StampaPeriodica ,
...
Si
è
diffuso
e
consolidato
il
grande
pregiudizio
che
tra
letteratura
e
politica
,
tra
politica
ed
arte
,
sia
un
dissidio
insanabile
.
Peggio
ancora
,
si
è
diffusa
l
'
errata
opinione
che
la
politica
del
Fascismo
sia
una
politica
,
non
dirò
antiletteraria
,
che
sarebbe
un
ridurre
il
problema
a
proporzioni
troppo
meschine
,
ma
negatrice
di
quei
valori
intellettuali
che
nella
vita
di
una
nazione
sono
appunto
rappresentati
dalla
letteratura
,
dalle
arti
,
e
da
ogni
forma
di
attività
spirituale
.
In
realtà
altra
invece
dovrebbe
essere
,
ed
è
non
appena
si
esca
dalle
zone
basse
e
medie
della
politica
,
la
base
dei
rapporti
fra
politica
ed
arte
,
fra
politica
e
letteratura
.
Il
principio
morale
su
cui
poggiano
questi
rapporti
è
quello
generale
dell
'
agis
quod
agis
:
e
cioè
che
il
buon
cittadino
,
se
non
è
uomo
politico
,
non
deve
tener
dietro
alle
minuzie
dell
'
azione
politica
militante
,
ma
semplicemente
considerarsi
come
un
soldato
della
Nazione
,
pronto
ai
suoi
grandi
richiami
;
e
per
il
resto
coltivare
il
proprio
campo
,
qualunque
esso
sia
,
senza
risparmio
né
di
fede
né
di
fatica
,
lasciando
che
gli
uomini
politici
assolvano
il
loro
compito
ed
esercitino
il
loro
potere
.
Questo
giornale
ha
dichiarato
apertamente
,
nell
'
annunziare
or
sono
sei
mesi
il
suo
programma
,
di
aderire
a
tale
principio
.
Ma
afflitti
e
avviliti
da
esempi
che
spesso
,
nella
pratica
,
hanno
smentito
la
dottrina
,
vedendoci
costretti
di
giorno
in
giorno
a
farci
più
piccoli
e
muti
dinanzi
al
trionfante
illetterato
,
le
parole
che
Benito
Mussolini
ha
pronunciate
la
settimana
scorsa
non
possono
non
toccarci
profondamente
.
Egli
,
con
poche
frasi
incisive
,
il
cui
accento
di
sincerità
appare
chiaro
anche
alla
lettura
,
ha
rotto
il
cerchio
di
malevolenza
che
si
stava
stringendo
a
poco
a
poco
intorno
a
noi
scrittori
:
riconoscendo
innanzi
tutto
allo
scrittore
italiano
una
missione
nel
periodo
storico
che
attraversiamo
;
quindi
rendendo
giustizia
ai
migliori
,
col
mettere
al
bando
quelli
che
usurpano
la
loro
fama
o
nomea
di
scrittori
...
Non
si
fa
"
imperialismo
spirituale
"
con
i
brutti
romanzi
,
con
le
metriche
zoppe
,
con
gli
zibaldoni
rettorici
,
con
le
commedie
convenzionali
.
E
quando
si
vorranno
veramente
stabilire
le
gerarchie
,
si
vedrà
che
proprio
i
tanto
derisi
e
calunniati
"
letterati
puri
,
"
sono
i
soli
legittimi
,
degni
e
validi
portatori
di
un
"
imperialismo
spirituale
italiano
"
che
non
tenti
di
risuscitare
un
passato
da
ogni
vivo
intelletto
messo
in
disuso
,
o
di
accreditare
qualche
nuova
fama
scroccata
...