StampaPeriodica ,
La
guerra
è
cessata
,
e
noi
abbiamo
ottenuta
la
Venezia
.
Lo
scopo
a
cui
da
sei
anni
ci
apparecchiavamo
,
è
ottenuto
con
minori
sacrifizii
,
che
non
eravamo
disposti
a
farne
;
ma
niuno
di
noi
è
contento
.
V
'
è
stato
un
sacrifizio
che
ci
pesa
più
d
ogni
altro
.
Questa
guerra
ci
ha
fatto
perdere
molte
illusioni
,
ci
ha
tolto
quella
fiducia
infinita
che
avevamo
in
noi
stessi
.
Abbiamo
visto
i
tardi
Tedeschi
correre
come
il
fulmine
,
e
i
focosi
Italiani
andare
come
le
tartarughe
.
La
Prussia
di
vittoria
in
vittoria
annientò
le
forze
dell
Austria
,
contro
le
quali
noi
abbiamo
ottenuto
così
poco
per
terra
e
per
mare
.
Ci
è
impossibile
pensar
di
noi
quello
elle
avevamo
pensato
finora
.
Di
chi
è
la
colpa
?
La
risposta
è
già
pronta
,
e
tutti
ripetono
in
coro
:
La
colpa
è
dei
capi
.
I
nostri
soldati
e
marinai
combatterono
da
eroi
:
ma
nel
momento
dell
azione
mancò
la
capacità
del
supremo
comando
,
e
si
trovarono
come
abbandonati
a
se
stessi
.
Se
non
che
,
quando
sembra
che
la
questione
sia
chiaramente
risoluta
,
allora
sopravvengono
altre
osservazioni
,
e
si
moltiplicano
da
ogni
lato
.
Si
scoprono
nuovi
errori
e
nuovi
colpevoli
.
In
un
punto
mancò
il
cibo
,
in
un
altro
la
munizione
,
un
ordine
non
giunse
a
tempo
,
un
altro
fu
male
eseguito
,
il
volontario
fu
sprovvisto
d
ogni
cosa
,
e
,
quanto
alla
flotta
,
sarebbe
impossibile
enumerare
tutto
quello
che
si
dice
,
ora
che
ognuno
pretende
conoscere
a
fondo
l
arte
della
guerra
.
Ma
allora
come
mai
si
commisero
tanti
errori
?
Di
chi
è
la
colpa
?
La
colpa
è
del
sistema
che
ci
ha
governati
finora
.
Sono
le
consorterie
,
le
malve
,
il
piemontesismo
,
sono
gli
uomini
che
hanno
sempre
tenuto
il
mestolo
in
mano
,
e
sempre
a
danno
del
paese
.
Ora
finalmente
si
vede
chiaro
dove
ci
hanno
condotti
.
Ma
anche
a
questa
risposta
vien
fatto
di
soggiungere
:
Come
mai
l
'
Italia
s
è
lasciata
così
lungamente
governare
da
tali
uomini
?
Noi
abbiamo
,
certo
,
libertà
assai
più
larghe
,
non
solo
dell
Austria
,
ma
della
Francia
e
della
Prussia
.
Il
Governo
fu
sostenuto
dai
Deputati
,
questi
furono
eletti
dal
popolo
,
e
le
ultime
elezioni
furono
fatte
senza
pressione
del
Ministero
.
Sì
,
ma
le
nostre
moltitudini
sono
ignoranti
e
si
lasciano
portar
pel
naso
dai
mestatori
.
La
pubblica
opinione
non
ha
indirizzo
,
e
noi
manchiamo
di
uomini
.
Allora
la
questione
muta
sostanzialmente
.
Voi
siete
scontenti
dei
generali
,
dei
ministri
,
dei
deputati
,
degl
impiegati
,
e
per
giunta
anche
del
pubblico
.
E
se
ancora
volete
attribuire
tutto
ciò
a
sola
colpa
del
Governo
,
io
vi
chiedo
:
l
amministrazione
dei
municipii
e
delle
province
va
bene
?
L
associazione
e
l
iniziativa
privata
fecero
forse
quello
che
s
aspettava
?
L
industria
,
il
commercio
,
la
scienza
presero
forse
lo
slancio
che
si
doveva
sperare
dalla
libertà
e
dall
Italia
unita
?
Tirate
un
poco
la
somma
di
tutto
ciò
,
e
allora
ditemi
se
egli
è
giusto
di
accumulare
le
conseguenze
inevitabili
di
tanti
errori
tutte
sul
capo
di
due
o
tre
uomini
che
,
se
furono
funesti
al
paese
,
potrebbero
facilmente
essere
giudicati
e
rimossi
;
per
chiuder
poi
gli
occhi
a
quegli
errori
assai
più
pericolosi
e
più
difficili
a
rimediarsi
,
perché
furono
gli
errori
di
tutto
il
paese
.
Noi
potremmo
essere
costretti
,
per
qualche
altra
e
più
grave
sventura
,
a
subirne
di
nuovo
le
conseguenze
,
ed
avvedercene
ancora
una
volta
troppo
tardi
.
O
vogliamo
noi
ridurre
a
questione
di
partito
una
questione
che
riguarda
la
nostra
esistenza
e
il
nostro
avvenire
,
in
un
momento
in
cui
ci
troviamo
a
sperimentare
così
dolorosamente
l
incapacità
,
gli
errori
e
la
mancanza
d
'
uomini
in
tutti
i
partiti
?
Innanzi
a
noi
non
v
è
che
una
via
sola
,
per
rimediare
ai
mali
,
e
non
perdere
la
stima
che
ci
siamo
acquistata
in
Europa
.
Metterci
a
cercare
le
cagioni
degli
errori
,
senza
ira
e
senza
parte
;
provvedere
,
senza
esitare
e
senza
rispettare
idoli
di
sorta
.
Il
sistema
di
gettarci
da
noi
stessi
polvere
negli
occhi
,
di
adularci
per
farci
adulare
,
è
ormai
un
sistema
fallito
.
A
che
ci
è
servito
ripetere
mille
volte
che
la
flotta
italiana
era
formidabile
,
inespugnabile
,
e
la
flotta
austriaca
ridicola
,
quando
a
Lissa
il
Re
d
Italia
è
affondato
,
la
Palestro
è
saltata
in
aria
,
e
il
Kaiser
è
tornato
a
Pola
?
E
poi
che
bisogno
abbiamo
d
'
illuderci
?
I
nostri
errori
sono
pure
conseguenza
del
troppo
rapido
cammino
che
abbiamo
fatto
,
e
i
prodigi
operati
dal
59
in
poi
non
sono
sogni
.
Noi
possiamo
sempre
inorgoglirne
,
ed
essi
sono
arra
sicura
del
nostro
avvenire
,
se
una
tenace
perseveranza
sa
ritrovare
i
germi
del
male
,
nascosti
in
mezzo
ai
nostri
maggiori
successi
,
e
sa
rimediare
ai
disordini
della
fretta
.
Quale
altra
nazione
ha
potuto
,
in
così
breve
tempo
,
fare
un
corpo
solo
di
province
così
disgregate
?
Abbiamo
dimenticato
le
difficoltà
superate
per
organizzare
ventidue
milioni
d
uomini
,
e
formare
un
esercito
di
trecentomila
soldati
,
ed
una
marineria
proporzionata
all
esercito
?
Non
dovemmo
creare
il
materiale
da
guerra
,
le
tradizioni
,
gli
ordini
,
la
disciplina
,
gli
uffiziali
,
i
generali
,
ogni
cosa
?
Non
trovammo
noi
le
più
gravi
difficoltà
fin
dal
cominciare
la
coscrizione
,
che
in
alcune
province
alimentava
il
brigantaggio
,
e
in
altre
sembrava
non
dover
mai
riuscire
?
Eppure
tutto
ciò
è
stato
superato
.
Nella
Camera
,
nel
Ministero
,
negli
ufficii
pubblici
e
privati
,
ogni
differenza
tra
provincia
e
provincia
è
scomparsa
.
L
'
esercito
ha
riunito
tutti
gl
Italiani
sotto
l
onore
della
stessa
bandiera
,
e
di
tutte
le
forze
morali
,
unificatrici
e
civilizzatrici
del
paese
,
è
divenuto
la
più
efficace
.
Se
non
avesse
fatto
altro
che
tenere
,
per
sei
anni
,
unite
insieme
centinaia
di
migliaia
d
'
Italiani
,
educando
al
principio
dell
'
onore
e
della
lealtà
militare
così
il
gentiluomo
di
Napoli
e
Milano
,
come
il
pescatore
del
Mediterraneo
o
il
capraro
dell
Appennino
,
sarebbe
stato
già
un
.
benefizio
incalcolabile
.
Queste
grandi
qualità
noi
le
abbiamo
avute
nella
pace
,
e
ce
le
siamo
ritrovate
nella
guerra
.
Non
è
stato
forse
uno
spettacolo
sublime
quello
di
vedere
,
invece
delle
reazioni
,
del
brigantaggio
e
della
discordia
aspettata
dai
nostri
nemici
,
i
coscritti
presenti
senza
renitenti
,
i
partiti
riuniti
in
un
solo
pensiero
,
i
quarantamila
volontarii
presenti
invece
dei
ventimila
chiamati
?
Quale
dei
principi
spodestati
potrà
più
dire
,
che
i
suoi
fedeli
aspettano
solo
l
ora
della
riscossa
?
E
in
mezzo
a
battaglie
sfortunate
l
'
eroismo
dei
soldati
ci
ha
fatto
inorgoglire
,
e
ci
ha
guadagnato
la
stima
dei
nemici
e
degli
amici
.
Noi
abbiamo
visto
i
nostri
soldati
,
morenti
di
fame
,
di
sete
e
di
stanchezza
,
continuare
gli
assalti
;
noi
li
abbiamo
visti
sugli
alberi
del
Re
d
Italia
continuare
il
fuoco
,
mentre
la
nave
rapidamente
affondava
;
e
le
ciurme
della
corazzata
Palestro
gridavano
ancora
:
Viva
l
Italia
!
nel
momento
d
'
essere
gettate
a
brani
sul
mare
.
Tutto
ciò
è
mirabile
,
e
noi
soli
possiamo
giudicare
il
portentoso
progresso
;
perché
noi
soli
sappiamo
in
quale
abbrutimento
,
fra
quali
gelosie
,
i
passati
governi
avevano
saputo
tenere
le
nostre
plebi
.
Ma
tutto
ciò
non
è
bastato
,
perché
la
guerra
è
l
arte
di
ammazzare
,
non
di
farsi
ammazzare
.
La
guerra
decide
i
destini
dei
popoli
,
perché
in
essa
si
misurano
tutte
quante
le
forze
delle
nazioni
.
Ove
la
differenza
del
numero
non
renda
impossibile
la
lotta
,
la
nazione
che
vince
non
è
quella
che
ha
solamente
più
eroismo
,
abnegazione
ed
entusiasmo
;
ma
è
la
nazione
più
civile
.
Ora
che
gli
eserciti
son
divenuti
così
numerosi
,
si
distendono
sopra
così
vasti
paesi
,
e
si
muovono
con
tanta
rapidità
,
che
gli
ordini
si
dànno
col
telegrafo
e
si
eseguono
colle
strade
ferrate
;
il
piano
di
battaglia
è
divenuto
un
lavoro
di
scienza
,
e
la
direzione
di
queste
grandi
masse
richiede
,
se
non
genio
,
che
questo
non
si
può
sempre
avere
,
almeno
grande
ingegno
e
grande
coltura
in
tutti
coloro
che
comandano
.
L
'
approvvigionamento
richiede
una
grande
capacità
amministrativa
,
e
i
mezzi
d
offesa
e
di
difesa
sono
divenuti
così
complicati
,
che
tutte
le
operazioni
militari
suppongono
nell
esercito
e
nella
flotta
una
grandissima
forza
industriale
.
Nella
Esposizione
di
Londra
,
la
Prussia
pigliò
un
gran
posto
accanto
alla
Francia
ed
all
Inghilterra
,
superando
di
gran
lunga
l
'
Austria
,
dalla
quale
noi
fummo
superati
.
Invece
di
gettare
un
grido
d
'
allarme
,
nascondemmo
la
dura
lezione
,
ed
ora
siamo
venuti
a
raccoglier
nella
guerra
ciò
che
avevamo
seminato
nella
pace
,
e
restammo
sbalorditi
nel
paragonare
le
splendide
vittorie
dei
Prussiani
coi
nostri
miserabili
insuccessi
.
Ma
potrà
essere
altrimenti
,
fino
a
che
il
nostro
operaio
sarà
vinto
in
tutte
le
Esposizioni
?
Quando
il
nostro
contadino
non
sa
cavare
da
un
suolo
fertilissimo
un
prodotto
uguale
a
quello
che
l
Inghilterra
e
la
Germania
cavano
da
un
suolo
ingrato
;
quando
noi
abbiamo
reso
povero
un
paese
dalla
natura
fatto
ricco
,
e
la
Prussia
con
la
sua
industria
e
la
sua
mirabile
amministrazione
ha
fatto
ricchissimo
un
paese
povero
,
ed
ha
potuto
compiere
la
guerra
senza
nuovi
debiti
?
I
suoi
libri
sono
cercati
in
Francia
,
in
Italia
,
in
Inghilterra
,
e
i
nostri
non
passano
le
Alpi
.
I
nostri
matematici
,
ingegneri
,
strategici
,
meccanici
durano
gran
fatica
a
tener
dietro
al
progresso
che
la
scienza
ha
fatto
in
Germania
.
Noi
dobbiamo
chiedere
alto
straniero
rotaie
,
cannoni
,
fucili
,
navi
e
qualche
volta
anche
i
macchinisti
delle
navi
.
E
non
sono
queste
le
forze
che
vincono
nella
guerra
?
Il
cannone
rigato
fu
inventato
in
Francia
,
ed
il
fucile
ad
ago
in
Prussia
,
perché
queste
due
nazioni
hanno
grandi
industrie
e
grandi
fabbriche
d
'
armi
,
le
quali
,
specialmente
in
Prussia
,
avevano
preso
uno
svolgimento
prodigioso
.
Le
navi
corazzate
furono
trovate
in
America
,
e
il
cannone
Armstrong
,
destinato
a
forarle
,
fu
trovato
in
Inghilterra
,
le
due
nazioni
più
industriali
e
più
navigatrici
del
mondo
.
La
civiltà
è
un
complesso
di
forze
che
formano
un
organismo
vivente
,
e
dove
una
di
queste
forze
manca
,
tutte
le
altre
se
ne
risentono
.
Non
è
possibile
supporre
,
che
la
nazione
più
debole
nella
pace
riesca
nella
guerra
più
forte
.
Noi
siamo
ora
vicini
a
ricevere
una
nuova
e
assai
più
dura
lezione
dall
Europa
.
L
'
Esposizione
del
67
si
approssima
,
e
tutti
ci
aspettano
alla
prova
per
vedere
che
cosa
ha
saputo
fare
la
nazione
risorta
.
Ora
non
dobbiamo
più
sperare
nella
benevola
indulgenza
che
avemmo
a
Londra
,
dove
l
Italia
si
presentò
come
un
paese
che
,
incerto
ancora
della
sua
esistenza
,
chiedeva
d
essere
accolto
fra
le
nazioni
civili
.
Oggi
siamo
un
popolo
già
libero
da
alcuni
anni
,
nei
quali
l
'
Europa
e
la
fortuna
ci
hanno
aiutato
.
Si
ha
il
diritto
di
chiederci
sul
serio
:
cosa
avete
fatto
voi
?
E
se
non
sapremo
neppur
mostrare
quel
che
veramente
siamo
,
i
Francesi
sapranno
dirci
sul
viso
il
pensier
loro
,
e
da
ciò
che
proveremo
d
'
essere
nella
pace
,
s
argomenterà
di
nuovo
ciò
che
potremo
esser
nella
guerra
.
Quando
le
ciurme
della
nave
americana
o
inglese
sono
in
riposo
,
voi
trovate
i
marinai
occupati
a
leggere
.
I
nostri
son
costretti
a
dormire
o
giocare
.
Quando
i
coscritti
prussiani
si
presentano
al
Consiglio
di
leva
,
la
prima
cosa
si
esamina
se
sanno
leggere
e
scrivere
.
E
quando
un
Municipio
presenta
più
di
un
analfabeta
,
si
apre
un
'
inchiesta
per
esaminare
la
cagione
del
fatto
strano
.
Noi
abbiamo
17
milioni
d
analfabeti
.
Quando
in
tempo
di
pace
gli
ufficiali
francesi
o
prussiani
sona
di
guarnigione
,
voi
li
trovate
occupati
nel
disegno
,
nelle
scienze
militari
,
nella
storia
,
e
molte
opere
celebrate
di
geografia
,
di
storia
,
di
letteratura
escono
dalla
loro
penna
.
Osservate
le
carte
geografiche
dello
Stato
Maggiore
austriaco
o
prussiano
;
sono
lavori
ammirabili
per
esattezza
scientifica
.
Questa
guerra
è
stata
un
grande
trionfo
per
la
scienza
,
perché
ha
provato
che
la
nazione
più
dotta
riesce
la
prima
anche
nel
campo
di
battaglia
.
Che
cosa
siamo
noi
che
,
facendo
la
guerra
nel
proprio
paese
,
abbiamo
più
volte
sbagliate
le
strade
?
Il
nostro
esercito
è
la
nazione
perfezionata
.
Esso
è
meglio
amministrato
,
meglio
ordinato
,
più
disciplinato
e
morale
di
tutte
le
nostre
istituzioni
.
Ma
se
esso
può
migliorare
,
non
può
creare
tutte
le
forze
che
mancano
nella
nazione
.
Coloro
che
lo
compongono
continuamente
,
sono
Italiani
che
v
entrano
a
diciannove
anni
,
cioè
quando
l
'
uomo
è
già
formato
.
Ora
se
la
coltura
delle
nostre
plebi
è
così
bassa
,
credete
voi
che
nessun
grave
danno
ne
risenta
l
'
esercito
?
Potete
supporre
che
il
pescatore
,
il
quale
non
s
è
mai
allontanato
dalle
rive
del
suo
paese
,
riesca
così
abile
a
manovrare
sulla
nave
corazzata
,
coi
cannoni
Armstrong
,
come
colui
che
ha
traversato
due
o
tre
volte
l
Atlantico
?
Potete
supporre
che
il
pecoraio
ignorante
ed
abbrutito
riescirà
nell
esercito
così
abile
,
come
l
industrioso
agricoltore
e
l
'
operaio
intelligente
?
Le
nostre
scuole
militari
sono
condotte
con
molto
ordine
e
molta
disciplina
;
ma
se
la
coltura
scientifica
è
così
bassa
nel
paese
,
e
il
pubblico
insegnamento
così
abbandonato
,
dove
troveranno
esse
tutto
il
gran
capitale
scientifico
di
cui
abbisognano
?
La
Scuola
Politecnica
di
Parigi
,
le
scuole
militari
della
Francia
e
della
Prussia
sono
grandi
istituzioni
,
perché
v
insegnano
illustri
scienziati
,
che
noi
o
non
abbiamo
o
non
sappiamo
valercene
.
Il
nostro
esercito
è
un
miracolo
del
valore
e
dell
ingegno
italiano
,
perché
la
distanza
che
lo
separa
dai
primi
d
Europa
,
è
infinitamente
minore
di
quella
che
separa
la
nazione
dalle
altre
più
civili
.
Ma
esso
è
giunto
ora
ad
un
punto
,
che
,
a
volerlo
migliorare
ancora
,
bisogna
che
il
paese
pensi
sul
serio
a
migliorare
se
stesso
.
Ed
il
Ministro
della
guerra
dovrà
essere
il
primo
ad
esigere
,
che
la
nazione
tutta
quanta
progredisca
.
Che
se
si
tornasse
ancora
sulla
mancanza
di
capi
,
bisognerà
pur
notare
che
la
nazione
ha
il
diritto
di
avere
uomini
che
non
commettano
gravi
errori
,
che
non
si
dimostrino
di
un
assoluta
incapacità
;
ma
non
può
sperare
di
aver
sempre
a
sua
disposizione
uno
di
quegli
uomini
di
genio
,
che
sono
capaci
d
'
infondere
la
vita
in
tutto
un
paese
.
Di
questi
ne
nasce
uno
ogni
secolo
,
ed
anche
allora
essi
rappresentano
il
popolo
in
cui
vivono
.
Senza
la
Rivoluzione
il
genio
di
Napoleone
non
si
poteva
manifestare
,
senza
i
marinari
inglesi
non
vi
sarebbe
stato
un
Nelson
.
Due
grandi
nomi
ci
ha
dato
la
nostra
rivoluzione
,
il
Cavour
e
il
Garibaldi
.
Il
primo
rappresentò
quel
genio
politico
che
non
ci
è
mai
mancato
;
il
secondo
è
il
genio
del
!
entusiasmo
e
del
valore
popolare
,
dei
quali
l
'
Italia
ha
dato
sempre
tante
e
così
splendide
prove
.
Ma
la
guerra
presente
ha
dimostrato
,
che
queste
due
grandi
qualità
ancora
non
bastano
,
e
a
noi
sono
mancati
gli
uomini
appunto
che
supplissero
alle
qualità
che
mancavano
nel
paese
.
Gran
fortuna
per
noi
sarebbe
stata
se
,
invece
di
due
mesi
,
le
battaglie
fossero
continuate
per
un
anno
.
Esse
avrebbero
provato
molti
uomini
,
messo
in
luce
molti
nomi
oscuri
,
e
mandato
in
ombra
molte
celebrità
usurpate
,
formato
il
carattere
della
nazione
,
e
dato
maggiore
esperienza
e
maggiore
solidità
all
esercito
.
Una
vittoria
difficile
,
dopo
una
guerra
lunga
,
era
ciò
che
l
Italia
poteva
desiderare
di
meglio
.
Ma
ciò
non
è
avvenuto
,
ed
è
inutile
desiderarlo
.
Ora
bisogna
,
invece
,
saper
profittare
della
pace
per
cercare
le
cagioni
degli
errori
,
trovare
i
rimedii
.
Come
è
dunque
avvenuto
che
un
popolo
così
intelligente
e
volonteroso
qual
è
l
Italiano
,
sia
caduto
in
tanti
errori
,
e
debba
riconoscersi
così
poco
progredito
da
sentirsene
umiliato
?
Qual
via
ci
ha
condotti
ove
noi
siamo
,
e
v
è
egli
modo
di
uscirne
?
Se
è
possibile
dare
,
una
volta
,
il
proprio
nome
alle
cose
ed
agli
uomini
,
non
vedo
che
un
solo
metodo
per
risolvere
una
tal
questione
:
esaminare
prima
in
che
modo
s
è
formata
l
Italia
.
Se
noi
avessimo
fatta
una
vera
e
propria
rivoluzione
colle
sole
forze
del
paese
,
i
nuovi
e
i
vecchi
elementi
si
sarebbero
confusi
tra
loro
,
ed
in
mezzo
ad
una
lotta
lunga
e
sanguinosa
sarebbe
scomparsa
una
generazione
e
ne
sarebbe
sorta
un
altra
,
giovine
,
nuova
,
agguerrita
,
capace
di
governare
e
condurre
il
nuovo
paese
.
Ma
i
governi
passati
crollarono
,
quasi
senza
esser
toccati
,
perché
nel
popolo
s
era
manifestato
un
progresso
a
cui
essi
vollero
rimanere
estranei
o
avversi
,
e
la
lotta
contro
l
'
Austria
fu
vinta
coll
'
aiuto
della
Francia
.
Un
bel
giorno
noi
eravamo
liberi
ed
uniti
,
dopo
lotte
che
,
in
proporzione
del
grande
risultato
,
si
potevano
dire
di
poco
momento
.
E
l
Italia
nuova
si
trovò
formata
degli
elementi
stessi
di
cui
era
composta
l
Italia
vecchia
,
solo
disposti
in
ordine
e
proporzione
diversa
.
In
quel
momento
bisognava
cominciare
a
riordinare
e
ricostituire
;
l
entusiasmo
,
l
'
abnegazione
e
l
eroismo
non
bastavano
più
:
cessarono
i
prodigi
e
cominciarono
gli
errori
.
La
nuova
Italia
si
trovò
formata
di
tre
elementi
diversi
.
Vi
erano
gl
'
impiegati
dei
vecchi
governi
,
i
liberali
d
ogni
colore
delle
nuove
province
,
e
finalmente
i
Piemontesi
.
I
primi
da
una
rivoluzione
violenta
sarebbero
stati
licenziati
in
massa
;
ma
la
nostra
,
pacifica
e
tranquilla
,
dovette
invece
accettarne
un
grandissimo
numero
.
La
loro
esperienza
ci
era
necessaria
,
non
avendo
noi
avuto
il
tempo
di
formare
una
nuova
generazione
;
e
fra
di
essi
v
eran
pure
uomini
abilissimi
che
resero
grandi
servigi
al
paese
.
Ma
,
in
fine
dei
conti
,
lasciando
da
parte
le
eccezioni
lodevoli
,
ognuno
può
facilmente
comprendere
quanto
abili
dovessero
riuscire
a
governare
con
la
libertà
un
paese
di
ventidue
milioni
,
coloro
che
avevano
formato
le
amministrazioni
,
corrotte
o
microscopiche
,
di
governi
caduti
per
la
loro
ignoranza
e
pel
loro
cieco
dispotismo
.
A
questi
s
unirono
i
liberali
in
gran
numero
,
e
fra
di
essi
vi
erano
ingegni
giustamente
riputati
,
caratteri
specchiati
,
patriotti
a
tutta
prova
.
Ma
vogliamo
esser
giusti
veramente
con
tutti
?
Chi
siamo
noi
,
moderati
e
partito
d
azione
,
consorti
e
non
consorti
?
Tutti
gli
uomini
del
gran
partito
liberale
nacquero
,
vissero
e
furono
educati
nell
Italia
divisa
dei
piccoli
Stati
e
dei
piccoli
tiranni
.
Noi
abbiamo
avuto
quella
educazione
che
solo
era
possibile
in
paesi
dove
le
lettere
,
le
scienze
,
le
arti
,
l
'
industria
,
il
commercio
erano
nell
infanzia
,
sotto
governi
paurosi
d
ogni
raggio
di
luce
,
in
mezzo
a
società
frivole
o
corrotte
.
Volere
o
non
volere
,
questa
è
l
aria
che
abbiamo
respirata
,
e
la
miglior
parte
del
nostro
carattere
s
'
è
dovuta
formare
in
un
circolo
ristretto
d
amici
,
protestando
e
cospirando
.
Ci
salvammo
a
forza
di
generose
aspirazioni
,
di
entusiasmo
e
di
sacrifizii
;
ma
l
istruzione
e
l
'
educazione
sociale
di
un
gran
popolo
ci
è
mancata
,
perché
questo
popolo
ancora
non
esisteva
.
La
rivoluzione
portava
adesso
i
liberali
al
governo
e
negli
impieghi
.
E
ciò
che
li
spingeva
innanzi
era
generalmente
il
carattere
politico
,
non
la
capacità
amministrativa
.
Dove
potevano
averla
acquistata
?
La
burocrazia
è
una
professione
come
un
altra
,
che
richiede
s
'
udii
speciali
,
lungo
tirocinio
e
,
sopra
tutto
,
lunghissima
esperienza
.
I
liberali
venivano
,
invece
,
dagli
esilii
,
dalle
galere
,
dalle
cospirazioni
,
dal
campo
dei
volontarii
,
e
d
un
tratto
,
si
trovavano
nei
più
alti
ufficii
,
dati
loro
in
premio
delle
sofferenze
patite
.
Ed
era
ben
naturale
.
In
quei
momenti
d
incertezza
e
di
sospetti
,
quando
i
vecchi
impiegati
si
potevano
credere
amici
dei
governi
caduti
,
quando
mille
pericoli
ne
circondavano
,
quando
tutto
si
riduceva
a
sapere
se
potevamo
o
no
esistere
,
la
fede
politica
ci
era
cento
volte
più
utile
della
capacità
amministrativa
.
Il
ricco
,
il
nobile
,
il
potente
che
faceva
una
franca
adesione
al
nuovo
Governo
,
era
spinto
innanzi
colle
mani
e
coi
piedi
,
senza
badare
al
suo
valore
,
purché
servisse
d
esempio
agli
altri
.
In
tutte
le
Prefetture
,
nella
Polizia
,
nei
Ministeri
,
nei
Municipii
,
ovunque
si
poteva
supporre
un
ombra
d
'
influenza
politica
,
ci
voleva
gente
di
provata
fede
;
e
quindi
si
posero
uomini
che
avevano
più
carattere
che
esperienza
,
più
entusiasmo
che
cognizioni
speciali
.
Ed
una
volta
presa
questa
norma
,
si
procedette
con
una
cecità
spaventevole
.
Senza
tener
conto
dei
pochi
uomini
di
grande
ingegno
,
e
senza
tener
conto
degli
avventurieri
e
dei
disonesti
elle
le
rivoluzioni
portano
sempre
a
galla
,
il
numero
degl
incapaci
fu
spaventoso
.
Un
giorno
ebbi
a
raccomandare
un
giovane
onesto
,
liberale
,
ma
scarso
d
ogni
istruzione
.
Io
accettai
l
'
incarico
della
raccomandazione
,
perché
quel
giovane
mi
era
fatto
conoscere
da
uno
che
aveva
,
con
dieci
anni
di
galera
,
scampato
la
pena
del
capo
,
ed
aveva
giurato
di
non
chieder
mai
nulla
per
sé
.
Egli
mi
disse
:
Questo
giovane
domanda
solo
un
mezzo
onesto
di
guadagnarsi
il
puro
pane
,
e
sa
che
la
sua
poca
istruzione
non
gli
permette
chiedere
di
più
.
Con
queste
medesime
parole
io
feci
la
mia
raccomandazione
al
Ministro
d
uno
dei
tanti
governi
provvisorii
.
Non
erano
passati
due
giorni
,
e
quel
giovane
venne
a
ringraziarmi
d
'
essere
stato
impiegato
con
cinquanta
scudi
al
mese
,
in
una
delle
amministrazioni
più
difficili
e
complicate
dello
Stato
.
Egli
era
tutto
confuso
,
non
sapendo
come
fare
per
mettersi
in
grado
d
adempiere
il
suo
ufficio
.
Pure
,
come
Dio
volle
,
la
cosa
andò
al
pari
di
tante
altre
.
Io
non
ero
anche
uscito
dalla
mia
maraviglia
,
quando
venne
da
me
un
altro
giovane
,
cui
m
ero
sforzato
di
persuadere
,
che
profittasse
dei
nuovi
tempi
per
darsi
agli
studii
,
non
essendo
possibile
vivere
in
un
paese
civile
colla
sua
ignoranza
.
V
ero
quasi
riuscito
;
ma
quel
giorno
esso
venne
a
licenziarsi
,
perché
lo
avevano
nominato
giudice
nell
isola
di
Capri
.
Di
questi
fatti
se
ne
possono
citare
a
migliaia
,
e
se
fosse
permesso
dire
i
nomi
,
farei
vedere
quali
funeste
conseguenze
ne
sono
derivate
qualche
volta
allo
Stato
ed
ai
privati
cittadini
.
Noi
abbiamo
avuto
magistrati
che
appena
avevano
letto
il
Codice
,
prefetti
d
una
ignoranza
proverbiale
,
professori
che
non
avevano
studiato
la
materia
che
dovevano
insegnare
.
Ed
è
singolare
!
il
paese
che
ha
sempre
gridato
contro
tutti
e
contro
tutto
,
è
stato
sempre
d
una
tolleranza
illimitata
contro
questo
trionfo
delle
incapacità
.
E
chi
volesse
persuadere
ai
liberali
,
che
l
'
aver
sempre
pensato
alla
libertà
del
proprio
paese
,
l
averne
fatto
l
'
unica
occupazione
d
una
vita
spesa
nel
cospirare
,
soffrire
e
combattere
per
la
patria
,
gli
ha
resi
,
novanta
volte
su
cento
,
pessimi
burocratici
;
direbbe
una
verità
manifesta
che
nessuno
di
loro
vorrebbe
credere
.
Ed
ora
veniamo
al
terzo
elemento
di
cui
si
compone
la
nuova
Italia
:
il
Piemonte
.
Qui
non
ci
sono
uomini
vecchi
ed
uomini
nuovi
,
non
ci
sono
liberali
ed
impiegati
di
un
governo
caduto
.
Questa
è
una
sacra
falange
che
s
'
avanza
unita
e
compatta
,
un
quadrato
armato
di
fucili
ad
ago
.
Guai
a
chi
volesse
far
gli
contro
una
carica
!
In
mezzo
a
governi
che
crollavano
da
ogni
lato
,
il
Piemonte
pareva
una
massa
di
granito
impenetrabile
,
con
una
forza
d
assimilazione
portentosa
.
Ed
invero
,
la
sua
superiorità
politica
su
tutte
le
province
d
'
Italia
era
ornai
incontrastabile
.
Aveva
la
sola
amministrazione
che
non
si
dovesse
da
capo
a
fondo
rovesciare
;
aveva
una
libera
costituzione
e
leggi
che
quasi
tutte
le
altre
province
spontaneamente
accettavano
o
imitavano
;
i
soli
uomini
esperimentati
alla
vita
politica
,
che
l
'
Italia
conoscesse
;
un
esercito
valoroso
,
un
primo
Ministro
che
l
Europa
ammirava
,
ed
alla
cui
morale
dittatura
ogni
provincia
si
piegava
;
un
Re
che
si
batteva
per
l
Italia
.
Volere
o
non
volere
,
siccome
l
esercito
piemontese
fu
il
nucleo
intorno
a
cui
si
formò
l
esercito
italiano
,
così
il
governo
e
l
amministrazione
del
Piemonte
dovevano
formare
il
governo
e
l
amministrazione
d
'
Italia
.
Sui
varii
elementi
che
la
rivoluzione
apparecchiava
,
il
Piemonte
riuscì
a
distendere
la
sua
tenacissima
trama
,
per
farne
un
corpo
solo
.
Ma
che
valore
aveva
questa
trama
?
Prima
del
48
il
Piemonte
non
era
neppure
una
delle
regioni
più
civili
d
'
Italia
,
e
i
principii
della
Rivoluzione
francese
v
erano
penetrati
meno
che
in
altre
province
.
Ma
dopo
quel
tempo
,
la
sua
amministrazione
lenta
,
pedantesca
,
intricata
,
aveva
pure
dalla
libertà
ricevuto
nuovo
vigore
ed
uomini
nuovi
.
Il
paese
,
per
se
stesso
disciplinato
e
laborioso
,
si
vide
rapidamente
prosperare
.
Il
commercio
,
l
'
industria
,
l
'
educazione
popolare
avevano
preso
un
grandissimo
slancio
;
l
emigrazione
italiana
vi
aveva
raccolto
nobili
ingegni
,
e
la
febbrile
attività
del
Cavour
dava
un
moto
accelerato
a
quel
piccolo
Stato
che
,
se
era
ben
lungi
dal
potersi
ancora
paragonare
al
Belgio
o
all
Olanda
,
si
poteva
certo
fra
di
noi
chiamare
uno
Stato
modello
,
e
come
tale
fu
d
esempio
e
di
scuola
all
Italia
.
Pure
le
antiche
tradizioni
non
s
erano
spezzate
,
e
l
'
organismo
amministrativo
e
governativo
,
nonostante
il
moto
che
condizioni
tanto
favorevoli
gl
'
infondevano
,
era
sempre
condotto
da
un
gran
numero
di
vecchi
arnesi
,
in
gran
parte
vecchio
e
sdrucito
arnese
esso
stesso
.
In
un
piccolo
paese
tutti
questi
mali
s
avvertivano
poco
o
non
si
vedevano
;
ma
quando
la
trama
di
questa
tela
si
dovette
stendere
sopra
l
'
assai
più
vasta
superficie
dell
Italia
,
allora
dovunque
mancava
una
maglia
si
fece
uno
strappo
,
e
dove
erano
fila
intricate
si
fece
un
nodo
indissolubile
.
Così
tutti
i
suoi
difetti
si
videro
ad
un
tratto
ingigantiti
.
Fra
difficoltà
sempre
nuove
,
fra
moltitudini
sempre
diverse
,
in
una
condizione
di
cose
sempre
mutabile
,
v
era
bisogno
d
una
grande
rapidità
negli
affari
,
d
una
grande
elasticità
nei
regolamenti
,
di
mille
espedienti
e
ripieghi
per
condurre
un
paese
che
voleva
essere
amministrato
e
formato
nel
medesimo
tempo
.
Ed
,
invece
,
con
un
amministrazione
lenta
,
pedantesca
,
intricata
e
tenacissima
delle
sue
vecchie
tradizioni
,
si
trovavano
a
condurre
le
cose
d
'
Italia
coloro
che
avevano
appena
saputo
amministrare
il
Piemonte
.
Che
esser
Capo
di
Divisione
per
le
carceri
o
la
sicurezza
pubblica
,
Consigliere
di
Stato
o
della
Corte
dei
Conti
nel
Piemonte
tranquillo
o
nell
Italia
in
rivoluzione
,
sien
due
cose
affatto
diverse
,
niuno
certo
vorrà
metterlo
in
dubbio
.
Ed
è
chiaro
perciò
,
che
se
il
Piemonte
non
avesse
fatto
altro
che
darci
la
sua
amministrazione
,
le
sue
leggi
,
i
suoi
uomini
,
cogli
ufficii
in
cui
si
trovavano
,
la
macchina
governativa
avrebbe
lavorato
già
assai
peggio
,
e
mille
disordini
sarebbero
stati
inevitabili
.
Ma
le
cose
andarono
bene
altrimenti
.
Quando
gl
impiegati
dei
caduti
governi
e
i
liberali
delle
nuove
province
si
unirono
ai
Piemontesi
,
questi
dettero
uno
straordinario
contingente
burocratico
a
tutta
Italia
.
Si
trattava
d
attuare
le
leggi
e
la
politica
del
Piemonte
,
e
i
suoi
uomini
avevano
una
reputazione
d
'
onestà
,
di
capacità
ed
attività
superiore
agli
altri
.
Era
necessario
perciò
moltiplicare
il
numero
dei
suoi
impiegati
,
e
cominciò
quindi
un
rapido
movimento
di
ascensione
dai
gradi
più
bassi
ai
superiori
.
Bisognava
aprire
le
scuole
elementari
nella
Sicilia
o
nel
Napoletano
dove
mancavano
.
I
governi
provvisorii
avevano
già
proclamato
leggi
simili
a
quelle
del
Piemonte
,
che
imponevano
l
obbligo
d
aprire
le
scuole
,
ma
non
v
'
erano
maestri
,
direttori
,
ispettori
,
e
bisognava
far
presto
.
Allora
il
maestro
elementare
del
Piemonte
venne
a
dirigere
la
scuola
,
ad
improvvisare
altri
maestri
.
La
necessità
lo
faceva
nominare
qualche
volta
ispettore
o
anche
direttore
di
Scuola
Normale
.
E
così
il
buon
maestro
elementare
di
Torino
diveniva
,
nell
Italia
meridionale
,
un
cattivo
ispettore
,
un
pessimo
direttore
.
E
questo
lavoro
si
eseguì
sopra
una
larghissima
scala
.
Come
per
l
aumento
dell
'
esercito
,
il
capitano
fu
colonnello
,
e
questi
generale
,
e
chi
aveva
comandato
una
divisione
comandò
un
corpo
d
esercito
,
e
chi
aveva
comandato
quarantamila
uomini
ne
dové
comandare
due
o
trecentomila
;
così
il
medesimo
sistema
si
volle
e
spesso
si
dovette
seguire
nell
'
amministrazione
.
Senza
dare
alcuna
prova
delle
nuove
ed
assai
maggiori
capacità
,
che
i
nuovi
ufficii
richiedevano
,
il
Capo
-
Sezione
fu
subito
Capo
di
Divisione
,
e
questi
volle
essere
Prefetto
,
e
il
maestro
elementare
insegnò
nel
liceo
.
Quindi
,
nel
medesimo
tempo
,
si
vide
sgovernata
l
Italia
,
peggiorato
il
Piemonte
,
e
buoni
impiegati
divenire
mediocri
o
pessimi
;
perché
,
capaci
a
condurre
la
piccola
barca
del
Piemonte
tranquillo
,
si
trovavano
incapacissimi
a
condurre
,
con
assai
maggiori
ufficii
,
la
nave
d
'
Italia
,
in
un
mare
tanto
burrascoso
.
Il
paese
si
trovò
invaso
da
una
moltitudine
sempre
crescente
d
incapacità
burocratiche
,
che
moltiplicavano
da
ogni
lato
come
le
locuste
.
Uomini
vecchi
e
uomini
nuovi
,
liberali
,
martiri
e
persecutori
,
nessuno
aveva
ricevuta
l
educazione
e
il
tirocinio
necessario
ai
nuovi
tempi
.
I
Piemontesi
,
con
tutti
i
loro
difetti
,
erano
laboriosi
,
disciplinati
,
tenacissimi
;
si
erano
trovati
in
condizioni
più
favorevoli
,
e
quindi
formarono
come
lo
scheletro
o
l
impalcatura
che
doveva
reggere
insieme
la
macchina
della
nuova
amministrazione
.
Ora
sarebbe
inutile
rivolgere
la
colpa
di
questi
fatti
agli
uni
o
agli
altri
.
A
che
gioverebbe
oggi
.
sapere
se
,
nel
distribuire
gl
impieghi
,
fu
tenuta
una
proporzione
troppo
favorevole
agli
uni
o
agli
altri
?
Il
certo
si
è
,
che
dei
tre
elementi
di
cui
s
è
formata
l
Italia
,
la
nostra
rivoluzione
non
poteva
escluderne
alcuno
;
ed
essi
erano
di
tal
natura
,
che
dovevano
inevitabilmente
portare
il
governo
in
mano
di
una
burocrazia
assai
inferiore
al
bisogno
.
Io
,
perciò
,
non
vedo
alcuna
necessità
d
introdurre
le
passioni
dei
partiti
nell
esame
di
tali
questioni
.
Importa
assai
più
di
riconoscere
la
forza
fatale
di
quelle
leggi
che
regolano
le
rivoluzioni
e
le
società
.
Queste
leggi
non
sono
meno
inalterabili
di
quelle
della
natura
,
e
solo
dalla
loro
conoscenza
il
politico
può
attingere
quella
sapienza
che
le
fa
servire
ai
suoi
fini
,
e
,
introducendo
le
riforme
utili
e
possibili
,
accelera
il
progresso
,
promuove
il
miglioramento
,
sociale
.
La
burocrazia
è
divenuta
una
delle
macchine
più
potenti
e
più
necessarie
nei
governi
così
complicati
delle
società
moderne
.
Essa
ordina
il
lavoro
;
accumula
esperienza
;
raccoglie
quel
numero
infinito
di
cognizioni
speciali
e
necessarie
,
che
la
pratica
solamente
suggerisce
;
forma
le
tradizioni
degli
affari
.
Ma
tutti
i
governi
burocratici
sono
minacciati
da
una
malattia
che
,
se
si
lascia
propagare
,
e
non
vi
si
pone
efficace
rimedio
,
è
capace
di
consumare
il
più
forte
organismo
sociale
.
I
Francesi
la
chiamano
routine
,
ed
il
Mill
la
definisce
,
dicendo
che
è
la
malattia
che
affligge
i
governi
burocratici
,
e
di
cui
generalmente
essi
muoiono
.
«
Periscono
»
egli
osserva
«
per
la
immutabilità
delle
loro
massime
,
ed
ancora
più
per
quella
legge
universale
,
per
cui
tutto
ciò
che
diviene
routine
perde
il
suo
vitale
principio
,
e
non
avendo
più
la
mente
che
operi
dentro
,
procede
,
girando
meccanicamente
,
senza
che
più
ne
risulti
l
opera
che
era
destinato
a
produrre
.
Una
burocrazia
tende
sempre
a
divenire
una
pedantocrazia
»
(
On
representative
governement
,
chap
.
IV
)
.
Ora
non
v
è
nulla
che
tanto
agevoli
il
progresso
di
questa
malattia
,
quanto
l
'
accumulare
una
prodigiosa
mediocrità
in
un
punto
determinato
dell
'
organismo
sociale
.
Il
lettore
tiri
da
se
stesso
le
conseguenze
,
e
vedrà
allora
quel
che
doveva
seguire
nei
nostri
Ministeri
.
Osservate
un
poco
come
si
recluta
ogni
giorno
,
come
si
forma
e
come
lavora
la
nostra
burocrazia
.
Negl
impieghi
si
entra
generalmente
senza
esami
,
senza
dar
prova
di
capacità
,
e
,
cominciando
dai
gradi
infimi
,
si
suole
ascendere
col
tempo
e
con
un
regolare
ed
immutabile
processo
di
anzianità
ai
gradi
supremi
.
Il
copista
può
divenire
un
giorno
Capo
di
Divisione
;
ma
allora
il
Capo
di
Divisione
resterà
un
copista
da
cui
dipenderà
la
decisione
d
affari
importantissimi
.
Fra
i
nostri
ve
ne
sono
certamente
alcuni
di
molto
valore
;
ma
io
ne
ho
pure
conosciuto
pili
di
uno
laborioso
ed
onesto
che
,
sepolto
ed
affogato
nel
formalismo
burocratico
,
era
incapace
di
stendere
la
risoluzione
di
un
affare
,
con
una
chiara
cognizione
di
esso
.
E
se
un
Ministro
,
in
tal
condizione
di
cose
,
volesse
oggi
nominare
Capo
di
Divisione
un
privato
cittadino
,
egli
sarebbe
risguardato
come
violatore
dei
più
sacri
diritti
,
ancora
quando
la
capacità
del
nuovo
venuto
fosse
la
più
incontrastabile
e
la
più
incontrastata
.
Se
la
legge
non
vi
si
oppone
,
vi
si
oppongono
le
tradizioni
,
che
qualche
volta
sono
più
tenaci
della
legge
,
e
che
nel
vecchio
Piemonte
arrestarono
perfino
l
'
audacia
del
conte
di
Cavour
.
La
rivoluzione
poté
fare
,
per
cagioni
politiche
,
molte
eccezioni
;
ma
ora
la
porta
è
chiusa
,
e
la
massima
che
generalmente
prevale
può
dirsi
compendiata
nelle
parole
di
quel
burocratico
che
,
alla
morte
del
Cavour
,
diceva
:
Io
non
so
perché
tutti
si
disperano
.
Si
prenda
il
pia
anziano
,
e
si
ponga
nel
posto
del
primo
Ministro
.
Tutti
gl
'
impiegati
sono
come
i
pezzi
d
una
macchina
,
che
debbono
passare
regolarmente
,
in
tempo
determinato
,
nel
posto
stabilito
.
Se
però
il
Ministro
volesse
favorirne
alcuno
,
egli
può
facilmente
trasferirlo
da
un
ufficio
ad
un
altro
del
medesimo
grado
,
ma
d
una
importanza
assai
maggiore
,
d
un
indole
assolutamente
diversa
,
e
che
richieda
cognizioni
affatto
speciali
.
Con
una
facile
manovra
burocratica
,
a
cui
la
legge
e
la
tradizione
non
s
'
oppongono
,
il
Capo
-
Sezione
o
il
Capo
-
Divisione
possono
salire
una
cattedra
,
dirigere
una
biblioteca
o
un
accademia
di
belle
arti
,
senza
saper
distinguere
un
Raffaello
da
un
Cimabue
,
senza
aver
dato
alcuna
prova
di
conoscere
la
materia
che
sono
chiamati
ad
insegnare
.
Vi
sarebbe
,
è
vero
,
da
temere
il
giudizio
del
pubblico
;
ma
esso
è
,
in
questi
casi
,
di
una
tolleranza
uguale
solo
all
infinito
.
In
una
parola
,
tutte
le
vie
sono
aperte
per
ammettere
le
incapacità
,
tutte
sono
chiuse
quando
si
tratta
di
ammettere
in
modo
eccezionale
le
capacità
singolari
,
le
quali
,
si
noti
,
bene
,
è
quasi
impossibile
che
prendano
la
via
ordinaria
.
Uno
che
senta
in
se
stesso
facoltà
superiori
al
comune
degli
uomini
,
non
vorrà
certamente
porsi
dieci
o
forse
venti
anni
a
copiare
e
scrivere
lettere
,
per
giungere
finalmente
a
quelli
ufficio
dove
potrà
dimostrare
il
suo
valore
,
se
la
sua
intelligenza
non
sarà
già
esaurita
sotto
il
lungo
e
lento
processo
di
mummificazione
,
cui
fu
sottoposta
.
L
'
uomo
d
ingegno
si
troverà
così
sempre
come
corpo
estraneo
,
in
mezzo
a
una
mediocrità
che
dilaga
da
ogni
lato
,
e
la
sua
superiorità
sarà
soggetto
di
gelosia
grandissima
o
di
diffidenza
,
per
forza
naturale
delle
cose
e
per
legge
dell
umana
natura
.
L
'
intelligenza
,
che
dovrebbe
essere
la
forza
motrice
e
regolatrice
della
gran
macchina
burocratica
,
va
mancando
,
e
i
capi
d
ufficio
non
sono
essi
stessi
che
pezzi
della
macchina
.
Non
v
è
paese
del
mondo
in
cui
i
più
alti
impiegati
amministrativi
sieno
così
privi
d
ogni
responsabilità
e
indipendenza
,
così
male
retribuiti
come
tra
noi
.
Il
Capo
di
Divisione
non
può
scegliere
alcuno
de
suoi
impiegati
,
non
può
mai
risolvere
in
suo
proprio
nome
gli
affari
.
La
firma
è
sempre
del
Ministro
o
del
Segretario
che
sottoscrive
in
nome
del
Ministro
;
la
responsabilità
in
faccia
al
paese
è
loro
,
sebbene
gli
affari
sieno
poi
di
fatto
risoluti
dalla
burocrazia
che
,
messa
al
coperto
,
e
considerata
come
una
macchina
,
diventa
più
macchina
che
mai
.
La
responsabilità
non
è
più
di
nessuno
,
perché
coloro
che
conoscono
e
risolvono
gli
affari
non
l
hanno
,
ed
il
Ministro
ed
il
Segretario
sono
responsabili
solo
di
nome
,
quando
si
trovano
costretti
a
firmar
carte
che
non
hanno
il
tempo
materiale
di
leggere
.
Così
,
nel
tempo
stesso
in
cui
da
un
lato
si
è
tolto
alla
burocrazia
ogni
indipendenza
legale
,
si
è
resa
dalli
altro
onnipotente
.
E
l
aver
tutto
concentrato
nel
Ministro
,
serve
spesso
ad
introdurre
il
favoritismo
politico
in
ogni
parte
dell
amministrazione
,
con
danno
manifesto
degli
affari
.
Da
questa
continua
ingerenza
politica
sono
,
io
credo
,
derivati
i
danni
maggiori
al
pubblico
insegnamento
:
il
Ministro
ed
il
Segretario
non
possono
sempre
resistere
alle
raccomandazioni
dei
Deputati
e
dei
Senatori
.
Dovrebbero
essere
la
sola
forza
intelligente
e
responsabile
,
la
mente
e
l
anima
dell
organismo
burocratico
;
ma
essi
mutano
continuamente
,
onde
il
corpo
si
è
dovuto
assuefare
a
camminare
senza
anima
,
e
le
ruote
dello
strano
meccanismo
girano
ancora
,
quando
la
prima
forza
motrice
è
mancata
.
Il
regolamento
è
divenuto
la
sola
ancora
,
il
vangelo
della
burocrazia
,
come
la
rettorica
è
il
vangelo
dei
pedanti
.
Ma
come
nessuna
rettorica
fece
mai
uno
scrittore
,
così
nessun
regolamento
basterà
mai
a
formare
una
buona
amministrazione
.
La
difficoltà
di
penetrare
il
vero
scopo
delle
leggi
,
e
la
mancanza
di
autorità
per
assumerne
sopra
di
sé
la
interpretazione
,
hanno
fatta
sostituire
la
lettera
allo
spirito
.
Quanto
più
il
lavoro
prescritto
è
complicato
,
irrazionale
,
tanto
più
viene
religiosamente
eseguito
,
senza
osservare
se
lo
scopo
prefisso
è
ottenuto
.
Una
volta
ebbi
occasione
d
'
osservare
questo
fatto
.
Si
dové
eseguire
un
disegno
approvato
dal
Ministero
,
per
adattare
un
antico
locale
ad
un
nuovo
uso
.
Il
lavoro
era
abbastanza
inoltrato
,
quando
si
vide
che
un
certo
numero
di
finestre
non
potevano
farsi
con
la
spesa
indicata
;
perché
si
trovarono
antichi
pilastri
nascosti
nell
'
interno
delle
mura
,
appunto
là
dove
dovevano
venir
le
finestre
.
Non
essendo
possibile
sospendere
i
lavori
,
per
aspettare
la
fine
delle
lunghe
pratiche
necessarie
ad
avere
l
approvazione
d
'
un
nuovo
disegno
,
bisognava
o
fare
,
senza
permesso
,
una
spesa
maggiore
,
o
aprire
le
finestre
in
altro
punto
,
e
deturpare
tutta
l
architettura
.
Studiato
il
regolamento
,
fu
deciso
di
aprire
le
finestre
,
con
la
spesa
indicata
,
là
dove
deturpavano
l
'
architettura
,
per
poi
chiuderle
,
e
con
nuovo
disegno
regolarmente
approvato
,
riaprirle
dove
conveniva
.
Il
regolamento
era
fatto
per
impedire
spese
maggiori
del
bisogno
,
e
in
queste
appunto
si
cadeva
,
volendo
rispettarne
la
lettera
,
a
danno
dello
spirito
.
La
moltiplicità
delle
forme
e
delle
formole
non
è
credibile
,
e
sembra
destinata
assai
spesso
a
non
ottenere
altro
fine
che
quello
d
arrestare
il
corso
delle
pubbliche
faccende
.
Ho
visto
gli
agenti
d
una
Compagnia
americana
,
venuti
in
Italia
con
forti
capitali
,
per
intraprendere
alcune
industrie
,
fuggire
disperati
,
dopo
aver
visto
la
serie
infinita
delle
pratiche
che
bisognava
fare
per
ottenere
il
desiderato
permesso
,
e
le
mille
difficoltà
che
si
dovevano
superare
.
L
Italia
,
mi
dissero
,
non
è
ancora
un
paese
per
gli
affari
;
e
se
ne
andarono
.
Sarebbe
nondimeno
ingiusto
il
non
osservare
che
questa
burocrazia
lenta
,
ostinata
,
pedantesca
com
è
,
ha
pure
reso
,
col
suo
lavoro
costante
,
paziente
e
noioso
,
grandi
servigi
al
paese
.
Credete
forse
che
un
amministrazione
improvvisata
solamente
di
liberali
,
o
di
vecchi
impiegati
,
o
di
Piemontesi
,
avrebbe
potuto
resistere
alla
continua
mutazione
dei
Ministeri
,
agli
urli
della
piazza
,
alla
inerzia
passionata
della
maggior
parte
di
noi
?
Più
di
una
volta
l
'
ostinazione
e
la
pedanteria
burocratica
sono
state
la
sola
forza
veramente
conservatrice
,
che
potevamo
opporre
alle
tradizioni
immorali
dei
caduti
governi
,
ed
al
favoritismo
politico
.
Ora
però
siamo
giunti
a
un
punto
,
che
la
più
necessaria
delle
riforme
deve
cominciare
da
essa
,
se
non
vogliamo
che
la
vita
nazionale
resti
soffocata
.
Ma
è
singolare
!
mentre
tutto
il
paese
grida
tanto
contro
la
burocrazia
,
sembra
esso
stesso
affetto
dalla
medesima
malattia
.
Voi
sentite
da
ogni
lato
ripetere
:
che
cosa
bisogna
fare
?
Qual
è
il
regolamento
,
quale
la
legge
,
in
una
parola
,
quale
è
il
nuovo
sistema
che
deve
salvarci
?
Né
si
considera
che
di
regolamenti
ne
abbiamo
finora
fatti
delle
migliaia
,
che
tutte
le
nostre
stamperie
sono
ancora
affaticate
in
questo
indefesso
lavoro
;
e
fra
poco
avremo
percorsa
tutta
la
serie
dei
regolamenti
e
dei
sistemi
possibili
,
senza
avere
ottenuto
il
nostro
scopo
.
E
proprio
il
caso
di
ripetere
all
Italia
le
parole
di
Fausto
a
Wagner
:
E
stimi
dunque
Che
da
vil
pergamena
esca
la
sacra
Sorgente
che
l
ardor
di
questa
sete
Possa
ammorzarti
?
Oh
no
ristoro
alcuno
Non
aspettar
,
se
dall
anima
tua
Limpida
non
zampilla
.
Si
tratta
di
finanza
?
E
sorgono
subito
a
combattere
tre
sistemi
nuovi
debiti
,
nuove
imposte
o
nuove
economie
.
Ma
nuovi
debiti
non
troviamo
da
farne
;
nuove
imposte
,
il
paese
esausto
sarà
pur
troppo
incapace
di
sopportarle
,
e
quanto
alle
economie
,
l
esame
delle
cifre
ha
provato
che
le
spese
maggiori
sono
quelle
appunto
che
non
si
possono
diminuire
.
Con
questi
palliativi
noi
dunque
andremo
innanzi
ancora
qualche
anno
,
senza
aver
trovato
il
sistema
che
ci
deve
salvare
.
V
è
in
Italia
nessun
uomo
di
buon
senso
,
il
quale
dubiti
ancora
,
che
il
solo
mezzo
per
uscire
dal
laberinto
in
cui
siamo
entrati
,
sta
nell
'
aumentare
il
lavoro
e
la
produzione
nazionale
;
perché
solo
allora
le
rendite
dello
Stato
cresceranno
,
e
perché
una
nazione
come
la
nostra
,
che
spende
e
non
produce
,
deve
assolutamente
fallire
,
e
non
è
il
sistema
,
ma
il
lavoro
che
può
salvarla
?
Si
tratta
di
pubblica
istruzione
?
Ed
ecco
i
sistemi
sorgono
a
combatter
fra
loro
.
Libertà
d
insegnamento
,
tasse
elevate
,
insegnamento
dello
Stato
,
privati
docenti
,
insegnamento
obbligatorio
.
Ed
ognuno
si
presenta
con
in
mano
un
segreto
talismano
,
che
deve
salvare
il
paese
.
Ma
perché
non
osservare
che
le
tasse
elevate
erano
prescritte
dalla
legge
Casati
,
e
voi
foste
indotti
a
scemarle
?
Che
essa
stabilisce
l
insegnamento
elementare
obbligatorio
,
mentre
in
Toscana
è
libero
;
che
a
Napoli
v
'
è
un
gran
numero
di
privati
-
docenti
,
mentre
a
Torino
,
Pavia
,
Pisa
non
attecchiscono
;
che
dal
59
in
poi
quasi
tutti
i
sistemi
'
furono
provati
;
che
anche
oggi
buona
parte
di
essi
sono
in
presenza
,
e
che
riescono
solo
a
far
andare
l
'
insegnamento
ugualmente
male
per
tutto
?
A
che
vi
giova
l
aprire
le
scuole
serali
,
quando
voi
cominciate
con
500
alunni
,
empite
d
elogi
tutti
i
giornali
,
lodate
il
Municipio
,
la
popolazione
,
il
Ministro
e
l
Ispettore
;
e
poi
abbandonate
le
scuole
a
se
stesse
?
Gli
alunni
diminuiscono
subito
,
e
finalmente
voi
dovete
cominciare
a
chiudere
le
scuole
.
Allora
sarebbe
il
tempo
pei
giornali
di
gridare
;
ma
essi
pensano
a
cose
più
serie
.
Qual
sistema
,
qual
regolamento
vi
salva
da
questa
generale
oscitanza
?
Un
giorno
si
levò
nella
Camera
un
deputato
e
disse
:
Signori
!
Volete
voi
sapere
che
cosa
bisogna
fare
per
riordinare
il
nostro
insegnamento
universitario
?
Pigliate
ogni
anno
dieci
o
dodici
fra
i
migliori
giovani
che
s
addottarono
nelle
nostre
Università
,
e
mandateli
a
perfezionarsi
all
'
estero
,
specialmente
in
Germania
.
Così
,
dopo
qualche
tempo
,
avrete
un
primo
nucleo
di
buoni
professori
,
che
s
'
andranno
moltiplicando
ogni
anno
.
Il
consiglio
parve
buono
e
fu
adottato
;
la
Camera
approvò
nel
bilancio
una
somma
sufficiente
.
Si
venne
subito
al
modo
d
attuare
,
e
si
fece
il
regolamento
.
Ogni
anno
,
nel
tempo
delle
nostre
vacanze
universitarie
,
s
intima
un
concorso
per
scegliere
un
buon
numero
di
giovani
dottori
,
ed
è
stabilito
prima
,
quanti
debbono
essere
i
medici
,
quanti
i
filosofi
,
i
matematici
,
ec
.
Ed
ogni
anno
avviene
che
l
'
Italia
non
è
pronta
a
dare
un
numero
determinato
,
e
anche
distribuito
secondo
la
tabella
ministeriale
,
di
giovani
capaci
di
profittar
davvero
del
loro
soggiorno
in
Germania
,
dove
gli
studii
sono
tanto
diversi
e
tanto
più
elevati
.
Quindi
,
il
più
delle
volle
,
una
parte
degli
eletti
sono
giovani
assai
mediocri
.
Tra
le
materie
per
l
'
esame
di
concorso
non
si
richiede
alcuna
conoscenza
della
lingua
del
paese
,
dove
si
va
a
studiare
,
e
la
durata
del
soggiorno
è
d
'
un
anno
solo
.
Generalmente
la
decisione
del
concorso
è
fatta
conoscere
al
giovane
nella
fine
del
novembre
;
onde
egli
arriva
a
Berlino
non
prima
degli
ultimi
giorni
del
dicembre
,
per
fare
le
vacanze
del
Natale
.
Il
semestre
d
inverno
,
che
in
Germania
comincia
nell
'
ottobre
,
ed
è
quello
degli
studii
più
severi
,
si
trova
già
inoltrato
a
metà
;
e
prima
che
il
giovane
si
ponga
in
grado
di
comprendere
il
tedesco
e
profittare
,
la
più
gran
parte
dell
'
anno
è
passata
,
ed
egli
deve
apparecchiarsi
a
ritornare
in
patria
.
Non
v
è
che
un
solo
mezzo
per
restare
,
quello
d
'
avere
,
in
questo
tempo
,
fatto
in
Germania
e
stampato
un
lavoro
,
e
con
esso
presentarsi
ad
un
secondo
concorso
.
Ora
è
certo
,
che
se
fra
quei
giovani
ve
ne
è
qualcuno
veramente
capace
di
profittare
,
questi
non
avrà
finito
e
stampato
un
lavoro
in
così
breve
tempo
.
Egli
deve
dunque
tornare
,
il
regolamento
lo
impone
.
Eccezioni
ve
ne
sono
state
,
e
sul
principio
il
Ministro
aveva
assai
maggiore
larghezza
;
ma
ora
la
regola
è
questa
.
Così
n
è
seguito
che
i
danari
si
sono
spesi
,
ma
i
professori
non
si
sono
avuti
.
Il
Governo
stesso
sembra
diffidar
di
questi
giovani
,
e
in
si
grande
penuria
d
'
insegnanti
,
quando
è
costretto
a
nominar
professori
alcuni
che
non
hanno
neppure
compiuto
gli
studii
universitarii
,
già
si
dimostra
restio
ad
impiegar
questi
dottori
perfezionati
in
Germania
.
Esso
sembra
non
essere
in
grado
di
conoscer
neppure
con
che
profitto
abbiano
studiato
,
a
quale
disciplina
più
specialmente
si
siano
dati
.
Così
almeno
bisogna
credere
,
quando
s
è
visto
che
coloro
i
quali
a
Berlino
studiavano
una
materia
,
furono
chiamati
in
Italia
ad
insegnarne
un
'
altra
affatto
diversa
;
quando
s
è
visto
quelli
che
più
godevano
la
stima
dei
compagni
e
dei
professori
,
piatire
invano
un
posto
di
liceo
,
mentre
altri
,
e
non
più
meritevoli
,
entravano
nelle
Università
.
Molti
di
essi
gridarono
che
,
così
facendo
,
v
'
era
un
fine
premeditato
;
ma
ciò
è
assurdo
.
Il
Governo
e
la
burocrazia
non
hanno
altro
fine
,
che
il
bene
della
gioventù
e
dell
insegnamento
;
ma
si
sono
da
se
stessi
legate
le
mani
,
e
messi
nella
impossibilità
di
farlo
.
È
dunque
da
meravigliarsi
,
se
il
paese
non
ha
finora
risentito
alcun
vantaggio
dei
danari
spesi
,
e
se
noli
abbiamo
guadagnato
niente
nella
poca
stima
che
s
ha
di
noi
all
estero
,
dove
s
è
avuto
un
saggio
del
modo
con
cui
in
Italia
procedono
le
pubbliche
faccende
,
e
la
nostra
leggerezza
è
stata
dagli
uomini
gravi
giudicata
scandalosa
?
Quale
è
il
regolamento
che
ci
salva
da
questi
errori
,
quale
è
il
sistema
?
Io
lo
dirò
francamente
:
bisogna
non
fare
strazio
così
manifesto
del
senso
comune
.
La
questione
principale
tra
di
noi
non
è
di
regolamenti
o
di
leggi
;
ma
è
di
uomini
.
Con
uomini
che
sappiano
e
che
vogliano
,
le
peggiori
leggi
si
portano
a
buon
fine
;
con
uomini
indolenti
o
ignoranti
,
tutto
riesce
male
.
E
l
'
Italia
,
invece
di
rivolgere
a
ciò
tutta
quanta
la
sua
attenzione
,
s
è
persuasa
che
ad
avere
una
nazione
stimata
,
civile
e
potente
,
basti
avere
una
libera
costituzione
,
ed
un
miglior
codice
penale
e
civile
e
scuole
e
vie
ferrate
e
porti
e
canali
,
e
la
posta
che
parte
tre
o
quattro
volte
il
giorno
,
ec
.
,
ec
.
Ma
questi
sono
condotti
pei
quali
deve
scorrere
la
vita
e
l
attività
nazionale
;
se
questa
vita
manca
e
niuno
pensa
a
ridestarla
,
se
le
strade
restano
senza
viaggiatori
e
i
porti
senza
navi
e
le
scuole
senza
scolari
,
tutte
le
grandi
imprese
servono
solo
ad
affrettar
la
rovina
ed
il
fallimento
.
Le
società
vi
sono
,
la
libertà
si
desidera
solo
per
avere
uomini
migliori
;
le
leggi
,
le
istituzioni
non
possono
essere
che
mezzi
e
strumenti
di
questo
fine
più
alto
assai
.
Ma
gli
ostacoli
che
si
frappongono
fra
noi
a
conseguirlo
sono
infiniti
,
e
tanto
più
gravi
,
quanto
più
molti
di
essi
sono
opera
delle
nostre
proprie
mani
.
Io
ne
citerò
uno
che
sembra
di
poco
momento
;
ma
è
notevole
assai
,
perché
viene
dalla
gente
più
illuminata
e
benemerita
del
paese
.
Vi
sono
fra
di
noi
molti
uomini
,
che
hanno
più
degli
altri
contribuito
a
fare
l
'
Italia
.
Costoro
nelle
lettere
,
nelle
scienze
,
nelle
armi
o
nella
politica
hanno
reso
grandi
servigi
alla
patria
,
e
i
loro
nomi
sono
giustamente
venerati
in
Italia
e
fuori
.
Ma
non
pochi
di
essi
restarono
,
come
noi
tutti
,
ubbriacati
dai
facili
successi
finora
ottenuti
.
Più
volte
m
è
avvenuto
di
parlare
con
qualcuno
di
loro
,
sulle
più
utili
riforme
di
cui
il
nostro
paese
avrebbe
bisogno
.
Ed
ogni
volta
che
io
discorrendo
,
per
esempio
,
di
pubblica
istruzione
,
mi
sono
lasciato
andare
a
descrivere
disegni
di
radicali
riforme
,
sono
stato
interrotto
da
un
osservazione
che
m
ha
fatto
molto
pensare
,
perché
mi
fu
troppe
volte
ripetuta
.
In
fin
de
conti
,
m
hanno
detto
molti
di
questi
uomini
politici
,
ed
anche
non
pochi
egregi
professori
,
noi
non
facemmo
tali
studii
,
non
fummo
costretti
a
questo
tirocinio
;
eppure
....
eppure
qualche
cosa
noi
siamo
,
l
'
Italia
,
in
fine
,
l
'
abbiam
fatta
noi
!
Vi
fu
tra
gli
altri
un
deputato
di
molto
ingegno
,
che
aggiunse
:
Io
piglierei
che
i
nostri
figli
facessero
camminar
l
'
Italia
,
quanto
l
'
abbiam
fatta
camminar
noi
.
Ora
,
con
buona
pace
di
questi
signori
,
io
credo
che
essi
vivano
nella
più
grande
illusione
.
I
nomi
di
coloro
che
seppero
sperare
contro
la
speranza
,
che
ebbero
una
fede
inconcussa
nella
libertà
,
per
cui
vissero
e
soffrirono
,
resteranno
immortali
,
e
le
loro
opere
saranno
d
'
esempio
ai
posteri
.
Ma
se
non
si
persuadono
,
che
le
forze
bastevoli
a
far
cadere
governi
crollanti
non
bastano
a
formare
una
grande
nazione
;
se
non
si
persuadono
,
che
ora
si
tratta
di
creare
una
generazione
di
gran
lunga
superiore
a
noi
,
perché
la
scienza
,
l
'
industria
,
l
esperienza
,
in
una
parola
,
gli
uomini
che
l
Italia
possiede
,
non
sono
ancora
quelli
che
costituiscono
le
grandi
nazioni
,
e
che
si
formano
in
esse
;
se
di
tutto
ciò
non
si
vogliono
persuadere
,
potrebbero
correre
il
pericolo
di
divenire
un
ostacolo
all
'
opera
che
così
splendidamente
iniziarono
colle
proprie
mani
.
Niuna
illusione
più
funesta
di
quella
che
vuol
credere
,
che
gli
uomini
i
quali
di
recente
spezzarono
le
proprie
catene
,
sieno
davvero
i
più
capaci
a
sostenere
in
tutto
l
'
onore
e
la
gloria
del
paese
risorto
.
In
quella
poca
esperienza
che
ho
potuto
avere
nell
insegnamento
,
mi
è
restata
sempre
una
profonda
convinzione
,
che
la
nostra
gioventù
potrà
rapidissimamente
superarci
,
se
noi
non
continuiamo
a
lasciarla
nell
'
abbandono
in
cui
l
abbiamo
tenuta
finora
.
Ma
se
ancora
duriamo
fatica
a
capire
,
che
il
nostro
più
nobile
ufficio
è
quello
di
produrre
una
generazione
che
ci
superi
,
e
vogliamo
produrne
una
simile
a
noi
,
avremo
invece
una
copia
peggiorata
dalla
nostra
incapacità
:
noi
potremmo
avvederci
del
funesto
errore
,
quando
in
Europa
venisse
uno
di
quei
momenti
difficili
nei
quali
,
fra
l
urto
dei
potenti
,
solo
i
forti
si
salvano
,
o
fossimo
sottoposti
ad
una
di
quelle
crisi
violente
,
a
cui
,
pur
troppo
!
anche
le
società
moderne
vanno
soggette
.
Ma
abbiamo
noi
bisogno
di
novelle
prove
?
Non
è
generale
il
grido
che
la
gioventù
nostra
da
tutti
tenuta
fra
le
più
intelligenti
non
progredisce
punto
?
E
non
furono
gli
uomini
stessi
che
fecero
l
Italia
,
coloro
che
,
venuti
all
opera
,
riuscirono
impotenti
a
un
assetto
definitivo
,
e
caddero
in
quegli
errori
che
questa
guerra
è
venuta
a
mettere
così
dolorosamente
in
luce
?
E
se
anche
gli
uomini
eminenti
possono
qualche
volta
,
loro
malgrado
,
essere
d
inciampo
al
progresso
della
nazione
;
che
sarà
della
schiera
infinita
dei
mediocri
?
Avete
voi
mai
conosciuto
un
paese
dove
la
calunnia
sia
così
potente
e
così
avida
,
dove
in
così
breve
tempo
si
sia
lacerato
un
ugual
numero
di
riputazioni
onorate
?
Si
grida
per
tutto
che
ci
vogliono
uomini
nuovi
,
perché
gli
uomini
vecchi
sono
già
consumati
;
ma
non
appena
si
vedono
i
segni
di
un
qualche
giovane
di
vero
ingegno
elle
sorge
,
un
mal
volere
,
direi
quasi
,
un
odio
infinito
,
s
'
accumula
contro
di
lui
e
lo
circonda
.
La
mediocrità
è
una
potenza
livellatrice
,
vorrebbe
ridurre
tutti
gli
uomini
alla
sua
misura
,
odia
il
genio
che
non
comprende
,
detesta
l
ingegno
che
distrugge
l
'
armonia
della
sua
ambita
uguaglianza
.
Essa
ha
i
suoi
idoli
che
solleva
e
che
adora
;
ma
sono
grandi
mediocrità
anch
essi
,
che
le
servono
di
strumento
,
e
che
,
con
una
riputazione
usurpala
,
nascondono
i
bassi
fini
della
moltitudine
.
Essa
ha
in
tutto
ciò
una
forza
d
associazione
incredibile
,
una
disciplina
ed
un
istinto
che
le
fa
sempre
riconoscere
da
lontano
il
nemico
,
contro
cui
tutti
rivolgono
contemporaneamente
i
loro
strali
avvelenati
.
Molti
e
molti
giovani
io
ho
veduti
abbandonarsi
e
cedere
,
scoraggiati
,
il
terreno
,
innanzi
ad
un
nemico
sconosciuto
,
invisibile
,
eppure
così
numeroso
.
Che
l
'
Italiano
del
Settentrione
ricordi
un
poco
che
cosa
erano
i
Napoletani
appena
usciti
dalla
rivoluzione
;
come
si
laceravano
,
e
come
,
i
più
numerosi
nella
Camera
,
e
con
una
intelligenza
che
nessuno
mai
negò
loro
,
restarono
pur
sempre
i
più
deboli
.
E
poi
si
faccia
un
esame
di
coscienza
,
e
veda
se
non
è
vero
,
che
queste
nostre
passioni
consumano
per
tutto
le
forze
più
vive
del
paese
,
e
fanno
che
spesso
l
'
Italia
divori
,
come
Saturno
,
i
suoi
proprii
figli
.
Ma
voi
siete
sempre
ad
assalire
le
moltitudini
,
e
tacete
delle
consorterie
,
che
fra
di
noi
cagionarono
tutto
il
male
.
Sono
esse
che
fanno
un
disonesto
monopolio
del
Governo
a
vantaggio
di
pochi
;
sono
esse
che
detestano
l
ingegno
e
la
gioventù
,
elle
proteggono
solo
i
vecchi
impiegati
,
perché
possono
averli
docili
strumenti
dei
loro
bassi
fini
.
Prima
si
diceva
la
consorteria
;
ora
il
singolare
s
è
mutato
in
plurale
,
ed
abbiamo
le
consorterie
:
v
è
la
toscana
,
la
napoletana
,
la
lombarda
,
la
piemontese
,
e
fra
poco
avremo
anche
la
veneta
.
E
mentre
vi
sono
di
quelli
che
le
fanno
cagione
di
tutti
i
mali
,
ve
ne
sono
altri
,
i
quali
dicono
che
esse
sono
un
nome
vano
,
un
mito
,
uno
spauracchio
da
bambini
.
Le
consorterie
però
ci
sono
e
sono
una
grande
calamità
,
perché
sintomi
funesti
di
una
malattia
morale
che
ancora
ci
travaglia
.
Nelle
grandi
questioni
politiche
,
là
dove
si
tratta
della
esistenza
del
paese
,
tutta
la
nazione
si
agita
,
tutte
le
opinioni
s
'
uniscono
,
il
programma
politico
è
uno
solo
,
ed
il
Governo
allora
pare
che
non
guidi
,
ma
sia
guidato
dal
paese
.
E
sono
i
soli
momenti
,
in
cui
da
noi
non
si
commettono
più
errori
.
Le
nostre
moltitudini
hanno
un
senso
politico
così
fino
,
che
vedono
sempre
il
punto
essenziale
della
questione
,
ed
a
quello
rivolgono
tutte
le
forze
,
dimenticando
il
resto
.
L
Italia
diviene
allora
ammirabile
al
cospetto
dei
mondo
,
e
fa
prodigi
.
Ma
in
tutte
le
altre
questioni
d
'
amministrazione
,
di
finanza
,
di
pubblico
insegnamento
,
là
dove
non
si
tratta
più
della
esistenza
immediata
,
e
si
potrebbero
formare
i
partiti
,
perché
incominciano
le
divergenze
;
il
paese
,
invece
,
cade
subito
nell
'
abbandono
e
nell
'
indifferenza
,
grida
perché
soffre
,
ma
non
pensa
al
rimedio
,
ed
aspetta
ogni
cosa
dal
Governo
.
Gli
uomini
politici
si
trovano
,
così
,
come
generali
senza
esercito
,
e
si
dividono
in
gruppi
che
sono
consorterie
,
e
non
possono
in
alcun
modo
divenire
partiti
.
Il
conte
di
Cavour
,
colla
sua
personalità
e
col
suo
genio
politico
,
teneva
uniti
molti
di
quei
gruppi
,
e
,
sollevando
a
tempo
delle
grandi
questioni
,
agitava
il
paese
quando
ne
aveva
bisogno
.
Ma
dopo
la
sua
morte
i
gruppi
si
divisero
,
e
le
consorterie
moltiplicarono
.
Appena
uno
di
questi
gruppi
saliva
al
potere
,
si
trovava
intorno
un
paese
che
non
suggeriva
nulla
,
ma
chiedeva
di
essere
sollevato
;
e
di
fronte
si
trovava
gli
altri
gruppi
tutti
nemici
,
perché
tutti
desiderosi
del
potere
.
Quindi
le
avversioni
personali
,
meschine
;
la
guerra
d
ingiurie
e
di
pettegolezzi
,
che
il
paese
ha
sempre
deplorata
e
deplora
.
Se
il
Governo
poi
voleva
aiuto
;
se
aveva
bisogno
d
un
segretario
,
d
'
un
prefetto
,
d
un
impiegato
,
non
poteva
sceglierlo
che
fra
il
piccolo
numero
degli
amici
fidati
.
Più
volte
i
consorti
tentarono
rompere
questo
cerchio
di
ferro
,
che
li
stringeva
e
gl
'
isolava
;
ma
non
v
era
modo
.
Essi
non
impiegavano
i
loro
più
fidi
,
e
correvano
pericolo
di
far
solo
qualche
disertore
;
essi
cercavano
fuori
,
e
s
imbattevano
in
un
nemico
o
in
uno
sconosciuto
.
Il
Governo
si
riduceva
così
inevitabilmente
nelle
mani
di
pochi
,
ed
era
quello
che
li
rendeva
odiosi
.
Ma
fino
a
che
dietro
a
ognuno
di
quei
gruppi
non
sarà
una
parte
del
paese
,
fino
a
che
il
Governo
sarà
ridotto
nella
materiale
impossibilità
di
stendersi
in
un
largo
cerchio
;
i
partiti
saranno
sempre
impossibili
,
e
avremo
solo
consorterie
,
chiunque
sia
al
potere
.
Se
quello
che
oggi
si
chiama
partito
di
azione
,
riuscisse
in
tempi
pacifici
ad
afferrare
il
potere
,
si
vedrebbe
anch
esso
,
in
tutte
le
faccende
di
governo
,
ridotto
ad
un
piccolo
numero
,
e
sarebbe
subito
preso
dal
male
della
consorteria
.
Un
Governo
di
pochi
è
sempre
meschino
e
personale
,
odioso
,
sospettoso
d
ogni
nuovo
venuto
;
è
sempre
una
consorteria
,
e
qualche
volta
può
divenire
una
camorra
.
E
noi
non
usciremo
mai
da
un
Governo
di
pochi
,
fino
a
che
il
paese
non
comincia
a
discutere
sul
serio
i
proprii
affari
,
a
determinare
la
propria
opinione
,
e
,
coi
mezzi
legali
,
imporla
ai
ministri
.
Fino
a
che
non
si
decide
a
pigliar
parte
alla
vita
politica
,
e
lascia
vuoti
i
collegi
elettorali
,
e
chiama
al
municipio
gente
che
non
conosce
,
e
pretende
che
il
Governo
debba
far
tutto
per
tutti
,
e
aspetta
da
esso
la
pioggia
ed
il
bel
tempo
;
la
libertà
resterà
un
nome
vano
,
e
le
istituzioni
liberali
saranno
come
le
strade
ferrate
senza
viaggiatori
,
come
i
porti
senza
navi
;
le
consorterie
non
potranno
divenire
partiti
,
e
tutti
gli
sforzi
per
distruggerle
riusciranno
solo
ad
aumentarne
il
numero
.
Esse
dunque
ci
sono
e
sono
un
male
,
di
cui
la
colpa
principale
ricade
sui
non
consorti
,
che
si
contentano
solo
di
biasimare
e
stare
a
guardare
.
Potremo
noi
sperare
di
mutare
,
fino
a
che
vi
saranno
ancora
municipii
,
nei
quali
gli
ordini
delle
autorità
locali
si
debbono
proclamare
a
suon
di
tromba
o
tamburo
,
per
non
esservi
chi
sappia
leggerli
?
Così
dunque
ci
troviamo
portati
sempre
ad
una
medesima
conclusione
.
V
è
in
Italia
un
gran
colpevole
,
che
ha
fatto
più
male
ed
ha
commesso
più
errori
dei
generali
,
dei
ministri
,
del
partito
d
'
azione
,
delle
malve
e
delle
consorterie
,
e
quest
'
uno
siamo
noi
tutti
.
Ma
qui
mi
si
potrebbe
dire
:
è
bello
e
comodo
predicare
per
fare
il
profeta
di
sventure
;
ma
veniamo
un
poco
al
quid
agendum
.
Voi
dite
che
in
Italia
mancano
gli
uomini
,
e
voi
non
avete
alcuna
fede
nelle
istituzioni
,
nelle
leggi
e
nei
regolamenti
.
Che
cosa
dunque
bisogna
fare
?
Voi
dite
che
le
moltitudini
sono
ignoranti
.
Ma
noi
abbiamo
aperto
scuole
sopra
scuole
,
abbiamo
creato
un
esercito
di
professori
,
abbiamo
aggravato
il
bilancio
dello
Stato
,
abbiamo
.
tentato
i
nuovi
sistemi
;
e
voi
dite
che
si
va
di
male
in
peggio
,
e
ripetete
che
non
bisogna
aver
fede
cieca
nei
sistemi
o
nei
regolamenti
.
Per
aver
buone
scuole
bisogna
aver
buoni
professori
,
e
viceversa
,
per
formar
dei
professori
ci
vogliono
le
scuole
.
Noi
non
abbiamo
né
l
una
cosa
né
l
altra
.
Inviammo
a
Berlino
i
nostri
migliori
giovani
,
e
neppure
siamo
riusciti
a
nulla
.
Questa
è
dunque
una
impresa
disperata
?
Se
dopo
tutto
ciò
che
ho
detto
,
io
pretendessi
d
'
avere
trovato
il
segreto
talismano
che
deve
guarire
l
'
Italia
,
il
lettore
di
buon
senso
sarebbe
nell
'
obbligo
di
darmi
del
ciarlatano
.
Io
non
credo
che
l
impresa
sia
disperata
;
ma
non
ho
certo
la
pretensione
di
rispondere
alla
domanda
;
e
quando
mi
sentissi
da
ciò
,
non
avrei
preso
a
scrivere
un
opuscolo
.
Credo
di
più
,
che
non
vi
sia
uomo
capace
di
rispondere
,
perché
la
rigenerazione
d
'
un
paese
,
per
mezzo
della
libertà
,
deve
essere
l
opera
del
Governo
e
del
paese
stesso
.
Il
primo
passo
,
però
,
è
quello
di
mettere
,
noi
stessi
,
a
nudo
le
nostre
piaghe
,
di
distruggere
le
illusioni
o
i
pregiudizii
nazionali
.
Se
voi
pigliate
ad
uno
ad
uno
tutti
i
rami
della
civiltà
umana
,
l
Italiano
vi
consente
che
in
ciascuno
di
essi
noi
siamo
inferiori
a
tutte
le
nazioni
civili
.
Niuno
vi
pone
in
dubbio
che
le
scienze
,
le
lettere
,
l
industria
,
il
commercio
,
l
'
istruzione
,
la
disciplina
,
l
energia
nel
lavoro
sieno
in
Italia
assai
inferiori
a
quel
che
sono
in
Francia
,
in
Germania
,
in
Inghilterra
,
nella
Svizzera
,
nel
Belgio
,
nell
Olanda
,
nell
'
America
.
Ma
quando
poi
si
viene
a
tirare
la
somma
,
v
è
sempre
una
certa
cosa
,
per
cui
vogliamo
persuaderci
di
essere
superiori
agli
altri
.
Ebbene
,
questa
certa
cosa
o
non
c
è
,
o
bisogna
dimostrarla
coi
fatti
,
se
vogliamo
che
il
mondo
vi
creda
,
e
che
noi
possiamo
risentirne
i
vantaggi
.
Se
poi
dovesse
solo
servirci
di
pretesto
,
per
non
fare
gli
sforzi
infiniti
,
e
durare
le
grandi
fatiche
che
le
altre
nazioni
durarono
per
rendersi
civili
,
allora
sarebbe
assai
meglio
non
aver
questo
dono
funesto
e
misterioso
.
Quando
si
chiede
che
cosa
cl
vuole
per
formare
uno
scrittore
,
il
rètore
ha
subito
una
risposta
pronta
,
e
ci
presenta
una
nota
in
cui
è
scritto
come
si
fa
la
novella
o
la
storia
,
come
si
fa
piangere
e
come
si
fa
ridere
,
come
si
arriva
al
sublime
e
come
si
desta
la
malinconia
.
Ma
colui
che
conosce
per
pratica
il
mestiere
,
non
può
avere
una
così
cieca
ed
implicita
fede
nelle
regole
della
rettorica
,
e
vi
dirà
,
invece
,
che
si
tratta
di
una
disciplina
lunga
e
penosa
,
che
bisogna
studiare
i
classici
,
formarsi
il
gusto
,
conoscere
gli
uomini
,
il
mondo
,
e
che
bisogna
,
sopra
tutto
,
avere
il
dono
della
sacra
fiamma
.
Il
volgo
rimane
a
questo
poco
soddisfatto
,
e
i
rètori
trovano
spesso
più
facile
ascolto
,
specialmente
in
Italia
dove
furono
ammirati
tanto
il
Castelvetro
e
il
padre
Cesari
,
il
Metastasio
e
l
'
Arcadia
.
Questa
medesima
tendenza
del
nostro
spirito
noi
dimostriamo
,
quando
si
ragiona
o
scrive
di
politica
.
Ognuno
vuole
il
sistema
,
vuole
essere
rivelato
il
segreto
.
Si
tratta
d
intraprendere
un
opera
faticosa
e
penosa
,
a
cui
altre
nazioni
hanno
impiegate
le
forze
di
più
generazioni
.
Noi
possiamo
dirci
in
una
condizione
fortunata
,
perché
se
apriamo
la
storia
,
troviamo
che
,
poco
prima
o
poco
dopo
la
Rivoluzione
di
Francia
,
tutti
i
paesi
ora
più
civili
si
trovarono
in
condizioni
non
molto
dissimili
da
quelle
in
cui
siamo
noi
adesso
.
Se
ne
avvidero
,
si
decisero
a
rimediarvi
,
si
posero
coraggiosamente
all
'
opera
,
e
tutti
,
più
o
meno
,
per
le
medesime
vie
,
cogli
stessi
mezzi
,
vi
riuscirono
.
Basta
aprire
la
storia
di
Francia
,
di
Germania
,
d
Inghilterra
per
vedere
quali
furono
questi
mezzi
.
Essi
costituiscono
alcune
scienze
e
alcune
discipline
,
che
hanno
grandi
cultori
in
Europa
.
Siamo
noi
forse
i
soli
che
senza
sudare
e
senza
stentare
dobbiamo
ottener
tutto
dalla
fortuna
;
i
soli
che
non
hanno
nulla
di
comune
cogli
altri
uomini
,
per
non
voler
prender
la
via
battuta
da
tutte
le
altre
nazioni
?
Che
se
l
'
Italiano
ha
ancora
la
superbia
orgogliosa
e
vana
del
suo
primato
,
se
crede
ancora
d
essere
superiore
a
tutti
gli
altri
,
quando
le
sue
opere
sono
così
manifestamente
inferiori
;
allora
guardi
a
ciò
che
fecero
i
suoi
padri
,
e
vedrà
che
la
più
parte
di
queste
scienze
,
di
queste
discipline
nacquero
in
Italia
,
che
le
nostre
scuole
,
le
nostre
Università
,
le
nostre
istituzioni
furono
imitate
dai
Tedeschi
,
Francesi
ed
Inglesi
,
e
che
anche
la
via
,
per
cui
le
nostre
repubbliche
uscirono
dalla
barbarie
del
medio
evo
,
è
la
stessa
.
Dica
allora
d
imitare
se
stesso
,
ove
ciò
gli
stia
tanto
a
cuore
;
ma
si
persuada
però
una
volta
,
che
se
la
questione
è
difficile
assai
,
è
più
di
tenace
volontà
,
che
di
scienza
occulta
;
è
di
uomini
,
non
di
leggi
o
d
istituzioni
solamente
.
Chi
vi
ha
impedito
di
diffondere
l
'
istruzione
elementare
?
Non
è
nota
la
via
per
ottenere
il
fine
?
Non
lo
ha
quasi
ottenuto
il
Piemonte
,
non
è
forse
vicino
alla
mèta
il
municipio
di
Milano
?
Le
difficoltà
più
gravi
e
le
questioni
veramente
disputabili
incominciano
là
dove
noi
ancora
non
siamo
giunti
.
Abbiamo
ragionato
alquanto
dei
molti
mali
che
travagliano
la
nostra
burocrazia
;
e
la
questione
è
per
noi
d
importanza
capitale
.
La
burocrazia
ha
in
mano
l
'
opera
maggiore
del
Governo
;
essa
muove
la
gran
macchina
dello
Stato
;
lo
amministra
,
ed
indirettamente
elabora
,
più
spesso
che
non
si
crede
,
anche
i
disegni
di
legge
.
Le
assemblee
legislative
son
buone
a
deliberare
,
a
sindacare
,
a
dare
pubblicità
al
Governo
,
a
determinarne
l
'
indirizzo
;
ma
incapacissime
ad
amministrare
,
riescono
spesso
impotenti
ancora
a
formolare
e
discutere
le
leggi
,
in
quei
mille
particolari
che
le
rendono
efficaci
,
e
che
vengono
suggeriti
solo
da
quella
lunga
e
minuta
esperienza
,
che
è
la
qualità
principale
d
'
una
buona
burocrazia
.
Chi
dunque
ci
ha
fatto
lasciare
una
parte
così
importante
dello
Stato
in
un
disordine
permanente
,
e
forse
anche
progressivo
?
Non
hanno
le
altre
nazioni
trovato
i
medesimi
ostacoli
,
e
non
li
hanno
forse
superati
?
In
qual
modo
?
Facendo
precisamente
il
contrario
di
quello
che
facciamo
noi
.
Infatti
,
noi
ammettiamo
agl
'
impieghi
minori
senza
esame
e
senza
concorso
;
la
Prussia
non
ammette
a
concorrere
agl
impieghi
di
Stato
chi
non
abbia
fatto
un
corso
regolare
di
studii
classici
.
Noi
facciamo
passare
da
un
impiego
all
'
altro
,
quasi
per
sola
anzianità
,
e
la
Prussia
sa
quali
sono
le
cognizioni
richieste
in
ciascuno
dei
principali
rami
d
'
amministrazione
,
e
prima
di
farvi
entrare
qualcuno
vuole
prove
ben
sicure
.
Noi
crediamo
che
l
'
impiegato
di
ogni
grado
sia
una
macchina
,
e
abbiamo
tutto
concentrato
nel
Ministro
;
ogni
paese
civile
ha
,
invece
,
creato
nelle
amministrazioni
un
piccolo
numero
di
alti
impiegati
,
con
grande
indipendenza
e
responsabilità
,
nei
quali
si
pongono
,
con
paghe
quasi
ministeriali
,
uomini
eminenti
.
Essi
sono
l
anima
e
la
vita
delle
amministrazioni
,
perché
,
mentre
tengono
ferme
le
tradizioni
nella
continua
mutabilità
dei
Ministri
,
sanno
operare
in
modo
che
la
lettera
non
uccida
lo
spirito
,
avendo
l
autorità
e
l
esperienza
necessaria
a
farlo
senza
pericolo
.
Noi
abbiamo
,
con
ogni
studio
,
chiusa
la
porta
delle
amministrazioni
alla
intelligenza
in
generale
,
ed
agli
uomini
più
eminenti
in
particolare
;
i
paesi
veramente
civili
invitano
con
ogni
mezzo
l
'
intelligenza
,
cercano
gli
uomini
eminenti
,
e
quando
la
loro
capacità
è
davvero
provata
,
allora
non
vi
sono
ostacoli
possibili
,
e
se
tutto
manca
,
si
crea
a
bella
posta
un
nuovo
e
più
alto
ufficio
:
s
è
visto
che
una
sola
intelligenza
elevata
,
messa
a
servigio
dello
Stato
,
fa
quello
che
miriadi
d
impiegati
mediocri
non
possono
fare
.
«
Solo
in
un
Governo
popolare
,
dice
il
Mill
,
poteva
Sir
Rowland
Hill
vincerla
contro
l
Uffizio
delle
Poste
.
Un
Governo
popolare
lo
installò
dentro
le
Poste
del
Regno
Unito
,
e
fece
che
il
corpo
,
a
dispetto
di
se
stesso
,
obbedisse
al
nuovo
spirito
i
che
v
infuse
dentro
un
uomo
di
originalità
e
di
energia
»
(
On
representative
Governement
)
.
E
solo
in
questo
modo
si
può
evitar
quella
carie
che
così
spesso
rode
le
ossa
delle
amministrazioni
,
mutando
in
meccanismo
il
lavoro
intelligente
.
Se
un
paese
doveva
trovare
difficoltà
ad
accettare
il
sistema
prussiano
degli
esami
e
concorsi
,
per
tutti
gl
'
impieghi
,
questo
era
l
Inghilterra
,
dove
i
più
alti
ufficii
erano
un
privilegio
dell
'
aristocrazia
.
Ma
quando
si
vide
che
il
favoritismo
minacciava
di
portar
mali
assai
gravi
,
allora
l
'
Inghilterra
subito
pose
mano
arditamente
alla
riforma
.
Capì
che
si
trattava
di
uomini
,
e
nell
'
aristocrazia
stessa
vi
fu
chi
sostenne
la
propaganda
generosa
,
la
quale
fini
con
la
legge
che
sottopose
agli
esami
quasi
tutti
gl
'
impieghi
.
Questa
legge
scoteva
l
'
antica
base
aristocratica
della
società
inglese
,
perché
poneva
il
figlio
del
calzolaio
in
termini
d
uguaglianza
col
nobile
lord
,
dando
la
superiorità
solo
all
ingegno
ed
alla
coltura
;
ma
fu
riconosciuta
utile
,
e
non
si
esitò
un
istante
.
Noi
,
invece
,
ci
siamo
divertiti
a
crescere
o
diminuire
il
numero
delle
Divisioni
,
dei
segretarii
,
a
creare
direttori
,
ispettori
,
commissarii
;
e
queste
miserie
furono
le
nostre
riforme
,
quando
bisognava
invece
trovar
modo
d
'
introdurre
l
intelligenza
,
la
responsabilità
e
la
vita
in
un
corpo
,
a
cui
sembra
che
con
ogni
studio
si
voglia
togliere
l
anima
.
Si
è
subito
detto
,
che
i
concorsi
e
gli
esami
non
riescono
fra
noi
;
ma
non
si
è
pensato
che
chi
li
adottò
,
aveva
trovato
i
medesimi
ostacoli
,
aveva
saputo
correggerne
tutti
gl
'
inconvenienti
,
ed
aveva
finalmente
ottenuto
i
risultati
che
voleva
.
Gli
esaminatori
sono
scelti
fra
gli
uomini
più
eminenti
del
paese
,
pagati
largamente
,
e
non
hanno
avuto
paura
di
cominciar
col
disapprovare
il
cinquanta
per
cento
degli
esaminati
.
Vi
sono
molti
impieghi
,
nei
quali
certe
qualità
morali
,
che
non
si
provano
cogli
esami
,
sono
necessarie
quanto
la
coltura
:
in
essi
l
esame
è
stato
solo
una
condizione
inevitabile
per
avere
l
'
ufficio
,
ma
non
l
unica
.
Si
è
cercato
e
s
è
trovato
il
modo
di
assicurare
tutti
i
vantaggi
a
chi
riusciva
migliore
;
ma
non
si
è
tolto
a
chi
doveva
far
la
nomina
,
il
diritto
di
mettere
in
bilancia
anche
e
qualità
morali
.
In
altri
casi
l
esame
è
servito
a
determinare
solo
la
eleggibilità
,
lasciando
libera
la
scelta
fra
tutti
gli
eleggibili
.
Ora
se
gl
Inglesi
hanno
potuto
persuadersi
,
che
la
competitive
examination
era
la
base
più
essenziale
della
riforma
amministrativa
,
e
l
hanno
fatta
a
dispetto
delle
tradizioni
,
dei
pregiudizii
,
degl
interessi
aristocratici
;
se
essi
già
ne
risentono
i
vantaggi
medesimi
che
ne
hanno
avuto
i
Prussiani
,
e
se
ne
dichiarano
così
contenti
,
che
il
Gladstone
affermava
,
il
secolo
XIX
dover
essere
il
secolo
dei
telegrafi
,
del
vapore
e
degli
esami
;
che
cosa
impedisce
a
noi
,
società
democratica
,
e
senza
differenza
di
classi
,
di
vedere
che
questo
è
il
primo
principio
della
riforma
amministrativa
?
Con
essa
,
non
solo
il
numero
degl
impiegati
può
diminuire
,
e
un
'
economia
desiderata
si
rende
possibile
;
ma
la
rapidità
assai
maggiore
degli
affari
cesserà
di
soffocare
la
vita
nazionale
in
un
mare
di
formalità
inconcludenti
,
il
che
è
per
noi
questione
d
'
essere
o
non
essere
.
E
se
prendiamo
,
ad
una
ad
una
,
tutte
e
istituzioni
che
hanno
bisogno
di
riforma
,
noi
troveremo
sempre
che
il
primo
passo
si
riduce
a
trovar
modo
d
introdurre
in
esse
maggiore
intelligenza
ed
uomini
più
capaci
.
Il
resto
verrebbe
poi
assai
facilmente
e
quasi
da
sé
.
Quando
avrete
accumulala
la
forza
motrice
,
sarà
facile
dirigerla
,
risparmiarla
,
moltiplicarla
.
Così
è
che
nel
fondo
di
tutte
le
nostre
riforme
ve
n
'
è
una
che
è
la
base
di
tutte
le
altre
,
ed
è
quella
del
pubblico
insegnamento
.
Ogni
volta
che
voi
parlate
ad
uno
straniero
intelligente
dei
progressi
che
ha
fatti
l
'
Italia
colla
rivoluzione
,
egli
conchiude
sempre
col
chiedervi
:
e
che
cosa
avete
voi
fatto
per
la
istruzione
e
l
'
educazione
del
vostro
popolo
?
Questa
è
invero
l
'
unica
base
ferma
e
sicura
della
libertà
.
Ma
non
bisogna
credere
,
che
un
buon
sistema
d
'
istruzione
e
di
educazione
significhi
solo
avere
scuole
elementari
dove
s
'
insegni
il
leggere
e
lo
scrivere
,
licei
dove
s
'
insegni
greco
e
latino
,
Università
dove
s
'
insegnino
le
professioni
.
Una
nazione
civile
è
quella
che
ha
scuole
,
le
quali
,
mentre
istruiscono
,
fortificano
l
intelligenza
individuale
,
moltiplicano
l
intelligenza
nazionale
,
formano
il
carattere
,
dànno
la
disciplina
morale
e
civile
,
migliorano
tutto
l
uomo
.
Un
buon
sistema
d
istruzione
crea
,
colle
scuole
industriali
,
abili
operai
;
moltiplica
l
'
industria
ed
il
commercio
;
perfeziona
coll
insegnamento
del
disegno
le
più
importanti
manifatture
;
caccia
la
miseria
e
introduce
per
tutto
un
agiato
vivere
.
Il
Governo
prussiano
seppe
,
con
le
scuole
temporanee
o
permanenti
di
operai
,
introdurre
nella
Slesia
l
industria
dei
tappeti
turchi
e
delle
trine
che
ne
cacciarono
la
miseria
.
Nel
Gran
Ducato
di
Baden
le
scuole
industriali
riuscirono
a
perfezionare
alcune
delle
manifatture
,
da
cui
dipende
la
ricchezza
del
paese
,
come
l
orologeria
che
era
decaduta
,
e
la
pittura
a
smalto
,
in
porcellana
,
ec
.
Il
Belgio
,
organizzando
non
meno
di
cinquanta
scuole
comunali
da
tessere
,
cacciò
dalla
Fiandra
occidentale
la
mendicità
che
l
aveva
invasa
:
Nel
Wurtemberg
ed
in
Baviera
,
specialmente
a
Norimberga
,
le
scuole
di
disegno
hanno
perfezionate
alcune
industrie
per
modo
,
che
se
ne
moltiplicarono
il
commercio
e
la
ricchezza
,
ed
un
agiato
vivere
s
introdusse
nei
più
remoti
abituri
,
nelle
più
povere
capanne
.
Esempii
simili
di
progresso
efficacemente
voluto
ed
ottenuto
se
ne
potrebbero
citare
a
migliaia
.
Ma
un
buon
sistema
d
educazione
significa
ancora
la
salute
migliorata
,
la
forza
fisica
accresciuta
.
L
'
uomo
ha
il
potere
di
perfezionare
non
solo
le
razze
degli
animali
,
ma
la
sua
propria
,
coll
igiene
,
la
ginnastica
,
la
caccia
,
il
cavalcare
,
il
tiro
a
segno
,
la
scherma
,
ec
.
,
ec
.
Il
giuoco
del
cricket
,
il
remigare
,
il
cavalcare
,
la
caccia
,
sono
,
infatti
,
parte
essenziale
d
una
buona
educazione
inglese
.
Il
Times
riporta
ogni
anno
i
nomi
dei
dodici
che
,
nelle
sfide
al
cricket
,
tra
Oxford
e
Cambridge
,
sono
vittoriosi
,
e
la
vittoria
consecutiva
di
più
anni
da
una
parte
o
dall
altra
,
è
uno
degli
onori
più
ardentemente
ambiti
da
quelle
due
grandi
Università
.
Il
ritratto
di
colui
che
vince
nel
tiro
a
segno
,
si
trova
in
tutti
i
giornali
illustrati
,
è
esposto
al
pubblico
in
tutte
le
città
del
Regno
Unito
.
E
l
ultima
Commissione
d
inchiesta
sulle
grandi
scuole
,
rivolgeva
tutta
quanta
la
sua
attenzione
sopra
questi
esercizii
del
corpo
,
che
non
giudicava
meno
importanti
del
greco
e
del
latino
.
La
ginnastica
è
divenuta
una
delle
occupazioni
più
popolari
e
più
ardentemente
cercate
in
tutta
la
Germania
,
dove
ha
creato
grandi
istituzioni
,
giornali
e
feste
,
che
sono
divenute
feste
nazionali
di
tutto
quanto
il
popolo
tedesco
.
E
così
la
Prussia
,
con
17
milioni
di
abitanti
,
ha
potuto
mettere
sotto
le
armi
700
mila
soldati
che
han
provato
d
'
essere
tra
i
primi
d
Europa
.
Il
suo
coscritto
si
presenta
,
non
solo
sapendo
leggere
e
scrivere
,
non
solo
abile
operaio
o
agricoltore
;
ma
anche
assai
forte
e
senza
i
molti
difetti
fisici
,
che
fanno
respingere
tanti
dei
nostri
dai
Consigli
di
leva
.
Il
tiro
a
segno
è
l
occupazione
e
l
orgoglio
di
tutti
gli
abitatori
delle
Alpi
,
e
i
nostri
volontarii
l
hanno
,
pur
troppo
,
sperimentato
anche
nel
Trentino
.
Il
generale
Garibaldi
lodò
altamente
il
valore
dei
Tirolesi
,
ed
è
bene
di
notare
che
essi
sono
,
ad
un
tempo
,
i
più
abili
tiratori
dell
Austria
,
ed
i
soli
che
non
abbiano
tra
loro
analfabeti
.
In
ogni
popolo
v
è
qualcuno
di
questi
esercizii
che
ne
alimenta
la
fierezza
e
la
forza
;
che
cosa
abbiamo
fatto
noi
colla
ginnastica
e
col
tiro
a
segno
?
Del
danaro
se
n
è
speso
;
ma
ben
presto
il
primo
entusiasmo
si
è
spento
,
secondo
la
solita
inerzia
che
non
si
è
fatta
vincere
neppure
dalla
passione
di
questi
utili
passatempi
,
i
quali
non
solo
fortificano
il
corpo
,
ma
affinano
i
sensi
.
L
occhio
vede
più
lontano
e
più
giusto
,
la
mano
è
più
ferma
e
svelta
,
i
movimenti
della
persona
più
agili
.
Non
vi
siete
avvisti
,
viaggiando
sulle
strade
ferrate
,
che
fuori
d
'
Italia
le
guardie
hanno
l
occhio
più
giusto
ed
esercitato
,
sono
più
accorte
,
ed
un
numero
minore
di
facchini
fa
un
lavoro
maggiore
?
Per
qual
ragione
un
cameriere
dei
Caffè
sui
Boulevards
di
Parigi
vi
pare
una
molla
d
acciaio
,
che
scatta
ad
ogni
più
piccolo
cenno
?
Esso
vede
tutto
,
ed
è
pronto
a
tutto
ed
a
tutti
.
Perché
una
donna
francese
basta
a
dirigere
un
intero
magazzino
,
può
tenervi
in
ordine
un
intero
stabilimento
,
facendo
un
lavoro
che
parecchie
delle
nostre
,
insieme
riunite
,
non
bastano
a
fare
?
Per
quale
ragione
,
in
tutte
le
biblioteche
di
Germania
,
un
così
piccolo
numero
d
'
impiegati
deve
bastare
ad
un
lavoro
così
prodigiosamente
maggiore
e
migliore
di
quello
che
fanno
i
nostri
?
A
Gottinga
vi
sono
500,000
volumi
che
ogni
giorno
s
'
aumentano
,
e
che
vanno
continuamente
in
giro
per
tutta
la
Germania
.
E
quindici
soli
impiegati
bastano
a
questo
lavoro
,
tenendo
sempre
al
corrente
tre
cataloghi
,
per
materie
,
per
ordine
alfabetico
,
per
ordine
di
tempo
in
cui
arrivano
,
compresi
gli
opuscoli
e
gli
articoli
di
Riviste
,
anch
essi
posti
a
catalogo
.
La
Biblioteca
di
Berlino
,
anche
meglio
ordinata
,
con
700,000
,
tra
volumi
e
manoscritti
,
ne
manda
ogni
anno
in
giro
circa
150,000
,
e
venti
soli
impiegati
bastano
a
tutto
.
È
forse
la
natura
che
ci
ha
resi
così
inferiori
?
o
non
sono
l
educazione
e
la
istruzione
,
ricevute
e
trasmesse
di
generazione
in
generazione
,
quelle
che
hanno
in
ogni
classe
migliorato
tutte
le
facoltà
e
le
abitudini
,
perfezionato
tutto
l
uomo
?
Non
pensate
,
adunque
,
solamente
al
leggere
ed
allo
scrivere
.
Entrate
nella
città
di
Napoli
,
lasciate
quelle
vie
,
dove
abita
la
gente
colta
ed
agiata
,
dove
corrono
i
ricchi
e
splendidi
equipaggi
,
penetrate
,
invece
,
nei
quartieri
più
remoti
,
dove
i
vicoli
ed
i
chiassi
sono
così
confusi
ed
intrecciati
fra
loro
,
e
le
case
così
alte
e
vicine
,
che
si
forma
un
laberinto
in
cui
,
non
che
altro
,
neppure
l
'
aria
può
liberamente
circolare
.
Le
vie
sono
così
sudice
ed
anguste
,
che
l
uomo
a
fatica
può
vivervi
,
e
se
vi
arriva
lo
spazzaturaio
del
Municipio
,
v
offende
ancora
il
lezzo
che
esce
dalle
case
.
La
vita
s
abbrevia
,
la
salute
è
estenuata
,
le
malattie
si
moltiplicano
,
e
quando
giunge
fra
di
essi
il
colèra
,
miete
a
migliaia
le
sue
vittime
;
gli
storpii
e
gl
invalidi
son
molti
;
la
coscrizione
deve
respingerne
un
numero
non
piccolo
,
per
incapacità
fisica
:
campano
la
vita
con
mestieri
assai
rozzi
e
primitivi
,
dando
una
produzione
insignificante
.
Uno
spettacolo
simile
,
sotto
forme
più
o
meno
diverse
,
voi
potete
ritrovare
in
molte
parti
d
'
Italia
.
E
credete
forse
di
avere
adempito
gli
obblighi
d
'
un
popolo
civile
,
se
accanto
a
questi
tugurii
vi
contentate
d
'
aprire
la
scuola
elementare
del
leggere
e
dello
scrivere
?
Bisogna
prima
introdurvi
l
aria
e
l
'
acqua
;
bisogna
abbatter
quelle
che
ancora
si
chiamano
case
,
e
costruire
abitazioni
per
contadini
,
per
operai
;
cacciarli
dalle
tane
da
lupi
,
in
cui
vivono
;
chiamarli
alla
scuola
,
per
far
loro
,
prima
di
tutto
,
gustare
il
benefizio
dell
aria
libera
e
della
nettezza
.
Sulla
soglia
della
loro
scuola
voi
dovete
,
prima
d
ogni
altra
cosa
,
come
nella
ragged
school
di
Londra
o
Edimburgo
,
tenere
il
bagno
,
che
per
essi
è
più
necessario
dell
abbiccì
.
Dovete
insegnar
loro
un
mestiere
,
col
quale
possano
menar
la
vita
meno
misera
,
e
colle
lettere
dell
alfabeto
finalmente
aprir
l
animo
loro
a
quel
mondo
morale
che
sembra
ancora
chiuso
per
essi
.
Così
,
nell
ora
del
cimento
,
gli
avrete
,
senza
troppo
lungo
tirocinio
,
soldati
,
se
non
più
valorosi
,
certo
più
numerosi
,
più
robusti
e
più
intelligenti
.
Considerate
un
poco
che
tesoro
di
danaro
,
di
esperienza
,
di
cure
affettuose
,
d
intelligenza
spendono
i
popoli
civili
per
prevenire
il
delitto
,
con
istituzioni
che
raccolgono
coloro
che
già
minacciano
d
entrare
nella
cattiva
via
,
con
istituzioni
che
raccolgono
coloro
che
escono
dalle
carceri
,
e
con
un
regime
carcerario
pieno
d
umanità
e
d
intelligenza
.
Io
non
posso
esprimere
l
'
ammirazione
che
provai
nel
visitare
il
carcere
penitenziario
di
Berlino
.
Nulla
di
simile
ho
visto
,
per
l
'
ordine
,
la
nettezza
,
la
precisione
,
le
cure
infinite
che
vi
si
spendono
,
e
gli
studii
che
si
fanno
continuamente
per
migliorarlo
.
Su
tutto
ciò
si
sono
scritti
molti
volumi
,
si
è
raccolta
l
esperienza
di
molti
secoli
e
di
molte
nazioni
,
si
sono
create
istituzioni
di
cui
noi
conosciamo
appena
i
nomi
.
E
vi
sono
scuole
normali
per
fare
gl
'
impiegati
di
tali
istituzioni
,
e
vi
furono
uomini
che
si
dettero
persino
al
santo
ufficio
di
vivere
nelle
galere
,
come
condannati
,
per
provarsi
a
cacciarne
il
delitto
con
l
opera
della
loro
benefica
propaganda
.
Ogni
volta
che
si
aprono
discussioni
su
questo
soggetto
,
da
tutte
le
nazioni
accorrono
gli
operai
della
benemerita
impresa
.
Di
rado
assai
s
'
ode
la
voce
di
un
Italiano
.
E
perché
noi
soli
dobbiamo
,
senza
lavoro
e
senza
sacrifizii
,
presumere
di
raccogliere
il
frutto
della
civiltà
,
a
cui
gli
altri
arrivarono
solo
col
sudore
della
propria
fronte
?
Quale
più
nobile
spettacolo
,
che
quello
di
vedere
l
'
aristocrazia
inglese
far
di
quest
opera
una
delle
sue
occupazioni
principali
,
e
dei
suoi
principali
doveri
?
Voi
trovate
la
nobile
lady
,
educata
a
tutti
gli
agi
del
vivere
,
passar
le
sue
ore
migliori
nella
workhouse
,
nella
ragged
school
e
nel
reformatory
,
dove
,
in
mezzo
ai
ladri
ivi
raccolti
,
legge
e
spiega
il
Vangelo
.
Ho
visto
un
gran
numero
di
ladri
riuniti
,
per
sentire
il
discorso
d
'
un
nobile
inglese
,
il
quale
voleva
loro
provare
i
vantaggi
che
v
erano
a
vivere
da
galantuomini
.
Ed
egli
concludeva
il
suo
discorso
col
dire
:
Voi
sapete
che
noi
Inglesi
siamo
uomini
pratici
e
positivi
.
Io
voglio
ora
vedere
,
se
le
mie
parole
han
portato
alcun
frutto
.
E
così
dicendo
;
gettava
in
mezzo
alla
folla
una
ghinea
d
oro
,
invitando
chi
la
pigliava
a
barattarla
e
tornare
.
Erano
passati
dieci
minuti
,
e
il
giovane
che
l
'
aveva
presa
non
tornava
ancora
.
Nella
sala
si
manifestava
un
singolare
movimento
d
'
impazienza
e
quasi
di
amor
proprio
offeso
,
quando
un
grido
di
gioia
e
d
'
applausi
annunziò
il
ritorno
del
giovane
.
E
queste
scene
seguono
ogni
giorno
in
tutta
l
'
Inghilterra
,
e
sono
il
mezzo
più
efficace
a
diminuire
da
un
lato
i
delitti
,
mentre
dall
'
altro
nobilitano
sempre
più
quella
classe
di
cittadini
che
le
promuove
.
Non
v
è
parte
della
vita
sociale
,
dove
questa
benefica
azione
del
Governo
o
dei
privati
cittadini
non
cerchi
costantemente
ed
efficacemente
di
penetrare
.
In
Francia
,
in
Germania
,
e
specialmente
in
Inghilterra
,
il
paese
più
geloso
delle
libertà
personali
,
v
'
è
una
serie
di
leggi
che
,
con
una
grande
minuzia
e
grandissima
cura
,
obbligano
il
Governo
ad
entrare
in
tutte
le
grandi
officine
,
in
tutte
le
grandi
miniere
,
ovunque
si
agglomera
una
moltitudine
di
operai
,
per
vigilare
alla
loro
salute
,
alla
loro
istruzione
e
moralità
.
determinato
il
massimo
delle
ore
di
lavoro
;
è
determinata
l
età
,
prima
della
quale
i
fanciulli
non
possono
essere
impiegati
,
e
le
ore
in
cui
debbono
lasciare
il
lavoro
,
per
andare
alla
scuola
che
deve
essere
ivi
aperta
.
Le
regole
dell
'
igiene
sono
severamente
imposte
,
e
tutto
viene
da
ispettori
del
Governo
fatto
eseguire
.
Queste
leggi
che
l
Inghilterra
accettò
con
ripugnanza
,
arrestarono
la
decadenza
fisica
delle
popolazioni
di
tutto
il
Lancashire
,
poi
ne
migliorarono
visibilmente
la
salute
,
e
ne
diminuirono
la
mortalità
.
Che
cosa
abbiamo
noi
fatto
di
tutto
ciò
?
Nulla
.
Io
potrei
andare
all
'
infinito
,
notando
le
mille
forme
,
in
cui
la
educazione
si
diffonde
tra
i
popoli
civili
,
e
riesce
a
migliorarne
la
coltura
,
il
carattere
,
la
forza
fisica
e
morale
.
Ma
basta
per
ora
accennare
,
che
queste
istituzioni
ci
sono
,
e
che
le
vie
per
entrare
nella
civiltà
,
se
sono
lunghe
e
penose
,
sono
anche
vie
già
note
e
battute
dai
nostri
padri
e
dai
nostri
contemporanei
.
Bisogna
però
che
l
Italia
cominci
col
persuadersi
,
che
v
è
nel
seno
della
nazione
stessa
un
nemico
più
potente
dell
'
Austria
,
ed
è
la
nostra
colossale
ignoranza
,
sono
le
moltitudini
analfabete
,
i
burocratici
macchine
,
i
professori
ignoranti
,
i
politici
bambini
,
i
diplomatici
impossibili
,
i
generali
incapaci
,
l
operaio
inesperto
,
l
'
agricoltore
patriarcale
,
e
la
rettorica
che
ci
rode
e
ossa
.
Non
è
il
quadrilatero
di
Mantova
e
Verona
che
ha
potuto
arrestare
il
nostro
cammino
;
ma
è
il
quadrilatero
di
17
milioni
di
analfabeti
e
5
milioni
di
arcadi
.
Il
momento
è
venuto
,
per
fare
una
leva
in
massa
di
tutti
gli
uomini
di
buona
volontà
,
e
compiere
questa
nuova
spedizione
nell
'
interno
.
Il
paese
è
convinto
e
disposto
ad
ogni
sacrifizio
,
pur
di
sentirsi
uguale
a
se
stesso
.
Gli
errori
manifesti
di
tutti
i
partiti
possono
servire
a
riordinarli
sopra
una
nuova
base
.
Oggi
la
domanda
è
una
sola
,
e
si
ode
da
ogni
lato
ripetere
:
-
Come
riordinare
il
paese
?
Ed
è
su
questo
terreno
che
debbon
ricominciare
le
lotte
politiche
.
Ma
guai
!
se
il
paese
ed
il
Governo
restano
ancora
inerti
,
e
lasciano
passare
quest
ora
di
confessione
generale
.
Guai
!
se
avremo
ancora
fede
illimitata
nelle
leggi
e
nei
decreti
che
,
eseguiti
automaticamente
,
servono
solo
a
soffocare
lo
slancio
e
la
vita
nazionale
;
se
aspetteremo
sempre
che
la
manna
piova
dal
cielo
;
se
il
Governo
aspetterà
tutto
dalle
moltitudini
che
non
sanno
leggere
,
e
il
paese
continuerà
a
credere
che
il
Governo
debba
far
tutto
per
tutti
,
e
ognuno
vorrà
sperare
nella
scoperta
del
misterioso
sistema
che
deve
salvarci
.
Il
rimedio
è
uno
solo
:
MODESTIA
,
VOLONTÀ
E
LAVORO
.
I
fatti
parleranno
poi
.
Il
segreto
è
uno
,
ed
è
tutto
nella
volontà
che
ci
è
mancata
,
nell
'
inerzia
che
ci
ha
dominati
,
in
questo
inneggiarci
continuo
senza
regola
e
senza
misura
,
in
questa
rettorica
politica
che
ci
affoga
,
in
questa
nuova
specie
di
sciroppo
Pagliano
,
che
ognuno
aspetta
e
che
ognuno
crede
di
aver
trovato
,
per
rigenerare
il
paese
senza
stenti
e
senza
sudori
.
Bisogna
finalmente
capire
,
che
solo
la
nostra
volontà
può
salvare
noi
stessi
,
e
che
ponendoci
all
'
opera
,
possiamo
fare
miracoli
;
perché
,
apparecchiando
la
nuova
generazione
,
si
migliora
rapidamente
la
presente
,
cui
la
rivoluzione
stessa
fu
già
grande
scuola
;
e
il
paese
allora
si
troverà
davvero
risorto
alla
civiltà
.
Che
se
,
abbandonati
al
solo
entusiasmo
ed
a
quelle
forze
che
la
natura
ci
ha
date
,
noi
abbiamo
potuto
,
in
così
breve
tempo
,
fare
l
Italia
e
guadagnarci
la
stima
dei
popoli
civili
;
nessuno
vorrà
dubitare
,
che
,
una
volta
educate
queste
forze
,
disciplinate
e
moltiplicate
dall
'
arte
,
non
sapremo
pigliare
quel
posto
a
cui
il
nostro
passato
ci
chiama
.