StampaPeriodica ,
Io
mi
propongo
di
ragionare
del
romanzo
in
Italia
;
e
però
bisogna
che
divida
il
mio
lavoro
in
tre
parti
:
lo
studio
de
'
modi
diversi
onde
codesta
forma
letteraria
si
sviluppò
,
tra
noi
,
nel
nostro
secolo
;
lo
studio
de
'
caratteri
che
a
mano
a
mano
riveste
,
nel
suo
progresso
continuo
,
per
soddisfare
a
'
nuovi
bisogni
;
e
lo
studio
de
'
mezzi
per
i
quali
potrà
conseguire
la
sua
maturità
intera
e
vigorosa
e
immortale
.
Il
romanzo
,
comunque
si
manifestasse
,
fu
sempre
un
prodotto
veramente
romantico
.
In
Grecia
è
quasi
sempre
il
racconto
minuto
d
'
una
ventura
erotica
,
come
nelle
novelle
milesie
;
e
fiorisce
durante
la
decadenza
alessandrina
,
che
fu
il
peggior
tempo
del
romanticismo
ellenico
:
in
Roma
,
pure
serbando
acuto
il
profumo
della
lascivia
elegante
,
si
trasmuta
in
satirico
con
Petronio
ed
Apuleio
,
e
appare
solamente
quando
l
'
aureo
secolo
di
Virgilio
e
di
Catullo
e
d
'
Orazio
è
passato
da
un
pezzo
,
vale
a
dire
nel
peggior
tempo
del
romanticismo
romano
.
Brutti
segni
,
codesti
;
se
non
ci
confortasse
il
pensiero
che
,
in
somma
,
la
letteratura
moderna
essendo
di
sua
natura
romantica
,
questo
figliuol
prediletto
del
romanticismo
può
aver
trovato
il
clima
che
conviene
al
suo
pieno
invigorimento
,
senz
'
accusare
,
nella
razza
che
lo
mantiene
,
un
languore
irrimediabile
e
mortale
.
Dopo
ciò
s
'
intende
,
per
altro
,
come
il
romanticismo
,
vittorioso
nella
battaglia
data
su
il
principio
di
questo
secolo
,
schiudesse
i
battenti
della
reggia
letteraria
al
romanzo
.
Il
quale
,
mentre
da
prima
singhiozzava
e
ruggiva
e
farneticava
di
suicidio
nell
'
Ortis
d
'
Ugo
Foscolo
,
irruppe
allora
a
bandiere
spiegate
nel
luogo
che
nessuno
gli
contrastava
,
recando
seco
da
un
lato
la
morale
cattolica
e
dall
'
altro
il
gusto
della
ricerca
storica
;
e
fu
il
libro
de
'
Promessi
sposi
d
'
Alessandro
Manzoni
.
Ma
il
Manzoni
,
temperamento
equilibrato
quant
'
altro
mai
,
se
tenne
dal
romanticismo
in
parecchi
caratteri
esteriori
dell
'
opera
sua
,
fu
più
propriamente
realista
per
la
varia
e
viva
verità
de
'
caratteri
,
per
la
logica
umana
della
favola
,
per
l
'
evidenza
pittorica
del
paesaggio
,
per
l
'
acuta
sicurezza
dell
'
analisi
psicologica
,
per
l
'
efficacia
insuperabile
del
dialogo
e
del
racconto
.
A
tutto
questo
egli
aggiunse
uno
scetticismo
giocondamente
osservatore
,
che
pervade
tutto
il
romanzo
con
un
soffio
d
'
umorismo
canzonatore
e
bonario
.
I
discepoli
del
Manzoni
non
aggiunsero
nulla
,
per
dir
vero
,
a
quanto
aveva
fatto
il
maestro
;
e
gli
rimasero
molto
a
dietro
per
le
qualità
intrinseche
dell
'
ingegno
:
sì
che
il
romanzo
del
D
'
Azeglio
o
del
Grossi
o
del
Carcano
fu
certamente
storico
e
cattolico
,
ma
non
punto
realista
.
Il
D
'
Azeglio
può
piacere
per
avventura
con
l
'
impeto
giovanilmente
cavalleresco
di
certi
suoi
personaggi
troppo
ideali
;
e
il
Grossi
può
commuovere
con
la
morte
immeritata
e
pietosa
della
sua
eroina
;
e
il
Carcano
può
blandire
con
qualche
lirica
vaporosa
e
melodiosa
interpolata
fra
un
capitolo
e
l
'
altro
;
ma
tutta
codesta
roba
non
ebbe
,
né
poteva
avere
,
importanza
veruna
per
il
successivo
svolgimento
del
romanzo
.
Non
parlo
del
Guerrazzi
:
pieno
d
'
amor
di
patria
,
impetuoso
,
eloquente
,
era
troppo
soggettivo
e
troppo
bollente
da
poter
trattare
con
fortuna
un
tal
genere
.
In
un
romanzo
autobiografico
sarebbe
riuscito
a
meraviglia
;
nel
romanzo
storico
,
là
dove
non
declama
o
descrive
o
rifà
la
storia
,
è
freddo
,
artificioso
,
pesante
.
In
tanto
venne
il
'60
.
Dopo
il
primo
assetto
del
nuovo
regno
d
'
Italia
,
si
ricominciò
a
parlare
di
letteratura
e
,
si
capisce
,
anche
del
romanzo
.
Se
non
che
il
Manzoni
pareva
oramai
troppo
guelfo
a
un
popolo
che
voleva
strappare
Roma
dalle
branche
della
Chiesa
;
e
,
d
'
altra
parte
,
nella
capitale
morale
d
'
Italia
,
com
'
era
detta
allora
Milano
,
era
fresca
la
memoria
dei
Francesi
liberatori
;
di
modo
che
,
per
fare
dispetto
al
papa
e
piacere
a
'
vicini
d
'
oltr
'
Alpe
;
i
nostri
letteratucoli
si
misero
a
scimmiottare
il
secondo
romanticismo
francese
e
la
boemia
,
ne
'
pensieri
,
nell
'
opere
e
nelle
parole
.
A
parte
le
frasi
:
il
romanticismo
italiano
,
benché
derivasse
in
principio
dal
romanticismo
tedesco
,
aveva
avuto
un
carattere
suo
di
quasi
preludio
e
incitamento
e
puntello
alla
rivoluzione
politica
.
Ma
,
poi
che
dal
'20
al
'60
questo
concetto
era
stato
dichiarato
per
tutti
i
versi
,
e
in
tutte
le
guise
,
e
col
conseguimento
dell
'
unità
e
dell
'
indipendenza
e
della
libertà
,
il
nostro
romanticismo
,
in
quanto
era
più
propriamente
italiano
,
cessava
;
la
letteratura
romantica
,
dopo
il
'60
,
si
trovò
senza
scopo
,
e
,
incoraggiata
da
qualche
esempio
illustre
,
si
rivolse
ancora
per
aiuto
alla
Francia
,
la
quale
non
era
solo
la
nazione
vicina
e
più
affine
di
costumi
,
di
tradizioni
e
di
favella
,
ma
teneva
pure
l
'
imperio
supremo
del
buon
gusto
,
come
della
politica
,
in
Europa
.
I
nostri
uomini
più
o
meno
intinti
di
lettere
,
dunque
,
s
'
ubbriacarono
di
liquori
come
Alfredo
De
Musset
;
lucidarono
i
racconti
del
Poe
tradotti
da
Carlo
Baudelaire
;
predicarono
il
vangelo
dell
'
arte
per
l
'
arte
;
detestarono
la
morale
;
amarono
le
donne
brutte
e
perverse
;
sognarono
di
morire
in
un
ospizio
di
poveri
,
e
misero
in
fuga
i
borghesi
co
'
loro
paradossi
di
seconda
e
di
terza
mano
.
Tale
fu
la
famosa
scapigliatura
lombarda
:
pativano
tutti
la
clorosi
dell
'
ideale
,
e
si
chiamavano
realisti
;
imitavano
l
'
Hugo
,
il
Gautier
,
il
Baudelaire
e
il
Dumas
figlio
,
a
casaccio
,
e
si
credevano
originali
.
In
mezzo
a
questo
ambiente
pubblicò
Giovanni
Verga
l
'
Eva
,
il
romanzo
che
lo
rese
noto
al
pubblico
de
'
lettori
.
Eva
appartiene
a
quella
famiglia
di
creature
eleganti
,
appassionate
e
incosciamente
crudeli
,
che
popolarono
la
letteratura
dopo
il
secondo
romanticismo
francese
e
sovra
tutto
per
opera
di
Alessandro
Dumas
figlio
.
L
'
eroe
del
romanzo
,
Enrico
Lanti
,
è
un
artista
che
ha
continua
la
febbre
dell
'
amore
e
dell
'
arte
,
e
muore
,
alla
fine
,
di
tisi
,
la
malattia
di
moda
dopo
la
Signora
delle
camelie
.
L
'
azione
si
svolge
tutta
in
un
ambiente
fantastico
di
profumi
e
di
luce
,
dove
delle
braccia
candide
e
ignude
si
sporgono
tra
i
veli
rossi
d
'
un
letto
e
i
tappeti
di
Persia
smorzano
il
rumore
de
'
passi
,
e
'
l
tè
vapora
i
suoi
caldi
aromi
dalle
tazze
fiorate
di
porcellana
del
Giappone
,
e
le
piante
esotiche
dalle
foglie
larghe
e
diffuse
e
dall
'
effluvio
penetrante
s
'
inclinano
a
specchiarsi
negli
alti
specchi
dalle
cornici
d
'
ebano
e
d
'
oro
,
e
l
chiaror
della
luna
scivolando
furtivo
di
notte
nell
'
alcova
tranquilla
,
rischiara
sovra
un
mucchio
di
trine
la
bella
donna
dalle
labbra
ancora
stillanti
di
voluttà
,
che
dorme
in
atto
di
dolce
stanchezza
,
su
l
seno
del
suo
pallido
amante
.
La
realtà
,
in
somma
,
co
'
suoi
momenti
solenni
e
co
'
suoi
momenti
ridicoli
,
co
'
suoi
meriti
e
con
le
sue
viltà
,
co
'
suoi
dolori
e
con
le
sue
gioie
,
non
è
a
fatto
in
quel
libro
.
Quella
ballerina
,
che
ha
le
maniere
ingenue
e
squisite
d
'
una
principessa
del
sangue
e
l
sentimento
timido
e
profondo
della
Miranda
dello
Shakespeare
fa
ridere
i
vecchi
frequentatori
del
palcoscenico
;
quel
pittore
malinconico
e
ardente
e
cavalleresco
né
meno
un
'
educanda
lo
piglierebbe
su
l
serio
;
e
nondimeno
il
romanzo
piacque
e
piace
anche
adesso
.
Perché
,
a
malgrado
de
'
difetti
,
è
in
esso
un
'
effusione
tutta
lirica
e
personale
,
ma
potente
a
ogni
modo
,
dell
'
amore
quale
si
prova
e
si
desidera
nell
'
età
degli
entusiasmi
vergini
e
cocenti
,
a
vent
'
anni
.
Ne
'
romanzi
della
stessa
maniera
che
l
Verga
fece
di
poi
,
manca
codesto
pregio
,
e
restano
interi
i
difetti
:
di
qui
la
loro
assoluta
miseria
.
A
un
tratto
,
il
Verga
parve
per
un
momento
nauseato
di
questa
sua
produzione
artificiale
;
e
,
prendendo
forse
a
modello
i
racconti
regionali
dell
'
Auerbach
e
del
Bret
-
Harte
,
scrisse
la
Nedda
,
una
dipintura
della
vita
campagnola
della
Sicilia
.
E
,
da
che
nessuna
reminiscenza
letteraria
qui
poteva
intorbidargli
la
schietta
visione
della
realtà
,
la
rappresentazione
fu
vera
,
viva
,
immediata
.
Il
cielo
azzurro
della
Sicilia
s
'
incurva
limpido
sulla
scena
,
solcato
da
una
leggera
flottiglia
di
nuvole
bianche
:
su
l
prato
erboso
e
scintillante
di
rugiada
nel
sole
,
i
giovenchi
miti
posavano
brucando
i
timi
odorosi
:
dalle
rupi
intorno
,
i
fichi
d
'
India
torti
e
carnosi
si
sporgevano
come
a
guardare
:
dietro
gli
ulivi
cinerei
,
il
mare
Ionio
lampeggiava
e
taceva
.
E
Nedda
,
seduta
in
un
canto
,
teneva
fra
'
denti
una
delle
cocche
del
fazzoletto
rosso
che
le
copriva
la
testa
,
e
volgeva
i
grandi
occhi
neri
impregnati
di
lagrime
aspettando
invano
che
il
suo
fidanzato
tornasse
.
In
tanto
,
e
quasi
nello
stesso
tempo
,
un
'
altra
corrente
,
quella
del
romanzo
di
famiglia
tedesco
e
inglese
,
si
manifestava
in
Italia
.
Salvatore
Farina
aveva
derivato
da
Carlo
Dickens
e
da
Giorgio
Elliot
una
sua
maniera
onesta
di
rappresentare
non
male
la
vita
domestica
,
incolorandola
a
ogni
modo
co
'
riflessi
azzurri
del
suo
tranquillo
ottimismo
.
A
punto
come
il
Verga
si
compiaceva
d
'
idealizzare
la
colpa
elegante
,
il
Farina
si
compiaceva
d
'
idealizzare
l
'
innocenza
borghese
.
I
suoi
racconti
,
i
quali
per
altro
non
mancano
di
finezza
e
qualche
volta
di
verità
,
avevano
il
merito
di
poter
andare
per
le
mani
delle
spose
e
delle
ragazze
da
bene
:
erano
puri
come
l
'
acqua
di
fonte
.
Per
questo
appunto
il
Farina
s
'
è
fatto
non
solo
in
Italia
,
ma
in
molta
parte
anche
d
'
Europa
,
un
pubblico
di
persone
ammodo
che
lo
legge
e
l
'
ama
e
l
'
ammira
.
Teneva
bordone
al
Farina
,
Cesari
Donati
e
qualche
altro
;
seguiva
da
presso
al
Verga
,
Luigi
Capuana
.
Gli
altri
annaspavano
incerti
tra
i
pantani
del
romanzo
storico
,
che
nessuno
più
leggeva
,
e
le
nebbie
della
novella
fantastica
,
che
nessuno
più
capiva
.
Anche
v
'
era
chi
sarebbesi
voluto
provare
a
fare
il
romanzo
d
'
appendice
,
che
in
Francia
fruttò
e
frutta
di
be
'
quattrini
al
Du
Terrail
,
al
Montépin
,
al
Boisgobey
e
ad
altri
;
ma
,
prima
di
tutto
,
quanti
leggevano
allora
l
'
appendice
,
in
Italia
?
Meno
di
quanti
la
leggano
addesso
,
ch
'
è
tutto
dire
.
Così
che
,
quando
il
fracasso
del
naturalismo
invadente
giunse
con
l
'
Assommoir
dello
Zola
tra
noi
,
il
nostro
romanzo
aveva
deviato
a
fatto
dalla
tradizione
manzoniana
;
e
,
o
s
'
inebriava
de
'
vapori
acidi
di
sentimentalità
isterica
del
Dumas
figlio
,
o
tubava
sul
giaciglio
di
piume
di
sentimentalità
virtuosa
del
Dickens
e
dell
'
Elliot
,
o
cominciava
a
derivare
,
ch
'
era
men
male
,
dalla
novella
regionale
dell
'
Auerbach
e
del
Bret
-
Harte
,
l
'
idea
della
novella
regionale
italiana
.
Di
veramente
italiano
,
dunque
,
restava
nulla
o
assai
poca
cosa
.
II
.
Emilio
Zola
,
dichiarando
il
suo
nuovo
metodo
,
primieramente
moveva
da
questo
principio
:
rappresentare
,
con
la
più
cruda
schiettezza
,
la
vita
,
la
realtà
,
la
natura
:
donde
quella
sua
denominazione
,
un
po
'
incerta
a
dir
vero
,
di
naturalismo
.
Ma
,
in
quel
tempo
,
troppa
gente
in
Italia
s
'
era
messa
in
testa
di
rinnovare
la
letteratura
,
e
s
'
era
figurata
di
far
del
verismo
lucidando
male
le
morbose
lascivie
e
le
stravaganze
calcolate
e
le
collere
intemperanti
di
quei
romantici
ambiziosi
di
Francia
,
che
derivati
,
a
quel
modo
per
altro
che
i
rigagnoli
derivan
da
'
fiumi
,
da
'
vecchi
e
dispersi
scrittori
del
Cenacolo
,
fecero
chiasso
di
molto
,
finché
i
parnassiani
odierni
non
gli
ebber
cacciati
di
nido
.
A
tutti
costoro
non
parve
vero
di
potersi
raggruppare
alla
fine
sotto
un
bandiera
rivoluzionaria
,
e
recante
una
parola
non
anche
adoperata
e
a
bastanza
sonora
,
e
sorretta
da
qualcuno
che
i
pugni
mostrava
possenti
,
e
sembrava
incaponito
nella
sua
idea
,
e
urlava
per
dieci
.
Anch
'
essi
,
in
falsetto
,
gli
tennero
bordone
;
e
i
nostri
giornali
furon
pieni
a
un
tratto
di
ragionamenti
intorno
il
naturalismo
;
e
nel
nome
dello
Zola
arse
più
accanita
la
mischia
.
E
non
era
anche
finita
,
quando
Luigi
Capuana
,
uno
tra
i
più
destri
e
tra
i
meno
indotti
propagatori
della
nuova
teoria
,
pubblicò
,
secondo
il
metodo
sperimentale
,
un
suo
romanzo
,
dal
nome
dell
'
eroina
intitolato
Giacinta
,
e
dedicato
allo
Zola
.
Poco
dopo
pubblicò
il
Verga
I
Malavoglia
,
un
altro
romanzo
sperimentale
.
In
fine
,
Matilde
Serao
pubblicò
il
Cuore
infermo
e
la
Fantasia
,
romanzi
sperimentali
essi
pure
.
Qual
è
dunque
e
in
che
propriamente
consiste
e
che
aggiunge
di
nuovo
al
romanzo
il
naturalismo
?
Esso
si
propone
l
'
indagine
accurata
e
fedele
dell
'
uomo
odierno
,
senza
preconcetti
superbi
,
senza
pudori
ipocriti
,
senza
idealità
sentimentali
;
e
a
conseguirla
si
vale
de
'
documenti
umani
,
che
sono
lo
somma
dei
fatti
osservati
ogni
giorno
e
ordinati
e
messi
da
parte
:
pretende
di
sostituire
alla
fantasia
ebbra
e
scapigliata
,
che
passa
e
brilla
e
abbaglia
ne
'
racconti
romantici
,
lo
studio
esatto
e
minuto
del
temperamento
:
ammonisce
di
semplificare
l
'
azione
e
d
'
allargare
,
in
vece
,
l
'
analisi
psicologica
:
impone
la
varia
e
animata
e
continua
descrizione
dell
'
ambiente
,
ond
'
è
spesso
regolato
l
'
arbitrio
delle
persone
che
vi
si
movon
per
entro
:
e
,
in
fine
,
vorrebbe
formarsi
uno
stile
semplice
e
vigoroso
a
un
tempo
,
senza
sonagliere
d
'
antitesi
,
senza
pennacchi
di
metafore
,
senza
gualdrappe
di
frasi
.
Codesti
romanzieri
,
dunque
,
s
'
affidarono
al
metodo
dello
Zola
,
quasi
a
occhi
chiusi
,
senza
dubitare
o
discutere
:
e
,
mi
rincresce
di
dirlo
e
vorrei
anche
ingannarmi
,
imbandiron
della
roba
poco
più
che
mediocre
.
Non
parlo
della
Giacinta
,
ch
'
è
forse
,
fra
tutti
codesti
tentativi
sperimentali
,
il
più
imperfetto
;
da
che
qualche
pagina
d
'
analisi
acuta
e
qualche
scena
di
viva
passione
non
bastano
a
compensare
l
'
irregolarità
dell
'
architettura
,
l
'
impreparata
singolarità
delle
situazioni
,
la
prolissità
disutile
del
racconto
,
l
'
indeterminatezza
de
'
caratteri
,
l
'
abuso
della
descrizione
,
l
'
imperizia
dello
stile
e
la
miserabile
sciatteria
della
lingua
.
I
Malavoglia
sono
scritti
con
tale
un
rigore
di
metodo
sperimentale
che
,
se
la
scuola
stessa
non
fosse
viziosa
,
codesto
avrebbe
a
essere
il
romanzo
più
fortunato
che
sia
mai
venuto
in
luce
.
Né
anche
lo
Zola
era
mai
giunto
a
tanta
semplicità
estrema
di
favola
;
a
tanta
scrupolosa
e
fedele
oggettività
d
'
osservazione
;
a
tanta
pittoresca
efficacia
nella
sicura
e
non
interrotta
evocazione
dell
'
ambiente
;
a
tanta
logica
umana
nello
svolgimento
di
quelle
umili
vite
di
pescatori
;
a
tanta
parsimonia
di
mezzi
retorici
.
Certo
,
come
studio
sociale
e
locale
e
dialettale
,
poi
che
il
Verga
traduce
a
pena
la
rozza
parlata
dei
suoi
personaggi
,
quel
libro
è
mirabile
.
Perché
,
dunque
,
fu
accolto
così
freddamente
dal
pubblico
e
par
troppo
noioso
anche
a
'
letterati
di
professione
?
La
ragione
è
semplice
:
perché
,
come
vedremo
,
non
è
punto
un
romanzo
.
Non
di
meno
,
il
Verga
ha
coscienza
intera
del
suo
romanzo
:
egli
sa
ciò
che
vuole
,
e
,
se
v
'
ha
errore
,
gli
è
nel
sistema
,
non
a
fatto
nell
'
esecuzione
:
e
però
si
può
disputare
su
la
vitalità
del
suo
romanzo
,
ma
non
si
può
contrastargli
la
fama
d
'
artista
serio
e
potente
.
In
vece
la
signorina
Serao
par
che
vada
ognor
brancolando
per
l
'
oscura
foresta
del
romanzo
,
senza
trovare
una
via
.
Della
teoria
sperimentale
ella
non
ha
colto
,
a
dir
vero
,
se
non
a
pena
i
caratteri
esteriori
,
vale
a
dire
il
lusso
della
descrizione
,
la
corrispondenza
del
fatto
psicologico
al
fatto
fisiologico
nell
'
individuo
,
la
legge
ereditaria
,
e
l
raggruppamento
meccanico
de
'
particolari
:
del
rimanente
,
l
'
analisi
del
sentimento
,
o
anche
solo
della
sensazione
,
è
ne
'
suoi
libri
o
superficiale
o
mal
certa
o
arbitraria
a
dirittura
;
i
caratteri
son
talora
innaturali
,
più
spesso
non
a
bastanza
rilevati
,
quasi
sempre
incoerenti
;
la
lingua
e
lo
stile
conservano
finora
una
così
barbara
indipendenza
da
ogni
regola
di
proprietà
,
di
purità
,
di
convenienza
,
d
'
efficacia
e
d
'
eleganza
,
da
riuscire
intollerabili
a
chiunque
abbia
ancora
una
qualche
pratica
de
'
buoni
scrittori
e
un
qualche
rispetto
della
tradizione
letteraria
.
Così
che
la
signorina
Serao
tiene
dal
naturalismo
in
ciò
ch
'
esso
ha
di
più
inaccettabile
e
di
più
caduco
;
e
,
ch
'
è
peggio
,
ella
esagera
anche
un
poco
per
conto
suo
.
In
fatti
,
la
descrizione
che
lo
Zola
abusa
,
è
vero
,
ma
non
di
rado
per
uno
scopo
d
'
effetto
complessivo
,
nella
prosa
della
signorina
Serao
sta
oziosa
e
isolata
a
raffreddare
l
'
azione
;
e
l
'
esposizione
minuta
de
'
fatti
esterni
,
che
dallo
Zola
è
ordinata
,
con
abilità
singolare
,
quale
a
mano
a
mano
può
riflettersi
nell
'
animo
del
personaggio
che
tien
la
scena
,
dalla
signorina
Serao
è
fatta
senza
criterio
,
con
un
ardore
cieco
e
puerile
;
e
que
'
preconcetti
scientifici
,
che
pur
ne
'
romanzi
dello
Zola
accusano
l
'
empirismo
,
diventano
più
regolari
,
più
costanti
,
più
meccanici
,
e
però
più
ridicoli
nel
Cuore
infermo
e
nella
Fantasia
della
signorina
Serao
.
La
quale
ha
,
per
altro
,
un
merito
sommo
,
che
gli
altri
romanzieri
sperimentali
d
'
Italia
non
hanno
:
sa
ridestare
gli
affetti
nell
'
animo
dei
lettori
.
Ora
,
a
parer
mio
,
Emilio
Zola
è
un
romanziere
vigoroso
;
ma
la
teoria
ch
'
egli
ha
predicato
è
,
per
la
più
parte
,
inammissibile
,
perché
contraria
alle
leggi
più
elementari
dell
'
estetica
positiva
.
E
singolare
,
in
fatti
,
che
l
naturalismo
,
mentre
si
vanta
di
procedere
dalla
scienza
odierna
,
ignori
i
risultati
della
psicologia
sperimentale
circa
i
piaceri
estetici
;
i
quali
nascono
propriamente
dal
bisogno
d
'
esercitare
per
la
riproduzione
ideale
dell
'
emozione
la
forza
nervosa
sovrabbondante
nell
'
organismo
;
e
lo
Spencer
e
l
Sully
e
l
Helmholtz
e
l
Bain
e
l
Friedländer
concordano
tutti
su
questo
punto
.
E
allora
si
può
fermare
la
legge
estetica
,
che
tanto
è
più
grande
il
piacere
suscitato
da
un
lavoro
letterario
,
quanto
più
viva
e
piena
e
gagliarda
è
l
'
emozione
.
E
poi
che
i
sentimenti
più
bassi
e
più
elementari
naturalmente
commuovono
un
minor
numero
d
'
elementi
nervosi
che
i
sentimenti
più
alti
e
più
complessi
,
i
quali
si
sviluppano
e
infatti
nelle
razze
più
elevate
,
è
fuor
di
dubbio
che
l
piacere
estetico
suscitato
dalla
riproduzione
d
'
un
sentimento
altruistico
o
egoaltruistico
,
quali
la
giustizia
,
la
pietà
,
il
dovere
,
la
compassione
e
l
'
amore
,
sarà
,
con
uguale
intensità
di
rappresentazione
,
assai
maggiore
che
quello
suscitato
dalla
riproduzione
d
'
un
sentimento
egoistico
.
E
dove
emozione
non
si
desti
,
non
è
materia
d
'
arte
.
Qui
a
punto
è
l
difetto
capitale
della
teoria
dello
Zola
.
Egli
pone
come
scopo
al
romanzo
ciò
che
avrebbe
a
essere
solo
un
mezzo
di
ridestare
un
'
emozione
o
un
plesso
d
'
emozioni
;
vale
a
dire
l
'
analisi
progressiva
d
'
un
temperamento
sotto
l
'
azione
d
'
un
ambiente
.
Ora
questa
è
una
ricerca
propriamente
scientifica
,
che
non
eccita
punto
gli
elementi
nervosi
del
nostro
organismo
,
se
non
solo
in
quel
caso
che
l
protagonista
trovi
nell
'
ambiente
una
ragione
di
lotta
,
donde
scaturisca
l
'
emozione
.
Ma
l
'
analisi
sola
non
basta
;
né
,
come
afferma
lo
Zola
,
la
rappresentazione
fedele
di
una
vita
ordinaria
che
si
svolge
senza
scosse
né
strappi
può
esser
mai
sola
il
contenuto
d
'
un
romanzo
;
e
,
a
punto
per
codesto
difetto
d
'
azione
,
i
Malavoglia
del
Verga
,
pur
rimanendo
uno
studio
accurato
,
sono
un
'
infelice
opera
d
'
arte
.
Sono
come
un
giovane
bello
e
bianco
e
robusto
,
al
quale
non
altro
mancasse
per
far
la
delizia
delle
signore
se
non
la
vita
.
E
poi
che
nella
creazione
letteraria
i
caratteri
piglian
contorno
e
sembianza
propria
e
rilievo
tra
l
caldo
baglior
del
dramma
,
anche
i
caratteri
,
dove
quello
sia
povero
o
manchi
a
fatto
,
rimangon
freddi
o
vaghi
o
scoloriti
,
come
a
punto
ne
'
Malavoglia
.
Un
eccesso
di
tutt
'
i
romanzieri
sperimentali
è
la
descrizione
.
Essi
affermano
che
l
'
azione
dell
'
ambiente
è
continua
su
l
dramma
umano
;
e
però
,
soggiungono
,
bisogna
farla
sentire
a
ogni
passo
.
Quanto
alla
premessa
,
sta
bene
;
ma
non
mi
persuade
la
conseguenza
.
In
fatti
,
codesta
azione
,
come
osservò
acutamente
Enrico
Panzacchi
a
proposito
della
Malombra
d
'
Antonio
Fogazzaro
,
rimane
le
più
volte
inavvertita
anche
alla
persona
che
la
sopporta
.
E
quando
essa
è
inopportuna
,
s
'
intende
che
,
in
vece
d
'
aguzzar
l
'
interesse
,
lo
raffreddi
d
'
un
tratto
e
provochi
la
stizza
dei
lettori
,
che
a
malincuore
si
sentono
distratti
dal
dramma
che
li
commoveva
.
Un
pregiudizio
espresso
nel
metodo
sperimentale
è
la
narrazione
impersonale
;
un
pregiudizio
sottinteso
è
la
necessità
di
rappresentare
la
vita
odierna
.
Io
ripenso
il
primo
,
e
mi
domando
che
bel
guadagno
sarebbe
per
I
Promessi
Sposi
,
se
l
'
autore
non
fosse
ognora
presente
con
quel
suo
sorriso
d
'
arguzia
serena
,
che
versa
in
tutto
il
libro
come
una
luce
diffusa
,
dove
ciascuna
figura
sorge
viva
e
diritta
,
e
si
move
per
virtù
propria
,
e
non
perde
mai
quella
cèra
o
truce
o
pietosa
o
ridicola
che
la
distingue
.
E
spesso
a
punto
una
osservazione
personale
dell
'
autore
dà
l
tocco
ultimo
a
un
carattere
,
a
una
descrizione
,
a
un
movimento
psicologico
.
Certo
,
io
non
nego
che
la
tendenza
soverchiamente
soggettiva
dell
'
Hugo
e
del
Guerrazzi
possa
aver
nociuto
ad
alcuni
de
'
loro
romanzi
;
e
credo
che
in
certi
casi
d
'
indifferenza
oggettiva
anche
possa
giovare
all
'
effetto
;
ma
la
pretensione
di
bandire
dalla
narrazione
quello
ch
'
è
,
per
la
più
parte
dei
casi
,
lo
strumento
di
rappresentazione
più
facile
,
efficace
e
sicuro
,
a
me
pare
eccessiva
ed
assurda
.
Né
la
necessità
di
rappresentare
la
vita
odierna
è
meno
irragionevole
.
Quando
l
'
emozione
venga
suscitata
così
piena
e
gagliarda
da
vibrare
nella
più
parte
degli
elementi
nervosi
ch
'
essa
percorre
,
sforzando
il
minor
numero
di
questi
elementi
,
che
importa
a
noi
se
l
dramma
,
onde
scaturisce
quell
'
emozione
,
sia
pagano
o
cristiano
,
antico
o
moderno
,
spagnuolo
o
russo
o
tedesco
o
papuasiano
o
malese
?
Chi
è
rimasto
mai
freddo
alla
lettura
dell
'
Othello
dello
Shakespeare
,
se
bene
il
moro
di
Venezia
visse
molti
secoli
a
dietro
?
E
chi
può
legger
senza
lagrime
l
'
episodio
della
morticina
ne
'
Promessi
Sposi
del
Manzoni
,
se
bene
il
fatto
si
riferisce
alla
peste
di
Milano
del
milleseicento
e
tanti
?
E
perché
quanto
è
stato
possibile
finora
,
diverrà
,
da
ora
innanzi
,
impossibile
?
Le
son
cose
che
paion
chiare
come
il
giorno
,
nevvero
?
E
pure
provate
a
farle
intendere
a
certa
gente
:
gli
è
come
lavare
la
testa
all
'
asino
,
con
rispetto
parlando
.
Resta
,
in
fine
,
a
parlare
della
forma
,
sovra
tutto
nel
dialogo
.
E
qui
pure
il
mezzo
adoperato
dal
Verga
per
ottenere
efficacia
e
naturalezza
,
senza
mancare
alle
regole
della
lingua
comune
,
mi
sembra
troppo
imperfetto
.
Il
Verga
,
in
fatti
,
si
contenta
a
tradurre
quasi
alla
lettera
la
parlata
de
'
suoi
contadini
o
de
'
suoi
pescatori
di
Sicilia
,
serbando
il
colorito
e
la
giacitura
della
frase
,
il
ricorso
del
periodo
e
anche
il
sapor
brusco
de
'
modi
di
dire
,
quali
veramente
si
trovano
nel
dialetto
.
Già
,
codesto
pencolar
faticoso
tra
la
lingua
e
l
dialetto
io
non
vedo
che
risolva
nulla
;
e
,
più
presto
che
infonder
vita
e
calore
al
dialogo
,
mi
pare
che
l
'
irrigidisca
in
contorcimenti
tanto
più
penosi
quanto
men
facili
.
In
oltre
,
sarebbe
,
a
ogni
modo
,
rimedio
per
un
solo
caso
;
ma
,
o
che
farebbe
egli
l
Verga
,
se
avesse
a
porre
in
Francia
o
in
Inghilterra
o
in
Germania
la
scena
d
'
un
suo
romanzo
?
E
il
patrimonio
della
lingua
che
cosa
diverrebbe
se
ogni
romanziere
si
credesse
in
diritto
di
rimpasticciarsi
,
per
uso
proprio
,
gl
'
idiotismi
della
propria
regione
?
III
.
Ma
tra
il
ribollimento
della
fungaia
sperimentale
,
il
romanzo
italiano
gittava
finalmente
le
prime
foglie
e
schiudeva
i
primi
fiori
e
maturava
i
primi
frutti
.
Tre
romanzieri
originali
tentarono
,
con
modi
diversi
,
l
'
impresa
di
liberare
codesto
genere
letterario
dalle
pastoie
dell
'
imitazione
francese
;
e
,
chi
più
chi
meno
,
fecero
tutti
una
buona
prova
.
Io
dico
d
'
Anton
Giulio
Barrili
,
di
Girolamo
Rovetta
e
di
Antonio
Fogazzaro
.
Il
Barrili
cominciò
veramente
anche
prima
che
il
naturalismo
recasse
in
Italia
il
suo
grave
bagaglio
di
tesi
,
di
definizioni
e
di
regole
;
ma
,
progredendo
,
divenne
più
esperto
,
più
franco
,
più
amabile
;
e
ogni
giorno
guadagna
terreno
.
Egli
compensa
il
difetto
di
solidità
de
'
suoi
lavori
con
una
grazia
,
una
snellezza
,
una
semplicità
che
innamora
.
Certo
,
non
ha
quella
tragica
potenza
di
situazioni
onde
il
lettore
rimane
anelante
e
perplesso
:
certo
,
non
sa
dare
a
'
suoi
personaggi
quello
scultorio
rilievo
che
li
rende
indimenticabili
:
certo
,
non
descrive
con
quell
'
animata
efficacia
di
particolari
sensibili
la
quale
sembra
quasi
evocare
il
paesaggio
,
no
;
ma
il
suo
racconto
si
svolge
vario
d
'
avventura
in
avventura
,
e
non
s
'
indugia
mai
,
e
senza
scoter
mai
troppo
il
lettore
,
sa
tenerlo
desto
ed
attento
sino
alla
fine
.
Inoltre
ha
spesso
il
Barrili
un
'
invidiabile
squisitezza
di
sentimento
,
una
sottile
giocondità
d
'
osservazione
,
una
viva
freschezza
di
fantasia
,
un
'
ingegnosa
novità
di
trovata
,
una
ravvivatrice
eleganza
d
'
erudizione
.
Gli
è
un
gentiluomo
colto
ed
arguto
che
si
piace
di
dipanare
,
per
sollazzo
d
'
una
brigata
di
belle
e
intelligenti
signore
,
una
sua
confusa
matassa
di
fili
d
'
oro
e
di
seta
.
Somiglia
un
poco
a
Vittorio
Cherbuliez
;
ma
si
vede
bene
che
non
ne
deriva
.
E
,
in
fine
,
è
il
solo
,
fra
tutt
'
i
romanzieri
d
'
Italia
,
che
sappia
scrivere
l
'
italiano
senza
affettazione
accademica
e
senza
incuria
volgare
.
Il
Val
d
'
Olivi
,
la
Sirena
e
il
Come
un
sogno
sono
tre
piccoli
capilavori
.
La
Malombra
del
Fogazzaro
a
me
sembra
il
miglior
romanzo
che
sia
stato
scritto
in
Italia
dopo
i
Promessi
Sposi
.
La
lingua
è
un
po
'
sciamannata
,
se
bene
lo
stile
,
tutto
muscoli
e
nervi
,
è
quasi
sempre
evidente
;
il
lusso
inutile
della
descrizione
è
forse
eccessivo
;
lo
scioglimento
è
troppo
,
nella
forma
,
teatrale
:
sta
bene
.
Ma
che
ricchezza
di
favola
,
che
soffio
rapido
e
ardente
di
dramma
,
che
accento
profondo
di
passione
,
che
piena
animazione
di
vita
esteriore
,
che
varia
,
intensa
e
vivente
verità
di
caratteri
!
Cesare
d
'
Ormengo
,
il
gentiluomo
democratico
e
altero
;
Corrado
Silla
,
il
giovine
vinto
e
spostato
che
s
'
accascia
,
con
amara
fierezza
di
vittima
,
nella
lotta
per
l
'
esistenza
;
Marina
,
cupa
,
ardente
,
fantastica
,
irrequieta
e
superba
;
il
signor
Steinegge
,
burbero
e
mite
;
Edith
,
pura
,
timida
e
affettuosa
;
la
vecchia
contessa
veneziana
,
e
Nepo
,
il
suo
molle
e
impertinente
figliuolo
;
il
vecchio
curato
,
umile
e
buono
;
tutte
,
in
somma
,
codeste
figure
sono
indimenticabili
.
Anche
qui
è
l
'
analisi
psicologica
;
forse
troppo
raffinata
e
malaticcia
e
sottile
,
ma
sicura
e
profonda
a
ogni
modo
.
Anche
qui
è
l
'
azione
dell
'
ambiente
su
'
personaggi
,
ma
sovente
con
tale
intima
corrispondenza
del
sentimento
alla
natura
esteriore
,
che
quasi
il
lettore
non
s
'
avvede
dell
'
artificio
.
Anche
qui
è
l
'
oggettività
della
rappresentazione
;
ma
non
tale
,
peraltro
,
da
impedire
allo
scrittore
di
godere
e
soffrire
e
vivere
,
insomma
,
con
le
sue
creazioni
,
le
quali
appunto
per
questo
,
hanno
palpiti
e
fremiti
di
vita
reale
.
I
romanzi
del
Rovetta
prometton
bene
,
quantunque
i
difetti
sian
gravi
e
numerosi
.
La
lingua
è
in
generale
scorretta
,
e
disuguale
,
incerto
,
angoloso
lo
stile
;
i
caratteri
sono
più
,
tosto
accennati
che
sviluppati
;
i
tipi
comici
si
mutano
spesso
in
caricature
;
la
disposizione
delle
parti
è
non
di
rado
viziosa
;
l
'
analisi
psicologica
è
troppo
breve
e
superficiale
;
certi
scatti
di
passione
non
sono
a
bastanza
preparati
,
e
abbondano
le
disutili
lunghezze
.
Per
altro
,
la
commozione
è
sempre
viva
e
continua
:
qualche
carattere
,
come
la
Lalla
della
Mater
dolorosa
,
è
pensato
e
disegnato
e
condotto
bene
;
e
uno
schietto
umor
comico
pervade
que
'
libri
con
una
folla
d
'
osservazioni
argute
,
di
celie
sottili
,
e
di
paragoni
ridicoli
.
Tali
sono
le
condizioni
odierne
del
romanzo
in
Italia
.
Giova
adesso
cercare
quali
sono
i
modi
,
per
i
quali
,
rinfrancato
e
sicuro
,
potrà
esso
avventurarsi
sempre
più
in
alto
su
l
'
erta
dell
'
avvenire
.
Il
romanzo
italiano
dell
'
avvenire
sarà
,
prima
d
'
ogni
altra
cosa
,
scritto
in
lingua
italiana
;
e
propriamente
in
quella
lingua
semplice
,
svelta
,
efficace
,
pura
senza
pedanteria
,
popolare
senza
smargiasseria
,
che
fu
adoperata
dal
Manzoni
nel
suo
romanzo
.
Forse
,
qualche
singolarità
dialettale
,
qualche
neologismo
necessario
,
qualche
solecismo
d
'
uso
comune
segnatamente
nel
dialogo
,
potrebbe
anche
venir
tollerato
;
ma
il
fondo
avrebbe
a
esser
poi
sempre
quello
.
I
processi
di
stile
per
la
descrizione
,
per
il
dialogo
,
per
l
'
emozione
,
dovranno
tutti
conferire
alla
rapidità
,
alla
varietà
,
all
'
evidenza
della
narrazione
.
Che
l
romanzo
sia
storico
o
fantastico
,
alla
critica
,
veramente
,
non
importa
;
ma
,
tutto
sommato
,
gli
è
meglio
che
esso
sia
la
rappresentazione
della
nostra
indole
,
della
nostra
vita
,
della
nostra
società
.
Così
al
romanziere
riesce
tanto
facile
l
'
osservare
,
quanto
difficile
gli
parrebbe
il
ricostruire
;
e
al
lettore
garba
di
più
l
sentir
vibrare
nel
romanzo
il
suo
proprio
temperamento
d
'
uomo
moderno
,
che
l
'
ammirare
le
avventure
maravigliose
,
ma
fredde
,
d
'
un
tempo
più
o
meno
remoto
;
e
per
la
storia
della
civiltà
non
è
punto
inutile
il
tramandare
a
'
nostri
posteri
il
quadro
largo
e
fedele
de
'
nostri
costumi
,
delle
nostre
miserie
e
de
'
nostri
eroismi
.
Se
e
quando
il
romanzo
ha
da
essere
puramente
oggettivo
,
giudicherà
lo
scrittore
,
poi
che
non
le
son
cose
che
si
possano
stabilire
,
se
non
all
'
opera
;
certo
,
l
'
azione
non
deve
mai
raffreddarsi
,
non
che
difettare
;
certo
,
l
'
emozione
deve
scoppiar
sempre
intensa
e
calda
;
certo
,
la
descrizione
esteriore
,
non
abbondante
,
ma
caratteristica
,
deve
alternare
e
riflettere
e
compire
i
movimenti
dell
'
animo
.
Ma
il
punto
su
l
quale
io
voglio
fermarmi
e
che
parmi
,
fra
tutti
,
il
più
importante
,
è
la
questione
dell
'
etica
nel
romanzo
.
Il
romanzo
italiano
dell
'
avvenire
sarà
spruzzato
di
pessimismo
indifferente
e
ironico
e
amaro
,
come
il
romanzo
sperimentale
in
Francia
?
O
sarà
impregnato
d
'
ottimismo
sollecito
e
intelligente
e
amoroso
come
il
romanzo
realista
d
'
Inghilterra
?
I
risultati
della
scienza
positiva
son
questi
:
la
volontà
dell
'
uomo
è
determinata
da
motivi
,
e
non
affatto
libera
;
l
'
organismo
debole
è
condannato
,
per
elezione
naturale
,
all
'
infelicità
e
alla
morte
;
l
'
ideale
etico
consiste
nell
'
aiuto
reciproco
e
disinteressato
,
che
diventando
sorgente
di
piacere
individuale
promuove
l
'
infinite
energie
della
specie
e
la
rende
più
forte
,
più
felice
e
più
buona
.
Ora
,
a
punto
da
questi
risultati
deriverà
bell
'
uomo
dell
'
avvenire
la
giocondità
indulgente
e
tranquilla
di
chi
s
'
è
assoggettato
liberamente
alle
leggi
della
Natura
,
senza
impeti
e
senza
sdegni
.
«
L
'
edonica
epicurea
,
»
dice
il
Trezza
in
una
nota
del
suo
Epicuro
,
«
è
un
modo
dell
'
etica
,
giacché
non
può
generarsi
fuori
di
lei
e
v
'
è
incidenza
reciproca
fra
l
'
una
e
l
'
altra
.
L
'
edonica
rivela
lo
stato
etico
dell
'
uomo
giunto
omai
all
'
intuizione
serena
delle
leggi
cosmiche
riprodotte
nel
suo
cervello
e
diventate
abiti
sani
e
facili
della
coscienza
.
Da
questa
rassegnazione
austera
della
parte
al
tutto
scaturisce
la
gioia
profonda
del
sentirsi
uno
con
sé
stesso
e
con
le
cose
.
»
E
questa
accade
talvolta
nella
morale
odierna
,
e
accadrà
più
sovente
nella
morale
dell
'
avvenire
:
così
che
il
valor
etico
del
romanzo
futuro
sarà
uno
scetticismo
sereno
e
bonario
,
con
una
punta
leggera
di
canzonatura
per
i
piccoli
peccati
;
con
una
malinconica
e
severa
pietà
per
i
grandi
delitti
;
con
una
simpatia
dolce
e
generosa
per
quanto
è
meschino
e
volgare
;
con
una
letizia
piena
d
'
ammirazione
e
di
rispetto
per
quanto
è
nobile
e
alto
;
e
,
in
fine
,
con
un
senso
agile
e
benigno
della
misura
che
accolga
e
componga
i
tumulti
della
passione
in
un
'
armonia
piena
e
tranquilla
.
Così
questo
nuovo
realismo
veramente
italiano
,
che
sarebbe
in
somma
la
teoria
dell
'
edonismo
applicata
al
romanzo
,
pur
procedendo
dal
realismo
del
Manzoni
,
l
'
oltrepasserebbe
in
cinque
punti
:
l
'
organica
e
viva
e
fedele
modernità
della
favola
;
lo
studio
dell
'
azione
che
può
venire
esercitata
dall
'
ambiente
su
l
dramma
;
una
maggiore
larghezza
dell
'
analisi
psicologica
;
una
ricchezza
più
varia
di
processi
artistici
,
e
,
in
fine
una
morale
più
logica
,
più
elevata
,
più
scientificamente
giusta
e
consolante
e
anche
umana
.
Poi
che
il
nuovo
romanzo
italiano
o
sarà
edonico
,
o
non
sarà
mai
.