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IL PROBLEMA DELL'ADRIATICO ( MARANELLI CARLO , 1915 )
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Chi voglia esaminare , dal punto di vista italiano , il problema dell ' Adriatico , deve partire innanzitutto da una considerazione obiettiva dei fatti più generali che si svolgono al di là del mare . ... Al di là del mare oggi si combatte una lotta di vita o di morte . Da una parte , la crisi di un impero secolare , che ha mutata la sua missione nel mondo , ma non l ' ha ancora forse interamente esaurita , e che si dibatte per la propria esistenza . Dall ' altra la crisi di un popolo , che giunto al pieno sentimento della propria nazionalità , si divincola per raggiungere un assetto politico , che non gli arresti ma gli faciliti il completo dischiudersi alla vita . Fra il Quarnero ed Antivari , sulla sponda opposta orientale dell ' Adriatico , di fronte alla massa compatta di italiani della sponda occidentale , è un ' altra massa di genti , sulle quali la storia ha potuto imprimere differenze esteriori di religioni , di costumi , di alfabeti ; ma non ha potuto annientare , distruggere le stigmate della comune origine , della comune favella . Sotto la varia corteccia degli sloveni , dei serbi , dobbiamo riconoscere uno stesso popolo , il jugoslavo . Un secolo fa , quelle popolazioni , prive d ' ogni coscienza unitaria , vivevano divise fra il dominio turco e quello austriaco . L ' epopea napoleonica , questa grande suscitatrice di nazionalità , dette la prima spinta al movimento nazionale presso le popolazioni slave meridionali dell ' Austria , con la fondazione del Regno dell ’ Illiria , cui sopravvisse a lungo , ferocemente combattuto , l ' illirismo letterario e politico . Presso le popolazioni jugoslave soggette al turco , invece , il movimento iniziale , culmina soltanto con l ' autonomia conquistata dalla Serbia ( 1826 ) . Per tutto il secolo XIX , lentamente , ma tenacemente , costantemente , l ' ascensione nazionale jugoslava s ' è proseguita dai due punti d ' origine : da Nord e da Sud . Da Sud la piccola Serbia preme affinché il movimento nazionale jugoslavo sbocchi ad un assetto politico , che riunisca in uno stato indipendente le sparse membra della nazione . Da nord , l ' Austria preme affinché il movimento sbocchi ad un assetto politico , che conglobi nell ' impero anche i tronchi jugoslavi già soggetti alla Turchia , facilitando così all ' Impero anche la discesa verso l ’ Egeo . In Austria - Ungheria il movimento , sempre più vivace e rigoglioso , non poteva non differenziarsi in due correnti jugo - slave politicamente opposte . Da una parte la corrente lealista ed autonomista : essa culmina prima col sogno di mons . Strossmayer di una grande Slavia del sud sotto lo scettro degli Asburgo , che avrebbero dovuto abbracciare anche la Serbia ed il Montenegro , e poi si concreta nella più modesta dottrina trialista , che abbandoni ogni aspirazione d ' espansione oltre i confini assegnati all ' Impero dal trattato di Berlino . Da un ' altra parte la corrente irredentista che ha centro d ' attrazione la Serbia . A questa corrente irredentista che per verità , fino a poco tempo fa trovava scarsi seguaci e solo fra i serbi della Bosnia i tedeschi ed i magiari predominanti nel vecchio Impero non davano gran peso : era troppo poca cosa e da combattere sopratutto col cercare di tenere soggette economicamente e col mortificare di continuo politicamente la piccola Serbia , in modo che non potesse esercitare alcun fascino sui sudditi serbi degli Asburgo . Ma allo scoppiare della guerra balcanica del 1912 il fremito nazionale , che scuote e pervade a un tratto le popolazioni jugoslave dell ' Impero , rivela , più largo e diffuso , che non si sospettasse prima , il movimento irredentista . D ' altra parte la Serbia , uscendo vittoriosa ed ingrandita dalla lotta , batte in breccia tutta la politica austriaca dell ' ultimo trentennio : il suo fascino sui serbi d ' Austria si fa sempre più vivo . Il vecchio impero sente in tutta la sua gravità l ' incalzare del problema jugo - slavo . O spegnere d ' un colpo , bruscamente , fin dal suo primo divampare il fuoco acceso al piccolo regno entro i confini dell ' Impero ; o , come l ' incendio nella steppa , quel fuoco tutto avvolgerà , distruggerà . L ' uccisione dell ' arciduca F . Ferdinando è l ' indice più grave dei progressi compiuti dall ' irredentismo . E d ' altra parte , la forma stessa dell ' ultimatum , con cui l ' Austria chiese entro le 24 ore risposte tassative a domande inaccettabili da parte della Serbia , e la dichiarazione affrettata di guerra , seguita senz ' altro alla risposta che pure conteneva l ' accettazione delle inaccettabili richieste , danno la sicurezza che già da qualche tempo era ferma nel governo austriaco la volontà di schiacciare alla prima occasione il regno serbo e soffocare così la prima fonte dell ' irredentismo jugo - slavo . L ' Austria potrà perfino annientare il Regno di Re Pietro ; ma accoglierà allora nel suo seno un nuovo fortissimo nucleo di serbi indomiti , adusi all ' indipendenza , che fatalmente contribuiranno a rafforzare , ingigantire il sentimento nazionale di tutte le stirpi jugoslave . È questa una vera fatalità storica , che né abilità di statistica , né crudeltà poliziesche , né strapotenza di vittorie può arrestare . IL PROBLEMA NAZIONALE . ITALIANO . Ciò posto , in che cosa consiste il problema dell ' Adriatico dal punto di vista italiano ? Esso presenta tre aspetti : il nazionale , il militare e l ' economico , intimamente connessi l ' uno all ' altro , e tutti e tre di grandissimo valore . Abbiamo parlato finora come se sulla sponda orientale dell ' Adriatico non si svolgesse che una sola lotta nazionale : quella degli slavi . Ma accanto agli slavi , lungo quella sponda , più o meno compatti , vivono in lotta per la propria conservazione anche circa 450 mila italiani . La soluzione del problema nazionale adriatico non presenta il carattere relativamente semplice e facile che presenta quella del Trentino , dove la popolazione italiana costituisce una massa compatta e serrata , tenuta assieme dalla stessa conformazione del territorio . Sulla sponda nord - est dell ' Adriatico ci troviamo , invece , in presenza d ' uno di quei rendez - vous di genti , la cui lotta per lo spazio fra le diverse nazionalità si fa palmo a palmo , in cui la commistione delle genti che vi si trovano di fronte raggiunge il massimo grado , in cui non esiste in altri termini un netto confine etnografico , ma una larga zona di confine etnicamente eterogenea e contestata . In tali condizioni annettere politicamente tutta questa zona all ' una o all ' altra delle nazioni in lotta , non si può senza sacrificare più o meno largamente l ' una o l ' altra nazionalità . E , d ' altra parte , poiché non è possibile che il confine politico sia tracciato esclusivamente col criterio etnografico l ' unica via d ' uscita parrebbe quella di trovare un confine che annettesse ai due stati confinanti quegli spazi , in cui la rispettiva nazionalità ha incontrastato predominio . Ora a chi osserva come siano distribuiti gl ' Italiani oltre l ' attuale nostro confine orientale , appare subito evidente , come la loro compattezza vada gradatamente scemando , man mano che si procede da occidente verso oriente e da nord verso sud . Nel Friuli orientale , o Goriziano , su 250 mila abitanti , 93 mila sono italiani e 151 sloveni ; ma qui è ancora relativamente facile separare i due elementi , in quanto gli italiani occupano la pianura e gli sloveni il monte , e la lotta non esiste che al centro principale Gorizia e nel distretto di Cormons che comprende il territorio di Collio , misto di italiani e di sloveni . Segue Trieste col suo distretto , che forma il nucleo più forte e più compatto , il centro di irradiazione dell ' italianità d ' oltre confine ; in cui , per quanto sia accanita la lotta fra slavi ed italiani , questi rappresentano la grandissima maggioranza della popolazione : 141 mila sopra un totale di 188 mila abitanti . In Istria , intesa nella sua attuale costituzione amministrativa , 147 mila italiani si oppongono a 250 mila slavi ; ma in effetti nel versante orientale dell ' Istria che gravita verso il Quarnaro , la proporzione degli italiani diventa minima . Nei distretti di Castelnuovo e di Volosca con le annesse isole appena 13000 italiani stanno di contro ad 80 mila slavi . Ancora più in là , a sudest non troviamo più che scarsi e dispersi nuclei di italianità in mezzo all ' oceano slavo : i 24 mila italiani dell ' autonoma Fiume , in mezzo a 2.600.000 abitanti della Croazia - Slavonia ; i 18.000 secondo le statistiche ufficiali o mettiamo pure al massimo 50.00 italiani frazionati e dispersi nelle piccole cittadine costiere della Dalmazia , occupata dalla massa compatta di oltre 600.000 serbo - croati . È evidente che voler risolvere il problema nostro nazionale , annettendo all ’ Italia tutte o gran parte di queste genti , sarebbe contrario a quello stesso diritto di nazionalità , in nome del quale invochiamo la liberazione degli italiani irredenti . Non altrettanto si potrebbe dire se l ' annessione si limitasse a quella parte del territorio dove l ' italianità , pur frammista agli slavi , s ' è conservata relativamente compatta . Cioè : tutta la parte che resta al di qua del confine storico dell ' Istria ( Timavo , Agro triestino , Catena della Vena , Monte Maggiore , Punta Fianona , la Pax tecum dei romani ) . Con la prima soluzione , per salvare 450 mila italiani , dovremmo inghiottire entro i nostri confini oltre 1.000.000 di slavi al minimo ; con la seconda dovremmo rinunciare alle poche migliaia d ' italiani di Fiume e della Dalmazia , ma congloberemmo nel Regno soltanto 385 mila slavi al massimo . So bene che simile soluzione non può soddisfare la nuovissima scuola che vuole rispettato il principio della nazionalità , ma soltanto per la propria ; che vuole l ' espansione economi : a e politica , ma soltanto per sé . Per simili aberrazioni , che possono suscitare il fascino d ' un momento , il fascino della forza e del successo brutale , ma che preparano a non lunga scadenza difficoltà , e delusioni e dolori , non sarebbe possibile muovere alla guerra la grande maggioranza del popolo nostro , come non furono spinti da esse a lottare ed a soffrire gli uomini del nostro Risorgimento . E gli stessi propagandisti della conquista dalmata lo sentono così bene , che sono obbligati a deformare i fatti per dare alle loro idee un ' apparenza di diritto nazionale . IL PROBLEMA MILITARE . Veniamo ora all ' aspetto militare del problema . Il confine orientale dell ' Italia , con la zona aperta friulana al di qua dell ' Isonzo , è come un portone di casa completamente spalancato : esso è , insieme alla sua mancata annessione del Trentino , lo scotto di Custoza e di Lissa . Il confine orientale rappresenta il punto debole del nostro paese : questo si deve essenzialmente al fatto che l ' Austria possiede , oltre al Trentino , anche la costa occidentale dell ' Istria . Il Trentino , questo cuneo austriaco nel nostro territorio , questo saliente , come dicono i militari , rende ardua e difficile la difesa del confine orientale , soprattutto perché per gli eserciti da noi ammassati alla difesa del Friuli rappresenta la gravissima minaccia di esser presi alle spalle . Ora a questo saliente terrestre fa pendant in mare l ' altro saliente austriaco dell ' Istria con Pola , che impedisce , o quanto meno ostacola gravemente la difesa da mare del confine orientale . Se immaginiamo , invece , tolti all ' Austria quei due salienti minacciosi , la difesa del nostro paese non potrebbe davvero dirsi più in serio pericolo . Insomma le stesse necessità militari che , oltre al resto , giustificano le aspirazioni all ' annessione del Trentino , giustificano anche l ' altra aspirazione di togliere di mano all ' Austria il pericoloso saliente di Pola . Per la qual cosa sarebbe necessario e sufficiente che il confine nostro si spingesse press ' a poco al confine storico dell ' Istria . IL PROBLEMA ECONOMICO . Dal punto di vista economico , il problema italiano dell ' Adriatico si può sintetizzare in poche parole . È nostro vitale interesse che l ' Adriatico intensifichi quanto più è possibile i suoi traffici . L ' Italia soffre di una paralisi nel suo fianco orientale . Ad occidente i suoi maggiori centri , ad occidente i suoi maggiori porti , i suoi maggiori traffici ; ad oriente la vita pulsa più fiacca , più stentata . È un male antico , un male che ha profonde radici nei secoli . Con l ' apertura del canale di Suez , una nuova corrente è tornata a circolare vivificando questo esangue organismo , e le nostre regioni adriatiche han cominciato a risorgere , come ne fan fede i progressi marinari di Venezia , Ancona , Bari , Brindisi , il rinnovamento agricolo delle provincie adriatiche , l ' iniziata industrializzazione del Veneto e del Barese . Siamo però appena all ' inizio di questo rinnovamento . E la speranza che esso continui e si intensifichi dobbiamo riporla specialmente nel continuo incremento dei traffici dell ' Adriatico . ... Ora è nostro interesse economico promuovere quelle soluzioni politiche del problema adriatico , che meglio possano contribuire ad allargare la sfera di influenza di questo mare . Ciò posto , l ' affacciarsi della Serbia direttamente su questo mare , non può essere salutato da noi che con gioia , anche dal punto di vista commerciale . Una grande Serbia , che abbracciasse l ' antico regno e gli acquisti delle ultime guerre balcaniche , e la Bosnia Erzegovina e la Dalmazia , coopererebbero grandemente ad allargare 1' interland adriatico . Ostacolata verso sud , per la via dell ' Egeo , dal possesso greco di Salonicco , ostacolata verso oriente , per la via del Danubio , dalla Ungheria ; la Serbia sarebbe costretta dal proprio interesse a gravitare sull ' Adriatico . Oggi invece la Bosnia è attratta dall ' Ungheria verso il Danubio ; e tutta l ' attuale Serbia è costretta a gravitare interamente sull ' Egeo e sul Danubio , perché l ' Austria le chiude quel varco all ' Adriatico , che le fu sempre aperto fino a cinquant ' anni or sono attraverso Ragusa . Viceversa , qualunque soluzione , che togliesse all ' impero austro - ungarico dato che questo non sia distrutto ogni sbocco sull ' Adriatico , cioè proprio la soluzione che alcuni vagheggiano di una occupazione italiana estesa anche alla Dalmazia , dal punto di vista dei traffici dell ' Adriatico , non potrebbe essere che dannosa . È evidente che una barriera politica fra le coste italiane e l ' impero austro - ungarico , costituirebbe un notevole ostacolo a che i paesi interni preferissero l ' Adriatico alle altre vie commerciali . L ' AUTONOMIA TRIESTINO - ISTRIANA . A questa ultima soluzione del problema ( conquista italiana del1' Istria storica e costituzione di tutta la Jugoslavia in una grande Serbia indipendente ) noi dovremmo dunque aspirare con tutte le nostre forze .