StampaPeriodica ,
Il
Partito
Socialista
è
stato
per
trent
'
anni
(
1892-1921
)
il
centro
propulsivo
e
organizzativo
di
tutta
la
lotta
proletaria
in
Italia
.
Furono
prima
i
tempi
dell
'
apostolato
e
della
intransigenza
ideale
,
quando
la
gioventù
accorreva
al
partito
,
la
predicazione
elementare
risvegliava
le
folle
e
la
persecuzione
in
forme
ben
più
blande
delle
attuali
eccitava
l
'
energia
dei
militanti
.
Poi
,
dopo
il
1900
,
furono
i
tempi
del
lavoro
positivo
,
paziente
,
di
organizzazione
e
di
lotta
sul
terreno
elettorale
,
sindacale
,
cooperativo
,
diretto
non
già
a
rivoluzionare
il
sistema
sociale
,
ma
a
strappare
,
nel
nuovo
clima
democratico
,
il
massimo
di
vantaggi
compatibili
con
la
esistenza
di
un
regime
borghese
progressivo
.
Ma
la
possibilità
di
un
riformismo
fruttuoso
,
che
non
degenerasse
in
mero
opportunismo
,
non
durò
che
pochi
anni
.
Ben
presto
si
toccarono
i
limiti
dell
'
azione
riformatrice
e
il
partito
,
paralizzato
dal
dissidio
tra
riformismo
e
rivoluzionarismo
,
e
tra
azione
politica
e
azione
sindacale
,
decadde
.
Con
la
guerra
di
Libia
ritornò
alla
intransigenza
,
ma
il
suo
risveglio
fu
blanquista
,
verbale
,
demagogico
piuttosto
che
seriamente
,
rivoluzionario
.
Lo
si
vedrà
nella
grande
guerra
quando
il
neutralismo
trionfò
con
la
formula
del
non
appoggiare
né
sabotare
.
Le
masse
si
radicalizzarono
e
la
fine
della
guerra
segna
per
il
partito
un
formidabile
ritorno
di
popolarità
e
di
adesione
di
popolo
.
Ma
lo
spirito
,
i
metodi
e
i
quadri
non
sono
all
'
altezza
.
Il
partito
socialista
aveva
troppa
parte
nella
vita
quotidiana
del
paese
,
era
appesantito
da
troppi
interessi
e
preoccupazioni
immediate
,
era
troppo
legato
,
nonostante
il
suo
massimalismo
rumoroso
,
al
clima
liberale
ed
elettorale
prebellico
,
per
assumere
una
iniziativa
rivoluzionaria
alla
quale
,
oltretutto
,
era
tecnicamente
impreparato
.
Subì
le
circostanze
,
in
luogo
di
dominarle
,
lasciando
passare
il
periodo
favorevole
così
ad
una
grande
politica
riformatrice
di
governo
,
come
ad
un
tentativo
di
sovversione
violenta
.
In
sostanza
prolungò
nel
dopoguerra
il
neutralismo
di
guerra
,
sempre
più
dilaniato
dalle
aspre
lotte
di
tendenza
.
Cosicché
quando
la
reazione
fascista
,
col
favore
della
violenta
crisi
economica
del
'20-21
,
si
abbatté
sudi
lui
,
non
trovò
un
organismo
vivo
,
agile
e
combattivo
,
ma
una
armatura
pesante
utile
solo
a
fini
elettorali
e
propagandistici
.
Il
partito
si
scompose
,
mentre
alla
base
solo
delle
minoranze
,
sempre
più
isolate
,
e
non
di
rado
sconfessate
,
si
batterono
eroicamente
.
Nel
gennaio
1921
fu
la
secessione
comunista
.
Nell
'
ottobre
1922
fu
la
scissione
tra
massimalisti
e
riformisti
.
Il
partito
socialista
,
organo
politico
unitario
di
tutto
il
proletariato
italiano
,
era
finito
.
Una
nuova
fase
si
apriva
nella
vita
italiana
e
nelle
lotte
proletarie
.
Per
quanto
dolorosa
e
negativa
ne
sia
stata
la
conclusione
,
l
'
azione
trentennale
del
partito
socialista
ha
lasciato
tuttavia
un
solco
indelebile
nella
storia
del
nostro
paese
.
Per
opera
sua
una
plebe
,
specie
nel
Nord
e
nel
Centro
,
si
trasformò
in
popolo
,
migliorò
grandemente
,
con
sforzo
autonomo
,
le
proprie
condizioni
di
vita
,
acquistò
dignità
civile
e
coscienza
di
classe
.
Una
nuova
generazione
di
capi
politici
e
sindacali
,
per
la
maggior
parte
saliti
dalle
officine
e
dai
campi
,
portò
nel
piccolo
e
privilegiato
mondo
della
politica
italiana
un
soffio
rinnovatore
.
L
'
Italia
,
sino
allora
campo
di
preda
di
piccole
cricche
parassitarie
e
retrograde
,
conobbe
,
per
merito
del
partito
socialista
,
le
prime
esperienze
di
democrazia
e
di
lotta
politica
autentiche
.
Più
ci
si
allontana
nel
tempo
e
più
,
vista
nel
suo
assieme
,
la
sua
opera
grandeggia
.
Lo
stesso
fascismo
,
per
la
penna
dei
suoi
rari
scrittori
(
vedi
ad
esempio
:
Volpe
,
Storia
d
'
Italia
)
è
forzato
ad
ammettere
il
molto
che
il
popolo
italiano
deve
al
partito
socialista
,
almeno
sino
alla
guerra
.
Che
cosa
resta
oggi
,
dopo
quattordici
anni
di
fascismo
,
del
vecchio
partito
socialista
?
Non
è
facile
rispondere
alla
domanda
.
L
'
Italia
è
un
mistero
.
La
nuova
generazione
cresce
nell
'
ignoranza
o
si
orienta
in
base
a
oscure
intuizioni
.
Occorre
distinguere
il
socialismo
come
ideale
,
come
movimento
,
che
abbraccia
correnti
molteplici
e
si
può
dire
fornisca
la
piattaforma
indeclinabile
di
ogni
antifascismo
d
'
avvenire
,
dal
socialismo
come
partito
,
bandito
in
patria
,
scisso
all
'
estero
,
non
più
in
grado
di
assicurare
nel
suo
seno
l
'
unità
politica
del
proletariato
.
In
Italia
certo
sopravvivono
centinaia
di
migliaia
di
lavoratori
che
per
anni
e
decenni
hanno
conosciuto
e
seguito
il
partito
,
votato
per
lui
alle
elezioni
,
obbedito
alle
sue
parole
più
popolari
un
Turati
,
un
Prampolini
,
un
Treves
,
per
il
suo
glorioso
giornale
,
l
'
«
Avanti
!
»
,
conservano
un
attaccamento
nostalgico
.
Si
tratta
generalmente
di
uomini
maturi
inadatti
alla
lotta
clandestina
e
a
una
opposizione
di
attacco
,
orientati
piuttosto
verso
soluzioni
moderate
della
crisi
italiana
(
di
compromesso
,
si
suol
dire
)
,
ma
sui
quali
un
futuro
partito
socialista
,
specie
per
un
'
attività
legale
ed
elettorale
,
potrebbe
sempre
contare
.
Tra
loro
si
annoverano
migliaia
di
antichi
dirigenti
,
grandi
e
piccoli
,
ex
deputati
,
funzionari
,
organizzatori
di
leghe
e
cooperative
,
intellettuali
,
alquanto
stanchi
e
scettici
,
ma
sicuri
e
competenti
,
che
al
partito
hanno
molto
sacrificato
e
che
domani
specie
se
il
domani
sarà
vicino
gli
assicurerebbero
dei
quadri
.
Le
nuove
reclute
sono
poche
,
di
provenienza
piuttosto
intellettuale
che
operaia
;
sentono
pochissimo
il
partito
;
il
loro
socialismo
è
critico
,
marxista
umanistico
,
spesso
con
venature
libertarie
antistatali
.
I
rapporti
che
hanno
all
'
interno
con
i
vecchi
quadri
del
partito
sono
scarsi
;
ma
non
per
loro
colpa
.
Nell
'
esilio
si
sono
riorganizzati
e
vivono
da
dieci
anni
i
due
partiti
:
il
Partito
Socialista
dei
Lavoratori
Italiani
,
aderente
alla
II
Internazionale
,
e
il
Partito
Socialista
Italiano
(
massimalista
)
.
La
loro
consistenza
e
influenza
reale
è
tuttavia
assai
diversa
.
Il
primo
può
dirsi
un
partito
.
Il
secondo
,
nelle
sue
proporzioni
attuali
,
non
è
che
un
gruppo
superstite
.
Sino
ad
alcuni
anni
fa
i
quadri
,
anche
all
'
estero
,
del
Partito
Socialista
dei
Lavoratori
Italiani
erano
forniti
esclusivamente
dall
'
antica
ala
riformista
.
Turati
,
Treves
(
mancati
nel
1932
e
1933
)
,
Modigliani
,
Buozzi
,
Baldini
,
Rugginenti
,
Faraboli
,
Rondani
,
Piemonte
,
Morgari
sono
i
nomi
più
noti
.
Ma
nel
1930
il
partito
si
rinforza
e
modifica
alquanto
la
sua
fisionomia
con
l
'
ingresso
di
un
gruppo
di
massimalisti
capeggiato
da
Nenni
,
oggi
attivo
segretario
del
partito
.
Più
tardi
vi
aderirono
alla
spicciolata
alcuni
ex
comunisti
,
tra
i
quali
Tasca
e
Santini
,
ed
alcuni
trotzkisti
.
Talché
oggi
è
difficile
fissare
la
posizione
precisa
del
partito
e
il
peso
delle
varie
correnti
,
anche
se
si
può
con
sicurezza
affermare
che
esso
non
è
più
identificabile
col
vecchio
riformismo
.
Un
miglioramento
rispetto
al
passato
non
si
può
negare
.
In
alcuni
suoi
membri
segnatamente
Tasca
,
Saragat
,
Joseph
il
partito
mostra
preoccupazioni
di
cultura
e
di
rinnovamento
;
non
monta
la
guardia
irosa
al
passato
;
e
pare
disposto
a
favorire
una
«
ricostruzione
»
del
partito
che
avvenga
in
base
a
motivi
ed
esperienze
attuali
,
spinto
a
ciò
anche
dalla
collaborazione
libera
di
un
limitato
ma
serio
gruppo
di
giovani
socialisti
residenti
in
Italia
.
Ma
la
sua
adesione
alla
II
Internazionale
,
mentre
gli
assicura
una
risonanza
e
degli
appoggi
non
indifferenti
,
lo
costringe
a
molta
diplomazia
in
materie
che
richiederebbero
invece
,
in
periodi
come
gli
attuali
,
la
massima
spregiudicatezza
.
Non
si
è
ancora
liberato
,
e
forse
,
fintanto
che
resterà
in
esilio
nella
formazione
odierna
,
non
si
libererà
mai
,
dalla
preoccupazione
di
conservare
,
anche
formalmente
,
la
continuità
con
l
'
antico
partito
socialista
,
a
cui
si
illude
che
un
giorno
,
rinsaviti
i
comunisti
e
caduti
i
fascisti
,
si
possa
tornare
.
Ciò
gli
vieta
quel
riesame
a
fondo
delle
condizioni
e
dei
metodi
della
lotta
proletaria
senza
del
quale
la
ricostruzione
socialista
è
un
'
utopia
,
inducendolo
a
tollerare
,
all
'
interno
,
in
omaggio
alla
anzianità
delle
tessere
e
a
una
male
intesa
democrazia
,
un
tono
fiacco
e
amministrativo
di
esistenza
.
Nel
suo
seno
esiste
indubbiamente
una
minoranza
di
rivoluzionari
.
Ma
il
partito
,
nel
suo
insieme
,
rivoluzionario
non
è
né
,
se
se
ne
eccettuano
pochi
elementi
,
si
è
mostrato
sinora
capace
di
un
organico
sforzo
di
azione
.
Saprà
compiere
un
deciso
passo
innanzi
,
facendosi
centro
di
una
rinascita
effettiva
,
non
solo
ideologica
,
ma
pratica
,
cioè
di
lotta
vissuta
e
combattuta
,
del
socialismo
?
A
giugno
è
annunciato
il
Congresso
dal
quale
dovrebbe
sortire
precisata
la
sua
fisionomia
.
Dubitiamo
però
che
un
partito
socialista
inquadrato
nella
II
Internazionale
riesca
a
sfuggire
alla
linea
classica
di
evoluzione
propria
a
tutti
i
partiti
socialisti
europei
.
Il
partito
massimalista
italiano
,
per
cause
varie
,
ma
di
cui
la
principale
è
la
deficienza
di
quadri
,
è
quello
in
cui
più
forte
si
mantiene
,
nonostante
i
dinieghi
,
il
culto
delle
memorie
,
assieme
alla
sicurezza
assiomatica
che
esso
,
e
non
altri
,
dovrà
necessariamente
tornare
ad
avere
un
giorno
in
Italia
il
posto
e
la
funzione
del
vecchio
partito
.
Nel
suo
seno
le
questioni
di
rappresentanza
e
di
forma
assumono
una
importanza
davvero
eccessiva
.
Peccato
,
perché
esso
comprende
alcuni
gruppi
di
operai
seri
e
attivi
che
,
se
non
fossero
ostacolati
e
deviati
da
una
polemica
spicciola
continua
,
parteciperebbero
con
slancio
a
una
lotta
rivoluzionaria
.
La
lettura
dell
'
organo
quindicinale
del
massimalismo
l
'
«
Avanti
!
»
(
il
«
Nuovo
Avanti
»
è
invece
il
settimanale
del
Partito
Socialista
dei
Lavoratori
)
richiama
irresistibilmente
alla
mente
l
'
atmosfera
e
i
motivi
del
1919
,
nonostante
l
'
avversione
violenta
perla
Russia
sovietica
.
La
critica
massimalista
ha
soprattutto
uno
scopo
:
dimostrare
che
il
massimalismo
fu
,
è
e
sempre
sarà
nel
giusto
e
nel
vero
.
Perisca
il
mondo
,
sopravvengano
pure
esperienze
decisive
come
quelle
dei
diciotto
anni
che
passano
dal
1919
ai
giorni
nostri
,
si
riduca
pure
il
partito
a
un
gruppo
chiuso
,
ma
che
mai
si
smentiscano
le
classiche
formule
massimalistiche
.
La
sua
intransigenza
è
negativa
.
Non
è
il
prodotto
di
un
'
azione
vigorosa
,
che
dalla
sua
stessa
nettezza
deriva
la
ripugnanza
a
cadere
in
posizioni
generiche
e
in
alleanze
incerte
;
sembra
nascere
,
al
contrario
,
piuttosto
da
una
deficienza
d
'
azione
.
Anche
il
massimalismo
si
riunirà
presto
a
Congresso
;
ma
la
lotta
interna
,
condotta
sulla
falsariga
delle
antiche
lotte
di
tendenza
del
'19-20
,
non
offre
nessun
tema
vivo
.
Gli
uni
accusano
gli
altri
,
e
gli
altri
accusano
gli
uni
,
di
peccare
per
infedeltà
alle
vecchie
tavole
,
di
«
liquidare
»
il
partito
.
Il
partito
non
sarà
«
liquidato
»
,
almeno
come
nome
.
E
così
si
andrà
avanti
.
Non
è
che
non
comprendiamo
l
'
attaccamento
al
partito
da
parte
di
chi
per
venti
,
trent
'
anni
gli
ha
tutto
sacrificato
,
o
al
partito
deve
d
'
essere
sortito
dall
'
inferno
sociale
e
dal
limbo
politico
in
cui
viveva
.
Ma
una
cosa
è
rispettarlo
per
il
suo
effettivo
valore
e
vigore
strumentale
;
un
'
altra
cosa
è
idolatrarlo
quasi
fine
a
sé
.
Una
cosa
è
ricordare
con
rispetto
,
esaltare
gli
episodi
della
storia
passata
del
partito
e
le
battaglie
che
onorano
il
proletariato
italiano
;
un
'
altra
cosa
è
immaginarsi
che
il
vecchio
partito
sia
sopravvissuto
alla
crisi
e
costituisca
ancora
una
realtà
attuale
.
No
.
Il
partito
socialista
del
1892-1921
è
finito
.
Vive
nella
storia
appunto
perché
non
vive
più
nella
politica
.
Appartiene
ad
un
'
altra
epoca
.
Quanto
più
ci
si
sforzerà
di
prolungarne
artificialmente
l
'
eco
,
tanto
più
ci
si
voterà
all
'
accademia
.
Ogni
epoca
,
ogni
lotta
offre
,
confeziona
,
i
suoi
strumenti
di
azione
.
Il
partito
socialista
fu
l
'
organo
di
azione
e
di
educazione
politica
del
proletariato
italiano
nella
fase
della
democrazia
prebellica
.
Il
dopoguerra
spalanca
una
fase
nuova
decisiva
,
della
lotta
proletaria
in
tutta
Europa
,
e
soprattutto
nei
paesi
che
stanno
subendo
l
'
esperienza
del
fascismo
.
Si
convincano
inoltre
i
socialisti
di
tutte
le
scuole
che
oggi
,
sulla
base
del
solo
partito
socialista
,
per
quanto
ringiovanito
,
allargato
,
ricostruito
,
non
si
arriverà
mai
a
mettere
in
piedi
un
movimento
veramente
forte
,
né
si
conseguirà
l
'
unità
proletaria
.
Il
partito
comunista
,
cui
noi
non
risparmiamo
le
critiche
,
è
e
resta
una
realtà
con
la
quale
dobbiamo
tutti
fare
i
conti
.
La
scissione
comunista
ha
mutilato
non
solo
il
socialismo
italiano
,
ma
il
socialismo
europeo
,
spostando
a
destra
l
'
asse
dei
partiti
socialisti
e
irrigidendoli
su
posizioni
arretrate
o
inefficaci
.
Per
fortuna
la
nuova
svolta
comunista
,
ancor
troppo
confinata
al
piano
tattico
,
favorisce
la
rottura
delle
cristallizzazioni
,
anzi
impone
a
tutti
un
riesame
spregiudicato
dei
problemi
della
lotta
proletaria
,
non
base
1919
,
ma
base
1937
.
Meno
preoccupazioni
di
partito
,
dunque
,
e
più
di
politica
socialista
e
proletaria
.
Meno
disegni
di
ideali
ricostruzioni
socialiste
,
e
più
di
pratiche
unioni
di
tutte
le
forze
e
correnti
vive
proletarie
,
la
comunista
inclusa
.
E
quando
si
discute
,
si
discuta
sui
temi
centrali
dell
'
oggi
e
del
domani
,
non
dell
'
ieri
.
Altrimenti
il
pensiero
e
l
'
azione
socialista
,
per
quanto
universali
siano
i
motivi
che
l
'
animano
,
resteranno
sempre
sezionali
,
polemici
,
prigionieri
delle
fatali
divisioni
che
vogliamo
cancellare
,
che
dobbiamo
cancellare
,
che
cancelleremo
,
non
a
profitto
di
questa
o
quella
chiesa
,
ma
a
profitto
della
rinascita
proletaria
in
Italia
e
nel
mondo
,
della
rivoluzione
alla
quale
tutti
siamo
votati
e
per
la
quale
da
tanti
anni
e
con
tanti
sacrifici
lavoriamo
.