio
curiosissimo
di
un
diplomatico
antico
stile
,
che
fa
a
meno
di
tutto
il
bagaglio
bluffistico
della
ricostruzione
,
si
tiene
nei
limiti
del
buon
gusto
e
della
serietà
,
e
accontenta
una
moderna
e
pretenziosa
democrazia
:
credo
che
a
questo
tour
de
force
dell
'
arte
di
governo
un
italiano
possa
arrivare
solo
dall
'
ambiente
cantonale
,
colla
pratica
di
due
altre
grandi
civiltà
,
con
l
'
educazione
in
paesi
stranieri
e
con
la
lusinghiera
sicurezza
di
non
essere
cittadino
del
Regno
d
'
Italia
e
suddito
di
Giolitti
.
Comunque
,
il
signor
Motta
ci
è
arrivato
.
Io
ebbi
occasione
di
osservarlo
in
più
occasioni
,
in
colloqui
privati
,
mentre
la
conversazione
era
condotta
da
terzi
:
e
me
lo
potei
godere
tutto
.
Florido
di
persona
,
benevolo
nel
tratto
,
egli
è
un
lusingatore
di
tutti
i
suoi
interlocutori
insuperabile
:
non
ho
mai
veduto
un
uomo
che
sappia
ascoltare
così
bene
i
discorsi
altrui
,
li
sottolinei
con
piccole
approvazioni
,
con
parchi
cenni
del
capo
,
dia
all
'
altro
,
anche
se
è
uno
scemo
,
la
soddisfazione
di
vedersi
preso
sul
serio
,
che
è
poi
la
soddisfazione
di
cui
gli
uomini
si
ricordano
di
più
.
Mentre
gli
altri
discorrono
,
il
signor
Motta
si
dispone
in
pose
piene
di
rispetto
e
di
dignità
,
che
rivelano
non
l
'
eleganza
innata
dell
'
uomo
di
alta
razza
,
ma
la
sorveglianza
perseverante
su
sé
stesso
dell
'
uomo
arrivato
dal
basso
,
da
umile
gente
,
e
che
ormai
sa
far
la
sua
figura
nei
salotti
e
nei
consigli
di
Stato
.
Egli
parla
un
italiano
genericamente
subalpino
,
senza
tracce
apprezzabili
di
lombardismi
,
un
tantino
-
ma
proprio
un
tantino
così
-
impacciato
,
come
chi
è
avvezzo
ad
esprimersi
normalmente
in
lingue
straniere
.
È
un
piccolo
tic
della
pronuncia
,
che
gli
dà
agio
di
prolungare
la
riflessione
prima
di
emettere
la
parola
:
e
soltanto
ascoltando
lui
,
io
compresi
quale
immane
esigenza
è
contenuta
nella
massima
corrente
e
ripetuta
"
prima
di
parlare
,
pensaci
"
:
uno
sforzo
terribile
,
che
il
signor
Motta
compie
continuamente
e
coscienziosamente
.
Perciò
le
sue
espressioni
sono
di
una
precisione
assoluta
:
nel
corso
di
una
conversazione
,
il
più
possibile
animata
,
egli
ripete
cinque
o
sei
volte
i
termini
ufficiali
di
una
designazione
:
egli
,
per
esempio
,
non
ci
disse
mai
"
noi
,
svizzeri
italiani
"
,
il
che
sarebbe
scorretto
,
per
quanto
usatissimo
:
ma
"
noi
,
svizzeri
di
lingua
italiana
"
,
che
è
l
'
espressione
ortodossa
.
E
così
via
.
Con
questo
linguaggio
che
ha
la
liscezza
della
maiolica
antica
e
la
dirittura
di
un
piombino
,
il
signor
Motta
riesce
a
dare
l
'
illusione
della
sincerità
:
ed
è
forse
il
più
placido
e
imperturbabile
mentitore
del
mondo
.
Normalmente
,
egli
dialoga
in
questo
modo
:
riprendendo
quello
che
ha
detto
il
suo
interlocutore
,
e
ripetendolo
con
molto
maggiore
arte
e
chiarezza
;
perché
egli
,
dalla
prima
frase
capisce
perfettamente
dove
l
'
altro
vuole
arrivare
e
gli
ripresenta
ben
refilate
quelle
idee
che
l
'
altro
aveva
espresso
confusamente
e
senza
riflettere
.
Così
il
signor
Motta
ottiene
,
a
ogni
battuta
,
due
vantaggi
:
non
dice
niente
,
e
procura
all
'
altro
il
compiacimento
di
essersi
espresso
molto
bene
.
Quando
poi
è
messo
alle
strette
,
e
deve
rispondere
categoricamente
,
allora
egli
dà
fuori
frasi
di
convenienza
,
ma
in
modo
maestro
.
Egli
fu
uno
dei
più
scettici
attori
della
Conferenza
,
e
riuscì
a
far
credere
di
esserne
un
fervente
:
disprezzava
profondamente
i
russi
,
convintissimo
che
con
essi
non
si
sarebbe
concluso
niente
,
ma
si
interessava
con
la
massima
buona
grazia
delle
condizioni
della
vita
in
Russia
:
rese
dei
servigi
a
Rathenau
,
protestando
dolcemente
,
a
nome
dei
neutri
,
contro
il
regime
delle
sedute
del
club
a
Villa
D
'
Albertis
,
ma
la
lancetta
di
tutta
la
sua
azione
fu
piuttosto
francese
,
e
punse
di
nascosto
a
più
riprese
la
vescica
conferenziale
.
La
menzogna
del
signor
Motta
è
la
menzogna
di
grande
scuola
,
la
menzogna
aulica
,
che
sarà
sempre
necessaria
ai
più
serii
e
onesti
uomini
di
Stato
.
Quella
del
signor
Lloyd
George
è
la
menzogna
demagogica
,
necessaria
per
aizzare
o
addormentare
i
popoli
,
o
per
le
"
guerre
giuste
"
,
o
per
le
"
ricostruzioni
"
.
Spostandosi
dal
Miramare
dove
alloggiava
Motta
al
Génes
dove
si
arrabattavano
i
russi
,
voi
potevate
incontrare
gli
uomini
della
menzogna
di
bassa
lega
,
necessaria
per
sfruttare
i
popoli
e
viverci
sopra
:
e
l
'
esemplare
più
bello
era
forse
il
Rosemberg
.
Ebreo
e
gobbo
,
costui
si
avvoltolava
in
un
turbinio
di
circolari
ballistiche
e
di
foglietti
réclame
ch
'
egli
vi
presentava
con
gli
occhi
loschi
dell
'
uomo
che
ha
parecchie
fucilazioni
per
vendette
personali
sulla
coscienza
,
e
sa
che
voi
lo
sapete
.
Ma
di
costui
e
di
Rakowsky
,
e
di
tutti
i
moscoviti
ho
fatto
proposito
di
non
parlare
.
Dedicherò
solo
un
ricordo
al
signor
Cicerin
.
Cicerin
.
Fra
gli
altri
diplomatici
,
atteggiamento
del
collegiale
che
è
malignato
dai
compagni
,
e
quando
il
professore
di
fisica
fa
gli
esperimenti
al
buio
,
tutta
la
classe
gli
assesta
scapellotti
,
ficotti
,
e
bazzurre
sulla
testa
.
Manca
assolutamente
di
quell
'
aspetto
dignitoso
e
virile
,
che
è
la
bellezza
di
un
militare
o
di
un
uomo
di
stato
:
occhi
detestabilmente
abborsonati
,
carnagione
biancastra
e
facciata
da
pascià
:
un
gaudente
da
harem
,
un
uomo
che
par
fatto
apposta
per
essere
lisciato
dalle
sue
donne
e
leccato
e
perleccato
dal
cagnolo
della
concubina
.
Il
ricostruttore
della
Nazione
Le
giornate
di
Genova
restarono
certo
memorabili
nella
vita
dell
'
on
.
Facta
.
Durante
tutto
il
periodo
della
Conferenza
,
il
Presidente
del
Consiglio
trasudò
letizia
:
la
letizia
dell
'
innocenza
.
La
sua
stessa
figura
tradiva
la
bonaria
soddisfazione
dell
'
avvocato
di
provincia
,
arrivato
dove
mai
si
sarebbe
sognato
di
arrivare
.
Io
lo
osservai
in
diverse
occasioni
.
Durante
le
sedute
solenni
della
conferenza
,
egli
non
comprendeva
assolutamente
niente
dei
discorsi
dei
suoi
eminenti
colleghi
,
e
si
rivolgeva
al
vicino
on
.
Schanzer
per
spiegazioni
sui
punti
applauditi
,
con
gesti
così
impacciati
che
facevano
fremere
chi
gli
teneva
il
binoccolo
puntato
addosso
.
Il
marchese
Visconti
Venosta
e
il
commendator
Giannini
,
seduti
dietro
a
lui
,
gli
davano
ogni
tanto
gli
schiarimenti
del
caso
,
ed
egli
li
ringraziava
con
sollecitudine
commovente
.
Nei
ricevimenti
ai
giornalisti
,
italiani
od
esteri
,
il
Presidente
del
Consiglio
aveva
veramente
soggezione
dei
suoi
interlocutori
:
di
cui
va
ricordato
qui
solo
Vettori
,
del
Giornale
d
'
Italia
,
uomo
di
spirito
e
di
incomparabile
aplomb
,
dinanzi
a
cui
mi
par
di
vedere
il
povero
Facta
tutto
premuroso
,
quasi
pauroso
di
commettere
qualche
gaffe
.
Del
resto
,
i
ricevimenti
formarono
l
'
attività
più
rilevante
dell
'
on
.
Facta
durante
la
Conferenza
.
A
Villa
Cambiaso
,
in
un
gardens
party
offerto
dal
Municipio
,
Facta
comparve
in
mezzo
a
un
pubblico
per
lui
adatto
,
composto
cioè
di
impiegati
municipali
e
signorine
da
marito
.
L
'
autorità
prefettizia
aveva
noleggiato
degli
applauditori
che
vollero
essere
troppo
zelanti
,
gridando
dalle
finestre
della
villa
,
per
un
buon
quarto
d
'
ora
:
"
Viva
Facta
!
Viva
il
ricostruttore
della
nazione
!
"
.
Chi
non
ha
veduto
Facta
in
quel
quarto
d
'
ora
ridicolo
,
non
sa
che
cosa
sia
la
fatuità
trionfante
.
Liberato
dall
'
incubo
dei
colleghi
uomini
di
Stato
,
e
rimesso
finalmente
in
mezzo
alla
buona
gente
di
provincia
,
egli
ringraziava
,
si
profondeva
sulla
scalinata
della
villa
,
e
a
quelle
grida
faceva
col
capo
di
sì
,
di
sì
,
come
a
dire
che
sicuro
,
che
la
nazione
voleva
ricostruirla
lui
,
proprio
lui
!
...
L
'
on
.
Facta
rivelava
,
anche
nelle
piccole
cose
,
una
innocenza
completa
sul
modo
di
presiedere
la
Conferenza
.
Nell
'
unico
grande
ricevimento
da
lui
dato
alla
Stampa
internazionale
all
'
Hotel
Miramare
,
questo
buon
uomo
,
pronunciato
il
suo
discorso
,
si
lasciò
prendere
in
mezzo
e
sequestrare
da
una
comitiva
di
studentelli
,
che
,
intrufolatisi
nella
folla
,
gli
volevano
fare
firmare
centinaia
di
cartoline
-
ricordo
:
e
Facta
,
tutto
rosso
in
viso
,
seduto
a
un
tavolino
da
caffè
,
firmava
e
firmava
con
la
massima
diligenza
,
instancabilmente
,
assistito
...
dal
Prefetto
di
Genova
,
arruolatore
delle
claque
,
che
con
una
aria
di
compunta
ammirazione
diceva
-
e
lo
avrà
ripetuto
venti
volte
-
"
Ah
!
Quant
'
è
buono
quell
'
uomo
lì
"
!
Tale
e
quale
come
se
si
fosse
trattato
di
qualche
santo
.
E
di
là
,
ad
attendere
i
colloqui
del
Presidente
della
Conferenza
,
c
'
erano
i
primi
giornalisti
del
mondo
!
Costoro
,
il
signor
Facta
,
forse
non
li
conosceva
neppur
di
nome
.
E
'
dubbio
,
per
esempio
,
ch
'
egli
sospettasse
chi
è
il
signor
Wolff
:
altrimenti
non
sarebbe
occorso
il
caso
che
questi
,
dopo
aver
ottenuto
l
'
appuntamento
per
una
udienza
,
dovesse
aspettare
due
ore
nell
'
anticamera
di
Palazzo
Reale
,
e
potesse
essere
ammesso
solo
dopo
l
'
intervento
di
un
delegato
italiano
che
capì
tutta
la
stizza
e
il
malcontento
del
potente
pubblicista
tedesco
.
Gli
è
che
nell
'
on
.
Facta
affiorava
nella
sua
forma
più
pacioccona
e
provinciale
,
quello
che
fu
il
difetto
principale
della
delegazione
italiana
alla
Conferenza
:
l
'
aver
mirato
ad
ottenere
del
"
prestigio
"
,
e
l
'
aver
scambiato
le
adulazioni
interessate
per
altrettante
testimonianze
di
prestigio
incomparabile
.
Come
il
suo
capo
,
anche
la
delegazione
italiana
voleva
essere
acclamata
"
ricostruttrice
"
e
diceva
di
sì
e
di
sì
quando
gli
imbroglioni
glie
lo
gridavano
dalla
finestra
.
La
figura
di
Schanzer
La
responsabilità
principale
di
questo
inebriamento
spetta
all
'
on
.
Schanzer
,
il
capo
effettivo
della
delegazione
.
Ma
1'on
.
Schanzer
non
poteva
comportarsi
diversamente
.
La
sua
origine
e
la
sua
formazione
lo
rendono
vittima
predestinata
degli
adulatori
.
Verso
coloro
che
dissentono
dal
coro
,
la
sua
diffidenza
è
morbosamente
sospettosa
.
E
'
inutile
:
la
vita
di
quell
'
uomo
è
dominata
da
due
fatti
:
1'origine
israelita
e
anazionale
,
che
si
capisce
che
è
stata
sempre
,
per
lui
,
fin
dalla
giovinezza
,
il
cruccio
delle
ore
:
e
le
indegne
umiliazioni
subite
nel
periodo
della
neutralità
che
gli
hanno
innestato
un
invincibile
sospetto
di
questo
popolo
di
bèceri
e
di
cafoni
patrioti
.
Un
esempio
?
Eccolo
.
Negli
ultimi
giorni
della
Conferenza
,
Schanzer
credette
bene
di
invitare
Lloyd
George
ricevendo
la
stampa
,
e
annunciando
che
era
a
disposizione
dei
signori
giornalisti
per
le
domande
che
volessero
avanzargli
.
Ma
sì
!
Questo
era
lo
scenario
:
in
realtà
,
Schanzer
è
incapace
di
improvvisare
le
risposte
come
fa
Lloyd
George
:
e
fin
qui
non
c
'
è
proprio
niente
di
perduto
,
anzi
,
ci
sarebbe
da
lodarlo
.
In
quella
riunione
,
un
collega
compiacente
si
alzò
subito
,
e
con
una
domanda
combinata
diede
occasione
a
Schanzer
di
pronunciare
il
discorso
già
bell
'
e
preparato
:
piccoli
artifizi
perdonabili
,
in
quell
'
epopea
della
menzogna
che
fu
la
Conferenza
.
Tuttavia
,
quando
il
discorso
fu
spacciato
,
bisognò
che
Schanzer
sottostasse
all
'
ònere
di
qualche
domanda
ex
-
abrupto
.
Cosa
volete
!
Il
primo
che
s
'
alza
su
fu
un
incorreggibile
menagramo
,
che
gli
pone
la
domanda
seguente
:
-
Il
signor
ministro
può
dirci
che
cosa
ha
deciso
la
prima
sotto
-
commissione
sulle
sorti
della
Galizia
Orientale
?
Lo
sguardo
che
l
'
on
.
Schanzer
gli
lanciò
dalla
parte
opposta
del
salone
,
non
è
facilmente
dimenticabile
.
A
quell
'
onesto
e
probo
italiano
,
che
ha
però
la
disgrazia
di
pronunciare
la
nostra
lingua
con
un
accento
che
ricorda
quello
dei
funzionari
tedeschi
del
Lombardo
-
Veneto
,
questa
domanda
spensierata
parve
certo
una
insinuazione
sanguinosa
rispetto
alle
sue
origini
così
malignate
.
Rispose
poche
parole
impacciate
,
tagliò
corto
alle
domande
successive
,
disse
affrettatamente
due
frasi
di
congedo
,
e
con
la
prima
scusa
mal
scelta
,
di
dover
andare
a
firmare
il
trattato
italo
-
polacco
(
che
viceversa
egli
veniva
appunto
dall
'
aver
firmato
)
se
la
svignò
,
fra
timoroso
e
indignato
.
Questo
è
l
'
uomo
delicato
e
vulnerabilissimo
,
che
cadde
nelle
grinfie
a
Lloyd
George
.
Distrazioni
compiacenti
L
'
opera
di
captazione
di
simpatie
da
parte
di
Lloyd
George
verso
la
delegazione
italiana
e
il
Ministro
Schanzer
cominciò
al
giorno
dell
'
arrivo
e
terminò
...
alla
colazione
del
Miramare
e
annesso
"
muro
romano
"
.
Nulla
di
più
esilarante
dell
'
ammirazione
che
gli
inglesi
ufficiosi
ostentavano
per
l
'
energia
dimostrata
dall
'
on
.
Facta
durante
la
prima
seduta
.
Lloyd
George
che
si
compiace
della
energia
di
Facta
!
!
!
...
Quando
questo
compiacimento
fu
riferito
al
destinatario
,
costui
cominciò
a
credere
di
possedere
un
pugno
di
ferro
nel
guidare
la
Conferenza
:
e
il
peggio
è
-
lui
disgraziato
!
-
che
se
ne
vanta
con
qualcuno
!
Come
dicevano
all
'
Hotel
Savoie
quelli
della
delegazione
francese
:
"
cet
excellent
monsieur
Factà
...
"
.
Con
Schanzer
,
la
cosa
procedette
più
finemente
.
Lloyd
George
,
in
due
o
tre
episodii
,
lusingò
Schanzer
irresistibilmente
.
Così
fu
dopo
tutta
la
farsa
dell
'
accordo
russo
-
tedesco
,
e
dell
'
indignazione
a
un
tanto
il
metro
dimostrata
da
Lloyd
George
.
Nella
seduta
celebre
a
Villa
D
'
Albertis
,
presenti
anche
i
rappresentanti
della
Piccola
Intesa
,
Lloyd
George
diede
in
escandescenze
.
Egli
voleva
senz
'
altro
intimare
alla
Germania
lo
sfratto
dalla
Commissione
politica
:
voleva
di
qui
,
voleva
di
là
...
Qualcheduno
si
persuase
perfino
che
il
Giove
Tonante
volesse
sul
serio
.
Schanzer
,
che
presiedeva
,
intervenne
per
moderarlo
,
per
introdurre
nella
nota
a
Rathenau
frasi
conciliative
.
Dopo
un
po
'
di
tira
e
molla
,
Lloyd
George
,
con
parole
altamente
deferenti
per
il
ministro
italiano
,
dichiarò
di
accedere
al
desiderio
da
lui
espresso
.
Eh
,
no
:
sono
soddisfazioni
che
un
galantuomo
come
l
'
on
.
Schanzer
non
le
dimentica
:
tanto
più
che
1'on
.
Schanzer
apparteneva
alla
minoranza
che
s
'
era
lasciata
persuadere
che
il
Giove
Tonante
volesse
sul
serio
...
Naturalmente
,
la
riconoscenza
dell
'
onorevole
Schanzer
si
esplicò
in
tutte
le
occasioni
e
lo
spinse
anche
a
fare
figure
non
brillantissime.Valga
per
tutti
questo
caso
.
Il
14
maggio
,
Domenica
,
la
delegazione
russa
fa
avere
a
Schanzer
una
nota
di
protesta
contro
la
sua
esclusione
dalla
Commissione
mista
,
che
doveva
discutere
su
non
ricordo
quale
farsa
..
Contemporaneamente
,
i
russi
comunicano
la
nota
-
protesta
alla
stampa
.
La
nota
,
per
essere
una
nota
,
era
abbastanza
interessante
:
e
veniva
a
guastare
tutte
le
elaborate
macchinazioni
di
Lloyd
George
per
far
trangugiare
ai
francesi
la
Commissione
mista
e
i
suoi
ammennicoli
:
cioè
veniva
a
rinforzare
e
giustificare
le
riluttanze
francesi
.
Schanzer
riceve
la
nota
,
e
la
tiene
per
sé
.
Barthou
,
non
essendone
ufficialmente
informato
,
non
la
comunica
a
Parigi
.
Ma
alla
delegazione
francese
c
'
erano
gli
informatori
zelantissimi
di
Poincaré
:
e
la
sera
stessa
di
Domenica
Poincaré
era
in
possesso
della
nota
e
mandava
un
telegrammino
a
Barthou
,
che
certo
non
conteneva
dei
complimenti
.
Va
da
sé
,
che
Barthou
si
recò
alla
seduta
del
club
a
Palazzo
Reale
un
po
'
coi
nervi
tesi
per
tutto
questo
giro
e
rigiro
di
note
e
di
sornioni
silenzi
.
Lloyd
George
aveva
fatto
sapere
a
Schanzer
che
della
nota
russa
bisognava
discorrerne
il
meno
possibile
.
Schanzer
lo
compiacque
goffamente
,
come
sogliono
gli
onesti
allorché
si
permettono
di
aderire
ai
desideri
...
degli
altri
.
La
mattina
del
Lunedì
,
ricominciano
dunque
i
cosiddetti
lavori
.
Al
principio
della
seduta
Schanzer
riprese
ad
esporre
il
progetto
della
risposta
ai
russi
voluto
da
Lloyd
George
,
come
se
da
parte
russa
nulla
fosse
intervenuto
.
Il
signor
Barthou
stette
ad
ascoltare
con
aria
socratica
la
relazione
di
Schanzer
e
soltanto
quando
il
ministro
italiano
ebbe
finito
osservò
dolcemente
,
come
il
Maestro
in
un
dialogo
platonico
:
-
Se
permettete
,
vorrei
richiamare
la
vostra
attenzione
su
un
documento
trasmesso
dalla
Delegazione
russa
...
Su
un
documento
che
la
Delegazione
francese
non
conosce
se
non
indirettamente
...
La
cronaca
-
e
questa
mia
è
cronaca
di
fonte
francese
-
non
dice
se
il
Ministro
Schanzer
e
il
signor
Lloyd
George
abbiano
emesso
l
'
"
Ah
,
già
...
"
cui
ricorrono
tutti
i
finti
distratti
quando
sono
presi
in
castagna
.
Ma
,
insomma
,
per
quanto
fosse
penoso
discorrere
della
nota
russa
,
Schanzer
e
Lloyd
George
dovettero
sorbirsi
il
resto
delle
osservazioni
di
Barthou
,
progressivamente
sempre
meno
soavi
:
-
Una
nota
russa
è
stata
presentata
ieri
sera
alla
Presidenza
della
Conferenza
,
e
la
delegazione
ne
ha
dato
comunicazione
alla
stampa
.
Noi
non
sappiamo
se
la
nota
in
circolazione
sia
esatta
,
e
desidereremmo
che
ce
ne
fosse
data
conoscenza
.
Nel
testo
integrale
,
si
capisce
...
Schanzer
confermò
che
domenica
,
a
ora
tarda
,
gli
era
stata
consegnata
la
nota
di
Cicerin
.
Ma
nessuno
potè
levare
di
testa
ai
francesi
che
il
ministro
italiano
avesse
perpetrato
il
tentativo
di
livragare
un
documento
ufficiale
,
comunicandolo
con
ritardo
.
Ecco
come
sorgevano
impressioni
e
risentimenti
,
infondati
data
l
'
onestà
di
Schanzer
,
ma
coloriti
di
giustificatezza
data
la
sua
evidente
docilità
alle
manovre
inglesi
.
Ebbe
mai
l
'
on
.
Schanzer
un
momento
di
lucidità
,
sulla
parte
che
il
gran
maneggione
e
pasticcione
inglese
gli
faceva
fare
?
Forse
un
raggio
riuscì
a
penetrare
nella
fitta
tenebra
quando
si
scatenò
la
polemica
francese
contro
gli
accaparramenti
petrolieri
iniziati
sottomano
da
parte
inglese
a
Santa
Margherita
presso
i
russi
.
Schanzer
si
impaurì
del
chiasso
dei
giornali
,
e
temette
di
doversi
presentare
alla
Camera
"
senza
petrolio
"
.
"
Come
farò
,
come
farò
-
avrebbe
egli
detto
a
un
suo
intimo
consigliere
-
quando
mi
accuseranno
di
tornare
a
mani
vuote
anche
di
questo
?
"
.
Poi
le
assicurazioni
date
con
una
serietà
di
pénce
-
sans
-
rire
dagli
ufficiosi
inglesi
lo
tranquillizzarono
.
Scomparso
il
lume
del
petrolio
,
tornò
il
buio
attorno
al
cervello
dell
'
on
.
Schanzer
.
I
Consiglieri
di
Schanzer
E
il
ministro
Schanzer
,
in
questa
sua
ansia
di
essere
utile
...
alla
Delegazione
inglese
,
non
trovava
alcuna
rèmora
negli
uomini
,
anzi
nei
due
uomini
che
gli
stavano
più
da
vicino
:
il
Marchese
Giovanni
Visconti
Venosta
,
segretario
generale
della
Delegazione
,
e
il
Comm
.
Giannini
,
e
che
godevano
intierissima
la
sua
confidenza
.
Il
marchese
Visconti
-
Venosta
è
un
uomo
che
,
quando
vuole
esprime
il
suo
giudizio
su
chi
non
crede
che
Lloyd
George
sia
il
più
grande
uomo
di
stato
vivente
,
ricorre
a
questa
formula
curiosa
e
rivelatrice
:
"
Il
tale
deve
avere
una
mentalità
francese
"
.
Con
questo
,
il
tale
è
compatito
ma
condannato
:
e
il
marchese
assume
verso
di
lui
un
atteggiamento
di
diffidenza
mal
celata
,
che
contrasta
con
la
sistematica
e
premeditata
piacevolezza
delle
sue
maniere
verso
tutti
coloro
che
...
egli
crede
non
abbiano
la
"
mentalità
francese
"
.
Uomo
di
arguzia
fine
e
di
risposta
pronta
e
sottile
,
non
è
però
uomo
di
spirito
perché
è
permaloso
.
Questa
sua
permalosità
si
rendeva
manifesta
in
un
timore
esagerato
e
quasi
ridicolo
,
degli
attacchi
della
stampa
.
Fu
lui
,
io
credo
,
a
creare
nella
Delegazione
italiana
quella
aspettativa
esigente
delle
approvazioni
universali
:
tutti
dovevano
dire
e
stampare
e
credere
che
l
'
azione
della
delegazione
era
lungimirante
e
provvidenziale
:
e
in
realtà
,
tranne
poche
sfumature
,
durante
quaranta
lunghi
giorni
la
delegazione
italiana
fu
circondata
da
un
coro
di
lodi
che
le
altre
delegazioni
non
conoscevano
neppure
da
lontano
.
(
Chi
stonava
,
Visconti
-
Venosta
quasi
gli
levava
il
saluto
!
...
)
.
Questa
preoccupazione
di
"
fare
star
buona
"
la
stampa
,
indusse
il
Visconti
Venosta
ad
assumere
egli
stesso
l
'
ònere
delle
comunicazioni
alla
stampa
,
saltando
a
piè
pari
il
comm
.
Amedeo
Giannini
,
e
il
pleonastico
sen
.
Artom
:
non
sappiamo
con
quale
soddisfazione
di
queste
due
egregie
persone
.
E
'
doveroso
riconoscere
che
,
specie
nell
'
ultimo
periodo
della
Conferenza
,
le
comunicazioni
del
marchese
erano
le
più
spirituelles
e
le
più
complete
della
Conferenza
:
e
che
il
marchese
-
a
prescindere
da
qualche
accentuato
complimento
verso
i
giornali
più
temuti
dalla
Consulta
-
adempiva
le
sue
funzioni
di
informatore
con
una
perfetta
pubblicità
,
senza
cioè
informazioni
à
coté
per
"
persone
grate
"
.
Il
commendatore
Giannini
è
il
perito
dell
'
Italia
:
perito
per
i
cambi
,
perito
per
la
ricostruzione
russa
,
perito
per
la
ricostruzione
europea
,
perito
in
"
tutt
'
e
cose
"
.
Nascosto
in
una
fitta
schiera
di
ventinove
colleghi
,
tutti
nominalmente
periti
a
egual
titolo
di
lui
alla
Conferenza
,
egli
però
li
scavalcava
tutti
e
ventinove
,
pistonato
attivamente
nella
considerazione
di
Schanzer
dalla
fama
di
essere
uomo
espertissimo
degli
inglesi
,
e
tesoreggiato
addirittura
dal
signor
Grigg
e
compagnia
.
Per
esempio
,
quando
le
trattative
con
gli
jugoslavi
,
trasportate
a
Palazzo
Reale
,
ricevettero
un
nuovo
impulso
dalla
iniziativa
di
Lloyd
George
,
presenziarono
in
nome
del
"
principae
"
l
'
inglese
M
.
r
Gregory
e
l
'
italiano
comm
.
Giannini
;
e
noi
tutti
potemmo
ammirare
la
versatilità
inaudita
di
quest
'
uomo
,
che
dalla
ricostruzione
dell
'
immensa
Russia
,
passava
a
discutere
-
forse
per
distrarsi
-
se
attorno
a
Zara
ci
devono
essere
dieci
o
quindici
chilometri
di
zona
franca
...
Il
perito
in
"
tutt
'
e
cose
"
invidiava
al
minor
collega
Lucciolli
perfino
quei
dieci
o
quindici
chilometri
di
caccia
riservata
!
Un
meridionale
proveniente
dalla
burocrazia
non
è
ingenuo
come
un
diplomatico
di
carriera
e
di
razza
:
ed
il
commendatore
Giannini
sa
trattare
col
pubblico
meglio
che
il
Marchese
Visconti
Venosta
,
parlando
di
buon
grado
a
chiunque
lo
interpelli
,
ma
riservando
le
lecite
informazioni
agli
amici
del
cuore
:
egli
ne
ha
così
di
potenti
,
che
non
lo
abbandoneranno
mai
.
La
sua
ammirazione
per
Lloyd
George
è
illimitata
,
degna
di
un
diplomatico
...
portoghese
.
Nel
bellissimo
episodio
dell
'
alleanza
italo
-
inglese
impostata
sulle
imbandigioni
del
Miramar
;
battezzata
dalle
insulsaggini
Lloyd
-
georgiane
del
muro
romano
,
e
varata
da
quasi
tutta
la
stampa
italiana
,
credo
che
il
comm
.
Giannini
abbia
avuto
una
parte
:
se
egli
,
alla
sera
,
avesse
detto
una
parola
di
scetticismo
a
chi
di
ragione
,
sarebbe
rimasto
risparmiato
alla
Consulta
il
ridicolo
di
un
emballement
per
legami
anfitrionici
e
non
diplomatici
,
smentiti
brutalmente
quindici
giorni
dopo
dai
giornali
inglesi
.
Il
comm
.
Giannini
,
uomo
certo
accortissimo
,
non
si
è
ancora
capacitato
ch
'
egli
può
essere
perito
di
"
tutt
'
e
cose
"
,
fuorché
del
cuore
di
Lloyd
George
.
Cose
che
succedono
agli
innamorati
devoti
.
Il
Conte
Zio
di
Santa
Margherita
Ho
accennato
a
quest
'
altra
avventura
,
svoltasi
à
coté
della
Conferenza
,
sotto
la
presidenza
di
Sua
Eccellenza
Tosti
di
Valminuta
,
alloggiato
all
'
Hotel
Guglielmina
a
Santa
Margherita
.
L
'
on
.
Tosti
-
presidente
della
Lega
Navale
di
Roma
:
e
non
aggiungo
altra
caratteristica
-
considerava
le
trattative
come
un
campicello
affidatogli
,
perch
'
egli
ne
traesse
diplomatico
sostentamento
durante
la
Conferenza
.
Gentiluomo
ospitale
e
cortese
,
egli
si
imbronciava
solo
quando
qualcheduno
gli
esprimeva
la
speranza
di
una
prossima
conclusione
:
tal
e
quale
come
il
Conte
Zio
:
"
Son
cose
spinose
,
affari
delicati
..
reverendissimo
padre
"
.
E
qui
,
invece
di
gonfiar
le
gote
e
di
soffiare
,
stringeva
le
labbra
,
e
tirava
dentro
tant
'
aria
quanta
ne
soleva
mandar
soffiando
.
Il
dialogo
,
caratteristico
,
si
apriva
regolarmente
così
:
-
Può
dirmi
,
Eccellenza
,
come
procedono
le
trattative
con
la
delegazione
jugoslava
?
-
Trattative
?
!
Trattative
!
Non
sono
trattative
.
Io
non
mi
trovo
qui
per
trattare
.
Io
ho
semplicemente
l
'
incarico
di
condurre
delle
conversazioni
,
così
,
per
esaminare
se
vi
sono
dei
punti
di
contatto
,
delle
vedute
comuni
da
cui
si
possa
procedere
oltre
...
Voi
comprendete
,
c
'
è
una
differenza
fra
"
trattative
"
e
"
conversazioni
"
.
Le
trattative
verranno
poi
.
Per
ora
sono
semplici
sondaggi
in
questioni
delicatissime
,
che
io
compio
approfittando
della
presenza
dei
ministri
jugoslavi
.
I
quali
-
e
questo
posso
dirlo
-
si
sono
volenterosamente
prestati
a
queste
conversazioni
,
a
questi
tastamenti
di
terreno
assolutamente
preliminari
...
Ad
ascoltare
questo
anfanamento
,
c
'
era
da
indignarsi
contro
un
uomo
che
parlava
così
,
quando
due
paesi
attendevano
semplicemente
l
'
esecuzione
di
un
trattato
firmato
diciotto
mesi
prima
!
E
faceva
pena
vederlo
,
lui
,
l
'
on
.
Tosti
,
così
aperto
e
giovialone
,
cercar
di
incupirsi
per
persuadere
l
'
interlocutore
che
bisognava
far
sembiante
di
giudicare
disperate
le
trattative
per
non
mettere
in
sospetto
i
croati
contro
i
serbi
,
per
non
aizzare
il
delegato
dalmata
Krstéls
contro
il
collega
Nincic
,
serbo
,
e
altri
poveri
machiavellismi
di
questo
genere
,
che
rivelavano
nell
'
on
.
Tosti
soltanto
una
concezione
falsa
e
un
disegno
egoistico
;
la
concezione
che
i
ministri
jugoslavi
fossero
in
disaccordo
fra
loro
,
e
il
disegno
di
tirare
in
lungo
le
trattative
.
Questo
disegno
era
egoistico
per
questo
:
l
'
on
.
Tosti
voleva
avere
qualche
titolo
legittimativo
per
restare
sul
palcoscenico
della
Conferenza
;
se
le
"
conversazioni
"
concludevano
qualche
cosa
,
il
titolo
legittimativo
veniva
meno
,
e
il
palcoscenico
doveva
essere
abbandonato
,
non
essendo
l
'
on
.
Tosti
membro
della
delegazione
alla
Conferenza
(
e
il
non
avervelo
nominato
fu
un
errore
dell
'
on
.
Schanzer
:
c
'
era
dentro
mezza
Italia
!
)
.
Alcune
delle
questioni
che
formavano
oggetto
delle
trattative
erano
assolutamente
ridicole
.
Non
ci
sono
in
Italia
cento
italiani
disposti
ad
interessarsi
delle
validità
delle
lauree
italiane
in
Jugoslavia
,
e
forse
non
ce
ne
sono
mille
che
siano
disposti
a
subire
il
disturbo
minimo
perché
Zara
abbia
quindici
chilometri
di
zona
franca
.
Ci
sono
,
sì
,
i
folli
che
sostengono
che
si
deve
conquistare
la
Dalmazia
:
ma
anch
'
essi
presentano
il
vantaggio
di
infischiarsi
del
modo
con
cui
si
eseguisce
il
Trattato
di
Rapallo
.
Delegati
italiani
,
e
jugoslavi
hanno
discusso
per
mesi
di
particolari
di
così
scarsa
importanza
,
che
essi
hanno
avuto
persino
vergogna
a
confessarla
;
e
questo
fu
il
primo
motivo
del
gran
segreto
che
nascose
quelle
trattative
.
In
questo
furono
aiutati
dai
giornalisti
delle
due
nazioni
:
in
Italia
ci
sono
cinque
o
sei
individui
che
possono
legittimare
la
loro
attività
in
un
giornale
soltanto
in
quanto
c
'
é
una
rogna
diplomatica
cogli
jugoslavi
da
trattare
competentemente
:
inutile
dire
che
l
'
on
.
Tosti
era
sapientemente
fiancheggiato
da
costoro
nel
compito
di
rendere
iperbolicamente
ardue
le
trattative
di
Rapallo
.
Il
senatore
Contarini
,
che
forse
non
era
così
"
specializzato
"
nella
rogna
adriatica
,
e
può
far
strada
anche
quando
quella
rogna
non
si
gratterà
più
,
era
quindi
la
bestia
nera
di
tutti
questi
canonici
della
"
questione
adriatica
"
:
compreso
l
'
on
.
Tosti
.
Anzi
passava
per
rinunciatario
addirittura
.
Il
propagandista
Orlando
Questo
"
clou
"
di
mantenuti
della
questione
adriatica
,
dunque
,
ostentò
un
grande
allarme
quando
si
seppe
che
,
in
un
saloncino
del
Bristol
,
c
'
era
stato
una
specie
di
convegno
riservato
fra
uomini
politici
concordi
nel
desiderio
che
le
trattative
arrivassero
in
porto
,
e
disposti
poi
a
compiere
un
'
opera
personale
di
riavvicinamento
dei
due
paesi
,
e
soprattutto
di
diffusione
di
notizie
precise
sulla
situazione
reciproca
.
Da
parte
italiana
v
'
erano
i
soliti
"
rinunciatari
"
assai
più
conosciuti
nel
limbo
della
questione
adriatica
di
quel
che
non
sia
Barabba
nella
passione
di
Cristo
:
da
parte
jugoslava
,
presenziarono
i
ministri
Nincic
e
Antonievic
,
pur
rimanendo
l
'
iniziativa
di
natura
strettamente
privata
.
Inutile
diffondere
:
sui
risultati
perfettamente
accademici
di
questi
incontri
.
Tutto
culminò
poi
in
una
modesta
e
innocentissima
colazione
,
offerta
dagli
italiani
agli
jugoslavi
,
e
che
diede
origine
a
intimidazioni
dei
fascisti
indigeni
,
e
a
ciarle
sfondolate
,
in
cui
si
favoleggiò
di
un
sontuoso
banchetto
coronato
da
brindisi
auspicanti
per
lo
meno
alla
rinuncia
di
Udine
e
di
Palmanova
.
Comunque
,
la
riunione
al
Bristol
avvenne
alle
26
del
4
maggio
.
In
essa
si
era
parlato
-
ma
rinunciandone
l
'
attuazione
a
trattative
concluse
-
di
una
Lega
italo
-
jugoslava
,
a
scopo
di
cultura
e
di
propaganda
.
Due
ore
dopo
,
uno
dei
partecipanti
di
quella
riunione
si
incontra
a
Palazzo
Reale
con
Schanzer
.
-
So
che
hanno
avuto
,
oggi
,
una
piccola
riunione
con
delle
personalità
jugoslave
,
comincia
il
ministro
in
tono
agrodolce
.
-
Mi
congratulo
con
il
suo
servizio
di
informazioni
,
che
è
ottimo
davvero
,
Eccellenza
.
-
Ma
io
posso
dirle
anche
chi
c
'
era
:
il
tale
,
il
tale
,
il
talaltro
;
-
e
Schanzer
snocciolò
tutti
i
nomi
con
l
'
aria
soddisfatta
del
ministro
di
polizia
che
ha
fra
le
mani
l
'
elenco
dei
congiurati
.
-
E
posso
dirle
ancora
che
loro
hanno
progettato
una
specie
di
Lega
italo
-
jugoslava
...
-
Ah
,
sì
:
ma
se
ne
parlò
solo
molto
vagamente
.
-
E
su
chi
avrebbero
messo
gli
occhi
per
presiederla
?
-
continua
il
ministro
.
-
Le
ripeto
,
-
ribatté
l
'
altro
;
-
che
la
cosa
fu
appena
accennata
.
Ad
ogni
modo
,
in
via
di
ipotesi
,
noi
s
'
era
pensato
a
qualche
nome
poco
compromesso
,
come
,
per
esempio
,
quello
del
senatore
Ruffini
...
-
Eh
,
sì
!
certo
,
Ruffini
sarebbe
adattatissimo
.
Ma
c
'
è
anche
qualche
altro
personaggio
di
prim
'
ordine
,
che
darebbe
volentieri
la
sua
opera
,
a
fine
di
propaganda
e
di
intesa
reciproca
italo
-
jugoslava
,
e
sarebbe
anche
disposto
ad
andare
a
Belgrado
a
tenere
delle
conferenze
...
-
Ci
consigli
pure
,
Eccellenza
.
-
L
'
onorevole
Orlando
...
Faccia
attonita
dell
'
interlocutore
.
-
Sì
,
sì
,
le
dico
,
l
'
on
.
Orlando
si
assumerebbe
volentieri
,
io
credo
,
questa
responsabilità
.
Il
dialogo
finì
li
,
e
anche
il
progetto
della
Lega
finì
lì
.
Ma
questa
uscita
del
Ministro
Schanzer
è
rivelatrice
di
nuovi
orizzonti
Schanzeriani
e
Orlandiani
.
Orlando
,
l
'
uomo
di
Parigi
,
pronta
ad
andare
a
Belgrado
a
tenere
conferenze
:
Schanzer
,
che
messo
davanti
alle
strette
delle
trattative
,
dell
'
abbandono
della
terza
zona
dalmata
e
delle
temutissime
minacce
dell
'
Idea
Nazionale
cerca
nell
'
uomo
di
Parigi
e
nella
Lega
italo
-
jugoslava
il
parafulmine
per
le
insolenze
nazionaliste
.
Ma
poi
,
tramontato
questo
espediente
,
la
paura
di
fronte
ai
padroni
segreti
della
Consulta
riprese
il
disopra
,
e
Schanzer
lasciò
capire
a
Nincic
che
l
'
abbandono
della
terza
zona
era
impossibile
per
riguardi
parlamentari
.
Quando
Nincic
partì
per
Belgrado
,
portando
questa
coraggiosissima
risposta
,
faceva
veramente
l
'
impressione
di
un
uomo
mortificato
.
Tutte
le
faziose
conversazioni
col
Conte
Zio
di
Santa
Margherita
non
avevano
concluso
ad
altro
che
a
comprometterlo
dinanzi
alle
scimmie
urlatrici
di
casa
sua
,
quelle
di
Belgrado
.
Partendo
,
il
Nincic
accennò
chiaramente
all
'
arbitrato
previsto
del
Presidente
della
Confederazione
Svizzera
dal
Trattato
di
Rapallo
,
come
all
'
unica
via
d
'
uscita
:
e
l
'
on
.
Schanzer
probabilmente
,
avrebbe
accettato
questa
brusca
soluzione
che
,
se
costituiva
una
crisi
nei
rapporti
diplomatici
fra
le
due
nazioni
,
liberava
però
lui
,
Schanzer
,
delle
responsabilità
più
temute
verso
...
l
'
Idea
Nazionale
.
Tutti
sanno
poi
che
l
'
intervento
larvato
di
Lloyd
George
diede
agli
affari
una
nuova
piega
:
il
"
conversatore
"
Tosti
fu
messo
in
disponibilità
,
e
il
comm
.
Amedeo
Giannini
,
quasi
per
confondere
fin
il
ricordo
della
misteriosa
colazione
dei
rinunciatari
,
offrii
in
nome
del
ministro
un
banchetto
alla
stampa
italo
-
jugoslava
:
un
banchetto
,
questo
sì
,
veramente
sontuoso
,
cui
intervennero
anche
i
custodi
ideali
dei
quindici
chilometri
di
zona
franca
attorno
a
Zara
.
Con
l
'
alleanza
inglese
in
saccoccia
,
l
'
on
.
Schanzer
prendeva
coraggio
.
Se
su
qualche
chilometro
attorno
a
Zara
si
era
ceduto
,
in
compenso
si
prevedeva
imminente
la
conquista
...
del
muro
romano
!
...