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Davanti allo spettacolo del popolo italiano nell ' esercizio di una funzione politica universale , quella della elezione dei deputati , le anime più elevate e più giovini sono rimaste indifferenti , come se l ' evento non valesse la pena della più lieve attenzione o si svolgesse in un ambiente e con interessi del tutto appartati . Non uno di noi , spiriti nuovi e aperti a tutte le manifestazioni dell ' umanità , non uno di noi , intelletti moderni e idonei ad accogliere tutta l ' eredità del passato per imporre su di essa l ' impronta nostra , non uno di noi , coscienze limpide , in cui la realtà si palesa nelle sue rappresentazioni essenziali e si elabora in modo da riespandersi in forme scientifiche o letterarie , non uno di noi , sui quali pesano i destini futuri della nazione e della razza si preoccupò del fenomeno che avveniva sotto gli occhi nostri . E pure noi ci diamo vanto di universali , e anzi facciamo consistere una delle nostre massime virtù , di cui si onora l ' uomo moderno , nell ' accogliere dentro l ' anima le manifestazioni più diverse del mondo , così che la coscienza nostra , come un immenso e molteplice sensorio , rifletta in forme spirituali l ' agitazione dell ' universo . E pure noi raccogliamo a ogni giorno , nella fulminea e molteplice successione di impressioni che traversa il nostro spirito cosciente , innumerevoli fatti dei quali le generazioni che ci precedettero non avvertirono quasi l ' esistenza , e non solo , ma di tutti i fatti noi giungiamo a comprendere qualche cosa di più e di diverso di quanto non si comprendeva prima e sappiamo cogliere una realtà più profonda , più generale , meno mutevole di quella intesa dalli antichi osservatori . E allora come mai questo , delle elezioni , che pur è un avvenimento umano , e non dei più lievi , ma che riguarda non solo psicologia , sociologia etc . ma ben anco la pratica esistenza e l ' affermazione di un dominio – e noi a giusta lode siamo assai sagacemente positivi per non trascurare questo lato delle cose – come mai questo fenomeno passò per noi inosservato ? Per rispondere non ripetiamo , per carità ! gli sciocchi argomenti delli ignoranti illusi , dei romantici di vecchio stampo , delli austeri patrioti , delli inetti scrittori politici quotidiani ! Non invochiamo o il disgusto per la corruzione parlamentare e politica , o la mancanza di idealità , o lo spregio del potere , o l ' incompetenza di noi scrittori veri per l ' arzigogolo politico , poiché ogni parola oltre all ' essere bugiarda sarebbe anche una misera assurdità . Questa ormai è roba da museo o da ospedale ; sono ragioni cioè buone per i poveri vecchi unilaterali e stanchi , per i poveri uomini diminuiti e incapaci e per quei disgraziati giovini ancora più poveri , che della vita moderna nulla capiscono . Noi non sentiamo disgusto alcuno per la corruzione politica , anzitutto perché la corruzione è una parola priva di senso , in secondo luogo poi perché , anche dato il significato comune , questa non è né più né meno di tutto quanto ci sta attorno nella società borghese e però , se bene noi non ci adatteremmo mai a niuna diminuzione morale di noi stessi , abbiamo non di meno la sincerità di affermare che essa non tocca per nulla la nostra emotività . Ma ripeto la ragione principale è perché la parola stessa di corruzione noi non la abbiamo sentita pronunciare se non per esprimere lo sfogo ipocrita dell ' impotente che non può porre in opera ciò che un altro fa , così che corruzione , non solo è un vocabolo assurdo se spregiativo , ma contiene un concetto falso , perché al più delle volte esso si riferisce solo ad una data serie di azioni , che non hanno altro torto che quello di essere o diverse da quelle che tutti compiono ( e quindi possono anche essere migliori ) o più intense ( e quindi più opportune e rapide a raggiungere lo scopo ) . Non è poi sicuro per mancanza di idealità che non ci accostiamo alla lotta politica . Le idealità noi le abbiamo in noi e con noi sempre fulgide , solenni , vigorose come fiamme pure nella solitudine dei cieli notturni . E però a qualsiasi cosa noi avviciniamo l ' anima nostra , a qualsiasi impresa noi associamo l ' anima nostra , le idealità non difettano mai . Nelli atti stessi più abituali , quelli del mangiare , del vestire , dell ' amare , dove idealità per la buona gente borghese non esiste o esiste falsa , come nell ' amore , noi sappiamo porre e elaborare e perseguire un quid novi che è all ' infuori dell ' atto stesso , che oscilla in un campo più alto , in quello dello spirito . Io bacio una donna non col solito bacio , non per baciare , ma nel bacio aduno , mediante una rapida e intensa riflessione psichica , una serie di moti e di elementi da cui risulti una impronta particolare e una finitezza completa dell ' atto , talché il bacio viene fatto sullo schema dell ' opera ideale più complessa e in vista di uno scopo altrettanto ideale di quello che ha colui che scrive un romanzo . Oh d ' accordo che le idealità vecchie hanno fatto bancarotta in politica , e che oggi sono scomparse dalla politica completamente . Ma questo anzi è un bene e un progresso . Tante bestialità di meno ! Chi ci crede infatti più ad esse ormai ? Tutto il programma della democrazia liberale , la quintessenza dell ' ottantanove , basata su tutte le libertà possibili , su tutti i diritti escogitabili , e quindi tutte le illusioni idealistiche dei nostri nonni e dei nostri padri in questa materia sono cadute rovinosamente ; e oggi farebbero ridere noi uomini di scienza e di pratica , quei pochi avanzi che in esse si sono fossilizzati , se non pensassimo all ' immenso sciupio di forze fisiche , morali , economiche , politiche e sociali che quelle illusioni sono costate , ai mali che hanno prodotto , là dove si vollero attuare , all ' inesorabile tenebrose di cui hanno ricoperto le menti dei governanti . Per fortuna nostra e delli altri noi non siamo più guastati da queste fisime e da questi errori , ma abbiamo idealità ben più sublimi e vaste da inseguire nel campo politico , a cominciare dalla fortuna nostra fino alla utopistica visione di una libertà e di un diritto tale che niuno seppe finora concepire . Tanto meno poi invochiamo l ' oraziano procul negotiis riferito alla politica ! Perché artisti , perché letterati , perché studiosi dubitiamo forse di saper conciliare le tendenze dell ' anima nostra con le necessarie qualità che occorrono nell ' uomo politico ? No certamente , anzi per la testimonianza sincera della nostra coscienza noi sentiamo insita in noi la condizione del Potere e comprendiamo benissimo che essa non ci porrebbe affatto in antagonismo con noi stessi . Ormai è ben lontana dal nostro modo di fare la condotta del poeta passeggiatore fra le nuvole , asceta da quinto piano , alcoolista da bettola e inetto a ogni espansione pratica di vita , o la condotta dello scienziato ignaro del mondo , chiuso fra i quattro libri , sudicio nell ' abbigliamento e orso nelle relazioni sociali . Tanto l ' arte quanto la scienza vivono oggi con la realtà sotto la fiammeggiante e universale luce del sole , e il sognatore che si chiude nella sua camera o fra le cose morte è un debole , un vinto o un ignorante . La vita istessa che noi viviamo è per l ' intelligente un estetismo e una scienza . E però , tanto come modestia , quanto come superbia , il dire che noi preferiamo tenerci lontani dal governo del nostro paese è una menzogna ipocrita . Lo è nel primo caso perché noi ci sentiamo perfettamente capaci di reggere la pubblica cosa con assai maggior forza e senno che non coloro che oggi ne fanno parte , nel secondo caso perché non crediamo affatto che sia un male per noi o che sia indegno di noi il portare il nostro concorso al governo nazionale . E per ultimo niuno di noi vorrà certo dichiarare , per giustificare l ' astensione , la propria incompetenza a conoscere , ad apprezzare , a dirigere il fatto politico . Oh che di fronte a tutta la turba dei politicanti grandi e piccini noi non sentiamo divampare con ferace orgoglio la fiamma vivida della nostra superiorità ! Basta un qualunque atto , anche tra i più difficili e celebrati dei nostri uomini politici , basta un qualunque programma , fra i più elaborati e distillati dei nostri deputati e ministri perché noi , esaminandolo o leggendolo , non ci avvediamo subito non solo della loro pochezza ma di saper fare e scrivere altrettanto e meglio . Nelle azioni dei governanti non vediamo mai la determinante originale del genio , della volontà personale , che hanno saputo intuire una situazione , padroneggiarla e risolverla in vista di uno scopo prefisso , ma vediamo sempre l ' azione anonima e infinita di innumerevoli cause e forze trascinanti l ' opera individuale ; nei loro programmi poi , specie in Italia , noi possiamo trovare una siffatta miseria intellettuale e scientifica , una tale assidua banalità e ignoranza , dove non splende la più lieve originalità e vigoria , da farci persuasi che veramente noi sapremmo far meglio le mille volte . Ma allora quale è la ragione che ci tiene lontani dall ' ambiente politico e che ci fa assistere con un biasimevole fakirismo alla evoluzione politica ? Ragioni vere a parer mio non ce ne sono , ci sono soltanto dei pregiudizi , delli errori , e delle costrizioni che pur troppo incombono ancora sulla nostra volontà . Il primo è appunto il pregiudizio della volgarità . Da una parte i nostri padri e i sopraviventi delle generazioni passate , sorti in epoche di formazioni e di lotte , mentre il corroso edificio della fede e della scienza tradizionale crollava e sfolgorava fascinante l ' atavica brama dell ' indipendenza e unità della patria , con i loro entusiasmi quarantotteschi , con la loro retorica politica e la corrispettiva ignoranza sociale , dall ' altra la turba attuale di quei giovini romantici , poveri esaltati e privi di cultura moderna con la loro demagogia romorosa , con le loro anticaglie sentimentali hanno gettato il discredito sulla politica e su chi se ne occupa , talché uno di noi teme l ' accusa di volgarità e di ignoranza se fa per avvicinarsi all ' opera attiva del governo nazionale e si attribuisce a lode di starsene appartato pur soffrendo per l ' ignobile spettacolo che gli sta innanzi e che egli si sentirebbe in grado di correggere . Vi è d ' uopo dire quanto sarebbe facile il toglier via questo pregiudizio mediante la decisione unanime dei migliori di noi a sfidarlo entrando gagliardamente combattenti nel campo politico ? Il secondo è l ' errore di credere che l ' attività politica non ci porterebbe altro frutto se non quello di distrarci da opere migliori . Vedendo ciò che sono e che fanno anche gli uomini politici più eminenti , noi dubitiamo , seguendo quella via , di somigliar loro , cioè di nulla compiere di buono per noi e per gli altri . Ma , sì come io mi rivolgo a chi è capace di intendermi , basterà di far notare quale differenza di idee , di cognizioni , di anima sia fra noi e questi signori , quale diversa potenza psichica e fisica noi possiamo adoperare in loro confronto , per farci persuasi dell ' utilità dell ' opera nostra . Noi nella politica rimasta stazionaria nel suo sviluppo a mezzo secolo fa , abbiamo tutto da fare , e da guadagnare molto , noi e gli altri . La terza è la costrizione della tradizione e dei vecchi . E questa causa purtroppo è pur troppo in gran parte indipendente dal nostro volere . La tradizione impone come elemento imprescindibile per la qualità di uomo politico la vecchiaia , a causa della triste assurdità , che attribuisce il senno e la gagliardia a chi non può più fisiologicamente avere né l ' uno né l ' altra ; i vecchi poi si valgono della credenza favorevole per conservarsi i loro posti primi e per opporsi a chi si attentasse di disputarli loro . Qui sì che si conviene l ' azione nostra assidua , insistente , energica e associata al fine di demolire questa egemonia della vecchiezza , dovuta a una strana inversione del buon senso e della realtà ; qui conviene combattere , e aspramente , per far sparire la tirannide rimbambita della anzianità allo scopo di sostituirvi un regime giovane e salutare di energie vigorose e intatte . È immancabile che al primo assalto dato con oculatezza e vigore il sistema , che si impernia su i peli bianchi , si sfasci lasciando a noi libero il cammino del futuro dominio . Il risultato di questi tre elementi forma a sua volta un sentimento che è diverso da ognuno di essi e sta sopra a tutti e agisce come una forza a sé . Esso consiste per una parte in una specie di apatia intellettuale , per cui , all ' infuori delle dilettazioni immediate , noi consideriamo con una giustificata diffidenza tutte quelle altre azioni che importerebbero un dispendio della nostra energia , e davanti ad esse noi ci chiediamo : A quoi bon ? e sovente se non sempre la triste domanda accoglie la risposta negante ; per un ' altra parte in una specie di piacere riflesso che ci procura nel nostro riposo , nell ' economia delle nostre forze , nell ' impiego razionale che ne facciamo per i nostri esclusivi piaceri , lo spettacolo dell ' affannarsi che si dànno gli altri uomini per raggiungere la loro infelicità . In tal modo per soli sentimenti negativi noi ci appartiamo dalla vita politica rinchiudendoci a nostra volta in una esistenza interiore o in un àmbito ristretto dalla multiforme opera umana . Or bene questa lontananza è il nostro massimo torto e il nostro massimo errore . E tanto più è il nostro massimo torto , perché mentre noi ci appartiamo dalla vita pubblica si sta proprio compiendo in essa un fenomeno evolutivo dei più importanti e significativi del nostro secolo , il fenomeno cioè per cui si troveranno di fronte per la prima volta nel mondo i due soli partiti logici della società umana , quelli che disegnano come immense colonne miliari la partenza e l ' arrivo di ogni ciclo evolutivo sociale , così che da questo incontro sorgerà la fine di ciò che è attualmente e l ' inizio della nuova organizzazione futura . Dove potremo assistere mai a un fatto più grandioso per il risolvimento del quale sono necessarie tutte le forze migliori ? E tanto più è il nostro massimo errore , perché mentre sappiamo dolerci del mal governo che corrompe e opprime noi e altri , mentre sentiamo l ' insofferenza del comando e la voluttà del dominio , mentre critichiamo l ' altrui opera politica sapendone rilevare le assurdità e le inettezze , viceversa subiamo tutto passivamente stando a parte e non ci curiamo di occupare quelle alte posizioni che assicurerebbero facilmente a noi più che ad altri l ' egemonia sulle folle , e che domani corriamo il rischio di trovar occupate . Errore nostro tanto più imperdonabile in quanto ( lasciate pur ridere gli sciocchi ) con un piccolo sforzo noi possiamo riuscire al dominio e assicurarci l ' avvenire . Oh non è questo uno scopo ben degno , alto e vantaggioso per noi ? Venezia , aprile '97