StampaPeriodica ,
Vittorio
Mussolini
ha
scritto
su
Cinema
che
la
produzione
cinematografica
italiana
dovrebbe
indirizzarsi
verso
il
gusto
del
pubblico
che
pare
conceda
tutte
le
sue
simpatie
ai
films
del
tipo
cosiddetto
americano
,
contro
quel
genere
di
films
tipicamente
europei
,
in
particolare
franco
-
russo
-
tedeschi
,
che
pare
esprimano
una
concezione
non
consona
allo
spirito
degli
italiani
:
ora
a
me
pare
che
il
problema
sia
di
una
grande
portata
.
Anzitutto
si
parla
di
spirito
del
film
americano
,
del
film
europeo
.
Ebbene
,
è
indiscutibile
che
la
grande
massa
dei
films
commerciali
americani
sia
la
veste
pseudo
-
artistica
di
concezioni
etiche
e
sociali
diffuse
nella
società
americana
,
che
sono
completamente
lontane
dalle
corrispondenti
concezioni
dei
continentali
europei
.
Il
moralismo
,
l
'
esaltazione
della
forza
e
della
bellezza
fisica
,
l
'
ottimismo
integrale
,
il
trionfo
della
giustizia
,
il
comico
inverosimile
,
la
santa
crociata
dei
G
.
Mans
contro
i
gangsters
sono
elementi
dello
spirito
americano
progressista
ed
ingenuo
,
di
quello
spirito
insomma
che
ha
nutrito
di
sé
la
poesia
democratica
di
W
.
Whitman
,
le
città
-
fungo
,
il
mito
di
West
,
ed
il
tipo
scanzonato
e
strafottente
dello
Yankee
;
lo
spirito
della
"
libera
America
"
prima
della
guerra
e
prima
della
crisi
.
Ora
,
indubbiamente
,
questo
punto
di
vista
ottimista
e
Wilsoniano
,
terribilmente
superficiale
ed
inconsistente
,
che
va
dagli
pseudo
Tormenti
della
Crawford
,
ai
Crociati
di
C
.
De
Mille
(
romanzo
di
gusto
inglese
di
Walter
Scott
,
volgarizzato
per
le
fantasie
storico
-
artistico
-
romantiche
che
hanno
riempito
di
falsi
Botticelli
e
di
falsi
Mino
da
Fiesole
i
musei
delle
città
di
farmen
e
di
cow
-
boys
dell
'
Alabama
o
del
Texas
)
fino
al
gusto
per
il
grottesco
di
cartone
(
"
King
-
Kong
"
insegna
)
questa
concezione
,
dicevamo
,
è
per
fortuna
soltanto
il
fondo
commerciale
e
beota
della
produzione
americana
.
Quando
il
valore
della
produzione
si
innalza
(
Vidor
di
Nostro
pane
quotidiano
,
Mamoulian
del
Dottor
Jekill
,
Charlot
di
Le
luci
della
città
e
infiniti
altri
esempi
che
ora
mi
sfuggono
)
si
vede
proprio
che
in
questi
films
si
impostano
e
si
affrontano
problemi
di
indole
tipicamente
occidentale
,
civilizzata
diciamo
pure
le
parole
malfamate
intimista
,
psicologica
,
e
per
lo
meno
preoccupata
di
problemi
morali
,
sociali
e
politici
,
propri
del
nostro
mondo
pesante
di
storia
e
di
civiltà
.
Ecco
che
allora
appaiono
quelle
espressioni
del
genio
americano
che
,
(
come
osservò
acutamente
E
.
Cecchi
in
un
articolo
su
B
.
Keaton
)
,
sono
nel
fondo
più
nascosto
dell
'
anima
americana
:
come
nel
fondo
di
ogni
popolo
formatosi
di
recente
e
sostanzialmente
barbarico
gli
Spiritual
Songs
e
Edgar
A
.
Poe
,
che
danno
Alleluja
e
Il
dottor
Jekill
.
Questo
è
forse
il
vero
originale
humus
da
cui
attingere
,
con
forme
e
problemi
di
calco
europeo
,
il
miglior
cinema
americano
.
Altrimenti
si
ha
il
truculento
film
di
gangsters
,
l
'
estenuante
ripetizione
dei
films
rivista
e
di
ambienti
di
redazione
di
grandi
giornali
(
con
tutta
la
solita
insalata
di
tipi
comuni
)
,
il
terrore
a
lieto
fine
(
Maschera
di
Cera
)
,
la
stucchevole
falsità
degli
ambienti
eleganti
americani
.
E
che
cos
'
è
invece
il
film
europeo
?
La
grande
forza
dell
'
intelligenza
,
del
gusto
e
della
cultura
,
anche
nella
deficienza
dei
mezzi
.
René
Clair
,
Pabst
,
Sternberg
,
Ford
,
Ucikj
,
non
potevano
nascere
in
America
e
l
'
altezza
artistica
delle
loro
opere
basta
per
dare
una
giustificazione
storica
e
sociale
al
film
europeo
.
Ora
,
l
'
industria
cinematografica
italiana
benché
abbia
già
dato
innumerevoli
prove
della
sua
recente
vitalità
(
vedi
la
nascitura
città
del
Quadraro
)
si
trova
a
non
essere
ancora
espressione
dello
spirito
italiano
e
della
profonda
rivoluzione
operata
negli
ultimi
venti
anni
.
Indubbiamente
la
civiltà
europea
porta
i
segni
di
una
inevitabile
decadenza
che
si
ripercuotono
in
tutti
i
campi
dello
spirito
,
dalla
pittura
alla
politica
dal
pensiero
speculativo
al
cinema
;
ma
è
illusorio
ed
ingenuo
il
credere
che
si
rinnovino
le
forme
del
cinema
italiano
,
sostituendo
al
film
-
operetta
di
ambiente
viennese
,
alla
pochade
di
gusto
parigino
,
al
drammone
sociale
e
pedagogico
di
sapore
tedesco
,
il
sorriso
di
dentifricio
delle
girls
californiane
e
gli
audaci
e
spensierati
boxeurs
improvvisamente
sentimentali
sotto
una
luna
che
(
nonostante
tutto
)
è
sempre
quella
delle
fanciulle
inglesi
del
primo
'800
o
che
interrompono
le
loro
avventure
con
gags
del
siciliano
Frank
Capra
,
o
con
le
spiritosaggini
del
doppiaggio
italiano
.
Siamo
tutti
d
'
accordo
nel
ritenere
che
lo
spirito
della
gioventù
italiana
sia
adesso
pervaso
da
quello
che
si
suole
chiamare
quotidianamente
,
"
un
sano
ottimismo
,
"
"
una
serena
volontà
di
vivere
,
"
"
una
illimitata
fiducia
delle
proprie
forze
fisiche
e
morali
.
"
Ma
non
si
supera
una
civiltà
se
non
immergendosi
nel
vivo
e
pericoloso
fiume
di
essa
,
e
superandolo
:
non
ignorando
o
fingendo
di
ignorarlo
.
E
poiché
gli
psicologismi
,
gli
intimismi
eccetera
sono
inevitabili
eredità
della
cultura
,
della
storia
e
della
tradizione
europea
(
quella
cultura
e
civiltà
che
tutt
'
oggi
sulle
carte
stampate
italiane
,
si
afferma
essere
nata
sulle
rive
del
Mediterraneo
Romano
,
e
poi
fra
il
cinque
e
il
settecento
,
corrotta
per
alcune
non
ben
chiare
intrusioni
Unno
-
luterano
-
giacobine
)
non
è
lecito
,
a
noi
andare
accattando
modelli
e
forme
espressive
oltre
oceano
,
e
sostituire
cioè
una
imitazione
ad
una
altra
imitazione
,
e
di
dimenticare
soprattutto
,
che
il
pubblico
ama
i
films
americani
perché
soddisfano
la
sua
tiepidità
mentale
,
i
suoi
sensi
da
dopocena
e
il
suo
esotismo
.
Possiamo
noi
rinnegare
la
nostra
tradizione
di
intelligenza
e
di
arte
che
fa
capo
a
Firenze
e
a
Venezia
e
dimenticare
la
vera
nostra
genitura
,
sostituendo
ai
nostri
maggiori
gli
sceriffi
del
Far
-
West
ed
i
Puritani
dello
Hay
flower
?
Giovinezza
,
svecchiamento
,
modernità
(
parole
tanto
usate
da
diventare
uggiose
)
sono
belle
cose
ma
inutili
e
vane
quando
si
trovano
di
fronte
una
mentalità
che
,
seppure
sostanzialmente
eroica
,
è
nella
grande
massa
sorda
a
molti
problemi
dell
'
arte
e
dello
spirito
.
Noi
tutti
ci
domandiamo
se
il
popolo
italiano
della
Rivoluzione
Fascista
e
della
impresa
Etiopica
ha
nessuna
parentela
con
l
'
America
di
Roosevelt
,
poiché
i
suoi
problemi
non
sono
quelli
americani
e
se
una
educazione
cinematografica
è
da
ricominciare
per
il
popolo
italiano
(
e
ad
essa
cooperano
e
ancor
più
dovrebbero
cooperare
,
riviste
come
Cinema
con
una
efficace
opera
di
volgarizzazione
)
essa
deve
cominciare
col
far
vedere
nel
cinema
una
espressione
d
'
arte
che
non
può
non
essere
Europea
,
invece
di
vedere
la
propria
umanità
deformarsi
nella
"
prosperità
"
anglosassone
e
nel
divismo
caro
a
certe
riviste
di
novelle
e
cinema
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