StampaPeriodica ,
Una
volta
le
Vite
degli
Artisti
erano
al
tempo
stesso
«
biografia
»
e
«
saggio
critico
»
della
loro
opera
.
L
'
estetica
idealistica
ha
dato
un
colpo
mortale
all
'
antico
metodo
biografico
.
Oggi
.
se
volete
conoscere
chi
è
un
artista
contemporaneo
come
uomo
,
dove
è
nato
,
come
ha
vissuto
,
quale
è
stata
la
sua
educazione
,
quali
sono
gli
avvenimenti
principali
della
sua
vita
,
quali
le
sue
idee
politiche
,
invano
ricercherete
tutto
ciò
nei
saggi
critici
dedicati
alla
sua
opera
.
È
innegabile
che
il
richiamo
a
una
più
pertinente
attenzione
al
peculiare
carattere
delle
opere
d
'
arte
,
abbia
costituito
una
conquista
progressiva
dell
'
estetica
,
essendosi
in
tal
modo
riconosciuto
il
più
preciso
ufficio
dei
critici
e
avendo
questi
acquistato
nuovi
strumenti
di
indagine
.
Ma
è
altrettanto
vero
che
rari
sono
gli
esempi
di
critica
d
'
arte
contemporanea
nei
quali
questa
esigenza
rinnovatrice
si
è
mantenuta
entro
limiti
ragionevoli
e
utili
.
In
generale
è
accaduto
il
contrario
.
invalso
l
'
uso
di
sopprimere
quasi
totalmente
ogni
considerazione
e
studio
dei
dati
biografici
sino
a
proclamarne
il
disprezzo
e
a
teorizzare
In
più
completa
e
astratta
distinzione
tra
l
'
artista
in
quanto
uomo
e
le
opere
da
lui
prodotte
.
Questa
incredibile
deformazione
della
verità
non
è
imputabile
unicamente
ai
dottrinari
della
estetica
idealistica
.
Si
deve
anzi
dire
che
una
simile
elaborazione
teorica
in
prevalente
misura
,
riflesso
della
reale
crisi
degli
artisti
moderni
i
quali
si
sono
generalmente
adeguati
alle
esigenze
e
pressioni
della
classe
dominante
che
ha
tutto
l
'
interesse
,
oramai
,
di
capovolgere
il
reale
rapporto
fra
arte
,
società
e
politica
.
In
virtù
di
cale
capovolgimento
la
classe
dominante
ha
tentato
di
ottenere
che
gli
artisti
si
sentano
«
spontaneamente
»
portati
a
separare
la
ricerca
creativa
dai
grandi
movimenti
della
storia
,
dai
grandi
e
piccoli
problemi
che
danno
carattere
e
significato
a
una
determinata
epoca
,
dalla
esperienza
viva
della
realtà
naturale
e
sociale
.
Ogni
classe
dominante
nel
periodo
della
sua
ascesa
e
della
sua
funzione
di
organizzatrice
generale
della
società
,
domanda
agli
artisti
un
impegno
che
rifletta
nelle
loro
opere
il
più
esplicito
legame
con
la
vita
e
con
le
esigenze
della
società
contemporanea
.
Al
contrario
quando
la
classe
dominante
si
mantiene
oramai
al
potere
unicamente
per
conservare
il
suo
privilegio
senza
più
alcuna
capacità
né
alcun
interesse
di
guardare
in
avanti
e
di
aprire
la
strada
al
progresso
,
essa
domanda
agli
artisti
distacco
dalla
vita
,
astrazione
,
evasione
dai
problemi
decisivi
,
aristocratico
disprezzo
per
i
fatti
e
per
le
cose
reali
.
È
quanto
accade
almeno
da
un
secolo
alla
borghesia
capitalistica
.
L
'
arte
moderna
porta
il
marchio
di
questa
sterile
forzatura
:
l
'
estetica
idealistica
le
ha
dato
il
suo
crisma
filosofico
.
Ed
è
questo
il
motivo
peculiare
,
a
mio
vedere
,
per
cui
ogni
progresso
e
sviluppo
dell
'
arte
moderna
,
ogni
possibile
ampliamento
delle
sue
basi
di
ispirazione
,
è
indivisibile
dal
progresso
e
dallo
sviluppo
della
lotta
contro
il
«
gusto
»
artistico
dominante
.
È
questo
il
motivo
peculiare
e
intrinseco
per
cui
il
progresso
e
lo
sviluppo
dell
'
arte
moderna
non
possono
non
avvenire
che
in
senso
realistico
e
sociale
.
Mi
perdoni
il
lettore
questo
preambolo
che
può
apparire
sproporzionato
a
una
semplice
notizia
biografica
su
Renato
Guttuso
.
Non
sono
riuscito
a
pensare
questa
notizia
separata
dall
'
attività
creativa
di
Guttuso
,
dalle
sue
opere
d
'
arte
,
proprio
perché
egli
è
a
parer
mio
,
il
più
consapevole
e
coerente
maestro
di
quel
moto
rinnovatore
dell
'
arte
contemporanea
la
cui
caratteristica
principale
consiste
appunto
nella
ricerca
del
più
stretto
ed
esplicito
legame
con
la
vita
e
con
la
realtà
naturale
e
sociale
.
Renato
Guttuso
è
nato
nel
1912
a
Bagheria
,
grosso
borgo
contadino
e
mercantile
nei
pressi
di
Palermo
.
Suo
padre
era
un
povero
tecnico
agrimensore
.
Fin
dalla
sua
giovinezza
Guttuso
poté
fare
esperienza
diretta
delle
drammatiche
condizioni
di
vita
dei
braccianti
senza
terra
e
dei
contadini
poveri
siciliani
.
La
sua
stessa
vocazione
al
dipingere
trovò
il
primo
esito
alla
scuola
di
un
pittore
di
carretti
:
carretti
siciliani
,
alle
cui
decorazioni
nessuna
corruzione
folcloristica
è
mai
riuscita
a
togliere
quella
energia
di
colore
e
quella
dovizia
di
immagini
che
attingono
forza
espressiva
alle
più
remote
e
intime
ispirazioni
dell
'
animo
popolare
,
come
i
canti
dei
lavoratori
siciliani
nei
quali
Guttuso
trovò
altrettanta
poesia
e
affinità
spirituale
da
non
lasciarseli
sfuggire
dalla
mente
.
Egli
stesso
ha
scritto
recentemente
:
«
Contadini
siciliani
che
hanno
nel
mio
cuore
il
primo
posto
perché
io
sono
dei
loro
e
i
cui
volti
mi
vengono
continuamente
davanti
agli
occhi
qualunque
cosa
io
faccia
.
Contadini
siciliani
che
sono
tanta
parte
della
storia
d
'
Italia
e
che
hanno
dato
tanto
contributo
di
sangue
alla
lotta
che
essi
,
sotto
la
guida
della
classe
operaia
,
stanno
sostenendo
per
il
nostro
Paese
,
per
una
Sicilia
indipendente
e
capace
di
rompere
quella
gabbia
di
miseria
,
di
mafia
,
di
feudo
che
la
opprime
da
secoli
,
in
una
Italia
libera
dalle
sue
piaghe
,
indipendente
e
pacifica
.
Il
mio
amore
per
i
contadini
siciliani
è
solidarietà
con
le
loro
lotte
,
è
parte
stessa
,
benché
minima
della
loro
lotta
»
.
A
vent
'
anni
Guttuso
deve
lasciare
la
Sicilia
sottomettendosi
alla
triste
legge
che
regola
,
a
un
determinato
momento
della
loro
vita
,
la
volontà
di
tutti
gli
artisti
e
gli
intellettuali
dell
'
isola
i
quali
intendano
obbedire
alle
loro
esigenze
spirituali
e
affrontare
la
fame
e
la
miseria
per
aprirsi
un
varco
e
una
possibilità
di
sviluppo
.
Così
,
forse
più
dolorosamente
di
tanti
altri
,
Guttuso
si
distaccò
proprio
nel
primo
periodo
della
sua
formazione
d
'
uomo
e
di
artista
dalla
terra
natale
,
dalle
basi
materiali
e
dai
temi
della
sua
più
franca
ispirazione
.
Il
giovane
pittore
Renato
Guttuso
fu
presentato
al
mondo
ufficiale
della
cultura
e
dell
'
arte
da
due
suoi
conterranei
fin
da
allora
molto
lontani
,
l
'
uno
e
l
'
altro
dal
suo
modo
di
intendere
e
di
fare
la
pittura
,
ma
certo
partecipi
per
averla
a
loro
volta
provata
,
della
stessa
esigenza
di
respiro
e
di
evasione
,
della
stessa
volontà
di
rottura
con
l
'
arretrata
cappa
di
piombo
dell
'
isola
:
Pippo
Rizzo
e
Francesco
Trombadori
.
Il
primo
scritto
su
Renato
Guttuso
,
pittore
siciliano
,
apparso
su
un
settimanale
illustrato
a
diffusione
nazionale
è
a
firma
di
quest
'
ultimo
,
nel
1931
.
Ha
inizio
con
questa
data
il
secondo
periodo
della
vita
di
Renato
Guttuso
:
il
periodo
della
esperienza
culturale
contemporanea
nazionale
ed
europea
,
della
conoscenza
diretta
della
organizzazione
culturale
dello
Stato
italiano
e
della
rivolta
consapevole
alle
sue
istituzioni
e
alla
dittatura
ideologica
della
borghesia
.
Egli
viene
contemporaneamente
in
contatto
coi
due
principali
centri
dell
'
attività
artistica
nazionale
:
Roma
e
Milano
.
Mantiene
collegamenti
contemporanei
con
l
'
uno
e
con
l
'
altro
prendendo
parte
entusiasta
e
attiva
alle
più
vive
polemiche
proprio
nel
momento
in
cui
si
sviluppa
e
prende
quota
la
ribellione
dei
giovani
artisti
italiani
contro
il
movimento
novecentista
.
Guttuso
,
che
portò
a
questa
rivolta
uno
dei
contributi
più
importanti
,
era
in
realtà
estraneo
ai
veri
termini
della
polemica
,
non
essendo
le
sue
esigenze
e
i
suoi
problemi
viziati
da
intellettualismo
ed
essendo
autentica
e
naturale
la
sua
disposizione
al
realismo
nella
forma
.
Tuttavia
fra
Roma
e
Milano
Guttuso
scelse
la
seconda
.
Tra
le
diverse
polemiche
contro
il
Novecento
egli
preferì
quella
più
aperta
alle
ricerche
spregiudicate
,
più
legata
alle
esperienze
recenti
dell
'
arte
europea
,
anticlassica
,
e
,
casomai
,
impregnata
di
romanticismo
e
di
disperazione
.
Egli
scelse
,
cioè
,
la
polemica
-
se
si
vuole
-
meno
«
artistica
»
e
più
«
umana
»
.
Una
polemica
dalla
quale
sorse
in
seguito
anche
il
movimento
giovanile
di
Corrente
nel
quale
si
rifletteva
l
'
influenza
della
organica
e
costante
attività
antifascista
che
a
Milano
conducevano
operai
e
intellettuali
d
'
avanguardia
.
Di
particolare
rilievo
è
lo
stretto
legame
d
'
amicizia
e
di
collaborazione
che
si
realizza
in
questi
anni
tra
Guttuso
e
Raffaellino
De
Grada
critico
d
'
arte
e
combattente
antifascista
.
A
Milano
Guttuso
pagò
,
insieme
a
un
drammatico
scotto
alla
fame
e
alla
miseria
,
il
suo
primo
tributo
all
'
equivoco
formalistico
dell
'
arte
moderna
,
attribuendo
anch
'
egli
a
determinate
correnti
di
essa
un
valore
di
novità
e
di
rivolta
che
non
era
precisamente
tale
.
Ma
autentica
era
la
esigenza
di
rivolta
cresciuta
nella
coscienza
del
giovane
pittore
siciliano
il
quale
non
si
accontentò
di
lasciarla
affidata
alle
sue
intenzioni
di
artista
e
volle
affermarla
nella
pratica
abbracciando
la
causa
della
rivoluzione
proletaria
ed
entrando
in
contatto
fin
dal
1935-36
con
la
organizzazione
del
Partito
comunista
italiano
.
Egli
realizzava
così
una
aspirazione
al
combattimento
sociale
e
politico
che
aveva
maturato
fin
dalla
prima
giovinezza
a
contatto
con
i
contadini
siciliani
.
Dopo
la
permanenza
milanese
Guttuso
si
trasferì
a
Roma
dove
fissò
definitivamente
la
sua
dimora
.
L
'
arrivo
a
Roma
non
segna
però
una
svolta
particolare
nella
sua
attività
di
artista
.
Guttuso
porta
da
Milano
a
Roma
l
'
esigenza
di
una
polemica
culturale
più
audace
.
Si
deve
a
lui
se
la
direzione
o
intellettualistica
o
intimista
,
che
stava
prendendo
,
quasi
totalmente
,
la
giovane
generazione
dei
pittori
contrari
alla
retorica
del
'900
,
poté
da
alcuni
essere
abbandonata
in
nome
di
un
più
ampio
e
diretto
impegno
dell
'
artista
nella
lotta
per
l
'
affermazione
della
civiltà
contro
la
barbarie
.
Si
deve
ricordare
che
in
questo
periodo
Guttuso
dipinse
tre
opere
le
quali
segnano
una
tappa
dello
sviluppo
realistico
dell
'
arte
italiana
:
la
Fucilazione
in
campagna
dedicata
a
García
Lorca
per
tutti
i
combattenti
antifascisti
della
guerra
di
Spagna
,
La
Crocefissione
per
la
quale
si
ebbe
il
processo
del
Santo
Uffizio
e
la
delazione
dell
'
Osservatore
Romano
come
pittore
antifascista
e
bolscevizzato
,
la
Fuga
dall
'
Etna
.
In
questo
modo
Guttuso
dava
un
colpo
duro
alla
«
politica
delle
arti
»
del
fascinino
la
quale
superata
la
fase
novecentesca
,
si
disponeva
già
nella
sua
parte
più
astuta
a
indicare
quale
base
esemplare
di
una
nuova
arte
quel
che
del
'900
era
rimasto
più
in
ombra
:
il
morandismo
-
una
pittura
senza
contenuto
umano
,
o
meglio
con
un
contenuto
umano
limitato
ai
confini
di
un
intimismo
che
non
poteva
dare
alla
ideologia
dominante
il
minimo
disturbo
.
A
questa
attività
di
Guttuso
dettero
impulso
e
coraggio
alcuni
giovani
intellettuali
romani
che
mentre
si
opponevano
alle
imperanti
cricche
letterarie
e
filosofiche
,
andavano
organizzandosi
come
corrente
antifascista
e
si
preparavano
a
dare
un
importante
contributo
alla
organizzazione
del
Partito
comunista
nella
capitale
d
'
Italia
:
Antonio
Amendola
,
Paolo
Bufalini
,
Pietro
Ingrao
,
Mario
Alicata
,
Girolamo
Sotgiu
,
Massimo
Aloisi
,
Antonio
Giolitti
,
Marco
Cesarini
,
Fabrizio
Onofri
,
Mario
Socrate
e
il
sottoscritto
.
L
'
appartenenza
organica
di
Guttuso
a
questo
gruppo
,
costituisce
,
a
mio
avviso
,
il
motivo
principale
della
caratterizzazione
di
un
terzo
periodo
della
sua
vita
e
della
sua
attività
di
artista
.
Questo
periodo
ha
inizio
1'8
settembre
'43
.
Guttuso
partecipa
come
volontario
della
libertà
e
come
partigiano
alla
lotta
contro
i
tedeschi
e
contro
i
fascisti
.
Egli
è
tra
i
pochi
artisti
italiani
che
ci
ha
lasciato
di
quel
periodo
una
testimonianza
così
eloquente
,
così
italiana
e
così
drammatica
di
ciò
che
fu
nella
realtà
lo
spirito
della
Resistenza
:
il
quaderno
dei
disegni
dedicata
al
martirio
delle
Fosse
Ardeatine
,
intitolato
Gott
mit
uns
.
Ciò
fu
possibile
per
tre
motivi
principali
:
l
'
appartenenza
sua
al
Partito
comunista
che
fu
all
'
avanguardia
della
lotta
di
liberazione
,
la
concezione
sua
dell
'
arte
che
,
nella
misura
in
cui
gli
avvenimenti
nazionali
diventavano
memorabili
per
la
più
larga
partecipazione
delle
masse
popolari
,
si
dimostrava
viva
,
efficace
,
umana
;
l
'
aver
egli
compreso
che
mentre
gli
uomini
semplici
si
battevano
con
le
armi
,
il
suo
posto
era
al
loro
fianco
e
non
nel
chiuso
dello
studio
a
teorizzare
la
«
autonomia
»
e
la
«
libertà
»
dell
'
arte
,
o
,
al
di
là
delle
linee
,
ad
attendere
la
liberazione
.
Dopo
la
liberazione
Guttuso
porta
avanti
la
ricerca
creativa
sospinto
dall
'
ondata
dei
sentimenti
di
rivolta
e
di
denuncia
dei
mali
della
società
.
Ed
è
proprio
in
questo
periodo
che
egli
paga
il
secondo
tributo
al
formalismo
dell
'
arte
contemporanea
europea
nel
tentativo
di
trovare
una
impossibile
conciliazione
tra
contenuti
nuovi
e
le
cosiddette
scoperte
formali
dell
'
arte
moderna
.
Egli
si
reca
in
Francia
a
più
riprese
,
dove
per
la
prima
volta
,
come
tanti
altri
artisti
italiani
,
può
conoscere
direttamente
i
capolavori
dell
'
Impressionismo
e
le
opere
di
tutti
i
successivi
movimenti
cosiddetti
d
'
avanguardia
dell
'
arte
moderna
.
Ciò
servì
a
confermarlo
nella
esigenza
di
dover
ripercorrere
tutta
intiera
l
'
esperienza
del
più
importante
di
essi
il
cubismo
,
e
in
primo
luogo
quella
del
Picasso
di
Guernica
.
La
prova
maggiore
di
questa
sua
fatica
intellettuale
Guttuso
la
offrì
nella
mostra
personale
della
Galleria
della
Palma
nel
1947
.
Dopo
la
mostra
della
Palma
ha
inizio
il
quarto
periodo
della
vita
e
dell
'
arte
di
Guttuso
:
quello
attuale
.
Nella
vita
,
Guttuso
intensifica
in
questo
periodo
la
sua
attività
politica
.
È
stato
membro
del
primo
Comitato
mondiale
dei
partigiani
della
pace
.
Gli
operai
,
i
contadini
,
e
gli
intellettuali
delegati
al
VII
Congresso
del
Partito
comunista
italiano
lo
hanno
eletto
membro
del
loro
massimo
organo
di
direzione
politica
:
il
Comitato
centrale
.
Nella
sua
arte
va
gradatamente
scomparendo
ogni
residuo
di
formalismo
cubista
e
espressionista
.
Questo
processo
di
chiarificazione
già
pienamente
riscontrabile
nelle
importanti
opere
del
primo
anno
di
Scilla
,
che
furono
esposte
alla
Galleria
del
Secolo
nell
'
autunno
del
1949
,
si
precisa
in
quelle
del
secondo
anno
di
Scilla
(
1950
)
,
nel
quadro
Episodio
della
lotta
dei
braccianti
oggi
a
Mosca
nel
Museo
dei
doni
a
Stalin
,
nell
'
opera
di
grande
respiro
Occupazione
di
terre
incolte
in
Sicilia
che
dette
il
tono
a
tutta
la
partecipazione
del
gruppo
degli
artisti
realisti
italiani
alla
Biennale
veneziana
del
1950
.
Per
la
prima
volta
appaiono
nell
'
arte
italiana
i
lavoratori
in
lotta
.
Proprio
in
questi
giorni
Guttuso
ha
offerto
con
una
esposizione
di
opere
sue
recentissime
un
apprezzabile
saggio
dello
sviluppo
coerente
della
sua
ricerca
realistica
.
Poiché
si
tratta
di
un
vero
e
proprio
passaggio
di
qualità
della
sua
pittura
,
la
quale
raggiunge
in
queste
opere
compiutezza
,
chiarezza
e
drammaticità
formali
,
assolutamente
nuove
,
molti
hanno
creduto
di
poter
dimostrare
come
Guttuso
ha
ancora
una
volta
mutato
,
impazientemente
,
il
suo
indirizzo
e
cambiato
ispirazione
.
A
mio
vedere
questa
osservazione
si
arresta
a
una
superficiale
riflessione
di
tipo
formalistico
.
Guttuso
non
ha
mutato
indirizzo
.
Al
contrario
egli
ha
tenuto
fede
all
'
intima
ragione
della
sua
ricerca
realistica
,
che
è
in
primo
luogo
una
ragione
umana
e
di
lotta
,
quella
che
lo
ha
spinto
a
ricercare
le
sue
immagini
e
i
suoi
temi
nella
realtà
naturale
e
sociale
,
nei
sentimenti
popolari
.
Egli
ha
trovato
per
le
sue
figurazioni
pittoriche
la
più
naturale
e
semplice
delle
espressioni
formali
:
quella
dove
è
oramai
inutile
ricercare
soluzioni
simboliche
o
allegoriche
,
naturalistiche
o
impressionistiche
.
Taluni
hanno
scritto
,
imbarazzati
,
che
Guttuso
è
tornato
a
dipingere
le
cose
come
sono
nella
realtà
(
«
tetti
conte
tetti
,
pomodori
come
pomodori
»
,
ecc
.
)
e
che
tuttavia
egli
non
è
un
semplice
verista
o
naturalista
.
Pochi
però
hanno
cercato
di
dimostrare
il
perché
di
questo
fatto
.
Secondo
me
il
principale
perché
non
può
essere
trovato
soltanto
nei
quadri
esposti
alla
recente
mostra
di
Roma
.
Bisogna
considerare
l
'
opera
di
Guttuso
del
momento
attuale
nel
suo
complesso
,
mettere
i
paesaggi
,
le
nature
morte
,
le
figure
di
questa
mostra
in
rapporto
ai
quadri
di
composizione
che
egli
sta
creando
,
come
lo
Sbarco
dei
Garibaldini
in
Sicilia
,
e
rendersi
conto
come
egli
sia
sempre
più
impegnato
in
una
direzione
dove
disegno
e
colore
si
fondono
in
una
sintesi
originale
che
ha
al
tempo
stesso
le
sue
radici
nell
'
antico
insegnamento
della
pittura
dei
carretti
siciliani
e
nella
tradizione
del
realismo
classico
italiano
che
assegna
alla
figura
umana
la
funzione
superiore
.
Discende
di
qui
a
mio
vedere
il
valore
davvero
«
realistico
»
degli
stessi
paesaggi
,
delle
stesse
nature
morte
,
delle
stesse
isolate
figure
di
certi
quadri
di
Gutuso
,
il
quale
chiaramente
dimostra
di
essere
oramai
organicamente
incapace
di
ritagliare
intellettualisticamente
dalla
realtà
,
come
pretesti
artistici
,
un
secchio
di
pomodori
in
una
casa
contadina
,
o
una
distesa
di
tetti
rusticani
con
un
soffio
di
campagna
in
tondo
,
o
un
taciturno
e
solitario
mangiatore
di
pasta
asciutta
.
Queste
immagini
,
roche
se
rappresentate
isolatamente
tra
la
cornice
di
un
quadro
,
non
sono
più
un
episodio
o
un
frammento
della
realtà
staccati
per
sempre
dalla
vita
,
ma
un
aspetto
della
vili
tutta
intiera
considerata
nell
'
insieme
dei
suoi
rapporti
umani
e
nella
sua
materiale
oggettività
:
il
contrario
esatto
di
ogni
impostazione
accademica
.
Bene
ha
fatto
Guttuso
a
esporre
in
questa
mostra
anche
uno
dei
suoi
quadri
del
1945
:
il
mutilato
che
chiede
l
'
elemosina
.
Se
si
paragona
questa
sua
opera
con
le
più
recenti
,
l
'
elemento
che
subito
colpisce
è
il
totale
distacco
di
Guttuso
dal
modo
di
raffigurare
la
realtà
attraverso
la
proiezione
,
quasi
scenografica
,
di
sentimenti
e
di
osservazioni
portati
dall
'
esterno
,
ricorrendo
alle
forme
e
ai
colori
più
pittoreschi
e
suggestivi
.
L
'
esperienza
di
Guttuso
,
uomo
e
artista
,
sorretta
da
una
volontà
che
ha
reciso
ogni
legame
con
i
vecchi
schemi
dell
'
idealismo
e
delle
concezioni
borghesi
,
è
la
dimostrazione
concreta
che
la
classe
dominante
non
è
più
in
grado
,
in
Italia
,
di
ostacolare
il
progresso
dell
'
arte
moderna
.
Questa
tanto
più
avanza
e
afferma
la
sua
libertà
sulla
strada
del
realismo
,
quanto
più
riesce
a
separare
il
suo
destino
dalle
false
conquiste
del
formalismo
contemporaneo
per
legarsi
alla
aperta
e
cosciente
rappresentazione
dei
sentimenti
e
delle
immagini
del
popolo
.