StampaPeriodica ,
Alcune
settimane
fa
in
questo
giornale
scrissi
alcune
righe
benevole
e
cortesi
di
annunzio
d
'
un
nuovo
romanzo
:
La
colpa
di
Bianca
.
Le
scrissi
perché
il
lavoro
mi
pareva
degno
di
un
po
'
di
lode
spontanea
e
sincera
,
perché
tra
pagina
e
pagina
credei
d
'
indovinare
che
l
'
autore
fosse
un
giovane
,
e
un
giovane
che
sarebbe
andato
col
tempo
molto
avanti
a
parecchie
delle
nostre
celebrità
vecchie
.
Quando
vidi
composto
quell
'
articoletto
breve
e
mal
riuscito
,
mi
sentii
lieto
come
se
avessi
compiuta
un
'
opera
buona
;
poi
il
giorno
dopo
,
naturalmente
,
non
ci
pensava
più
.
Cercava
fatti
atroci
e
aneddoti
ignorati
per
la
cronaca
varia
di
un
giornale
quotidiano
,
quando
il
gerente
,
che
a
quel
giornale
esercita
ancora
l
'
ufficio
di
usciere
,
mi
avvisò
come
chiedesse
di
me
lo
scrittore
della
Colpa
di
Bianca
,
il
signor
Chelli
.
Lo
feci
entrare
nel
salotto
,
solenne
e
molto
noto
in
Italia
,
della
redazione
,
un
salotto
a
giallo
svanito
sotto
gli
sgorbi
della
matita
e
le
ingiurie
del
tempo
,
coi
divani
ricoperti
di
tela
bigia
e
in
quel
momento
le
tendine
,
molto
fitte
,
abbassate
.
In
quella
oscurità
tetra
,
il
signor
Chelli
mi
apparve
più
grande
e
severo
,
nell
'
altezza
quadrata
della
persona
,
colla
barba
folta
,
nera
,
tutto
vestito
di
scuro
.
Non
aveva
nessuna
posa
:
non
diede
a
vedere
un
istante
solo
di
essere
persuaso
che
in
presenza
mia
doveva
mostrarsi
con
l
'
amabilità
strana
e
sgarbata
di
un
tale
che
si
crede
un
grande
scrittore
,
e
che
è
di
tutti
i
sonettisti
,
bozzettisti
,
corrispondenti
,
rivistai
,
di
tutti
,
infine
,
i
miserabili
che
ci
vengono
intorno
.
Mi
ringraziò
coll
'
effusione
schietta
,
luminosa
nella
faccia
ampia
e
pallida
,
di
uno
il
quale
sente
che
nell
'
applaudire
l
'
opera
sua
non
gli
avete
che
resa
giustizia
,
ma
il
quale
vi
è
tuttavia
riconoscente
,
perché
il
vostro
applauso
,
qualunque
esso
sia
,
gli
ha
fatto
bene
,
e
perché
poi
non
è
facile
sempre
ottener
giustizia
in
questo
mondo
.
Mai
una
sola
volta
il
signor
Chelli
,
in
quei
venti
minuti
che
stemmo
insieme
,
cercò
di
fare
effetto
con
un
'
osservazione
profonda
,
con
un
bel
periodo
o
con
una
freddura
lucidata
a
nuovo
:
rimase
sempre
quale
era
entrato
,
sereno
,
tranquillo
,
quasi
fiero
della
sua
goffaggine
di
uomo
che
lavora
tutto
il
giorno
,
modesto
pur
nella
sua
coscienza
sicura
di
poter
scrivere
qualche
cos
'
altro
di
più
buono
e
più
vero
ancora
.
Gli
chiesi
:
Che
cosa
fa
lei
,
quando
non
fa
dei
romanzi
?
L
'
impiegato
alla
Regìa
dei
tabacchi
:
un
ufficio
molto
faticoso
.
Ma
non
potrebbe
fare
appendici
ed
articoli
ad
un
giornale
?
C
'
è
un
mio
vecchio
scrupolo
che
me
lo
vieta
.
Sono
un
impiegato
del
Governo
e
non
mi
sento
così
libero
da
scrivere
in
giornali
,
che
,
una
volta
o
l
'
altra
,
si
possono
trovare
contro
il
Governo
.
È
una
sciocchezza
,
lo
capisco
,
ma
non
saprei
fare
in
modo
diverso
.
E
questa
ricca
miseria
della
lingua
scritta
,
aulica
e
fredda
,
non
mi
consente
di
serbare
al
dialogo
la
sua
spontaneità
disprezzatrice
dell
'
aggettivo
,
e
,
purtroppo
,
anche
della
grammatica
.
Ma
così
accade
a
noi
quando
vogliam
trascrivere
un
bel
discorso
che
abbiamo
sentito
,
c
'
imbrogliamo
nelle
frasi
e
precipitiamo
nelle
eleganze
dei
pezzi
scelti
per
antologia
.
Accompagnando
alla
porta
un
po
'
di
complimenti
s
'
aveva
pur
da
fare
il
signor
Chelli
,
andava
pensando
:
È
diverso
dagli
altri
,
più
schietto
,
più
forte
,
più
solo
:
forse
il
suo
libro
sarà
originale
.
Originale
forse
no
,
in
tutto
:
ma
il
romanzo
da
lui
pubblicato
ora
:
L
'
eredità
Ferramonti
,
è
molto
diverso
dagli
altri
che
si
stampano
in
Italia
.
Il
libro
,
questa
volta
,
e
per
caso
forse
molto
fortunato
e
raro
,
è
proprio
riuscito
come
l
'
autore
:
un
po
'
rude
,
un
po
'
disordinato
e
impacciato
nella
forma
,
non
ancora
,
artisticamente
,
compiuto
,
ma
più
schietto
,
più
forte
degli
altri
.
La
maggior
parte
,
anzi
quasi
tutti
i
nostri
scrittori
che
seguitano
a
intitolarsi
giovani
,
realisti
e
naturalisti
,
non
fanno
,
in
realtà
,
il
romanzo
moderno
e
della
vita
nostra
,
ma
la
novella
elegante
,
leggermente
scollacciata
e
tormentosamente
inverniciata
,
cesellata
e
miniata
della
romanticheria
francese
degli
anni
gloriosi
.
I
meglio
arditi
non
arrivano
neppure
a
Droz
nella
rappresentazione
esatta
della
famiglia
di
borghesia
ricca
:
essi
rimangono
ancora
fissati
nel
loro
ambiente
convenzionale
,
indefinito
,
campato
non
si
sa
come
,
dove
ci
sono
donne
nevrotiche
che
fanno
l
'
amore
diciamo
così
,
pulitamente
spasimando
fra
i
denti
arrotati
strofe
del
Leopardi
ed
emistichi
del
De
Musset
;
dove
i
capisezioni
e
gli
altri
impiegati
del
Ministero
parlano
,
come
i
personaggi
di
Paolo
Ferrari
,
a
sentenze
profonde
e
pompierate
antiche
;
dove
,
disposte
con
ordine
e
preparate
con
nota
sagacia
,
ci
sono
le
scene
delicate
e
le
scene
d
'
effetto
,
il
primo
bacio
e
l
'
adulterio
;
dove
tutte
le
donne
sono
divinamente
,
voluttuosamente
belle
,
e
tutti
gli
alberi
odorano
,
e
le
stelle
ammiccano
,
e
i
mobili
scricchiolano
,
dove
tutti
,
insomma
,
gli
esseri
e
le
cose
più
rispettabili
e
più
taciturne
mettono
una
parola
per
allungare
la
descrizione
;
la
descrizione
,
la
più
grossa
noia
cioè
del
romanzo
naturalista
francese
che
,
passando
in
Italia
,
nella
pretenziosità
tarda
dello
stile
,
è
diventata
più
scelleratamente
insopportabile
.
Ma
lo
scrittore
,
in
questi
romanzi
uscenti
fra
noi
,
colle
sue
vanità
di
periodi
tondi
,
d
'
aggettivi
personanti
,
si
mette
sempre
sulle
spalle
del
narratore
e
gli
calca
giù
il
capo
.
A
ogni
pagina
di
questo
romanzo
-
esperimento
,
vi
trovate
l
'
ometto
-
autore
fra
i
piedi
,
diritto
innanzi
a
voi
,
coll
'
indice
alzato
verso
il
cielo
della
sua
gloria
,
che
vi
ammonisce
strillando
:
State
a
sentire
che
descrizione
;
ma
ponete
mente
alla
delicatezza
del
dialogo
;
ma
ammirate
che
eloquenza
di
lirico
!
Il
che
infine
significa
questo
:
il
romanzo
adolescente
nostro
è
composto
con
un
processo
puramente
meccanico
di
molte
parti
diverse
fra
loro
,
preparate
da
lungo
tempo
,
con
istento
,
disorganiche
e
rettoriche
,
senza
il
senso
coraggioso
ed
arduo
della
realtà
nelle
sue
trivialità
fredde
,
nella
sua
monotonia
pallida
,
nelle
ignoranze
,
negli
agoismi
,
negli
abbandoni
rassegnati
,
nelle
virtù
inconscie
,
generose
ed
inutili
.
Concludendo
:
il
romanzo
fra
noi
non
è
ancora
un
quadro
luminoso
e
potente
;
è
sempre
il
quadretto
di
genere
leccato
,
sbiadente
,
consuetudinario
.
Il
Chelli
,
com
'
è
lui
nella
selvatichezza
piena
di
visioni
di
chi
vive
solo
,
non
ha
uno
di
questi
vizi
,
diremo
,
di
buona
società
,
di
queste
volgarità
che
paiono
eleganze
.
Egli
rimane
tutto
serio
,
gagliardo
,
senza
distrarsi
mai
,
senza
prolungarsi
a
sfogare
le
sue
ambizioni
;
per
molto
tempo
senza
disgustarsi
della
aridità
cui
si
è
condannato
,
senza
entusiasmarsi
di
sé
,
e
lasciarsi
trascinare
dalla
lascivia
degli
effetti
studiati
;
rimane
sempre
nel
suo
soggetto
duro
,
triste
,
senza
benedizione
di
gentilezza
che
pure
,
da
qualche
anno
,
dal
70
in
poi
,
dacché
sono
entrati
i
buzzarri
a
lavorare
,
a
volere
,
a
perseverare
,
acquista
,
per
l
'
incessante
disfacimento
d
'
ogni
giorno
,
come
una
solennità
tragica
:
la
borghesia
romana
.
Non
si
può
immaginare
nelle
altre
città
d
'
Italia
,
a
Milano
,
a
Torino
,
a
Genova
dove
arditamente
domina
e
muta
,
a
Napoli
dove
aumenta
colla
vigoria
più
della
parola
che
dell
'
ingegno
,
a
Firenze
dove
par
tiepida
ancora
del
gran
sole
antico
,
quando
tutto
il
popolo
era
cavaliere
,
e
nasconde
nella
cortesia
molle
del
linguaggio
fiorito
la
scurità
astuta
dei
propositi
,
non
s
'
immagina
dalle
altre
parti
della
Penisola
come
sia
stata
e
,
in
parte
,
rimanga
ancora
questa
borghesia
di
Roma
,
che
ha
formato
fino
al
70
una
gran
clientela
campante
sopra
i
propri
patroni
,
stanca
e
tuttavia
grassa
,
corrotta
inenarrabilmente
nell
'
intimità
sua
e
tuttavia
simulante
e
dissimulante
perfettamente
,
con
meravigliosa
arte
chiericale
,
ogni
virtù
ed
ogni
eccesso
.
Il
Chelli
ne
ha
dipinta
una
faccia
,
la
frazione
bottegaia
,
in
questa
Eredità
Ferramonti
,
con
precisione
di
particolari
,
con
felicità
d
'
intuito
e
una
serenità
,
una
serenità
superiore
,
inalterata
,
di
espositore
sano
e
tranquillo
,
che
non
lusinga
il
pubblico
,
non
vuol
trascinarlo
e
convincerlo
,
ma
fargli
toccare
la
verità
.
È
il
primo
romanzo
italiano
dell
'
ultima
maniera
,
in
cui
l
'
amore
non
sia
tutto
il
fondamento
,
anzi
in
cui
l
'
amore
non
è
se
non
un
episodio
senza
importanza
,
che
l
'
autore
non
mette
in
gran
luce
,
e
davanti
al
quale
lascia
vedere
una
gran
fretta
di
disimpacciarsene
e
tirar
di
lungo
.
E
così
doveva
essere
:
perché
a
questa
gente
di
bottega
,
abituata
da
ragazzi
a
raspare
i
soldi
dagli
angoli
oscuri
del
magazzino
e
nelle
saccocce
rattoppate
della
nonna
,
cresciuta
colla
sola
ambizione
e
il
solo
ideale
del
guadagno
,
a
questa
gente
il
gran
dramma
della
vita
è
l
'
acquisto
d
'
un
capitale
,
il
modo
di
lasciare
il
negozio
o
di
poterne
acquistare
uno
più
vasto
,
più
bello
,
più
vasto
e
più
bello
di
tutti
gli
altri
.
Ora
il
romanzo
del
Chelli
si
svolge
interamente
sopra
questa
base
:
ottenere
in
qualsiasi
guisa
i
danari
del
padre
Ferramonti
,
un
vecchio
dell
'
Arte
bianca
divenuto
quasi
milionario
da
cascherino
per
aver
avuti
pochi
scrupoli
di
commerciante
e
di
marito
,
e
che
finisce
,
a
settant
'
anni
,
solo
,
maledetto
e
insidiato
da
tutti
i
suoi
figli
che
egli
aveva
buttati
nella
via
,
poveri
.
L
'
ambiente
e
l
'
azione
sono
stati
,
pertanto
,
abilmente
trovati
dall
'
autore
.
I
personaggi
che
sono
così
logicamente
posati
sul
vero
,
senza
che
l
'
autore
debba
descriverli
colle
analisi
lunghe
ed
odiose
,
colle
parlate
magniloquenti
e
tediose
,
sono
lucidi
,
trasparenti
,
assolutamente
organici
ed
umani
.
La
moglie
di
Pippo
Ferramonti
,
Irene
figlia
di
negozianti
in
ferrarecce
,
è
una
figura
di
borghese
,
e
segnatamente
di
borghese
romana
,
che
ha
lo
splendore
resistente
d
'
un
quadro
del
Murillo
:
è
una
perfezione
di
egoismo
bottegaio
nella
candidezza
sorridente
d
'
una
beltà
bionda
.
L
'
autore
,
in
due
righe
di
ritratto
,
con
una
commozione
pel
soggetto
che
non
ha
più
di
poi
,
la
chiama
un
fiore
di
modestia
angelica
,
una
bellezza
di
signorina
.
Ed
è
lei
che
riempie
tutto
il
dramma
,
perché
è
la
sola
che
abbia
la
potenza
muscolare
della
sua
avidità
;
a
poco
a
poco
riunisce
tutti
i
fratelli
Ferramonti
nella
soggezione
di
lei
,
poi
,
a
un
tratto
,
presa
di
desiderio
inaspettato
,
si
butta
nella
braccia
del
cognato
e
consuma
,
in
casa
,
l
'
adulterio
più
abbietto
.
Ma
ancora
non
si
abbandona
intera
:
fa
delle
restrizioni
morali
,
comprime
le
eccitazioni
della
sua
carne
,
misura
con
l
'
avarizia
feroce
della
sua
razza
anche
le
felicità
concesse
al
suo
amante
:
quando
alla
fine
si
dedica
interamente
al
vecchio
Ferramonti
e
lo
possiede
e
crede
di
avere
in
mano
i
denaro
tutti
per
sé
,
allora
ha
come
un
sussulto
di
trionfo
,
sente
di
aver
compita
come
la
propria
liberazione
e
non
ne
vuoi
più
sapere
d
'
adulterio
,
d
'
abbracciamenti
,
d
'
amore
,
tutte
cose
sciocche
per
lei
.
Questa
figura
di
donna
così
poco
simpatica
e
sentimentale
,
ma
così
profondamente
vera
,
è
rappresentata
dal
Chelli
con
una
parsimonia
classica
di
colori
,
senza
mai
curarsi
se
sia
idealmente
bella
o
no
,
senza
alcuna
debolezza
di
ornamentazione
,
colla
rapidità
logica
della
narrazione
,
nella
realtà
misera
dell
'
ambiente
.
Ma
questa
secchezza
,
questo
disprezzo
dell
'
accademia
,
questa
tensione
del
Chelli
,
troppo
spesso
lasciano
intravedere
l
'
angustia
che
tormenta
lo
scrittore
:
nella
forma
più
assoluta
gli
manca
il
maneggio
dello
stile
.
Quando
a
quando
una
felice
e
calda
intuizione
d
'
artista
passa
attraverso
l
'
aridità
stecchita
del
racconto
,
ma
non
riesce
a
colorirsi
nella
frase
,
a
distendersi
nel
periodo
,
rimane
incompiuta
,
confusa
,
qualche
volta
anche
del
tutto
mutata
dall
'
incapacità
dello
scrittore
.
Il
quale
,
a
metà
del
libro
,
ha
sentito
egli
stesso
la
freddezza
dell
'
opera
sua
,
tratta
in
una
tinta
smorta
e
monotona
,
ed
ha
voluto
portarvi
come
uno
spirito
di
vita
nuova
,
rialzando
il
tono
in
cui
parlano
i
personaggi
:
così
ha
semplicemente
prodotta
una
dissonanza
,
l
'
unica
che
sia
nel
volume
e
la
più
dispiacevole
.
Ma
,
fatta
larga
parte
alla
poca
preparazione
del
Chelli
in
fatto
di
lingua
,
io
credo
che
la
colpa
del
poco
sangue
,
della
vita
scarsa
che
si
agita
nella
famiglia
Ferramonti
,
non
sia
sua
.
Egli
è
che
il
romanzo
sperimentale
,
così
grave
,
così
metodico
,
così
esattamente
emanante
dalla
commedia
a
tesi
e
dal
dramma
sociale
,
scompare
,
sfinito
dopo
pochi
anni
di
vita
,
come
quei
bambini
che
consumano
tutta
la
loro
vigorìa
nascente
in
una
morbosa
precocità
intellettuale
e
muoiono
anemici
ed
ebeti
.
Dal
Jach
siamo
scesi
all
'
Evangeliste
,
dal
Ventre
de
Paris
siamo
precipitati
al
Bonheur
des
dames
,
e
il
Nencioni
lieto
,
poveretto
,
per
la
moralità
ha
cantato
che
si
vendono
meno
copie
della
Nanà
che
l
'
anno
scorso
.
Benissimo
:
torniamo
a
leggere
Balzac
,
Manzoni
,
Dumas
,
Dickens
e
perché
no
?
a
quando
a
quando
anche
Paul
de
Kock
.