StampaPeriodica ,
Voi
dite
che
questa
grande
invenzione
che
è
la
TV
ancora
sta
aspettando
che
qualcuno
inventi
l
'
opera
televisiva
,
l
'
opera
adatta
,
cioè
,
al
mezzo
televisivo
e
soltanto
a
questo
,
e
non
presa
in
prestito
,
che
so
,
dal
teatro
o
dal
cinema
?
Briganti
!
Dimenticate
l
'
originale
televisivo
"
.
Qualche
maligno
potrebbe
credere
che
con
questa
denominazione
si
voglia
alludere
a
un
qualsiasi
lavoro
,
di
qualsiasi
genere
,
scritto
,
o
composto
,
per
la
TV
.
No
,
perché
con
tal
criterio
la
denominazione
potrebbe
adottarsi
di
diritto
anche
per
un
servizio
di
viaggio
,
per
un
'
inchiesta
,
un
balletto
,
o
qualsiasi
cosa
,
insomma
,
sol
che
risponda
al
requisito
puramente
accessorio
,
esteriore
e
accidentale
di
essere
stato
scritto
o
composto
o
comunque
fatto
per
essere
incluso
nei
programmi
TV
.
Invece
,
come
avrete
notato
,
la
denominazione
è
strettamente
riservata
a
un
solo
tipo
di
componimento
.
Bisogna
dedurne
che
con
essa
i
programmisti
TV
intendano
designare
un
nuovo
genere
letterario
.
Non
film
,
non
commedia
o
dramma
,
altrimenti
si
chiamerebbe
film
,
o
commedia
,
o
dramma
.
Ma
"
originale
televisivo
"
.
L
'
originale
televisivo
"
è
il
nuovo
genere
letterario
nato
dalla
TV
.
E
,
vista
la
novità
del
mezzo
,
bisogna
dire
:
la
grande
novità
del
secolo
,
in
fatto
di
spettacolo
.
La
grande
invenzione
.
Il
nuovo
linguaggio
ultramoderno
.
Come
esistono
il
dramma
per
il
teatro
,
il
film
per
il
cinema
,
il
melodramma
per
l
'
apparato
operistico
,
così
esiste
l
'
originale
televisivo
"
per
la
TV
:
un
tipo
di
lavoro
che
si
differenzia
dagli
altri
destinati
ad
altri
mezzi
d
'
espressione
e
adatto
soltanto
al
mezzo
televisivo
.
L
'
ultima
parola
,
in
fatto
di
novità
.
L
'
ultimo
grido
del
secolo
.
Qualcosa
da
stare
,
sul
terreno
artistico
,
al
livello
dei
veicoli
spaziali
,
dei
razzi
interplanetari
sul
terreno
dei
mezzi
di
trasporto
.
Perché
quale
mezzo
di
espressione
potrebbe
permetterci
di
vedere
quel
che
sta
avvenendo
in
questo
preciso
momento
qui
,
là
,
a
cento
,
a
mille
chilometri
di
distanza
un
luogo
dall
'
altro
,
contemporaneamente
,
nello
stesso
momento
in
cui
avviene
nei
vari
luoghi
?
Dunque
,
novità
senza
precedenti
,
novità
strabilianti
,
e
ben
a
ragione
i
programmisti
della
TV
hanno
voluto
designarla
con
uno
speciale
appellativo
,
riservando
a
essa
quello
ambizioso
di
"
originale
televisivo
"
.
Difatti
,
che
cos
'
è
in
pratica
un
"
originale
televisivo
"
?
Una
cosa
originalissima
,
nuova
di
zecca
,
che
non
s
'
era
mai
vista
.
Figuratevi
un
po
'
:
è
nientemeno
una
serie
di
scene
recitate
da
attori
e
da
attrici
,
che
dicono
delle
battute
,
e
attraverso
le
quali
si
svolge
e
,
possibilmente
,
si
conclude
una
vicenda
.
Tutte
cose
che
non
s
'
erano
mai
viste
né
a
teatro
né
al
cinema
.
Cose
che
si
possono
fare
soltanto
mercé
la
televisione
e
perciò
formanti
quello
che
si
chiama
l
'
originale
televisivo
"
.
Se
non
fosse
stata
inventata
la
televisione
,
non
avremmo
mai
avuto
idea
,
pensate
,
di
queste
cose
.
Da
secoli
l
'
uomo
aveva
da
dire
qualcosa
che
gli
urgeva
dentro
,
ma
non
riusciva
a
esprimerlo
coi
mezzi
esistenti
.
Si
scervellava
,
si
sforzava
.
Niente
.
Mancava
il
mezzo
ad
hoc
.
Finalmente
,
s
'
inventa
la
televisione
e
,
là
!
,
ecco
la
nuova
opera
d
'
arte
.
Ora
ci
sarebbe
da
domandarsi
che
differenza
c
'
è
,
secondo
i
programmisti
della
TV
,
fra
un
comune
filmetto
o
una
comunissima
commediola
tradizionale
,
e
quello
che
pomposamente
essi
annunziano
e
definiscono
come
"
originale
televisivo
"
.
O
che
differenza
c
'
è
fra
questo
e
un
comunissimo
raccontino
sceneggiato
.
Forse
,
l
'
unica
differenza
è
che
un
"
originale
televisivo
"
è
una
specie
di
filmetto
un
po
'
più
pecione
dei
comuni
filmetti
,
e
che
perciò
non
osa
attribuirsi
la
qualifica
di
filmetto
;
o
è
una
commediolina
un
po
'
più
scema
delle
usuali
commedioline
del
suo
genere
e
che
perciò
non
ardisce
definirsi
commediolina
:
o
è
un
raccontino
sceneggiato
un
po
'
più
scemeggiato
d
'
altri
manufatti
del
genere
,
e
che
perciò
pudicamente
cela
il
vero
essere
suo
.
Quindi
,
in
tutti
questi
casi
:
"
originale
televisivo
"
.
Ma
lasciamo
a
quei
programmisti
i
misteri
della
loro
estetica
televisiva
,
limitandoci
a
esclamare
:
povera
TV
,
in
che
mani
sei
capitata
.
E
passiamo
a
esaminare
brevemente
l
'
ultimo
"
originale
televisivo
"
programmato
:
Il
destino
numero
uno
,
due
,
tre
di
Paolo
Emilio
D
'
Emilio
.
È
un
forte
lavoro
di
pensiero
,
imperniato
sui
refusi
,
o
svarioni
tipografici
,
detti
anche
"
perle
giapponesi
"
;
questi
errori
di
stampa
per
cui
,
a
esempio
,
la
casa
del
cavalier
X
viene
allietata
dalla
nascita
di
un
vispo
e
baffuto
bimbo
,
o
il
commendator
Y
decede
per
improvviso
malumore
.
Tizio
mangia
il
cane
quotidiano
,
Caio
s
'
invaghisce
d
'
una
signorina
elefante
e
il
torpedone
coi
giganti
passa
festosamente
sul
conte
,
eccetera
eccetera
.
Molti
profondi
lavori
sono
stati
scritti
su
questi
importanti
temi
,
ma
di
solito
la
questione
veniva
trattata
da
capi
scarichi
con
una
deplorevole
leggerezza
,
non
consona
all
'
austerità
dell
'
assunto
.
Giustamente
perciò
l
'
autore
del
lavoro
in
esame
prende
la
cosa
sul
dovuto
tragico
:
il
giovine
correttore
di
bozze
d
'
un
giornale
,
non
riuscendo
a
corrispondere
telefonicamente
con
la
sua
bella
,
ne
ha
le
facoltà
visive
talmente
menomate
che
lascia
passare
tre
svarioni
.
Così
capita
che
l
'
indomani
:
a
)
la
giovane
Roberta
legge
sul
giornale
che
,
invece
d
'
un
qualsiasi
a
lei
ignoto
Alberto
Maria
Rossi
s
'
è
sposato
con
altra
ragazza
l
'
a
lei
noto
,
anzi
notissimo
,
Alberto
Maria
Bossi
,
il
quale
altri
non
è
che
il
suo
fidanzato
;
secondo
giornale
,
"
l
'
amato
e
amante
giovane
,
che
sposo
andar
dovea
"
,
con
lei
,
è
invece
andato
sposo
con
l
'
altra
ed
è
partito
in
viaggio
di
nozze
;
b
)
in
casa
della
giovane
Lorenza
,
sempre
a
causa
dell
'
infernale
correttore
,
si
sparge
la
notizia
che
,
invece
di
un
certo
a
essi
ignoto
Gianfranco
Carabelli
,
è
stato
arrestato
per
furto
l
'
a
essi
noto
Gianfranco
Sarabelli
,
aspirante
alla
di
lei
mano
;
c
)
l
'
impiegato
Rossinis
crede
di
aver
vinto
venti
milioni
al
lotto
,
mercé
un
errato
quarantasette
che
il
diabolico
correttore
ha
lasciato
passare
invece
di
un
trentasette
.
I
tre
refusi
non
avrebbero
gravi
conseguenze
se
,
purtroppo
,
non
capitassero
proprio
in
un
paese
dove
il
telefono
serve
soltanto
a
ottenebrare
le
facoltà
visive
dei
correttori
di
bozze
,
ma
non
viene
minimamente
usato
per
accertarsi
se
un
fidanzato
,
che
magari
s
'
è
visto
poche
ore
prima
,
è
realmente
partito
in
viaggio
di
nozze
con
un
'
altra
,
o
se
veramente
è
stato
arrestato
per
furto
in
una
gioielleria
.
Pertanto
Roberta
si
disamora
;
i
parenti
di
Lorenza
,
appena
letta
la
notizia
dell
'
arresto
,
lungi
dal
formare
un
numero
telefonico
,
non
foss
'
altro
che
per
domandare
come
si
sono
svolti
i
fatti
,
decidono
di
partire
tutti
,
seduta
stante
,
per
un
lontano
paese
,
di
abbandonare
focolare
,
amici
,
patria
,
dicendo
:
"
Quando
torneremo
,
tutti
avranno
dimenticato
questa
brutta
faccenda
"
(
per
fortuna
,
pare
non
ci
fosse
immediatamente
un
treno
pronto
,
sicché
poi
l
'
equivoco
ha
modo
di
chiarirsi
)
;
e
l
'
impiegato
Rossinis
calca
il
cestino
della
carta
straccia
in
testa
al
capufficio
.
È
anche
un
paese
dove
a
nessuno
passa
nemmeno
lontanamente
per
la
testa
che
possano
darsi
casi
di
omonimia
.
Ed
è
infine
un
paese
nel
quale
i
giornali
li
leggono
soltanto
le
fidanzate
e
i
loro
amici
e
parenti
,
ma
non
i
fidanzati
.
Se
lì
,
infatti
,
anche
questi
avessero
la
lodevole
o
,
secondo
i
casi
,
pericolosa
abitudine
di
dare
un
'
occhiata
alla
cronaca
cittadina
,
essi
potrebbero
immediatamente
tranquillizzare
le
rispettive
fidanzate
circa
altri
eventuali
matrimoni
o
furti
con
scasso
,
attribuiti
loro
dai
giornali
.
Fortunatamente
,
poi
,
tutto
s
'
accomoda
,
perché
l
'
originale
televisivo
finisce
e
si
passa
ad
altra
trasmissione
.
Bravi
tutti
gli
attori
e
il
regista
Vaccari
.