StampaPeriodica ,
Montecitorio
non
è
un
'
altura
naturale
,
come
il
Palatino
,
come
il
Campidoglio
,
come
i
sette
e
più
colli
di
cui
imparammo
i
nomi
a
scuola
e
che
non
sapremmo
ricordare
in
fila
,
come
quel
signore
d
'
una
nota
commedia
francese
non
sapeva
,
sebbene
fosse
uno
dei
pilastri
del
Ministero
della
pubblica
istruzione
,
ricordare
tutt
'
e
nove
i
nomi
delle
Muse
.
Montecitorio
ha
un
'
origine
che
lo
avvicina
un
po
'
a
quei
rialzi
di
terra
,
quali
se
ne
vedono
ne
'
suburbii
delle
città
e
nelle
strade
esterne
dei
piccoli
paesi
,
che
crebbero
d
'
immondizie
e
di
rottami
a
poco
a
poco
.
Il
vento
vi
adunava
la
polvere
,
la
pioggia
mutava
la
polvere
in
fango
:
poi
il
vento
vi
portava
semi
rapiti
all
'
onesta
zolla
o
all
'
albero
cresciuto
nell
'
antico
campo
e
la
pioggia
vi
nutriva
le
tenui
radici
appena
nate
;
e
il
tempo
aumentava
,
arrotondava
,
consolidava
quel
mucchio
,
dandogli
una
specie
di
ambizione
,
conferendogli
qualche
privilegio
della
fatte
disuguaglianza
;
e
i
monelli
vi
correvano
su
,
vi
si
facevano
insigni
di
statura
sopra
i
compagni
rimasti
alle
brevi
pendici
e
sopra
i
passanti
che
calcavano
la
bassa
massicciata
della
via
,
e
vi
svolgevano
rumorose
battaglie
perché
,
addormentatisi
la
sera
coi
pugni
chiusi
e
i
capelli
sugli
occhi
,
le
madri
fossero
obbligate
come
nella
storia
del
mondo
a
rattoppare
gli
strappi
dei
vestiti
e
a
rimettere
i
bottoni
.
Sul
luogo
dove
oggi
sorge
il
palladio
delle
nostre
liberali
istituzioni
si
bruciavano
anticamente
,
con
la
debita
solennità
,
i
cadaveri
delle
famiglie
imperiali
.
Il
mucchio
s
'
era
già
formato
con
rottami
di
non
so
che
vetusti
edifizi
;
ma
quando
,
in
un
modo
o
nell
'
altro
,
un
'
altezza
c
'
è
,
diventa
pregevole
.
E
vi
ardevano
quei
roghi
.
Poi
venne
l
'
età
barbara
,
l
'
età
simboleggiata
dagli
animali
e
dai
pastori
sparsi
tra
le
rovine
;
e
quando
il
fato
abbassa
la
storia
degli
uomini
innalza
il
livello
delle
loro
sedi
.
Quando
Roma
era
di
parecchi
secoli
più
giù
,
doveva
essere
di
parecchi
metri
più
su
,
e
Montecitorio
specialmente
.
Adesso
però
,
tra
la
maggiore
grandezza
d
'
Italia
e
il
solido
selciato
,
si
è
fermato
e
nessuno
pensa
che
sia
un
'
altura
,
dirò
così
,
artificiale
,
nata
non
dalle
inquietudini
della
natura
ma
dalla
poca
civiltà
degli
abitanti
.
Però
non
sono
sicuro
che
l
'
origine
sia
proprio
questa
.
L
'
archeologia
è
una
scienza
difficile
,
che
s
'
innalza
coi
rottami
delle
ipotesi
.
A
poco
a
poco
,
una
piccola
questione
si
gonfia
in
una
cospicua
letteratura
e
fa
il
suo
bravo
monte
,
dove
si
può
scavare
per
tirar
fuori
qualche
vecchia
ipotesi
e
rimetterle
una
testa
che
non
era
la
sua
e
appiccicarle
un
braccio
nuovo
,
con
un
gesto
diverso
.
E
il
monte
si
consolida
perché
gli
studiosi
ci
costruiscono
come
la
famiglia
Ludovisi
fece
costruire
sul
campo
delle
apoteosi
imperiali
,
dall
'
inevitabile
Bernini
,
nella
seconda
metà
del
secolo
decimosettimo
,
il
palazzo
che
ora
ospita
i
luminari
della
Nazione
ci
costruiscono
i
titoli
per
per
avere
le
cattedre
e
i
libri
per
farli
comprare
dalle
pudiche
biblioteche
.
Ma
l
'
archeologia
è
una
bella
scienza
,
che
a
Roma
si
respira
nell
'
aria
e
uno
può
anche
portarsela
,
senza
avvedersene
,
dentro
il
palazzo
ed
esercitarla
guardandosi
intorno
da
un
banco
un
po
'
tranquillo
.
Là
,
veramente
,
tutto
è
nuovo
:
l
'
aula
,
appena
costruita
,
la
legislatura
,
appena
inaugurata
,
la
coscienza
dei
legislatori
,
appena
sfornata
dalle
elezioni
.
L
'
aula
è
grandiosa
,
specialmente
per
chi
,
arrivato
all
'
albergo
gremito
,
ha
avuto
per
grazia
la
concessione
di
farsi
mettere
un
letto
in
uno
stanzino
da
bagno
.
Il
pittore
Sartorio
vi
ha
dipinto
in
alto
,
fra
il
lucernario
e
le
tribune
,
un
fregio
dove
sono
quadrupedi
,
uomini
e
donne
.
Le
donne
devono
essere
la
parte
più
simbolica
,
perché
(
vedete
ingiustizia
delle
femministe
sempre
pronte
a
lamentarsi
degli
uomini
)
ogni
volta
che
gli
uomini
hanno
sentito
il
bisogno
di
dipingere
o
di
scolpire
un
'
idea
hanno
immaginato
una
donna
e
l
'
hanno
immaginata
piuttosto
nuda
,
con
qualche
velo
che
un
vento
diverso
da
tutti
i
venti
,
un
vento
addetto
alla
Società
per
la
difesa
della
morale
,
dispone
con
saggia
opportunità
:
in
medio
virtus
.
Non
intendo
narrare
quel
fregio
.
Là
dentro
nessuno
ci
ha
mai
badato
,
e
io
neppure
.
Nelle
arti
che
hanno
valore
tra
i
settori
dei
deputati
e
il
banco
dei
ministri
la
pittura
non
ha
posto
,
sebbene
il
pittore
non
abbia
mi
pare
dimenticato
il
luogo
che
la
sua
opera
doveva
adornare
.
E
,
se
permettete
,
mi
spiego
.
Roma
aveva
il
Senato
,
dove
si
discorreva
,
si
votava
,
s
'
intrigava
,
si
litigava
anche
qualche
volta
;
ma
i
senatori
,
se
non
altro
per
animi
proprio
,
credevano
che
il
Senato
fosse
tra
le
più
grandi
e
le
più
solenni
cose
della
terra
e
si
davano
,
anche
tra
l
infuriare
delle
passioni
,
un
certo
contegno
.
(
Le
matrone
povere
diavole
non
assistevano
alle
sedute
,
ma
rimanevano
in
casa
a
filare
la
lana
.
Quando
,
col
progredire
della
civiltà
,
mostrarono
di
scaldarsi
per
gli
spettacoli
drammatici
,
preferirono
di
affollare
i
gradini
dei
circhi
dove
i
gladiatori
combattevano
tra
loro
e
con
le
belve
)
,
Pensate
soltanto
al
giorno
memorabile
in
cui
Cicerone
prese
Catilina
di
fronte
col
famoso
«
quousque
tandem
»
.
Un
'
inezia
,
un
movimento
oratorio
,
un
fremito
lungo
i
seggi
.
Adesso
Cicerone
si
scaglierebbe
nell
'
emiciclo
urlando
contro
quel
mascalzone
di
Catilina
,
il
quale
non
lo
aspetterebbe
sul
suo
banco
ma
gli
si
avventerebbe
addosso
;
e
i
partigiani
di
Cicerone
e
i
partigiani
di
Catilina
si
darebbero
pugni
da
far
tremare
,
in
un
'
osteria
suburbana
,
i
bicchieri
e
le
bottiglie
sui
tavoli
e
l
'
oste
per
la
sorte
delle
bottiglie
e
dei
bicchieri
.
E
poi
dicono
che
la
terra
si
raffredda
!
Non
c
'
era
neanche
il
campanello
del
presidente
allora
,
quel
campanello
che
adesso
,
sopra
le
ingiurie
,
squilla
talvolta
con
un
ritmo
che
ricorda
(
mi
si
perdoni
il
sacrilego
ravvicinamento
)
l
'
«
Elevazione
»
.
E
allora
gli
artisti
scolpivano
fregi
in
cui
c
'
era
,
sì
,
movimento
,
c
'
erano
guerrieri
,
cavalli
,
insegne
,
tutto
quello
che
occorreva
e
magari
qualche
cosa
di
più
,
ma
con
una
certa
compostezza
,
con
un
ordine
tradizionale
,
tanto
che
adesso
i
provinciali
e
gli
stranieri
i
quali
vanno
ancora
pe
'
Musei
(
i
romani
e
i
legislatori
loro
ospiti
vanno
all
'
Aragno
e
al
Pincio
)
capiscono
press
'
a
poco
che
hanno
davanti
agli
occhi
un
corteo
di
romani
antichi
e
se
ne
contentano
.
Il
fregio
dell
'
aula
di
Montecitorio
,
invece
,
è
complicato
e
agitato
.
Non
si
sa
bene
che
cosa
vi
succede
e
perché
le
donne
stanno
così
vicine
ai
cavalli
mezzo
imbizzarriti
e
dove
va
tutta
quella
gente
e
con
che
intenzioni
e
per
che
ragioni
s
'
è
messa
in
cammino
così
alla
rinfusa
:
se
è
un
accampamento
di
zingari
disfatto
in
tutta
fretta
o
la
folla
di
attori
e
di
comparse
d
'
un
dramma
cinematografico
,
arrivati
in
costume
sulla
riva
del
mare
ed
eccitati
dal
sentirsi
in
folla
prima
che
una
voce
abbia
autorevolmente
gridato
:
Si
gira
!
Si
sa
soltanto
che
è
una
o
più
allegorie
e
che
vi
manca
la
calma
.
Come
sotto
,
fra
i
legislatori
;
dove
non
si
vedono
,
è
vero
,
dei
quadrupedi
(
sebbene
quasi
ogni
giorno
taluni
si
mettano
a
gridare
perché
pretendono
di
vederne
sui
banchi
degli
avversarii
)
ma
succede
assai
spesso
una
confusione
violenta
che
non
si
capisce
perché
succeda
,
e
potrebbe
anche
far
pensare
a
qualche
cosa
di
molto
grave
nella
storia
del
popolo
italiano
.
Invece
,
la
gravità
è
relativa
:
voglio
dire
che
è
gravita
soltanto
per
Montecitorio
e
per
dieci
minuti
.
La
confusione
si
ripete
,
rinasce
dalle
proprie
ceneri
o
si
riproduce
per
partenogenesi
,
come
certe
alghe
d
'
acque
stagnanti
,
e
per
geminazione
,
come
i
pòlipi
,
E
non
c
'
è
neanche
la
soddisfazione
di
credere
che
sia
un
'
allegoria
.
Scendiamo
.
Fu
subito
scoperto
che
l
'
aula
era
sorda
.
E
non
occorre
dire
se
in
un
paese
spiritoso
come
l
'
Italia
si
tardasse
a
osservare
che
l
'
aula
era
degna
d
'
invidia
.
Si
affermò
poi
che
l
'
aula
non
era
sorda
,
ma
anzi
d
'
un
'
acustica
stupenda
,
che
bisognava
moderare
perché
invece
d
'
essere
stupenda
diventasse
semplicemente
buona
.
Secondo
quest
'
affermazione
,
accade
all
'
aula
ciò
che
accade
alle
persone
di
grandissimo
ingegno
e
di
straordinaria
coltura
,
che
parlano
magnificamente
ma
non
si
riesce
a
capire
che
cosa
vogliano
dire
;
o
come
a
quegli
oratori
velocissimi
,
che
non
si
confondono
mai
,
ma
si
confondono
invece
gli
uditori
,
che
non
riescono
a
seguire
il
corso
vertiginoso
della
loro
eloquenza
.
Eccessi
opposti
hanno
talora
identici
effetti
:
chi
ci
rimane
male
è
l
'
uomo
comune
.
Anche
le
sale
dove
si
radunano
i
deputati
de
'
varii
uffici
sono
talmente
sonore
che
si
stenta
a
intendersi
.
Forse
l
'
architetto
pensò
che
per
intendersi
ci
sono
i
corridoi
...
A
ogni
modo
,
l
'
architetto
ebbe
in
mente
di
far
cosa
degna
della
più
grande
Italia
.
I
milioni
spesi
in
quell
'
omaggio
al
gusto
dei
nostri
amici
dell
'
America
del
Sud
che
è
il
monumento
a
Vittorio
Emanuele
gl
'
impedivano
di
dormire
;
e
ne
furono
spesi
tanti
e
non
s
'
è
forse
ancora
finito
nel
rinnovamento
della
Camera
,
che
egli
riacquistò
il
sonno
.
Il
fatto
ha
qualche
cosa
di
patetico
.
Alla
facciata
del
Bernini
(
che
provvide
alla
durata
della
sua
fama
facendo
cose
ben
più
lodevoli
)
fu
contrapposta
la
nuova
facciata
,
d
'
una
bruttezza
che
attira
l
'
attenzione
.
Così
la
Camera
ha
due
facce
,
con
grande
spesa
:
vi
sono
deputati
che
ne
precedettero
o
ne
seguirono
l
'
esempio
senza
spesa
alcuna
,
simili
a
quella
terra
dell
'
età
saturnia
che
produceva
spontaneamente
ogni
ben
del
dio
.
Rientriamo
.
Tutto
è
nuovo
:
la
legislatura
è
appena
inaugurata
.
Si
discute
la
risposta
al
discorso
della
Corona
interminabilmente
.
Sediamoci
.
Tutto
è
nuovo
:
la
coscienza
dei
legislatori
è
appena
sfornata
dalle
elezioni
.
Forse
non
è
cotta
bene
e
non
ha
quindi
preso
una
forma
sicura
,
ma
è
calda
;
così
calda
che
sarebbe
forse
imprudente
metterci
il
dito
.
E
allora
,
l
'
archeologia
?
Ecco
.
Trovai
là
un
pezzo
antico
e
che
poteva
dirsi
raro
:
un
deputato
che
non
ci
teneva
a
farsi
innanzi
,
ad
aver
voce
,
nonché
nei
dibattiti
dell
'
aula
,
nelle
deliberazioni
del
gruppo
nei
quale
si
era
inscritto
.
Era
un
vecchio
.
C
'
erano
la
dentro
vecchi
e
giovani
,
deputati
di
molte
o
di
parecchie
legislature
e
una
folla
di
deputati
nuovi
,
appena
apparsi
sull
'
orizzonte
delle
nostre
fortune
costituzionali
.
Il
vecchio
deputato
da
vent
'
anni
non
aveva
mai
aperto
bocca
per
manifestare
una
sua
opinione
ed
era
stato
sempre
ministeriale
.
Ragionava
così
...
Cioè
,
non
ragionava
,
ma
sentiva
,
nel
tardo
crepuscolo
del
suo
cervello
,
così
:
Io
sono
una
bestia
.
Non
occorre
che
lo
gridi
e
vorrei
impedire
che
gli
altri
lo
dicessero
;
ma
sono
una
bestia
.
Adesso
poi
gli
anni
mi
hanno
oscurato
quasi
del
tutto
quello
spirito
che
nella
seconda
metà
del
secolo
scorso
aveva
almeno
la
bellezza
è
il
caso
di
dire
dell
'
asino
:
un
certo
vigor
di
vita
che
si
profondeva
in
sorrisi
e
in
saluti
e
nel
piacere
di
accostare
le
donne
.
Oh
,
lieti
tempi
della
mia
maturità
nella
città
nativa
,
quando
di
maggio
si
apriva
il
teatro
comunale
per
la
«
stagione
lirica
»
e
arrivavano
le
prime
donne
,
le
seconde
e
le
coriste
e
io
ero
nel
palchetto
di
proscenio
e
gettavo
il
fazzoletto
!
Dolci
convegni
;
ebrezza
di
udir
parole
carezzevoli
con
un
accento
che
mi
pareva
esotico
perché
s
'
era
formato
lungo
i
pioppi
della
pingue
pianura
padana
!
E
a
Roma
,
certe
sere
,
sentirsi
chiamare
onorevole
da
una
bocca
fieramente
rossa
,
sentirsi
vellicare
le
narici
da
un
profumo
che
le
nostre
signore
di
provincia
non
oseranno
mai
portare
,
essere
l
'
uomo
che
dà
un
calcio
all
'
avarizia
,
una
volta
tanto
,
e
ripensa
non
so
che
follie
di
non
so
che
Sardanapalo
,
davanti
a
un
'
aranciata
e
a
un
'
etèra
che
ha
anche
lei
un
'
aranciata
davanti
,
e
io
le
pago
tutt
'
e
due
,
anzi
tutt
'
e
tre
.
Mia
madre
,
la
mia
santa
madre
,
aveva
un
anello
di
ferro
con
cui
misurava
le
uova
che
i
contadini
dei
nostri
poderi
dovevano
portarle
per
regolare
tributo
:
quelle
che
non
passavano
dall
'
anello
le
teneva
,
quelle
che
passavano
le
restituiva
perché
gliene
portassero
di
più
grosse
.
Io
nacqui
con
quell
'
anello
nel
cuore
.
Fui
cauto
nello
spendere
.
Sono
ricco
.
Sono
anche
avvocato
;
ma
chi
non
diventa
,
volendo
,
avvocato
?
Non
feci
mai
nulla
,
finché
mi
parve
che
potessi
degnamente
rappresentare
l
'
oziosa
borghesia
della
mia
città
e
il
popolo
che
nei
giorni
delle
elezioni
si
contentava
d
'
una
modesta
distribuzione
di
biglietti
da
cinque
lire
.
E
fui
eletto
deputato
.
E
qui
non
do
fastidio
a
nessuno
...
Mio
caro
collega
lo
interrompo
,
che
par
proprio
vero
tu
sei
modesto
e
hai
torto
.
Quelle
che
sembravano
quasi
vergogne
non
far
mai
un
discorso
,
neanche
di
cinque
minuti
,
e
votar
sempre
per
il
Ministero
sono
due
grandi
virtù
,
che
si
vanno
perdendo
.
Per
parlare
bisogna
sapere
,
e
pochi
sanno
;
ma
udire
e
giudicare
è
una
rispettabile
maniera
di
adempiere
il
proprio
dovere
.
Qui
moltissimi
parlano
per
ripetere
press
'
a
poco
ciò
che
altri
hanno
già
detto
o
per
introdurre
nel
giudizio
altrui
una
variazione
che
è
secondaria
quando
non
è
balorda
;
e
così
non
si
conclude
nulla
.
Una
volta
il
numero
dei
taciturni
,
cui
un
sorridente
disprezzo
faceva
iniquamente
offesa
,
era
grande
e
la
Camera
talora
pareva
una
nobile
espressione
della
vita
nazionale
;
adesso
di
taciturni
non
ci
siamo
che
tu
,
io
e
tre
o
quattro
altri
,
e
la
Camera
è
il
bersaglio
d
'
ogni
scherno
e
d
'
ogni
vituperio
.
Non
dovrei
lodarti
della
tua
dolce
ostinazione
a
votare
sempre
in
favore
del
Ministero
e
sempre
in
favore
di
tutti
i
Ministeri
,
perché
io
sono
un
deputato
d
'
opposizione
;
ma
penso
che
tu
hai
,
senza
accorgertene
,
un
grande
principio
politico
e
io
rispetto
tutti
i
grandi
principii
.
Tu
pensi
che
se
la
maggioranza
della
Camera
dà
vita
a
un
Ministero
ci
devono
essere
delle
buone
ragioni
.
Sei
ottimista
e
credi
nella
saggezza
degli
uomini
.
Un
uomo
regolato
e
tranquillo
vive
con
la
maggioranza
e
secondo
la
maggioranza
perché
non
si
può
negare
che
nelle
minoranze
c
'
è
sempre
qualche
cosa
di
rivoluzionario
.
D
'
altra
parte
,
un
deputato
che
è
sempre
ministeriale
è
sempre
antiministeriale
...
Mi
pare
che
il
mio
collega
mi
guardi
con
un
certo
sforzo
dietro
gli
occhiali
.
Io
gli
divento
come
l
'
acustica
stupenda
di
quest
'
aula
sorda
.
Mi
spiego
.
Quel
collega
laggiù
,
che
si
ripromette
di
diventar
quanto
prima
Presidente
del
Consiglio
,
cacciando
dalla
vetta
del
potere
il
Presidente
del
Consiglio
che
ora
è
sicuro
del
tuo
voto
,
è
anche
lui
sicuro
del
tuo
voto
appena
avrà
vinto
la
battaglia
.
Tu
non
sei
l
'
uomo
della
prima
linea
.
Ci
sono
gli
altri
per
questo
.
Ma
tu
sei
la
riserva
dell
'
opposizione
per
quando
si
tratterà
di
rafforzarsi
sulle
posizioni
conquistate
.
Sacro
elemento
della
continuità
nelle
mutazioni
,
io
ti
saluto
.
Vedi
.
Avvengono
ogni
tanto
delle
rivoluzioni
,
dei
colpi
di
Stato
,
degli
sconvolgimenti
che
avvelenano
l
'
aria
di
dubbi
asfissianti
;
ma
l
'
impiegato
che
la
mattina
alla
solita
ora
si
siede
al
solito
tavolo
per
fare
il
solito
lavoro
,
senza
badare
se
i
colori
della
bandiera
sono
mutati
,
se
il
leone
ha
preso
il
posto
dell
'
aquila
negli
stemmi
,
se
il
Re
ha
un
altro
nome
o
se
il
Regno
è
diventato
Repubblica
,
quell
'
impiegato
è
il
punto
di
sutura
nella
ferita
,
è
la
passerella
sopra
il
torrente
,
è
la
Necessità
che
domina
la
Fortuna
e
le
permette
di
scapricciarsi
senza
rovinare
ogni
cosa
.
Uno
ama
una
donna
.
L
'
ama
in
modo
che
tutti
i
suoi
pensieri
ardono
e
splendono
di
lei
.
Ella
è
entrata
nella
sua
vita
quasi
come
una
cometa
nell
'
atmosfera
della
Terra
.
Che
avverrà
?
Non
sa
.
Ma
a
mezzogiorno
.
si
siede
a
tavola
per
la
colazione
.
Alle
diciannove
e
mezzo
si
siede
a
tavola
per
il
pranzo
.
Va
dal
barbiere
.
Prende
l
'
ombrello
quando
piove
.
Capisci
?
Tu
sei
i
due
pasti
giornalieri
,
il
barbiere
,
l
'
ombrello
:
il
quotidiano
fatale
,
che
non
si
può
saltare
senza
spezzarsi
le
gambe
.
«
Natura
non
tacit
saltus
»
.
Guardati
nello
specchio
.
Tu
sei
la
Natura
.
Lucrezio
potrebbe
cantarti
ne
'
suoi
esametri
densi
e
gagliardi
e
Giambattista
Vico
potrebbe
dirti
qualche
cosa
di
più
,
o
Ricorso
!
Pittaco
di
Mitilene
,
che
fu
uno
dei
sette
savi
dell
'
antica
Grecia
,
doveva
differire
da
te
soltanto
perché
non
portava
gli
occhiali
.
E
non
riuscì
a
inventarli
.
Se
tu
non
hai
inventata
la
polvere
,
siete
pari
.
Invece
,
quanti
parlatori
!
Per
suggerire
la
risposta
al
discorso
della
Corona
,
che
falange
di
suggeritori
!
Passano
i
giorni
e
si
parla
.
Passano
le
settimane
e
si
parla
.
Finiscono
le
vacanze
di
fin
d
'
anno
e
si
ricomincia
a
parlare
.
E
non
a
proposito
di
qualche
cosa
,
veramente
,
ma
a
proposito
di
tutto
.
Ogni
ora
,
ogni
ora
e
mezzo
qualcuno
si
alza
e
comincia
:
Onorevoli
colleghi
...
L
'
usciere
è
già
arrivato
col
vassoio
dell
'
acqua
e
dello
zucchero
,
utile
a
,
rinfrescar
la
gola
asciugata
dal
flusso
dell
'
eloquenza
,
la
quale
sembra
portar
già
con
sé
passando
dalla
bocca
quell
'
aridità
che
si
riversa
poi
nella
storia
del
Parlamento
,
ma
più
utile
alle
pause
in
cui
la
memoria
annaspa
cercando
altra
stoppa
da
filare
.
Onorevoli
colleghi
...
Ve
ne
sono
che
.
cominciano
col
mettersi
disinvoltamente
le
mani
nelle
tasche
dei
calzoni
;
ve
ne
sono
che
incrociano
le
braccia
o
puntano
i
pugni
sul
banco
.
Molti
hanno
i
loro
foglietti
di
appunti
,
e
allora
soltanto
la
mano
sinistra
è
in
tasca
o
chiusa
con
le
nocche
sul
banco
:
la
destra
brancica
le
carte
.
Ve
ne
sono
che
cominciano
girando
fieramente
lo
sguardo
sui
settori
come
per
prenderne
possesso
o
per
tenere
a
freno
con
l
'
occhio
le
belve
del
serraglio
;
ve
ne
sono
che
si
fissano
subito
sulle
persone
del
Governo
e
non
le
abbandonano
più
,
implacabili
come
se
ne
scrutassero
le
colpe
con
l
'
acume
spietato
di
Minosse
,
o
disperate
,
come
se
su
qualche
lucido
cranio
vedessero
riflessa
la
prosa
che
hanno
studiata
nel
segreto
d
'
una
stanza
e
temessero
,
distogliendosi
da
quello
specchio
,
di
non
legger
più
avanti
.
Ve
ne
sono
di
esperti
,
sicuri
di
sé
,
avvezzi
all
'
uditorio
,
padroni
;
che
si
ispirano
alle
proprie
parole
e
sono
con
licenza
parlando
la
Musa
di
se
stessi
;
ve
ne
sono
di
timidi
,
di
novizi
,
angosciati
dal
continuo
sospetto
dell
'
interruzione
o
dalla
preoccupazione
d
'
una
qualche
goffaggine
su
cui
quelle
belve
sornione
s
'
avventino
d
'
un
tratto
,
con
tutti
i
denti
scoperti
dalla
sghignazzata
come
dallo
sbadiglio
o
dal
ringhio
della
fame
.
Onorevoli
colleghi
...
Gli
onorevoli
colleghi
si
regolano
.
Se
il
cantore
è
celebre
stanno
ad
ascoltare
con
attenzione
e
i
più
zelanti
prendono
i
posti
liberi
più
vicini
,
nei
banchi
o
agli
angoli
dell
'
emiciclo
.
Il
Presidente
del
Consiglio
è
volto
verso
di
lui
;
gli
altri
ministri
anche
;
appena
i
più
vecchi
,
ogni
tanto
,
si
alzano
ed
escono
perché
la
vecchiaia
è
incontinente
nel
malinconico
diritto
delle
sue
debolezze
.
Il
cantore
assapora
il
mezzo
trionfo
e
osa
:
il
cantore
socialista
sopra
tutti
.
Quando
osa
troppo
,
scoppia
un
piccolo
clamore
di
protesta
contro
il
quale
si
leva
subito
più
alto
il
clamore
dei
compagni
.
Il
protagonista
della
tragedia
riprende
il
discorso
sul
cadente
borbottio
della
strofe
e
dell
'
antistrofe
,
gettando
qualche
avvocatesca
ironia
agli
avversarii
,
che
,
un
po
'
spaventati
della
propria
audacia
,
si
riaccucciano
in
rispettoso
silenzio
.
Se
il
cantore
è
mediocre
,
ma
è
un
exministro
e
ha
degli
amici
,
gli
amici
gli
fanno
un
po
'
di
pubblico
accennando
benevoli
consensi
col
capo
,
porgendogli
ogni
tanto
,
come
uno
zuccherino
,
la
parola
d
'
approvazione
,
movendogli
incontro
,
alla
fine
,
per
stringergli
la
mano
.
Colui
che
ha
finito
d
'
illuminare
una
questione
nella
quale
immancabilmente
si
contiene
una
particella
dell
'
ardua
felicità
nazionale
,
sorride
,
ringrazia
,
modesto
per
forza
.
Spera
che
i
giornali
gli
siano
benigni
nei
resoconti
,
e
la
patria
,
se
non
vuol
proprio
fare
la
grossa
spesa
d
un
sentimento
di
gratitudine
,
si
compiaccia
d
'
accorgersi
o
di
ricordarsi
della
sua
esistenza
nel
concilio
dei
pensosi
legislatori
.
Se
il
cantore
è
noto
per
la
sua
nativa
potenza
d
'
annoiare
,
ognuno
si
rallegra
d
'
avere
un
po
'
di
tempo
libero
:
chi
per
andare
al
caffè
chiamato
,
con
esemplare
cura
d
'
italianità
,
«
buvette
»
,
chi
per
far
quattro
chiacchiere
nella
sala
dei
passi
perduti
(
ma
da
per
tutto
si
perde
qualche
cosa
,
e
i
passi
sono
il
meno
)
,
chi
per
uscire
a
sbrigare
qualche
faccenda
,
chi
per
andarsene
del
tutto
,
in
pace
col
dovere
,
che
non
può
estendersi
sino
all
'
obbligo
di
ascoltare
un
seccatore
innocuo
(
pei
seccatori
nocivi
occorre
un
altro
contegno
)
,
chi
per
mettersi
a
scrivere
delle
lettere
.
L
'
oratore
noioso
è
il
solo
veramente
intrepido
:
fa
il
deserto
,
e
il
deserto
chiama
regno
del
pensiero
.
Non
bada
o
non
gl
'
importa
che
non
l
'
ascoltino
:
il
suo
nome
sarà
nei
giornali
e
la
gazzetta
settimanale
del
suo
collegio
e
dei
suo
partito
riceverà
il
testo
dell
'
orazione
e
abbondanti
notizie
sulla
rispettosa
attenzione
della
Camera
.
Se
il
cantore
è
un
novizio
,
pochi
si
fermano
;
e
tra
quei
pochi
sono
:
i
più
feroci
compagni
di
gruppo
,
che
aspettano
di
vederlo
dimenarsi
,
pulcino
atterrito
,
nella
stoppa
della
propria
confusione
o
arrossire
e
impallidire
sotto
i
frizzi
;
qualche
collega
che
va
a
pranzo
con
lui
la
sera
,
e
i
deputati
che
formano
il
vago
tribunale
dell
'
eloquenza
.
Questi
deputati
sono
di
solito
anziani
,
incapaci
di
mettere
insieme
quattro
periodi
decenti
,
grossi
d
'
orecchio
e
di
cervello
,
ma
che
hanno
il
privilegio
e
il
merito
d
'
aver
udito
oratori
insigni
delle
varie
parti
della
Camera
:
simili
a
quegli
abbonati
barbogi
dei
teatri
d
'
opera
,
che
ricordano
Tamagno
e
conoscono
Caruso
,
confrontano
,
sentenziano
e
portano
in
giro
la
propria
sentenza
,
compresi
della
importanza
del
bel
canto
.
Ai
di
sotto
del
bene
e
del
male
,
sono
senza
gelosia
.
Abbiano
udito
la
più
temeraria
tesi
,
i
più
impudenti
sofismi
o
la
retorica
più
ventosa
,
non
si
curano
che
del
«
parlar
bene
»
.
E
i
giorni
passano
,
e
passano
le
settimane
e
i
mesi
,
e
non
si
conchiude
una
legge
e
non
si
porta
a
maturità
un
provvedimento
,
e
non
si
fa
un
passo
innanzi
.
Si
parla
,
bene
o
male
;
se
male
,
la
platea
ride
o
torce
il
muso
;
se
bene
metteva
conto
d
'
andare
a
teatro
e
di
ricevere
un
'
indennità
per
andarvi
come
il
popolo
perditempo
della
gloriosa
democrazia
ateniese
.
Onorevoli
colleghi
...
Ciò
che
fu
già
detto
è
ripetuto
,
ciò
che
fu
ripetuto
è
riecheggiato
,
ciò
che
fu
riecheggiato
è
ricordato
.
E
'
come
la
ruminazione
bovina
in
quattro
stomachi
o
quarantaquattro
.
Per
suggerire
la
risposta
al
discorso
della
Corona
sono
trenta
,
anzi
quaranta
,
anzi
sessanta
.
Per
discutere
la
politica
generale
del
Governo
sono
trentacinque
,
anzi
cinquanta
.
Per
riprendere
,
dopo
un
mese
,
la
discussione
della
politica
generale
sono
quaranta
,
anzi
cinquantacinque
;
anzi
sessantotto
.
Ogni
querimonia
od
ogni
appello
,
ogni
ansia
od
ogni
dolore
,
ogni
bisogno
od
ogni
protesta
arriva
dalla
Nazione
e
balza
nell
'
aula
come
una
palla
gittata
dall
'
alto
:
subito
i
cani
vi
si
gettano
sopra
,
afferrandola
e
lasciandola
rimbalzare
,
ansando
dietro
chi
l
'
ha
presa
per
prenderla
a
lor
volta
.
E
la
palla
rotola
a
sinistra
,
schizza
a
destra
,
salta
al
centro
;
e
i
giorni
passano
,
e
passano
le
settimane
,
e
quando
il
gioco
è
finito
,
la
palla
è
tutta
biasciata
,
è
sgonfiata
ed
è
dimenticata
in
qualche
angolo
,
mentre
una
nuova
palla
piomba
già
e
rimbalza
in
aria
,
elastica
ed
eccitante
.
Qualche
volta
non
è
la
solita
palla
.
Qualche
volta
in
quel
luogo
chiuso
sembra
che
i
vani
delle
tribune
siano
come
improvvisi
finestroni
aperti
sulla
vita
di
tutti
e
che
dietro
grandi
vetri
appaia
il
cielo
con
nuvole
galoppanti
sotto
le
sferze
dei
venti
.
Lampeggia
e
il
tuono
fa
tremare
i
vetri
,
contro
i
quali
il
vento
cozza
come
una
catapulta
.
Se
entrasse
,
con
un
vortice
d
'
ira
?
Se
soffiasse
via
le
carte
dai
banchi
dei
ministri
?
Se
facesse
precipitar
giù
,
dietro
quei
banchi
,
il
campanello
dall
'
alto
seggio
del
presidente
,
giù
con
un
rotolio
lamentoso
,
e
poi
il
silenzio
delle
voci
sonore
che
si
schiantano
?
Oh
,
guardate
:
che
luce
livida
,
che
riflessi
violenti
e
che
ombre
funebri
!
Udite
?
C
'
e
un
rombo
lontano
,
c
'
è
un
clamore
sordo
.
La
cronaca
deve
avere
un
accesso
di
nevrastenia
.
La
gente
deve
avere
un
momento
di
quella
stanchezza
che
esaspera
.
Se
nell
'
aria
scura
,
per
un
miracolo
come
quello
della
Santa
Casa
di
Loreto
,
ma
un
miracolo
di
collera
e
di
disperata
insofferenza
,
l
'
uragano
la
prendesse
su
,
questa
mole
nella
cui
cavità
le
vespe
danno
a
intendere
di
voler
fare
il
miele
e
la
cera
,
e
la
portasse
via
dall
'
altura
dei
rottami
e
delle
combustioni
e
la
scaraventasse
in
mezzo
all
'
Italia
lontana
,
con
un
gran
fracasso
e
uno
scossone
di
bastimento
colpito
dalla
mareggiata
?
Ora
qualcuno
parla
con
una
certa
serietà
.
Si
direbbe
che
dagli
opposti
banchi
gli
avversaria
si
guardino
in
viso
,
un
po
'
smarriti
.
Bisognerebbe
forse
cominciar
a
lavorare
C
'
è
troppo
sdegno
fuori
e
il
disprezzo
è
un
volto
ove
il
sorriso
s
'
è
spento
d
'
un
colpo
,
come
una
lampada
a
un
soffio
veemente
che
è
passato
.
Bisognerebbe
forse
non
gnazzare
,
così
,
nella
propria
saliva
,
non
nuotarvi
come
le
anatre
nelle
pozze
opache
d
'
un
cortile
.
L
'
Italia
urla
...
Una
risatina
secca
ali
urta
,
come
un
colpetto
di
gomito
in
un
fianco
.
Sei
tu
?
E
'
il
mio
nemico
interno
.
Già
.
Chi
vuoi
che
sia
?
Sono
io
.
Volevo
dirti
:
non
prendere
le
cose
sul
tragico
.
Questa
antitesi
fra
il
Paese
e
il
Parlamento
è
un
'
immagine
puramente
retorica
...
Con
volto
cupo
,
disegno
un
fregio
geometrico
in
cui
si
legano
per
le
punte
laterali
alcune
stelle
di
quattro
punte
.
La
maggior
parte
della
carta
stemmata
che
lo
Stato
fornisce
ai
legislatori
nell
'
aula
serve
a
disegnar
greche
,
a
figurar
pupazzi
,
a
cercar
motivi
di
monogrammi
,
a
tracciare
parole
e
frasi
idiote
come
quelle
che
si
leggono
stampate
sulle
pagine
degli
esercizi
calligrafici
,
a
costruire
barchette
od
ochette
secondo
la
diversa
ingegnosità
dei
costruttori
e
a
scrivere
lettere
agli
elettori
e
ai
sottosegretarii
.
Con
volto
cupo
,
disegno
e
mi
irrito
contro
questo
cinico
pensiero
che
il
mio
nemico
interno
mi
suggerisce
.
Non
avertene
a
male
,
via
.
Per
andare
alla
ricerca
dell
'
assoluto
,
come
ti
piace
,
vecchio
bambino
,
di
far
ancora
assai
spesso
,
non
era
il
caso
di
venirtene
proprio
da
queste
parti
Mi
dai
l
'
impressione
di
uno
che
ha
preso
sul
serio
i
propri
discorsi
elettorali
.
Il
Paese
!
Vuoi
farmi
il
piacere
di
passar
un
momento
dalla
sintesi
all
'
analisi
?
Ecco
.
L
'
Italia
,
tu
dici
,
è
piena
di
scandalo
e
di
sdegno
per
questa
legislatura
che
evapora
in
ciarle
e
si
sconnette
in
tumulti
.
Ma
l
'
Italia
è
un
'
espressione
geografica
...
Non
sapevo
di
avere
in
me
un
piccolo
Metternich
!
-
Calma
.
Tra
noi
possiamo
parlarci
senza
ipocrisia
.
Ognuno
di
questi
deputati
ha
degli
elettori
disposti
a
passare
dalla
severità
generale
all
'
indulgenza
particolare
.
Il
tempo
che
si
perde
è
una
colpa
generale
;
l
'
insistenza
presso
il
Ministro
dei
lavori
pubblici
per
far
costruire
una
strada
carrozzabile
tra
Roccavetera
e
Casalmolino
è
un
merito
particolare
.
Due
traslochi
d
'
impiegati
,
una
nuova
fermata
della
diligenza
automobile
,
qualche
domanda
di
grazia
e
alcune
cartoline
illustrate
coi
più
cordiali
saluti
compensano
ampiamente
il
voto
favorevole
dato
a
un
Ministero
impopolare
e
anche
l
'
approvazione
d
'
un
aumento
della
tassa
dì
successione
.
Lui
,
l
'
onorevole
,
non
poteva
si
sa
-
comportarsi
diversamente
:
nell
'
interesse
stesso
della
provincia
.
Una
volta
,
quando
c
'
era
il
collegio
uninominale
,
esisteva
nel
collegio
un
partito
avversario
pieno
di
vigile
rancore
e
sì
badava
di
più
alla
condotta
del
deputato
;
adesso
quasi
da
per
tutto
ogni
corrente
d
'
idee
..
E
poi
pretendi
ch
'
io
ho
un
debole
per
la
retorica
!
...
Toccato
.
Ogni
corrente
di
interessi
comunali
e
intercomunali
ha
nella
lista
degli
eletti
almeno
un
proprio
rappresentante
,
e
quindi
le
disapprovazioni
severe
e
i
biasimi
di
lunga
durata
sono
diventati
rarissimi
.
L
'
Italia
condanna
,
ma
gl
'
italiani
assolvono
.
Ti
rendi
conto
della
distinzione
?
-
Così
..
Ostinato
.
Dietro
questi
signori
che
ti
paiono
dimenticare
,
anzi
tradire
,
la
Nazione
,
ci
sono
milioni
d
'
imbecilli
,
d
'
ingenui
,
d
'
ignoranti
,
d
'
illusi
,
di
furbi
,
d
'
indifferenti
che
sono
responsabili
di
quel
che
accade
in
quest
'
aula
e
nei
palazzi
dei
Ministeri
.
E
sono
i
milioni
di
elettori
.
L
'
Italia
è
un
caro
e
grande
paese
,
ma
l
'
Italia
in
tempo
di
elezioni
è
un
...
Basta
.
Ti
consiglio
di
non
prendere
le
cose
sul
tragico
.
Piuttosto
,
guarda
là
,
a
sinistra
,
colui
che
s
'
alza
a
parlare
.
E
'
l
'
on
Argonauta
.
-
Cioè
?
E
'
un
deputato
di
prima
legislatura
.
Parla
perché
non
ne
può
fare
a
meno
.
Un
discorso
non
è
quasi
mai
necessario
alla
patria
,
ma
è
sempre
necessario
all
'
oratore
.
Egli
è
della
compagnia
degli
Argonauti
.
Partenza
sulla
nave
leggendaria
...
il
vello
d
'
oro
...
Già
.
Non
ha
niente
da
dire
e
preferirebbe
,
a
quest
'
ora
,
di
trovarsi
al
Pincio
dove
c
'
è
tutto
quel
ben
di
Dio
di
signore
e
signorine
,
parecchie
delle
quali
sono
rive
a
cui
si
approda
facilmente
Ma
i
suoi
elettori
aspettano
.
Gli
elettori
,
presi
tutti
insieme
in
ciò
che
tu
chiami
il
Paese
,
deplorano
vivamente
la
loquacità
dei
deputati
;
ma
gli
elettori
presi
gruppo
per
gruppo
,
in
ogni
collegio
,
pretendono
che
il
loro
deputato
si
faccia
sentire
,
si
distingua
dagli
altri
,
mostri
d
'
aver
insigni
opinioni
sui
principali
problemi
che
affaticano
la
vita
nazionale
e
quindi
questa
assemblea
.
Si
deve
capire
che
quando
parla
lui
parla
qualcuno
.
E
,
naturalmente
,
se
tutti
obbedissero
ai
gruppi
d
'
italiani
,
la
loquacità
sarebbe
anche
più
abbondante
e
funesta
,
e
gl
'
italiani
tutti
insieme
sarebbero
anche
più
scandolezzati
e
malcontenti
.
Ah
,
mio
Dio
!
E
adesso
dovrei
star
a
sentire
colui
che
tu
chiami
l
'
on
.
Argonauta
?
Non
importa
.
Ma
guardalo
.
Il
guerriero
era
formidabile
e
magnifico
laggiù
,
nel
suo
collegio
!
Andava
dicendo
per
città
e
villaggi
che
la
Camera
non
doveva
essere
più
eccetera
eccetera
;
doveva
invece
,
finalmente
,
essere
eccetera
eccetera
...
Ti
prego
!
Oh
,
povero
ragazzo
:
lo
so
,
anche
tu
hai
detto
qualche
cosa
di
simile
.
Che
vuoi
farci
?
Iddio
ti
perdonerà
perché
era
la
prima
volta
perché
non
persevererai
nel
peccato
.
Va
,
e
non
peccare
più
disse
il
Signore
alla
dona
adultera
.
Dunque
,
lo
ascoltavano
,
lo
applaudivano
.
Ecco
uno
dicevano
con
cui
dovranno
fare
i
conti
a
Montecitorio
.
Egli
sudava
e
s
'
imporporava
.
Gli
occhi
gli
ardevano
d
'
una
fiamma
ch
'
era
alimentata
a
gara
dalla
fede
e
dallo
spirito
della
giusta
battaglia
.
Aveva
l
'
aria
di
scavar
,
come
Romolo
,
il
solco
della
Città
nuova
,
già
sacra
ai
grandi
destini
.
Quando
fu
eletto
,
si
profuse
in
ringraziamenti
e
aggiunse
promesse
a
promesse
.
Ed
è
,
bada
,
uno
che
vuol
far
carriera
,
che
crede
d
'
avere
sposata
la
Politica
,
che
alla
Camera
ci
vuol
tornare
,
dopo
questa
legislatura
.
Quando
partì
per
Roma
,
la
gazzetta
settimanale
del
capoluogo
annunziò
il
sabato
prima
la
partenza
.
Gli
dettero
un
banchetto
a
cui
furono
invitate
anche
le
signore
.
Gli
offrirono
dei
fiori
.
Quando
fece
il
brindisi
di
risposta
alla
dozzina
di
brindisi
d
'
augurio
e
di
saluto
vide
bocche
che
si
aprivano
sotto
la
sua
eloquenza
come
sotto
la
cannella
d
'
una
fontana
,
vide
occhi
lucenti
femminili
che
parevano
dirgli
:
La
gloria
e
il
mio
cuore
!
Nelle
famiglie
amiche
calcolavano
in
sua
presenza
quantotempo
avrebbe
dovuto
aspettare
per
diventar
ministro
.
Fateci
sentire
qualche
cosa
di
grande
,
onorevole
!
Ricordate
che
questo
povero
paese
ha
bisogno
di
uomini
come
voi
!
Chi
sa
,
onorevole
,
le
signore
delle
tribune
,
quando
parlerete
!
Parlerete
subito
?
Presto
vi
dovremo
dire
Eccellenza
.
Egli
sorrideva
,
un
po
'
commosso
,
con
dentro
un
piccolo
tremore
,
come
di
uno
che
ha
firmato
una
grossa
cambiale
e
comincia
a
pensare
che
bisognerà
pagarla
.
Non
sempre
si
può
rinnovarla
alla
scadenza
.
Quando
si
recò
alla
stazione
,
gl
'
intimi
erano
con
lui
.
Sulla
via
,
saluti
e
sorrisi
.
Sul
piazzale
,
dei
crocchi
.
A
Roma
,
a
Roma
!
Egli
salì
sulla
e
nave
piena
di
fati
,
eroe
della
gloriosa
avventura
.
Dalla
riva
i
greci
applaudivano
.
L
'
aria
intorno
era
essa
stessa
armoniosa
e
mossa
da
un
soffio
epico
,
come
la
cetra
d
'
Orfeo
.
Oh
,
il
a
vento
da
poppa
nella
vela
gonfia
!
Oh
,
l
'
odore
dei
lauri
e
l
'
inebriante
azzurro
!
In
vettura
,
signori
!
-
-
-
Povero
Argonauta
!
Eccolo
là
.
Come
quel
cavaliere
della
novella
,
è
entrato
nella
gabbia
delle
fiere
per
raccogliervi
il
guanto
che
la
bella
dama
Fortuna
vi
ha
gittato
con
un
sorriso
.
Parla
;
andrà
fino
in
fondo
.
Riparlerà
.
Riparlerà
ancora
.
E
tutti
gli
argonauti
.
Parleranno
per
ciò
che
il
Governo
non
fa
;
parleranno
per
ciò
che
il
Governo
fa
male
;
parleranno
per
ciò
che
il
Governo
fa
bene
.
Hai
visto
come
corrono
a
inscriversi
appena
una
discussione
si
annunzia
?
Nessuno
vuol
essere
lasciato
da
parte
,
nessuno
vuoi
essere
soverchiato
.
I
vecchi
si
stupiscono
di
questa
baldanza
.
Già
:
adesso
i
bambini
nascono
con
gli
occhi
aperti
.
C
'
è
una
certa
cosa
che
un
italiano
si
dice
non
fa
mai
solo
.
Dev
'
essere
il
discorso
,
o
qualche
cosa
che
gli
somiglia
...
Che
succede
ora
?
-
Niente
.
Il
Tumulto
.
Questa
legislatura
è
così
;
ogni
tanto
dalle
sue
viscere
che
tende
la
congestione
si
sprigiona
,
subitaneo
e
infrenabile
,
il
tumulto
.
Naturalmente
,
si
sprigiona
sempre
dall
'
estrema
sinistra
.
I
deputati
della
rivoluzione
sono
ebbri
della
vittoria
,
si
sentono
in
molti
,
si
sentono
davanti
ai
deputati
della
borghesia
moritura
e
sono
feroci
.
Più
gli
altri
si
mostrano
pacifici
e
più
come
sempre
succede
essi
si
mostrano
bellicosi
.
Sono
in
agguato
di
pretesti
.
I
più
violenti
li
puntano
,
come
la
selvaggina
.
Li
vedono
batter
l
'
ali
timidamente
dai
più
innocenti
e
più
circospetti
discorsi
degli
avversari
e
subito
si
slanciano
.
Di
solito
la
scena
comincia
così
.
Parla
un
borghese
;
un
socialista
lo
interrompe
.
Se
il
borghese
non
rimbecca
,
se
nessuno
dei
borghesi
fiata
,
l
'
oratore
prosegue
.
Ma
,
subito
dopo
,
altra
interruzione
.
Se
qualcuno
dice
soltanto
:
Smettetela
!
riceve
una
scarica
d
'
ingiurie
.
I
vocaboli
preferiti
dagli
araldi
della
nuova
civiltà
sono
troppo
noti
perché
abbiano
bisogno
d
'
essere
qui
ripetuti
.
Una
stessa
terminologia
determina
un
singolare
avvicinamento
tra
l
'
aula
del
Parlamento
e
le
pareti
interne
degli
orinatoi
.
Oppure
comincia
così
.
Parla
un
socialista
,
e
quando
ne
dice
una
un
po
'
troppo
più
grossa
delle
altre
,
da
qualche
banco
borghese
si
leva
,
ma
sempre
con
una
certa
timidezza
,
un
«
Euh
!
»
irriverente
.
Allora
otto
,
dieci
,
venti
compagni
dell
'
oratore
tirano
a
vituperii
.
Come
si
vede
,
la
diversità
d
'
origine
è
appena
iniziale
.
La
parola
più
nobile
è
:
«
assassini
»
;
la
più
turpe
...
Oh
,
ce
ne
sono
parecchie
che
possono
considerarsi
ugualmente
le
più
turpi
.
Il
Presidente
stende
la
mano
al
campanello
,
le
rare
volte
che
ha
avuto
l
'
ingenuità
di
posarlo
,
perché
di
solito
non
ne
distacca
la
mano
.
E
lo
agita
,
a
piccole
scosse
.
Nessuno
se
ne
dà
per
inteso
.
Anche
se
i
borghesi
,
pavidi
,
si
sono
rifugiati
dietro
il
muro
trasparente
del
silenzio
,
gli
altri
continuano
,
eccitandosi
da
soli
.
Vi
dev
'
essere
capitato
qualche
volta
di
passare
per
una
via
malfamata
,
dove
un
gruppo
di
indigeni
si
diverte
a
vilipendere
i
passanti
e
infurierebbe
per
una
risposta
sdegnosa
ma
si
irrita
anche
della
mancanza
d
'
una
risposta
;
ingigantite
le
proporzioni
,
ricordatevi
che
quei
legislatori
dell
'
estrema
hanno
il
culto
della
libertà
e
capirete
le
somiglianze
e
le
differenze
.
Gli
indigeni
delle
via
malfamate
sono
più
semplici
,
più
vicini
alla
natura
(
quella
,
s
'
intende
,
della
giungla
)
.
Ma
il
tumulto
non
è
che
al
suo
inizio
.
Dopo
un
minuto
,
se
il
silenzio
degli
avversarii
non
è
immediato
e
panico
,
la
tempesta
si
scatena
.
Un
po
'
per
volta
,
nel
corso
della
breve
legislatura
,
il
numero
degli
aggressori
professionali
andò
scemando
,
ma
quel
che
rimaneva
era
sempre
sufficiente
per
divertir
le
signore
delle
tribune
e
per
far
arrossire
le
figure
di
bronzo
della
patacca
simbolica
dietro
il
seggio
del
Presidente
.
Nei
primi
mesi
,
però
,
fu
la
grande
orchestra
:
ottanta
o
cento
professori
.
Quelli
che
stanno
scrivendo
o
conversando
dolcemente
hanno
appena
il
tempo
di
alzar
la
testa
o
di
voltarsi
e
di
domandare
ai
vicini
:
Che
c
'
è
?
Ch
'
è
successo
?
che
già
il
clamore
è
enorme
,
il
vocio
frenetico
.
Bocche
sgangherate
,
facce
arrossate
,
corpi
protesi
,
braccia
alzate
,
gesti
veementi
.
Non
si
capisce
più
niente
.
Molti
degli
schiamazzatori
non
sanno
neanche
loro
perché
il
tumulto
è
scoppiato
;
ma
che
importa
?
È
il
rumore
che
li
inebria
.
A
star
attenti
,
se
ne
coglie
sempre
qualcuno
che
si
dispera
di
non
riuscire
a
far
intendere
la
sua
ingiuria
che
gli
sembra
particolarmente
spiritosa
,
e
la
ripete
,
e
la
ripete
,
con
una
ostinazione
ambiziosa
,
cercando
di
cogliere
nel
tumulto
una
fessura
di
stanchezza
per
inserirvela
.
Poi
,
quando
vede
che
non
c
'
è
nulla
da
fare
,
si
calma
e
si
mette
a
sedere
con
un
sorriso
di
gentile
malinconia
.
Ma
la
terra
in
serbo
per
un
'
altra
volta
.
Non
so
se
anche
nel
suo
gruppo
usano
mandare
le
interruzioni
e
le
apostrofi
andate
a
male
ai
giornalisti
del
partito
,
su
,
nella
tribuna
della
stampa
,
perché
almeno
la
Nazione
non
ne
rimanga
defraudata
.
L
'
usanza
è
certo
assai
diffusa
tra
i
deputati
borghesi
.
Se
qualche
ardente
patriota
,
per
esempio
,
ha
gridato
più
volte
,
con
l
'
indice
puntato
verso
la
estrema
sinistra
:
Voi
siete
al
servizio
dello
straniero
!
oppure
:
Siete
al
di
sotto
dei
carri
!
e
teme
che
lassù
non
se
ne
siano
accorti
(
alle
volte
è
proprio
il
meglio
quello
che
si
perde
)
,
prende
uno
di
quei
foglietti
su
cui
si
disegnano
le
greche
o
con
cui
si
fanno
le
ochette
,
vi
annota
le
memorabili
parole
,
preme
un
bottone
che
fa
squillare
il
lontano
campanello
sul
capo
d
'
un
usciere
e
al
brav
'
uomo
che
arriva
con
una
dignitosa
tranquillità
inutilmente
esemplare
consegna
la
busta
per
il
redattore
del
tale
o
tal
altro
giornale
.
Laggiù
,
nella
boscosa
Calabria
,
o
lassù
,
nella
ricca
di
vigne
e
di
verzieri
graziosa
Toscana
,
domani
molti
cittadini
diranno
:
Hai
visto
,
l
'
on
.
Argonauta
?
Bene
,
perdio
!
A
quella
gente
là
bisogna
dirla
come
va
detta
.
-
Non
è
il
vello
d
'
oro
,
ma
è
qualche
cosa
.
Il
giorno
dopo
si
ricomincia
.
Ho
nella
memoria
certe
piazze
di
villaggi
,
che
s
'
aprono
di
fianco
alla
strada
grande
,
la
quale
è
la
stessa
strada
provinciale
.
Dal
lato
della
strada
alcune
case
e
casette
con
piccole
botteghe
;
sul
largo
la
chiesa
e
due
o
tre
grosse
porte
di
case
contadinesche
,
spalancate
su
vasti
cortili
,
dove
si
vedono
carri
e
carretti
con
le
stanghe
in
aria
,
un
asino
o
un
mulo
legato
a
un
anello
;
donne
che
lavano
un
po
'
di
biancheria
di
lattanti
o
móndano
il
riso
,
e
bambini
tra
un
razzolar
di
galline
.
Sulla
piazza
un
gruppo
di
ragazzi
e
un
cane
sonnolento
che
va
intorno
con
le
orecchie
basse
.
Arriva
un
carro
,
sfangando
da
una
stradicciola
sull
'
altro
fianco
della
chiesa
,
con
un
carico
di
fieno
e
in
cima
al
fieno
un
cagnetto
petulante
.
Il
cagnetto
si
mette
ad
abbaiare
stizzosamente
.
Allora
il
cane
sonnolento
si
scuote
,
s
'
avvicina
alzando
il
muso
,
risponde
con
un
cupo
brontolio
.
L
'
altro
replica
,
più
stridulo
,
più
violento
.
Il
cane
,
giù
,
alza
il
tono
.
Un
altro
cane
spunta
da
una
cascina
,
un
altro
da
un
'
altra
,
correndo
.
E
si
slanciano
ad
abbaiare
verso
il
carro
.
I
ragazzi
più
audaci
si
avvicinano
ai
cani
.
Altri
ragazzi
sbucano
dalle
porte
.
Cani
ancora
:
tutti
i
cani
del
villaggio
galoppano
verso
la
piazza
,
entrano
nel
mucchio
:
fanno
la
rivoluzione
.
Si
dice
,
non
è
vero
?
quando
c
'
è
un
grande
schiamazzo
:
È
una
rivoluzione
.
I
bottegai
appaiono
sull
'
uscio
delle
botteghe
;
le
donne
vengono
avanti
per
vedere
dove
sono
i
loro
figliuoli
.
Abbaiamenti
,
maledizioni
,
urla
,
sassate
.
Brutte
bestie
!
Il
carrettiere
fa
schioccare
la
frusta
,
ma
non
serve
,
perché
le
bestie
si
scansano
un
poco
,
poi
si
riavventano
.
E
si
buttano
una
sull
'
altra
,
si
mordicchiano
,
si
rotolano
nella
polvere
.
Il
prevosto
appare
sulla
soglia
della
chiesa
,
dietro
il
sacrestano
.
Che
succede
?
Ma
che
hanno
?
Ma
che
li
piglia
?
Il
carrettiere
sferza
i
due
sfiancati
cavalli
;
il
carro
va
,
i
cani
dietro
;
i
più
pigri
rimangono
un
po
'
distanti
,
i
più
ostinati
e
furibondi
saltano
verso
il
mucchio
di
fieno
e
ricadono
sulle
zampe
senza
smettere
d
'
abbaiare
.
Leggero
,
fioco
,
in
quel
pandemonio
,
il
tintinnio
delle
sonagliere
;
e
il
cagnetto
accenna
col
capo
,
gli
occhi
lustri
di
stizza
,
come
per
dire
:
Sì
,
abbaio
ancora
...
canaglia
!
Poi
la
calma
ritorna
e
presso
il
paracarro
d
'
uno
di
quei
portoni
tozzi
un
bimbo
si
accoccola
,
tranquillo
,
profittando
di
aver
le
brachette
aperte
di
dietro
.
Penso
che
dovrò
vivere
,
chi
sa
?
due
anni
,
forse
tre
,
con
costoro
.
Guardo
la
banda
dei
precursori
d
'
un
'
epoca
nuova
,
nel
momento
in
cui
il
tumulto
è
più
forte
.
Alcuni
scuotono
con
la
testa
il
grosso
ciuffo
di
capelli
che
ricade
sulla
fronte
da
un
lato
,
e
se
lo
cacciano
dagli
occhi
con
un
frequente
gesto
della
mano
o
spingono
la
testa
indietro
.
Altri
si
spenzolano
dal
banco
.
Qualcuno
sta
seduto
;
grida
qualche
cosa
,
col
dito
puntato
,
poi
tace
;
poi
grida
qualche
altra
cosa
,
poi
tace
di
nuovo
.
I
raffinati
sorridono
,
ma
con
un
certo
impaccio
.
Vi
sono
alcuni
ceffi
che
non
vorreste
incontrare
all
'
angolo
della
vostra
via
,
rincasando
dopo
la
mezzanotte
:
uno
col
naso
schiacciato
,
informe
.
Un
altro
sembra
aver
le
mascelle
tenute
insieme
da
un
rude
meccanismo
,
che
le
divide
e
le
riunisce
rigidamente
.
Il
mento
s
'
alza
,
il
collo
si
piega
indietro
:
la
bocca
s
'
apre
e
si
chiude
,
s
'
apre
e
si
chiude
,
presto
presto
.
Si
vede
che
la
molla
è
dura
.
Poi
,
tac
,
le
mascelle
si
serrano
,
il
mento
va
un
po
'
più
su
e
si
ferma
.
La
carica
è
finita
.
E
,
quando
il
tumulto
langue
,
i
più
selvaggi
,
quelli
che
hanno
più
urlato
e
lasciato
sgorgar
dalle
fauci
un
più
tetro
flotto
di
sozzure
,
alzano
gli
occhi
verso
le
tribune
delle
famiglie
,
dove
le
donne
sono
più
numerose
degli
uomini
,
e
guardano
...
E
guardano
,
come
i
giocolieri
quando
hanno
finito
un
bell
'
esercizio
e
,
un
po
'
ansando
,
fissano
il
pubblico
che
li
deve
ammirare
.
Onorevoli
colleghi
...
Discorsi
da
comizi
,
conferenze
da
università
popolari
,
arringhe
da
corti
d
'
assise
,
relazioni
da
assemblee
d
'
azionisti
,
dichiarazioni
da
soci
che
vogliono
scindere
le
responsabilità
d
'
una
impresa
assai
dubbia
,
recitazioni
di
lezioncine
preparate
per
far
alzare
dal
professore
il
voto
trimestrale
;
ah
Dio
!
per
settimane
.
Concioni
per
lo
sdegno
,
dissertazioni
per
l
'
approfondimento
delle
conoscenze
,
aggiunte
per
il
completamento
dei
capitoli
di
storia
,
fatte
da
collega
a
collega
dello
stesso
gruppo
,
con
l
'
amabilità
con
cui
un
amico
dà
un
ultimo
tocco
alla
cravatta
dell
'
amico
che
si
volge
dallo
specchio
;
lunghe
parlate
che
sembrano
i
testi
,
brevi
parlate
che
sembrano
le
note
,
in
un
carattere
più
minuto
;
filippiche
,
esortazioni
;
interpolazioni
,
messe
là
con
più
o
meno
scaltrezza
da
un
compagno
di
gruppo
per
diminuire
le
sporgenze
a
cui
gli
avversarii
si
potrebbero
appigliare
;
parole
,
parole
,
parole
,
oh
Dio
,
interminabilmente
.
«
La
cosa
in
sé
»
non
esiste
,
soverchiata
del
tutto
dal
calcolo
di
tacere
o
di
parlare
,
come
in
Borsa
,
quando
si
offre
,
perché
c
'
è
speranza
di
guadagno
,
e
quando
si
sta
da
parte
,
perché
c
'
è
timore
di
perdita
o
soltanto
perché
l
'
affare
è
incerto
.
Ogni
tanto
,
ma
proprio
ogni
tanto
tempo
,
una
persona
per
bene
dice
il
suo
parere
perché
crede
che
certe
cose
si
debbano
sapere
o
perché
,
a
ogni
modo
,
è
convinto
di
portare
all
'
assemblea
un
vero
elemento
di
giudizio
,
un
non
trascurabile
argomento
di
riflessione
.
E
ogni
tanto
i
ministri
che
furono
,
ma
di
cui
si
pensa
che
saranno
ancora
,
fanno
cadere
dall
'
alto
(
nulla
è
più
relativo
dell
'
altezza
)
la
loro
saggezza
temprata
nell
'
esperienza
della
difficile
arte
di
governo
.
Onorevoli
colleghi
...
E
le
interrogazioni
!
Ogni
giorno
,
per
un
'
ora
e
più
,
a
principio
della
seduta
,
i
sottosegretarii
devono
spiegare
perché
il
maresciallo
dei
carabinieri
di
Fontanella
si
permise
dì
mandar
a
chiamare
in
caserma
l
'
assessore
anziano
o
perché
il
prefetto
della
provincia
di
Passaro
ha
mandato
una
lettera
di
biasimo
al
segretario
comunale
di
Fornaci
o
perché
si
è
permesso
al
sindaco
di
San
Calogero
di
lasciar
abitare
la
maestra
del
villaggio
nella
città
vicina
,
con
grave
danno
della
rigidezza
d
'
orario
.
Il
Governo
si
è
occupato
di
ciò
;
e
gli
risulta
con
certezza
che
la
maestra
arriva
sempre
in
scuola
alle
otto
precise
...
Non
è
vero
!
La
mattina
dell'11
d
'
aprile
...
Già
,
ma
quella
mattina
ella
fu
presa
improvvisamente
da
un
leggero
malessere
,
di
cui
informò
anzi
il
medico
condotto
.
Il
medico
condotto
è
del
partito
del
sindaco
:
la
sua
testimonianza
non
è
che
un
atto
di
connivenza
partigiana
...
Un
'
ora
al
giorno
,
tutti
i
giorni
;
e
il
lunedì
per
quattro
ore
almeno
di
seguito
.
Le
interrogazioni
servono
per
gli
elettori
.
O
servono
per
dimostrare
la
sensibilità
dei
deputati
di
fronte
a
improvvise
cause
di
turbamento
della
pubblica
opinione
.
«
S
'
interroga
il
ministro
degl
'
interni
per
sapere
in
qual
modo
intende
ristabilire
il
rispetto
delle
pubbliche
libertà
»
,
a
proposito
del
segretario
della
lega
dei
venditori
di
anelli
per
chiavi
,
arrestato
durante
un
comizio
e
non
ancora
rilasciato
.
Tutti
interrogano
,
a
proposito
di
tutto
:
le
serve
in
portineria
.
I
giornali
delle
grandi
città
talvolta
,
i
giornaletti
delle
sottoprefetture
sempre
,
pubblicano
il
testo
delle
interrogazioni
,
e
si
capisce
così
che
il
deputato
veglia
.
Bisogna
aspettare
il
turno
,
per
lo
svolgimento
,
salve
alcune
speciali
occasioni
.
Ma
spesso
quando
arriva
il
turno
d
'
un
'
interrogazione
,
il
deputato
che
l
'
ha
presentata
non
c
'
è
,
e
non
se
ne
parla
più
.
Non
è
una
cosa
molto
grave
.
Dopo
un
'
ora
e
più
,
quando
ha
sufficientemente
aleggiato
nell
'
aula
la
speranza
che
la
carrozza
postale
di
Montecalvo
faccia
due
volte
al
giorno
il
servizio
e
quando
,
pur
troppo
,
si
è
confitto
nel
cuore
dei
legislatori
il
dubbio
pungente
che
l
'
aumento
di
sussidio
alla
linea
automobilistica
di
Val
d
'
Anfossa
sia
stato
negato
per
l
'
implacabile
spirito
di
sopraffazione
dell
'
Italia
settentrionale
sull
Italia
meridionale
,
si
ritorna
alla
discussione
sulla
politica
generale
del
Governo
.
Avanti
...
Onorevoli
colleghi
...
Parla
un
deputato
dell
'
ordine
,
con
qualche
disordine
nelle
idee
e
nella
sintassi
.
Poi
parla
un
deputato
del
disordine
,
con
un
bell
'
ordine
di
argomenti
tutti
estremamente
facili
e
semplici
,
dai
quali
risulta
che
tutto
va
male
e
andrà
peggio
fino
a
quando
il
socialismo
,
per
mezzo
della
rivoluzione
,
cambierà
il
ferro
in
oro
,
l
'
inferno
in
paradiso
e
il
furfante
in
galantuomo
.
Non
è
vero
che
la
vita
sia
complicata
.
Le
complicazioni
le
fa
il
regime
borghese
.
La
vita
è
turbata
dallo
spirito
malefico
del
capitale
.
Sopprimete
il
capitale
e
la
vita
diventa
regolare
e
tranquilla
come
la
tavola
pitagorica
.
È
terribile
,
pei
pochi
lettori
di
libri
,
star
ad
ascoltare
questi
lettori
di
giornali
.
Ma
alla
Camera
sì
viene
per
parlare
.
Bisogna
parlare
.
Onorevoli
colleghi
,
(
mi
sembra
d
'
essere
là
,
vicino
alla
scaletta
,
in
piedi
,
e
aver
davanti
il
vassoio
con
la
bottiglia
dell
'
acqua
e
la
coppetta
dello
zucchero
)
gli
orologi
dell
'
aula
segnano
le
diciotto
.
A
quest
'
ora
,
poiché
siamo
ancora
in
inverno
,
le
vie
di
Roma
sono
illuminate
dalla
luce
elettrica
.
Spero
che
i
colleghi
dell
'
estrema
sinistra
non
vogliano
attribuire
alla
maledetta
guerra
il
rapido
tramonto
del
sole
nella
stagione
invernale
o
almeno
aggiungere
alle
altre
delusioni
derivate
dalla
guerra
il
perdurare
del
passato
nel
ritmo
delle
stagioni
.
A
quest
'
ora
il
corso
è
pieno
di
gente
che
passeggia
:
belle
donne
,
contente
di
vivere
,
e
uomini
che
si
godono
la
vista
delle
belle
donne
.
Le
grandi
rovine
dell
'
Urbe
s
'
intagliano
nere
nel
cupo
azzurro
del
cielo
dove
s
'
affollano
le
stelle
delle
sere
senza
luna
.
I
treni
corrono
verso
le
città
da
cui
siamo
venuti
.
Ondeggia
la
nebbia
sui
fiumi
.
Cantano
lungo
le
vie
maestre
,
per
vincere
la
malinconia
della
sera
,
gli
uomini
che
affrettano
il
passo
verso
le
case
dove
i
fanciulli
stanchi
e
affamati
rientrano
nelle
cucine
.
Voglio
dirvi
che
in
queste
tre
ore
l
'
anima
mia
ma
sì
!
è
andata
a
fare
un
'
inchiesta
.
Laggiù
,
in
un
campo
,
un
contadino
riconduceva
con
lento
passo
i
buoi
verso
la
stalla
.
Io
gli
dissi
che
un
progetto
di
legge
può
essere
tirato
in
lungo
per
mesi
e
mesi
o
anche
rimandato
da
una
legislatura
all
'
altra
,
sebbene
si
pretenda
che
quella
legge
,
in
una
forma
o
in
un
'
altra
,
sia
necessaria
alla
nazione
.
Egli
mi
disse
che
bisogna
seminare
in
quei
dati
giorni
,
perché
dopo
non
serve
più
seminare
e
,
non
seminando
in
tempo
,
si
perde
un
raccolto
.
Non
è
lecito
perdere
per
negligenza
un
raccolto
.
E
quando
il
fieno
è
maturo
,
bisogna
falciarlo
.
Se
si
tarda
è
sciupato
in
parte
e
il
danno
s
'
avverte
nel
fare
il
conto
della
vendita
.
Io
gli
dissi
che
per
decidere
se
un
atto
o
un
proposito
del
Governo
è
biasimevole
o
lodevole
,
opportuno
o
deprecabile
,
si
può
discorrere
un
giorno
o
una
settimana
o
anche
due
mesi
,
quando
una
parte
della
Camera
delibera
di
mettersi
di
traverso
.
Egli
mi
disse
che
un
giorno
di
pioggia
è
una
benedizione
,
due
giorni
vanno
bene
,
tre
guastano
.
L
'
acqua
è
una
cosa
santa
;
ma
se
il
terreno
ne
riceve
troppa
il
seme
marcisce
.
Io
gli
dissi
che
i
deputati
hanno
una
singolare
qualità
di
lavoro
,
per
cui
non
si
guarda
che
cosa
la
giornata
abbia
prodotto
,
mentre
gli
uomini
di
tutti
gli
altri
mestieri
devono
avere
scavato
un
solco
,
mondato
una
pianta
,
costruito
un
arnese
,
insegnato
una
verità
,
spazzata
una
strada
,
seppellito
un
morto
,
raccolto
una
creatura
viva
dalla
ferita
d
'
una
maternità
dolorante
e
felice
.
Egli
mi
disse
che
fare
le
leggi
e
giudicare
la
condotta
d
'
un
Governo
doveva
,
però
,
essere
una
cosa
seria
.
Intanto
eravamo
arrivati
alla
sua
casa
.
Sulla
soglia
,
appoggiata
allo
stipite
,
era
una
donna
,
che
guardava
un
ragazzetto
ricondurre
,
correndo
,
due
pecore
.
Quando
vide
il
marito
,
gli
mosse
incontro
.
Era
incinta
e
appoggiava
le
mani
sul
ventre
.
Io
dissi
al
contadino
che
la
cosa
più
seria
era
preparare
per
il
raccolto
,
che
viene
sempre
nel
tempo
aspettato
,
un
campo
e
una
donna
.
Egli
mi
disse
con
umile
gentilezza
che
i
signori
sanno
molte
cose
.
Io
gli
dissi
che
vi
sono
molti
signori
i
quali
sanno
confondere
le
cause
e
gli
effetti
e
più
conoscono
quest
'
arte
e
più
possono
aver
fortuna
presso
i
loro
simili
,
anche
quando
sono
dissimili
,
ma
se
il
bifolco
semina
un
frumento
gramo
,
gramo
sarà
il
frumento
che
maturerà
sotto
il
sole
di
giugno
.
Onorevoli
colleghi
,
il
contadino
si
guarda
dal
seminare
il
frumento
di
cattiva
qualità
e
trova
per
ogni
giorno
un
lavoro
,
per
ogni
palmo
di
terra
un
fascio
d
'
erba
o
i
frutti
d
'
una
pianta
.
E
quando
qualcuno
,
ignaro
o
stolto
,
gli
cammina
sul
seminato
,
s
'
indigna
e
grida
.
Non
pare
a
voi
di
calpestare
talvolta
ciò
che
nasce
o
ciò
che
matura
?
Oh
,
dopo
quattro
ore
di
seduta
,
a
Montecitorio
,
desiderio
irriverente
e
disperato
di
respirare
in
una
tepida
stalla
l
'
odore
dello
strame
e
del
latte
!
-
Ma
no
.
Ma
se
la
seduta
è
tolta
Ma
laggiù
,
sotto
il
seggio
del
Presidente
,
gli
allegri
legislatori
stabiliscono
il
«
lavoro
»
di
domani
!
E
su
un
banco
di
sinistra
,
in
alto
,
ecco
il
cranio
lucente
e
immobile
di
quel
deputato
sardo
dal
volto
lungo
,
dal
silenzio
inviolabile
,
che
tutti
giorni
scrive
lettere
,
scrive
,
scrive
,
senza
mai
alzar
la
testa
,
ultimo
a
raccogliere
le
sue
carte
nell
'
aula
già
quasi
deserta
.
«
Caro
amico
,
il
sottosegretario
delle
poste
e
telegrafi
...
»
.
Risponde
a
tutti
,
cerca
di
servir
tutti
.
Tesse
la
sua
tela
di
ragno
fra
i
lontani
elettori
e
il
mito
del
Governo
.
Onesto
uomo
;
ma
non
gli
sarà
perdonato
di
aver
voluto
fare
con
coscienza
la
sua
piccola
parte
e
di
non
aver
pronunziato
discorsi
sulla
questione
sociale
e
sull
'
importanza
che
avrà
la
Sardegna
nell
'
Europa
di
domani
.
L
'
Italia
è
ubbriaca
e
gonfia
di
parole
e
Montecitorio
è
il
suo
«
vomitorium
»
.