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Il paiòlo non dica alla padella tirati in là che tu non mi tinga . Questo proverbio , l ’ aveva sempre in bocca quella buon ’ anima di mia nonna , quando voleva difender me , che ero il suo cucco , difronte a coloro che mi tenevano per il più birichino fra ragazzi di casa e di scuola . Ed il proverbio e la nonna mi tornarono in mente una mattina , che uno scamiciato trattava male a perdifiato un contadino . Non vi saprei dire il motivo della contesa : so per altro che io avrei scommesso tre lire contro cinque centesimi , che aveva torto lo schiamazzone . Toh ! e perché ? Il perché sarebbe troppo lungo : ma la ragione principale sta in questo , che i cittadini giudicano quasi sempre colla accetta de ’ poveri campagnuoli . Villanaccio qua , villanaccio là , villanaccio su , villanaccio giù , ecco l ’ antifona che hanno sempre in bocca , trecconi , facchini , vetturini , e bottegai d ’ ogni specie . E neanche le persone dotte ci si comportano come dovrebbero : non parlo de ’ pezzi grossi perché questi poi , tranne pochi e pochi bene , giudicano e governano il contadino , come , io , povero diavolo che non ho mai maneggiato lo schioppo , saprei fare il generale d ’ armata . E quanto inumana cosa sia questa e dannosa riesca , non ve lo potete immaginare . O non son eglino i contadini , che co ’ loro sudori ci provvedono del pane che ci sfama , delle carni che ci mantengono grassi e robusti , degli erbaggi , delle frutta , dell ’ olio , de ’ latticini , del vino che ci ricreano ? Se smettessero loro di lavorare la terra , di custodire il bestiame , di coltivare le piante , vorrei vedere quanti artigiani , letterati , dottori e possidenti anderebbero a sostituirli . Dei campagnuoli che vengano ad ingombrare le città se ne vedono parecchi , ma de ’ cittadini che vadano a zappare , a portare , od a guardare il bestiame , ve la do in mille se me ne trovate uno soltanto . E davvero che l ’ aver sempre il povero corpo esposto all ’ acqua , al vento , alle nebbie , allo stridor del verno , ed allo stellone d ’ estate , l ’ abitare spesso tuguri che stanno ritti per miracolo del Signore , e che riparono malamente dalle intemperie delle stagioni ; mangiare del pane nero con poco e cattivo companatico , trangugiare delle sbroscie tutt ’ altro che gustose ; e bevere per ristoro dell ’ acqua , non sempre buona , è tal sorte da non essere di certo invidiata da chicchessia . E se badando alla condizione delle famiglie di qualche bel podere delle masse , o di qualche altro podere stempiato dalla val d ’ Arbia , s ’ irridesse come spropositato il quadro che ho fatto in genere del campagnolo , prego a non fermarsi tanto sull ’ eccezioni , ma di considerar bene come vanno le faccende per i più , ed allora ognuno sarà fatto capace , che invece di esagerare sono rimasto al di sotto del vero . Alto là ! perché arriccia il naso lei , sor Protoquamquam della prudenza , o per dir meglio della paura . Se mi sente fare l ’ avvocato de ’ contadini non si pensi , ch ’ io sia di que ’ figuri , che vestiti di nero o di rosso mettono a leva i poveri ed i disgraziati , per farsi largo e pescare nel torbido . Intendo dire la verità senza rispetti umani , ma non ha a credere ch ’ io voglia adulare le genti per menarle pel naso , come fanno certi bricconi che tutti conosciamo . Ho detto quel che ho detto de ’ contadini , non per concluderne che tutti sieno stinchi di santo , e che in quattr ’ e quattr ’ otto se n ’ abbia a fare altrettanti pastori come quelli della Sacra Scrittura , ed agricoltori alla romana . Convengo ancora io che ce ne sono , e non pochi , degli sgarbati , ignoranti , caparbi , lesti di mano , e codini ; ma se ci mettiamo una mano sul cuore , si dovrà dall ’ altro canto convenire , che se sono come sono , non è assolutamente di loro la colpa . Sono sgarbati ! E da chi e dove hanno da imparare la creanza ? Sono ignoranti ! E quando si è pensato ad istruirli come farebbe di bisogno ? Sono caparbi ! Mi fate ridere , e come non dovevano finora esserlo ? Costretti a fare razza da sé ed a vedersi scherniti da tutti , fino al punto che della qualifica di villano si fece segno di spregio ed ingiuria , per maledetta saetta non potevano dare ai lavori campestri altre regole , che quelle che da padre in figlio si trasmettevano . E per peggio se qualche volta , e proprio quando il diavolo suonava a predica , i proprietari si provavano ad ingerirsi di faccende campestri , dicevano tali e tanti spropositi , che i contadini avevano ragione d ’ insuperbire della loro sapienza ; e sempre più s ’ intestavano nella falsa supposizione , che le teorie piuttosto che utili fossero dannose , e che a voler fare qualche cosa di buono , non bisognava dipartirsi dalle vecchie consuetudini . Ora poi che grazia a Dio , si è trovato il modo di fare intendere , che la scienza riesce di fatto di potentissimo aiuto alla pratica , adagio adagio ancora i contadini se ne persuadono , abbandonano i pregiudizi , accettano le nuove pratiche , e giorno per giorno si avvedono meglio , che l ’ agricoltura è suscettibile di grandi e continui progressi . Le macchine introdotte , ed i nuovi sistemi di cultura in parecchi luoghi accettati , ne sono luminosi esempi . Sono un po ’ lesti di mano ! È un peccataccio questo che non può essere scusato . Le cagioni che lo fomentano sono però molte , e ci duole per ciò , che la necessaria brevità del nostro discorso non ci permetta dicifrare . Comunque siasi è piaga che ha bisogno di efficaci rimedi : ma i peccatori hanno bisogno di esser aiutati . Hanno la coda ! L ’ avremmo ancora noi se non vedessimo , non ascoltassimo , e non confabulassimo altro che con codini maliziati . Bisogna proprio avere il cervello d ’ oca per non convenire , che di molti mancamenti rinfacciati ai campagnoli , la cagione non ultima siamo noialtri cittadini . Se mettiamo il caso quando vengono in città principiassimo a trattarli con benevolenza , perderebbero naturalmente ancora essi quel piglio di mala grazia e diffidenza che tanto ci dispiace . Quando le cose d ’ Italia saranno aggiustate come Iddio comanda , e , giusta i voti del nostro buon Re , si potrà pensare di proposito alla sana ed efficace istruzione del popolo , vedrete che ancora le genti di campagna ci guadagneranno tanto da non riconoscersi nemmeno . E se li sforzi di alcuni benemeriti , saranno coronati da buon successo , e riusciranno di far comprendere a chi può dar mano all ’ opera , che l ’ agricoltura deve essere sorgente di ricchezza incalcolabile , per la nostra bella e feracissima Italia ; la testardaggine de ’ campagnuoli dovrà dileguarsi , come la nebbia si dissipa al vento . Si pensi da senno a migliorare la sorte del contadino ; si riconosca , come fra gli stenti mal si cerchi di avere robusto e lavoratore l ’ operante ; si facciano patti da potersi veramente mantenere ; col buon esempio s ’ inspiri l ’ amore pel giusto e per l ’ onesto , e le gherminelle dell ’ affamato cesseranno , e le bricconerie del mal avvezzo potranno essere facilmente colpite da opportune leggi . Poniamoci tutti d ’ accordo alla sant ’ opera , intesa a render nulle le triste e nefande pratiche di coloro , che voglion fare del contadino un cieco strumento di reazioni e di straniera servitù . Dimostriamo ai miseri illusi , che gl ’ immensi beni che debbon derivare agli Italiani , dall ’ appartenere ad una grande e potente nazione , non si faranno risentire esclusivamente nelle città , ma che le campagne ci avranno forse anche maggior tornaconto . Non ci spaventino gli ostacoli ; non ci lasciamo accalappiare dalle insidie di coloro , che si sono ignominosamente venduti alla fazione parricida : concordia , fermezza , buon volere , operosità , occhio alla penna , e vedrete ancora i contadini divenire buoni , onorati , amorosi , e veri Italiani . Ma fino a tanto che queste utili pratiche non siano iniziate , non dimentichiamo per l ’ amore del prossimo e d ’ Iddio , che il paiolo non può dire alla padella tirati in là che tu non mi tinga .