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VESTIRE ALLA FASCISTA ( SALVORI FRANCESCO , 1934 )
StampaPeriodica ,
Il momento ed il terreno per lanciare un nuovo tipo di abbigliamento maschile ( l ’ abbigliamento del XX secolo fascista e romano ) è ormai abbastanza preparato . Ora bisogna dunque tentare e , sopratutto , cominciare . Non abbiamo noi la pretesa né di presentare dei figurini né di lanciare concrete proposte anche nei dettagli . Sono , queste , cose che non si possono realizzare che dopo uno studio generale e comune fra tutti i sarti e tutti gli artisti che di moda si interessano . Stivaloni o pantaloni lunghi ? Giacche a un petto o a due petti ? Colori accesi oppure colori smorti ? Cappelli con ala o con visiera ? Caschi o berretti ? Ripetiamo : questo non è affar nostro . Si tenti e , sopratutto , si cominci a " sborghesire " gli attuali indumenti e a dar loro quel senso moderno ed attuale della nuova epoca che poco prima ci siamo sforzati di esprimere . A noi preme invece un ' altra cosa . Noi viviamo in un ' epoca corporativa , la quale è un ' epoca di militarizzazione permanente civile . Tutti i cittadini sono divisi in organizzazioni e categorie a seconda della professione che esercitano . Con un tipo di abito alla militare si potrebbero , su esso , applicare i distintivi od i colori della rispettiva arte cui ognuno appartiene . Anche nella vita privata e comune , anche nelle cose esteriori la nuova organizzazione politica e sociale del Fascismo troverebbe così la sua armonica e completa applicazione e il popolo si sentirebbe inquadrato in maniera più forte e formale , sempre dominato ( ciò che più importa ) da una severa legge di disciplina , di autocontrollo e di onore che , con l ' abito borghese , manca quasi del tutto . In maniera più fluida ed acuta penetrerebbe nelle vene di ciascun uomo un maggior amore per la propria professione , un più spiccato senso di solidarietà ed una più intima comprensione che la vita è disciplina e " clima duro . " Questa , della distinzione continua e formale sugli abiti dell ' arte o mestiere cui si appartiene , non è una novità . Se non erriamo , anche in antico , all ' epoca delle corporazioni comunali , ogni arte e professione aveva una sua speciale maniera di distinguersi con l ' abbigliamento ; distinzione magari espressa da un colore o da una particolare foggia dell ' abito o del berretto . Lo speziale era sempre distinguibile dall ' uomo di penna , il magistrato dal mercante e lo studente dal giovane già entrato in una carriera . Un ' altra cosa ancora . Il P . N . F . , con una recente deliberazione , ha istituito la divisa invernale del fascista . L ' esigere da tutti obbedienza a questa disposizione è cosa piuttosto difficile perché urtante con difficoltà di ordine finanziario . Facendo venire di moda un abbigliamento rispondente alle peculiari caratteristiche della nuova epoca , la divisa sarebbe già bella e pronta e non resterebbe che far aggiungere uno speciale distintivo e , per i gerarchi , il segno del loro grado . Opinioni ? Idee azzardate ? Può anche darsi . Distintivi di divisa e di corporazione o sindacato sono tutte cose secondarie . L ' essenziale è , invece , che la moda cambi , che si evolva , che si avvicini , si impersoni e si identifichi con la nuova epoca che noi Italiani abbiamo inaugurato ed esportato . Il popolo e l ' umanità hanno bisogno di questa evoluzione ed assai più di quello che a prima vista non lo si creda . L ' uomo checché se ne dica è schiavo del suo abito . L ' abito lo domina : e lo domina e lo plasma secondo il carattere da esso abito espresso . Lo ambienta infine a sé medesimo ; basta osservare il contegno , lo spirito ed il passo dello stesso uomo oggi in borghese e domani in divisa , vestito da passeggio oppure da sera . Gli italiani nuovi devono vivere come gli eroi ; se non tutti con i loro gesti magnanimi il che è impossibile almeno con i loro pensieri e con i loro desideri . Essere cioè eroi almeno con lo stile , il quale molto spesso è l ' anticamera della sostanza ...