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Il nostro lavoro nella scuola ( Bianchi Bandinelli Ranuccio , 1951 )
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Come in tutti i congressi , anche nel VII Congresso del P.C.I. testé tenutosi a Roma , nonostante la ottima organizzazione , sono rimasti in fondo al sacco alcuni interventi , che i limiti di tempo e le esigenze generali non hanno consentito di tenere . Tra questi anche un intervento sulla scuola , che sarebbe stato opportuno per porre in evidenza , dinanzi ai quadri del partito , soprattutto a quelli delle province , il problema del lavoro politico che noi possiamo e dobbiamo fare nella scuola , per il bene della scuola stessa e per realizzare , anche in questo settore , quell ' azione di ampia presa di contatto e di accordo , indicata al Congresso , nella sua relazione fondamentale , da Togliatti . Anche il lavoro nella scuola , come tutto il nostro lavoro nel campo culturale , si presenta sotto tre aspetti : 1 ) maggior diffusione della cultura in sé ; 2 ) maggior diffusione della nostra ideologia , miglioramento della preparazione ideologica nei quadri intellettuali del partito e approfondimento del marxismo - leninismo ; 3 ) azione di alleanza con strati intellettuali non politicizzati o appartenenti ad altri partiti politici . Il nostro compito , in questi tre suoi aspetti , si trova posto innanzi a noi in ogni ordine e grado di scuole : dalle elementari , alle medie ( tecniche , classiche , artistiche ) , all ' Università . Naturalmente , il modo nel quale si svolgerà la nostra azione sarà diverso a seconda del tipo di scuola ; ma , più che entrare in dettaglio , ritengo che possa essere utile accennare i motivi principali che giustificano il nostro interessamento . Da un punto di vista immediato , non vi è dubbio che la Scuola elementare assume un posto importantissimo per il vasto raggio di azione e per la sua capillarità . Ben lo ha riconosciuto l ' avversario , che si è inserito immediatamente con un ' azione vastissima nell ' organismo della Scuola elementare . Ma , per le mie personali esperienze , preferisco prendere le mosse dall ' Università , e con particolare riguardo alle possibilità che si presentano di creare un largo fronte democratico della cultura . Proprio questo , del resto , era stato il compito indicato da Togliatti , già nel VI Congresso , come obiettivo generale dell ' attività culturale del partito . Ma occorre , questo obiettivo , affermarlo di nuovo oggi e inserirlo nel quadro dei nostri compiti di oggi , cioè nella lotta per la pace , per la libertà e per il lavoro , nella lotta per l ' applicazione integrale della Costituzione , rendendoci al tempo stesso conto delle deficienze non lievi che ci sono state da parte nostra in questo campo . Più che errore c ' è stata scarsità di impegno da parte nostra , non giustificata sufficientemente dalle particolari difficoltà di questo lavoro . Se noi rileggiamo oggi la risoluzione del Convegno dei professori universitari comunisti del marzo 1949 , che indicava certe deficienze e certi obiettivi , noi ci accorgiamo che potremmo ripeterla quasi tale e quale : e questo non è certo un buon segno , a distanza di due anni . Soprattutto , dovremmo , mi pare , ripetere l ' esigenza di periodiche riunioni degli insegnanti iscritti al partito , esigenza che fu avanzata allora , ma che poi non ha avuto seguito . In conseguenza , dovremmo anche ripetere ciò che fu lamentato già allora , cioè che il lavoro nel campo della scuola rimane praticamente abbandonato a iniziative individuali . E questo è un male : perché oserei dire che gli intellettuali hanno particolarmente bisogno di avere delle linee direttrici alla loro azione , dato che , per la loro formazione mentale , essi hanno abitudine di derivare la propria azione da concetti , assai più che da impulsi pratici . Linee direttrici , aggiungo subito a scanso di equivoci , che possono scaturire solo da uno scambio frequente di discussioni tra istanze puramente o prevalentemente politiche e istanze puramente o prevalentemente culturali . Solo con queste discussioni frequenti noi arriveremo a far sì che in tutti i nostri compagni intellettuali , che lavorano nella scuola , l ' istanza politica e quella culturale giungano a combaciare , giungano a identificarsi . Perché solo con tale identificazione completa , il lavoro dei nostri compagni intellettuali potrà veramente arrivare ad essere un contributo importante alla creazione di una cultura nuova e cioè di una società nuova anche nel nostro Paese , e quindi anche di nuove condizioni politiche generali . E se qualche compagno intellettuale trova faticoso esplicare un lavoro culturale e al tempo stesso un lavoro politico , vuol dire che non ha ancora saputo raggiungere quella identificazione e che l ' uno o l ' altra delle due attività gli rimane in certo modo estranea . Ma forse sarà opportuno dare qualche precisazione , perché ritengo che non tutti i lettori abbiano una idea di quello che sia oggi lo stato della Scuola italiana , di ogni grado . È uno stato che non esito a definire disastroso . Vi si sommano , oggi , tutti gli effetti e le condizioni negative dei diversi aspetti assunti dalla crisi in cui si dibatte la civiltà borghese . Abbiamo infatti le conseguenze : primo della inadeguatezza economica , che grava su tutto l ' apparato scolastico e che va dalla insufficienza degli stipendi degli insegnanti alla insufficienza dell ' attrezzatura edilizia , didattica , scientifica ; secondo , conseguenza della corruzione morale largamente operata dal fascismo nell ' ambiente scolastico e trionfalmente ripresa dal governo clericale ; terzo , conseguenze del dissolvimento della classe borghese , alla quale appartiene , almeno per origine , la totalità degli insegnanti superiori e la quasi totalità degli studenti . Queste tre conseguenze e condizioni si sommano e si esplicano in vario modo . Non è certo il caso di prospettare qui i difetti dell ' attuale ordinamento scolastico e di quello promesso da una ormai famigerata « riforma » , né i possibili rimedi . Ma non posso non sottolineare il fatto che l ' Università italiana oggi assume spesso l ' aspetto , non di un centro di lavoro intellettuale e scientifico , ma quello di una agenzia , alla quale si pagano determinate quote sotto forma di tasse scolastiche , e presso la quale ci si reca in determinati periodi ( o , possibilmente , quando più faccia comodo ) per ottenere , attraverso una formalità che si chiama esame , un foglio di carta che si chiama diploma di laurea e che ipoteticamente potrebbe anche servire a trovare un qualsiasi impieguccio , dove non morire di fame . Il guaio è che poi , spesso , questo impieguccio è proprio quello di trasmettere ad altre generazioni di giovani una cultura non appresa , non intesa , e che spesso non è né da apprendersi né da intendersi , perché è ridotta a sua volta ormai a una cosa puramente formale , a una facciata dietro alla quale non c ' è più nulla . Ora , in questo vuoto , noi possiamo e dobbiamo inserire la nostra cultura . Qualcuno certamente potrà insorgere conclamando che la nostra Università ha non soltanto glorie passate , ma anche presenti , e citando casi di docenti che fanno sul serio il proprio dovere . D ' accordo . Ma ciò non toglie che l ' atmosfera generale delle Università , e particolarmente delle maggiori , sia sul tono che ho delineato . Per rendersene conto , basterebbe interrogare i migliori studenti . Ma anche molti insegnanti sono d ' accordo a costatare il decadimento dei nostri istituti di insegnamento superiore . In genere , però , le diagnosi che essi fanno di questi mali sono sbagliate , i rimedi che essi propongono sono inefficaci . Uno dei fenomeni più lamentati , per esempio , è quello del numero , che si conclama eccessivo , degli studenti , anche se ogni anno è rilevante il numero di coloro che debbono abbandonare gli studi iniziati perché non possono economicamente sostenerli più oltre . Ma il fenomeno della accresciuta affluenza all ' Università non può essere considerato in sé un male , se non da coloro che sarebbero d ' accordo con quel vecchio agrario di mia conoscenza che diceva che tutto il male era venuto dall ' aver insegnato ai contadini a leggere , scrivere e far di conto . Se poi si guardano recenti statistiche , si vede che la percentuale di studenti universitari in rapporto alla popolazione , che è di 21 in Italia , è di 21 anche in Svizzera , di 19 in Olanda e di ben 30 in Francia . L ' aumento proporzionale di studenti è stato , sì , assai più forte in Italia che in altri paesi dell ' Europa occidentale ( facendo il 1930-31 = 100 , si ha 363 in Italia rispetto a 164 in Francia , per il 1949 ) ; ciò significa che prima il livello era eccessivamente basso . E noi non potremo mai persuaderci , che l ' accresciuto desiderio di elevazione delle masse italiane sia da considerarsi un male contro il quale si debbano escogitare rimedi e provvedimenti . Provvedimenti occorrono per venire incontro a questo desiderio , e perché la scuola vi si adegui e vi corrisponda la struttura generale della società italiana . ( Nell ' Unione Sovietica , prima della rivoluzione vi erano 91 scuole superiori ; oggi ve ne sono 864 , e gli studenti da 112.000 sono passati a oltre 1.200.000 , secondo un rapporto del prof. Nesmeianov ) . Le condizioni di disagio della scuola , da tutti avvertite , costituiscono un campo sul quale noi possiamo innestare una vasta azione di alleanza , ponendoci coi nostri insegnanti alla testa di un movimento per il rinnovamento della scuola . Ma perché l ' azione dell ' insegnante comunista possa essere valida , occorre che egli abbia acquistata la fiducia personale degli altri insegnanti e degli studenti . Perciò la prima esigenza dell ' azione di un insegnante commista è quella di essere un buon docente , di essere , anzi , il migliore dei docenti di quella scuola : il migliore per preparazione tecnica , per impegno , per assiduità e puntualità nell ' insegnamento . Questo sarà un suo preciso obbligo politico , oltre che morale , perché solo così avrà efficacia il suo insegnamento o ogni altra sua azione . Non è vero che gli studenti cercano il professore di manica più larga : gli studenti cercano il professore di manica più larga quando si trovano dinanzi a una serie di insegnanti dai quali sentono di non poter imparare nulla di sostanziale , nulla di più di quanto sia scritto nel libro di testo o nei manuali . Ma quando un docente ponga esigenze vive , sappia far aderire il proprio insegnamento , per astratta o tecnica che sia la materia che svolge , a problemi concreti , e quando si affermi con la propria personalità e umanità , i giovani accorrono pronti a cimentarsi con ogni difficoltà , e proprio i giovani migliori , qualunque possa essere la loro iniziale pregiudiziale politica contro il professore comunista . In gran parte , l ' atteggiamento fascista di molti studenti universitari deriva dallo stato di scetticismo e di sfiducia provocato in essi dalla insufficienza della scuola che né muove idee né assicura il pane . Bisogna tener presente questa necessità di un serio impegno professionale e il valore politico del semplice fatto che un compagno esplichi in pieno la sua attività di docente . Così , quando un docente partecipa a un congresso scientifico e interviene con la sua personalità di studioso , ma anche di comunista , tra gli altri studiosi , anche so parla di cose lontane dalla politica , egli compie una azione di smantellamento dell ' anticomunismo , egli compie quindi quell ' azione politica fuori dal nostro partito , alla cui necessità hanno fatto richiamo i più autorevoli degli interventi al VII Congresso . Bisogna tener conto di questo . L ' azione avversaria infatti tenta soprattutto , oggi , l ' isolamento dei comunisti , sia con le dirette persecuzioni , sia con le minacce a chi si mostri propenso a un dialogo con noi . Oggi la parola d ' ordine lanciata dai centri Oggi , anche intellettuali antigovernativi , sulla cui buona fede non voglio dubitare ( preferisco in questo caso dubitare della loro capacità di comprendere ciò che sta avvenendo nel mondo ) , si propongono come compito principale e più urgente di svolgere , come essi scrivono , « un ' opera di recupero » degli intellettuali iscritti al Partito comunista . Perciò oggi l ' azione contraria , di contatto , di alleanza , che i nostri intellettuali , particolarmente nella scuola , possono e debbono fare , ha un valore politico che mi sembra di primo piano , perché spezza il tentativo di accerchiamento proprio diffusi da una agenzia jugoslava . Non so se sia stata rilevata , a questo proposito , la coincidenza immediata di una serie di articoli , apparsi un po ' dovunque , e volti a dimostrare questa impossibilità di colloquio , dopo che questa era stata proclamata sopra un bollettino , che evidentemente seguendo il motto dell ' UNESCO che « le guerre si preparano nelle menti degli uomini » , compie larga azione velenosa e settaria propaganda tra gli intellettuali , sotto la maschera della cultura liberale . Questo bollettino si intitola Notiziario culturale , e viene largamente distribuito da un sedicente Centro italiano di studi e informazioni (C.I.S.I., Roma , via Condotti , 61 ) , che tre anni fa si chiamava più onestamente Comitato di divulgazione del piano Marshall : da notarsi che , per singolare coincidenza , esso è pubblicato nello stesso stabilimento tipografico che stampa i foglietti di propaganda dove è più accanito , proprio nell ' ambiente nel quale viene coltivato più diligentemente il verbo dell ' anticomunismo . Il quale anticomunismo , di fronte all ' evidenza dei successi economici e costruttivi dell ' Unione Sovietica e , relativamente , dei Paesi di democrazia popolare , si riduce sempre più a motivi fraudolentemente morali e a motivi culturali . ( Con ciò i nostri intellettuali non fraintendano , e non ritengano di essere elementi decisivi nella lotta che combattiamo ; elemento decisivo sono e saranno le forze del lavoro ; ma l ' azione nel campo intellettuale può spianare non poche difficoltà alla loro avanzata ) . Per tutto quanto abbiamo accennato , la scuola è stata , non a caso , uno dei campi di maggior sforzo della reazione . Trasferimenti di presidi , imposizioni di libri di testo nelle scuole medie ; riviste e ancora intimidazioni per i maestri elementari ; commissioni ammaestrate nei concorsi universitari ; inserimento d ' autorità di uomini di fiducia in posti direttivi , ecc . : tutto questo è all ' ordine del giorno . Tra le forme più tipiche di intimidazione va segnalata quella costituita dal fatto che quasi il 50% degli insegnanti medi vengono mantenuti nella condizione di supplenti o incaricati , sempre soggetti pertanto a perdere il posto , appena mostrino di non lasciarsi imbrigliare o inquadrare nelle organizzazioni confessionali dotate sempre di larghi mezzi . Oltre a tutto , poi , questo tenere gli insegnanti fuori ruolo , rappresenta un supersfruttamento , del tutto paragonabile al sistema di far eseguire agli operai industriali un maggior numero di ore straordinarie . Occorre popolarizzare le condizioni reali nelle quali si trova la scuola italiana .. Non dimentichiamo , infatti , che il ministro Gonella conquistò il ministero della Pubblica Istruzione con un anno e mezzo di anticipo sul 18 aprile , e che perciò il campo della scuola è stato esposto prima degli altri alla influenza della demagogia democristiana . In nessun campo dell ' impiego statale l ' azione di intimidazione da un lato , di penetrazione clericale e americana dall ' altro è stato condotto con altrettanta sistematicità , in nessun altro la rivalutazione degli elementi fascisti fu precoce . Questo stato di cose non è abbastanza noto , anche se è stato sovente denunciato in Parlamento , da noi e da altri , provocando sempre delle risposte vergognose e veramente degradanti per chi le ha escogitate . Val tuttavia la pena di rilevare che , malgrado questa azione di intimidazione , di pressione e di scardinamento della nostra scuola , esiste ancora , nella scuola italiana , uno spirito di indipendenza e una viva Insofferenza verso la penetrazione clericale , perché secolari esperienze hanno valso a screditarla , moralmente e culturalmente . In questo terreno di insofferenza è possibile una vasta intesa tra persone di diverso orientamento , ma ugualmente preoccupate di salvare la scuola , la cultura e l ' orientamento delle giovani generazioni . Tale azione d ' intesa , oltre a giovare alla scuola , potrebbe anche servire a far comprendere , anche agli insegnanti chiusi nel più idiota anticomunismo , che in questo , come su ogni altro campo , la nostra azione è a vantaggio di tutti , e non solo nostro e che noi ci battiamo veramente per tutti i cittadini Italiani che sperano di poter giungere a costruire una nazione italiana degna delle proprie qualità e liberata dai suoi tradizionali malanni sociali . Ma per poter promuovere questa azione di intesa , occorre che prima di tutto noi alerai abbiamo la consapevolezza che occorre fare del problema della scuola un problema politico di partito . Occorre una azione coerente e continua nel campo della cultura , che rechi ben chiara ed esplicita la nostra fisionomia , e che sappia avviare un rinnovamento della cultura italiana . Noi siamo l ' unico partito che possa avviare questo rinnovamento ; e questo dobbiamo farlo capire a tutte le forze sane della cultura Italiana , impegnando al lavoro produttivo i nostri intellettuali . Lavoro volto a una difesa da un lato , contro l ' incoltura e l ' oscurantismo clericale e fascista ; a uno smontaggio , dall ' altro , pezzo per pezzo , delle dottrine idealistiche , che sono tuttora quelle che danno l ' impronta alla nostra cultura universitaria . Il nostro partito ha saputo far comprendere , per esempio , alle masse contadine , che esso è il solo che possa risolvere i problemi dell ' agricoltura italiana ; e perciò le masse contadine lo seguono . Dobbiamo arrivare a far comprendere ugualmente a tutti coloro che sono interessali al buon funzionamento della scuola , insegnanti , studenti e famiglie , che noi siamo i soli che possano risolvere il problema della scuola italiana , la cui gravità è generalmente avvertita . Anche nella scuola , la nostra azione deve e può in pieno essere svolta a tutela della libertà , del lavoro , della pace . Sempre i governi della borghesia italiana hanno , in passato , trovato nella scuola , tra studenti e tra insegnanti , gli inneggiatori alla guerra , in nome di un incosciente e retorico patriottismo . Triste destino della scuola , avvilita ad una interpretazione della storia italiana che è stata , sin qui , in netto contrasto con i veri interessi del popolo italiano . Noi dobbiamo agire , perché dalla scuola sorgano non più gli inneggiatori alla guerra , ma i sostenitori della pace . Particolarmente ai compagni che lavorano nella scuola è affidato il compito di dimostrare a tutti che il Partito comunista , proprio perché è il partito dei lavoratori , il partito della classe operaia , il partito che vuole l ' emancipazione e l ' elevazione del popolo italiano , è anche il grande partito della cultura .