StampaPeriodica ,
I
Fin
dal
III
Congresso
del
partito
(
Lione
)
,
ed
anzi
già
durante
le
discussioni
preparatorie
del
congresso
che
si
tennero
nel
1925
,
nell
'
Ufficio
politico
e
nel
Comitato
centrale
,
si
affacciò
la
necessità
di
dare
un
programma
al
partito
.
Superata
la
crisi
interna
e
conquistata
una
superiore
maturità
ideologica
e
politica
il
partito
cominciò
a
vedere
i
problemi
della
rivoluzione
italiana
e
i
propri
compiti
con
occhi
nuovi
.
Fino
al
1923-1924
noi
ci
sentivamo
il
partito
di
una
frazione
del
proletariato
,
di
una
frazione
che
voleva
diventare
maggioranza
attraverso
la
«
conquista
molecolare
»
dei
proletari
e
limitandosi
ad
operare
entro
gli
organismi
tradizionali
del
proletariato
italiano
.
Questa
ristrettezza
del
nostro
campo
politico
limitò
la
nostra
azione
e
impedì
al
partito
di
presentarsi
di
fronte
alle
grandi
masse
come
il
partito
del
proletariato
italiano
e
la
guida
di
tutta
la
popolazione
lavoratrice
.
Basta
rievocare
la
posizione
assunta
dal
partito
in
numerose
occasioni
,
dal
1921
alla
fine
del
1923
,
per
convincersene
.
È
verso
la
seconda
metà
del
1924
(
crisi
Matteotti
)
che
noi
incominciamo
ad
avere
un
respiro
politico
più
ampio
,
ed
a
manovrare
nel
giuoco
delle
forze
politiche
per
presentarci
come
un
«
partito
di
governo
»
di
fronte
alle
masse
lavoratrici
.
Dal
periodo
che
si
potrebbe
chiamare
«
di
organizzazione
»
passiamo
al
periodo
della
vera
e
propria
azione
politica
.
Non
vorrei
che
i
compagni
fossero
tratti
a
credere
che
io
pensi
che
i
due
periodi
si
caratterizzano
nettamente
e
che
essi
diano
,
come
i
momenti
di
un
processo
logico
,
la
spiegazione
dello
sviluppo
del
nostro
partito
.
Infatti
non
è
vero
che
dal
1921
al
1924
noi
ci
siamo
occupati
di
organizzazione
e
non
di
politica
;
né
è
possibile
pensare
che
dopo
il
1924
noi
abbiamo
trascurato
o
sottovalutato
i
problemi
di
organizzazione
.
Il
periodo
1921-1924
è
prevalentemente
«
interno
»
e
di
propaganda
;
nel
secondo
quello
nel
quale
siamo
tuttora
noi
affrontiamo
tutti
i
problemi
interni
ed
esterni
:
il
partito
vede
meglio
,
anzi
,
i
problemi
interni
e
li
risolve
nella
misura
e
nel
modo
in
cui
è
capace
di
vedere
e
di
affrontare
i
propri
compiti
politici
.
Il
momento
tipico
del
passaggio
dall
'
uno
all
'
altro
periodo
è
stato
quello
della
trasformazione
organica
del
partito
sulla
base
delle
cellule
.
Dal
1924-1925
in
poi
non
ci
sentiamo
più
il
partito
di
una
frazione
del
proletariato
,
ma
il
partito
politico
rivoluzionario
del
proletariato
,
di
tutto
il
proletariato
italiano
.
A
questo
risultato
siamo
giunti
liberandoci
dagli
ultimi
residui
della
ideologia
massimalista
(
dei
quali
si
nutriscono
oggi
avidamente
i
gruppi
di
opposizione
che
sono
fuori
del
nostro
partito
)
ed
affrontando
risolutamente
i
problemi
della
strategia
e
della
tattica
seguendo
gli
insegnamenti
del
marxismo
-
leninismo
,
sulla
base
della
analisi
della
struttura
della
società
italiana
,
dello
sviluppo
del
capitalismo
italiano
e
delle
contraddizioni
che
esso
genera
,
della
formazione
e
del
movimento
delle
classi
;
cioè
impossessandoci
del
metodo
di
analisi
marxista
.
II
Il
bisogno
di
darci
il
programma
è
coinciso
con
l
'
allargarsi
della
visione
dei
nostri
compiti
storici
e
politici
.
Non
tutti
i
compagni
,
è
vero
,
vedono
ancora
tutti
questi
compiti
e
sanno
adeguare
ad
essi
la
propria
azione
.
Non
tutti
i
compagni
riescono
ancora
a
concepire
il
carattere
«
popolare
»
e
«
nazionale
»
della
rivoluzione
proletaria
,
che
il
partito
rivoluzionario
del
proletariato
deve
trascinare
e
dirigere
tutta
la
popolazione
lavoratrice
,
che
esso
deve
avere
,
perciò
,
un
programma
di
azione
applicando
il
quale
esso
riesce
a
portare
alla
insurrezione
ed
alla
lotta
per
il
potere
le
masse
decisive
del
proletariato
urbano
e
dei
lavoratori
della
campagna
,
e
deve
avere
un
programma
di
governo
«
nazionale
»
dei
lavoratori
che
risponda
ai
bisogni
e
agli
interessi
della
totalità
della
popolazione
lavoratrice
,
cioè
della
stragrande
maggioranza
della
popolazione
.
La
debolezza
ideologica
e
politica
che
è
restata
in
alcuni
strati
del
nostro
partito
,
e
che
dovrà
essere
e
sarà
necessariamente
superata
nel
corso
del
nostro
lavoro
,
trova
una
spiegazione
nelle
condizioni
estremamente
difficili
che
ci
sono
state
fatte
dalla
situazione
italiana
,
durante
gli
otto
anni
della
nostra
esistenza
.
Nelle
nostre
file
,
tuttora
,
il
rivoluzionarismo
della
frase
sostituisce
qua
e
là
il
rivoluzionarismo
marxista
.
La
coscienza
del
«
governo
»
,
del
«
potere
»
,
dello
«
Stato
»
che
si
forma
e
si
sviluppa
nel
partito
,
il
quale
è
«
governo
»
,
è
«
potere
»
,
è
«
Stato
»
in
sviluppo
non
è
ben
radicata
tra
noi
.
È
pur
vero
che
questa
«
coscienza
»
si
sviluppa
con
lo
sviluppo
stesso
del
processo
rivoluzionario
e
si
allarga
fino
a
diventare
coscienza
di
tutto
il
proletariato
;
ma
essa
è
anche
un
eccitatore
del
processo
e
ne
determina
la
orientazione
.
Date
,
quindi
,
al
partito
il
programma
vuol
dire
rafforzare
in
esso
la
coscienza
del
potere
,
elevarlo
politicamente
nella
comprensione
dei
gravissimi
compiti
che
esso
deve
assolvere
.
Ma
dare
il
programma
al
partito
vuol
dire
anche
dare
il
programma
al
proletariato
,
vuol
dire
porre
il
partito
comunista
di
fronte
a
tutto
il
proletariato
come
il
proprio
e
solo
partito
,
accelerare
il
dislocamento
degli
operai
e
dei
salariati
agricoli
verso
il
loro
partito
;
e
quindi
porre
il
proletariato
,
dinanzi
alle
grandi
masse
popolari
,
come
l
'
erede
e
il
solo
erede
della
borghesia
e
del
capitalismo
al
potere
.
III
La
necessità
per
il
nostro
partito
di
avere
il
programma
non
è
contestabile
,
e
credo
che
non
sarà
contestata
.
Piuttosto
da
molte
parti
ci
si
domanderà
:
«
Ma
il
PCI
non
aveva
già
un
programma
?
E
se
non
lo
aveva
come
è
potuto
andare
avanti
per
otto
anni
?
È
possibile
che
il
partito
si
dia
il
programma
solo
dopo
otto
o
nove
anni
di
esistenza
?
»
.
A
domande
simili
noi
già
rispondemmo
trattando
della
questione
del
programma
della
Internazionale
comunista
.
Noi
siamo
arrivati
al
programma
della
Internazionale
comunista
attraverso
ad
una
esperienza
complessa
.
Ma
ciò
non
vuoi
dire
che
dal
1919
(
e
io
direi
meglio
dal
1917
)
la
Internazionale
comunista
marciasse
alla
giornata
.
Tutti
i
documenti
fondamentali
,
dal
I
Congresso
della
Internazionale
in
poi
,
sono
stati
dei
documenti
programmatici
o
hanno
fissato
problemi
di
tattica
generale
.
Il
programma
della
Internazionale
comunista
coordina
tutta
la
imponente
esperienza
ideologica
e
politica
della
Internazionale
nel
corso
dei
suoi
primi
nove
anni
di
vita
e
presenta
,
per
la
prima
volta
dopo
il
1847
,
un
documento
che
fissa
gli
obiettivi
della
lotta
rivoluzionaria
del
partito
comunista
mondiale
.
Anche
noi
abbiamo
dovuto
seguire
la
strada
delle
esperienze
ideologiche
e
politiche
del
nostro
partito
per
giungere
alla
formulazione
del
programma
.
Ma
ciò
non
vuol
dire
che
il
nostro
partito
,
dal
1921
,
abbia
marciato
alla
giornata
.
Al
Congresso
di
Livorno
(
San
Marco
,
1921
)
noi
non
abbiamo
approvato
un
programma
,
bensì
una
mozione
programmatica
della
forma
di
quelle
che
erano
adottate
dai
partiti
della
seconda
Internazionale
Questa
mozione
è
una
dichiarazione
di
principio
del
comunismo
marxista
la
quale
può
e
deve
essere
accettata
da
chiunque
si
richiami
al
marxismo
rivoluzionario
.
Essa
non
è
però
né
un
programma
della
Internazionale
comunista
(
perché
vi
mancano
l
'
analisi
della
situazione
mondiale
del
capitalismo
,
la
descrizione
del
processo
che
porta
alla
morte
inevitabile
del
capitalismo
,
l
'
analisi
delle
forze
motrici
rivoluzionarie
mondiali
,
le
direttive
della
lotta
per
la
dittatura
proletaria
,
la
indicazione
di
che
cosa
farà
il
proletariato
quando
avrà
preso
il
potere
,
ecc
.
)
né
è
un
programma
del
PCI
(
perché
vi
mancano
l
'
analisi
della
struttura
del
capitalismo
italiano
,
della
formazione
e
dei
rapporti
fra
le
classi
della
società
italiana
,
della
stabilizzazione
italiana
,
la
indicazione
dei
compiti
che
si
pongono
al
PCI
per
realizzare
il
blocco
operaio
-
contadino
,
ecc
.
ecc
.
)
La
mozione
programmatica
di
Livorno
non
fu
essa
a
distinguerci
dai
cosiddetti
comunisti
unitari
(
massimalisti
)
e
dagli
opportunisti
.
I
massimalisti
,
infatti
,
non
potevano
allora
non
aderire
ai
principi
espressi
nella
nostra
mozione
,
e
la
loro
grande
maggioranza
non
sarebbe
aliena
dall
'
approvarli
,
a
parole
,
anche
oggi
.
I
punti
di
differenziazione
tra
noi
e
i
massimalisti
,
nel
1921
,
furono
precisamente
i
rapporti
internazionali
ed
i
problemi
concreti
della
rivoluzione
italiana
;
il
che
è
quanto
dire
che
il
dissenso
che
portò
alla
scissione
fu
determinato
non
già
da
una
divergenza
sui
principi
generali
,
divergenza
che
gli
opportunisti
negano
sempre
,
ma
da
una
divergenza
decisiva
sul
terreno
della
applicazione
dei
principi
generali
ai
problemi
concreti
della
rivoluzione
italiana
.
È
in
questo
momento
che
l
'
opportunismo
centrista
si
svela
,
sempre
.
La
discussione
con
i
centristi
e
la
divisione
da
essi
nel
Congresso
socialista
di
Livorno
,
avvennero
:
a
)
sui
ventuno
punti
posti
dalla
Internazionale
comunista
come
condizione
per
la
entrata
dei
partiti
socialisti
nella
organizzazione
comunista
mondiale
,
e
quindi
sulla
esclusione
dei
riformisti
e
degli
opportunisti
del
PSI
,
sulla
centralizzazione
rivoluzionaria
dei
partiti
e
della
Internazionale
comunista
,
sul
compito
delle
frazioni
comuniste
,
sui
rapporti
tra
partiti
e
sindacati
,
ecc
.
;
b
)
sulla
contemporaneità
internazionale
della
rivoluzione
,
teoria
evocata
dai
riformisti
e
dagli
opportunisti
per
mascherare
la
loro
profonda
essenza
controrivoluzionaria
,
e
contro
la
quale
i
comunisti
allora
si
batterono
(
questa
teoria
è
oggi
passata
nel
patrimonio
ideologico
della
opposizione
sedicente
di
«
sinistra
»
la
quale
,
al
contrario
,
è
una
opposizione
di
destra
mascherata
)
;
c
)
sui
problemi
agrario
,
nazionale
e
coloniale
.
Il
dissenso
fu
perciò
programmatico
;
ma
il
nostro
programma
non
era
stato
elaborato
,
precisato
,
era
generico
,
si
riallacciava
a
taluni
elementi
generali
(
in
specie
ai
documenti
fondamentali
del
II
Congresso
della
Internazionale
)
.
Se
noi
avessimo
potuto
(
ma
ciò
non
era
possibile
)
presentarci
a
Livorno
con
un
programma
organico
,
il
dissenso
con
i
centristi
e
con
gli
opportunisti
sarebbe
stato
ancora
,
immediatamente
,
più
profondo
e
appariscente
.
IV
Ma
potevamo
noi
andare
a
Livorno
con
il
programma
?
E
,
prima
di
tutto
,
che
cosa
significa
avere
un
programma
?
Avere
un
programma
significa
realizzare
il
massimo
di
unità
ideologica
nell
'
interno
del
partito
.
Avevamo
noi
questa
unità
ideologica
interna
nel
gennaio
1921
?
No
:
noi
non
l
'
avevamo
.
Il
nostro
partito
si
era
formato
attraverso
alla
fusione
di
tre
aggruppamenti
:
la
frazione
astensionista
del
PSI
(
Bordiga
)
;
il
gruppo
dell
'
Ordine
nuovo
(
Gramsci
)
,
la
sinistra
socialista
rivoluzionaria
(
Gennari
-
Bombacci
-
Marabini
,
ecc
.
)
.
Questi
tre
aggruppamenti
muovevano
da
posizioni
ideologiche
differenti
,
più
o
meno
sviluppate
,
ed
erano
fusi
nella
convinzione
della
necessità
di
dare
al
proletariato
italiano
il
suo
partito
rivoluzionario
.
Basta
rileggere
,
oggi
,
a
distanza
di
otto
anni
il
resoconto
del
Congresso
di
Livorno
e
gli
interventi
degli
oratori
comunisti
per
convincersi
che
una
unità
ideologica
nel
gennaio
1921
non
esisteva
fra
i
comunisti
.
Ciò
,
del
resto
,
era
risaputo
da
noi
,
e
anche
fuori
del
nostro
partito
.
Al
Congresso
di
Livorno
alcuni
oratori
riformisti
e
centristi
dissero
ad
alta
voce
che
i
comunisti
non
erano
d
'
accordo
su
tutte
le
questioni
,
quasi
a
denunziare
una
nostra
debolezza
costituzionale
.
Ben
rispose
Terracini
che
questo
era
un
problema
nostro
,
del
futuro
PCI
,
e
che
avremmo
successivamente
affrontato
e
risolto
.
Mancando
una
unità
ideologica
,
ci
mancava
anche
una
esperienza
autonoma
,
di
partito
.
Senza
l
'
una
e
l
'
altra
un
programma
comunista
,
che
non
sia
uno
schema
artificiale
,
non
è
possibile
formularlo
.
V
La
nostra
revisione
ideologica
,
che
accompagna
lo
sforzo
verso
la
unità
ideologica
,
è
divenuta
profonda
dopo
l
'
avvento
del
fascismo
al
potere
,
durante
il
1925
,
sebbene
verso
di
essa
come
abbiamo
detto
il
partito
si
fosse
già
mosso
nella
seconda
metà
del
1924
e
nella
preparazione
del
III
Congresso
.
Le
tesi
del
III
Congresso
del
partito
,
che
hanno
un
filo
unico
che
le
lega
,
pur
avendo
alcune
manchevolezze
che
solo
oggi
siamo
in
grado
di
vedere
e
di
completare
,
rappresentano
un
grande
balzo
in
avanti
per
il
partito
.
Le
esigenze
programmatiche
vi
si
risentono
in
modo
evidente
.
Tutta
la
prima
parte
delle
tesi
politiche
ha
contenuto
programmatico
.
Per
la
prima
volta
i
problemi
essenziali
della
rivoluzione
proletaria
italiana
sono
visti
dai
comunisti
,
e
sono
visti
con
occhio
marxista
.
Il
II
Congresso
(
Roma
1922
)
non
ci
aveva
dato
nulla
di
tutto
questo
:
le
tesi
di
Roma
barcamenavano
una
teoria
della
tattica
generale
,
ma
non
affrontavano
i
problemi
della
rivoluzione
italiana
.
Né
il
programma
di
azione
presentato
dal
Comitato
esecutivo
e
dalla
delegazione
del
PCI
al
IV
Congresso
mondiale
(
1922
)
colmava
la
lacuna
.
Il
III
Congresso
del
partito
segna
,
perciò
,
un
punto
fermo
nella
maturazione
ideologica
del
partito
,
ed
è
una
vittoria
politica
per
il
proletariato
italiano
.
La
lotta
contro
il
«
sinistrismo
»
si
è
iniziata
come
una
lotta
sulle
questioni
della
tattica
e
della
organizzazione
.
Successivamente
si
è
visto
che
il
sinistrismo
»
rappresentava
anche
una
deviazione
nella
«
strategia
»
.
Il
dissenso
con
i
«
sinistri
»
era
perciò
programmatico
.
Le
posizioni
ideologiche
che
noi
abbiamo
conquistato
lottando
contro
il
sinistrismo
sono
state
delle
posizioni
programmatiche
.
Dai
dissensi
sulla
strategia
,
sulla
tattica
e
sulla
organizzazione
siamo
giunti
a
precisare
:
a
)
che
il
sinistrismo
non
ha
nessuna
dimestichezza
con
il
metodo
dialettico
di
Marx
,
non
è
capace
di
compiere
delle
analisi
;
b
)
che
esso
non
ha
mai
fatto
una
analisi
della
società
italiana
,
delle
classi
e
dei
loro
rapporti
,
e
del
processo
di
formazione
del
blocco
operaio
-
contadino
;
c
)
che
esso
ha
una
concezione
errata
della
natura
e
del
ruolo
dei
partito
comunista
,
e
dei
rapporti
tra
il
proletariato
e
le
altre
classi
che
si
muovono
o
che
sono
portate
a
muoversi
contro
il
regime
del
capitalismo
;
d
)
che
esso
nega
o
restringe
il
compito
del
partito
di
intervenire
con
la
sua
azione
politica
,
al
fine
di
dislocare
strati
di
masse
influenzati
da
altri
partiti
e
portarli
sotto
la
influenza
dei
comunisti
;
e
)
che
esso
svaluta
l
'
attività
di
fronte
unico
e
la
sua
organizzazione
,
ecc
.
Queste
deviazioni
di
tipo
«
sinistroide
»
,
ma
caratteristiche
del
massimalismo
,
sono
state
battute
decisamente
dal
partito
senza
possibilità
di
resurrezione
in
grande
stile
.
Il
nostro
partito
ha
pure
combattuto
le
deviazioni
di
destra
,
le
quali
si
presentarono
però
sempre
in
esso
come
scarsamente
vivaci
.
Esse
non
ebbero
una
seria
base
proletaria
nel
partito
,
e
furono
piuttosto
la
espressione
della
mentalità
di
gruppi
di
vecchi
leaders
che
non
erano
riusciti
a
digerire
la
teoria
e
la
pratica
della
Internazionale
comunista
da
essi
accettate
quando
ancora
non
le
conoscevano
.
VI
Dal
III
Congresso
in
poi
il
partito
ha
sviluppato
le
sue
capacità
politiche
e
la
sua
preparazione
ideologica
.
I
documenti
del
settembre
1926
(
risoluzione
politica
,
risoluzione
sul
lavoro
nel
Mezzogiorno
)
sono
già
degli
sviluppi
delle
tesi
di
Lione
.
Il
lavoro
politico
del
partito
compiuto
nel
1925-1926-1927
sulla
base
delle
direttive
derivate
da
una
giusta
analisi
della
situazione
,
lo
ha
imposto
decisamente
all
'
attenzione
delle
masse
lavoratrici
italiane
.
Il
lavoro
politico
e
di
organizzazione
,
negli
ultimi
anni
,
malgrado
le
gravi
difficoltà
del
nostro
lavoro
,
non
solo
non
ha
indebolito
il
lavoro
ideologico
,
ma
lo
ha
migliorato
ed
esteso
a
uno
strato
più
vasto
di
compagni
.
Lo
Stato
operaio
ha
portato
innanzi
lo
studio
di
alcuni
problemi
che
non
erano
stati
ancora
approfonditi
,
in
particolare
lo
studio
della
situazione
economica
e
quello
del
fascismo
.
Noi
abbiamo
,
quindi
,
oggi
una
maturità
sufficiente
per
passare
alla
formulazione
del
programma
.
D
'
altra
parte
,
dopo
l
'
approvazione
del
programma
della
Internazionale
comunista
,
che
è
il
programma
del
nostro
partito
mondiale
,
tutte
le
sezioni
della
Internazionale
debbono
passare
a
darsi
i
propri
programmi
nazionali
,
dei
quali
il
programma
mondiale
è
la
premessa
essenziale
.
Il
Comitato
centrale
del
nostro
partito
,
già
da
alcuni
mesi
,
ha
nominato
una
commissione
del
programma
,
la
quale
,
però
,
non
ha
potuto
ancora
iniziare
il
lavoro
.
Io
mi
limiterò
,
qui
,
ad
esprimere
alcune
opinioni
personali
di
carattere
generale
sul
programma
da
dare
al
nostro
partito
,
le
quali
potranno
essere
utilizzate
o
rigettate
dalla
commissione
.
Quale
deve
essere
il
tipo
di
programma
da
dare
al
nostro
partito
?
Da
quanto
ho
sopra
detto
escludo
che
il
programma
possa
essere
una
semplice
dichiarazione
di
principi
,
quali
erano
,
ad
esempio
,
quelli
del
1892
(
Genova
)
e
del
1919
(
Bologna
)
del
PSI
,
e
quale
fu
quello
approvato
al
nostro
I
Congresso
(
1921
)
.
D
'
altronde
noi
non
abbiamo
più
bisogno
,
oggi
,
di
incastrare
nei
nostri
programmi
nazionali
una
dichiarazione
di
principi
,
giacché
il
programma
della
Internazionale
comunista
che
è
la
premessa
di
ogni
programma
nazionale
,
è
una
sufficientissima
elaborazione
dei
principi
della
Internazionale
comunista
.
I
programmi
nazionali
della
seconda
Internazionale
(
la
seconda
Internazionale
non
ha
mai
avuto
un
programma
mondiale
perché
non
ha
mai
avuto
una
politica
ed
una
organizzazione
dirette
e
centralizzate
internazionalmente
)
erano
fatti
sul
tipo
di
mozioni
,
comprendenti
due
parti
:
una
affermazione
di
principi
,
breve
e
talora
brevissima
,
ed
una
esposizione
delle
rivendicazioni
parziali
(
programma
massimo
e
programma
minimo
)
.
Noi
sappiamo
che
nella
seconda
Internazionale
si
andarono
dimenticando
a
poco
a
poco
i
principi
,
e
il
programma
delle
rivendicazioni
parziali
(
delle
riforme
,
diciamo
meglio
)
divenne
il
vero
programma
dei
partiti
della
vecchia
socialdemocrazia
.
Il
programma
della
Internazionale
comunista
è
tornato
al
tipo
del
manifesto
,
nel
quale
i
principi
e
le
rivendicazioni
parziali
sono
tra
loro
legati
in
modo
armonico
,
per
cui
l
'
obiettivo
della
lotta
per
la
dittatura
proletaria
non
è
mai
perduto
di
vista
,
anzi
tutto
il
processo
di
lotte
parziali
è
visto
come
un
mezzo
per
la
conquista
e
la
direzione
delle
masse
sulla
via
della
rivoluzione
e
della
dittatura
proletaria
.
Io
penso
che
il
programma
del
PCI
debba
mantenere
il
tipo
del
programma
della
Internazionale
che
risponde
alla
migliore
tradizione
del
marxismo
militante
.
Ho
sotto
gli
occhi
i
progetti
di
programmi
presentati
dai
partiti
comunisti
della
Germania
,
del
Giappone
e
della
Bulgaria
alla
commissione
del
programma
del
IV
Congresso
.
Sono
certo
che
i
compagni
di
questi
partiti
,
nel
redigere
i
programmi
dei
loro
partiti
,
ricominceranno
il
loro
ex
novo
.
Infatti
il
vecchio
progetto
del
partito
comunista
tedesco
non
era
se
non
una
lunga
esposizione
,
e
abbastanza
pesante
nella
forma
,
della
analisi
del
capitalismo
mondiale
del
dopoguerra
,
e
dei
principi
sui
quali
si
è
costituita
la
Internazionale
comunista
.
Cito
i
titoli
dei
capitoli
:
1
.
L
'
epoca
dell
'
imperialismo
;
2
.
La
guerra
mondiale
;
3
.
I
trattati
di
pace
imperialisti
;
4
.
La
crisi
del
capitalismo
;
5
.
La
presa
del
potere
politico
:
a
)
il
proletariato
come
potenza
motrice
e
classe
dirigente
della
trasformazione
socialista
;
6
)
il
ruolo
del
partito
comunista
ecc
.
;
c
)
il
ruolo
della
violenza
;
d
)
la
democrazia
borghese
;
e
)
misure
transitorie
che
preludono
alla
conquista
del
potere
politico
;
6
.
Trasformazione
del
regime
capitalista
in
regime
socialista
,
ecc
.
Non
si
tratta
di
un
progetto
di
programma
del
Partito
comunista
tedesco
,
ma
piuttosto
di
un
contributo
alla
elaborazione
di
un
programma
della
Internazionale
comunista
.
Infatti
i
problemi
della
rivoluzione
tedesca
non
vi
sono
visti
in
modo
particolare
.
Questo
progetto
di
programma
,
indipendentemente
dal
suo
valore
intrinseco
(
esso
fu
scritto
nel
1922
)
,
non
potrebbe
servire
ai
compagni
e
al
proletariato
tedesco
.
Il
progetto
di
programma
del
Partito
comunista
giapponese
si
avvicina
al
tipo
di
un
programma
nazionale
:
esso
,
infatti
,
è
preceduto
da
una
nota
nella
quale
è
detto
che
il
progetto
vuol
essere
un
capitolo
nel
quale
si
pongano
i
problemi
della
rivoluzione
e
della
lotta
rivoluzionaria
nel
Giappone
.
Ma
anche
come
capitolo
complementare
esso
è
insufficiente
,
non
dà
una
idea
della
struttura
economica
e
sociale
del
Giappone
,
non
indica
la
soluzione
comunista
dei
problemi
particolari
che
si
presentano
alle
masse
lavoratrici
del
Giappone
.
Il
progetto
del
Partito
comunista
bulgaro
è
più
vicino
a
quello
che
mi
sembra
debba
essere
adottato
dai
partiti
e
dal
nostro
,
toltane
la
prima
parte
che
è
già
,
e
meglio
elaborata
,
nel
programma
della
Internazionale
comunista
.
Però
nel
vecchio
progetto
del
Partito
comunista
bulgaro
mancano
i
problemi
della
strategia
e
della
tattica
.
Il
nostro
programma
,
a
parer
mio
,
deve
essere
un
programma
di
azione
ed
un
programma
di
governo
.
Dobbiamo
nel
nostro
programma
analizzare
il
sistema
mondiale
del
capitalismo
,
il
suo
sviluppo
e
il
suo
declino
?
O
la
crisi
generale
del
capitalismo
e
l
'
aprirsi
dell
'
èra
delle
rivoluzioni
proletarie
?
O
riaffermare
i
principi
del
comunismo
?
No
,
tutto
ciò
non
è
necessario
.
Tutto
ciò
è
nel
programma
della
Internazionale
comunista
,
del
quale
il
nostro
è
una
parte
complementare
.
D
'
altronde
noi
non
possiamo
limitarci
ad
un
programma
di
azione
,
cioè
ad
indicare
quali
sono
le
forze
che
il
proletariato
deve
abbattere
,
con
quali
mezzi
e
con
quali
azioni
esso
deve
riuscire
a
conquistare
,
a
trascinare
e
a
dirigere
le
masse
contro
lo
Stato
borghese
,
e
quali
sono
i
compiti
che
al
partito
si
pongono
,
per
vincere
,
nella
lotta
del
proletariato
per
il
potere
.
Il
nostro
programma
deve
rispondere
anche
ad
un
'
altra
esigenza
,
e
a
delle
domande
che
le
grandi
masse
ci
pongono
:
«
Che
cosa
voi
farete
quando
avrete
il
potere
nelle
mani
?
»
.
Gli
italiani
vogliono
conoscere
quale
sarà
il
carattere
e
l
'
ampiezza
del
loro
potere
.
I
contadini
poveri
avranno
o
no
la
terra
?
E
cosa
darà
il
governo
ai
mezzadri
,
ai
fittavoli
,
ai
piccoli
proprietari
coltivatori
?
E
come
sarà
regolato
il
problema
del
debito
pubblico
?
E
quello
del
debito
estero
?
E
il
problema
meridionale
?
E
il
problema
delle
minoranze
nazionali
?
E
il
problema
coloniale
?
E
quello
della
istruzione
,
dell
'
igiene
,
dell
'
assistenza
sociale
,
della
Chiesa
e
della
religione
,
dell
'
esercito
,
ecc
.
ecc
.
?
Si
tratta
,
quindi
,
né
più
ne
meno
che
di
fissare
il
programma
di
governo
dei
comunisti
italiani
.
Se
noi
non
rispondiamo
a
queste
esigenze
il
nostro
programma
non
avrà
un
valore
verso
l
'
esterno
,
verso
le
masse
,
un
valore
di
propaganda
e
di
agitazione
,
ma
sarà
un
documento
interno
,
che
interesserà
solo
i
compagni
.
E
certo
che
non
è
possibile
,
oggi
,
fare
un
programma
di
governo
dettagliato
;
non
è
possibile
senza
cadere
nell
'
artifizio
;
giacché
non
è
possibile
prevedere
tutte
le
modificazioni
che
il
processo
rivoluzionario
italiano
porterà
nelle
numerose
branche
della
vita
del
paese
;
ma
vi
sono
dei
problemi
essenziali
,
fondamentali
la
cui
gravità
è
causa
ed
effetto
dello
sviluppo
delle
contraddizioni
del
capitalismo
:
di
essi
e
di
altri
problemi
secondari
,
sì
,
ma
ai
quali
il
capitalismo
non
può
dare
una
soluzione
noi
possiamo
e
dobbiamo
indicare
fin
da
oggi
la
soluzione
comunista
,
la
soluzione
che
noi
daremo
quando
il
proletariato
avrà
preso
il
potere
.
VII
La
forma
del
programma
deve
essere
la
più
semplice
possibile
.
Su
questa
questione
noi
dobbiamo
insistere
.
Dato
che
il
programma
non
potrà
essere
breve
,
esso
dovrà
essere
semplice
,
di
lettura
facile
e
gradevole
.
Dobbiamo
cercar
di
uscire
,
una
volta
tanto
,
dalla
forma
irta
,
arida
dei
nostri
documenti
.
Bisognerà
abbandonare
il
frasario
e
la
terminologia
scientifici
,
e
quelli
che
sono
divenuti
abituali
nel
nostro
linguaggio
.
Noi
adoperiamo
accenti
del
linguaggio
e
della
cultura
dell
'
avvenire
,
perché
noi
esprimiamo
nuovi
e
superiori
bisogni
dell
'
umanità
ed
una
civiltà
nuova
.
Ma
le
masse
a
cui
dobbiamo
parlare
sono
ancora
immerse
nella
società
capitalistica
:
esse
non
ci
comprendono
se
non
parliamo
il
loro
linguaggio
.
Noi
dobbiamo
preparare
un
documento
che
possa
essere
compreso
da
tutti
gli
operai
italiani
,
pur
non
potendosi
esigere
che
esso
possa
essere
adattato
alla
capacità
dell
'
ultimo
cafone
del
mio
paese
.
Documento
che
serva
alla
propaganda
diretta
:
voglio
dire
che
non
abbia
bisogno
di
troppe
interpretazioni
orali
sussidiarie
.
Il
carattere
semplice
del
documento
non
può
contraddire
alla
serietà
della
esposizione
ed
alla
precisione
dei
concetti
.
VIII
Il
programma
dovrebbe
essere
composto
di
quattro
parti
:
Analisi
della
struttura
economica
e
della
società
italiana
.
(
Bisognerà
tradurre
queste
formulazioni
in
linguaggio
più
comprensibile
per
le
masse
.
)
Questa
analisi
è
indispensabile
:
senza
di
essa
ci
manca
la
spiegazione
del
senso
del
processo
di
sviluppo
del
capitalismo
italiano
.
Non
mi
soffermo
qui
a
indicare
tutti
i
punti
che
questa
prima
parte
dovrà
toccare
.
Dall
'
analisi
della
struttura
economica
si
dovrà
passare
a
vedere
come
si
sono
formate
le
classi
,
e
quali
sono
stati
i
loro
rapporti
reciproci
e
le
modificazioni
di
questi
rapporti
sino
al
1914
.
Io
chiuderei
questa
prima
parte
al
1914
.
Il
periodo
che
si
apre
con
la
guerra
ha
delle
caratteristiche
particolari
:
è
il
periodo
della
fase
rivoluzionaria
.
Nella
prima
parte
credo
che
dovrebbe
anche
essere
fatta
una
descrizione
della
funzione
avuta
dai
partiti
borghesi
(
partiti
tradizionali
,
giolittismo
,
ecc
.
)
e
dai
partiti
e
movimenti
proletari
:
anarchismo
,
socialismo
(
riformismo
,
integralismo
,
intransigentismo
)
,
sindacalismo
oltreché
del
carattere
del
repubblicanesimo
,
del
clericalismo
e
dell
'
autonomismo
meridionale
.
La
guerra
del
1914
,
inizio
della
rivoluzione
proletaria
.
Bisognerà
dire
qualche
cosa
sulle
forze
che
hanno
spinto
il
capitale
italiano
a
spezzare
la
neutralità
e
ad
entrare
nel
conflitto
.
E
,
quindi
,
i
caratteri
nuovi
della
crisi
del
capitalismo
italiano
aggravata
dai
trattati
di
pace
.
Il
movimento
rivoluzionario
in
Italia
e
la
sconfitta
del
1920
.
La
stabilizzazione
e
i
suoi
caratteri
tipici
:
il
fascismo
.
Le
modificazioni
di
struttura
che
si
manifestano
con
lo
sviluppo
relativo
della
tecnica
,
e
con
la
riorganizzazione
della
produzione
.
Impossibilità
storica
per
il
capitalismo
italiano
di
ritornare
alle
forme
democratiche
.
Prospettive
.
Qui
bisognerà
dire
quali
spostamenti
di
classe
hanno
operato
la
crisi
del
dopoguerra
e
il
fascismo
,
e
come
si
sono
orientate
politicamente
le
classi
lavoratrici
(
operai
e
contadini
)
fino
al
1921
e
successivamente
,
precisando
la
funzione
del
partito
comunista
nel
processo
di
riorganizzazione
delle
masse
.
Quindi
una
critica
delle
posizioni
della
opposizione
costituzionale
e
della
«
concentrazione
»
,
e
la
dimostrazione
che
l
'
abbattimento
del
fascismo
non
è
possibile
senza
l
'
abbattimento
del
capitalismo
,
e
che
la
direzione
della
lotta
vittoriosa
delle
masse
lavoratrici
contro
il
fascismo
non
può
spettare
che
alla
classe
proletaria
italiana
,
diretta
dal
partito
comunista
,
il
quale
deve
organizzare
e
dirigere
la
insurrezione
armata
delle
masse
rivolta
alla
conquista
del
potere
.
La
terza
parte
deve
comprendere
il
programma
di
governo
dei
comunisti
,
cioè
deve
dire
che
cosa
si
propongono
i
comunisti
di
fare
dopo
avere
abbattuto
il
potere
del
fascismo
e
del
capitalismo
,
nel
periodo
di
transizione
dal
capitalismo
al
socialismo
(
dittatura
del
proletariato
)
.
Bisognerà
dire
quali
misure
prenderà
il
governo
operaio
immediatamente
dopo
essersi
costituito
allo
scopo
di
affrontare
i
conati
della
controrivoluzione
e
di
togliere
il
potere
economico
al
capitalismo
;
in
che
modo
lo
Stato
operaio
si
organizzerà
,
organizzerà
l
'
industria
,
l
'
agricoltura
,
il
consumo
,
la
finanza
,
ecc
.
;
come
affronterà
la
questione
della
terra
,
del
Mezzogiorno
,
delle
minoranze
nazionali
,
delle
colonie
,
del
debito
pubblico
,
del
debito
estero
,
delle
imposte
,
ecc
.
Ritengo
che
questa
parte
debba
essere
sufficientemente
sviluppata
,
e
debba
dare
una
risposta
alle
più
importanti
questioni
che
non
solo
gli
operai
,
ma
pure
e
specialmente
i
contadini
,
i
piccoli
esercenti
,
gli
intellettuali
e
i
tecnici
pongono
ogni
qualvolta
essi
si
sforzano
di
immaginarsi
come
i
comunisti
potrebbero
dirigere
lo
Stato
,
e
di
raffigurarsi
concretamente
che
cosa
sia
la
dittatura
del
proletariato
.
d
)
La
quarta
parte
dovrebbe
contenere
i
problemi
della
strategia
,
della
tattica
e
della
organizzazione
del
partito
e
della
lotta
rivoluzionaria
,
cioè
il
programma
di
azione
.
Il
nostro
programma
di
azione
approvato
dal
Comitato
centrale
nel
mese
di
ottobre
1927
e
pubblicato
nel
n
.
10
di
Lo
Stato
operaio
(
anno
II
)
ci
dà
una
traccia
che
noi
possiamo
ricalcare
.
Bisogna
però
tener
presente
che
il
programma
non
è
solo
destinato
ai
compagni
ma
anche
alle
masse
per
cui
in
questa
quarta
parte
occorre
evitare
una
forma
troppo
didascalica
,
che
può
avere
ed
ha
il
suo
valore
quando
un
documento
è
indirizzato
all
'
interno
,
ai
membri
del
partito
,
ma
genera
confusione
se
il
documento
è
fatto
per
tutti
i
lavoratori
.
Richiamandosi
alle
parti
a
)
e
b
)
la
parte
d
)
indicherà
quali
sono
le
forze
motrici
rivoluzionarie
fondamentali
della
rivoluzione
proletaria
,
a
che
punto
oggi
è
il
processo
di
formazione
del
blocco
operaio
-
contadino
,
cosa
occorre
fare
per
accelerarlo
.
Quindi
tutta
la
serie
dei
compiti
che
spettano
al
partito
,
di
natura
interna
(
organizzativi
,
ideologici
)
ed
esterna
(
di
propaganda
,
di
agitazione
,
di
organizzazione
delle
masse
)
,
nella
direzione
operaia
e
contadina
,
sul
terreno
del
lavoro
coloniale
e
delle
minoranze
nazionali
,
ecc
.
Né
dimenticare
che
il
nostro
è
il
partito
della
insurrezione
,
e
perciò
i
problemi
della
insurrezione
(
lavoro
militare
,
lavoro
nell
'
armata
,
ecc
.
)
debbono
avere
un
posto
importante
nel
programma
.
IX
Lo
studio
e
la
preparazione
del
programma
non
deve
essere
un
compito
affidato
esclusivamente
alla
commissione
del
programma
.
D
'
abitudine
le
commissioni
lavorano
in
modo
chiuso
,
e
poi
presentano
alla
discussione
degli
organismi
che
le
hanno
nominate
un
progetto
di
documento
.
Io
credo
che
alla
preparazione
del
programma
debbono
partecipare
tutti
gli
elementi
attivi
del
partito
,
tanto
quelli
che
lavorano
in
Italia
quanto
quelli
che
sono
sparsi
nei
cinque
continenti
.
In
che
modo
questa
larga
collaborazione
si
può
ottenere
?
La
commissione
stabilirà
il
tipo
di
programma
che
ritiene
utile
adottare
,
la
sua
struttura
e
le
sue
parti
generali
e
particolari
.
Questo
primo
risultato
del
suo
lavoro
sarà
reso
pubblico
a
mezzo
di
Lo
Stato
operaio
.
Da
questo
momento
il
lavoro
di
studio
e
di
preparazione
del
programma
seguirà
due
direzioni
:
una
verso
l
'
interno
della
commissione
,
ed
una
verso
l
'
esterno
,
verso
i
compagni
e
perché
no
?
verso
la
massa
dei
simpatizzanti
.
La
commissione
affiderà
a
ciascuno
dei
suoi
membri
lo
studio
di
una
parte
del
programma
.
I
risultati
di
questi
studi
verranno
pubblicati
in
uno
o
più
articoli
sulla
rivista
del
partito
.
Su
questi
articoli
la
discussione
pubblica
dovrebbe
essere
aperta
non
solo
ai
membri
della
commissione
ma
ai
compagni
tutti
.
D
'
altra
parte
i
compagni
non
solo
possono
trattare
sulla
rivista
le
questioni
poste
dalla
commissione
,
ma
anche
altre
che
non
siano
state
poste
.
La
discussione
pubblica
sul
programma
potrà
offrire
una
buona
occasione
per
una
chiarificazione
delle
posizioni
ideologiche
e
delle
direttive
del
partito
.
Sebbene
noi
vogliamo
avere
presto
il
programma
,
non
possiamo
pretendere
di
averlo
prima
di
alcuni
mesi
.
Abbiamo
,
perciò
,
il
tempo
necessario
per
studiarlo
e
per
prepararlo
.
Tutto
il
materiale
della
discussione
pubblica
verrà
raccolto
ed
esaminato
dalla
commissione
,
e
ridiscusso
nella
commissione
la
quale
elaborerà
il
progetto
di
programma
che
sarà
portato
all
'
esame
ed
all
'
approvazione
del
Comitato
centrale
del
partito
.
Approvato
dal
Comitato
centrale
del
partito
il
progetto
di
programma
resterà
allo
stato
di
progetto
fino
a
quando
non
potrà
essere
convocato
il
IV
Congresso
del
partito
,
giacché
il
programma
non
può
essere
approvato
definitivamente
se
non
da
un
congresso
.
Poniamoci
,
intanto
,
allo
studio
della
questione
del
programma
.
Esso
contribuirà
ad
elevare
il
livello
ideologico
dei
compagni
;
ed
alla
fine
noi
riesciremo
a
dimostrare
che
il
nostro
partito
non
solo
sa
stare
degnamente
al
proprio
posto
di
lotta
ma
è
in
grado
di
dare
una
soluzione
a
tutti
i
problemi
della
popolazione
lavoratrice
italiana
,
dinanzi
alla
direzione
della
lotta
rivoluzionaria
contro
il
fascismo
ed
alla
successione
al
regime
del
fascismo
e
del
capitalismo
.