StampaPeriodica ,
Borghese
o
proletario
il
nostro
movimento
?
Borghese
assolutamente
no
.
L
'
antiborghesismo
non
è
in
noi
una
civetteria
verbale
non
siamo
di
quelli
che
hanno
paura
delle
parole
;
è
la
conseguenza
di
una
meditata
e
definitiva
condanna
dell
'
ordine
,
dell
'
economia
,
degli
istituti
,
della
morale
borghese
.
Croce
ed
Einaudi
hanno
un
bell
'
ammonirci
che
la
borghesia
è
un
falso
concetto
e
che
la
classe
non
esiste
;
noi
la
borghesia
italiana
la
ritroviamo
con
nettissima
intuizione
di
classe
attorno
al
fascismo
.
Questa
borghesia
,
in
Italia
e
in
Europa
,
la
sentiamo
e
la
vogliamo
condannata
.
I
suoi
diritti
sono
privilegi
.
Le
sue
libertà
si
risolvono
in
soprusi
.
Il
fatto
che
essa
non
riesca
ormai
più
a
governare
quasi
dovunque
che
con
la
forza
brutale
,
sollevando
ribellioni
formidabili
che
per
la
prima
volta
non
si
innestano
su
una
guerra
perduta
,
dimostra
che
come
classe
dirigente
è
finita
.
Siamo
allora
un
movimento
proletario
?
Se
«
movimento
proletario
»
significa
movimento
che
identifica
la
sua
causa
con
quella
della
emancipazione
umana
,
con
la
causa
degli
operai
,
dei
contadini
,
dei
lavoratori
di
ogni
razza
e
paese
materialmente
sfruttati
e
moralmente
umiliati
,
la
risposta
è
categorica
:
sì
,
G.L.
è
un
movimento
proletario
.
G.L.
non
sarà
mai
dall
'
altra
parte
della
barricata
qualunque
possano
essere
gli
errori
e
le
debolezze
che
si
commetteranno
da
questa
parte
delle
barricate
.
La
questione
,
prima
ancora
che
di
principio
,
è
di
destino
,
di
elezione
.
Siamo
con
la
classe
lavoratrice
;
i
nemici
della
classe
lavoratrice
sono
i
nostri
nemici
;
le
vittorie
della
classe
lavoratrice
sono
le
nostre
vittorie
.
Se
fossimo
demagoghi
o
dittatori
scriveremmo
addirittura
che
siamo
la
classe
lavoratrice
.
Ma
noi
sappiamo
che
classe
lavoratrice
vuol
dire
milioni
e
milioni
di
uomini
che
se
oggi
sono
ridotti
a
servitù
domani
si
libereranno
,
cioè
svilupperanno
innumeri
energie
libere
.
Nessuna
ipoteca
,
quindi
,
e
nessuna
esclusiva
rappresentanza
.
Se
invece
«
movimento
proletario
»
dovesse
significare
,
come
spesso
oggi
significa
,
movimento
di
classe
degli
operai
industriali
,
degli
operai
manuali
delle
città
e
delle
grandi
fabbriche
,
con
le
appendici
secondarie
e
disprezzate
dei
contadini
,
piccoli
borghesi
e
intellettuali
,
rispondiamo
:
no
.
In
questo
senso
G.L.
non
è
,
né
tiene
ad
essere
un
movimento
proletario
.
Non
già
perché
disconosca
che
i
lavoratori
delle
fabbriche
costituiscono
la
frazione
più
forte
,
più
preparata
del
proletariato
,
la
più
aperta
agli
ideali
socialisti
.
Ma
perché
i
lavoratori
delle
fabbriche
costituiscono
in
ogni
paese
,
e
in
Italia
particolarmente
,
una
minoranza
,
e
neppure
la
più
oppressa
;
una
minoranza
il
cui
peso
relativo
tende
a
diminuire
anziché
ad
aumentare
per
il
crescere
dei
ceti
medi
e
piccolo
borghesi
;
una
minoranza
assolutamente
incapace
da
sola
di
rovesciare
l
'
ordine
borghese
o
anche
solo
di
fare
fronte
vittoriosamente
alla
reazione
fascista
.
La
storia
del
dopo
guerra
,
la
crisi
,
i
fascismi
offrono
in
materia
testimonianze
decisive
.
Un
movimento
proletario
moderno
deve
,
pena
l
'
impotenza
,
mettere
accanto
agli
operai
,
sullo
stesso
piano
degli
operai
,
senza
gerarchie
assurde
e
intollerabili
,
tutte
le
altre
categorie
di
lavoratori
.
Il
socialismo
,
sino
ad
ora
concepito
come
il
patrimonio
ideale
di
una
classe
eletta
,
la
classe
degli
operai
dell
'
industria
,
a
cui
spetterebbe
il
vanto
di
realizzarlo
,
si
deve
concepire
come
il
patrimonio
ideale
di
tutti
gli
uomini
.
Ogni
uomo
,
operaio
,
contadino
,
artigiano
,
impiegato
,
professionista
che
sia
deve
essere
messo
in
grado
di
partecipare
alla
lotta
su
piede
di
perfetta
eguaglianza
;
deve
sentire
che
il
socialismo
non
significa
per
lui
in
nessun
caso
una
decadenza
,
una
diminuzione
(
la
famosa
proletarizzazione
preventiva
!
)
,
ma
la
estrinsecazione
di
tutto
il
suo
potenziale
umano
.
Nella
fase
storica
che
attraversiamo
,
la
fase
del
fascismo
,
delle
guerre
imperialistiche
e
della
decadenza
capitalistica
,
le
analisi
spettrali
del
marxismo
non
servono
gran
che
.
La
storia
ha
sconvolto
le
sapienti
catalogazioni
e
procede
a
sbalzi
,
con
tagli
netti
e
frane
gigantesche
.
In
quanti
paesi
non
si
è
visto
il
movimento
operaio
funzionare
da
forza
conservatrice
,
mentre
i
movimenti
piccolo
borghesi
ricorrevano
alla
violenza
e
coi
disoccupati
,
nuovo
proletariato
squalificato
,
passavano
alla
reazione
?
Bando
perciò
alla
scolastica
per
attenersi
all
'
essenziale
.
Quando
un
mondo
decade
e
la
materia
sociale
diventa
incandescente
,
le
valvole
sociologiche
saltano
.
Da
una
parte
i
rivoluzionari
,
i
sovvertitori
,
quelli
che
l
'
Ufficio
stampa
chiama
i
«
sobillatori
»
,
riuniti
secondo
affinità
semplici
ma
fondamentali
;
dall
'
altra
i
conservatori
,
i
profittatori
dell
'
ordine
attuale
.
La
rivoluzione
non
deve
più
reclutare
chiedendo
:
sei
tu
proletario
?
Credi
al
materialismo
storico
?
Riconosci
in
Marx
il
tuo
Dio
e
in
Lenin
(
o
in
Jaurès
)
il
tuo
profeta
?
Vuoi
la
tessera
A
.
,
B
.
,
C
.
?
Deve
chiedere
:
credi
che
il
mondo
possa
continuare
a
marciare
sulla
testa
anziché
sulle
gambe
?
Non
ti
pare
che
all
'
uomo
potrebbe
assegnarsi
un
compito
più
interessante
di
quello
di
servire
il
profittatore
,
lo
Stato
e
i
generali
?
Una
civiltà
che
ti
dà
l
'
ordine
fascista
e
un
nuovo
macello
in
vista
non
equivale
a
una
nuova
barbarie
che
bisogna
combattere
su
tutti
i
fronti
e
con
tutte
le
armi
?