StampaPeriodica ,
Il
tema
era
:
"
L
'
oltremare
nella
letteratura
italiana
"
e
dai
più
preparati
dei
31
concorrenti
subito
si
negò
,
nella
nostra
letteratura
,
una
poesia
d
'
oltremare
,
poesia
,
cioè
arte
.
Ché
anche
partendo
dall
'
Ulisse
dantesco
e
arrivando
all
"
'
ulissismo
"
di
Pascoli
e
di
D
'
Annunzio
,
restiamo
ogni
volta
a
una
incerta
aspirazione
d
'
avventura
,
d
'
oltremare
,
che
ad
ogni
modo
è
sempre
fuori
d
'
ogni
funzione
"
politica
"
come
il
tema
invece
segretamente
esigeva
.
O
se
dal
Milione
del
Polo
vogliamo
considerare
tutti
quegli
itinerari
e
diari
di
viaggio
dei
nostri
primi
navigatori
,
esploratori
,
missionari
,
salendo
sino
ai
nostri
giorni
,
allora
quale
di
tutte
queste
variatissime
opere
è
sotto
il
segno
dell
'
arte
?
Pochissime
o
nessuna
:
e
la
loro
importanza
sarà
d
'
aspetto
o
storico
o
geografico
o
folcloristico
o
militare
.
Tuttavia
potrebbe
farsi
(
e
perché
nessun
editore
italiano
la
tenta
?
)
una
buona
antologia
dal
1200
ai
nostri
giorni
,
poiché
non
raramente
,
tra
molte
vane
,
c
'
è
la
bella
pagina
.
Alcuni
però
non
discussero
la
possibilità
del
tema
;
e
spinsero
agli
esempi
singoli
.
Ma
di
d
'
Annunzio
si
sono
fidati
troppo
,
e
in
troppi
,
giocando
su
quel
suo
"
ulissismo
"
che
,
discusso
,
fu
poi
portato
alla
comune
sorgente
di
"
sensualità
"
:
o
,
avendolo
altrimenti
definito
"
esotismo
,
"
allora
arrischiò
d
'
essere
negato
anche
il
suo
"eroicismo."
E
risultato
ancora
più
scarso
ha
avuto
Pascoli
,
per
quelle
sue
virtù
malferme
cioè
,
il
suo
"
cristianesimo
,
"
come
diceva
Viani
.
Il
suo
era
un
"
ulissismo
"
di
rifugio
,
d
'
accantonamento
.
All
'
Oriani
si
riconobbero
valori
politici
,
ma
non
artistici
.
Scarfoglio
ebbe
più
fortunata
sorte
.
E
per
ultimo
chi
scrive
denunciò
tutta
la
cosiddetta
letteratura
coloniale
italiana
contemporanea
,
la
cui
formula
è
:
facile
esotismo
+
facile
patriottismo
,
salvando
soltanto
quel
tosi
sicuro
Mal
d
'
Africa
di
Bachelli
.
Oggi
che
stiamo
compiendo
la
nostra
opera
di
colonizzazione
e
presto
avremo
quella
che
si
dice
una
coscienza
coloniale
,
sorgerà
,
domani
,
una
letteratura
coloniale
può
dar
-
si
,
anzi
quasi
sicuramente
.
Come
l
'
hanno
francesi
ed
inglesi
.
Ma
attenti
a
non
ripetere
Kipling
!
Il
Convegno
è
stato
ricco
.
Bocelli
,
Puccini
,
Viani
,
Pensabene
erano
esperti
commissari
si
discuteva
profittevolmente
.
Ogni
retorica
(
e
ce
n
'
era
purtroppo
!
)
era
battuta
.
Impegnati
a
serietà
,
sopratutto
a
sincerità
.
E
qualcuno
affermò
che
il
fascismo
,
accettato
prima
sul
piano
politico
e
sociale
,
poi
tradotto
in
vita
,
potrebbe
avere
questa
semplice
schietta
formula
:
fare
il
proprio
dovere
.
E
tanta
onestà
,
senza
ostentare
proclamazioni
,
era
nei
migliori
partecipanti
.
Che
così
volevano
trasferirla
in
arte
.
Ma
appunto
la
prova
che
il
Convegno
ebbe
svolgimento
efficace
,
è
che
,
partiti
da
un
tema
obbligato
e
perdippiù
quasi
imprendibile
,
ci
si
portava
direttamente
a
questione
di
principio
alla
esigenza
intima
del
tema
:
il
rapporto
arte
-
politica
.
Cioè
:
arte
-
vita
.
E
la
soluzione
schietta
fu
:
inserire
,
aiutare
la
politica
all
'
arte
,
la
vita
all
'
arte
.
Unire
,
non
però
mai
confondere
.
L
'
arte
non
ammette
sottomissioni
.
Non
è
documento
.
Però
si
esca
dal
monadismo
crociano
.
Il
primato
all
'
arte
:
ma
l
'
arte
non
evada
(
se
non
per
quello
che
è
la
evasione
,
la
trasfigurazione
artistica
)
dalla
vita
.