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Montecitorio non è un ' altura naturale , come il Palatino , come il Campidoglio , come i sette e più colli di cui imparammo i nomi a scuola e che non sapremmo ricordare in fila , come quel signore d ' una nota commedia francese non sapeva , sebbene fosse uno dei pilastri del Ministero della pubblica istruzione , ricordare tutt ' e nove i nomi delle Muse . Montecitorio ha un ' origine che lo avvicina un po ' a quei rialzi di terra , quali se ne vedono ne ' suburbii delle città e nelle strade esterne dei piccoli paesi , che crebbero d ' immondizie e di rottami a poco a poco . Il vento vi adunava la polvere , la pioggia mutava la polvere in fango : poi il vento vi portava semi rapiti all ' onesta zolla o all ' albero cresciuto nell ' antico campo e la pioggia vi nutriva le tenui radici appena nate ; e il tempo aumentava , arrotondava , consolidava quel mucchio , dandogli una specie di ambizione , conferendogli qualche privilegio della fatte disuguaglianza ; e i monelli vi correvano su , vi si facevano insigni di statura sopra i compagni rimasti alle brevi pendici e sopra i passanti che calcavano la bassa massicciata della via , e vi svolgevano rumorose battaglie perché , addormentatisi la sera coi pugni chiusi e i capelli sugli occhi , le madri fossero obbligate come nella storia del mondo a rattoppare gli strappi dei vestiti e a rimettere i bottoni . Sul luogo dove oggi sorge il palladio delle nostre liberali istituzioni si bruciavano anticamente , con la debita solennità , i cadaveri delle famiglie imperiali . Il mucchio s ' era già formato con rottami di non so che vetusti edifizi ; ma quando , in un modo o nell ' altro , un ' altezza c ' è , diventa pregevole . E vi ardevano quei roghi . Poi venne l ' età barbara , l ' età simboleggiata dagli animali e dai pastori sparsi tra le rovine ; e quando il fato abbassa la storia degli uomini innalza il livello delle loro sedi . Quando Roma era di parecchi secoli più giù , doveva essere di parecchi metri più su , e Montecitorio specialmente . Adesso però , tra la maggiore grandezza d ' Italia e il solido selciato , si è fermato e nessuno pensa che sia un ' altura , dirò così , artificiale , nata non dalle inquietudini della natura ma dalla poca civiltà degli abitanti . Però non sono sicuro che l ' origine sia proprio questa . L ' archeologia è una scienza difficile , che s ' innalza coi rottami delle ipotesi . A poco a poco , una piccola questione si gonfia in una cospicua letteratura e fa il suo bravo monte , dove si può scavare per tirar fuori qualche vecchia ipotesi e rimetterle una testa che non era la sua e appiccicarle un braccio nuovo , con un gesto diverso . E il monte si consolida perché gli studiosi ci costruiscono come la famiglia Ludovisi fece costruire sul campo delle apoteosi imperiali , dall ' inevitabile Bernini , nella seconda metà del secolo decimosettimo , il palazzo che ora ospita i luminari della Nazione ci costruiscono i titoli per per avere le cattedre e i libri per farli comprare dalle pudiche biblioteche . Ma l ' archeologia è una bella scienza , che a Roma si respira nell ' aria e uno può anche portarsela , senza avvedersene , dentro il palazzo ed esercitarla guardandosi intorno da un banco un po ' tranquillo . Là , veramente , tutto è nuovo : l ' aula , appena costruita , la legislatura , appena inaugurata , la coscienza dei legislatori , appena sfornata dalle elezioni . L ' aula è grandiosa , specialmente per chi , arrivato all ' albergo gremito , ha avuto per grazia la concessione di farsi mettere un letto in uno stanzino da bagno . Il pittore Sartorio vi ha dipinto in alto , fra il lucernario e le tribune , un fregio dove sono quadrupedi , uomini e donne . Le donne devono essere la parte più simbolica , perché ( vedete ingiustizia delle femministe sempre pronte a lamentarsi degli uomini ) ogni volta che gli uomini hanno sentito il bisogno di dipingere o di scolpire un ' idea hanno immaginato una donna e l ' hanno immaginata piuttosto nuda , con qualche velo che un vento diverso da tutti i venti , un vento addetto alla Società per la difesa della morale , dispone con saggia opportunità : in medio virtus . Non intendo narrare quel fregio . Là dentro nessuno ci ha mai badato , e io neppure . Nelle arti che hanno valore tra i settori dei deputati e il banco dei ministri la pittura non ha posto , sebbene il pittore non abbia mi pare dimenticato il luogo che la sua opera doveva adornare . E , se permettete , mi spiego . Roma aveva il Senato , dove si discorreva , si votava , s ' intrigava , si litigava anche qualche volta ; ma i senatori , se non altro per animi proprio , credevano che il Senato fosse tra le più grandi e le più solenni cose della terra e si davano , anche tra l ’ infuriare delle passioni , un certo contegno . ( Le matrone povere diavole non assistevano alle sedute , ma rimanevano in casa a filare la lana . Quando , col progredire della civiltà , mostrarono di scaldarsi per gli spettacoli drammatici , preferirono di affollare i gradini dei circhi dove i gladiatori combattevano tra loro e con le belve ) , Pensate soltanto al giorno memorabile in cui Cicerone prese Catilina di fronte col famoso « quousque tandem » . Un ' inezia , un movimento oratorio , un fremito lungo i seggi . Adesso Cicerone si scaglierebbe nell ' emiciclo urlando contro quel mascalzone di Catilina , il quale non lo aspetterebbe sul suo banco ma gli si avventerebbe addosso ; e i partigiani di Cicerone e i partigiani di Catilina si darebbero pugni da far tremare , in un ' osteria suburbana , i bicchieri e le bottiglie sui tavoli e l ' oste per la sorte delle bottiglie e dei bicchieri . E poi dicono che la terra si raffredda ! Non c ' era neanche il campanello del presidente allora , quel campanello che adesso , sopra le ingiurie , squilla talvolta con un ritmo che ricorda ( mi si perdoni il sacrilego ravvicinamento ) l ' « Elevazione » . E allora gli artisti scolpivano fregi in cui c ' era , sì , movimento , c ' erano guerrieri , cavalli , insegne , tutto quello che occorreva e magari qualche cosa di più , ma con una certa compostezza , con un ordine tradizionale , tanto che adesso i provinciali e gli stranieri i quali vanno ancora pe ' Musei ( i romani e i legislatori loro ospiti vanno all ' Aragno e al Pincio ) capiscono press ' a poco che hanno davanti agli occhi un corteo di romani antichi e se ne contentano . Il fregio dell ' aula di Montecitorio , invece , è complicato e agitato . Non si sa bene che cosa vi succede e perché le donne stanno così vicine ai cavalli mezzo imbizzarriti e dove va tutta quella gente e con che intenzioni e per che ragioni s ' è messa in cammino così alla rinfusa : se è un accampamento di zingari disfatto in tutta fretta o la folla di attori e di comparse d ' un dramma cinematografico , arrivati in costume sulla riva del mare ed eccitati dal sentirsi in folla prima che una voce abbia autorevolmente gridato : Si gira ! Si sa soltanto che è una o più allegorie e che vi manca la calma . Come sotto , fra i legislatori ; dove non si vedono , è vero , dei quadrupedi ( sebbene quasi ogni giorno taluni si mettano a gridare perché pretendono di vederne sui banchi degli avversarii ) ma succede assai spesso una confusione violenta che non si capisce perché succeda , e potrebbe anche far pensare a qualche cosa di molto grave nella storia del popolo italiano . Invece , la gravità è relativa : voglio dire che è gravita soltanto per Montecitorio e per dieci minuti . La confusione si ripete , rinasce dalle proprie ceneri o si riproduce per partenogenesi , come certe alghe d ' acque stagnanti , e per geminazione , come i pòlipi , E non c ' è neanche la soddisfazione di credere che sia un ' allegoria . Scendiamo . Fu subito scoperto che l ' aula era sorda . E non occorre dire se in un paese spiritoso come l ' Italia si tardasse a osservare che l ' aula era degna d ' invidia . Si affermò poi che l ' aula non era sorda , ma anzi d ' un ' acustica stupenda , che bisognava moderare perché invece d ' essere stupenda diventasse semplicemente buona . Secondo quest ' affermazione , accade all ' aula ciò che accade alle persone di grandissimo ingegno e di straordinaria coltura , che parlano magnificamente ma non si riesce a capire che cosa vogliano dire ; o come a quegli oratori velocissimi , che non si confondono mai , ma si confondono invece gli uditori , che non riescono a seguire il corso vertiginoso della loro eloquenza . Eccessi opposti hanno talora identici effetti : chi ci rimane male è l ' uomo comune . Anche le sale dove si radunano i deputati de ' varii uffici sono talmente sonore che si stenta a intendersi . Forse l ' architetto pensò che per intendersi ci sono i corridoi ... A ogni modo , l ' architetto ebbe in mente di far cosa degna della più grande Italia . I milioni spesi in quell ' omaggio al gusto dei nostri amici dell ' America del Sud che è il monumento a Vittorio Emanuele gl ' impedivano di dormire ; e ne furono spesi tanti e non s ' è forse ancora finito nel rinnovamento della Camera , che egli riacquistò il sonno . Il fatto ha qualche cosa di patetico . Alla facciata del Bernini ( che provvide alla durata della sua fama facendo cose ben più lodevoli ) fu contrapposta la nuova facciata , d ' una bruttezza che attira l ' attenzione . Così la Camera ha due facce , con grande spesa : vi sono deputati che ne precedettero o ne seguirono l ' esempio senza spesa alcuna , simili a quella terra dell ' età saturnia che produceva spontaneamente ogni ben del dio . Rientriamo . Tutto è nuovo : la legislatura è appena inaugurata . Si discute la risposta al discorso della Corona interminabilmente . Sediamoci . Tutto è nuovo : la coscienza dei legislatori è appena sfornata dalle elezioni . Forse non è cotta bene e non ha quindi preso una forma sicura , ma è calda ; così calda che sarebbe forse imprudente metterci il dito . E allora , l ' archeologia ? Ecco . Trovai là un pezzo antico e che poteva dirsi raro : un deputato che non ci teneva a farsi innanzi , ad aver voce , nonché nei dibattiti dell ' aula , nelle deliberazioni del gruppo nei quale si era inscritto . Era un vecchio . C ' erano la dentro vecchi e giovani , deputati di molte o di parecchie legislature e una folla di deputati nuovi , appena apparsi sull ' orizzonte delle nostre fortune costituzionali . Il vecchio deputato da vent ' anni non aveva mai aperto bocca per manifestare una sua opinione ed era stato sempre ministeriale . Ragionava così ... Cioè , non ragionava , ma sentiva , nel tardo crepuscolo del suo cervello , così : Io sono una bestia . Non occorre che lo gridi e vorrei impedire che gli altri lo dicessero ; ma sono una bestia . Adesso poi gli anni mi hanno oscurato quasi del tutto quello spirito che nella seconda metà del secolo scorso aveva almeno la bellezza è il caso di dire dell ' asino : un certo vigor di vita che si profondeva in sorrisi e in saluti e nel piacere di accostare le donne . Oh , lieti tempi della mia maturità nella città nativa , quando di maggio si apriva il teatro comunale per la « stagione lirica » e arrivavano le prime donne , le seconde e le coriste e io ero nel palchetto di proscenio e gettavo il fazzoletto ! Dolci convegni ; ebrezza di udir parole carezzevoli con un accento che mi pareva esotico perché s ' era formato lungo i pioppi della pingue pianura padana ! E a Roma , certe sere , sentirsi chiamare onorevole da una bocca fieramente rossa , sentirsi vellicare le narici da un profumo che le nostre signore di provincia non oseranno mai portare , essere l ' uomo che dà un calcio all ' avarizia , una volta tanto , e ripensa non so che follie di non so che Sardanapalo , davanti a un ' aranciata e a un ' etèra che ha anche lei un ' aranciata davanti , e io le pago tutt ' e due , anzi tutt ' e tre . Mia madre , la mia santa madre , aveva un anello di ferro con cui misurava le uova che i contadini dei nostri poderi dovevano portarle per regolare tributo : quelle che non passavano dall ' anello le teneva , quelle che passavano le restituiva perché gliene portassero di più grosse . Io nacqui con quell ' anello nel cuore . Fui cauto nello spendere . Sono ricco . Sono anche avvocato ; ma chi non diventa , volendo , avvocato ? Non feci mai nulla , finché mi parve che potessi degnamente rappresentare l ' oziosa borghesia della mia città e il popolo che nei giorni delle elezioni si contentava d ' una modesta distribuzione di biglietti da cinque lire . E fui eletto deputato . E qui non do fastidio a nessuno ... Mio caro collega lo interrompo , che par proprio vero tu sei modesto e hai torto . Quelle che sembravano quasi vergogne non far mai un discorso , neanche di cinque minuti , e votar sempre per il Ministero sono due grandi virtù , che si vanno perdendo . Per parlare bisogna sapere , e pochi sanno ; ma udire e giudicare è una rispettabile maniera di adempiere il proprio dovere . Qui moltissimi parlano per ripetere press ' a poco ciò che altri hanno già detto o per introdurre nel giudizio altrui una variazione che è secondaria quando non è balorda ; e così non si conclude nulla . Una volta il numero dei taciturni , cui un sorridente disprezzo faceva iniquamente offesa , era grande e la Camera talora pareva una nobile espressione della vita nazionale ; adesso di taciturni non ci siamo che tu , io e tre o quattro altri , e la Camera è il bersaglio d ' ogni scherno e d ' ogni vituperio . Non dovrei lodarti della tua dolce ostinazione a votare sempre in favore del Ministero e sempre in favore di tutti i Ministeri , perché io sono un deputato d ' opposizione ; ma penso che tu hai , senza accorgertene , un grande principio politico e io rispetto tutti i grandi principii . Tu pensi che se la maggioranza della Camera dà vita a un Ministero ci devono essere delle buone ragioni . Sei ottimista e credi nella saggezza degli uomini . Un uomo regolato e tranquillo vive con la maggioranza e secondo la maggioranza perché non si può negare che nelle minoranze c ' è sempre qualche cosa di rivoluzionario . D ' altra parte , un deputato che è sempre ministeriale è sempre antiministeriale ... Mi pare che il mio collega mi guardi con un certo sforzo dietro gli occhiali . Io gli divento come l ' acustica stupenda di quest ' aula sorda . Mi spiego . Quel collega laggiù , che si ripromette di diventar quanto prima Presidente del Consiglio , cacciando dalla vetta del potere il Presidente del Consiglio che ora è sicuro del tuo voto , è anche lui sicuro del tuo voto appena avrà vinto la battaglia . Tu non sei l ' uomo della prima linea . Ci sono gli altri per questo . Ma tu sei la riserva dell ' opposizione per quando si tratterà di rafforzarsi sulle posizioni conquistate . Sacro elemento della continuità nelle mutazioni , io ti saluto . Vedi . Avvengono ogni tanto delle rivoluzioni , dei colpi di Stato , degli sconvolgimenti che avvelenano l ' aria di dubbi asfissianti ; ma l ' impiegato che la mattina alla solita ora si siede al solito tavolo per fare il solito lavoro , senza badare se i colori della bandiera sono mutati , se il leone ha preso il posto dell ' aquila negli stemmi , se il Re ha un altro nome o se il Regno è diventato Repubblica , quell ' impiegato è il punto di sutura nella ferita , è la passerella sopra il torrente , è la Necessità che domina la Fortuna e le permette di scapricciarsi senza rovinare ogni cosa . Uno ama una donna . L ' ama in modo che tutti i suoi pensieri ardono e splendono di lei . Ella è entrata nella sua vita quasi come una cometa nell ' atmosfera della Terra . Che avverrà ? Non sa . Ma a mezzogiorno . si siede a tavola per la colazione . Alle diciannove e mezzo si siede a tavola per il pranzo . Va dal barbiere . Prende l ' ombrello quando piove . Capisci ? Tu sei i due pasti giornalieri , il barbiere , l ' ombrello : il quotidiano fatale , che non si può saltare senza spezzarsi le gambe . « Natura non tacit saltus » . Guardati nello specchio . Tu sei la Natura . Lucrezio potrebbe cantarti ne ' suoi esametri densi e gagliardi e Giambattista Vico potrebbe dirti qualche cosa di più , o Ricorso ! Pittaco di Mitilene , che fu uno dei sette savi dell ' antica Grecia , doveva differire da te soltanto perché non portava gli occhiali . E non riuscì a inventarli . Se tu non hai inventata la polvere , siete pari . Invece , quanti parlatori ! Per suggerire la risposta al discorso della Corona , che falange di suggeritori ! Passano i giorni e si parla . Passano le settimane e si parla . Finiscono le vacanze di fin d ' anno e si ricomincia a parlare . E non a proposito di qualche cosa , veramente , ma a proposito di tutto . Ogni ora , ogni ora e mezzo qualcuno si alza e comincia : Onorevoli colleghi ... L ' usciere è già arrivato col vassoio dell ' acqua e dello zucchero , utile a , rinfrescar la gola asciugata dal flusso dell ' eloquenza , la quale sembra portar già con sé passando dalla bocca quell ' aridità che si riversa poi nella storia del Parlamento , ma più utile alle pause in cui la memoria annaspa cercando altra stoppa da filare . Onorevoli colleghi ... Ve ne sono che . cominciano col mettersi disinvoltamente le mani nelle tasche dei calzoni ; ve ne sono che incrociano le braccia o puntano i pugni sul banco . Molti hanno i loro foglietti di appunti , e allora soltanto la mano sinistra è in tasca o chiusa con le nocche sul banco : la destra brancica le carte . Ve ne sono che cominciano girando fieramente lo sguardo sui settori come per prenderne possesso o per tenere a freno con l ' occhio le belve del serraglio ; ve ne sono che si fissano subito sulle persone del Governo e non le abbandonano più , implacabili come se ne scrutassero le colpe con l ' acume spietato di Minosse , o disperate , come se su qualche lucido cranio vedessero riflessa la prosa che hanno studiata nel segreto d ' una stanza e temessero , distogliendosi da quello specchio , di non legger più avanti . Ve ne sono di esperti , sicuri di sé , avvezzi all ' uditorio , padroni ; che si ispirano alle proprie parole e sono con licenza parlando la Musa di se stessi ; ve ne sono di timidi , di novizi , angosciati dal continuo sospetto dell ' interruzione o dalla preoccupazione d ' una qualche goffaggine su cui quelle belve sornione s ' avventino d ' un tratto , con tutti i denti scoperti dalla sghignazzata come dallo sbadiglio o dal ringhio della fame . Onorevoli colleghi ... Gli onorevoli colleghi si regolano . Se il cantore è celebre stanno ad ascoltare con attenzione e i più zelanti prendono i posti liberi più vicini , nei banchi o agli angoli dell ' emiciclo . Il Presidente del Consiglio è volto verso di lui ; gli altri ministri anche ; appena i più vecchi , ogni tanto , si alzano ed escono perché la vecchiaia è incontinente nel malinconico diritto delle sue debolezze . Il cantore assapora il mezzo trionfo e osa : il cantore socialista sopra tutti . Quando osa troppo , scoppia un piccolo clamore di protesta contro il quale si leva subito più alto il clamore dei compagni . Il protagonista della tragedia riprende il discorso sul cadente borbottio della strofe e dell ' antistrofe , gettando qualche avvocatesca ironia agli avversarii , che , un po ' spaventati della propria audacia , si riaccucciano in rispettoso silenzio . Se il cantore è mediocre , ma è un exministro e ha degli amici , gli amici gli fanno un po ' di pubblico accennando benevoli consensi col capo , porgendogli ogni tanto , come uno zuccherino , la parola d ' approvazione , movendogli incontro , alla fine , per stringergli la mano . Colui che ha finito d ' illuminare una questione nella quale immancabilmente si contiene una particella dell ' ardua felicità nazionale , sorride , ringrazia , modesto per forza . Spera che i giornali gli siano benigni nei resoconti , e la patria , se non vuol proprio fare la grossa spesa d un sentimento di gratitudine , si compiaccia d ' accorgersi o di ricordarsi della sua esistenza nel concilio dei pensosi legislatori . Se il cantore è noto per la sua nativa potenza d ' annoiare , ognuno si rallegra d ' avere un po ' di tempo libero : chi per andare al caffè chiamato , con esemplare cura d ' italianità , « buvette » , chi per far quattro chiacchiere nella sala dei passi perduti ( ma da per tutto si perde qualche cosa , e i passi sono il meno ) , chi per uscire a sbrigare qualche faccenda , chi per andarsene del tutto , in pace col dovere , che non può estendersi sino all ' obbligo di ascoltare un seccatore innocuo ( pei seccatori nocivi occorre un altro contegno ) , chi per mettersi a scrivere delle lettere . L ' oratore noioso è il solo veramente intrepido : fa il deserto , e il deserto chiama regno del pensiero . Non bada o non gl ' importa che non l ' ascoltino : il suo nome sarà nei giornali e la gazzetta settimanale del suo collegio e dei suo partito riceverà il testo dell ' orazione e abbondanti notizie sulla rispettosa attenzione della Camera . Se il cantore è un novizio , pochi si fermano ; e tra quei pochi sono : i più feroci compagni di gruppo , che aspettano di vederlo dimenarsi , pulcino atterrito , nella stoppa della propria confusione o arrossire e impallidire sotto i frizzi ; qualche collega che va a pranzo con lui la sera , e i deputati che formano il vago tribunale dell ' eloquenza . Questi deputati sono di solito anziani , incapaci di mettere insieme quattro periodi decenti , grossi d ' orecchio e di cervello , ma che hanno il privilegio e il merito d ' aver udito oratori insigni delle varie parti della Camera : simili a quegli abbonati barbogi dei teatri d ' opera , che ricordano Tamagno e conoscono Caruso , confrontano , sentenziano e portano in giro la propria sentenza , compresi della importanza del bel canto . Ai di sotto del bene e del male , sono senza gelosia . Abbiano udito la più temeraria tesi , i più impudenti sofismi o la retorica più ventosa , non si curano che del « parlar bene » . E i giorni passano , e passano le settimane e i mesi , e non si conchiude una legge e non si porta a maturità un provvedimento , e non si fa un passo innanzi . Si parla , bene o male ; se male , la platea ride o torce il muso ; se bene metteva conto d ' andare a teatro e di ricevere un ' indennità per andarvi come il popolo perditempo della gloriosa democrazia ateniese . Onorevoli colleghi ... Ciò che fu già detto è ripetuto , ciò che fu ripetuto è riecheggiato , ciò che fu riecheggiato è ricordato . E ' come la ruminazione bovina in quattro stomachi o quarantaquattro . Per suggerire la risposta al discorso della Corona sono trenta , anzi quaranta , anzi sessanta . Per discutere la politica generale del Governo sono trentacinque , anzi cinquanta . Per riprendere , dopo un mese , la discussione della politica generale sono quaranta , anzi cinquantacinque ; anzi sessantotto . Ogni querimonia od ogni appello , ogni ansia od ogni dolore , ogni bisogno od ogni protesta arriva dalla Nazione e balza nell ' aula come una palla gittata dall ' alto : subito i cani vi si gettano sopra , afferrandola e lasciandola rimbalzare , ansando dietro chi l ' ha presa per prenderla a lor volta . E la palla rotola a sinistra , schizza a destra , salta al centro ; e i giorni passano , e passano le settimane , e quando il gioco è finito , la palla è tutta biasciata , è sgonfiata ed è dimenticata in qualche angolo , mentre una nuova palla piomba già e rimbalza in aria , elastica ed eccitante . Qualche volta non è la solita palla . Qualche volta in quel luogo chiuso sembra che i vani delle tribune siano come improvvisi finestroni aperti sulla vita di tutti e che dietro grandi vetri appaia il cielo con nuvole galoppanti sotto le sferze dei venti . Lampeggia e il tuono fa tremare i vetri , contro i quali il vento cozza come una catapulta . Se entrasse , con un vortice d ' ira ? Se soffiasse via le carte dai banchi dei ministri ? Se facesse precipitar giù , dietro quei banchi , il campanello dall ' alto seggio del presidente , giù con un rotolio lamentoso , e poi il silenzio delle voci sonore che si schiantano ? Oh , guardate : che luce livida , che riflessi violenti e che ombre funebri ! Udite ? C ' e un rombo lontano , c ' è un clamore sordo . La cronaca deve avere un accesso di nevrastenia . La gente deve avere un momento di quella stanchezza che esaspera . Se nell ' aria scura , per un miracolo come quello della Santa Casa di Loreto , ma un miracolo di collera e di disperata insofferenza , l ' uragano la prendesse su , questa mole nella cui cavità le vespe danno a intendere di voler fare il miele e la cera , e la portasse via dall ' altura dei rottami e delle combustioni e la scaraventasse in mezzo all ' Italia lontana , con un gran fracasso e uno scossone di bastimento colpito dalla mareggiata ? Ora qualcuno parla con una certa serietà . Si direbbe che dagli opposti banchi gli avversaria si guardino in viso , un po ' smarriti . Bisognerebbe forse cominciar a lavorare C ' è troppo sdegno fuori e il disprezzo è un volto ove il sorriso s ' è spento d ' un colpo , come una lampada a un soffio veemente che è passato . Bisognerebbe forse non gnazzare , così , nella propria saliva , non nuotarvi come le anatre nelle pozze opache d ' un cortile . L ' Italia urla ... Una risatina secca ali urta , come un colpetto di gomito in un fianco . Sei tu ? E ' il mio nemico interno . Già . Chi vuoi che sia ? Sono io . Volevo dirti : non prendere le cose sul tragico . Questa antitesi fra il Paese e il Parlamento è un ' immagine puramente retorica ... Con volto cupo , disegno un fregio geometrico in cui si legano per le punte laterali alcune stelle di quattro punte . La maggior parte della carta stemmata che lo Stato fornisce ai legislatori nell ' aula serve a disegnar greche , a figurar pupazzi , a cercar motivi di monogrammi , a tracciare parole e frasi idiote come quelle che si leggono stampate sulle pagine degli esercizi calligrafici , a costruire barchette od ochette secondo la diversa ingegnosità dei costruttori e a scrivere lettere agli elettori e ai sottosegretarii . Con volto cupo , disegno e mi irrito contro questo cinico pensiero che il mio nemico interno mi suggerisce . Non avertene a male , via . Per andare alla ricerca dell ' assoluto , come ti piace , vecchio bambino , di far ancora assai spesso , non era il caso di venirtene proprio da queste parti Mi dai l ' impressione di uno che ha preso sul serio i propri discorsi elettorali . Il Paese ! Vuoi farmi il piacere di passar un momento dalla sintesi all ' analisi ? Ecco . L ' Italia , tu dici , è piena di scandalo e di sdegno per questa legislatura che evapora in ciarle e si sconnette in tumulti . Ma l ' Italia è un ' espressione geografica ... Non sapevo di avere in me un piccolo Metternich ! - Calma . Tra noi possiamo parlarci senza ipocrisia . Ognuno di questi deputati ha degli elettori disposti a passare dalla severità generale all ' indulgenza particolare . Il tempo che si perde è una colpa generale ; l ' insistenza presso il Ministro dei lavori pubblici per far costruire una strada carrozzabile tra Roccavetera e Casalmolino è un merito particolare . Due traslochi d ' impiegati , una nuova fermata della diligenza automobile , qualche domanda di grazia e alcune cartoline illustrate coi più cordiali saluti compensano ampiamente il voto favorevole dato a un Ministero impopolare e anche l ' approvazione d ' un aumento della tassa dì successione . Lui , l ' onorevole , non poteva si sa - comportarsi diversamente : nell ' interesse stesso della provincia . Una volta , quando c ' era il collegio uninominale , esisteva nel collegio un partito avversario pieno di vigile rancore e sì badava di più alla condotta del deputato ; adesso quasi da per tutto ogni corrente d ' idee .. E poi pretendi ch ' io ho un debole per la retorica ! ... Toccato . Ogni corrente di interessi comunali e intercomunali ha nella lista degli eletti almeno un proprio rappresentante , e quindi le disapprovazioni severe e i biasimi di lunga durata sono diventati rarissimi . L ' Italia condanna , ma gl ' italiani assolvono . Ti rendi conto della distinzione ? - Così .. Ostinato . Dietro questi signori che ti paiono dimenticare , anzi tradire , la Nazione , ci sono milioni d ' imbecilli , d ' ingenui , d ' ignoranti , d ' illusi , di furbi , d ' indifferenti che sono responsabili di quel che accade in quest ' aula e nei palazzi dei Ministeri . E sono i milioni di elettori . L ' Italia è un caro e grande paese , ma l ' Italia in tempo di elezioni è un ... Basta . Ti consiglio di non prendere le cose sul tragico . Piuttosto , guarda là , a sinistra , colui che s ' alza a parlare . E ' l ' on Argonauta . - Cioè ? E ' un deputato di prima legislatura . Parla perché non ne può fare a meno . Un discorso non è quasi mai necessario alla patria , ma è sempre necessario all ' oratore . Egli è della compagnia degli Argonauti . Partenza sulla nave leggendaria ... il vello d ' oro ... Già . Non ha niente da dire e preferirebbe , a quest ' ora , di trovarsi al Pincio dove c ' è tutto quel ben di Dio di signore e signorine , parecchie delle quali sono rive a cui si approda facilmente Ma i suoi elettori aspettano . Gli elettori , presi tutti insieme in ciò che tu chiami il Paese , deplorano vivamente la loquacità dei deputati ; ma gli elettori presi gruppo per gruppo , in ogni collegio , pretendono che il loro deputato si faccia sentire , si distingua dagli altri , mostri d ' aver insigni opinioni sui principali problemi che affaticano la vita nazionale e quindi questa assemblea . Si deve capire che quando parla lui parla qualcuno . E , naturalmente , se tutti obbedissero ai gruppi d ' italiani , la loquacità sarebbe anche più abbondante e funesta , e gl ' italiani tutti insieme sarebbero anche più scandolezzati e malcontenti . Ah , mio Dio ! E adesso dovrei star a sentire colui che tu chiami l ' on . Argonauta ? Non importa . Ma guardalo . Il guerriero era formidabile e magnifico laggiù , nel suo collegio ! Andava dicendo per città e villaggi che la Camera non doveva essere più eccetera eccetera ; doveva invece , finalmente , essere eccetera eccetera ... Ti prego ! Oh , povero ragazzo : lo so , anche tu hai detto qualche cosa di simile . Che vuoi farci ? Iddio ti perdonerà perché era la prima volta perché non persevererai nel peccato . Va , e non peccare più disse il Signore alla dona adultera . Dunque , lo ascoltavano , lo applaudivano . Ecco uno dicevano con cui dovranno fare i conti a Montecitorio . Egli sudava e s ' imporporava . Gli occhi gli ardevano d ' una fiamma ch ' era alimentata a gara dalla fede e dallo spirito della giusta battaglia . Aveva l ' aria di scavar , come Romolo , il solco della Città nuova , già sacra ai grandi destini . Quando fu eletto , si profuse in ringraziamenti e aggiunse promesse a promesse . Ed è , bada , uno che vuol far carriera , che crede d ' avere sposata la Politica , che alla Camera ci vuol tornare , dopo questa legislatura . Quando partì per Roma , la gazzetta settimanale del capoluogo annunziò il sabato prima la partenza . Gli dettero un banchetto a cui furono invitate anche le signore . Gli offrirono dei fiori . Quando fece il brindisi di risposta alla dozzina di brindisi d ' augurio e di saluto vide bocche che si aprivano sotto la sua eloquenza come sotto la cannella d ' una fontana , vide occhi lucenti femminili che parevano dirgli : La gloria e il mio cuore ! Nelle famiglie amiche calcolavano in sua presenza quantotempo avrebbe dovuto aspettare per diventar ministro . Fateci sentire qualche cosa di grande , onorevole ! Ricordate che questo povero paese ha bisogno di uomini come voi ! Chi sa , onorevole , le signore delle tribune , quando parlerete ! Parlerete subito ? Presto vi dovremo dire Eccellenza . Egli sorrideva , un po ' commosso , con dentro un piccolo tremore , come di uno che ha firmato una grossa cambiale e comincia a pensare che bisognerà pagarla . Non sempre si può rinnovarla alla scadenza . Quando si recò alla stazione , gl ' intimi erano con lui . Sulla via , saluti e sorrisi . Sul piazzale , dei crocchi . A Roma , a Roma ! Egli salì sulla e nave piena di fati , eroe della gloriosa avventura . Dalla riva i greci applaudivano . L ' aria intorno era essa stessa armoniosa e mossa da un soffio epico , come la cetra d ' Orfeo . Oh , il a vento da poppa nella vela gonfia ! Oh , l ' odore dei lauri e l ' inebriante azzurro ! In vettura , signori ! - - - Povero Argonauta ! Eccolo là . Come quel cavaliere della novella , è entrato nella gabbia delle fiere per raccogliervi il guanto che la bella dama Fortuna vi ha gittato con un sorriso . Parla ; andrà fino in fondo . Riparlerà . Riparlerà ancora . E tutti gli argonauti . Parleranno per ciò che il Governo non fa ; parleranno per ciò che il Governo fa male ; parleranno per ciò che il Governo fa bene . Hai visto come corrono a inscriversi appena una discussione si annunzia ? Nessuno vuol essere lasciato da parte , nessuno vuoi essere soverchiato . I vecchi si stupiscono di questa baldanza . Già : adesso i bambini nascono con gli occhi aperti . C ' è una certa cosa che un italiano si dice non fa mai solo . Dev ' essere il discorso , o qualche cosa che gli somiglia ... Che succede ora ? - Niente . Il Tumulto . Questa legislatura è così ; ogni tanto dalle sue viscere che tende la congestione si sprigiona , subitaneo e infrenabile , il tumulto . Naturalmente , si sprigiona sempre dall ' estrema sinistra . I deputati della rivoluzione sono ebbri della vittoria , si sentono in molti , si sentono davanti ai deputati della borghesia moritura e sono feroci . Più gli altri si mostrano pacifici e più come sempre succede essi si mostrano bellicosi . Sono in agguato di pretesti . I più violenti li puntano , come la selvaggina . Li vedono batter l ' ali timidamente dai più innocenti e più circospetti discorsi degli avversari e subito si slanciano . Di solito la scena comincia così . Parla un borghese ; un socialista lo interrompe . Se il borghese non rimbecca , se nessuno dei borghesi fiata , l ' oratore prosegue . Ma , subito dopo , altra interruzione . Se qualcuno dice soltanto : Smettetela ! riceve una scarica d ' ingiurie . I vocaboli preferiti dagli araldi della nuova civiltà sono troppo noti perché abbiano bisogno d ' essere qui ripetuti . Una stessa terminologia determina un singolare avvicinamento tra l ' aula del Parlamento e le pareti interne degli orinatoi . Oppure comincia così . Parla un socialista , e quando ne dice una un po ' troppo più grossa delle altre , da qualche banco borghese si leva , ma sempre con una certa timidezza , un « Euh ! » irriverente . Allora otto , dieci , venti compagni dell ' oratore tirano a vituperii . Come si vede , la diversità d ' origine è appena iniziale . La parola più nobile è : « assassini » ; la più turpe ... Oh , ce ne sono parecchie che possono considerarsi ugualmente le più turpi . Il Presidente stende la mano al campanello , le rare volte che ha avuto l ' ingenuità di posarlo , perché di solito non ne distacca la mano . E lo agita , a piccole scosse . Nessuno se ne dà per inteso . Anche se i borghesi , pavidi , si sono rifugiati dietro il muro trasparente del silenzio , gli altri continuano , eccitandosi da soli . Vi dev ' essere capitato qualche volta di passare per una via malfamata , dove un gruppo di indigeni si diverte a vilipendere i passanti e infurierebbe per una risposta sdegnosa ma si irrita anche della mancanza d ' una risposta ; ingigantite le proporzioni , ricordatevi che quei legislatori dell ' estrema hanno il culto della libertà e capirete le somiglianze e le differenze . Gli indigeni delle via malfamate sono più semplici , più vicini alla natura ( quella , s ' intende , della giungla ) . Ma il tumulto non è che al suo inizio . Dopo un minuto , se il silenzio degli avversarii non è immediato e panico , la tempesta si scatena . Un po ' per volta , nel corso della breve legislatura , il numero degli aggressori professionali andò scemando , ma quel che rimaneva era sempre sufficiente per divertir le signore delle tribune e per far arrossire le figure di bronzo della patacca simbolica dietro il seggio del Presidente . Nei primi mesi , però , fu la grande orchestra : ottanta o cento professori . Quelli che stanno scrivendo o conversando dolcemente hanno appena il tempo di alzar la testa o di voltarsi e di domandare ai vicini : Che c ' è ? Ch ' è successo ? che già il clamore è enorme , il vocio frenetico . Bocche sgangherate , facce arrossate , corpi protesi , braccia alzate , gesti veementi . Non si capisce più niente . Molti degli schiamazzatori non sanno neanche loro perché il tumulto è scoppiato ; ma che importa ? È il rumore che li inebria . A star attenti , se ne coglie sempre qualcuno che si dispera di non riuscire a far intendere la sua ingiuria che gli sembra particolarmente spiritosa , e la ripete , e la ripete , con una ostinazione ambiziosa , cercando di cogliere nel tumulto una fessura di stanchezza per inserirvela . Poi , quando vede che non c ' è nulla da fare , si calma e si mette a sedere con un sorriso di gentile malinconia . Ma la terra in serbo per un ' altra volta . Non so se anche nel suo gruppo usano mandare le interruzioni e le apostrofi andate a male ai giornalisti del partito , su , nella tribuna della stampa , perché almeno la Nazione non ne rimanga defraudata . L ' usanza è certo assai diffusa tra i deputati borghesi . Se qualche ardente patriota , per esempio , ha gridato più volte , con l ' indice puntato verso la estrema sinistra : Voi siete al servizio dello straniero ! oppure : Siete al di sotto dei carri ! e teme che lassù non se ne siano accorti ( alle volte è proprio il meglio quello che si perde ) , prende uno di quei foglietti su cui si disegnano le greche o con cui si fanno le ochette , vi annota le memorabili parole , preme un bottone che fa squillare il lontano campanello sul capo d ' un usciere e al brav ' uomo che arriva con una dignitosa tranquillità inutilmente esemplare consegna la busta per il redattore del tale o tal altro giornale . Laggiù , nella boscosa Calabria , o lassù , nella ricca di vigne e di verzieri graziosa Toscana , domani molti cittadini diranno : Hai visto , l ' on . Argonauta ? Bene , perdio ! A quella gente là bisogna dirla come va detta . - Non è il vello d ' oro , ma è qualche cosa . Il giorno dopo si ricomincia . Ho nella memoria certe piazze di villaggi , che s ' aprono di fianco alla strada grande , la quale è la stessa strada provinciale . Dal lato della strada alcune case e casette con piccole botteghe ; sul largo la chiesa e due o tre grosse porte di case contadinesche , spalancate su vasti cortili , dove si vedono carri e carretti con le stanghe in aria , un asino o un mulo legato a un anello ; donne che lavano un po ' di biancheria di lattanti o móndano il riso , e bambini tra un razzolar di galline . Sulla piazza un gruppo di ragazzi e un cane sonnolento che va intorno con le orecchie basse . Arriva un carro , sfangando da una stradicciola sull ' altro fianco della chiesa , con un carico di fieno e in cima al fieno un cagnetto petulante . Il cagnetto si mette ad abbaiare stizzosamente . Allora il cane sonnolento si scuote , s ' avvicina alzando il muso , risponde con un cupo brontolio . L ' altro replica , più stridulo , più violento . Il cane , giù , alza il tono . Un altro cane spunta da una cascina , un altro da un ' altra , correndo . E si slanciano ad abbaiare verso il carro . I ragazzi più audaci si avvicinano ai cani . Altri ragazzi sbucano dalle porte . Cani ancora : tutti i cani del villaggio galoppano verso la piazza , entrano nel mucchio : fanno la rivoluzione . Si dice , non è vero ? quando c ' è un grande schiamazzo : È una rivoluzione . I bottegai appaiono sull ' uscio delle botteghe ; le donne vengono avanti per vedere dove sono i loro figliuoli . Abbaiamenti , maledizioni , urla , sassate . Brutte bestie ! Il carrettiere fa schioccare la frusta , ma non serve , perché le bestie si scansano un poco , poi si riavventano . E si buttano una sull ' altra , si mordicchiano , si rotolano nella polvere . Il prevosto appare sulla soglia della chiesa , dietro il sacrestano . Che succede ? Ma che hanno ? Ma che li piglia ? Il carrettiere sferza i due sfiancati cavalli ; il carro va , i cani dietro ; i più pigri rimangono un po ' distanti , i più ostinati e furibondi saltano verso il mucchio di fieno e ricadono sulle zampe senza smettere d ' abbaiare . Leggero , fioco , in quel pandemonio , il tintinnio delle sonagliere ; e il cagnetto accenna col capo , gli occhi lustri di stizza , come per dire : Sì , abbaio ancora ... canaglia ! Poi la calma ritorna e presso il paracarro d ' uno di quei portoni tozzi un bimbo si accoccola , tranquillo , profittando di aver le brachette aperte di dietro . Penso che dovrò vivere , chi sa ? due anni , forse tre , con costoro . Guardo la banda dei precursori d ' un ' epoca nuova , nel momento in cui il tumulto è più forte . Alcuni scuotono con la testa il grosso ciuffo di capelli che ricade sulla fronte da un lato , e se lo cacciano dagli occhi con un frequente gesto della mano o spingono la testa indietro . Altri si spenzolano dal banco . Qualcuno sta seduto ; grida qualche cosa , col dito puntato , poi tace ; poi grida qualche altra cosa , poi tace di nuovo . I raffinati sorridono , ma con un certo impaccio . Vi sono alcuni ceffi che non vorreste incontrare all ' angolo della vostra via , rincasando dopo la mezzanotte : uno col naso schiacciato , informe . Un altro sembra aver le mascelle tenute insieme da un rude meccanismo , che le divide e le riunisce rigidamente . Il mento s ' alza , il collo si piega indietro : la bocca s ' apre e si chiude , s ' apre e si chiude , presto presto . Si vede che la molla è dura . Poi , tac , le mascelle si serrano , il mento va un po ' più su e si ferma . La carica è finita . E , quando il tumulto langue , i più selvaggi , quelli che hanno più urlato e lasciato sgorgar dalle fauci un più tetro flotto di sozzure , alzano gli occhi verso le tribune delle famiglie , dove le donne sono più numerose degli uomini , e guardano ... E guardano , come i giocolieri quando hanno finito un bell ' esercizio e , un po ' ansando , fissano il pubblico che li deve ammirare . Onorevoli colleghi ... Discorsi da comizi , conferenze da università popolari , arringhe da corti d ' assise , relazioni da assemblee d ' azionisti , dichiarazioni da soci che vogliono scindere le responsabilità d ' una impresa assai dubbia , recitazioni di lezioncine preparate per far alzare dal professore il voto trimestrale ; ah Dio ! per settimane . Concioni per lo sdegno , dissertazioni per l ' approfondimento delle conoscenze , aggiunte per il completamento dei capitoli di storia , fatte da collega a collega dello stesso gruppo , con l ' amabilità con cui un amico dà un ultimo tocco alla cravatta dell ' amico che si volge dallo specchio ; lunghe parlate che sembrano i testi , brevi parlate che sembrano le note , in un carattere più minuto ; filippiche , esortazioni ; interpolazioni , messe là con più o meno scaltrezza da un compagno di gruppo per diminuire le sporgenze a cui gli avversarii si potrebbero appigliare ; parole , parole , parole , oh Dio , interminabilmente . « La cosa in sé » non esiste , soverchiata del tutto dal calcolo di tacere o di parlare , come in Borsa , quando si offre , perché c ' è speranza di guadagno , e quando si sta da parte , perché c ' è timore di perdita o soltanto perché l ' affare è incerto . Ogni tanto , ma proprio ogni tanto tempo , una persona per bene dice il suo parere perché crede che certe cose si debbano sapere o perché , a ogni modo , è convinto di portare all ' assemblea un vero elemento di giudizio , un non trascurabile argomento di riflessione . E ogni tanto i ministri che furono , ma di cui si pensa che saranno ancora , fanno cadere dall ' alto ( nulla è più relativo dell ' altezza ) la loro saggezza temprata nell ' esperienza della difficile arte di governo . Onorevoli colleghi ... E le interrogazioni ! Ogni giorno , per un ' ora e più , a principio della seduta , i sottosegretarii devono spiegare perché il maresciallo dei carabinieri di Fontanella si permise dì mandar a chiamare in caserma l ' assessore anziano o perché il prefetto della provincia di Passaro ha mandato una lettera di biasimo al segretario comunale di Fornaci o perché si è permesso al sindaco di San Calogero di lasciar abitare la maestra del villaggio nella città vicina , con grave danno della rigidezza d ' orario . Il Governo si è occupato di ciò ; e gli risulta con certezza che la maestra arriva sempre in scuola alle otto precise ... Non è vero ! La mattina dell'11 d ' aprile ... Già , ma quella mattina ella fu presa improvvisamente da un leggero malessere , di cui informò anzi il medico condotto . Il medico condotto è del partito del sindaco : la sua testimonianza non è che un atto di connivenza partigiana ... Un ' ora al giorno , tutti i giorni ; e il lunedì per quattro ore almeno di seguito . Le interrogazioni servono per gli elettori . O servono per dimostrare la sensibilità dei deputati di fronte a improvvise cause di turbamento della pubblica opinione . « S ' interroga il ministro degl ' interni per sapere in qual modo intende ristabilire il rispetto delle pubbliche libertà » , a proposito del segretario della lega dei venditori di anelli per chiavi , arrestato durante un comizio e non ancora rilasciato . Tutti interrogano , a proposito di tutto : le serve in portineria . I giornali delle grandi città talvolta , i giornaletti delle sottoprefetture sempre , pubblicano il testo delle interrogazioni , e si capisce così che il deputato veglia . Bisogna aspettare il turno , per lo svolgimento , salve alcune speciali occasioni . Ma spesso quando arriva il turno d ' un ' interrogazione , il deputato che l ' ha presentata non c ' è , e non se ne parla più . Non è una cosa molto grave . Dopo un ' ora e più , quando ha sufficientemente aleggiato nell ' aula la speranza che la carrozza postale di Montecalvo faccia due volte al giorno il servizio e quando , pur troppo , si è confitto nel cuore dei legislatori il dubbio pungente che l ' aumento di sussidio alla linea automobilistica di Val d ' Anfossa sia stato negato per l ' implacabile spirito di sopraffazione dell ' Italia settentrionale sull ’ Italia meridionale , si ritorna alla discussione sulla politica generale del Governo . Avanti ... Onorevoli colleghi ... Parla un deputato dell ' ordine , con qualche disordine nelle idee e nella sintassi . Poi parla un deputato del disordine , con un bell ' ordine di argomenti tutti estremamente facili e semplici , dai quali risulta che tutto va male e andrà peggio fino a quando il socialismo , per mezzo della rivoluzione , cambierà il ferro in oro , l ' inferno in paradiso e il furfante in galantuomo . Non è vero che la vita sia complicata . Le complicazioni le fa il regime borghese . La vita è turbata dallo spirito malefico del capitale . Sopprimete il capitale e la vita diventa regolare e tranquilla come la tavola pitagorica . È terribile , pei pochi lettori di libri , star ad ascoltare questi lettori di giornali . Ma alla Camera sì viene per parlare . Bisogna parlare . Onorevoli colleghi , ( mi sembra d ' essere là , vicino alla scaletta , in piedi , e aver davanti il vassoio con la bottiglia dell ' acqua e la coppetta dello zucchero ) gli orologi dell ' aula segnano le diciotto . A quest ' ora , poiché siamo ancora in inverno , le vie di Roma sono illuminate dalla luce elettrica . Spero che i colleghi dell ' estrema sinistra non vogliano attribuire alla maledetta guerra il rapido tramonto del sole nella stagione invernale o almeno aggiungere alle altre delusioni derivate dalla guerra il perdurare del passato nel ritmo delle stagioni . A quest ' ora il corso è pieno di gente che passeggia : belle donne , contente di vivere , e uomini che si godono la vista delle belle donne . Le grandi rovine dell ' Urbe s ' intagliano nere nel cupo azzurro del cielo dove s ' affollano le stelle delle sere senza luna . I treni corrono verso le città da cui siamo venuti . Ondeggia la nebbia sui fiumi . Cantano lungo le vie maestre , per vincere la malinconia della sera , gli uomini che affrettano il passo verso le case dove i fanciulli stanchi e affamati rientrano nelle cucine . Voglio dirvi che in queste tre ore l ' anima mia ma sì ! è andata a fare un ' inchiesta . Laggiù , in un campo , un contadino riconduceva con lento passo i buoi verso la stalla . Io gli dissi che un progetto di legge può essere tirato in lungo per mesi e mesi o anche rimandato da una legislatura all ' altra , sebbene si pretenda che quella legge , in una forma o in un ' altra , sia necessaria alla nazione . Egli mi disse che bisogna seminare in quei dati giorni , perché dopo non serve più seminare e , non seminando in tempo , si perde un raccolto . Non è lecito perdere per negligenza un raccolto . E quando il fieno è maturo , bisogna falciarlo . Se si tarda è sciupato in parte e il danno s ' avverte nel fare il conto della vendita . Io gli dissi che per decidere se un atto o un proposito del Governo è biasimevole o lodevole , opportuno o deprecabile , si può discorrere un giorno o una settimana o anche due mesi , quando una parte della Camera delibera di mettersi di traverso . Egli mi disse che un giorno di pioggia è una benedizione , due giorni vanno bene , tre guastano . L ' acqua è una cosa santa ; ma se il terreno ne riceve troppa il seme marcisce . Io gli dissi che i deputati hanno una singolare qualità di lavoro , per cui non si guarda che cosa la giornata abbia prodotto , mentre gli uomini di tutti gli altri mestieri devono avere scavato un solco , mondato una pianta , costruito un arnese , insegnato una verità , spazzata una strada , seppellito un morto , raccolto una creatura viva dalla ferita d ' una maternità dolorante e felice . Egli mi disse che fare le leggi e giudicare la condotta d ' un Governo doveva , però , essere una cosa seria . Intanto eravamo arrivati alla sua casa . Sulla soglia , appoggiata allo stipite , era una donna , che guardava un ragazzetto ricondurre , correndo , due pecore . Quando vide il marito , gli mosse incontro . Era incinta e appoggiava le mani sul ventre . Io dissi al contadino che la cosa più seria era preparare per il raccolto , che viene sempre nel tempo aspettato , un campo e una donna . Egli mi disse con umile gentilezza che i signori sanno molte cose . Io gli dissi che vi sono molti signori i quali sanno confondere le cause e gli effetti e più conoscono quest ' arte e più possono aver fortuna presso i loro simili , anche quando sono dissimili , ma se il bifolco semina un frumento gramo , gramo sarà il frumento che maturerà sotto il sole di giugno . Onorevoli colleghi , il contadino si guarda dal seminare il frumento di cattiva qualità e trova per ogni giorno un lavoro , per ogni palmo di terra un fascio d ' erba o i frutti d ' una pianta . E quando qualcuno , ignaro o stolto , gli cammina sul seminato , s ' indigna e grida . Non pare a voi di calpestare talvolta ciò che nasce o ciò che matura ? Oh , dopo quattro ore di seduta , a Montecitorio , desiderio irriverente e disperato di respirare in una tepida stalla l ' odore dello strame e del latte ! - Ma no . Ma se la seduta è tolta Ma laggiù , sotto il seggio del Presidente , gli allegri legislatori stabiliscono il « lavoro » di domani ! E su un banco di sinistra , in alto , ecco il cranio lucente e immobile di quel deputato sardo dal volto lungo , dal silenzio inviolabile , che tutti giorni scrive lettere , scrive , scrive , senza mai alzar la testa , ultimo a raccogliere le sue carte nell ' aula già quasi deserta . « Caro amico , il sottosegretario delle poste e telegrafi ... » . Risponde a tutti , cerca di servir tutti . Tesse la sua tela di ragno fra i lontani elettori e il mito del Governo . Onesto uomo ; ma non gli sarà perdonato di aver voluto fare con coscienza la sua piccola parte e di non aver pronunziato discorsi sulla questione sociale e sull ' importanza che avrà la Sardegna nell ' Europa di domani . L ' Italia è ubbriaca e gonfia di parole e Montecitorio è il suo « vomitorium » .