StampaPeriodica ,
I
movimenti
dello
spirito
si
accelerano
sempre
più
,
come
i
movimenti
della
materia
;
un
determinato
ciclo
di
idee
non
si
è
ancora
affermato
nelle
anime
e
nelle
opere
di
una
razza
che
già
un
altro
si
prepara
a
contendergli
il
dominio
,
e
un
prossimo
si
feconda
per
sbalzare
ambedue
dalla
vita
.
Il
romanticismo
,
come
orientamento
della
creazione
letteraria
,
non
è
ancora
scomparso
oggi
dalla
scena
del
mondo
,
e
,
prima
reazione
,
gli
si
parò
contro
il
classicismo
,
come
mezzo
di
passaggio
all
'
altra
più
potente
reazione
che
fu
il
verismo
.
Questo
non
si
era
per
anco
rivelato
in
un
solo
nome
,
lo
Zola
,
che
già
nei
giovini
era
un
fremere
,
un
agitarsi
,
un
delinearsi
di
tendenze
nuove
.
La
seconda
reazione
si
elaborava
,
e
pochi
anni
non
trascorsero
che
essa
,
né
pure
organizzata
in
sistema
,
tanto
che
a
noi
che
vi
assistemmo
rimase
ignoto
l
'
insieme
,
sotto
varie
forme
spiritualismo
,
decadentismo
,
simbolismo
,
misticismo
,
semplicismo
diede
le
prime
battaglie
.
I
lottanti
erano
però
quasi
tutti
uomini
nati
prima
del
70
,
tanto
in
Francia
dove
il
movimento
si
accennò
,
quanto
in
Italia
dove
più
tardi
,
vale
a
dire
ai
nostri
giorni
,
fu
seguito
.
Queste
prime
lotte
presero
a
svolgersi
dal
90
e
,
aiutati
i
novatori
da
un
corrispondente
movimento
che
si
operava
in
altri
campi
,
nella
scienza
e
nella
politica
,
parvero
proprio
in
questi
ultimi
anni
trionfare
,
specie
con
l
'
aiuto
di
tutta
una
coorte
di
combattenti
scesi
dal
Nord
per
dare
il
colpo
di
grazia
all
'
antico
immenso
genio
latino
.
Parvero
per
un
istante
rinnovarsi
le
epoche
nefaste
quando
i
fratelli
contro
i
fratelli
chiamavano
in
soccorso
lo
straniero
:
per
questo
la
folla
,
cioè
lo
strato
primitivo
della
razza
,
non
si
accordò
simpaticamente
ai
nuovi
,
ma
parteggiò
con
i
vecchi
,
non
tanto
,
come
noi
credemmo
,
per
avversione
ai
recenti
ideali
,
quanto
per
solidarietà
inconscia
con
le
tradizioni
etniche
con
lo
spirito
nazionale
,
di
cui
i
vecchi
apparvero
i
depositari
e
i
difensori
.
I
giovani
simbolisti
,
mistici
ecc
.
,
non
considerarono
questo
elemento
di
debolezza
che
avevano
in
sé
,
anzi
quasi
a
bella
posta
esagerarono
nel
cosmopolitismo
.
La
vittoria
appariva
vicina
:
le
schiere
ausiliarie
scese
dal
Nord
sotto
grandi
capitani
,
Wagner
,
Ibsen
,
Tolstoi
,
ecc
.
,
occupavano
le
capitali
latine
,
gli
iniziatori
del
movimento
avevano
raggiunto
la
celebrità
,
i
critici
o
applaudivano
,
o
erano
ridotti
al
silenzio
;
gli
oppositori
,
forse
per
inattitudine
nulla
creavano
più
di
buono
,
apparivano
come
maligni
o
come
invidiosi
del
successo
delli
altri
,
ma
la
razza
,
la
folla
,
la
nazione
non
era
convinta
,
anzi
era
ostile
.
Questo
lo
stato
delle
cose
del
ieri
,
a
cui
niuno
finora
,
specialmente
in
Italia
,
pose
mente
.
Da
una
parte
perché
i
fatti
essendo
troppo
vicini
,
parlo
del
1896
,
impediscono
all
'
osservatore
di
coglierne
la
significazione
sintetica
,
dall
'
altra
perché
distratti
in
questioncelle
piccine
e
personali
,
autori
e
critici
si
perdono
dietro
Tizio
e
Caio
,
non
vedendo
quanto
si
matura
sotto
gli
occhi
loro
.
E
poi
come
potevano
fare
i
nostri
autori
o
i
nostri
critici
a
sentire
questi
ultimi
palpiti
della
coscienza
artistica
quando
eglino
ragionano
e
discutono
ancora
sopra
movimenti
e
lotte
di
più
che
dieci
anni
addietro
?
Gabriele
d
'
Annunzio
è
a
pena
giunto
ora
a
quel
grado
di
evoluzione
artistica
cui
altrove
si
era
pervenuti
prima
del
90
,
e
i
suoi
corifei
da
una
parte
vanno
in
estasi
,
per
quelle
novità
stantie
,
mentre
gli
avversari
gridano
dall
'
altra
esterrefatti
al
pazzo
iconoclasta
;
in
Francia
ormai
è
anche
scomparsa
la
memoria
delle
cause
che
qui
producono
ora
l
'
agitazione
.
Gli
altri
poi
sono
ancora
a
trastullarsi
nell
'
altalena
del
romanticismo
e
del
verismo
,
e
buon
pro
lor
faccia
.
Come
tutta
questa
gente
arretrata
,
che
vede
ancora
al
pari
di
un
'
alba
turbatrice
e
ignota
gli
ideali
spiritualistici
,
simbolici
etc
.
,
poteva
mai
avvedersi
,
che
questo
movimento
di
reazione
,
già
altrove
affermatosi
,
conteneva
in
sé
il
seme
della
propria
decadenza
,
seme
che
a
punto
comincia
a
svilupparsi
in
una
terza
reazione
?
Ormai
le
scipite
discussioni
sopra
quelli
che
i
critici
italiani
chiamano
i
folli
tentativi
dei
simbolisti
,
dei
mistici
,
e
le
ancor
più
sciocche
o
invide
irrisioni
dei
giornaletti
o
dei
vecchi
autori
per
quei
giovani
letterati
nostri
,
che
hanno
il
coraggio
oggi
di
far
del
nuovo
accogliendo
tendenze
divenute
fuori
di
qui
oggetti
da
museo
,
è
a
sperare
che
cambino
solfa
.
Questi
agitatori
novatori
del
ieri
sono
finalmente
vecchi
,
poiché
di
fronte
a
loro
sorge
un
'
insegna
novella
,
per
cui
loro
s
'
impone
o
la
trasformazione
o
il
passaggio
fra
i
conservatori
.
È
la
terza
reazione
che
si
forma
e
chi
la
imprende
sono
anime
nuove
;
una
data
profonda
,
assai
più
distaccante
che
non
quella
che
segna
la
fine
di
un
secolo
,
le
separa
dalle
anime
precedenti
:
Il
70
.
E
la
reazione
è
diretta
contro
tutto
quell
'
insieme
di
tendenze
artistiche
che
dal
90
al
96
si
esplicarono
nella
letteratura
europea
rivolte
specialmente
contro
il
verismo
;
è
diretta
quindi
contro
il
simbolismo
,
contro
il
decadentismo
,
contro
il
misticismo
per
tutta
quella
parte
di
artificiosità
in
cui
si
è
esagerato
la
tendenza
primitiva
e
vera
di
ognuna
di
quelle
scuole
;
è
diretta
contro
l
'
indeterminatezza
,
la
nebulosità
,
la
negazione
della
forza
e
della
vita
;
è
diretta
contro
la
posa
,
la
preziosità
,
l
'
alterazione
dell
'
anima
e
delle
cose
;
è
diretta
infine
contro
lo
straniero
,
contro
le
falangi
nordiche
che
mediante
l
'
adito
letterario
oggi
stavano
per
opprimere
la
latinità
di
un
più
pesante
servaggio
che
non
le
orde
barbariche
sul
suolo
di
Roma
,
che
non
i
soldati
austriaci
le
pianure
di
Lombardia
,
che
non
le
schiere
germaniche
la
capitale
della
Francia
.
La
terza
reazione
si
incarna
nelle
pure
fonti
eterne
e
solenni
dell
'
arte
nazionale
,
nella
semplicità
,
nella
forza
,
nell
'
anima
e
nella
terra
natale
.
Nati
dopo
il
70
,
tanto
in
Francia
come
in
Italia
due
grandi
fatti
hanno
dato
una
impronta
peculiare
all
'
anime
nostre
;
impronta
che
non
può
a
meno
di
farci
sentire
e
pensare
in
un
modo
a
fatto
diverso
da
quello
della
generazione
che
ci
precedette
anche
di
un
solo
anno
.
In
Francia
la
sconfitta
,
in
Italia
la
conquista
di
Roma
.
Noi
siamo
nati
quando
questi
due
eventi
si
erano
compiuti
,
il
ricordo
oscuramente
adunghia
la
coscienza
nostra
,
su
di
noi
pesa
il
fato
che
da
essi
deriva
e
che
si
riassume
nella
risurrezione
del
sentimento
nazionale
,
nel
culto
della
forza
e
della
terra
nostra
,
nella
visione
del
robusto
eroe
latino
che
accenda
la
gloria
futura
di
nostra
gente
.
I
giovani
francesi
sono
portati
a
questi
sentimenti
dall
'
onta
patita
,
dal
desiderio
incommensurabile
della
rivincita
.
Nati
in
uno
spasimo
di
dolore
e
d
'
ira
,
eglino
fin
sulla
loro
culla
hanno
sentito
insieme
al
sacro
ricordo
delli
eroi
morti
valorosamente
nella
sconfitta
,
insieme
all
'
urlo
di
esecrazione
per
i
vincenti
,
le
parole
della
rivincita
;
e
il
fiero
proposito
che
fa
della
Francia
un
'
anima
sola
è
sangue
del
loro
sangue
,
carne
della
loro
carne
.
Adulti
hanno
assistito
al
riassodarsi
delle
forze
nazionali
,
hanno
inteso
che
la
rivincita
era
a
prezzo
di
una
ricostruzione
dell
'
edificio
gallico
da
opporre
a
quello
germanico
;
niuna
infiltrazione
,
niuna
debolezza
doveva
apparire
nella
coscienza
nazionale
,
bisognava
essere
più
francesi
di
prima
.
Potevano
i
giovani
letterati
avere
un
'
anima
diversa
?
No
,
dunque
ecco
la
reazione
.
Nella
letteratura
dei
ventenni
,
nulla
di
straniero
anzitutto
,
non
si
combattono
ancora
battaglie
ma
si
creano
dei
poemi
,
dove
tutto
l
'
interno
concitamento
aspirante
alla
nuova
gloria
della
razza
,
prorompe
magnificamente
violento
,
splendido
e
felice
in
lode
delle
feste
dell
'
uomo
,
nell
'
esaltazione
della
forza
civile
e
nazionale
che
muove
le
ricchezze
della
patria
,
che
feconda
il
suolo
della
patria
,
che
conduce
in
pastorizia
le
greggi
della
patria
.
E
così
cantano
e
così
scrivono
i
nuovi
autori
francesi
dal
loro
capo
Saint
-
Georges
de
Bouhélier
ai
gregari
Michel
Abadie
,
André
Gide
,
Paul
Fort
,
ecc
.
Noi
giovani
italiani
che
nascemmo
nel
Regno
nostro
illuminato
dalla
face
eterna
di
Roma
nostra
,
sentiamo
pure
dall
'
anima
prorompere
la
reazione
.
A
differenza
della
gioventù
francese
noi
fummo
concepiti
in
una
esplosione
di
gioia
in
una
rinnovazione
gioconda
della
coscienza
nazionale
;
ma
nella
nostra
infanzia
,
leggende
più
eroiche
delle
antiche
,
ascoltammo
dovunque
il
racconto
delle
opere
dei
padri
.
Ogni
frammento
di
cosa
che
i
nostri
occhi
nuovi
contemplavano
conservava
l
'
aureola
della
temeraria
epopea
!
Ma
ben
presto
nelle
anime
giovinette
si
fece
luce
il
dovere
superbo
,
genitura
del
fato
di
Roma
,
il
dovere
di
dare
alla
patria
sentimento
di
sé
.
E
per
noi
pure
si
impose
la
necessità
di
ringagliardire
lo
spirito
nazionale
,
di
ricostruire
moralmente
la
razza
in
una
organica
unità
etnica
che
grado
grado
raggiungesse
nell
'
Europa
se
non
il
primato
certo
uno
dei
posti
maggiori
.
Quindi
non
solo
il
bisogno
di
mantenerci
puri
,
ma
di
far
rifecondare
nell
'
intimo
del
cuore
quei
mirabili
germi
della
Latinità
,
che
soltanto
la
mancanza
di
indipendenza
e
personalità
avean
tenuto
prima
infruttiferi
,
ma
pronti
ora
a
rifiorire
,
come
quei
grani
di
frumento
che
dopo
6000
anni
dalle
tombe
egiziane
fruttificarono
il
pane
sotto
il
nuovo
sole
.
A
noi
più
ancora
che
ai
giovani
francesi
si
infiamma
nell
'
anima
rigogliosa
il
grande
mistero
della
razza
millenaria
da
tutelare
,
l
'
incommensurabile
virtù
dell
'
eroe
latino
da
celebrare
,
la
sovrumana
bellezza
della
terra
nostra
da
lodare
;
e
noi
più
ancora
che
i
francesi
la
data
della
nostra
concezione
,
avvenuta
dopo
il
1870
separa
con
più
nitido
segno
dai
nati
anteriori
.
Non
solo
perché
l
'
ideale
della
raggiunta
unità
romana
è
ben
più
attivo
che
non
quello
di
una
rivincita
,
ma
per
l
'
enorme
significato
che
Roma
,
usbergo
e
speranza
nostra
,
diffuse
sulle
nostre
future
azioni
.
È
indubbio
quindi
che
quelli
fra
noi
che
oggi
si
sono
dati
alla
letteratura
debbano
sentire
e
operare
in
un
modo
tutto
a
fatto
speciale
e
loro
proprio
,
così
da
costituire
con
la
loro
attività
una
reazione
letteraria
alli
ideali
precedenti
:
reazione
all
'
invasione
straniera
,
reazione
a
tutto
ciò
che
tenta
di
deviare
o
di
sminuire
la
reintegrazione
della
nostra
genialità
nazionale
.
Finora
noi
procedemmo
con
timidi
conati
singolari
,
l
'
ora
nostra
non
era
giunta
;
adesso
nella
gagliarda
fioritura
della
nostra
giovinezza
immune
da
ogni
traccia
antica
,
dobbiamo
riunirci
,
conoscerci
,
avanzare
nella
vita
e
operare
a
seconda
di
quello
spirito
nuovo
e
personale
che
speciali
contingenze
ci
hanno
dato
.
Io
rivolgo
l
'
appello
da
queste
colonne
scevre
di
vecchie
debolezze
a
tutti
coloro
che
nacquero
nelle
albe
novelle
dopo
la
grande
data
,
i
quali
sentono
fortemente
la
gloria
della
loro
giovine
individualità
nuova
e
staccata
da
tutte
le
forme
letterarie
vigenti
e
che
hanno
volontà
di
affermarla
potentemente
e
originalmente
nelle
creazioni
del
genio
latino
.
Io
so
che
questa
voce
non
sarà
perduta
,
mille
anime
vibrano
di
impazienza
come
la
mia
fra
tutti
questi
artifici
di
simboli
,
di
forme
estetiche
ormai
passati
;
noi
vediamo
sulla
vetta
massima
dell
'
alpe
la
fiamma
intatta
della
bellezza
nostra
.