StampaPeriodica ,
Che
la
potenza
dello
spirito
sia
oggi
un
mito
non
è
del
tutto
vero
.
Soprattutto
l
'
individuo
,
singolarmente
considerato
,
soggiace
nelle
sue
conclusioni
e
decisioni
ultime
a
questo
supremo
movente
che
si
chiama
lo
spirito
.
Della
potenza
e
conseguente
successiva
responsabilità
dello
spirito
abbiamo
in
Herman
Keyserling
un
convinto
assertore
.
Il
suo
recente
libro
"
La
rivoluzione
mondiale
e
la
responsabilità
dello
spirito
"
è
eloquente
e
significativo
.
Egli
vede
nella
civiltà
odierna
,
considerata
nella
sua
materiale
espressione
,
una
possibilità
di
regresso
per
le
superiori
facoltà
dei
popoli
.
Ed
ancora
invoca
che
sappia
lo
spirito
pronunciare
e
diffondere
la
sua
grande
parola
.
Perché
allora
soltanto
potranno
le
stirpi
ritrovare
al
sole
la
via
e
sradicarsi
da
questo
insistente
periodo
ch
'
egli
considera
deprimente
ed
oscuro
.
Keyserling
non
ha
mai
sperimentato
il
Fascismo
.
Nemmeno
forse
lo
potrebbe
perché
egli
è
soprattutto
un
teorico
e
raramente
concepisce
il
vincolo
immenso
offerto
dall
'
idea
di
Nazione
.
Per
questo
egli
avrebbe
dall
'
Italia
molto
da
imparare
.
O
meglio
perché
se
in
lui
qualcosa
è
poco
piacevole
è
proprio
l
'
enorme
sua
cultura
rasentante
l
'
enciclopedia
avrebbe
egli
agio
di
molto
osservare
.
E
vedrebbe
egli
che
invoca
l
'
entusiasmo
questo
meraviglioso
popolo
fascista
stabilizzato
nella
fede
ed
entusiasta
nella
marcia
alla
conquista
.
Perché
il
nostro
spirito
ha
trovato
la
dottrina
ed
il
Capo
che
l
'
ha
saputo
potenziare
.
Ma
per
tutti
gli
altri
quella
di
Keyserling
è
e
rimane
un
'
affermazione
coraggiosa
.
Per
tutti
,
e
specialmente
per
questi
Paesi
d
'
Europa
che
non
trovano
in
sé
la
molla
al
moto
,
è
necessaria
la
rinascita
della
vera
umanità
.
Altrimenti
ne
consegue
inevitabile
ed
insopprimibile
l
'
accentrarsi
degli
individui
nella
propria
esistenza
,
l
'
abbandonarsi
vinto
di
ogni
ideale
e
lo
stroncarsi
dell
'
iniziativa
.
Sarebbe
,
invece
dell
'
avvincente
fusione
del
popolo
,
la
sterile
guerra
dei
microcosmi
.
È
quindi
necessario
che
ogni
Nazione
ritrovi
come
da
ormai
tredici
anni
ha
ritrovato
la
Nazione
italiana
questa
responsabilità
dello
spirito
.
Questo
tormentoso
vigilare
dei
giovani
e
questo
insonne
guardare
a
Roma
è
la
più
dimostrativa
prova
di
un
'
ansiosa
giustificata
ricerca
per
lo
avvenire
.
Già
fin
dal
1926
uno
scrittore
francese
esclamava
:
"
Tout
ce
que
nous
pouvons
raisonnablement
faire
,
au
premier
printemps
,
c
'
est
supputer
nos
chances
,
les
cultiver
et
les
protéger
.
"
E
questa
iniziante
primavera
di
cui
egli
parlava
era
costituita
forse
dall
'
ascendere
prepotente
di
una
nuova
gioventù
.
Ma
si
sbagliava
certamente
Lucien
Romier
nel
pretendere
che
i
giovani
calcolassero
le
proprie
fortune
e
ne
facessero
raccolta
per
i
giorni
venturi
.
La
giovinezza
di
tutti
i
Paesi
ama
il
rischio
e
l
'
ignoto
e
guarda
in
faccia
al
pericolo
.
Ed
oggi
ancora
i
giovani
francesi
sono
imbrigliati
ed
ostacolati
sì
che
Daniel
Rops
certo
tra
i
più
valenti
ha
tristemente
domandato
al
mondo
se
l
'
umanità
l
'
avesse
perduto
,
ha
piangendo
interrogato
la
morte
se
la
vittoria
fosse
ormai
per
sempre
sua
.
Per
noi
Italiani
l
'
orientamento
dello
spirito
è
ormai
definito
.
Ma
la
constatazione
non
è
conclusiva
,
impegna
anzi
all
'
azione
.
S
'
inizia
ora
il
secondo
tempo
,
tempo
d
'
universalità
.
Possiamo
dire
che
il
maggior
fascino
dal
Fascismo
offerto
alle
masse
straniere
è
proprio
questo
suo
carattere
di
collaborazione
che
dalle
classi
fa
scaturire
le
forze
,
che
dalla
fatica
sacra
del
lavoro
fa
scaturire
la
Corporazione
.
È
appunto
la
Corporazione
la
manifestazione
massima
del
nostro
spirito
.
Ed
è
essa
il
risultato
della
nostra
storia
tutta
romana
che
soltanto
per
superarli
ha
conosciuto
gli
ostacoli
.