StampaPeriodica ,
In
questo
nuovo
volume
di
Carlo
Linati
[
Storie
di
bestie
e
di
fantasmi
,
Treves
]
sono
raccolte
un
certo
numero
di
favole
,
divagazioni
,
studi
e
scherzi
che
gioveranno
a
mettere
cotesto
scrittore
aristocratico
e
schivo
a
contatto
di
un
pubblico
più
vasto
di
quello
che
gli
ha
concessa
finora
la
sua
attenzione
.
Abbiamo
parlato
di
studi
e
scherzi
in
un
senso
tutto
musicale
ed
intimo
,
e
non
già
riferendoci
all
'
apparente
levità
e
futilità
della
materia
,
che
appartiene
invece
a
quell
'
eterna
fonte
di
pretesti
poetici
che
ogni
artista
vero
va
in
sé
sempre
più
rivalutando
ad
ogni
passo
della
propria
esperienza
.
Come
a
qualche
altro
scrittore
nostro
,
e
dei
migliori
,
giungere
allo
scherzo
e
alla
leggerezza
non
fu
per
Linati
a
thing
of
no
importance
;
sì
un
premio
e
una
conquista
di
cui
non
potrà
comprendere
la
portata
chi
ignori
a
prezzo
di
quali
sacrifizi
si
sia
da
noi
fatta
strada
una
vena
di
poesia
memore
delle
sue
origini
e
pur
conscia
delle
esigenze
più
imperiose
del
presente
,
negli
scrittori
che
si
affacciarono
all
'
arte
sul
declinare
dell
'
ultima
nostra
trimurti
letteraria
che
vorremmo
chiamare
ufficiale
.
Il
Linati
,
lombardo
,
amante
del
Manzoni
e
della
sua
terra
,
non
fu
di
quelli
che
si
compiacquero
del
gesto
in
realtà
assai
significativo
di
rivolta
e
di
stanchezza
onde
parve
concluso
un
periodo
glorioso
della
nostra
vita
spirituale
:
il
grande
Ottocento
.
Egli
non
esclamò
«
lasciatemi
divertire
!
»
,
e
non
cantò
la
fontana
malata
.
Il
suo
compito
poté
sembrare
,
dapprima
,
più
didascalico
e
angusto
;
a
lui
furono
vietate
le
autentiche
consolazioni
dello
snob
.
La
sua
via
fu
diversa
:
dovette
egli
ricordarsi
della
propria
regione
natale
e
del
grande
corso
delle
stagioni
,
delle
opere
della
terra
e
dei
suoi
doni
;
dovette
rifarsi
agli
scrittori
della
sua
gente
,
dal
Manzoni
ad
oggi
,
ch
'
egli
ha
studiati
con
passione
di
figlio
;
dovette
,
infine
,
costruirsi
partendo
dai
suoi
presupposti
più
logici
e
umani
,
anziché
troncare
ogni
ormeggio
e
buttarsi
all
'
avventura
,
da
inquieto
cittadino
del
mondo
.
Se
in
ogni
signore
degno
del
nome
ha
da
esserci
un
poco
del
contadino
e
dell
'
uomo
comune
si
può
affermare
che
Linati
coltivò
con
qualche
compiacenza
questa
parte
di
se
stesso
;
ed
anche
quando
il
suo
estro
lo
trasse
sotto
altri
cieli
e
lo
fece
curioso
di
scrittori
d
'
altre
terre
,
la
sua
scelta
cadde
su
grandi
autori
du
terroir
:
gli
irlandesi
,
ch
'
egli
tradusse
.
Noi
non
rifaremo
le
tappe
delle
origini
e
dello
sviluppo
dell
'
arte
linatiana
;
un
contributo
a
tali
motivi
non
è
da
portarsi
dopo
le
numerose
pagine
critiche
che
altri
vi
ha
dedicato
.
Resta
fissata
la
figura
di
Linati
come
quella
di
un
originale
essayist
,
a
fondo
critico
,
della
sua
terra
ricordare
Sulle
orme
di
Renzo
e
le
Tre
Pievi
ed
anche
come
quella
di
un
cantore
di
idilli
di
un
naturalismo
temperato
e
sorvegliato
(
da
Duccio
da
Bontà
a
Narcissa
)
con
un
fondo
,
che
finora
non
ci
parve
messo
troppo
in
luce
dai
critici
,
di
chiusa
scontentezza
umana
.
Questo
secondo
aspetto
dell
'
arte
di
Linati
che
è
tuttora
in
svolgimento
,
ed
è
anche
il
suo
volto
meno
conosciuto
(
Sulle
orme
di
Renzo
rappresenta
ancora
il
maggior
successo
di
critica
del
nostro
scrittore
)
,
ci
rende
sempre
più
chiaro
quanto
poco
,
in
realtà
,
sia
passato
in
lui
dello
spirito
manzoniano
.
Linati
non
ha
in
sé
come
quasi
nessuno
di
noi
una
precisa
norma
,
una
legge
;
né
tanto
meno
gli
riesce
,
avveduto
com
'
è
,
di
contentarsi
di
una
formula
.
Il
suo
viaggio
che
si
attende
conferme
e
giustificazioni
dalla
realtà
esteriore
,
è
dunque
destinato
a
rimanere
un
vagabondaggio
.
Del
suo
combattimento
con
le
apparenze
lo
scrittore
lombardo
non
ha
mai
creduto
di
darci
documentazioni
spudorate
;
con
un
buon
gusto
che
certo
ha
da
parere
cosa
assai
recondita
a
quel
neo
-
mistico
,
dei
tanti
di
Ripafratta
,
versatissimo
in
letteratura
entomologica
,
il
quale
si
credette
poco
meno
che
spodestato
al
primo
apparire
di
questi
saggi
linatiani
.
Ed
a
questi
dovrà
bene
volgersi
il
nostro
discorso
.
Sarà
abbastanza
chiaro
,
da
quanto
precede
,
ciò
che
lo
«
Scherzo
»
rappresenta
in
un
temperamento
di
questa
fatta
;
delle
possibilità
e
dei
rischi
che
comporta
,
del
pari
allettevoli
.
Un
giudizio
vero
e
proprio
di
questo
momento
dell
'
attività
letteraria
di
Linati
sarà
possibile
solo
più
tardi
,
allora
che
il
nostro
autore
avrà
maggiormente
svolta
e
articolata
questa
sua
gamma
.
Ed
è
proprio
Linati
stesso
con
un
'
ultima
delicatissima
prosa
Foreste
sommerse
,
non
compresa
in
questo
libro
,
che
ci
rende
fiduciosi
di
suoi
nuovi
arricchimenti
e
sviluppi
.
Ma
anche
preso
in
sé
il
volume
d
'
oggi
contiene
pezzi
d
'
indiscutibile
bellezza
;
le
rare
qualità
di
scrittore
che
conoscevamo
in
Linati
,
si
son
fatte
più
aeree
,
leggiere
;
la
pagina
n
'
è
tutta
mossa
e
ventilata
,
le
parole
hanno
un
brivido
insolito
.
Certo
noi
non
abbiamo
scordati
alcuni
ritmi
di
Amori
,
né
il
mattino
di
vento
del
volume
Nuvole
e
paesi
;
e
non
vorremmo
affermare
che
questa
gentilezza
di
tocco
e
di
risonanze
sia
in
Linati
cosa
al
tutto
nuova
e
insospettata
.
Ma
è
certo
che
le
sue
preferenze
passate
andarono
a
quel
segno
mordente
d
'
acquafortista
,
che
oggi
troviamo
attenuato
senza
che
la
nota
precisione
dello
scrittore
vada
perduta
.
La
sua
musica
tende
a
farsi
più
interiore
,
il
suo
quadro
rifiuta
ormai
ogni
ornamento
inessenziale
.
L
'
airone
bianco
,
Una
buona
morte
,
La
giornata
dello
stagno
,
sono
,
per
citare
qualche
cosa
,
tre
risultati
dei
più
belli
;
né
restano
isolati
nel
volume
.
Ne
L
'
asta
di
Laocoonte
il
pittore
di
animali
fa
luogo
al
saggista
umoresco
che
sa
raggiungere
qui
effetti
non
meno
fortunati
.
Non
è
agevole
stralciare
qualche
pagina
;
ma
ecco
almeno
questo
sciamio
di
uccelli
,
delineato
in
poche
parole
:
D
'
un
tratto
l
'
Airone
bianco
s
'
alzò
a
volo
lanciando
lo
squillo
della
partenza
,
e
tutta
la
tribù
si
levò
dietro
lui
in
un
grande
strepito
d
'
ali
e
di
garriti
.
I
primi
a
raggiungerlo
furono
i
due
Cigni
selvatici
,
poi
il
Piviere
dorato
,
poi
la
Gallina
pratajola
e
le
quattro
Anitre
.
In
coda
a
questi
ottimati
seguì
il
popolo
minuto
:
tortore
,
fringuelli
,
tre
quaglie
,
una
lodola
e
un
tordo
bottaccio
.
Presto
lo
stormo
prese
quota
nel
cielo
infocato
di
quell
'
ultimo
lembo
di
terra
siciliana
e
si
slanciò
dritto
sul
mare
puntando
verso
le
marine
della
Libia
.
Addio
,
vecchia
Europa
!
Ma
il
brivido
non
è
passato
soltanto
nelle
parole
.
Si
potrebbe
mostrare
che
nella
Giornata
dello
stagno
c
'
è
assai
più
e
meglio
del
divertimento
di
un
gran
signore
delle
imagini
;
con
quelle
due
anime
umane
protese
a
qualcosa
di
inafferrabile
,
e
pure
poste
accanto
agli
idrofili
e
alle
arenicole
in
un
piano
di
vita
ch
'
è
,
pur
sotto
lo
splendore
delle
tinte
,
desolata
e
necessaria
.
E
l
'
apparizione
del
Cigno
diventa
allora
un
miraggio
che
non
si
scorda
facilmente
.
Leggete
ancora
nella
prosa
Una
buona
morte
,
la
fine
di
Crocione
,
personaggio
che
non
definiremo
per
non
far
mancare
la
curiosità
:
una
morte
esemplare
che
mette
termine
a
una
esistenza
condannata
;
una
sconsolata
tristezza
nell
'
ambito
di
poche
parole
.
Non
erano
finora
molto
frequenti
,
nell
'
arte
di
Linati
,
risonanze
di
questo
genere
:
qualche
timbro
nuovo
entra
,
dunque
,
nella
poesia
di
lui
,
o
riesce
almeno
a
manifestarsi
in
forme
più
chiare
.
S
'
è
voluto
,
per
questo
,
indugiare
su
tali
pagine
,
a
preferenza
d
'
altre
,
pur
felici
ma
non
altrettanto
significative
.
Ma
il
libro
si
legge
tutto
con
molto
diletto
;
ed
una
cosa
ne
risulta
ben
chiara
:
che
da
Linati
avremo
ancora
molto
da
imparare
,
perché
la
sua
bella
gioventù
non
passa
.