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DE ITALICA DALMATIA ( IGALO , 1929 )
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Tutti sanno che la Dalmazia è quella regione costiera della penisola Balcanica che scende dal sud - est di Fiume fino a poco più in giù delle Bocche di Cattaro , ma pochi sono quelli perfettamente convinti che quella terra è italianissima almeno quanto le altre regioni , che costituiscon presentemente il nostro Stato . La storia , l ' arte e il residuo martoriato di un popolo valoroso ma sottomesso da più di un secolo all ' avvizzimento delle sue più sacre aspirazioni ci dicono chiaramente che la Dalmazia è terra anch ' essa di passione di una nobile moltitudine di connazionali , che attende trepidante da più di un secolo la diana della nostra redenzione . Gli italiani che vivono una vita di sacrificio e di oscuro eroismo sull ' altra riva del nostro Adriatico , soffrono ancora gli insulti e le prepotenze degli stranieri burberi e insensibili , sono disprezzati e malmenati come una odiosa schiera di malati contagiosi e costretti a reprimere in singulti di dolorosa commozione il nome sacro della patria . Chi ha voglia di sincerarsi di questo esoso dato di fatto , legga i ricordi di Giulio Menini , comandante del nostro incrociatore « Puglia » , che per un anno stette ancorato nel porto di Spalato , nell ' immediato dopo guerra , a difesa degli italiani colà residenti , osservando però che quelle duecento e tante pagine di commovente narrazione , valgono per un anno solo e per una sola città , in un ' epoca in cui il prestigio dell ' Italia pareva essere all ' acme della situazione e il popolo avversario ancora sotto l ' incubo della immane sconfitta . Immaginatevi ora ciò che ne potrebbe venir fuori se si fosse in grado di raccogliere tutto quello che soffrirono i dalmatini in tanti anni di oppressione e in tutte le città dalmate . Il ricordo più commovente e più significante della preziosa opera del Menini , è quello dell ' assassinio del comandante Gulli e del motorista Rossi , figure eroiche di soldati sacrificati per la causa dalmatica . Quei pochi che sono al corrente di questi fatti si danno da fare alacremente per divulgare in mezzo al popolo italiano questa santa idea e fondano le associazioni Pro Dalmazia per raccogliere nel suo seno tutta la balda gioventù studiosa e non studiosa , allo scopo di mantenere sempre viva e accesa la fiaccola della fede e per assicurare i fratelli gementi dell ' altra sponda , esprimendo loro la solidarietà nel patimento , l ' aiuto e persino il sacrifizio della vita , se la necessità lo richiedesse , per il loro riscatto . E non è molto , in verità , se si pensa che essi solo per dirsi nostri fratelli sono esposti da oltre un secolo e in ogni momento al disprezzo e alle insolenze più inaudite , quando non sono addirittura malmenati e bastonati . E l ' unico loro conforto è quello di sapersi italiani ! E se per caso qualche patriota capita fra loro , quali feste , quali cure gli prodigano ! È cosa da non aversi idea . E vedere le lacrime amare che versano per la Patria perduta eppure tanto vicina è commovente davvero . E dire che noi appena appena ci ricordiamo di loro ! Questa è la macchia che deve scomparire fra noi ed è perciò necessario renderci pienamente coscienti e consapevoli di tutto quello che soffrono i nostri fratelli non solo , ma anche di mantenerci sempre pronti per difenderli , nel caso disgraziatamente non raro , con proteste e minacce all ' oppressore che deve intendere una buona volta che l ' italianità di quelle terre è finita per essere lettera morta e incompresa in Patria . La Dalmazia conserva la stessa toponomastica delle incantevoli terre d ' Italia e nel diretto confronto colla sua riva opposta nell ' Adriatico ha la prevalenza per il fatto che mentre la costa italiana si prolunga generalmente bassa , uniforme e pressoché importuosa , quella dalmatica invece è infinitamente più ricca di frastagliamenti che la rendono pittoresca e ammirata come e forse più delle coste settentrionali della Scandinavia . La Dalmazia è cinta in tutta la sua lunghezza da una collana di bellissime , numerose , lussureggianti isole , sicché svariato e magnifico è il colpo d ' occhio che dal monte aspro e scosceso scendente improvvisamente a picco del mare profondo , si porta alla collina ricca di vegetazione che degradando dolcemente s ' adagia dirimpetto nello stesso mare ; dall ' impetuoso ruscello che dopo diverse centinaia di metri s ' ingolfa gorgogliosamente in uno stretto canale , alla rumorosa cascata d ' acqua che uscendo da un antro nero del monte si getta nel laghetto sottostante ; e tutto questo completato da una cornice di vegetazione rigogliosa e abbondante e sotto un cielo non meno sereno , azzurro e scintillante del nostro . Ebbene questa nostra bella regione può essere visitata da tutti i popoli del mondo tranquillamente , fuorché da noi italiani . E il motivo è giustificato . Infatti gli jugoslavi temono maledettamente gli italiani e perciò vogliono che in Italia si continui a dimenticare che la Dalmazia è stata ed è tuttora terra prettamente italiana , unicamente per il timore che noi , freschi e ben coscienti degli eventi , un giorno possiamo giustamente pigliar possesso di un bene toltoci da loro con inganno e cacciarli nelle loro dimore che sono i monti e le steppe , abbastanza capaci di contenerli comodamente . Essi sanno che l ' Italia non ha terra sufficiente per permettersi più a lungo il lusso di dar loro dimora gratis nella sua casa e appunto perciò si dimenano e urlano come se fossero sui carboni accesi . Lo sanno bene perché , più fortunati di noi , la storia di quella regione l ' hanno sott ' occhio in ogni momento , guardando le mura , le chiese , le case e persino le fortezze con le quali ci minacciano . È noto che ci sono stati tanti e purtroppo ce ne sono ancora che hanno detto la Dalmazia non essere terra italiana . Ebbene costoro o sono delle persone ignorantissime educate attraverso le bambinesche corbellerie della scuola jugoslava , falsa e bugiarda più di quegli dei di dantesca memoria , o evidentemente sono dei politicanti francofili . Per entrambe queste categorie è superfluo ogni commento . Però a illustrare la volpesca sagacia della politica francese basta rammentare la metamorfosi completa nelle loro vedute da Napoleone , che il 19 febbraio 1806 faceva lanciare un proclama dal generale Dumas ai cittadini di Zara e che incominciava precisamente così : Dalmati ! L ' Imperatore Napoleone , Re d ' Italia , vostro Re , vi rende alla vostra patria . Egli vi ha fissato i vostri destini : il trattato di Presburgo garantisce la riunione della Dalmazia al Regno d ' Italia ; ai ministri francesi del 1920 che negavano ogni diritto di italianità in quella terra . Una spregiudicatezza così enorme per i francesi transeat , ma per quel famoso Salvemini ... non me la so capire . Vero è che i francesi si burlarono di lui e della sua ignoranza facendolo complice dei loro misfatti a nostro danno . Ed è per obbligo di riconoscenza che se lo tengono ospite in Francia ! Se Salvemini invece di occuparsi troppo della Francia e della sua Rivoluzione si fosse occupato della Dalmazia avrebbe saputo che il popolo dalmatino ebbe origine comune coi popoli italiani delle coste adriatiche e con questi ebbe vita comune durante e dopo l ' imperio romano nel mondo allora noto . Avrebbe saputo anche che il re barbaro Atalarico , riconoscendo lealmente la romanità della regione , emanò un editto scritto per mano di Cassiodoro e che cominciava : Universis Romanis per Italiam et Dalmatiam constitutis ; avrebbe saputo che i dalmati solevano esclamare : Ab ira Almissanorum libera nos , Domine ! , quando erano minacciati dalla feroce cupidigia dei barbari croati che avevano come loro sede Almissa , cittadina posta sul fiume Tizio ( Cetina ) ; avrebbe saputo che S . Girolamo , che negli scatti d ' ira esclamava : Parce mihi , quia Dalmata sum , Domine ! , e S . Marino , che fondò la nostra millenaria repubblica , erano non solo dalmati , ma anche più italiani di lui ; e infine avrebbe saputo della preghiera che il romano popolo di Salona scolpì sull ' architrave del tempio distrutto con la città dall ' orda barbara croata e ora rinvenuto negli scavi : Deus noster , propitius esto Reipublicae Romanorum ! . Quelli che pregavano così erano dalmatini che sentivano , come ancora ora , pieno e cosciente il sentimento della propria Patria . Le biblioteche dalmate contengono un ' infinità di documenti scritti esclusivamente in latino o in dialetto veneziano o in italiano , che testimoniano alla luce del sole l ' italianità della Dalmazia . Salvemini prima di vomitare tanti turpi sacrilegi contro di essa avrebbe dovuto consumare prima la sua vita a consultare tutti gli archivi delle biblioteche dalmate ! Le opere d ' arte della Dalmazia sono meravigliosi frutti di artisti autoctoni dalmati . Artisti di anima e di ingegno italiani . E l ' arte in Dalmazia ebbe il suo largo sviluppo quando questa nostra regione a modello delle regioni sorelle d ' Italia , si governò a comune libero e indipendente in ogni sua città . Gli architetti più insigni furono : Radovano , Buvina , Giorgio Orsini detto da Sebenico , Luciano Laurana , Giovanni da Traù detto il Dalmata , Andrea Alessi ed altri . Questi stessi per lo più , come suole , furono anche scultori , però quello che s ' elevò al disopra di tutti fu Francesco da Laurana , fratello di Luciano . Qualche toscano adornò colle sue opere la Dalmazia , e fra questi celebri sono : Niccolò Fiorentino e Michelozzo , e inoltre Onofrio di Giordano della Cava che però era del napoletano . Fra i pittori ricorderemo il Meldola , lo Squarcina , Francesco Salghetti Drioli ed altri . Chi volesse farsi una cultura completa dell ' opera d ' arte dalmatica non ha che da leggere la meravigliosa opera di Alessandro Dudan , ferventissimo patriota dalmata di vecchia data . Ma come se tutto questo non bastasse , la redenzione della Dalmazia ce la chiede anche il senso della nostra sicurezza nazionale . Poiché se vogliamo davvero che l ' Adriatico sia il mare nostrum per eccellenza , dobbiamo costantemente pensare a far nostra quella costa frastagliata e insidiosa costa al grado estremo per la nostra marina in caso di guerra . Le migliaia di isole , di canali , di porti e di nascondigli di ogni genere che sembrano fatti apposta dalla Natura per darci noia continuamente e nello stesso tempo per farci pensare sempre ad essa , rendono sicuro quel popolo , venutoci dall ' interno e che non ha avuto mai un mare , il quale suole ripetere che non ha bisogno di flotta per la sua difesa perché gli bastano le isole soltanto . E se la Jugoslavia ha la possibilità di costruirsi una flotta potente , come è suo desiderio , si viene alla sorprendente per quanto comica constatazione che il regno trino è veramente lo spauracchio dell ' obbrobrioso impero Austro - Ungarico , che torna a darci noia con immensa consolazione della nostra cosidetta sorella latina , e quel ch ' è peggio dopo aver sofferto la perdita di mezzo milione di uomini per toglierci quella seccatura di triste ricordo . E nel subdolo e raccapricciante intento di toglierci la Dalmazia non solo aderirono gli alleati dell ' intesa unanimemente , ma anche i famigerati componenti del governo rosso sostenuti dall ' assordante coro delle ubbriache bestialità che Salvemini e compagni andavano scrivendo sui vari giornali e predicando nelle varie città e che erano citate dagli jugoslavi prima e dagli alleati poi come vangelo di spontanea confessione rinunziatrice dell ' intero popolo d ' Italia . E il grido dei dalmati fu allora soffocato crudelmente ! E a Parigi ci privarono anche della Dalmazia , accordataci dal trattato di Londra del 1915 ! E così gli alleati stessi vennero a dare ragione a quel Cancelliere tedesco che prima di loro disse e considerò i trattati come altrettanti fogli di carta qualunque ! Invano una schiera di invitti eroi cercò di conservare la Dalmazia , ché la serie degli avvenimenti vergognosi di quell ' epoca si accavallarono l ' un dietro l ' altro come disposti da una mano perfida e implacabile , e si dovette lasciare l ' amata terra all ' odioso nemico che scontò la sua ira bestiale , perseguitando i nostri connazionali , singhiozzanti per l ' abbandono dei loro bramati fratelli . L ' ingiuria ignominiosa alla nostra stirpe e lo scempio alla nostra dignità di grande nazione era così perpetrato ignominiosamente . E appena a stento si riuscì a salvare Fiume la olocausta , l ' indomita Zara e l ' isola di Lagosta in cambio di Lissa ! E in Jugoslavia ebbero ferma convinzione della nostra debolezza e anche oggi credono e lo ripetono con un sorriso di scherno beffardo che noi siamo gli eroi di Caporetto , ignorando o fingendo di non conoscere la solenne pedata di Vittorio Veneto ! Ecco la falsa luce dalla quale siamo visti da quel popolo fanatico e megalomane , che ha la baldanza sfacciata di parlare abitualmente contro l ' Italia , e di attizzare il fuoco dell ' odio della sua gioventù striminzita , esortandola a liberare i croati irredenti dell ' Istria e della Venezia Giulia ! E naturalmente non sanno che l ' Italia del Duce , la nuova , la vera Italia , è stata formata dalla generosa coscienza del manipolo audace di eroi della marcia di Ronchi e della marcia su Roma , che seppero temerariamente sfidare le minacce di tutti e , quel ch ' è più , infondere il senso del terrore nei codardi croati della Dalmazia ! E non sanno i meschini che il fango , che un tempo li favoriva , dei rinnegati incoscienti e dei gretti calunniatori , è stato cacciato per sempre dalla nostra terra , e che al loro posto è stata sostituita la forte e sana gioventù italica di oggi che , udendo la voce possente e autoritaria della razza antica , si è proposta di lavare col valore e colla giustizia , l ' onta impressa dai nemici ai nostri più sacrosanti diritti .