Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
StampaPeriodica ,
Dal camerata Carmelo Dinaro , del G.U.F. di Reggio Calabria , riceviamo questo scritto che insiste sull ' abolizione del " don , " proposta da Francesco Clarizia , nel numero di gennaio : " Il ' don ' è usato nell ' Italia meridionale in tutta , purtroppo , e non in qualche zona ed è stato dato ad una certa categoria di persone : sparuti signorotti del prefascismo , nebulosi avanzi di medioevo il più delle volte analfabeti quia nobiles , i quali non avendo altro titolo nella vita rivendicano a sé e con che boria ! quello strascico servile di tempi umili e malinconici . " Ogni Italiano della nuova èra sa quanto servilismo nasconde quel 'don.' C ' è la sottomissione del popolo lavoratore al pallido signore che è quasi sempre se è riuscito a strapparsi il diritto di indossare la camicia nera fascista tiepido , moderato , borghese , piagnone , sognatore solitario e buffo di tempi migliori . " Il Fascismo ha rinnovato persino l ' aria delle nostre campagne . È giusto che risollevi definitivamente le schiere dei nostri lavoratori curve di quotidiano , duro lavoro ; è giusto che , come ha sostituito alla scappellata e all ' inchino più o meno settecentesco il saluto romano dignitoso ed ' igienico , ' bandisca dal linguaggio giornaliero le forme che tradiscono una coscienza servile , anacronistica e indegna . Il superstite , malinconico signorotto anziché pretendere l ' ossequio del ' don ' deve arrossire di vergogna dinanzi alle mani incallite d ' un rurale . E deve sentire infine e capire che nella sana vita contemporanea ha diritto al rispetto e all ' ossequio solo chi con più coscienza e più tenacia lavora . Una sola nobiltà si può comprendere oggi e giustificare : la nobiltà del lavoro , sotto ogni forma . Da questa nobiltà , e solo da questa , sorge ogni valore spirituale ed umano . "