StampaPeriodica ,
I
.
Lo
sviluppo
,
in
civiltà
,
complessività
e
conoscenza
delle
nazioni
,
richiede
nella
loro
storia
politica
una
alternativa
di
decentramenti
e
concentramenti
della
somma
del
potere
governante
.
I
periodi
in
cui
si
sente
necessario
decentrare
e
distribuire
tale
potere
,
sono
periodi
di
agitazione
e
culminano
nelle
rivoluzioni
;
i
periodi
di
maggiore
concentramento
corrispondono
all
'
imporsi
dei
regimi
assoluti
.
Questa
legge
appare
molto
chiara
nella
storia
di
Francia
.
Il
potere
assegnato
dal
feudalismo
ai
marchesi
,
protettori
delle
regioni
di
confine
,
aumenta
fino
a
sembrare
pericolo
per
la
unità
dello
Stato
;
allora
Luigi
XIV
chiama
a
sé
i
marchesi
e
ne
fa
dei
funzionari
della
Corte
.
Con
l
'
andare
del
tempo
questo
genera
un
soverchio
concentramento
e
squilibrio
tra
il
cuore
e
la
periferia
,
e
prepara
la
rivoluzione
con
tutte
le
sue
conseguenze
.
In
altre
parole
:
lo
stabilirsi
dei
regimi
assoluti
corrisponde
alla
necessità
di
riaggregare
energie
che
si
stavano
decomponendo
,
le
rivoluzioni
sono
per
contro
forze
disgregative
che
intervengono
a
fermare
un
processo
di
eccessivo
aggregamento
,
quando
elementi
coordinati
del
potere
stanno
,
come
si
dice
in
meccanica
,
per
"grippare."
La
rivoluzione
mussoliniana
è
tutt
'
altra
cosa
.
Come
è
altra
cosa
la
storia
d
'
Italia
.
Le
storie
parallele
,
talora
collaboranti
talora
tra
loro
contrastanti
,
che
la
compongono
,
han
dato
e
consolidato
alle
membra
più
lontane
dal
cuore
una
tale
ricchezza
di
toni
e
di
forze
,
che
l
'
alternativa
di
cui
s
'
è
detto
non
ha
più
ragione
di
invocarsi
.
La
disgregazione
precedeva
la
Rivoluzione
e
la
Guerra
(
la
Guerra
fu
il
primo
atto
della
Rivoluzione
mussoliniana
)
e
stava
accadendo
non
tra
le
membra
più
lontane
e
il
cuore
governante
della
Nazione
,
ma
nel
centro
stesso
del
potere
.
La
Rivoluzione
mussoliniana
non
è
disgregante
,
anzi
è
un
mezzo
diretto
all
'
unificazione
e
consolidamento
del
potere
centrale
:
è
una
rivoluzione
tipicamente
"
strumentale
"
:
rivoluzione
non
di
un
disgregatore
,
ma
di
un
costruttore
.
Appena
compiuta
,
il
Capo
di
essa
rivoluzione
,
con
quegli
stessi
strumenti
coi
quali
l
'
ha
portata
alla
vittoria
,
si
accinge
all
opera
ricostruttiva
.
E
il
consolidamento
delle
energie
centrali
non
è
fatto
a
spese
delle
regioni
di
periferia
,
ma
lascia
intatte
tutte
le
conquiste
delle
loro
storie
singole
laboriosissime
.
II
.
Nei
vecchi
manuali
scolastici
si
leggeva
:
"
col
1870
si
è
compiuta
l
'
unità
d
'Italia."
Non
era
vero
,
perché
il
"
senso
politico
della
nazione
"
era
rimasto
ancora
di
una
minoranza
.
Il
senso
della
nazione
ha
cominciato
a
diffondersi
tra
il
popolo
con
i
quattro
anni
della
vita
di
guerra
.
Vittorio
Veneto
fu
una
prima
vittoria
d
'
una
Italia
nuova
,
nata
dal
farsi
ampiamente
popolari
l
'
idee
che
erano
state
di
una
minoranza
colta
.
Questa
minoranza
voglio
dire
,
quella
aristocrazia
intelligente
che
aveva
capito
che
all
'
unità
di
carattere
nazionale
in
Italia
doveva
corrispondere
un
'
unità
di
carattere
politico
quella
minoranza
risaliva
,
nientemeno
,
a
Petrarca
e
Dante
;
e
andò
nei
secoli
afforzandosi
,
ma
minoranza
intellettuale
rimase
chiaramente
anche
dopo
il
Risorgimento
.
Con
la
nuova
Italia
cioè
con
la
Guerra
e
il
Fascismo
la
concezione
dell
'
Italia
come
nazione
diventa
popolare
.
Voglio
dire
che
passa
dalle
aristocrazie
intelligenti
al
popolo
.
Ma
scavalca
lo
stato
intermedio
,
la
borghesia
.
Qui
si
innesta
il
fenomeno
strano
,
per
cui
gli
ottocentomani
sembra
abbiano
buon
giuoco
quando
ci
dicono
:
"
Come
mai
un
'
Italia
,
caduta
in
tanta
ristrettezza
d
'
idee
come
quella
del
decimonono
,
come
mai
ha
potuto
preparare
la
Guerra
e
la
Rivoluzione
?
"
Si
risponde
che
a
quelle
ristrettezze
d
'
idee
e
di
costume
politico
era
scesa
,
non
l
'
Italia
,
ma
la
sua
classe
più
in
vista
,
la
classe
direttiva
,
la
borghesia
.
L
'
addormentamento
democratico
era
fenomeno
di
origine
strettamente
borghese
:
veniva
di
Francia
;
paese
borghese
per
eccellenza
.
Ma
sotto
quella
classe
direttiva
c
'
era
l
'
indole
profonda
,
il
carattere
dell
'
italiano
.
In
ogni
nazione
convivono
e
utilmente
collaborano
tutte
le
classi
sociali
,
ma
ogni
nazione
richiama
il
proprio
fondamentale
carattere
all
'
una
piuttosto
che
all
'
altra
.
Come
la
Francia
è
soprattutto
borghese
,
così
l
'
Italia
è
soprattutto
fondamentalmente
popolare
.
Come
tale
,
l
'
Italiano
sa
generare
di
tratto
in
tratto
,
quando
gli
è
storicamente
necessario
,
una
aristocrazia
intellettuale
da
cui
si
fa
volenteroso
guidare
.
Questo
è
il
meccanismo
intelligente
,
che
gli
scettici
chiamano
"
lo
Stellone
.
"