StampaPeriodica ,
Le
strade
di
Roma
alla
prima
minaccia
avevano
cominciato
a
spopolarsi
:
poi
in
pochi
giorni
la
paura
s
'
era
fatta
generale
e
la
città
rapidamente
s
'
andava
vuotando
.
Invasi
da
quello
spavento
,
i
cittadini
d
'
ora
in
ora
avevan
preso
d
'
assalto
le
stazioni
ferroviarie
,
e
impadroniti
violentemente
dei
treni
erano
fuggiti
lontano
.
I
più
ricchi
avevan
rimpinzato
d
'
olio
e
benzina
le
loro
automobili
e
per
tutte
le
tredici
porte
dell
'
Urbe
se
n
'
erano
volati
via
tra
la
polvere
verso
i
punti
cardinali
più
remoti
.
Così
per
dieci
giorni
.
Poi
d
'
un
tratto
si
videro
le
stazioni
deserte
,
e
le
strade
intorno
a
Roma
non
impolverarono
che
i
carretti
i
quali
non
hanno
paura
di
niente
.
Oramai
non
c
'
era
più
nessuno
entro
la
città
.
A
custodirla
erano
rimasti
pochi
eroi
e
poche
eroine
.
Gli
eroi
verso
mezzogiorno
giravano
con
padronanza
le
vie
,
senza
giacca
,
lasciando
che
il
sole
frustasse
a
sangue
le
loro
camicie
di
seta
e
si
specchiasse
vanitosamente
nelle
fibbie
delle
loro
cinture
.
Incontrandosi
si
guardavano
da
un
marciapiede
all
'
altro
,
anche
senza
conoscersi
,
con
un
sorriso
d
'
orgoglio
.
Sapevano
che
il
loro
dominio
dal
Laterano
a
Monte
Mario
e
da
Valle
Giulia
a
San
Paolo
sarebbe
durato
indisturbato
e
indiscusso
almeno
due
mesi
.
Ma
le
eroine
non
uscivano
sotto
il
sole
.
Aspettavano
nelle
case
ciascuna
il
suo
eroe
per
asciugargli
il
sudore
e
stirare
le
sue
camicie
di
seta
.
Uscivano
soltanto
la
notte
,
e
dietro
le
spalle
del
compagno
amoreggiavano
a
sguardi
,
per
tenersi
in
esercizio
,
con
gli
occhi
dei
gatti
errabondi
.
Io
ero
nel
numero
di
quegli
eroi
,
che
non
avevano
fuggito
la
città
all
'
assalto
dell
'
estate
:
perciò
io
seguo
le
leggi
della
natura
,
e
amo
il
caldo
del
sole
l
'
estate
e
quello
della
stufa
d
'
inverno
.
L
'
eroina
eletta
ad
asciugare
i
miei
sudori
si
chiamava
Aminta
.
Questo
una
volta
era
un
nome
di
maschio
;
ma
il
padre
della
mia
donna
non
conosceva
la
storia
letteraria
,
e
diciotto
anni
prima
,
fidandosi
all
'
orecchio
,
aveva
imposto
quel
nome
alla
sua
figliola
neonata
.
Il
prete
che
l
'
aveva
battezzato
non
osò
avvertire
il
padre
dell
'
errore
innocente
.
Aminta
,
ai
primi
calori
di
quell
'
estate
,
sùbito
s
'
era
arresa
alle
eccellenti
ragioni
che
le
avevo
esposte
per
convincerla
che
dovevamo
rimanercene
a
Roma
invece
di
andare
ai
monti
od
al
mare
.
Così
trascorsero
dolcemente
i
primi
otto
giorni
della
canicola
.
Non
avevo
mai
sorpreso
sulla
bianca
fronte
di
Aminta
il
menomo
segno
di
pentimento
,
di
rimpianto
,
di
dispetto
,
o
di
desiderio
.
Perciò
fui
molto
maravigliato
,
al
mezzodì
del
nono
giorno
,
quando
,
rincasando
io
dalla
ronda
sui
lastrici
infocati
,
Aminta
,
dopo
una
festosa
accoglienza
,
mezzo
seduta
accanto
a
me
nel
profondo
divano
dello
studio
,
con
una
mano
sulla
mia
spalla
disse
tutt
'
a
un
tratto
:
«
Caro
,
dovresti
farmi
un
piccolo
regalo
,
dovresti
farmi
fare
un
bel
costumino
da
bagno
»
.
Mi
sentii
aggrottarsi
le
ciglia
.
Il
mio
calunnioso
animo
maschile
si
intorbidò
di
sospetto
.
La
guardai
scuro
:
«
Perché
,
Aminta
?
Che
ti
piglia
?
Non
stiamo
divinamente
bene
a
Roma
?
Non
ti
verrà
l
'
idea
che
ce
ne
andiamo
?
che
andiamo
ai
bagni
?
Oh
ti
avevo
tanto
bene
spiegato
che
...
»
.
«
No
,
no
»
,
m
'
interruppe
sorridendo
con
gli
occhi
,
la
fronte
,
la
bocca
e
tutta
la
persona
«
nemmeno
per
idea
.
Stiamo
tanto
bene
a
Roma
,
sì
.
Chi
si
sogna
di
andarsene
?
Vorrei
un
bel
costumino
da
bagno
,
così
per
avere
un
bel
costumino
da
bagno
.
»
«
E
poi
che
lo
avrai
?
»
«
Me
lo
metterò
.
»
«
Quando
?
»
«
Ogni
tanto
.
Un
po
'
tutti
i
giorni
.
»
«
E
poi
?
»
«
E
poi
dopo
un
po
'
me
lo
leverò
.
»
«
È
tutto
?
»
«
È
tutto
.
Te
lo
giuro
.
»
Era
tanto
limpida
che
il
sospetto
s
'
era
dileguato
dal
mio
animo
.
Tacqui
ancora
un
minuto
per
dare
maggiore
importanza
alle
parole
che
stavo
per
pronunciare
;
poi
decretai
:
«
E
allora
sta
bene
.
Sì
cara
.
Fatti
un
bel
costumino
da
bagno
»
.
Batté
le
mani
e
fece
un
gran
salto
per
allegrezza
,
baciò
teneramente
tutto
il
sudore
della
mia
faccia
per
gratitudine
.
I
giorni
appresso
ella
era
molto
occupata
.
Non
fui
ammesso
a
conoscere
i
segreti
delle
sue
ricerche
,
studi
,
tentativi
,
dubbi
e
risoluzioni
riguardo
la
costruzione
del
costume
da
bagno
.
Uscì
qualche
volta
da
sola
,
di
giorno
,
e
lunghe
ore
rimase
chiusa
nella
sua
camera
con
una
sarta
.
Non
permise
che
mai
ne
sapessi
nulla
:
volle
prepararmi
la
sorpresa
davanti
al
capolavoro
inaspettato
.
Il
suo
volto
,
a
tutte
le
ore
del
giorno
e
della
notte
,
era
pieno
di
felicità
.
Dono
qualche
giorno
,
preso
dai
miei
pensieri
virili
avevo
quasi
dimenticato
,
quel
giuoco
della
donna
.
Ma
la
mattina
del
mercoledì
,
quando
mi
fui
levato
la
giacca
per
uscire
,
Aminta
salutandomi
mi
disse
:
«
Tra
un
'
ora
,
quando
torni
,
è
pronto
»
.
«
Che
cosa
?
»
«
Oh
il
costume
da
bagno
.
»
«
Davvero
?
»
«
Sì
,
fa
'
presto
a
tornare
,
vedrai
è
venuto
una
meraviglia
.
»
Rincasando
,
dopo
meno
d
'
un
'
ora
,
un
'
ombra
di
sospetto
ancora
cercava
insinuarsi
in
me
:
«
Davvero
questa
storiella
del
costume
non
preluderà
a
una
campagna
per
farsi
condurre
al
mare
?
È
possibile
che
nella
testa
di
Aminta
alberghi
un
pensiero
con
doppio
fondo
?
che
lei
ordisca
un
gioco
tanto
complicato
?
»
Non
ero
del
tutto
sicuro
quando
apersi
la
porta
di
casa
.
Entrando
nello
studio
,
la
voce
sua
di
là
dall
'
uscio
della
camera
mi
gridò
:
«
Non
entrare
qua
.
Sono
pronta
.
Mettiti
a
sedere
sul
divano
»
.
«
Ecco
,
non
entro
.
Ecco
,
sono
seduto
sul
divano
.
»
Fissavo
l
'
uscio
della
camera
.
L
'
uscio
della
camera
si
aperse
,
nello
studio
entrò
una
gran
luce
,
in
mezzo
alla
luce
era
Aminta
.
Aminta
vestita
del
suo
costume
da
bagno
.
Il
cuore
mi
impallidì
.
Aminta
si
avanzò
.
Quella
luce
veniva
da
lei
.
Era
tutta
la
luce
dei
cieli
,
e
si
avanzava
con
lei
.
Io
non
mi
mossi
,
tremavo
in
una
estasi
.
Aminta
si
fermò
in
mezzo
alla
stanza
.
Era
davvero
meravigliosa
.
Giù
dalla
gola
la
seta
colore
di
rosa
pallida
si
tendeva
a
modellare
il
seno
e
la
curva
del
torso
:
si
stringeva
intorno
ai
fianchi
in
una
cintura
di
minutissime
pieghe
,
sbocciava
in
un
gonnellino
breve
,
che
non
osava
più
toccare
la
carne
,
e
all
'
orlo
increspato
tremava
di
suggezione
.
Sul
roseo
di
quel
gonnellino
un
gran
fregio
girava
,
di
triangoli
acuti
colore
dello
smeraldo
.
Aminta
era
in
piedi
in
mezzo
alla
stanza
:
il
rosa
,
nella
luce
che
pioveva
giù
dagli
occhi
di
Aminta
,
cangiava
di
minuto
in
minuto
in
mille
riflessi
di
madreperla
:
il
verde
del
fregio
pareva
un
volto
di
cetonie
dorate
traverso
un
tramonto
.
Il
candore
delle
braccia
e
delle
gambe
in
mezzo
a
quell
'
effluvio
di
colori
teneri
impallidiva
.
I
piedi
scomparivano
in
due
scarpette
di
raso
verde
.
Ora
Aminta
rideva
di
allegrezza
con
tutte
le
carni
morbide
,
con
tutto
il
costume
verde
e
rosato
:
rideva
e
si
scrollava
come
una
pianta
nel
giardino
;
e
la
stanza
era
piena
di
profumo
di
paradiso
.
Io
non
avevo
il
coraggio
di
muovermi
.
Aminta
era
felice
d
'
essere
viva
.
Con
un
riso
di
campanelli
d
'
argento
,
che
uscì
dalla
finestra
e
andò
a
correre
via
per
il
cielo
,
Aminta
si
buttò
a
sedere
sul
tappeto
in
mezzo
alla
stanza
,
con
le
braccia
indietro
e
le
gambe
bianche
ripiegate
,
il
torso
riverso
e
teso
come
offrendosi
a
Dio
.
Riabbassò
lo
sguardo
su
me
,
che
non
mi
ero
più
mosso
e
mi
tenevo
con
le
mani
il
cuore
:
allo
spettacolo
della
mia
commozione
s
'
intenerì
di
gratitudine
.
Me
le
accostai
con
tremore
.
Sedei
sul
tappeto
quasi
al
suo
fianco
,
e
piano
le
presi
una
mano
.
La
accarezzai
tutta
con
uno
sguardo
,
poi
timidamente
toccai
con
la
fronte
il
rosa
pallido
della
sua
seta
.
Aminta
aveva
gli
occhi
pieni
di
sorrisi
,
ora
quasi
lacrimava
per
la
tenerezza
.
Cercava
con
gli
occhi
qualche
cosa
da
dirmi
.
E
la
voce
le
tremava
dicendo
:
«
Vedi
che
è
bello
,
senza
bisogno
di
andare
al
mare
?
»
Sentii
tutta
la
sua
anima
ingenua
appoggiarsi
a
me
.
Fui
pieno
d
'
amore
.
Anch
'
io
ora
cercavo
qualche
cosa
di
semplice
da
dirle
.
Con
una
guancia
adagiata
sul
suo
braccio
fresco
,
bisbigliai
:
«
La
modestia
dei
tuoi
desideri
merita
un
premio
»
.
Allora
lei
si
sciolse
e
di
nuovo
rise
allegramente
.
Ma
poiché
non
la
seguivo
in
quel
riso
,
lo
interruppe
e
mi
guardò
come
aspettando
.
Qualche
cosa
fremé
nell
'
aria
e
venne
a
toccarmi
.
Vidi
anche
lei
sentire
qualche
cosa
nell
'
aria
.
E
sùbito
rabbrividì
nelle
spalle
,
e
diceva
:
«
Che
cos
'
é
?
Com
'
è
bello
!
»
Tutta
l
'
aria
della
stanza
fu
corsa
da
una
specie
d
'
alito
leggero
,
che
sùbito
scomparve
.
Poi
per
tutto
intorno
vidi
un
tremolìo
di
luce
;
anch
'
esso
passò
davanti
ai
miei
occhi
,
poi
davanti
agli
occhi
di
Aminta
,
e
fuggì
via
.
«
Come
si
sta
bene
!
»
mormorava
Aminta
.
Era
seduta
presso
l
'
orlo
del
tappeto
,
e
io
un
poco
più
dietro
,
quasi
alle
sue
spalle
.
Un
murmure
dolce
e
strano
arrivò
fino
a
noi
,
si
spense
ai
piedi
di
lei
.
Vidi
che
ella
tendeva
l
'
orecchio
.
Il
suolo
mormorò
ancora
,
mentre
tutte
le
cose
della
stanza
sfumavano
ai
nostri
occhi
in
una
nebbia
chiara
,
corsa
d
'
ombre
azzurre
e
di
luci
d
'
argento
.
Frattanto
i
mormorii
del
suolo
s
'
erano
fatti
regolari
e
frequenti
,
venivano
di
lontano
,
frusciavano
appressando
,
morivano
tutti
ai
suoi
piedi
.
Poi
divennero
più
lunghi
:
uno
,
così
accostandosi
,
parve
stendersi
;
e
tutt
'
a
un
tratto
lei
dette
un
grido
acuto
e
ritirò
il
piede
di
scatto
:
«
Guarda
,
guarda
»
,
gridò
.
Guardai
.
La
scarpetta
verde
era
bagnata
,
e
il
piede
anche
,
fino
alla
caviglia
.
«
E
ancora
,
ancora
...
»
Il
fiotto
cresceva
:
ora
continuo
il
rumore
delle
piccole
onde
arrivava
a
battere
il
margine
del
tappeto
,
e
tutte
si
spingevano
contro
i
suoi
piedi
,
lungo
le
sue
gambe
.
Ella
senza
paura
si
piegò
in
avanti
,
tuffò
le
mani
in
quei
flutti
,
le
rialzò
stillanti
acqua
:
«
Il
mare
,
il
mare
»
.
La
nebbia
argentea
e
azzurra
tutt
'
intorno
s
'
era
riempita
di
luce
:
il
tappeto
ardeva
come
le
sabbie
:
Aminta
si
buttò
stesa
col
seno
giù
fuori
del
margine
,
si
rialzò
,
la
seta
bagnata
si
modellava
sul
suo
petto
,
vi
sollevava
le
piccole
punte
.
Io
estatico
guardavo
lei
,
ascoltavo
il
mare
che
era
venuto
a
trovarci
.
Improvviso
un
'
onda
più
lunga
mi
raggiunse
,
sentii
salirmi
l
'
acqua
su
per
i
polpacci
.
Saltai
in
piedi
spaventato
:
«
Aminta
,
è
meglio
che
vada
anch
'
io
a
mettermi
un
costume
»
.
«
Sì
»
,
grida
lei
«
ce
n
'
è
uno
nel
tuo
cassettone
,
in
basso
;
ma
fa
'
presto
.
»
Ed
eravamo
tutti
e
due
molto
felici
.