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L'ALLOCUZIONE DI MUSSOLINI ( FRACCHIA UMBERTO , 1926 )
StampaPeriodica ,
... Si è diffuso e consolidato il grande pregiudizio che tra letteratura e politica , tra politica ed arte , sia un dissidio insanabile . Peggio ancora , si è diffusa l ' errata opinione che la politica del Fascismo sia una politica , non dirò antiletteraria , che sarebbe un ridurre il problema a proporzioni troppo meschine , ma negatrice di quei valori intellettuali che nella vita di una nazione sono appunto rappresentati dalla letteratura , dalle arti , e da ogni forma di attività spirituale . In realtà altra invece dovrebbe essere , ed è non appena si esca dalle zone basse e medie della politica , la base dei rapporti fra politica ed arte , fra politica e letteratura . Il principio morale su cui poggiano questi rapporti è quello generale dell ' agis quod agis : e cioè che il buon cittadino , se non è uomo politico , non deve tener dietro alle minuzie dell ' azione politica militante , ma semplicemente considerarsi come un soldato della Nazione , pronto ai suoi grandi richiami ; e per il resto coltivare il proprio campo , qualunque esso sia , senza risparmio né di fede né di fatica , lasciando che gli uomini politici assolvano il loro compito ed esercitino il loro potere . Questo giornale ha dichiarato apertamente , nell ' annunziare or sono sei mesi il suo programma , di aderire a tale principio . Ma afflitti e avviliti da esempi che spesso , nella pratica , hanno smentito la dottrina , vedendoci costretti di giorno in giorno a farci più piccoli e muti dinanzi al trionfante illetterato , le parole che Benito Mussolini ha pronunciate la settimana scorsa non possono non toccarci profondamente . Egli , con poche frasi incisive , il cui accento di sincerità appare chiaro anche alla lettura , ha rotto il cerchio di malevolenza che si stava stringendo a poco a poco intorno a noi scrittori : riconoscendo innanzi tutto allo scrittore italiano una missione nel periodo storico che attraversiamo ; quindi rendendo giustizia ai migliori , col mettere al bando quelli che usurpano la loro fama o nomea di scrittori ... Non si fa " imperialismo spirituale " con i brutti romanzi , con le metriche zoppe , con gli zibaldoni rettorici , con le commedie convenzionali . E quando si vorranno veramente stabilire le gerarchie , si vedrà che proprio i tanto derisi e calunniati " letterati puri , " sono i soli legittimi , degni e validi portatori di un " imperialismo spirituale italiano " che non tenti di risuscitare un passato da ogni vivo intelletto messo in disuso , o di accreditare qualche nuova fama scroccata ...