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LEZIONI AL POPOLO ( - , 1865 )
StampaPeriodica ,
[ I ] Adesso tutti insegnano al popolo . Ed hanno ragione . Passò quel tempo in cui si voleva tenere il popolo nell ’ ignoranza e nell ’ abbrutimento . Adesso mo tutti sono e debbono essere dottori e sapienti . Una volta trovare un dottore , era cosa rara come una mosca bianca : adesso se scappucciate in un sasso , salta fuori un dottore in berrettone e toga . Ah ! non c ’ è più rimedio : la luce , il progresso e la scienza l ’ hanno vinta sulle tenebre , sulla barbarie e sull ’ ignoranza . E se nessuno ve lo dice ve lo dico io . Sappiate mo che anche la Marmitta vuol fare la sua parte in questo insegnamento universale . Sicuro , voglio fare dei dottori anch ’ io e dottori da Marmitta . Altro che quelli che saltan fuori dalla porta dell ’ università col loro diploma e colla loro scienza in tasca . Ho perciò deciso di fare anch ’ io lezioni al popolo . C ’ è qua in Bologna chi lo istruisce dell ’ igiene sociale : è vero che il professore in partibus che dava le lezioni un tanto al metro ha dovuto mettere il catenaccio alla bottega e far fagotto . Ma il suo fallimento non è ancora aperto : dunque posso dire che l ’ igiene sociale è anche insegnata al popolo di Bologna . C ’ è poi chi lo ammaestra in altre cose più sublimi . Cospetto ! Si tratta nient ’ altro che di lezioni popolari di igio e di fisiologia , dalle quali il popolo impara che non bisogna più bollire il latte di vacca , ma è necessario berlo come è prodotto da madre natura . E in tal caso la natura è una gran mamma ! Dunque ho detto fra di me : giacché a Bologna professori con paga e senza , giurati e non giurati , a gratis e a un tanto il cento , dispensano tante cognizioni e tanta scienza al popolo , mi metterò anch ’ io all ’ altezza dei tempi , o piuttosto farò arrivare il popolo ad un ’ altezza maggiore di quella della torre degli Asinelli . E questa è proprio la misura più giusta dell ’ altezza dei tempi nostri ; a Bologna , quelli che andarono più in alto furono gli asinelli . Già Bologna si chiama la dotta , e se qualcuno non crede che sia all ’ altezza dei tempi , ci rispondo secco secco : pezzo d ’ asino , non vedi come è alta la torre degli Asinelli ? Cosa volete che mi rispondesse costui ? Ma veniamo all ’ ergo . Io non voglio parlare né di igio né di igiene , né di fisiologia , né di latte dì vacca , o d ’ altre cose di simil genere . Io voglio spiegare al popolo i suoi diritti , e le conquiste nel novanta meno uno , tutte le felicità che gode e tutte quelle che godrà per omnia saecula saeculorum . Povero popolo ! Finalmente è venuto il suo giorno , finalmente non è più schiavo ed oppresso . I suoi maestri non gli discorrono più di polenta e di fagioli , ma gli fanno scientificamente conoscere ed amare la fisiologia e il latte di vacca . Evviva l ’ abbondanza ! Ecco in breve il mio programma . Prima di tutto io mostrerò che cosa è il popolo , e siccome oggi il popolo è sovrano , così farò vedere come due e due fanno quattro , in che consiste veramente questa sovranità del popolo . E non mi fermo mica qui , perché il popolo ha tante altre belle cose che una volta gli negavano iniquamente i suoi tiranni . Il popolo è stato ridonato alla sua libertà , e oggi abbiamo proprio un ’ innondazione di libertà , che omai ci affoga tutti quanti . Dunque dirò qualche cosa anche sulla libertà . Poi discorrerò dell ’ unità e indipendenza dell ’ Italia con tutti i suoi annessi e connessi , e finalmente farò vedere al popolo , e glielo farò vedere all ’ ultima evidenza , che cosa è la civiltà e il progresso , quali ingredienti si richiedono per fare la prima e quali cose ci vogliono per mettere insieme il secondo . O popolo ! Qua da me , corri alla Marmitta , apri la bocca e le orecchie e stammi ad ascoltare . Incomincio . Che cosa è il popolo ? Ecco la prima domanda : ed ecco subito la risposta . Si è sempre scioccamente creduto che il popolo fosse formato da tutte le classi della società , e i tiranni passati e presenti hanno sempre dato ad intendere ai gonzi che il popolo era l ’ assieme di tutti i cittadini , fossero mo grandi o piccoli , ricchi o poveri , nobili o plebei . Ma adesso che la luce si è fatta , si è saputo che cosa è veramente il popolo . Mettete insieme tre avvocati senza clienti , quattro o cinque medici senza ammalati , due o tre nobili senza un becco di quattrino , otto o dieci scamiciati senza scarpe nei piedi e in piena bolletta nelle saccoccie , dodici o quindici ragazzi dai tredici ai diciotto anni , aggiungete una discreta turba di affamati , di impostori , di ciarlatani , di ambiziosi , di citrulli e di scalzacani , ed eccoti fatto il popolo , il vero popolo , quel popolo che è chiamato all ’ altezza dei tempi e a godere e a bearsi tutta mai la felicità dei tempi nostri . Non si ha diritto di far parte del popolo se almeno non si è giurato e spergiurato una dozzina di volte , se non si hanno le brache rotte , se non si è fornito di due eccellenti polmoni da gridare “ viva questo ” e “ morte a quello , ” se non si hanno debiti da pagare senza un baiocco in scarsella , se non si ha un petto forte da sostenere ciondoli e croci e se non si ha a sua disposizione una coscienza di gomma elastica da tirare di qua e di là a proprio piacimento . Questa , questa sì che è democrazia , e questo , questo è proprio il popolo . Tutti quelli che studiano , che lavorano , che faticano non sono popolo : tutti quelli che stanno nelle case o nelle botteghe , nei negozi o nelle officine , e non istanno nelle bische , nei caffé e nelle osterie tutto il giorno , non hanno diritto di essere annoverati fra il popolo : chi non si sente il coraggio e la forza di fare del baccano e del chiasso nelle strade non è popolo , no , intendetelo bene , non è popolo . Volete vedere il popolo , il vero popolo sovrano ? Venite con me , e ve lo faccio subito vedere . Andate dentro in quell ’ ufficio , in quel bureau , in quel gabinetto : là ci sono diecine e centinaia di signori , da vero o da burla poco importa , che la loro più grande fatica consiste nel contare alla fine d ’ ogni mese chi cinquecento , chi seicento , chi mille lire . Ecco là il popolo , e il popolo sovrano . Essi parlano sempre in nome del popolo , domandano sempre pel popolo , e comandano sempre da parte del popolo . C ’ è uno scribacchiatore di giornali che tira mille , duemila , tremila lire all ’ anno da questo o da quel ministro ? Eccoti là il popolo ! C ’ è un ministro che spende e spande prima per sé e poi per gli altri ? Eccoti là il popolo . C ’ è un cavaliere che mangia a quattro ganasce attorno ad un ’ immensa marmitta ? Eccoti là il popolo . Avete finalmente capito che cosa è il popolo ? Io spero d ’ essermi spiegata chiaro , e m ’ avrete capito molto meglio di quello che avete fatto di igio e di fisiologia . Bravo popolo ! Ti mungono a dovere , e dopo che ti hanno munto t ’ insegnano come hai da fare a bere il latte . C ’ è solo questa differenza : che a te insegnano come hai da fare a bere , e gli altri bevono in vece tua . Una cosa per uno : e così siamo del pari . Vengo ora alla seconda domanda . Che cosa è la sovranità del popolo ? Qui mo mi sbrigo in due parole . Che cosa vuol dire sovrano ? Vuol dire stare al di sopra di tutti gli altri . E tu , popolo , stai proprio sopra a tutti . E sapete in che cosa il popolo sta sopra a tutti ? Ve lo dico io . Ditemi , tra padrone e servitore , chi è da più , e chi sta sopra e chi sta sotto ? Oh ! bella , mi direte , ci vuol poco a capirlo ; il padrone sta sopra il servitore . Benissimo . Ma perché mo il padrone sta sopra il servitore ? Per una sola ragione : perché il padrone paga , e fra padrone e servitore il solo padrone paga . Bene : fate mo i vostri conti che è lo stesso del popolo . Il popolo è sovrano solo perché paga e per essere sovrano , il popolo non deve fare che una cosa : pagare . Ecco già risposto alla mia domanda : la sovranità del popolo consiste nel pagare e nel pagar sempre . Già la buon ’ anima di Cavour quando proclamò la sovranità del popolo , disse più e più volte , bisogna pagare e pagar molto . Dunque , popolo mio , più pagherai e più sarai sovrano . Omai sei giunto all ’ apice della tua sovranità : niente niente che duri a pagare e aumenti nel tuo pagare , tu diventi il sovrano più grande e potente che sia mai esistito sulla terra ! La lezione è già lunga abbastanza ; quest ’ altra volta istruirò il popolo sopra tutti i diritti che ho poc ’ anzi accennato nel mio programma . A rivederci . [ II ] Date gratuitamente dalla “ Marmitta ” sopra tutte le cose ed altre molte ancora Oggi ho bisogno di tutta la vostra attenzione , perché vi parlo di cose importantissime . Ehi ! non si scherza . Il tema del mio dire è nientemeno che la libertà , e poi l ’ unità e l ’ indipendenza d ’ Italia . Comincio dalla libertà . Che cosa è la libertà ? Una volta si credeva che fosse la facoltà di fare tutto quello che non si oppone alle leggi di Dio , della Chiesa , della natura e delle legittime autorità costituite sulla terra . Ma adesso è un altro paio di maniche , perché adesso la libertà è il diritto di fare tutto quello che si vuole . Eh ! diavolo ( mica zoppo ) il popolo , che è sovrano , deve bene poter fare tutto ciò che più gli aggrada . E oggi è proprio così : il popolo dice e fa quello che meglio gli talenta , e nessuno ha diritto d ’ opporsi ai suoi sovrani voleri . Ma già v ’ ho detto che cosa è il popolo e chi lo forma : perciò capirete che ho ragione io di dirvi che il popolo dice e fa tutto ciò che è secondo la sua volontà . Se non lo credete a me , guardate ai fatti e poi persuadetevene una volta . Se il governo fa qualche cosa di male , commette qualche arbitrio , qualche abuso , o qualche ingiustizia , adesso là Dio mercè abbiamo il diritto di dire la nostra ragione , di protestarci contro e di richiamare al dovere chi si fa reo di tali offese alla giustizia e alla legge . È ben vero che si è chiamati alla polizia e là si riceve un serio rimbrotto ; è ben vero che qualche volta si va in carcere , o si è tradotti dinanzi ai tribunali . Ma questo è nulla : è un puro accidente ( da cui Dio salvi ognuno ) per mostrare anzi che c ’ è libertà per tutti . Al popolo sovrano la libertà di dir male del governo , al governo la libertà di mettere le manette al popolo sovrano . Una cosa per uno : bisogna poi contentarsi a questo mondo . Lo stesso dite della libertà della stampa . Non sentiste Don Pasquale quando tutti i momenti era condannato e multato il gerente dell ’ Eco o del Patriota Cattolico ? " Ecco , " sclamava il reverendo , “ ecco la prova più convincente che la libertà della stampa è fra noi al colmo ! Se non vi sono sequestri , condanne , multe e carcere , la libertà della stampa se ne va a calicutte . ” Dunque resta stabilito all ’ ultima evidenza che non vi è vera libertà se non concorrono simultaneamente le seguenti cose : 1 . Manette . 2 . Corte d ’ Assisie . 3 . Sequestri . 4 . Multe . 5 . Condanne . 6 . Carcere . Tutte queste cose , bene si intende , sono fatte per quella parte del popolo sovrano , che credendosi proprio sovrano non dice e non fa quello che vogliono i suoi servitori . Ora vengo all ’ unità e all ’ indipendenza d ’ Italia . L ’ Italia è fatta , dicono tanti . Ma so ancor io che l ’ Italia è fatta : sono ormai seimila anni che questa benedetta Italia è fatta . Che bisogno c ’ è mai di dirlo tanto ? Io non lo capisco proprio . Ma , si aggiunge , l ’ Italia è una . Sicuro , che l ’ Italia è una : non ho mai sentito dire che ci siano due Italie . L ’ Italia è unita dall ’ Alpi al mare . Altro che unita ! È unita e compatta da un capo all ’ altro in modo che se non viene il signor Lesseps a farci un taglio in mezzo come ha fatto all ’ istmo di Suez ; sfido chiunque a dividerla e a disunirla . Io l ’ ho girata per lungo e per largo e l ’ ho trovata proprio tutta d ’ un pezzo . Anche qui non capisco perché tanti si sfiatano a dire che finalmente l ’ Italia è unita ! Quanto poi alla sua indipendenza , è una cosa più chiara della luce di pien meriggio . Basta guardarci per capire che è il paese più indipendente del mondo . L ’ Italia è una penisola e perciò sta attaccata da un lato solo : essa quindi dipende meno di qualunque altro . Andate mo a vedere la Francia , la Prussia , l ’ Austria e tant ’ altri paesi : sono attaccati da tante parti che fa davvero pietà il solo vederli così pendenti , chi a una catena di montagne , chi a un fiume , chi a un altro Stato , chi ad un altro paese . Ma l ’ Italia , volere o non volere , non ha bisogno di tanti puntelli e di tante pendenze ; se la tira di lungo col suo stivale e batte il tacco , come suol dirsi , in mezzo all ’ acqua . Ecco perché gli stranieri , adesso specialmente , non possono ficcare il naso in casa nostra . È vero che a Malta ci sono gl ’ Inglesi , che a Nizza e in Corsica ci sono i Francesi e che nel Veneto ci sono i Tedeschi : ma questo non monta . L ’ Italia sarà sempre una in eterno , e indipendente del tutto . Noi lo diremo e lo proclameremo sempre e dappertutto . Non avete veduto , come abbiamo fatto ad avere Roma ? II Papa si ostinava a starci , i Francesi si ostinavano a non volere andar via : ma noi un bel giorno abbiamo raffermato il diritto dell ’ Italia su Roma , e felice notte , Roma è diventata dell ’ Italia . Ehi ! Signori miei : oggi si combatte per un ’ idea , non si cerca mica più la prosaica realtà . Malta sia pure degli Inglesi , Nizza di Napoleone e il Veneto dell ’ Austria : ma le virtù dell ’ idea sono e saranno sempre dell ’ Italia . Dite mo che il barbaro Tedesco colle sue baionette e col suo quadrilatero ci venga a rapire la nostra idea ! Cucù ! La lezione è finita . A rivederci sabato .