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I DITTATORI ( - , 1938 )
StampaPeriodica ,
L ' Europa è pressoché quieta e l ' Italia in festa . Giunge a noi il Dittatore germanico : lo accogliamo e lo salutiamo con le promesse dello spirito che si rinfranca nell ' opera di pace iniziata con gli accordi anglo - italiani . Lo festeggiamo pure nell ' aria di un terzo dono delle sacre leggi naturali : l ' Amicizia . In Italia l ' Amicizia è una religione ; la religione di chi ha patito , lottato , trionfato , di chi sa il morso dell ' invidia e prova il lenimento della sicura compagnia . Questa religione scende a noi da una cattedra infallibile : Mussolini . Il Duce ha rinnovato , moralizzato l ' arte politica con la regola dell ' Amicizia , che è la fedeltà all ' onore , alla parola data , alla gratitudine , al carattere , al senso , in breve , del bene comune . La politica così intesa e praticata riesce una nuova cavalleria spirituale ; certo è una rinascenza : sicurissimamente è un mezzo efficace di avvicinamento , di reciproca intesa , di fratellanza tra simili ed affini . Non più calcolo dell ' interesse semplice e composto , essa è il punto fermo della politica estera italiana , ne è l ' attrattiva principale . Non con armi diverse Mussolini poteva accingersi alla riscossa fascista dentro e fuori , al riassestamento europeo che non sarebbe possibile coll ' inimicizia alla base dei rapporti internazionali , alla realizzazione della comunanza tra vecchie e giovani Nazioni . L ' Europa è salva per questa Amicizia , non è finita nella catastrofe per volontà e saggezza di Essa . L ' Amicizia è vita nuova . Rifugge dai disegni sinistri e sa che l ' umanità è nata per salire verso mete che gli antichi dicevano celesti ma noi moderni , uomini della realtà frammentaria , chiameremo press ’ a poco di benessere generale .