StampaPeriodica ,
Abbiamo
scartato
nell
'
articolo
introduttivo
alla
prima
tappa
di
questo
viaggio
razziale
il
cosiddetto
razzismo
spirituale
o
spiritualistico
,
come
quello
che
,
sotto
lo
specioso
pretesto
di
tener
lontano
il
concetto
di
razza
e
di
difesa
della
razza
da
ogni
contaminazione
zoologica
,
ne
annebbia
in
realtà
il
significato
fino
al
punto
di
sottometterlo
alla
volontà
del
singolo
e
di
fame
un
valore
soggettivo
.
La
zoologia
è
lontana
dal
razzismo
tanto
quanto
le
bestie
sono
lontane
dall
'
uomo
;
e
chi
teme
una
confusione
fra
razzismo
e
zoologia
o
uno
sconfinamento
del
primo
nella
seconda
,
non
è
evidentemente
troppo
convinto
delle
proprie
prerogative
di
uomo
.
Altri
,
più
accorti
,
non
cadono
nell
'
equivoco
zoologico
:
ma
affermano
che
la
spiritualizzazione
del
razzismo
è
necessaria
a
preservarci
da
un
altro
pericolo
:
quello
di
cadere
in
un
razzismo
puramente
politico
.
Diciamo
subito
che
il
pericolo
non
ci
spaventa
;
anzi
,
ci
attrae
.
Il
razzismo
in
Italia
è
nato
politico
;
è
politico
;
rimarrà
fondamentalmente
politico
.
Come
il
Fascismo
,
di
cui
la
politica
razziale
è
un
aspetto
.
Il
fatto
che
esista
una
dottrina
del
Fascismo
non
deve
trarre
in
inganno
nessuno
.
La
dottrina
esiste
per
la
necessità
che
ha
l
'
uomo
di
trasformare
in
regole
le
proprie
esperienze
di
vita
,
di
risalire
al
permanente
attraverso
il
contingente
;
ma
in
realtà
i
fenomeni
che
si
muovono
,
vitali
,
nel
perenne
fluire
della
Storia
,
non
sono
suscettibili
di
razionali
legami
e
sfuggono
ad
ogni
definizione
precisa
.
La
dottrina
del
Fascismo
non
va
intesa
come
anticipata
canonizzazione
di
tutto
il
Fascismo
,
ma
come
guida
a
meglio
comprendere
le
scaturigini
ideali
e
i
profondi
significati
del
movimento
mussoliniano
.
Così
la
dottrina
del
razzismo
fascista
,
che
noi
non
vogliamo
diminuire
né
svalutare
,
da
qualunque
punto
di
vista
essa
si
sforzi
di
approfondire
il
concetto
di
razza
;
ma
che
non
deve
indurci
,
d
'
altronde
,
a
considerare
il
nostro
razzismo
come
fenomeno
ormai
consegnato
al
tempo
e
tranquillamente
definibile
e
codificabile
.
Il
nostro
razzismo
è
in
atto
.
Non
soltanto
non
ha
esaurito
il
suo
compito
come
troppi
vorrebbero
,
ma
non
ha
neppure
cominciato
ad
espletarlo
in
pieno
.
Siamo
ancora
nella
prima
fase
;
si
costruiscono
le
fondamenta
.
Una
coscienza
razziale
sta
faticosamente
nascendo
in
Italia
;
e
l
'
avverbio
non
è
eccessivo
,
perché
se
da
un
lato
la
nostra
razza
è
tra
le
più
antiche
e
gloriose
e
pure
e
compatte
,
dall
'
altro
l
'
equivoco
dell
'
universalismo
pesa
terribilmente
sulla
nostra
cultura
e
fa
parer
sospetto
tutto
ciò
che
tende
ad
individuarci
rigorosamente
e
a
darci
una
gelosa
coscienza
nazionale
.
È
una
lotta
assai
simile
a
quella
che
in
un
altro
campo
il
Fascismo
ha
sostenuto
per
rendere
popolare
il
concetto
di
Autarchia
;
ma
più
difficile
,
perché
i
vantaggi
materiali
della
Autarchia
e
i
pericoli
della
soggezione
economica
all
'
estero
specie
dopo
l
'
esperimento
sanzionista
sono
assai
più
chiaramente
e
immediatamente
percepibili
dei
vantaggi
di
una
netta
individualità
razziale
e
dei
pericoli
di
una
,
sia
pur
parziale
e
dissimulata
,
dipendenza
da
altre
razze
.
Eppure
,
il
problema
è
unico
.
La
difesa
della
razza
è
una
forma
di
autarchia
,
anzi
,
è
l
'
autarchia
delle
autarchie
;
e
l
'
autarchia
si
risolve
in
un
potenziamento
di
tutti
i
mezzi
atti
a
difendere
la
razza
.
Non
si
può
seriamente
dire
ad
un
popolo
:
"
Basta
a
te
stesso
"
se
non
gli
si
è
detto
:
"
Sii
te
stesso
!
"
;
non
si
può
conquistare
in
pieno
la
propria
personalità
fisica
,
morale
e
spirituale
,
che
è
quanto
dire
la
propria
razza
,
se
non
si
posseggono
i
mezzi
per
difendere
tale
personalità
da
ogni
assalto
esteriore
.
Chi
insiste
nel
sostenere
che
il
razzismo
italiano
è
una
merce
d
'
importazione
,
dovrebbe
riflettere
a
questa
complementarietà
fra
difesa
razziale
e
potenziamento
autarchico
della
Nazione
:
il
razzismo
non
può
essere
che
originale
,
anzi
è
per
definizione
l
'
originalità
stessa
,
e
si
risolve
in
un
progressivo
irrobustirsi
delle
radici
dell
'
individuo
e
della
Nazione
e
nell
'
inesorabile
lotta
contro
ogni
specie
di
parassiti
.
Si
pensi
al
parassitismo
ebraico
:
il
primo
nemico
della
battaglia
razziale
come
di
quella
autarchica
;
il
nemico
più
pericoloso
perché
internazionalmente
organizzato
e
fornito
delle
armi
meglio
dissimulate
.
Ci
si
ricordi
che
la
più
vasta
congiura
ordita
per
strangolare
la
razza
italiana
la
congiura
sanzionista
nacque
proprio
sul
terreno
economico
,
ebbe
gli
ebrei
per
principali
artefici
e
suscitò
la
meravigliosa
reazione
autarchica
.
C
'
è
,
come
si
diceva
,
il
pregiudizio
universalistico
.
L
'
universalismo
,
a
parere
di
molti
,
sarebbe
la
nostra
grandezza
;
buttandolo
alle
ortiche
,
noi
rinnegheremmo
la
parte
migliore
delle
nostre
tradizioni
.
Quali
tradizioni
?
Se
veramente
gloriose
,
esse
si
possono
ricondurre
sostanzialmente
ad
una
:
la
tradizione
di
Roma
.
Roma
fu
ed
è
universale
;
ma
lo
fu
e
lo
è
in
modo
attivo
,
riempiendo
di
sé
,
dei
suoi
soldati
o
della
sua
fede
o
del
suo
diritto
o
della
sua
dottrina
politica
e
sociale
,
l
'
universo
intero
.
Ciò
non
contrasta
affatto
con
la
coscienza
di
razza
,
anzi
,
è
la
sublimazione
di
tale
coscienza
,
che
tanto
si
potenzia
da
attrarre
a
sé
e
a
sé
sottoporre
,
senza
menomare
la
propria
individualità
,
le
espressioni
civili
delle
altre
razze
.
Così
come
l
'
autarchia
non
è
in
contrasto
con
l
'
esportazione
,
anzi
,
tende
in
ultima
analisi
ad
accrescerla
.
Ma
i
signori
universalisti
non
sognano
purtroppo
l
'
Italia
integra
e
quadrata
delle
legioni
o
dei
Santi
,
ma
una
Italia
-
bordello
,
in
cui
sia
possibile
albergare
cortesemente
i
più
noti
cialtroni
dell
'
antifascismo
internazionale
,
proteggendoli
sotto
l
'
usbergo
di
una
cultura
che
si
sottrae
ad
ogni
determinazione
nazionale
e
razziale
;
gli
universalisti
sognano
le
conversazioni
da
salotto
della
marchesa
X
o
della
baronessa
Y
,
come
alcune
signore
sognano
il
cappellino
di
Parigi
o
il
tessuto
di
Londra
.
Del
resto
,
questa
piaga
è
ben
nota
.
Nel
'700
,
come
nell'800
,
come
nel
'900
,
in
arte
come
in
letteratura
come
in
politica
,
coloro
che
si
son
voluti
spacciare
per
moderni
si
sono
beati
di
universalismo
o
di
cosmopolitismo
,
come
si
preferiva
dire
una
volta
.
Bisognerebbe
riesumare
le
frustate
del
Baretti
,
ma
sarebbe
troppo
onore
,
poiché
egli
combatteva
almeno
contro
gente
fornita
di
vasta
e
solida
cultura
;
mentre
gli
universalisti
del
giorno
d
'
oggi
non
hanno
di
universale
che
l
'
ignoranza
.
Essere
razzisti
significa
essere
Italiani
;
e
non
v
'
è
modo
migliore
di
esserlo
di
quello
che
lavorare
per
l
'
Italia
.
I
migliori
razzisti
sono
i
contadini
,
gli
operai
,
coloro
che
quotidianamente
hanno
il
privilegio
di
misurare
,
nella
fatica
delle
proprie
braccia
,
la
faticosa
ascesa
del
lavoro
italiano
.
I
migliori
razzisti
sono
soprattutto
i
coloni
e
gli
operai
delle
città
volute
e
fondate
da
Mussolini
,
delle
città
autarchiche
per
eccellenza
.
Studiammo
,
la
volta
scorsa
,
la
nuova
razza
che
,
sotto
l
'
auspicio
mussoliniano
,
sta
sorgendo
nell
'
Agro
Pontino
;
ci
accingiamo
adesso
a
studiare
la
nuova
razza
di
Arsia
,
la
città
del
carbone
.
Studiare
è
mal
detto
;
si
tratta
di
contemplare
e
di
sentire
.
È
un
mondo
nuovo
che
sorge
attorno
a
noi
;
nuovo
e
antico
,
come
l
'
Italia
.
È
il
trionfo
del
lavoro
ed
è
al
tempo
stesso
il
sovvertimento
del
concetto
di
lavoro
lasciatoci
,
in
triste
e
malsano
retaggio
,
dall
'
Ottocento
.
Il
problema
sociale
,
la
lotta
di
classe
,
i
sacri
diritti
:
vocaboli
vuoti
di
senso
.
Qui
c
'
è
soltanto
una
razza
che
ha
ritrovato
se
stessa
,
che
vuol
bastare
a
se
stessa
,
che
lavora
per
la
propria
vita
e
la
propria
grandezza
.
Nel
solco
tracciato
dall
'
aratro
come
nelle
anfrattuosità
che
la
perforatrice
va
duramente
esplorando
,
è
il
seme
:
il
lavoro
.
E
questa
è
la
vera
Italia
.