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ORO, METALLO IGNOBILE ( PAVESE ROBERTO , 1939 )
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Il denaro è certamente una vecchia invenzione , tanto vecchia che pochi son disposti a credere se ne possa fare a meno . Si riconoscono , è vero , i suoi difetti : tutti sanno quanti mali derivino dall ' averne voluto fare a poco a poco il fine , invece che il mezzo ; tuttavia si vuoi concludere che non è l ' oro che bisogna abolire , ma il regno dell ' oro . Orbene , io sostengo che è proprio l ' oro che deve essere abolito ... È l ' oro che corrompe e non si corrompe che imbosca le merci , congela gli scambi , prepara l ' artificio degli alti prezzi , favorisce la tesaurizzazione , la speculazione sulle valute , aumenta la miseria delle classi diseredate , riduce il potere d ' acquisto , la capacità dei mercati , la produzione e determina una crescente disoccupazione . Sopprimere l ' oro ed i suoi equivalenti significa impedire che le zanzare giudaiche pungano e dissanguino le braccia dei lavoratori ; significa impedire che in pieno secolo XX una più raffinata schiavitù sia favorita da una minoranza di vampiri che continua a satollarsi sulle carni sudate e fameliche della restante umanità ; significa impedire gli arbitrari accumuli di valori ( le mercanzie si conservano e si nascondono meno bene dell ' oro ) , smascherare gli ingordi e saziare i bisognosi , significa accorciare automaticamente le distanze sociali , perché ciascuno avrebbe tanto di beni materiali quanto le sue braccia di lavoratore possono portare . Abolire l ' oro significa curare una volta per sempre l ' obesità dei popoli ricchi e sfaccendati e rimpolpare quelli poveri e sfaticati : invertire dunque l ' attuale rapporto di potenza . L ' Italia proletaria e lavoratrice a nessuno sarebbe seconda . Rinneghiamo l ' oro , avviamoci a dichiararlo moneta fuori corso , noi che ne abbiamo una più valida e viva . Togliamo all ' avversario il vantaggio della scelta delle armi . Facciamolo questo miracolo ! Non è questione che di lavoro , di tenacia , di fede . Dieci , venti anni al massimo , di regime autarchico potranno condurre le Nazioni proletarie ad imporre al mondo la valuta del lavoro e dichiarar cessata ogni altra valuta . Ciò che una sola Nazione difficilmente potrebbe fare , dato che ogni autarchia vuole un minimo di materie prime , può fare un blocco di Stati fascisti , con le possibilità di compenso che esso offre . Sarà questo blocco a stringere nella morsa del lavoro fascista le vecchie economie sfruttatrici , fino a disarmarle ed obbligarle a rendere il maltolto . Vorremmo essere così stolti da continuare a sottoscrivere ad un ' economia inventata per strozzarci ? Da rinunciare a far uso delle nostre armi , delle armi del lavoro che sappiamo così solidamente impugnare , per lottare proprio con le armi dell ' avversario , ch ' esso possiede in copia dieci volte maggiore ? ... La Rivoluzione non vuole i mezzi termini : il Fascismo è il grande reagente che risolverà tutti i vecchi nodi , tutti i grumi e le incrostazioni della storia e del pensiero . Anche l ' oro è uno di codesti grumi . Togliamolo di mezzo , se vogliamo che il nostro organismo economico non ne resti intossicato . Non si è già iniziato il sistema dello scambio diretto di materie prime , tra gli Stati ? Perché non dovrebbe generalizzarsi , almeno negli scambi tra gli Stati , questo sistema di pagare la roba con la roba ? Tra i privati poi vi sarebbe , se non altro , il vantaggio di eliminare , almeno per metà , i parassiti del mediatorato , che interverrebbero una volta sola , per un unico atto di compravendita , invece che due volte , una per vendere , l ' altra per comprare . Anche questo , di favorire , tra il produttore ed il consumatore , l ' eliminazione dell ' intermediario , non sarebbe l ' ultimo vantaggio dell ' abolizione , o almeno della limitazione , dell ' uso del denaro .