StampaPeriodica ,
Di
recente
Alberto
Ronchey
è
tornato
alla
carica
sulla
nostra
«
televisione
senza
qualità
»
.
E
anche
un
consigliere
di
amministrazione
della
Rai
,
Alberto
Contri
,
ha
criticato
in
diverse
occasioni
il
basso
livello
culturale
e
di
qualità
del
nostro
servizio
televisivo
.
Il
direttore
generale
della
Rai
,
Celli
,
risponde
con
statistiche
che
proverebbero
,
a
suo
dire
,
che
la
Rai
offre
più
«
servizio
pubblico
»
di
altre
reti
europee
.
Qualche
volta
rispondere
con
statistiche
è
rispondere
.
Ma
le
statistiche
di
Celli
appartengono
all
'
aria
fritta
.
Sapere
che
ai
tg
è
stato
dedicato
il
13
per
cento
,
alla
cultura
il
25
per
cento
e
agli
approfondimenti
il
14
per
cento
del
tempo
Rai
è
una
presa
in
giro
.
Per
esempio
,
se
il
contenuto
informativo
serio
e
di
interesse
pubblico
dei
nostri
tg
è
zero
,
1.300
ore
di
trasmissione
tg
fanno
sempre
zero
.
E
la
voce
cultura
come
viene
definita
?
Cosa
ci
viene
cacciato
dentro
?
E
a
che
ora
?
Dopo
mezzanotte
?
Per
dibattere
di
qualità
e
cultura
dobbiamo
essere
in
buona
fede
.
Acchiappare
queste
nozioni
è
un
po
'
come
acchiappare
un
'
anguilla
.
Chi
vuole
fare
il
furbo
se
la
cava
sempre
.
Ma
chi
non
cerca
di
fare
il
furbo
non
produce
statistiche
che
mettono
assieme
lucertole
e
coccodrilli
e
ammette
senza
cavilli
che
il
livello
culturale
di
un
film
di
Luchino
Visconti
fa
scomparire
il
livello
culturale
di
un
Carlo
Verdone
.
Facciamo
un
esempio
preciso
:
il
genere
dei
film
«
gialli
»
,
dei
«
mistery
»
.
Mi
si
consentirà
che
questo
genere
ha
un
buon
mercato
.
Eppure
Viale
Mazzini
ci
ha
propinato
senza
fine
il
mediocrissimo
ispettore
Derrick
e
ha
sempre
ignorato
i
bellissimi
mistery
inglesi
(
dai
Poirot
impersonati
da
David
Suchet
,
alla
serie
dell
'
ispettore
Morse
e
altre
)
.
Mi
si
risponde
che
in
Italia
il
mistery
inglese
non
va
.
Il
che
vuol
soltanto
dire
,
a
mio
avviso
,
che
la
nostra
tv
ha
diseducato
il
nostro
spettatore
a
livelli
da
quattro
soldi
,
appunto
a
livelli
Derrick
.
Comunque
,
il
punto
centrale
è
quello
del
servizio
pubblico
.
Per
Viale
Mazzini
«
pubblico
»
vuol
dire
«
acchiappare
pubblici
»
,
acchiappare
il
più
alto
numero
possibile
di
spettatori
.
Invece
no
.
Un
servizio
pubblico
è
tale
in
quanto
serve
un
interesse
pubblico
su
materie
di
pubblica
rilevanza
.
E
qui
il
fatto
è
che
i
nostri
telegiornali
ci
regalano
quasi
soltanto
una
cronaca
di
nessunissima
rilevanza
ai
fini
della
formazione
di
una
opinione
pubblica
.
Intanto
,
il
mondo
è
pressoché
sparito
(
basta
,
per
dimostrarlo
,
il
confronto
con
il
notiziario
delle
world
news
della
Bbc
)
;
e
il
resto
è
tutto
in
chiave
di
raccontino
lacrimoso
mammistico
.
Se
poi
l
'
obiezione
è
che
un
notiziario
serio
che
dà
notizie
che
ci
aiutano
a
capire
gli
eventi
otterrebbe
un
ascolto
del
5
per
cento
,
a
questa
obiezione
rispondo
che
un
5
per
cento
che
sa
qualcosa
è
pur
sempre
meglio
di
un
100
per
cento
che
non
sa
nulla
.
Rispondendo
ad
Alberto
Contri
il
presidente
della
Rai
Zaccaria
lo
rintuzza
così
:
«
sono
sorpreso
quando
un
consigliere
[...]
sventola
la
bandierina
della
qualità
.
Il
Cda
lavora
da
un
anno
e
mezzo
su
questo
»
.
Bene
.
La
Rai
cominci
a
dimostrarlo
in
sede
di
qualità
dell
'
informazione
.
La
qualità
in
generale
è
,
dicevo
,
nozione
anguillesca
.
Ma
la
qualità
dell
'
informazione
può
essere
misurata
al
paragone
ogni
giorno
.
Servizio
pubblico
o
invece
disservizio
pubblico
?
Finora
,
disservizio
.