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QUELLO CHE SI È FATTO ( LODI LUIGI , 1883 )
StampaPeriodica ,
Nelle consuetudini commerciali dell ' età nostra , alle quali vanno sempre più consentendo la letteratura e l ' arte , sembrerà quasi naturale che un giornale letterario faccia , ora , il bilancio dell ' annata , metta in chiaro , cioè , su due file di contro , il passivo e l ' attivo che n ' avanza . Né ove si potesse fare con brevità e sicurezza aritmetica di buoni commercianti letterari una tale operazione sarebbe inutile a sgradita . Ma metter giù le partite , fare le somme , e quindi paragonarle fra loro , non è facile quest ' anno e non sarebbe giovevole . Giacché la gente si diverte , per una stranezza dell ' avidità umana , a leggere anche i bilanci degli altri quando sono pieni di grosse cifre , rotonde e magnifiche ; a addizionare le miserie altrui si annoia come della propria . Vi sono dei popoli che non hanno storia , dice l ' antico avvertimento , ed è tuttavia vero ; ma siate certi che , se non l ' hanno , è perché non se la sono meritata , facendosela prima da sé , in azione . Anch ' essi hanno vissuto , si sono accresciuti e poi sono disparsi , ma che è rimasto nel lavoro del mondo della loro esistenza ? Hanno avuto un ' epoca solenne di attività , di cultura , di forza ? Dei grandi capitani , dei grandi artisti , dei grandi pensatori , nati da essi , che possano nutrire ancora la gratitudine , l ' ammirazione e l ' invidia di chi è venuto dopo ? Ora , voltandosi indietro per quest ' anno , non ci viene alla mente che un indice lungo e monotono di libri mediocri , senza originalità audace , senza propositi e forme nuove ; senza , infine , alcuni di quei saggi o di quelle promesse che formano nella produzione letteraria di un paese come un largo periodo storico , che sono uno di quegli avvenimenti solenni intorno ai quali molti altri , e per assai tempo , si legano e si svolgono . A questo estremo dell ' anno ci pare d ' uscire come da una pianura ben coltivata , ben seminata , ben alberata ; l ' impressione di quella uguaglianza geometrica ci sfugge a mano a mano che ce ne allontaniamo , e non ci rimane più nel pensiero nulla di quei campi perfettamente regolari , di quegli alberi stupendamente acconciati , di quelle case quadre , a tinte grige , con tutte le finestre verdi . Non ci rimane , tutt ' al più , nel pensiero e dentro di noi , che un sentimento di stanchezza e di noia . Cercando dunque fra i giorni di questi dodici mesi che sono ormai compiuti , ci pare che l ' attivo maggiore del 1883 sia una somma negativa , ci pare infine che l ' importanza maggiore di quest ' anno stia nel lavoro di critica e di demolizione che durante esso fu compiuto . Vi ricordate ? C ' era una letteratura facile , volgare , d ' improvvisatori , che , per poco , non è parsa durevole monumento fra noi . C ' erano i romanzieri di moda , verbosamente sgrammaticati , lividamente sentimentali , volgarmente luridi , c ' erano i poeti flaccidi , viventi per il discredito della prosodia , chitarronisti e galeotti plebei ; c ' erano i giornali che si erano proposti , e lo confessavano , l ' incremento della patria ignoranza , gli articolisti che si acquistavano il nome di critici e il favor delle dame , con qualche citazione dal francese , parecchie freddure e un gran lusso di romanticismo bolso ; c ' era una grande falsità , una volgarità insoffribile , una povertà impudente e gloriosa ; ebbene , tutto questo è ormai scomparso interamente . Quei romanzieri , quei poeti , quegli articolisti non trovano più editori , si sono rassegnati e non dànno più nulla a stampare , e , in ogni modo , non v ' ha più nessuno che si degni di guardarli . Il Giusti non potrebbe ripetere ancora son intenzioni ironiche i suoi versi : Il regno letterario È tutta una morìa ! Avrebbe paura d ' insultare troppi cadaveri ! E ciò che più consola ancora , è che questa condanna del pubblico si è meglio dimostrata là proprio dove il suo giudizio si esercita più direttamente : nel teatro . Non sono quattro anni da quando il Martini , per aver osato di scrivere che una commedia di Paolo Ferrari non gli piaceva , si destò contro come una sollevazione di popolo indignato : adesso , a Napoli , è tutto un teatro che fischia una commedia di Paolo Ferrari . Il Marenco fu , per un poco , il poeta drammatico favorito delle platee italiane : in quest ' anno egli ha dato a provare sulla scena tre lavori suoi , e nessuno ha potuto avere il magro conforto d ' una seconda rappresentazione : ha raccolti in volumi gli idilli suoi che ebbero più fortuna , che gli procurarono , non è neppure un decennio , tanta gioia d ' applausi ; non c ' è stato neanche un cronista teatrale che abbia osato di esclamare : Che belle cose ! E così , gli uni dopo gli altri , i nostri scrittori di drammi , di commedie che più sono convenzionali e falsi , che più ebbero , per troppo lungo tempo , l ' ammirazione della folla . Se , pertanto , con questi intendimenti consideriamo il bilancio del 1883 , ne possiamo trarre una ragione di speranza e di consolazione : il pubblico italiano , la gran maggioranza dei leggenti italiani si è migliorata di coltura e di gusto : comincia ad avere il sentimento e l ' intuizione del vero . E , d ' altra parte , tutta questa morìa non ci pare che sia seguita senza dare qualche accenno e speranza di vita nuova . C ' è forse forse , in questo silenzio , la fermentazione oscura , sotterranea , ignota , delle sementi in inverno : c ' è forse una primavera letteraria che sta per inalzare su di noi una gloria di splendore , di freschezza , di beltà . Si avvertono gli inizi o almeno le prove , i tâtonnements , dicono i francesi . Più che nei volumi , ne troveremo facilmente le tracce nei giornali . La prosa si è fatta più solida , più forte , più agile : si è liberata così dalla riboboleria , dalla vacuità , dalla freddezza dei falsi manzoniani , come dall ' arcaica pretensiosità degli ultimi cruscheggianti . La critica è diventata anch ' essa più seria , più sicura , onesta , e alcuni giovani hanno provato di saper giudicare d ' un libro e d ' un autore senza intemperanze di scuole , con molta o almeno discreta conoscenza della nostra letteratura e di alcune fra le straniere , con maturità di coltura ed eleganza di stile . L ' arte non si divide più come qualche anno fa in realista e in idealista , ma in brutta e bella , in vera e falsa . Per arrivare a così poco , è bisognato molto cammino . Ma nel romanzo , nella novella e sino nella lirica , si sentono ancora , e più di prima , le preoccupazioni scolastiche e la preponderanza meccanica . I romanzieri e i novellieri d ' oggi , per la più parte , si propongono troppo d ' essere , affermano essi , naturalisti ; in realtà , invece che narratori , il più delle volte non sono che descrittori . E , per poter più largamente liberarsi a questa nuova furia del descrivere , si son buttati ai campi , tra i monti del mezzogiorno , ed hanno riempite di carminio e di cobalto le loro pagine . Poi , a rendere con maggiore precisione l ' ambiente , hanno cercato anche di riprodurre il linguaggio , nella povertà del periodo e sino nella frase , di quella gente , tanto che non solo i personaggi , ma l ' autore adoperano stile e parole della Sicilia o della Calabria . Ma a loro è seguìto come ai pittori di paesi . Fanno con molta precisione il cielo , le macchie , i torrenti , tutto il mondo esteriore che avvolge , che si stende sopra , che sta fermo e non sente : l ' uomo no . E poi fanno troppo , cioè nel disporre le tinte , negli accarezzamenti del pennello paiono troppo meccanici e sono monotoni . Anche la descrizione , pertanto , così sopraccarica di colori riesce fredda . E in questa freddezza generale l ' anima umana non prorompe mai in un movimento gagliardo , come raggio di sole che scalda ; quei contadini non pensano , non amano , non vogliono mai nobilmente , non sono , infine , per i nostri novellatori d ' oggi , che altrettanti pezzi di descrizione come i porci , gli asini rognosi e le galline nauseabonde . Il paese non è caldo , gli uomini non hanno passione , ai romanzi e alle novelle manca uno degli elementi più necessari d ' una vera opera d ' arte . Un esempio ci spiegherà meglio . Prima delle Novelle rusticane il Verga aveva scritto Nedda . Ma questa destò entusiasmo nel pubblico , di quelle si è detto che sono molto studiate , molto accuratamente eseguite , ma non hanno avuto un successo sicuro e compiuto . La ragione ci pare evidentemente questa : che allora l ' autore di Eva non si proponeva di svolgere un limitato sistema estetico , era libero interamente nell ' applicare le sue rare attitudini d ' artista , e il paesaggio meridiano serbava l ' intima poesia della natura , e la povera contadina , e quell ' innamorato che moriva di febbre di povertà e di lavoro facevano vibrare le più profonde delle commozioni umane ; lo stile ritraeva con felice energia lo splendore tormentoso dell ' ambiente e la disperazione rassegnata , ignara , di quelle vite ; nel bozzetto siciliano c ' era calore d ' affetto e potenza d ' arte . Nelle Novelle rusticane no , o almeno molto meno . L ' autore si è fissato a voler rimanere freddo , impassibile discovritore di quel suo mondo animale , e il divin sole d ' Italia nella parte dov ' è più bello non illumina , e non fa fermentare quasi mai se non avanzi di concime . Il lettore , in quel vuoto di passione , d ' amore , d ' intelligenza , non si scalda , si affanna , si scontenta ; gli pare , e non a torto , che gli si dia avanti un ' arte monca . Così che alcuni lavori di questi scrittori apparsi nell ' annata , e certamente ricchi di egregie qualità , come l ' Eredità Ferramonti , non hanno trovato nel pubblico un ' accoglienza festevole . Un romanzo solo ha ottenuto , come si dice , un grande successo , non solo nella critica , ma nei molti che leggono o vorrebbero leggere : Fantasia di Matilde Serao . Ma il buon successo riconferma le ragioni che siamo venuti esponendo . Giacché , il romanzo della signorina Serao è il più fortunato tradimento alla scuola cui vorrebbe conferire : l ' intenzione naturalista s ' intravvede alla prima pagina e certamente ha consigliato la scrittrice nell ' impastatura dei caratteri divisi in grassi ed in magri , in malati ed in sani , in febbricitanti ed in mangiatori . Ma poi , la natura vera dell ' artista ha sopravvanzato gli intendimenti estetici dell ' autrice : il romanzo si è svolto in un duetto d ' amore come un racconto del bel tempo antico ; lo stile , segnatamente alle due prime parti , è diventato caldo , colorito , appassionato , e la descrizione spontanea , affettuosa come in una lirica . La poesia abbiam detto subisce pur essa questi difetti del romanzo e della novella : è troppo esclusivamente meccanica . C ' è esuberanza di colori , artificio di metro , ricchezza di aggettivo ; la descrizione è ricca , la strofa piena di musica , il periodo largo e studiato ; insomma c ' è tutta la parte ornamentale , la elevazione lirica non c ' è . Anche a lei , come alla novellistica , manca l ' alta e umana passione ; non ha , tutt ' al più , che l ' istinto . Però quella turgidezza d ' epitetare , quello sforzo d ' armonia , quel grande accavallamento d ' immagini , di perifrasi e d ' iperboli , messi tutti a dipingere , a colorire e a miniare , ricordano , infine , i pittori della decadenza , del bizantinismo e del barocco . E in realtà , nella sua smania di riprodurre esattamente con lo stile l ' idea e lo stato della cosa , la nostra letteratura novelliera e poetica va incontro alla peggiore delle accademie ; al Seicento . Riassumiamo , ora , per quanto è possibile : durante l ' anno che finirà domani fra molti lavori o comuni o inferiori , sotto come a una prostrazione e a una stanchezza generali d ' autori e di pubblico , la critica negativa ha fatti grandi progressi e alcuno anche la letteratura attiva e spicciola . Ma i progressi di questa son tutti nella forma esteriore : in una cognizione a volte discreta e a volte anche fortissima della lingua . Ma non così è seguìto alla letteratura nella sua parte intima , in quello che è il contenuto , gli ideali e i propositi degli artisti . Dall ' affettazione manzoniana si va precipitando nell ' affettazione naturalista un pregiudizio scolastico importato a noi , e malamente , dalla Francia dove ormai è finito ; dalla rettorica etica siam venuti alla rettorica turgida , da quella della santità a quella dell ' animalità . A questi nostri scrittori difetta un sincero ed elevato senso della vita , un concetto uguale dell ' arte loro . Ma , forse , l'84 incomincia con annunzi consolatori ; l ' anno che sparisce ha preparato all ' altro che lo seguirà un viatico potente d ' esempi e di eccitamenti , due volumi di Giosuè Carducci . A noi sembra che essi debbano sonare come le trombe mistiche dellùa bibbia per la vallata a cui è discesa la giovane letteratura d ' oggi , risonare per la vallata , e ricondurla via , in alto , in vetta al monte donde nello splendore del cielo senza nubi si mira da ogni parte serenamente , con un senso di tenerezza e d ' amore , la vita umana .