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PRECIPIZIO ( - , 1929 )
StampaPeriodica ,
Si può essere sicuri che in Italia non v ' è più nessuno che non veda inevitabile e fatale la catastrofe . Il paese è condannato all ' estrema rovina . Bisogna prepararvisi ; rassegnatamente , dicono taluni ; col fiero proposito di farla pagar cara , dicono i molti altri . Il gran pazzo ad ogni cambiar di stagione ne pensa una sempre più madornale , per abbagliare per distrarre per stordire i miseri quarantadue milioni di schiavi che ha messi in catena . Riesce qualche volta a inscenare un successo . Ma è un fuoco fatuo . Contro l ' avvicinarsi pauroso della resa dei conti oramai non può più nulla . Lo stesso gioco di prosternarsi un giorno al papa e un altro giorno tirargli i calci non illude nessuno : né i clericali né i liberi pensatori . Tutti si rassodano nella convinzione che si è di fronte ad un volgarissimo pagliaccio . Frattanto , come diciamo , è inevitabile e fatale la catastrofe : ogni espediente escogitato per ritardarla , non la rende che più profonda generale spaventosa . È proprio stabilito che gl ' italiani debbano essere ridotti alla miseria più nera , alla fame , all ' inanizione , perché l ' obbrobrioso regime mussoliniano crolli . Noi così detti fuorusciti , che siamo in grado di credere e di dire la verità , siamo tacciati di catastrofici . Ma non sono inventati da noi i mille fallimenti al mese , che hanno messo a terra tutto il commercio italiano . Non sono promossi da noi i settantaquattromila protesti cambiari , pure mensili , che portano la cifra annuale di queste sinistre attività dei notai e degli uscieri a un milione all ' anno . E le continue rovinose riduzioni dei capitali delle industrie ? E i prestiti a condizioni strozzinesche presso i banchieri di Wall Street ? E la paralisi quasi completa della compra vendita dei manufatti , per la indigenza della grande maggioranza degli italiani ? Le pubblicazioni dell ' attuale Ufficio di statistica , messo sotto le dirette dipendenze del Truce , sono un falso permanente . Ciononostante siccome vi sarebbe la possibile smentita delle statistiche straniere , si è costretti a dire la verità sul movimento delle esportazioni e delle importazioni . E la verità si riassume nella cifra seguente : tre miliardi di deficit da gennaio all ' aprile . Andando di questo passo , alla fine dell ' anno saremo a dieci miliardi . Nel quasi completo inaridimento dell ' industria dei forestieri , delle rimesse degli emigrati e degli introiti per noli , come si fa fronte a questo deficit ? " Con l ' acquisto delle divise pregiate " dicono incoscientemente i giornali del regime ; cioè , vale a dire , con lo spendere gli ultimi quattrini che si hanno negli istituti di credito . Il che significa avviarsi alla bancarotta . Infatti le ultime notizie recano che nel mese di aprile vi è stata una riduzione nella riserva aurea della Banca d ' Italia di 435 milioni . Dal gennaio 1928 all ' aprile 1929 tale riserva è discesa da 12 a 10 miliardi . Non occorrono illustrazioni o commenti . Queste semplici cifre valgono per cento discorsi imbroglioneschi dell ' adiposo Mosconi , il quale , del resto da qualche tempo ha perso la parola , occupato com ' è a trovare la possibilità di pagare la cedola semestrale del debito pubblico in scadenza alla fine del corrente giugno . E poi venga il Truce a dirci che dobbiamo smetterla con la letteratura catastrofica sulle cose d ' Italia .