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QUESTA CITTÀ ( TOFANELLI ARTURO , 1934 )
StampaPeriodica ,
Milano ( i Galli la chiamarono Mayland , paese di maggio , ma io l ' avrei battezzata terra di Novembre ) , questa vecchia città dalle espansioni misurate e gli affetti segreti , ha intuito subito il pensiero e il cuore del Capo e gli ha risposto con la forza di cui essa soltanto è capace , con crescente popolarità a mano a mano che la verità si faceva strada . Dall ' Avanti ! , a via Paolo da Cannobio , alla Marcia su Roma , ai suoi ritorni sempre più grandiosi , fino a l ' apoteosi di ieri . Qui ci sono i suoi primi amici e gli ultimi , quelli delle adunanze sparute e i nuovi , gli anonimi confusi nella moltitudine . Sua è la città , che pare gli assomigli , in queste strade , in questi navigli , in questo moto severo e pieno di senso , che lui conosce passo per passo e nell ' intima fibra . La città è fresca della sua memoria : ve ne parla la piazza o la modesta trattoria di via Brera , lo strillone del giornale o l ' intellettuale che ha impressi nella mente , e ve li ripete , i suoi gesti , le sue parole , un episodio che caratterizza di colpo la persona . C ' è il senso umano di lui , dell ' uomo tra gli uomini , che ha dato se stesso alla lotta : quando i milanesi parlano del Duce non lo vedono soltanto in divisa di Caporale d ' Onore della Milizia , ma se lo rievocano da cima a fondo vent ' anni di vita in una veloce sequenza di immagini e sorridono contenti . Si possono fidare perché pensano che è giusto che simile lottatore abbia vinto , e danno la loro fedeltà a cuore aperto . E con la fedeltà la disciplina ; se occorre il sacrificio , e al più leggero invito la propria formidabile forza economica : da cristiani impareggiabili , aprono senza lamenti la cassaforte o il portamonete . Il Duce lo sa e loro lo sanno . È un forte e laconico amore ricambiato . Ieri da tutte le strade convogliavano nella piazza del Duomo incontro a lui , non soltanto i cortei dei Gruppi Fascisti , ma continue , interminabili , immense file di operai in tenuta di lavoro , con le mani sporche e il volto annerito . Hanno lasciato il tornio e sono partiti . La Piazza si è pienata di essi , mentre i vecchi fascisti sono rimasti agli imbocchi delle strade , bloccati dalla massa di popolo . Sono venuti da tutte le fabbriche vicine e lontane , a piedi e in bicicletta , lungo l ' Olona e la Martesana , giungendo all ' appuntamento con ore ed ore di anticipo . Dopo il discorso hanno invaso le strade le osterie e i giochi delle bocce , allegri , pienamente soddisfatti . Parleranno per settimane delle frasi precise e credibili che hanno udite . Le ripeteranno la sera alla moglie e ai figli , nei caseggiati di Porta Genova o nelle Cascine di questa dolce campagna , tutta acque e fieni , che racchiude Milano . L ' intesa ora è totale , assoluta . Il prossimo ritorno del Duce non potrà avere aspetti diversi da questi . Quale mai capo di popolo ha parlato ad una folla simile ? Non esisteva piazza del Duomo , né il circolo della periferia , ma tutta un ' unica piazza allagata di uomini ora muti ora gridanti che si estendeva fino al confine dei campi coltivati . Oggi il Fascismo esprime per questa moltitudine di produttori la giustizia presente e la certezza del domani . L ' uomo moderno , stanco per la martoriante battaglia con il lavoro e i bisogni d ' ogni giorno , chiuso nella gabbia del pessimismo o dell ' indifferenza , si è sentito cercato , toccato , scosso dalla vitalità potente e contagiosa di Lui . Dove il Duce è passato , in officine , in case di sfrattati , in povere abitazioni , nella casa del contadino o nella bottega del fabbro di Melegnano con cinque figli , in ospedali e ricoveri , dovunque ha lasciato dietro il suo sorriso di padre e l ' occhio che vede tutto , commozioni profonde capaci di modifiche radicali negli spiriti . Egli ha la facoltà di portare tutto al bello .