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CONVEGNO DI CRITICA LETTERARIA ( VIGORELLI C.G. , 1936 )
StampaPeriodica ,
Il tema era : " L ' oltremare nella letteratura italiana " e dai più preparati dei 31 concorrenti subito si negò , nella nostra letteratura , una poesia d ' oltremare , poesia , cioè arte . Ché anche partendo dall ' Ulisse dantesco e arrivando all " ' ulissismo " di Pascoli e di D ' Annunzio , restiamo ogni volta a una incerta aspirazione d ' avventura , d ' oltremare , che ad ogni modo è sempre fuori d ' ogni funzione " politica " come il tema invece segretamente esigeva . O se dal Milione del Polo vogliamo considerare tutti quegli itinerari e diari di viaggio dei nostri primi navigatori , esploratori , missionari , salendo sino ai nostri giorni , allora quale di tutte queste variatissime opere è sotto il segno dell ' arte ? Pochissime o nessuna : e la loro importanza sarà d ' aspetto o storico o geografico o folcloristico o militare . Tuttavia potrebbe farsi ( e perché nessun editore italiano la tenta ? ) una buona antologia dal 1200 ai nostri giorni , poiché non raramente , tra molte vane , c ' è la bella pagina . Alcuni però non discussero la possibilità del tema ; e spinsero agli esempi singoli . Ma di d ' Annunzio si sono fidati troppo , e in troppi , giocando su quel suo " ulissismo " che , discusso , fu poi portato alla comune sorgente di " sensualità " : o , avendolo altrimenti definito " esotismo , " allora arrischiò d ' essere negato anche il suo "eroicismo." E risultato ancora più scarso ha avuto Pascoli , per quelle sue virtù malferme cioè , il suo " cristianesimo , " come diceva Viani . Il suo era un " ulissismo " di rifugio , d ' accantonamento . All ' Oriani si riconobbero valori politici , ma non artistici . Scarfoglio ebbe più fortunata sorte . E per ultimo chi scrive denunciò tutta la cosiddetta letteratura coloniale italiana contemporanea , la cui formula è : facile esotismo + facile patriottismo , salvando soltanto quel tosi sicuro Mal d ' Africa di Bachelli . Oggi che stiamo compiendo la nostra opera di colonizzazione e presto avremo quella che si dice una coscienza coloniale , sorgerà , domani , una letteratura coloniale può dar - si , anzi quasi sicuramente . Come l ' hanno francesi ed inglesi . Ma attenti a non ripetere Kipling ! Il Convegno è stato ricco . Bocelli , Puccini , Viani , Pensabene erano esperti commissari si discuteva profittevolmente . Ogni retorica ( e ce n ' era purtroppo ! ) era battuta . Impegnati a serietà , sopratutto a sincerità . E qualcuno affermò che il fascismo , accettato prima sul piano politico e sociale , poi tradotto in vita , potrebbe avere questa semplice schietta formula : fare il proprio dovere . E tanta onestà , senza ostentare proclamazioni , era nei migliori partecipanti . Che così volevano trasferirla in arte . Ma appunto la prova che il Convegno ebbe svolgimento efficace , è che , partiti da un tema obbligato e perdippiù quasi imprendibile , ci si portava direttamente a questione di principio alla esigenza intima del tema : il rapporto arte - politica . Cioè : arte - vita . E la soluzione schietta fu : inserire , aiutare la politica all ' arte , la vita all ' arte . Unire , non però mai confondere . L ' arte non ammette sottomissioni . Non è documento . Però si esca dal monadismo crociano . Il primato all ' arte : ma l ' arte non evada ( se non per quello che è la evasione , la trasfigurazione artistica ) dalla vita .