StampaPeriodica ,
Per
i
corridoi
interminabili
,
per
le
gallerie
silenziose
,
nelle
sale
sconfinate
e
lussuose
come
quelle
di
un
casinò
internazionale
,
qualcuno
si
muove
.
Assemblee
generali
,
commissioni
,
sottocommissioni
,
comitati
di
esperti
,
signori
distinti
e
cerimoniosi
come
in
una
festa
,
vanno
,
vengono
,
si
radunano
,
discutono
,
deliberano
,
votano
:
lavorano
.
Alla
fine
della
giornata
bollettini
ufficiali
vengono
affissi
,
ove
si
ricorda
,
si
afferma
,
si
deplora
,
si
augura
,
si
fa
appello
,
si
raccomanda
tutto
ciò
che
i
governi
ed
i
popoli
sanno
ormai
a
memoria
.
C
'
è
nell
'
aria
un
senso
di
religioso
e
di
fatale
;
gli
stessi
bollettini
sembrano
referti
medici
.
Già
:
la
grande
Ammalata
,
la
Pace
,
agonizza
.
I
delegati
,
i
tecnici
,
i
commissari
s
'
agitano
intorno
ad
essa
nell
annoso
tentativo
di
trovare
un
rimedio
,
una
soluzione
,
un
decotto
nuovo
.
Ma
ogni
palliativo
peggiora
la
situazione
,
che
s
aggrava
e
precipita
.
Il
mondo
,
convenuto
a
Ginevra
,
discute
,
temporeggia
,
rimanda
,
ma
non
si
mette
d
accordo
.
I
patti
,
i
trattati
,
in
balia
dell
'
arbitrio
dei
governi
,
non
sono
più
che
vane
tavole
di
salvezza
,
cui
è
ormai
irrisorio
attaccarsi
nell
'
imminenza
della
tempesta
.
Si
è
già
cominciato
il
gioco
di
"
chi
li
ha
violati
prima
"
:
per
quanto
sicuri
dei
principi
infatti
ci
si
vuole
scaricare
delle
responsabilità
di
fronte
all
'
eventualità
di
un
conflitto
.
"
Gli
enormi
armamenti
diceva
sei
anni
prima
del
'14
Asquith
non
si
accumulano
per
mero
ornamento
o
per
svago
,
bensì
per
farne
uso
nel
momento
dato
,
forse
in
uno
scoppio
casuale
di
istinti
irragionevoli
.
"
Come
allora
,
oggi
gli
armamenti
sono
stratosferici
,
né
si
può
dire
abbiano
raggiunto
un
limite
:
e
come
allora
accadde
,
forse
anche
oggi
essi
non
rimarranno
"
un
ornamento
o
uno
svago
.
"
La
guerra
potrà
scoppiare
:
all
'
ultim
'
ora
la
diplomazia
e
la
stampa
troveranno
buoni
argomenti
per
elettrizzare
i
popoli
:
altri
Jaurès
cadranno
per
mano
assassina
nel
momento
di
dire
parole
di
pace
e
d
'
amore
;
altri
Berchtold
e
altri
trafficatori
faranno
sì
che
gli
sforzi
dei
mediatori
e
dei
ragionevoli
giungano
troppo
tardi
,
che
l
'
ingranaggio
delle
mobilitazioni
non
possa
più
,
per
ragioni
tecniche
,
esser
fermato
,
che
i
generali
abbiano
il
sopravvento
sui
governatori
.
E
gli
dei
di
tutte
le
patrie
faranno
sentire
,
coi
primi
rombi
del
cannone
,
le
loro
voci
solidali
ai
fedeli
di
tutte
le
patrie
.
E
i
popoli
torneranno
a
sbranarsi
:
il
gran
mostro
nero
delle
ore
tremende
picchierà
a
destra
e
a
manca
,
gli
aggressori
e
gli
aggrediti
,
i
colpevoli
e
i
giusti
,
gli
uomini
di
tutte
le
patrie
e
quelli
che
,
a
strage
compiuta
,
resteranno
senza
Patria
.
Poi
chi
avrà
perso
una
gamba
e
chi
un
affare
,
chi
un
figlio
e
chi
una
partita
di
titoli
la
vita
ricomincerà
;
e
con
essa
il
gioco
delle
cancellerie
e
quello
delle
borse
:
i
leaders
narcotizzeranno
i
popoli
con
parole
di
pace
e
le
azioni
delle
industrie
pesanti
saliranno
di
nuovo
.
Ma
non
per
molto
tempo
.
Dopo
che
il
libero
consesso
dei
popoli
,
riunito
in
seduta
plenaria
,
avrà
decretato
,
nell
'
interesse
dei
medesimi
,
la
necessità
della
guerra
,
dopo
la
guerra
,
i
superstiti
si
guarderanno
in
viso
,
cercando
il
vincitore
.
Ma
il
vincitore
non
ci
sarà
.
Vincitore
di
tutto
,
assoluto
,
sarà
quel
qualcuno
che
probabilmente
sarà
rimasto
estraneo
al
conflitto
,
quel
qualcuno
che
,
senza
bandiere
,
dietro
le
quinte
avrà
assistito
e
aspettato
,
dando
a
questo
e
a
quello
un
aiuto
o
una
spinta
e
che
,
quando
tutti
saranno
esauriti
,
sfiduciati
,
esasperati
,
sarà
entrato
in
scena
e
avrà
intonato
il
"
galop
"
finale
a
tempo
di
internazionale
:
e
quel
qualcuno
sarà
il
comunismo
.
Se
Ginevra
,
attraverso
un
'
elaborazione
di
quindici
anni
,
ha
preparato
i
cinque
atti
della
tragedia
e
ci
appressiamo
al
terzo
Mosca
da
venti
anni
aspetta
il
momento
di
recitare
il
dramma
satiresco
che
allieterà
il
pubblico
stanco
.
E
anche
esso
sarà
figlio
di
Ginevra
;
sarà
il
frutto
di
una
sistematica
societaria
,
basata
sulla
malafede
e
sull
'
intrigo
,
sul
diritto
del
più
forte
e
sulla
supremazia
dei
popoli
ricchi
sui
poveri
,
degli
abbienti
sui
non
abbienti
,
dei
coloniali
sui
non
coloniali
.
Anche
questo
sarà
voluto
da
Ginevra
,
che
sul
principio
grandioso
ed
eterno
della
pace
perpetua
,
fa
vivere
la
propria
insufficienza
materiale
,
morale
e
giuridica
.
Il
Komintern
lavora
a
tutto
vapore
.
Con
i
suoi
agenti
segreti
entra
in
tutte
le
fortezze
,
dall
'
esercito
al
proletario
,
dal
nobiluccio
sifilitico
che
vuoi
affogare
la
sua
prosàpia
di
dieci
generazioni
di
potentato
in
un
bagno
di
umanitarismo
isterico
,
al
figlio
di
nessuno
che
sogna
di
poter
riposare
il
suo
corpo
travagliato
dai
sonni
negli
angiporti
e
nelle
sentine
sociali
in
un
letto
di
principessa
.
Lavora
e
con
le
sue
complesse
file
di
propagandisti
e
di
agitatori
si
spinge
ovunque
ci
sia
una
rivolta
da
fomentare
,
una
situazione
politica
incerta
da
sfruttare
,
un
governo
fiacco
da
far
capitolare
:
dalla
Cina
all
'
America
del
sud
,
dai
vecchi
popoli
di
razza
bianca
,
ai
giovanissimi
di
colore
,
che
,
senza
tradizioni
e
senza
esperienze
,
si
buttano
nelle
braccia
della
nuova
dottrina
con
l
'
impulsività
e
l
'
inconsideratezza
dei
ventenni
.
Ci
sono
paesi
più
vicini
all
'U.R.S.S
.
o
più
specialmente
minati
che
sanno
qualcosa
di
questa
propaganda
che
irretisce
il
mondo
nelle
sue
file
sottili
ed
invisibili
:
la
Polonia
,
la
Cecoslovacchia
,
l
'
Uruguay
;
la
Germania
stessa
,
che
attraverso
le
dichiarazioni
ufficiali
dei
suoi
ministri
ci
dà
il
segno
dell
'
incubo
sotto
il
quale
si
trova
.
E
Mosca
non
aspetta
che
la
guerra
per
compiere
il
suo
piano
che
è
esplicito
e
inequivocabile
...
Ma
per
fortuna
loro
e
nostra
,
sopratutto
,
c
'
è
un
altro
polo
nel
mondo
che
ha
il
suo
peso
e
la
sua
funzione
vieppiù
importante
:
Roma
.
E
Roma
è
contro
Ginevra
e
contro
Mosca
.
La
dottrina
di
Roma
è
lungi
dal
pacifismo
quacquero
e
mendace
dei
vescovi
anglicani
e
lungi
dallo
statalismo
internazionalista
dei
dirigenti
bolscevici
.
Roma
è
per
la
giustizia
sociale
e
internazionale
:
delle
classi
e
dei
popoli
.
Non
avendo
paura
della
guerra
essa
vuole
onestamente
e
virilmente
la
pace
;
e
,
perché
sicura
e
duratura
,
la
vuole
basata
sul
diritto
.
Per
questo
è
revisionista
;
per
questo
è
con
quei
popoli
che
aspirano
alla
propria
indipendenza
;
sia
essa
nazionale
,
politica
,
economica
o
morale
;
si
chiamino
essi
egiziani
,
siriani
,
ungheresi
o
spagnuoli
.
E
la
pace
di
Roma
non
è
una
pace
pregiudiziale
;
è
la
vera
pace
:
quella
che
non
si
accetta
o
si
subisce
,
ma
si
conquista
...
Pace
e
collaborazione
di
popoli
:
questo
vuole
Roma
.
E
se
ci
deve
essere
una
guerra
,
Roma
farà
la
guerra
definitiva
della
giustizia
,
farà
la
guerra
che
porrà
fine
ai
compromessi
e
al
regime
dell
'
equilibrio
;
farà
la
guerra
che
ponendo
i
popoli
su
un
piano
di
diritto
e
di
equità
renderà
possibile
la
loro
convivenza
pacifica
e
cordiale
.
E
solo
un
'
Europa
fascista
potrà
scongiurare
il
pericolo
che
la
minaccia
:
il
comunismo
.