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MUSSOLINI AVIATORE ( REDAELLI CESARE , 1934 )
StampaPeriodica ,
Nel luglio 1920 ebbi la fortuna di vedermi presentare il professore Mussolini ... Egli intende volare , vuole subito inscriversi alla scuola di pilotaggio da me diretta ad Arcore . Il 20 luglio hanno inizio le lezioni : fra le correzioni e i consigli per poter vincere le contrarietà degli elementi atmosferici alternavamo anche discussioni di carattere politico e dai suoi discorsi non potevo che restar preso dalla sua generosità , dal gran senso di comprensione dei bisogni del popolo italiano , dalla commozione e riconoscenza ch ' Egli provava per i caduti dell ' ultima guerra . I progressi del mio Allievo mi stupivano : sempre ansioso di conoscere , mai distratto , con una forza d ' attenzione superiore ad ogni altra . Ne è prova la lezione sul magnete . Gli chiesi se , sapendo già guidare l ' automobile , conoscesse il magnete . La risposta fu negativa . Presi un magnete , lo smontai e glie ne descrissi ogni pezzo . Benito Mussolini ritornò dopo una settimana senza aver avuto il tempo di pensare all ' argomento . Alle mie domande di parlarmi dell ' ultima lezione così come se ne ricordava , quale non fu la mia meraviglia nel sentire il mio eccezionale Allievo ripetere la descrizione esatta e il funzionamento preciso dei singoli pezzi del magnete . Un ' altra volta venne al campo accompagnato da un ardito . Aveva premura perché ad una data ora doveva allontanarsi per un duello . Gli feci subito la mia lezione : anche quel giorno mi serbava una sorpresa ; mai Egli si era dimostrato tanto pronto , tanto abile . Il pensiero di misurarsi con un altro uomo armato Lo eccitava , rendendolo oltremodo lucido e sveglio . Sul campo Egli portava sempre la sua innata vivacità che si manifestava in subitanee risoluzioni . Anche coloro che gli erano ostili sentivano il fascino della sua superiorità . Ormai era corsa la voce che Benito Mussolini veniva ad Arcore per le lezioni di volo e i nemici scelsero questo luogo per un attentato di ostilità . Si sparpagliarono per il campo coll ' intenzione di impedire qualsiasi decollo . Si cercò di persuadere ; visto inutile si passò ai fatti , ma questi provocarono una reazione pericolosa . Immediatamente fummo oggetto di una sassaiuola furiosa da metterci in serio pericolo . L ' impotenza a difenderci mi toglie il lume della ragione : preso da un ' ira sorda , una forza terribile mi pervade e mi spinge ad agire . Entro nell ' hangar aperto e balzo sull ' apparecchio ; lo tengo con fermezza ad una quota minima . Sento il colpo di un sasso sull ' ala . Punto deciso sulle persone e mi lancio ad una diabolica caccia all ' uomo . I tristi si sbandano terrorizzati : chi si getta nel fosso , chi contro la siepe , chi verso gli hangar ; fu una fuga pazza che lasciò il campo completamente sgombro . All ' approssimarsi del doloroso anniversario di Tullo Morgagni , Mussolini che era ormai progredito nelle lezioni di doppio comando mi chiese se era possibile andare col mio apparecchio sino a Verona per la commemorazione dei diciassette caduti . Egli voleva con questo volo reagire contro i negatori dell ' aviazione italiana . Lo assicurai e la partenza fu decisa . Il viaggio fu difficile per il vento contrario . Ricorderò sempre il gesto di Mussolini nel gettare un fascio di fiori sulla lapide dei Caduti del 2 agosto 1919 . L ' amico , il collega voleva onorare le vittime con un atto di solidarietà , percorrendo la stessa rotta che a loro era costata la vita , per dimostrare a tutti gli Italiani che un disgraziato incidente non doveva costituire l ' arresto dell ' ala italiana , ma un doloroso sacrificio inevitabile in tutte le conquiste , in tutte le ascese umane . Durante la semplice e commovente commemorazione Mussolini mi volle sempre con sé e allora mi raccontò che un caso fortuito lo aveva trattenuto all ' ultima ora dal prendere parte al tragico volo . Nel marzo 1921 una sgradita sorpresa ci era riservata per un atto di sabotaggio compiuto da ignoti malfattori . Dopo un primo felice volo il mio eccezionale Allievo stava compiendo il secondo quando m ' accorgo che il regime del motore si abbassa ; gli strappo i comandi di mano tentando di compiere un viraggio , ma l ’ apparecchio scivola incastrandosi nel terreno con l ' estremità dell ' ala sinistra e col motore . Mi alzo semintontito con una sola preoccupazione : Lui . Il timore che ho sul suo conto si aggrava quando lo vedo col volto rigato di sangue . Ha una ferita alla fronte e al ginocchio . Potei poi verificare la causa dell ' incidente : una delle tubazioni di passaggio dell ' acqua dal radiatore al motore , era otturata con un fiore di pino . Dei vili avevano corrotto il personale addetto alla manutenzione degli apparecchi procurando il doloroso incidente . Questo pericolo non affievolì l ' entusiasmo di Mussolini al volo , ma Egli ritornò ad Arcore e spaziò ancora nei cieli dimostrando quella forza e tenacia , quell ' ardimento e quella fermezza , quello sprezzo del pericolo senza cui non è possibile intraprendere nessuna opera audace . E come sempre , anche allora attuò il suo motto sul modo di servire la patria , e cioè : " Fare della vita un ' ininterrotta severa milizia , amare il rischio con le sue incognite , il pericolo con le sue seduzioni , la solitudine coi suoi silenzi che pongono finalmente l ' uomo a contatto con l ’ essenziale e l 'eterno." Parole che risvegliano echi lontani e che troveranno nella gioventù nuova non solo la piena approvazione e l ' intera comprensione , ma anelito febbrile per essere concretate in opere di vita , per una continua ascesa verso la potenza , il progresso e la conquista .