StampaPeriodica ,
È
nella
sventura
che
si
misurano
gli
uomini
.
È
nella
sconfitta
che
il
movimento
socialista
italiano
darà
la
prova
migliore
della
sua
forza
e
della
sua
vitalità
.
Bisogna
però
che
esso
si
imponga
un
coraggioso
esame
di
coscienza
,
che
esso
addivenga
alla
più
spietata
delle
autocritiche
.
Perché
fummo
battuti
?
Ecco
la
domanda
fondamentale
che
dobbiamo
porci
e
che
esige
una
chiara
risposta
.
Il
sapersi
rendere
ragione
della
sconfitta
è
già
un
primo
passo
sulla
via
della
rivincita
.
Chi
nasconde
il
capo
sotto
l
'
ala
e
si
trincera
dietro
il
dadà
della
«
reazione
internazionale
»
,
o
si
limita
semplicemente
a
considerare
il
fascismo
come
il
figlio
legittimo
e
necessario
del
regime
capitalistico
,
come
una
tappa
fatale
lungo
il
calvario
socialista
,
dà
prova
di
poca
forza
morale
e
mostra
di
non
aver
nulla
appreso
dalla
lezione
di
questi
anni
.
Le
ragioni
della
disfatta
non
vanno
infatti
tanto
cercate
negli
avvenimenti
esteriori
delle
forze
che
sfuggono
per
definizione
al
nostro
controllo
,
quanto
in
noi
stessi
.
Siamo
noi
gli
autori
e
del
nostro
bene
e
del
nostro
male
.
Coloro
che
si
rifugiano
nel
determinismo
pseudo
marxista
per
giustificare
il
loro
stato
di
passivismo
e
di
supina
rassegnazione
,
coloro
che
attendono
la
salute
dagli
errori
degli
avversari
e
dal
fatale
svolgersi
delle
cose
,
mostrano
di
non
aver
inteso
lo
spirito
profondo
di
Marx
,
che
è
uno
spirito
di
combattimento
,
e
davvero
non
si
capisce
che
stiano
a
fare
nei
partiti
e
nelle
organizzazioni
.
Perché
fummo
dunque
battuti
?
Le
cause
sono
tante
e
così
complesse
che
vano
sarebbe
volerne
fare
l
'
elenco
.
Si
tratta
qui
più
di
porre
che
di
risolvere
il
problema
.
È
indubbio
che
alcune
di
queste
cause
erano
per
natura
loro
incontrollabili
e
immodificabili
,
per
lo
meno
in
breve
giro
di
anni
,
e
risiedevano
e
tuttora
risiedono
nel
costume
nazionale
.
Secoli
di
storia
non
si
cancellano
in
pochi
lustri
di
predicazione
socialista
;
e
l
'
italiano
è
ancora
troppo
figlio
del
passato
per
potersi
considerare
popolo
moderno
.
L
'
Italia
è
un
paese
capitalisticamente
arretrato
,
povero
,
disarticolato
nelle
sue
parti
,
politicamente
ineducato
,
affetto
da
provincialismo
congenito
nel
quale
si
ci
illuse
di
avere
elevato
nel
corso
di
una
generazione
quel
grandioso
edificio
socialista
che
alla
prova
dei
fatti
non
poteva
non
rivelarsi
terribilmente
fragile
nelle
sue
basi
.
Fragile
nelle
sue
basi
perché
un
movimento
socialista
degno
di
questo
nome
e
improntato
alla
pura
ideologia
marxista
(
come
tentò
invano
di
esserlo
il
nostro
)
è
possibile
solo
là
dove
la
vita
economica
così
industriale
che
agricola
è
grandemente
sviluppata
,
là
dove
si
sono
superate
le
colonne
d
'
Ercole
del
salario
di
sussistenza
,
là
dove
la
rivoluzione
borghese
ha
posto
su
solide
basi
nello
Stato
«
nazionale
»
il
regime
rappresentativo
e
ha
definitivamente
affermate
le
libertà
politiche
.
Ora
in
Italia
difettavano
in
gran
parte
tali
condizioni
.
Per
quanto
l
'
evoluzione
industriale
del
Nord
andasse
foggiando
un
proletariato
urbano
ormai
consapevole
della
sua
storica
funzione
,
l
'
Italia
è
ancor
oggi
un
paese
prevalentemente
agricolo
che
male
si
presta
,
specie
nel
centro
e
nel
meridione
,
all
'
affermarsi
di
un
movimento
socialista
ispirato
alla
ideologia
marxista
;
la
quale
,
sia
detto
di
sfuggita
,
si
volle
sin
dai
primordi
dovunque
affermare
senza
alcuna
elasticità
e
intelligenza
,
specie
nelle
zone
rurali
.
L
'
Italia
è
un
paese
nel
quale
non
si
ebbero
mai
le
grandi
lotte
di
religione
che
costituirono
dovunque
(
sia
pure
nonostante
e
contro
la
volontà
delle
parti
in
lotta
)
il
massimo
livello
dei
regimi
liberali
e
la
più
sicura
garanzia
del
principio
di
tolleranza
e
del
rispetto
di
un
minimo
comune
denominatore
di
civiltà
;
è
un
paese
nel
quale
le
libertà
politiche
conquistate
durante
il
Risorgimento
,
per
opera
di
una
ristretta
élite
borghese
e
patrizia
,
rimasero
sempre
patrimonio
di
pochi
.
Purtroppo
in
Italia
la
conquista
di
quello
che
a
giusto
titolo
è
considerato
il
sommo
bene
dei
popoli
a
civiltà
occidentale
,
non
è
legata
a
nessun
moto
di
masse
capace
di
adempiere
ad
un
ruolo
mitico
e
ammonitore
.
La
massa
fu
assente
nelle
battaglie
per
l
'
indipendenza
e
per
le
libertà
politiche
.
La
libertà
italiana
è
figlia
di
transazioni
,
di
adattamenti
e
di
taciti
accomodamenti
.
Il
proletariato
non
ha
conquistato
a
prezzo
di
sforzi
e
di
sacrifici
personali
la
«
sua
»
libertà
.
Fu
troppo
breve
il
suo
tirocinio
nella
lotta
per
il
diritto
di
organizzazione
,
e
il
suffragio
universale
apparve
una
gratuita
concessione
e
non
una
conquista
cosciente
.
E
siccome
non
si
ama
e
non
si
difende
se
non
ciò
per
cui
molto
si
è
lottato
e
sacrificato
,
così
era
fatale
che
la
classe
lavoratrice
,
che
nei
paesi
evoluti
è
giustamente
la
più
vigile
e
interessata
custode
del
metodo
democratico
,
dovesse
da
noi
assistere
quasi
inerte
alla
negazione
di
valori
supremi
che
apparivano
purtroppo
estranei
alla
sua
coscienza
.
Ora
è
qui
che
si
annida
uno
dei
massimi
errori
del
nostro
movimento
su
cui
tanto
insistettero
uomini
come
Arturo
Labriola
e
Gaetano
Salvemini
.
Il
suo
compito
precipuo
doveva
essere
appunto
quello
di
reagire
a
tali
condizioni
ambientali
,
di
adeguare
la
sua
teoria
,
la
sua
propaganda
e
la
sua
azione
al
clima
storico
del
nostro
paese
,
di
porre
prima
salde
le
basi
morali
e
politiche
per
un
fruttuoso
lavoro
socialista
.
Invece
il
partito
socialista
non
valutò
al
suo
giusto
valore
il
problema
politico
,
fu
travolto
dalla
strepitosa
vittoria
del
1900
ottenuta
così
a
buon
mercato
in
una
lotta
che
di
fatto
interessò
solo
le
aristocrazie
operaie
del
Nord
,
si
illuse
che
fosse
ormai
definitivamente
acquisito
ciò
che
altrove
era
stato
il
frutto
di
lotte
lunghissime
e
di
rivoluzioni
sanguinose
,
e
non
seppe
condurre
dopo
il
'900
la
grande
battaglia
per
le
libertà
e
le
fondamentali
conquiste
politiche
in
nome
e
in
pro
dell
'
intero
proletariato
.
Si
perse
da
un
lato
nel
rivoluzionarismo
verboso
e
astratto
,
dall
'
altro
degenerò
troppo
spesso
nel
corporativismo
e
nel
gretto
riformismo
,
barattando
inconsapevolmente
i
valori
supremi
per
il
classico
piatto
di
lenticchie
abilmente
presentato
dal
Giolitti
.
L
'
esercizio
del
voto
,
la
progressiva
partecipazione
alla
vita
pubblica
,
le
lotte
parlamentari
,
presero
sempre
più
il
sapore
di
atti
di
normale
amministrazione
.
La
concezione
gradualistica
e
pacifista
del
divenire
socialistico
ripugnò
generalmente
,
allontanò
i
migliori
o
li
condusse
alle
esagerazioni
estreme
.
Il
senso
dell
'
eroico
,
lo
spirito
di
sacrificio
e
di
abnegazione
,
la
coscienza
dei
valori
universali
pei
quali
il
socialismo
lottava
si
andarono
così
sempre
più
oscurando
.
Le
conseguenze
inevitabili
non
tardarono
a
manifestarsi
.
Così
che
oggi
siam
quasi
tratti
a
pensare
che
forse
fu
necessaria
questa
tragedia
perché
il
socialismo
italiano
rimettesse
in
onore
i
valori
morali
,
si
riaccostasse
alla
realtà
e
prendesse
nozione
finalmente
delle
grandi
questioni
politiche
.
Si
tratta
ora
di
ricominciare
da
capo
,
con
animo
nuovo
,
ricchi
della
esperienza
del
passato
,
forti
di
una
fede
che
ha
ormai
superato
tutte
le
prove
.