Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
PAROLE PRELIMINARI ( GENTILE GIOVANNI, , 1934 )
StampaPeriodica ,
Si chiude un periodo , e se ne apre un altro . Tutti gl ' italiani lo sentono . Con la Legge sulle Corporazioni la Rivoluzione fascista è giunta alla sua maturità , e l ' Istituto Nazionale Fascista di cultura riconosce che non si tratta più di " educare " il popolo italiano alla scuola del fascismo , ma di esporre ormai ed enucleare le esigenze del nuovo spirito , e concorrere , per la propria parte , all ' opera di costruzione della nuova civiltà che il mondo attende dagl ' italiani o a cui già collabora . Certo , in un senso assoluto , l ' educazione umana non finisce mai ; e il fascista che ha la sua fede non dimenticherà mai , che ogni giorno ci sarà un nuovo dovere per lui , e una nuova prova ; alla quale resterà impari senza nuovi sforzi e un superiore perfezionamento della sua personalità . Ma c ' è pure una maturità relativa , che licenzia i giovani da ogni obbligo di scuola e li ammette alla vita ; nella quale devono dire la loro parola e recare il contributo della loro opera , assumendo tutta sopra di sé la responsabilità d ' ogni loro azione . Finisce il tirocinio e comincia il lavoro della produzione e della creazione . L ' uomo comincia socialmente a contare , ed esser lui ... Quindici anni ( 1919-1933 ) sono passati in un travaglio che ha impegnato dapprima , col fondatore del nuovo sistema politico e morale , pochi adepti animosi , e poi schiere sempre più numerose e serrate di italiani attratti dalla luce dell ' idea e dalla bellezza dell ' esempio , e in - fine tutta la nazione . Sono passati , non in un ' attesa vana ; ma in una lenta , prudente , disciplinata e laboriosa fatica , piena di fede e di entusiasmo , diretta costantemente ad un fine : restaurare lo Stato , non forma astratta e quasi soprastruttura per sé stante della realtà nazionale , ma la stessa vivente organizzazione e coscienza di tale realtà . Azione squisitamente educativa , attraverso la scuola e il Partito , attraverso il Parlamento e la Milizia , ma sopra tutto attraverso la potente suggestione del Duce sulla massa . Oggi con la legge delle Corporazioni questa fatica trilustre è compiuta , poiché lo Stato , almeno virtualmente , è organizzato ; e s ' affaccia con la sua caratteristica fisionomia nel mondo , come artefice primario di quella pace mondiale che è disarmo di frontiere e di animi , lealmente e coraggiosamente voluto e perciò divenuto realisticamente possibile ; e come portatore di una nuova idea . Questa idea non è un ' astratta dottrina politica , né un astratto sistema economico e sociale . Lo Stato di Mussolini è forza ; ma è forza perché è idea . È concetto dell ' uomo e del mondo , e quindi programma totalitario di vita , così pel singolo come per la nazione . La quale , a sua volta , non è quella fittizia entità naturalistica che è per qualche imitatore esotico del fascismo , ossia la razza , presunta realtà naturale misteriosa . La nazione del fascista è , mazzinianamente , coscienza di sé e missione . Tanto fiera di sé e gelosa della sua individualità storicamente privilegiata , quanto è aperta e pronta al riconoscimento ed esaltamento di ciò che nell ' italiano è umano , e che all ' italiano rende possibile un linguaggio significativo per tutte le genti . Lo Stato di Mussolini è perciò riordinamento e potenziamento delle energie nazionali radunate e unificate nella disciplina dell ' autorità , che sola è capace di stringerle in un vivo fascio ; ma anche nuova civiltà . Che vuoi dire nuovo pensiero in tutta la ricchezza delle sue determinazioni : arte e religione , scienza e visione speculativa della vita , costume e legge , stile dell ' uomo . Ciò che lo Stato di Mussolini non potrebbe essere , se si limitasse a quel semplicistico principio dell ' autorità , a cui l ' osservatore superficiale guarda come al suo carattere più rilevato . Come forma essenzialmente etica della personalità umana , lo Stato fascista è autorità . Ma è autorità in quanto è libertà , od espressione della volontà nazionale . Tutt ' è che questa volontà non vada cercata ne ' suoi accidentali e fallaci erramenti , come il capriccio od arbitrio insofferente e insolente dell ' individuo , o come l ' inconsapevole , nervosa , stravagante velleità degli irresponsabili che , pur di mettere a fuoco la presunzione del lorocervello , non esiterebbero a rischiare l ' esistenza stessa del cielo e della terra : fiat experimentum et pereat mundus . La volontà nazionale è invece lì , nel suo storico , normale , sano , razionale indirizzo , qual è determinato dal complesso de ' bisogni della nazione economici e politici , materiali e morali . Perciò lo Stato di Mussolini è Stato corporativo : che vuol dire la forma più adeguata e più aderente di una democrazia , che non sia quel mito comodo ai politicanti anarcoidi del vecchio parlamentarismo di una volta , ma la realtà stessa ed effettiva del popolo . Il quale popolo , poi ormai si sa , è cosa molto diversa dalla somma o maggioranza dei singoli cittadini che il materialistico liberalismo fantasticava , ma si incontra e si manifesta nel sistema organico delle forze produttive della nazione . Quelle forze d ' ogni genere , che creano la storia , e che , se sfuggono allo sguardo dei più , che ne sono in certo modo governati e come vissuti , sono ravvisate e tratte alla luce e rese consapevoli dall ' uomo di genio nella universalità chiaroveggente e gagliarda del suo spirito . L ' uomo di genio non è certo un istituto , che il diritto pubblico possa postulare e teorizzare . Ma appunto perciò riveste il carattere provvidenziale proprio dei grandi eventi e personaggi della storia . Che gli uomini s ' illudono sempre di creare o guidare , laddove essa è già in atto , tutta determinata , quando gli uomini cominciano a pensarci su e a studiarla ...