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I Fin dal III Congresso del partito ( Lione ) , ed anzi già durante le discussioni preparatorie del congresso che si tennero nel 1925 , nell ' Ufficio politico e nel Comitato centrale , si affacciò la necessità di dare un programma al partito . Superata la crisi interna e conquistata una superiore maturità ideologica e politica il partito cominciò a vedere i problemi della rivoluzione italiana e i propri compiti con occhi nuovi . Fino al 1923-1924 noi ci sentivamo il partito di una frazione del proletariato , di una frazione che voleva diventare maggioranza attraverso la « conquista molecolare » dei proletari e limitandosi ad operare entro gli organismi tradizionali del proletariato italiano . Questa ristrettezza del nostro campo politico limitò la nostra azione e impedì al partito di presentarsi di fronte alle grandi masse come il partito del proletariato italiano e la guida di tutta la popolazione lavoratrice . Basta rievocare la posizione assunta dal partito in numerose occasioni , dal 1921 alla fine del 1923 , per convincersene . È verso la seconda metà del 1924 ( crisi Matteotti ) che noi incominciamo ad avere un respiro politico più ampio , ed a manovrare nel giuoco delle forze politiche per presentarci come un « partito di governo » di fronte alle masse lavoratrici . Dal periodo che si potrebbe chiamare « di organizzazione » passiamo al periodo della vera e propria azione politica . Non vorrei che i compagni fossero tratti a credere che io pensi che i due periodi si caratterizzano nettamente e che essi diano , come i momenti di un processo logico , la spiegazione dello sviluppo del nostro partito . Infatti non è vero che dal 1921 al 1924 noi ci siamo occupati di organizzazione e non di politica ; né è possibile pensare che dopo il 1924 noi abbiamo trascurato o sottovalutato i problemi di organizzazione . Il periodo 1921-1924 è prevalentemente « interno » e di propaganda ; nel secondo quello nel quale siamo tuttora noi affrontiamo tutti i problemi interni ed esterni : il partito vede meglio , anzi , i problemi interni e li risolve nella misura e nel modo in cui è capace di vedere e di affrontare i propri compiti politici . Il momento tipico del passaggio dall ' uno all ' altro periodo è stato quello della trasformazione organica del partito sulla base delle cellule . Dal 1924-1925 in poi non ci sentiamo più il partito di una frazione del proletariato , ma il partito politico rivoluzionario del proletariato , di tutto il proletariato italiano . A questo risultato siamo giunti liberandoci dagli ultimi residui della ideologia massimalista ( dei quali si nutriscono oggi avidamente i gruppi di opposizione che sono fuori del nostro partito ) ed affrontando risolutamente i problemi della strategia e della tattica seguendo gli insegnamenti del marxismo - leninismo , sulla base della analisi della struttura della società italiana , dello sviluppo del capitalismo italiano e delle contraddizioni che esso genera , della formazione e del movimento delle classi ; cioè impossessandoci del metodo di analisi marxista . II Il bisogno di darci il programma è coinciso con l ' allargarsi della visione dei nostri compiti storici e politici . Non tutti i compagni , è vero , vedono ancora tutti questi compiti e sanno adeguare ad essi la propria azione . Non tutti i compagni riescono ancora a concepire il carattere « popolare » e « nazionale » della rivoluzione proletaria , che il partito rivoluzionario del proletariato deve trascinare e dirigere tutta la popolazione lavoratrice , che esso deve avere , perciò , un programma di azione applicando il quale esso riesce a portare alla insurrezione ed alla lotta per il potere le masse decisive del proletariato urbano e dei lavoratori della campagna , e deve avere un programma di governo « nazionale » dei lavoratori che risponda ai bisogni e agli interessi della totalità della popolazione lavoratrice , cioè della stragrande maggioranza della popolazione . La debolezza ideologica e politica che è restata in alcuni strati del nostro partito , e che dovrà essere e sarà necessariamente superata nel corso del nostro lavoro , trova una spiegazione nelle condizioni estremamente difficili che ci sono state fatte dalla situazione italiana , durante gli otto anni della nostra esistenza . Nelle nostre file , tuttora , il rivoluzionarismo della frase sostituisce qua e là il rivoluzionarismo marxista . La coscienza del « governo » , del « potere » , dello « Stato » che si forma e si sviluppa nel partito , il quale è « governo » , è « potere » , è « Stato » in sviluppo non è ben radicata tra noi . È pur vero che questa « coscienza » si sviluppa con lo sviluppo stesso del processo rivoluzionario e si allarga fino a diventare coscienza di tutto il proletariato ; ma essa è anche un eccitatore del processo e ne determina la orientazione . Date , quindi , al partito il programma vuol dire rafforzare in esso la coscienza del potere , elevarlo politicamente nella comprensione dei gravissimi compiti che esso deve assolvere . Ma dare il programma al partito vuol dire anche dare il programma al proletariato , vuol dire porre il partito comunista di fronte a tutto il proletariato come il proprio e solo partito , accelerare il dislocamento degli operai e dei salariati agricoli verso il loro partito ; e quindi porre il proletariato , dinanzi alle grandi masse popolari , come l ' erede e il solo erede della borghesia e del capitalismo al potere . III La necessità per il nostro partito di avere il programma non è contestabile , e credo che non sarà contestata . Piuttosto da molte parti ci si domanderà : « Ma il PCI non aveva già un programma ? E se non lo aveva come è potuto andare avanti per otto anni ? È possibile che il partito si dia il programma solo dopo otto o nove anni di esistenza ? » . A domande simili noi già rispondemmo trattando della questione del programma della Internazionale comunista . Noi siamo arrivati al programma della Internazionale comunista attraverso ad una esperienza complessa . Ma ciò non vuoi dire che dal 1919 ( e io direi meglio dal 1917 ) la Internazionale comunista marciasse alla giornata . Tutti i documenti fondamentali , dal I Congresso della Internazionale in poi , sono stati dei documenti programmatici o hanno fissato problemi di tattica generale . Il programma della Internazionale comunista coordina tutta la imponente esperienza ideologica e politica della Internazionale nel corso dei suoi primi nove anni di vita e presenta , per la prima volta dopo il 1847 , un documento che fissa gli obiettivi della lotta rivoluzionaria del partito comunista mondiale . Anche noi abbiamo dovuto seguire la strada delle esperienze ideologiche e politiche del nostro partito per giungere alla formulazione del programma . Ma ciò non vuol dire che il nostro partito , dal 1921 , abbia marciato alla giornata . Al Congresso di Livorno ( San Marco , 1921 ) noi non abbiamo approvato un programma , bensì una mozione programmatica della forma di quelle che erano adottate dai partiti della seconda Internazionale Questa mozione è una dichiarazione di principio del comunismo marxista la quale può e deve essere accettata da chiunque si richiami al marxismo rivoluzionario . Essa non è però né un programma della Internazionale comunista ( perché vi mancano l ' analisi della situazione mondiale del capitalismo , la descrizione del processo che porta alla morte inevitabile del capitalismo , l ' analisi delle forze motrici rivoluzionarie mondiali , le direttive della lotta per la dittatura proletaria , la indicazione di che cosa farà il proletariato quando avrà preso il potere , ecc . ) né è un programma del PCI ( perché vi mancano l ' analisi della struttura del capitalismo italiano , della formazione e dei rapporti fra le classi della società italiana , della stabilizzazione italiana , la indicazione dei compiti che si pongono al PCI per realizzare il blocco operaio - contadino , ecc . ecc . ) La mozione programmatica di Livorno non fu essa a distinguerci dai cosiddetti comunisti unitari ( massimalisti ) e dagli opportunisti . I massimalisti , infatti , non potevano allora non aderire ai principi espressi nella nostra mozione , e la loro grande maggioranza non sarebbe aliena dall ' approvarli , a parole , anche oggi . I punti di differenziazione tra noi e i massimalisti , nel 1921 , furono precisamente i rapporti internazionali ed i problemi concreti della rivoluzione italiana ; il che è quanto dire che il dissenso che portò alla scissione fu determinato non già da una divergenza sui principi generali , divergenza che gli opportunisti negano sempre , ma da una divergenza decisiva sul terreno della applicazione dei principi generali ai problemi concreti della rivoluzione italiana . È in questo momento che l ' opportunismo centrista si svela , sempre . La discussione con i centristi e la divisione da essi nel Congresso socialista di Livorno , avvennero : a ) sui ventuno punti posti dalla Internazionale comunista come condizione per la entrata dei partiti socialisti nella organizzazione comunista mondiale , e quindi sulla esclusione dei riformisti e degli opportunisti del PSI , sulla centralizzazione rivoluzionaria dei partiti e della Internazionale comunista , sul compito delle frazioni comuniste , sui rapporti tra partiti e sindacati , ecc . ; b ) sulla contemporaneità internazionale della rivoluzione , teoria evocata dai riformisti e dagli opportunisti per mascherare la loro profonda essenza controrivoluzionaria , e contro la quale i comunisti allora si batterono ( questa teoria è oggi passata nel patrimonio ideologico della opposizione sedicente di « sinistra » la quale , al contrario , è una opposizione di destra mascherata ) ; c ) sui problemi agrario , nazionale e coloniale . Il dissenso fu perciò programmatico ; ma il nostro programma non era stato elaborato , precisato , era generico , si riallacciava a taluni elementi generali ( in specie ai documenti fondamentali del II Congresso della Internazionale ) . Se noi avessimo potuto ( ma ciò non era possibile ) presentarci a Livorno con un programma organico , il dissenso con i centristi e con gli opportunisti sarebbe stato ancora , immediatamente , più profondo e appariscente . IV Ma potevamo noi andare a Livorno con il programma ? E , prima di tutto , che cosa significa avere un programma ? Avere un programma significa realizzare il massimo di unità ideologica nell ' interno del partito . Avevamo noi questa unità ideologica interna nel gennaio 1921 ? No : noi non l ' avevamo . Il nostro partito si era formato attraverso alla fusione di tre aggruppamenti : la frazione astensionista del PSI ( Bordiga ) ; il gruppo dell ' Ordine nuovo ( Gramsci ) , la sinistra socialista rivoluzionaria ( Gennari - Bombacci - Marabini , ecc . ) . Questi tre aggruppamenti muovevano da posizioni ideologiche differenti , più o meno sviluppate , ed erano fusi nella convinzione della necessità di dare al proletariato italiano il suo partito rivoluzionario . Basta rileggere , oggi , a distanza di otto anni il resoconto del Congresso di Livorno e gli interventi degli oratori comunisti per convincersi che una unità ideologica nel gennaio 1921 non esisteva fra i comunisti . Ciò , del resto , era risaputo da noi , e anche fuori del nostro partito . Al Congresso di Livorno alcuni oratori riformisti e centristi dissero ad alta voce che i comunisti non erano d ' accordo su tutte le questioni , quasi a denunziare una nostra debolezza costituzionale . Ben rispose Terracini che questo era un problema nostro , del futuro PCI , e che avremmo successivamente affrontato e risolto . Mancando una unità ideologica , ci mancava anche una esperienza autonoma , di partito . Senza l ' una e l ' altra un programma comunista , che non sia uno schema artificiale , non è possibile formularlo . V La nostra revisione ideologica , che accompagna lo sforzo verso la unità ideologica , è divenuta profonda dopo l ' avvento del fascismo al potere , durante il 1925 , sebbene verso di essa come abbiamo detto il partito si fosse già mosso nella seconda metà del 1924 e nella preparazione del III Congresso . Le tesi del III Congresso del partito , che hanno un filo unico che le lega , pur avendo alcune manchevolezze che solo oggi siamo in grado di vedere e di completare , rappresentano un grande balzo in avanti per il partito . Le esigenze programmatiche vi si risentono in modo evidente . Tutta la prima parte delle tesi politiche ha contenuto programmatico . Per la prima volta i problemi essenziali della rivoluzione proletaria italiana sono visti dai comunisti , e sono visti con occhio marxista . Il II Congresso ( Roma 1922 ) non ci aveva dato nulla di tutto questo : le tesi di Roma barcamenavano una teoria della tattica generale , ma non affrontavano i problemi della rivoluzione italiana . Né il programma di azione presentato dal Comitato esecutivo e dalla delegazione del PCI al IV Congresso mondiale ( 1922 ) colmava la lacuna . Il III Congresso del partito segna , perciò , un punto fermo nella maturazione ideologica del partito , ed è una vittoria politica per il proletariato italiano . La lotta contro il « sinistrismo » si è iniziata come una lotta sulle questioni della tattica e della organizzazione . Successivamente si è visto che il sinistrismo » rappresentava anche una deviazione nella « strategia » . Il dissenso con i « sinistri » era perciò programmatico . Le posizioni ideologiche che noi abbiamo conquistato lottando contro il sinistrismo sono state delle posizioni programmatiche . Dai dissensi sulla strategia , sulla tattica e sulla organizzazione siamo giunti a precisare : a ) che il sinistrismo non ha nessuna dimestichezza con il metodo dialettico di Marx , non è capace di compiere delle analisi ; b ) che esso non ha mai fatto una analisi della società italiana , delle classi e dei loro rapporti , e del processo di formazione del blocco operaio - contadino ; c ) che esso ha una concezione errata della natura e del ruolo dei partito comunista , e dei rapporti tra il proletariato e le altre classi che si muovono o che sono portate a muoversi contro il regime del capitalismo ; d ) che esso nega o restringe il compito del partito di intervenire con la sua azione politica , al fine di dislocare strati di masse influenzati da altri partiti e portarli sotto la influenza dei comunisti ; e ) che esso svaluta l ' attività di fronte unico e la sua organizzazione , ecc . Queste deviazioni di tipo « sinistroide » , ma caratteristiche del massimalismo , sono state battute decisamente dal partito senza possibilità di resurrezione in grande stile . Il nostro partito ha pure combattuto le deviazioni di destra , le quali si presentarono però sempre in esso come scarsamente vivaci . Esse non ebbero una seria base proletaria nel partito , e furono piuttosto la espressione della mentalità di gruppi di vecchi leaders che non erano riusciti a digerire la teoria e la pratica della Internazionale comunista da essi accettate quando ancora non le conoscevano . VI Dal III Congresso in poi il partito ha sviluppato le sue capacità politiche e la sua preparazione ideologica . I documenti del settembre 1926 ( risoluzione politica , risoluzione sul lavoro nel Mezzogiorno ) sono già degli sviluppi delle tesi di Lione . Il lavoro politico del partito compiuto nel 1925-1926-1927 sulla base delle direttive derivate da una giusta analisi della situazione , lo ha imposto decisamente all ' attenzione delle masse lavoratrici italiane . Il lavoro politico e di organizzazione , negli ultimi anni , malgrado le gravi difficoltà del nostro lavoro , non solo non ha indebolito il lavoro ideologico , ma lo ha migliorato ed esteso a uno strato più vasto di compagni . Lo Stato operaio ha portato innanzi lo studio di alcuni problemi che non erano stati ancora approfonditi , in particolare lo studio della situazione economica e quello del fascismo . Noi abbiamo , quindi , oggi una maturità sufficiente per passare alla formulazione del programma . D ' altra parte , dopo l ' approvazione del programma della Internazionale comunista , che è il programma del nostro partito mondiale , tutte le sezioni della Internazionale debbono passare a darsi i propri programmi nazionali , dei quali il programma mondiale è la premessa essenziale . Il Comitato centrale del nostro partito , già da alcuni mesi , ha nominato una commissione del programma , la quale , però , non ha potuto ancora iniziare il lavoro . Io mi limiterò , qui , ad esprimere alcune opinioni personali di carattere generale sul programma da dare al nostro partito , le quali potranno essere utilizzate o rigettate dalla commissione . Quale deve essere il tipo di programma da dare al nostro partito ? Da quanto ho sopra detto escludo che il programma possa essere una semplice dichiarazione di principi , quali erano , ad esempio , quelli del 1892 ( Genova ) e del 1919 ( Bologna ) del PSI , e quale fu quello approvato al nostro I Congresso ( 1921 ) . D ' altronde noi non abbiamo più bisogno , oggi , di incastrare nei nostri programmi nazionali una dichiarazione di principi , giacché il programma della Internazionale comunista che è la premessa di ogni programma nazionale , è una sufficientissima elaborazione dei principi della Internazionale comunista . I programmi nazionali della seconda Internazionale ( la seconda Internazionale non ha mai avuto un programma mondiale perché non ha mai avuto una politica ed una organizzazione dirette e centralizzate internazionalmente ) erano fatti sul tipo di mozioni , comprendenti due parti : una affermazione di principi , breve e talora brevissima , ed una esposizione delle rivendicazioni parziali ( programma massimo e programma minimo ) . Noi sappiamo che nella seconda Internazionale si andarono dimenticando a poco a poco i principi , e il programma delle rivendicazioni parziali ( delle riforme , diciamo meglio ) divenne il vero programma dei partiti della vecchia socialdemocrazia . Il programma della Internazionale comunista è tornato al tipo del manifesto , nel quale i principi e le rivendicazioni parziali sono tra loro legati in modo armonico , per cui l ' obiettivo della lotta per la dittatura proletaria non è mai perduto di vista , anzi tutto il processo di lotte parziali è visto come un mezzo per la conquista e la direzione delle masse sulla via della rivoluzione e della dittatura proletaria . Io penso che il programma del PCI debba mantenere il tipo del programma della Internazionale che risponde alla migliore tradizione del marxismo militante . Ho sotto gli occhi i progetti di programmi presentati dai partiti comunisti della Germania , del Giappone e della Bulgaria alla commissione del programma del IV Congresso . Sono certo che i compagni di questi partiti , nel redigere i programmi dei loro partiti , ricominceranno il loro ex novo . Infatti il vecchio progetto del partito comunista tedesco non era se non una lunga esposizione , e abbastanza pesante nella forma , della analisi del capitalismo mondiale del dopoguerra , e dei principi sui quali si è costituita la Internazionale comunista . Cito i titoli dei capitoli : 1 . L ' epoca dell ' imperialismo ; 2 . La guerra mondiale ; 3 . I trattati di pace imperialisti ; 4 . La crisi del capitalismo ; 5 . La presa del potere politico : a ) il proletariato come potenza motrice e classe dirigente della trasformazione socialista ; 6 ) il ruolo del partito comunista ecc . ; c ) il ruolo della violenza ; d ) la democrazia borghese ; e ) misure transitorie che preludono alla conquista del potere politico ; 6 . Trasformazione del regime capitalista in regime socialista , ecc . Non si tratta di un progetto di programma del Partito comunista tedesco , ma piuttosto di un contributo alla elaborazione di un programma della Internazionale comunista . Infatti i problemi della rivoluzione tedesca non vi sono visti in modo particolare . Questo progetto di programma , indipendentemente dal suo valore intrinseco ( esso fu scritto nel 1922 ) , non potrebbe servire ai compagni e al proletariato tedesco . Il progetto di programma del Partito comunista giapponese si avvicina al tipo di un programma nazionale : esso , infatti , è preceduto da una nota nella quale è detto che il progetto vuol essere un capitolo nel quale si pongano i problemi della rivoluzione e della lotta rivoluzionaria nel Giappone . Ma anche come capitolo complementare esso è insufficiente , non dà una idea della struttura economica e sociale del Giappone , non indica la soluzione comunista dei problemi particolari che si presentano alle masse lavoratrici del Giappone . Il progetto del Partito comunista bulgaro è più vicino a quello che mi sembra debba essere adottato dai partiti e dal nostro , toltane la prima parte che è già , e meglio elaborata , nel programma della Internazionale comunista . Però nel vecchio progetto del Partito comunista bulgaro mancano i problemi della strategia e della tattica . Il nostro programma , a parer mio , deve essere un programma di azione ed un programma di governo . Dobbiamo nel nostro programma analizzare il sistema mondiale del capitalismo , il suo sviluppo e il suo declino ? O la crisi generale del capitalismo e l ' aprirsi dell ' èra delle rivoluzioni proletarie ? O riaffermare i principi del comunismo ? No , tutto ciò non è necessario . Tutto ciò è nel programma della Internazionale comunista , del quale il nostro è una parte complementare . D ' altronde noi non possiamo limitarci ad un programma di azione , cioè ad indicare quali sono le forze che il proletariato deve abbattere , con quali mezzi e con quali azioni esso deve riuscire a conquistare , a trascinare e a dirigere le masse contro lo Stato borghese , e quali sono i compiti che al partito si pongono , per vincere , nella lotta del proletariato per il potere . Il nostro programma deve rispondere anche ad un ' altra esigenza , e a delle domande che le grandi masse ci pongono : « Che cosa voi farete quando avrete il potere nelle mani ? » . Gli italiani vogliono conoscere quale sarà il carattere e l ' ampiezza del loro potere . I contadini poveri avranno o no la terra ? E cosa darà il governo ai mezzadri , ai fittavoli , ai piccoli proprietari coltivatori ? E come sarà regolato il problema del debito pubblico ? E quello del debito estero ? E il problema meridionale ? E il problema delle minoranze nazionali ? E il problema coloniale ? E quello della istruzione , dell ' igiene , dell ' assistenza sociale , della Chiesa e della religione , dell ' esercito , ecc . ecc . ? Si tratta , quindi , né più ne meno che di fissare il programma di governo dei comunisti italiani . Se noi non rispondiamo a queste esigenze il nostro programma non avrà un valore verso l ' esterno , verso le masse , un valore di propaganda e di agitazione , ma sarà un documento interno , che interesserà solo i compagni . E certo che non è possibile , oggi , fare un programma di governo dettagliato ; non è possibile senza cadere nell ' artifizio ; giacché non è possibile prevedere tutte le modificazioni che il processo rivoluzionario italiano porterà nelle numerose branche della vita del paese ; ma vi sono dei problemi essenziali , fondamentali la cui gravità è causa ed effetto dello sviluppo delle contraddizioni del capitalismo : di essi e di altri problemi secondari , sì , ma ai quali il capitalismo non può dare una soluzione noi possiamo e dobbiamo indicare fin da oggi la soluzione comunista , la soluzione che noi daremo quando il proletariato avrà preso il potere . VII La forma del programma deve essere la più semplice possibile . Su questa questione noi dobbiamo insistere . Dato che il programma non potrà essere breve , esso dovrà essere semplice , di lettura facile e gradevole . Dobbiamo cercar di uscire , una volta tanto , dalla forma irta , arida dei nostri documenti . Bisognerà abbandonare il frasario e la terminologia scientifici , e quelli che sono divenuti abituali nel nostro linguaggio . Noi adoperiamo accenti del linguaggio e della cultura dell ' avvenire , perché noi esprimiamo nuovi e superiori bisogni dell ' umanità ed una civiltà nuova . Ma le masse a cui dobbiamo parlare sono ancora immerse nella società capitalistica : esse non ci comprendono se non parliamo il loro linguaggio . Noi dobbiamo preparare un documento che possa essere compreso da tutti gli operai italiani , pur non potendosi esigere che esso possa essere adattato alla capacità dell ' ultimo cafone del mio paese . Documento che serva alla propaganda diretta : voglio dire che non abbia bisogno di troppe interpretazioni orali sussidiarie . Il carattere semplice del documento non può contraddire alla serietà della esposizione ed alla precisione dei concetti . VIII Il programma dovrebbe essere composto di quattro parti : Analisi della struttura economica e della società italiana . ( Bisognerà tradurre queste formulazioni in linguaggio più comprensibile per le masse . ) Questa analisi è indispensabile : senza di essa ci manca la spiegazione del senso del processo di sviluppo del capitalismo italiano . Non mi soffermo qui a indicare tutti i punti che questa prima parte dovrà toccare . Dall ' analisi della struttura economica si dovrà passare a vedere come si sono formate le classi , e quali sono stati i loro rapporti reciproci e le modificazioni di questi rapporti sino al 1914 . Io chiuderei questa prima parte al 1914 . Il periodo che si apre con la guerra ha delle caratteristiche particolari : è il periodo della fase rivoluzionaria . Nella prima parte credo che dovrebbe anche essere fatta una descrizione della funzione avuta dai partiti borghesi ( partiti tradizionali , giolittismo , ecc . ) e dai partiti e movimenti proletari : anarchismo , socialismo ( riformismo , integralismo , intransigentismo ) , sindacalismo oltreché del carattere del repubblicanesimo , del clericalismo e dell ' autonomismo meridionale . La guerra del 1914 , inizio della rivoluzione proletaria . Bisognerà dire qualche cosa sulle forze che hanno spinto il capitale italiano a spezzare la neutralità e ad entrare nel conflitto . E , quindi , i caratteri nuovi della crisi del capitalismo italiano aggravata dai trattati di pace . Il movimento rivoluzionario in Italia e la sconfitta del 1920 . La stabilizzazione e i suoi caratteri tipici : il fascismo . Le modificazioni di struttura che si manifestano con lo sviluppo relativo della tecnica , e con la riorganizzazione della produzione . Impossibilità storica per il capitalismo italiano di ritornare alle forme democratiche . Prospettive . Qui bisognerà dire quali spostamenti di classe hanno operato la crisi del dopoguerra e il fascismo , e come si sono orientate politicamente le classi lavoratrici ( operai e contadini ) fino al 1921 e successivamente , precisando la funzione del partito comunista nel processo di riorganizzazione delle masse . Quindi una critica delle posizioni della opposizione costituzionale e della « concentrazione » , e la dimostrazione che l ' abbattimento del fascismo non è possibile senza l ' abbattimento del capitalismo , e che la direzione della lotta vittoriosa delle masse lavoratrici contro il fascismo non può spettare che alla classe proletaria italiana , diretta dal partito comunista , il quale deve organizzare e dirigere la insurrezione armata delle masse rivolta alla conquista del potere . La terza parte deve comprendere il programma di governo dei comunisti , cioè deve dire che cosa si propongono i comunisti di fare dopo avere abbattuto il potere del fascismo e del capitalismo , nel periodo di transizione dal capitalismo al socialismo ( dittatura del proletariato ) . Bisognerà dire quali misure prenderà il governo operaio immediatamente dopo essersi costituito allo scopo di affrontare i conati della controrivoluzione e di togliere il potere economico al capitalismo ; in che modo lo Stato operaio si organizzerà , organizzerà l ' industria , l ' agricoltura , il consumo , la finanza , ecc . ; come affronterà la questione della terra , del Mezzogiorno , delle minoranze nazionali , delle colonie , del debito pubblico , del debito estero , delle imposte , ecc . Ritengo che questa parte debba essere sufficientemente sviluppata , e debba dare una risposta alle più importanti questioni che non solo gli operai , ma pure e specialmente i contadini , i piccoli esercenti , gli intellettuali e i tecnici pongono ogni qualvolta essi si sforzano di immaginarsi come i comunisti potrebbero dirigere lo Stato , e di raffigurarsi concretamente che cosa sia la dittatura del proletariato . d ) La quarta parte dovrebbe contenere i problemi della strategia , della tattica e della organizzazione del partito e della lotta rivoluzionaria , cioè il programma di azione . Il nostro programma di azione approvato dal Comitato centrale nel mese di ottobre 1927 e pubblicato nel n . 10 di Lo Stato operaio ( anno II ) ci dà una traccia che noi possiamo ricalcare . Bisogna però tener presente che il programma non è solo destinato ai compagni ma anche alle masse per cui in questa quarta parte occorre evitare una forma troppo didascalica , che può avere ed ha il suo valore quando un documento è indirizzato all ' interno , ai membri del partito , ma genera confusione se il documento è fatto per tutti i lavoratori . Richiamandosi alle parti a ) e b ) la parte d ) indicherà quali sono le forze motrici rivoluzionarie fondamentali della rivoluzione proletaria , a che punto oggi è il processo di formazione del blocco operaio - contadino , cosa occorre fare per accelerarlo . Quindi tutta la serie dei compiti che spettano al partito , di natura interna ( organizzativi , ideologici ) ed esterna ( di propaganda , di agitazione , di organizzazione delle masse ) , nella direzione operaia e contadina , sul terreno del lavoro coloniale e delle minoranze nazionali , ecc . Né dimenticare che il nostro è il partito della insurrezione , e perciò i problemi della insurrezione ( lavoro militare , lavoro nell ' armata , ecc . ) debbono avere un posto importante nel programma . IX Lo studio e la preparazione del programma non deve essere un compito affidato esclusivamente alla commissione del programma . D ' abitudine le commissioni lavorano in modo chiuso , e poi presentano alla discussione degli organismi che le hanno nominate un progetto di documento . Io credo che alla preparazione del programma debbono partecipare tutti gli elementi attivi del partito , tanto quelli che lavorano in Italia quanto quelli che sono sparsi nei cinque continenti . In che modo questa larga collaborazione si può ottenere ? La commissione stabilirà il tipo di programma che ritiene utile adottare , la sua struttura e le sue parti generali e particolari . Questo primo risultato del suo lavoro sarà reso pubblico a mezzo di Lo Stato operaio . Da questo momento il lavoro di studio e di preparazione del programma seguirà due direzioni : una verso l ' interno della commissione , ed una verso l ' esterno , verso i compagni e perché no ? verso la massa dei simpatizzanti . La commissione affiderà a ciascuno dei suoi membri lo studio di una parte del programma . I risultati di questi studi verranno pubblicati in uno o più articoli sulla rivista del partito . Su questi articoli la discussione pubblica dovrebbe essere aperta non solo ai membri della commissione ma ai compagni tutti . D ' altra parte i compagni non solo possono trattare sulla rivista le questioni poste dalla commissione , ma anche altre che non siano state poste . La discussione pubblica sul programma potrà offrire una buona occasione per una chiarificazione delle posizioni ideologiche e delle direttive del partito . Sebbene noi vogliamo avere presto il programma , non possiamo pretendere di averlo prima di alcuni mesi . Abbiamo , perciò , il tempo necessario per studiarlo e per prepararlo . Tutto il materiale della discussione pubblica verrà raccolto ed esaminato dalla commissione , e ridiscusso nella commissione la quale elaborerà il progetto di programma che sarà portato all ' esame ed all ' approvazione del Comitato centrale del partito . Approvato dal Comitato centrale del partito il progetto di programma resterà allo stato di progetto fino a quando non potrà essere convocato il IV Congresso del partito , giacché il programma non può essere approvato definitivamente se non da un congresso . Poniamoci , intanto , allo studio della questione del programma . Esso contribuirà ad elevare il livello ideologico dei compagni ; ed alla fine noi riesciremo a dimostrare che il nostro partito non solo sa stare degnamente al proprio posto di lotta ma è in grado di dare una soluzione a tutti i problemi della popolazione lavoratrice italiana , dinanzi alla direzione della lotta rivoluzionaria contro il fascismo ed alla successione al regime del fascismo e del capitalismo .