StampaPeriodica ,
Nel
luglio
1920
ebbi
la
fortuna
di
vedermi
presentare
il
professore
Mussolini
...
Egli
intende
volare
,
vuole
subito
inscriversi
alla
scuola
di
pilotaggio
da
me
diretta
ad
Arcore
.
Il
20
luglio
hanno
inizio
le
lezioni
:
fra
le
correzioni
e
i
consigli
per
poter
vincere
le
contrarietà
degli
elementi
atmosferici
alternavamo
anche
discussioni
di
carattere
politico
e
dai
suoi
discorsi
non
potevo
che
restar
preso
dalla
sua
generosità
,
dal
gran
senso
di
comprensione
dei
bisogni
del
popolo
italiano
,
dalla
commozione
e
riconoscenza
ch
'
Egli
provava
per
i
caduti
dell
'
ultima
guerra
.
I
progressi
del
mio
Allievo
mi
stupivano
:
sempre
ansioso
di
conoscere
,
mai
distratto
,
con
una
forza
d
'
attenzione
superiore
ad
ogni
altra
.
Ne
è
prova
la
lezione
sul
magnete
.
Gli
chiesi
se
,
sapendo
già
guidare
l
'
automobile
,
conoscesse
il
magnete
.
La
risposta
fu
negativa
.
Presi
un
magnete
,
lo
smontai
e
glie
ne
descrissi
ogni
pezzo
.
Benito
Mussolini
ritornò
dopo
una
settimana
senza
aver
avuto
il
tempo
di
pensare
all
'
argomento
.
Alle
mie
domande
di
parlarmi
dell
'
ultima
lezione
così
come
se
ne
ricordava
,
quale
non
fu
la
mia
meraviglia
nel
sentire
il
mio
eccezionale
Allievo
ripetere
la
descrizione
esatta
e
il
funzionamento
preciso
dei
singoli
pezzi
del
magnete
.
Un
'
altra
volta
venne
al
campo
accompagnato
da
un
ardito
.
Aveva
premura
perché
ad
una
data
ora
doveva
allontanarsi
per
un
duello
.
Gli
feci
subito
la
mia
lezione
:
anche
quel
giorno
mi
serbava
una
sorpresa
;
mai
Egli
si
era
dimostrato
tanto
pronto
,
tanto
abile
.
Il
pensiero
di
misurarsi
con
un
altro
uomo
armato
Lo
eccitava
,
rendendolo
oltremodo
lucido
e
sveglio
.
Sul
campo
Egli
portava
sempre
la
sua
innata
vivacità
che
si
manifestava
in
subitanee
risoluzioni
.
Anche
coloro
che
gli
erano
ostili
sentivano
il
fascino
della
sua
superiorità
.
Ormai
era
corsa
la
voce
che
Benito
Mussolini
veniva
ad
Arcore
per
le
lezioni
di
volo
e
i
nemici
scelsero
questo
luogo
per
un
attentato
di
ostilità
.
Si
sparpagliarono
per
il
campo
coll
'
intenzione
di
impedire
qualsiasi
decollo
.
Si
cercò
di
persuadere
;
visto
inutile
si
passò
ai
fatti
,
ma
questi
provocarono
una
reazione
pericolosa
.
Immediatamente
fummo
oggetto
di
una
sassaiuola
furiosa
da
metterci
in
serio
pericolo
.
L
'
impotenza
a
difenderci
mi
toglie
il
lume
della
ragione
:
preso
da
un
'
ira
sorda
,
una
forza
terribile
mi
pervade
e
mi
spinge
ad
agire
.
Entro
nell
'
hangar
aperto
e
balzo
sull
'
apparecchio
;
lo
tengo
con
fermezza
ad
una
quota
minima
.
Sento
il
colpo
di
un
sasso
sull
'
ala
.
Punto
deciso
sulle
persone
e
mi
lancio
ad
una
diabolica
caccia
all
'
uomo
.
I
tristi
si
sbandano
terrorizzati
:
chi
si
getta
nel
fosso
,
chi
contro
la
siepe
,
chi
verso
gli
hangar
;
fu
una
fuga
pazza
che
lasciò
il
campo
completamente
sgombro
.
All
'
approssimarsi
del
doloroso
anniversario
di
Tullo
Morgagni
,
Mussolini
che
era
ormai
progredito
nelle
lezioni
di
doppio
comando
mi
chiese
se
era
possibile
andare
col
mio
apparecchio
sino
a
Verona
per
la
commemorazione
dei
diciassette
caduti
.
Egli
voleva
con
questo
volo
reagire
contro
i
negatori
dell
'
aviazione
italiana
.
Lo
assicurai
e
la
partenza
fu
decisa
.
Il
viaggio
fu
difficile
per
il
vento
contrario
.
Ricorderò
sempre
il
gesto
di
Mussolini
nel
gettare
un
fascio
di
fiori
sulla
lapide
dei
Caduti
del
2
agosto
1919
.
L
'
amico
,
il
collega
voleva
onorare
le
vittime
con
un
atto
di
solidarietà
,
percorrendo
la
stessa
rotta
che
a
loro
era
costata
la
vita
,
per
dimostrare
a
tutti
gli
Italiani
che
un
disgraziato
incidente
non
doveva
costituire
l
'
arresto
dell
'
ala
italiana
,
ma
un
doloroso
sacrificio
inevitabile
in
tutte
le
conquiste
,
in
tutte
le
ascese
umane
.
Durante
la
semplice
e
commovente
commemorazione
Mussolini
mi
volle
sempre
con
sé
e
allora
mi
raccontò
che
un
caso
fortuito
lo
aveva
trattenuto
all
'
ultima
ora
dal
prendere
parte
al
tragico
volo
.
Nel
marzo
1921
una
sgradita
sorpresa
ci
era
riservata
per
un
atto
di
sabotaggio
compiuto
da
ignoti
malfattori
.
Dopo
un
primo
felice
volo
il
mio
eccezionale
Allievo
stava
compiendo
il
secondo
quando
m
'
accorgo
che
il
regime
del
motore
si
abbassa
;
gli
strappo
i
comandi
di
mano
tentando
di
compiere
un
viraggio
,
ma
l
apparecchio
scivola
incastrandosi
nel
terreno
con
l
'
estremità
dell
'
ala
sinistra
e
col
motore
.
Mi
alzo
semintontito
con
una
sola
preoccupazione
:
Lui
.
Il
timore
che
ho
sul
suo
conto
si
aggrava
quando
lo
vedo
col
volto
rigato
di
sangue
.
Ha
una
ferita
alla
fronte
e
al
ginocchio
.
Potei
poi
verificare
la
causa
dell
'
incidente
:
una
delle
tubazioni
di
passaggio
dell
'
acqua
dal
radiatore
al
motore
,
era
otturata
con
un
fiore
di
pino
.
Dei
vili
avevano
corrotto
il
personale
addetto
alla
manutenzione
degli
apparecchi
procurando
il
doloroso
incidente
.
Questo
pericolo
non
affievolì
l
'
entusiasmo
di
Mussolini
al
volo
,
ma
Egli
ritornò
ad
Arcore
e
spaziò
ancora
nei
cieli
dimostrando
quella
forza
e
tenacia
,
quell
'
ardimento
e
quella
fermezza
,
quello
sprezzo
del
pericolo
senza
cui
non
è
possibile
intraprendere
nessuna
opera
audace
.
E
come
sempre
,
anche
allora
attuò
il
suo
motto
sul
modo
di
servire
la
patria
,
e
cioè
:
"
Fare
della
vita
un
'
ininterrotta
severa
milizia
,
amare
il
rischio
con
le
sue
incognite
,
il
pericolo
con
le
sue
seduzioni
,
la
solitudine
coi
suoi
silenzi
che
pongono
finalmente
l
'
uomo
a
contatto
con
l
essenziale
e
l
'eterno."
Parole
che
risvegliano
echi
lontani
e
che
troveranno
nella
gioventù
nuova
non
solo
la
piena
approvazione
e
l
'
intera
comprensione
,
ma
anelito
febbrile
per
essere
concretate
in
opere
di
vita
,
per
una
continua
ascesa
verso
la
potenza
,
il
progresso
e
la
conquista
.