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UN AMICO AUTOREVOLE ( Bianciardi Luciano , 1954 )
StampaPeriodica ,
Eravamo tutti contenti ed orgogliosi , quando Mino fu chiamato a Milano : ed in verità fa sempre piacere che per un lavoro importante , com ' era quello , avessero scelto proprio uno di noi , della provincia , la provincia che tante energie ha dato alla città , alla nazione , senza nulla ricevere o chiedere in cambio . Così , appunto , diceva Mino , ogni volta che la discussione ( e capitava spesso ) cadeva su questo punto . Poi ci dispiacque , perché il vuoto era incolmabile . Ora chi avrebbe ricevuto gli intellettuali , quelli di Firenze o di Roma , quando venivano per una conferenza , per esempio ? Chi ci avrebbe organizzato , in poche parole , la vita culturale ? Mino era stato un personaggio , in città , fin dagli anni del ginnasio ; al liceo addirittura riuscì a fondare una rivista , con un bel nome etrusco sulla copertina , che faceva un bell ' effetto . Una volta , ricordo , non avevo i soldi per comprare il numero due , della rivista . Andai alla redazione , che era in casa di un certo Bianchi , chiesi se me la prestavano , ma loro dissero che non avevano tempo da perdere con i ragazzi ( avevano tutti tre o quattro anni più di me ) e che me ne andassi . Mino , invece , il giorno dopo mi fermò e mi disse : « Scusa , per ieri sera , sai , e passa da me , verso le quattro . Vedremo se si può fare qualcosa » . Così tutti gli volevano bene , anche perché era serio , opportuno , attento a quel che diceva ; mai apriva bocca a caso . Il sindaco lo stimava , e si faceva scrivere da lui i manifesti di maggior impegno , quelli per la festa degli alberi , per esempio . Il federale anche , sebbene non fosse ignoto a nessuno l ' antifascismo dottrinario di Mino . « È un bravo ragazzo » , diceva il federale , « e poi , culturalmente , è un valore . Bisogna lasciarli un po ' stare questi intellettuali . » Così era ovvio che , morendo il vecchio prete bibliotecario , il posto , una volta laureato , toccava a lui ; ed anche qui Mino si distinse , le riviste specializzate gli chiedevano la collaborazione , ai congressi non mancava mai e prendeva ogni volta la parola , preciso , puntuale , breve . Ed intanto preparava il saggio . E poi partì per Milano . Ed era naturale : gente come lui non può restare qui , e poi lassù si sarebbe fatto una posizione , certamente . « Faglielo vedere , tu » , gli dicemmo alla stazione , « che gente nasce in provincia . » Ogni tanto vedo Mino , ed ormai son passati cinque o sei anni da quando se ne andò . Ogni volta lo trovo più pingue , stempiato , ma in fondo è sempre lo stesso . Lo incontro , di solito , negli atri degli alberghi dove si tengono conferenze culturali , dibattiti , convegni , premi letterari . Mi riconosce subito , e mi viene incontro , sorridente , con la mano tesa : « Ciao , caro » , mi dice sempre , « come va ? Cosa fai di bello ? E laggiù da voi cosa fate ? » . Io gli spiego tutto per filo e per segno , e lui mi sta ad ascoltare , assentendo col capo . E quando mi lascia mi stringe ancora la mano : « Ciao , caro , scusami ma ho da fare . Ci vediamo dopo . E scrivimi qualche volta » . Io gli scrivo , infatti , lunghe lettere dove gli racconto quel che succede in provincia , e gli chiedo consigli , per una iniziativa , o gli propongo di venire a fare qualche conferenza , su Graham Greene , per esempio , o su Moravia . E lui risponde sempre . Scusandosi perché è tanto occupato , ha da fare . Prepara il saggio . Di lui sento parlar bene da tutti : « È un giovane critico su cui possiamo contare . Prenderà il posto di Pancrazi » . L ' ho ritrovato quest ' estate in un albergo balneare , dove assegnavano un premio : era nella giuria . Mi venne incontro lui , anche questa volta , sorridente e con la mano tesa : « Ciao , caro , come va ? Tua moglie ? Avete bambini ? E cosa fate , laggiù da voi ? » . Io gli rispondevo puntualmente : sto bene , anche lei sta bene , sì ne abbiamo uno di cinque anni . E laggiù , si sa , la solita vita , la provincia ; almeno fosse tornato lui , qualche volta , a farci una bella conferenza su Moravia o su Graham Greene . « Eh , caro , cosa vuoi farci , gli impegni , il lavoro . Anzi , scusami , ho da fare , ci vediamo dopo » . Rimasi lì tre giorni , e lo vedevo sempre affaccendato per l ' atrio dell ' albergo , guardandosi attorno , sorridente . Prima di partire mi chiamò : era con Diego V . « Permetti , Diego » disse , « ti presento questo giovane , un bravo giovane , un certo ... » e dopo una breve pausa disse il mio nome . Mi fece anche un sacco di elogi , ed io un po ' , per la verità , mi vergognavo e tenevo gli occhi bassi . « È un bravo giovane , che vive in provincia , ha fatto molto bene , laggiù . » E continuava gli elogi . « Eh , caro Diego , noi spesso abbiamo il torto di ignorarlo , un grosso torto , ma in provincia si fanno tante cose belle , veramente » .