StampaPeriodica ,
Una
volta
si
diceva
:
«
i
Goncourt
»
,
né
l
'
un
fratello
si
distingueva
dall
'
altro
;
le
loro
opere
andavano
innanzi
al
pubblico
,
le
loro
lettere
pervenivano
agli
amici
firmate
con
ambedue
i
nomi
,
Giulio
ed
Edmondo
;
tracciavano
insieme
il
piano
de
'
loro
lavori
,
poi
ci
pensavano
ognun
da
sé
,
scrivevano
ciascuno
per
conto
proprio
:
ma
dalla
consuetudine
degli
studi
comuni
,
dalla
convivenza
non
interrotta
,
tale
era
uscita
una
conformità
intellettuale
e
morale
che
non
di
rado
l
'
uno
e
l
'
altro
,
rispetto
a
un
istesso
argomento
,
sentivano
e
scrivevano
ad
un
modo
.
Frutti
di
questo
doppio
e
pur
simile
lavoro
diuturno
furono
Germinie
Lacerteux
,
Manette
Salomon
,
Renée
Mauperin
,
de
'
più
notevoli
romanzi
di
questo
tempo
,
e
l
'
Henriette
Marechal
,
audacissimo
dramma
,
caduto
all
'
Odeon
tra
'
fischi
della
masnada
guidata
da
un
oscuro
abitatore
del
quartier
latino
,
avvocato
senza
clienti
,
il
Gambetta
;
non
perché
il
dramma
gli
paresse
cattivo
,
ma
perché
gli
autori
andavano
in
casa
della
Principessa
Matilde
.
La
recente
caduta
di
lui
non
ebbe
forse
causa
diversa
:
alla
più
parte
di
coloro
che
gli
si
scandagliarono
contro
non
parve
forse
il
suo
governo
peggiore
d
'
un
altro
:
intollerabile
bensì
ch
'
egli
preferisse
le
nuove
sale
lucenti
del
Palazzo
Borbone
ai
biliardi
affumicati
del
Caffè
di
Madrid
!
Un
giorno
,
saranno
dodici
anni
fra
poco
,
quella
feconda
comunione
fu
spezzata
ad
un
tratto
.
Il
più
giovine
de
'
fratelli
,
Giulio
,
morì
:
morì
della
malattia
della
quale
morremo
noi
tutti
,
qualunque
sia
l
'
occasione
ch
'
essa
scelga
a
percuoterci
,
qualunque
sia
il
nome
onde
la
battezzino
i
medici
:
morì
per
la
perpetua
tensione
dello
spirito
,
per
lo
sforzo
senza
riposo
,
per
la
fatica
del
maneggiare
la
penna
,
assai
più
grave
arnese
a
chi
l
'
ha
sempre
fra
mano
che
la
marra
o
la
vanga
.
Quel
giorno
anche
Teofilo
Gautier
il
quale
aveva
insegnato
colla
parola
e
coll
'
esempio
che
bisogna
serbare
il
pudore
della
commozione
pianse
in
pubblico
dietro
al
feretro
,
dal
villino
d
'
Auteil
al
cimitero
di
Montmartre
:
pianse
un
amico
morto
giovane
e
due
baldi
intelletti
perduti
.
Due
;
e
il
vaticinio
si
avverò
:
i
libri
pubblicati
da
Edmondo
dopo
quel
tempo
son
difatti
libri
incompiuti
:
la
Fille
Eliza
,
i
Frères
Zemganno
,
questa
stessa
Faustin
appaiono
quasi
materiali
aspettanti
invano
chi
scelga
con
giudizio
e
disponga
con
ordine
;
libri
accozzati
,
non
discussi
.
Si
direbbe
che
,
assuefatto
ai
consigli
del
morto
,
il
superstite
reputi
quasi
irriverente
chiedere
consiglio
a
sé
stesso
intorno
all
'
opera
propria
!
O
c
'
è
forse
un
'
altra
ragione
.
Un
quindici
anni
fa
,
prima
assai
che
le
battaglie
parlamentari
chiamassero
sotto
le
bandiere
anche
me
milite
debole
e
pigro
,
accompagnai
un
amico
,
gentiluomo
di
casata
antica
,
lindo
,
elegante
,
pieno
di
delicature
,
in
un
suo
giro
elettorale
.
Che
triste
fatica
!
Gli
toccava
perorare
nelle
stalle
,
banchettare
nelle
bettole
,
baciare
sul
viso
inzavardato
i
bambini
del
collegio
,
stringere
mani
!
...
che
,
in
barba
alla
legge
,
lasciarono
certo
più
d
'
un
segno
sopra
la
scheda
.
Che
vuoi
?
mormorava
contrito
Oramai
ci
sono
,
bisogna
starci
.
La
sera
,
subito
appena
fermato
il
legno
alla
porta
di
casa
,
non
scendeva
,
schizzava
:
e
senza
ascoltare
neppure
uno
dei
molti
che
gli
s
'
affollavano
intorno
,
colle
braccia
tese
in
alto
correva
su
per
le
scale
gridando
a
squarciagola
:
sapone
,
sapone
,
sapone
!
Tale
,
secondo
me
,
il
Goncourt
.
Egli
è
dei
pochi
per
i
quali
lo
Zola
abbia
consentito
a
scerpare
una
fronda
da
quella
pianta
di
alloro
sotto
cui
si
sdraia
persuaso
.
S
'
è
oramai
rassegnato
a
eseguire
in
tutto
e
per
tutto
gli
ordini
del
maestro
;
s
'
è
imposto
di
cercare
i
documenti
umani
nei
lupanari
,
nei
circhi
,
nelle
taverne
,
nei
camerini
delle
prime
e
delle
seconde
donne
;
e
lo
fa
:
ma
il
farlo
ripugna
a
lui
uomo
elegante
,
educato
alla
castigatezza
del
linguaggio
,
assuefatto
alle
contegnose
reticenze
della
gente
per
bene
.
Sopporta
per
rifornire
l
'
archivio
delle
sue
note
il
lezzo
di
certe
alcove
,
il
tanfo
di
certi
palcoscenici
,
ma
tornato
a
casa
,
in
quella
casa
ch
'
egli
stesso
ha
descritta
,
tra
le
acque
forti
dell
'
Eisen
e
le
porcellane
di
Sèvres
,
fra
i
quadri
del
Watteau
e
i
ricami
di
Maria
Lezinska
,
non
gli
basta
l
'
animo
a
rimuginare
quella
sozza
congerie
.
Lo
nausea
quel
dovere
incastonare
in
un
dialogo
ordinato
con
laboriosa
economia
la
frase
ch
'
ei
non
pronunzierebbe
neanche
innanzi
al
suo
servitore
:
e
non
scerne
,
non
dispone
,
non
sintetizza
:
scodella
addirittura
i
suoi
taccuini
:
onde
la
mancanza
di
quella
lenta
elaborazione
che
conservando
trasforma
e
impiccolisce
il
volume
aumentando
la
massa
,
e
dalla
materia
greggia
che
è
a
disposizione
di
tutti
trae
per
il
paziente
ingegno
d
'
uno
solo
l
'
opera
d
'
arte
.
Così
può
giudicare
chi
conosce
l
'
indole
e
le
costumanze
dell
'
uomo
,
ma
può
anche
sbagliare
;
e
ad
ogni
modo
qui
dell
'
uomo
non
si
tratta
,
si
tratta
del
libro
.
Discorriamo
del
libro
.
Una
attrice
,
la
Faustin
,
s
'
innamorò
di
un
inglese
il
quale
sul
più
bello
fu
costretto
a
partire
per
l
'
Indie
.
La
Faustin
pianse
,
inconsolabile
dell
'
abbandono
:
nondimeno
accolse
le
offerte
di
un
banchiere
ricco
a
milioni
che
rovina
il
prossimo
per
sodisfare
ogni
più
bizzarro
capriccio
di
lei
.
Se
essa
chiedesse
la
luna
,
Blancheron
troverebbe
il
modo
di
comprargliela
.
Tempo
perso
:
per
far
ch
'
egli
faccia
,
a
cancellare
dalla
mente
della
Faustin
l
'
imagine
di
William
Rayne
non
ci
riesce
.
Quell
'
imagine
la
segue
fino
presso
il
dotto
solitario
che
vive
chiuso
in
una
soffitta
sei
mesi
dell
'
anno
tra
centinaia
d
'
uccelli
gorgheggianti
e
volanti
e
dov
'
ella
va
a
farsi
leggere
Euripide
in
greco
:
la
segue
fin
nella
sala
d
'
armi
dov
'
ella
entra
per
caso
e
dove
le
acri
esalazioni
di
sudore
ond
'
è
impregnata
la
stanza
le
mettono
addosso
il
prurito
di
darsi
lì
per
lì
al
maestro
di
scherma
;
la
segue
a
cena
dove
così
incantevole
le
suona
agli
orecchi
la
voce
del
giovinotto
il
quale
le
siede
accanto
,
che
ella
gli
dà
non
richiesta
,
un
appuntamento
;
e
dove
un
'
ora
dopo
si
scorda
perfino
d
'
aver
discorso
con
lui
.
E
intanto
s
'
approssima
la
recita
della
Fedra
,
prova
solenne
.
L
'
inglese
quando
si
dice
il
caso
!
torna
giusto
in
quel
punto
;
cerca
della
Faustin
,
la
ritrova
,
la
consola
,
l
'
ama
come
quando
partì
.
Ella
che
recita
la
Fedra
non
più
per
il
pubblico
ma
per
lui
,
si
palesa
naturalmente
attrice
grandissima
degna
di
succedere
alla
Duchesnois
,
alla
Clairon
,
alla
Rachel
;
così
l
'
Inghilterra
stitica
tanto
ne
'
trattati
di
commercio
dà
senza
saperlo
alla
Francia
una
gloria
di
più
.
Licenziato
con
parole
che
nel
Racine
non
si
trovano
,
il
Blancheron
non
hanno
forse
un
'
anima
i
banchieri
?
si
affoga
.
Ma
l
'
inglese
è
geloso
:
geloso
di
tutti
e
specialmente
dei
palchi
,
dei
posti
distinti
e
della
platea
:
e
l
'
attrice
all
'
apice
della
gloria
e
della
fortuna
si
ritira
dal
teatro
e
va
con
lui
a
stabilirsi
in
una
villa
presso
il
lago
di
Costanza
.
Se
i
lettori
non
lo
avessero
indovinato
,
aggiungerei
che
nelle
solitudini
di
Lindau
una
fiera
battaglia
si
combatte
tra
l
'
attrice
e
la
donna
:
quella
vogliosa
di
nuovi
trionfi
,
questa
risoluta
a
non
dare
dispiaceri
all
'
uomo
che
adora
.
L
'
attrice
passa
gl
'
interi
giorni
a
rimpiangere
:
come
passi
la
donna
le
notte
intere
il
Goncourt
dice
con
molta
crudezza
di
parole
e
precisa
abbondanza
di
particolari
.
In
una
di
quelle
notti
William
è
colto
da
una
malattia
fulminea
,
strana
,
qualificata
per
tale
anche
dal
medico
di
Lindau
,
che
nemmen
lui
l
'
ha
mai
vista
,
né
l
'
ha
mai
trovata
descritta
ne
'
libri
.
Come
è
indietro
la
scienza
!
Sebbene
amante
appassionata
di
William
,
disperata
di
salvarlo
e
desolata
di
perderlo
,
la
Faustin
non
può
dimenticarsi
d
'
essere
attrice
:
e
mentre
egli
sta
per
morire
,
ella
presso
al
letto
e
davanti
allo
specchio
osserva
ed
imita
le
contrazioni
del
muscolo
risorio
e
del
gran
zigomatico
che
danno
alla
faccia
del
moribondo
aspetti
paurosamente
grotteschi
.
Impara
l
'
arte
e
mettila
da
parte
.
L
'
altro
la
scorge
:
suona
,
raccogliendo
le
forze
estreme
,
il
campanello
,
e
al
cameriere
che
si
presenta
ordina
:
Turn
out
that
woman
.
Mandate
via
questa
donna
.
Questa
,
sceverata
dalle
sconcezze
del
dialogo
,
dagli
episodi
nauseabondi
,
è
la
tela
di
un
romanzo
ordita
,
dice
,
sui
soliti
documenti
umani
.
Dice
e
sarà
:
ma
una
delle
due
:
o
il
Goncourt
ha
visto
male
,
o
non
ha
saputo
riprodurre
ciò
che
ha
visto
.
Metto
pegno
che
se
il
libro
andasse
per
le
mani
di
centomila
lettori
,
non
uno
penserebbe
«
quella
donna
l
'
ho
conosciuta
o
ne
ho
conosciuta
una
simile
.
»
Non
tutte
le
contradizioni
di
quel
carattere
si
posson
desumere
da
questo
sunto
brevissimo
;
ma
sono
tali
e
tante
che
mancherebbe
qui
lo
spazio
ad
enumerarle
.
Il
Goncourt
avverte
più
volte
:
la
Faustin
era
una
donna
nervosa
.
Me
ne
dispiace
tanto
:
ma
la
parola
che
non
ha
nessun
preciso
significato
nella
scienza
non
basta
nell
'
arte
a
scusare
così
gran
cumulo
d
'
inverisimiglianze
.
E
fosse
pur
vera
ogni
cosa
,
ecco
il
gran
guaio
dell
'
andare
a
scegliere
i
personaggi
del
romanzo
o
del
dramma
nella
teratologia
morale
.
I
tipi
,
i
caratteri
che
durano
nell
'
epopea
,
nel
dramma
,
nel
romanzo
,
durano
perché
sono
umani
:
e
sono
umani
perché
chi
li
consideri
anche
dopo
centinaia
d
'
anni
può
dire
a
se
stesso
:
«
Sì
;
quella
figura
l
'
ho
vista
:
di
faccia
,
di
profilo
,
di
scorcio
,
poco
importa
,
ma
l
'
ho
vista
:
i
sentimenti
che
quest
'
uomo
esprime
son
quelli
stessi
che
io
ho
provati
o
osservati
in
altri
:
gli
atti
che
compie
altri
li
compié
,
ed
io
intendo
come
e
perché
li
compiesse
.
»
Sopra
tali
figure
esercitano
i
secoli
il
loro
sindacato
:
ma
qui
?
Voi
dite
:
«
tutto
è
vero
dall
'
alfa
all
'
omega
.
»
E
chi
me
lo
accerta
?
Come
è
possibile
il
raffronto
?
Oggi
lo
dite
voi
ed
io
,
per
voi
,
credo
:
ma
fra
cinquant
'
anni
quando
né
voi
né
io
saremo
più
a
questo
mondo
,
quando
all
'
opera
vostra
mancherà
il
sussidio
della
vostra
parola
,
chi
crederà
al
vostro
vantato
scrupolo
d
'
osservatore
?
E
poi
,
chi
mi
sta
garante
che
abbiate
osservato
bene
,
bene
rappresentato
il
vero
?
Avete
visto
un
feto
con
trentacinque
gambe
?
Vi
siete
sbagliato
,
caro
mio
;
mostratemelo
nello
spirito
e
vi
crederò
.
Andiamo
innanzi
.
Poiché
lo
Zola
desidera
che
i
romanzi
sieno
processi
verbali
,
nulla
più
,
nulla
meno
,
questo
del
Goncourt
gli
piacerà
.
Per
oltre
trecento
pagine
l
'
autore
narra
,
descrive
ogni
minimo
atto
de
'
suoi
personaggi
.
Or
fra
questi
atti
ve
n
'
ha
,
com
'
è
naturale
,
che
son
comuni
a
tutti
gli
uomini
e
che
non
parrebbe
necessario
di
rilevare
.
Dalla
frettolosa
trasandataggine
del
Sue
e
del
Capendu
siamo
passati
all
'
eccesso
opposto
:
questi
null
'
altro
dicevano
de
'
loro
personaggi
se
non
quanto
si
riferisse
direttamente
e
immediatamente
all
'
azione
;
il
Goncourt
e
i
compagni
suoi
vogliono
che
se
ne
sappia
ogni
cosa
.
Ma
che
importa
,
Dio
buono
!
che
importa
mi
raccontiate
che
il
vostro
eroe
si
svegliò
la
mattina
,
s
'
infilò
gli
stivali
,
si
fece
il
fiocco
alla
cravatta
,
bevve
una
tazza
di
caffè
e
accese
un
sigaro
?
Che
importa
me
lo
descriviate
nell
'
atto
di
trarre
un
fiammifero
dalla
scatola
?
Che
giova
alla
identità
del
carattere
?
Il
più
onesto
padre
di
famiglia
e
il
più
sozzo
furfante
si
mettono
l
'
uno
e
l
'
altro
le
scarpe
,
e
accendono
tutti
due
i
fiammiferi
nel
medesimo
modo
.
Sarà
,
se
volete
,
roba
buona
per
voi
scrittore
,
pegno
della
vostra
diligenza
;
ma
risparmiatela
a
noi
che
del
carattere
non
vi
domandiamo
se
non
contrassegni
essenziali
.
A
che
serve
ch
'
io
sappia
,
per
dirne
una
,
che
nei
cocenti
spasmi
della
voluttà
alla
Faustin
scappò
detto
una
tal
volta
maman
?
E
se
avesse
detto
nonna
,
quale
sarebbe
il
divario
?
Ditemi
pure
,
per
darmi
un
segno
dell
'
opulenza
di
William
ch
'
egli
teneva
dodici
servitori
:
ma
non
mi
regalate
quattro
pagine
di
censimento
col
nome
e
gli
uffici
di
ciascuno
di
loro
.
Il
boy
faceva
le
commissioni
e
aveva
sedici
anni
:
il
footman
stava
nell
'
anticamera
e
aveva
delle
bellissime
gambe
.
E
va
bene
.
Ma
se
il
boy
con
un
anno
di
più
avesse
fatto
qualch
'
altra
cosa
,
se
madre
natura
fosse
stata
co
'
garetti
del
footman
meno
benigna
di
contorni
apollinei
,
la
gelosia
di
William
sarebbe
stata
minore
,
o
migliore
l
'
animo
della
Faustin
?
C
'
è
,
fo
per
saperlo
,
giacché
il
vostro
romanzo
è
scientifico
,
c
'
è
una
scienza
nuova
che
determina
i
rapporti
tra
i
sentimenti
dei
padroni
e
le
gambe
de
'
servitori
?
E
giacché
si
parla
di
scienza
,
questi
necessarii
portati
dell
'
atavismo
,
fondamento
dei
vostri
romanzi
,
sono
proprio
tenuti
dagli
scienziati
per
verità
indiscutibili
?
E
qual
è
il
fisiologo
che
insegna
,
ciò
che
voi
asserite
assiomaticamente
,
che
i
biondi
son
più
crudeli
de
'
bruni
?
Purché
con
questo
sconfinare
di
ogni
parte
dello
scibile
,
con
tanta
scienza
che
entra
nel
romanzo
,
un
po
'
di
romanzo
non
entri
nella
scienza
:
badiamo
!
Così
delle
descrizioni
.
S
'
intende
la
descrizione
là
dove
si
tratta
di
determinare
l
'
ambiente
,
perché
a
sua
volta
l
'
ambiente
determini
l
'
indole
,
le
consuetudini
del
personaggio
;
ma
il
descrivere
la
strada
che
questi
percorre
,
il
teatro
dove
va
,
la
bottega
del
sarto
da
cui
si
serve
è
inutile
,
e
per
giunta
noioso
.
Che
si
descriva
la
camera
,
tutta
quanta
la
casa
della
Faustin
,
passi
:
ma
perché
la
si
conduce
a
una
vendita
di
mobilia
usata
,
che
noi
ci
abbiamo
a
succiare
l
'
inventario
illustrato
delle
seggiole
e
dei
canapé
,
messi
all
'
incanto
,
come
se
non
si
fossero
visti
né
seggiole
,
né
canapé
,
né
incanti
in
vita
nostra
,
è
una
pretensione
curiosa
.
Di
questo
lo
Zola
ha
ormai
convenuto
:
ma
non
ne
sono
,
pare
,
persuasi
i
discepoli
.
Sola
originalità
degli
imitatori
,
la
esagerazione
.
E
quello
che
dei
luoghi
o
degli
oggetti
è
a
dire
anche
dalle
descrizioni
,
del
fisico
de
'
personaggi
.
La
Faustin
è
tratteggiata
cinque
volte
:
ora
ha
la
bocca
semi
-
aperta
semblable
à
une
fleur
rose
au
fond
de
laquelle
il
y
a
de
l
'
ombre
humide
;
ora
scollata
mostra
dans
la
courbe
suave
de
son
dos
,
près
de
l
'
attache
des
bras
deux
petites
fossettes
qui
rient
;
ora
fissa
gli
occhi
grigi
,
des
yeux
à
la
fois
obscurs
et
clairs
,
des
yeux
que
la
mauvaise
humeur
faisait
noirs
et
presque
méchants
,
des
yeux
que
la
sympathie
faisait
bleus
et
tout
doux
;
ora
finalmente
l
'
acconciatura
del
capo
donne
à
son
regard
cerné
et
souriant
un
rien
du
regard
d
'
un
demon
angélique
.
Occhi
grigi
che
diventano
neri
e
turchini
secondo
le
circostanze
e
hanno
sguardi
di
angelico
demonio
.
Riconosceteli
.
Ora
finalmente
si
disegnano
tutte
linee
del
suo
gracile
corpo
quand
'
ella
si
siede
accanto
ad
William
avec
le
frou
frou
que
fait
la
soie
de
la
robe
d
'
une
femme
heureuse
.
Donne
felici
vestite
di
seta
Che
per
la
via
della
pietà
passate
,
diteci
voi
qual
è
il
frou
frou
,
privilegio
delle
vostre
gonne
e
indizio
della
nostra
felicità
.
Taccio
de
'
personaggi
secondari
,
o
insulsi
o
grotteschi
;
né
domando
Dio
me
ne
guardi
al
lavoro
dell
'
arte
intenti
o
morali
o
civili
.
Ma
perché
(
ripeto
una
cosa
detta
le
mille
volte
e
che
certi
traviamenti
fanno
sempre
utile
a
dirsi
)
perché
condurci
sempre
tra
gli
sciocchi
o
i
marioli
,
tra
i
mezzani
e
le
cortigiane
,
senza
che
ci
sia
caso
di
imbattersi
in
una
persona
di
garbo
?
Sta
bene
il
vero
,
ma
il
vero
tutto
quanto
;
non
soltanto
la
realtà
più
disgustosa
e
più
scempia
.
Perché
non
guardare
che
uno
dei
tanti
aspetti
della
natura
,
perché
frugare
soltanto
e
sempre
in
un
cantuccio
del
mondo
?
Che
differenza
,
se
no
,
tra
gli
Arcadi
e
voi
?
Voi
cercate
le
sources
de
Balzac
,
voi
volete
sapere
e
dire
où
en
est
le
mouvement
que
l
'
auteur
de
la
Comédie
humaine
a
déterminé
dans
la
littérature
.
Ma
ha
egli
solamente
messo
al
mondo
il
Balzac
Madame
Marneffe
e
Vautrin
?
E
Orsola
Mirouet
,
e
la
Fosseuse
e
Eugenia
Grandet
e
Renée
de
Maucombe
,
e
Mademoiselle
d
'
Esgrignon
,
e
il
curato
Bonnet
e
Minoret
,
e
Giuseppe
Le
Bas
e
Benassis
e
i
due
Birotteau
?
Cito
i
primi
che
mi
tornano
alla
memoria
.
Il
Balzac
ha
tentato
gli
abissi
d
'
ogni
corruzione
nella
Recherche
de
l
'
absolu
,
è
salito
fino
in
troppo
alte
regioni
col
Lys
dans
la
Vallée
:
e
il
capitolo
più
vasto
e
più
vero
della
commedia
umana
,
Les
parents
pauvres
,
è
anche
il
capitolo
più
vario
.
Triste
anch
'
egli
,
lo
so
;
Shakespeare
e
Molière
furono
tristi
del
pari
;
sunt
lacrymae
rerum
;
non
è
gaio
il
mondo
,
né
possono
essere
allegri
gl
'
istoriografi
della
natura
e
della
società
:
ma
i
libri
loro
si
depongono
mal
volentieri
e
colle
lacrime
agli
occhi
,
i
vostri
si
buttan
via
schifati
e
sdegnosi
.
Gli
è
che
essi
vedevano
tutto
quanto
il
vero
:
voi
sperimentate
;
«
nous
experimentons
;
son
parole
dello
Zola
cela
veut
dire
que
nous
devons
pendant
longtemps
encore
employer
le
faux
pour
arriver
au
vrai
...
»
«
J
'
ai
fait
de
l
'
ordre
avec
du
désordre
»
diceva
il
cittadino
Caussidière
.
Paradossi
.
Per
la
via
del
falso
al
vero
non
ci
s
'
arriva
:
il
vero
è
:
e
quando
si
ha
l
'
ingegno
del
Goncourt
si
vede
e
si
riproduce
;
si
finisce
col
non
vederlo
più
quando
l
'
ingegno
ottenebrato
dalle
bizzose
cocciutaggini
della
scuola
,
si
strascica
dietro
alla
più
implacata
nemica
che
l
'
arte
abbia
la
moda
.