Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
StampaPeriodica ,
I nostri critici di tutte le risme , e che vanno dai fascisti ai trotskisti , trovano una contraddizione tra il nostro programma socialista e il nostro piano d ' azione contadina . Molti fra di essi ( e il signor Modigliani lo ha ripetuto recentemente ) osano affermare che noi non siamo così « ferocemente ( ? ) marxisti » o socializzatori nella campagna , come si crede ; altri pensano che noi ordiamo un trucco per i contadini allo scopo di averli dalla nostra parte nella lotta per la dittatura ; ma che poi , a vittoria ottenuta e consolidata , mostreremo loro la nostra « ferocia ( ? ) socializzatrice » . Saragat nel suo pietoso opuscolo sul Piano quinquennale , ha detto della politica di zig - zag seguita da Lenin e dal Partito comunista dell ' unione dei soviet dopo Ottobre , Salvemini ha affermato alla « Amendola » che i comunisti russi , nella questione della politica agraria , « vanno a tentoni » . I critici nostri più sereni non capiscono niente , o molto poco , della nostra politica agraria e contadina . In realtà i nostri critici o sono confessatamente antimarxisti , o abusano vergognosamente del nome di marxisti , fino al punto di fare di un Marx un portatore di verità rivelate . Marx e Engels hanno già luminosamente dimostrato come una delle condizioni di sviluppo del capitalismo è la ineguaglianza di sviluppo tra la città ( industria ) e la campagna ( agricoltura ) . Questa legge è valida in ogni caso : ma essa riceve una conferma schiacciante laddove esistono residui di forme economiche precapitalistiche , dove la rivoluzione democratica borghese , non è giunta alle sue estreme conseguenze , mentre si è formato e si è sviluppato il capitalismo finanziario . Un fenomeno della stessa natura lo si ha , su scala più vasta , su scala internazionale , tra le metropoli capitalistiche e la periferia coloniale o semicoloniale . Quale ne è la conseguenza dal punto di vinta dello sviluppo rivoluzionario ? I non marxisti , incapaci di vedere i fenomeni che avvengono nella campagna prodotti dallo sviluppo del capitalismo , brancolano davvero nel buio e allestiscono numerosi progetti per difendere la piccola proprietà , per allargarla , ecc ... ; cantando le lodi della vita agreste , facendo l ' apologia dell ' « idiotismo campagnolo » e disputando sul valore della grande e della piccola azienda . I cosiddetti aggiornatori di Marx pretenderebbero che il processo di proletarizzazione nella campagna avvenisse al cento per cento , per avere la prova della giustezza della profezia ( ? ) marxista . Siccome ciò non è avvenuto ( e non avverrà ) , quindi Marx si è sbagliato , e quindi non bisogna violentare le leggi naturali : è verso la piccola proprietà agricola che bisogna orientarsi , armonizzandola con un po ' di socialismo industriale . I marxisti del tipo massimalista ( perdonate la contraddizione ! ) e che sono né più né meno che dei marxisti volgari , si preoccupano meno di ciò che è la realtà che di inseguire le loro fantasie , e pensano che il socialismo in agricoltura sarà opera di poco conto , quando il proletariato avrà nelle mani il potere ( ma il potere bisognerà pur prenderlo , egregi amici , e questo non è cosa da poco conto ... ) . Serrati pensava che l ' Armata rossa avrebbe imposto il socialismo in agricoltura . Non si era egli neppur domandato chi avrebbe formato l ' Armata rossa ! Noi abbiamo già mostrato ( coi dati a nostra disposizione ) la tendenza del processo di differenziazione di classe nella campagna per quanto riguarda l ' Italia , tendenza che lo sviluppo del capitale finanziario eccitato dal fascismo accelera , e che è accelerata altresì dalla spinta della crisi generale economica , e dalla crisi agraria che ne è un aspetto particolare , e particolarmente grave . La stessa tendenza si osserva in tutti i paesi . Noi abbiamo parlato , per l ' Italia , di centralizzazione della proprietà ( diminuzione del numero dei proprietari in generale , aumento della quantità di terra posseduta da una piccola parte di essi ) . Siamo stati assai prudenti nel giungere a delle conclusioni sulla concentrazione della proprietà ( raggruppamento fisico delle diverse proprietà dello stesso proprietario ) , la quale , del resto , non si accompagna sempre alla centralizzazione ; e gli studiosi di questioni agrarie sanno che quello della concentrazione della proprietà è problema di difficilissima soluzione . Soprattutto abbiamo dimostrato che nell ' epoca del capitale finanziario il processo di concentrazione della proprietà agraria non avviene principalmente per la via della centralizzazione della terra ; ma per numerose altre vie le quali danno più spesso l ' illusione della piccola e media proprietà ; ma fanno in realtà dei piccoli e medi coltivatori una dipendenza del grande capitalismo . Noi studiamo le tendenze dei fenomeni : essi si accompagnano a delle trasformazioni dei rapporti sociali , esse danno la linea del movimento di tali rapporti e sono la vera indicazione scientifica alla quale è possibile far corrispondere una politica . La deduzione che occorre tirare da questi fatti è che le economie piccole e medie vanno in rovina ( non parliamo solo dei piccoli e medi proprietari , ma di tutte le categorie dei piccoli e medi coltivatori ) . Molte economie forti ( contadini ricchi ) sono gravemente scosse . Il numero dei salariati e dei braccianti ( e quindi dei salariati senza lavoro ) aumenta paurosamente . Il fenomeno è senza dubbio aggravato dalla crisi attuale ; ma esso è un prodotto della crisi generale del capitalismo , essenzialmente . Dato il carattere della crisi generale del capitalismo , la crisi agraria è sempre più chiaramente una crisi contadina , la cui soluzione è impossibile fuori della via rivoluzionaria . Gli obiettivi della rivoluzione contadina sono quelli della liberazione della terra dal giogo del grande capitalismo , del capitale finanziario . I contadini , anche quelli che sanno leggere e scrivere , non sanno qual è , in fondo , il loro nemico : essi lo vedono nel proprietario che dà a colonia o a mezzadria la terra , lo vedono nelle banche , nelle società che forniscono loro concimi e macchine , nelle società di assicurazioni , nell ' esattore , ecc ... Ma noi , che sappiamo leggere e scrivere , conosciamo il congegno di questa formidabile macchina . I contadini cacciati dalla terra vogliono ritornarvi . Molti braccianti vogliono la terra . In conclusione i contadini non sono spinti verso il socialismo , ma verso il possesso individuale della terra , dalla quale il capitalismo li caccia . Essi vogliono essere liberi sulla terra che lavorano . Il movimento dei contadini è dunque in una direzione democratico - borghese ; ma è contro il grande capitalismo . Questa contraddizione è il risultato della differenza di sviluppo fra città e campagna . Ma solo gli utopisti piccolo - borghesi di Giustizia e Libertà possono credere di dare una risposta alla esigenza dei lavoratori della terra salvando capra e cavoli . O si viene incontro alla spinta rivoluzionaria dei contadini , e allora bisogna abbattere il dominio economico e politico del capitalismo ; o si vuole salvare il regime capitalistico e allora è solo con l ' inganno e con la frode che occorrerà trattare i contadini , dando loro a credere che una ridistribuzione , dietro acquisto , della proprietà terriera possa risolvere i loro problemi . Perciò noi diciamo che la salvezza dei contadini lavoratori , in Italia , è in una via di sviluppo non capitalistica della economia agraria . Questa via suppone l ' abbattimento del potere politico del capitalismo , la rivoluzione proletaria , la dittatura del proletariato , la socializzazione della grande industria , delle miniere , delle banche , dei trasporti , del commercio estero e del commercio interno all ' ingrosso , l ' espropriazione dei grandi proprietari senza nessunissima indennità ecc ... La rivoluzione proletaria dà la terra ai contadini nello stesso momento in cui distrugge i centri essenziali del capitalismo . Dà la terra ai contadini mentre inizia lo sviluppo dell ' industria socialista . Difende il contadino contro il riprodursi dei fenomeni di differenziazione di classe sopprimendo la compravendita della terra . Nello stesso tempo in cui compie la rivoluzione democratico - borghese , la rivoluzione proletaria pone le condizioni che ne limitano , ne ostacolano lo sviluppo naturale , il quale sviluppo naturale sarebbe quello capitalistico borghese . La via di sviluppo non capitalistica della economia contadina comprende le forme e le condizioni del passaggio verso il socialismo in agricoltura . Questa via può essere più o meno lunga , più o meno accidentata . Essa continua la lotta di classe , in altre forme . Ma nelle condizioni del potere assicurato alla classe operaia , in stretta unione con i contadini poveri , garantendosi l ' alleanza degli operai e dei contadini poveri coi contadini medi , sviluppandosi l ' industria socialista , la cooperazione di scambio tra città e campagna , e le aziende agricole socialiste modello , e la cultura tra le masse , il passaggio potrà essere più rapido . Non vi è dunque una contraddizione tra il nostro programma agrario e le rivendicazioni transitorie della rivoluzione proletaria , corrispondenti alla soluzione dei problemi non risolti dalla rivoluzione democratico - borghese . Queste rivendicazioni noi non possiamo eluderle ; ma non eludendole noi restiamo pur sempre sulla linea dello sviluppo conseguente della rivoluzione socialista ; anzi , restiamo sulla via giusta , senza saltare al di sopra delle masse e senza fermarci a mezza via il che equivarrebbe ad una sconfitta della rivoluzione proletaria . I nostri critici volgari modulano numerose variazioni sul tema della « terra ai contadini » . Il Salvemini ( ci occupiamo di lui perché è fra i tecnici più accreditati di Giustizia e Libertà ed è il padre del progetto di riforma agraria di questa organizzazione ) , il Salvemini ha fatto molto spirito nel suo recente rapporto alla « Amendola » di Parigi intorno al motivo della divisione della terra . Egli ha sottolineata la stupidità di una nostra frase « sui quattro milioni di salariati da lanciare contro la grande proprietà » . Perché tanto spirito ? Perché il Salvemini e tutti i nostri critici volgari ritengono che l ' essenziale della nostra formula « la terra ai contadini » sia la divisione della terra ai contadini che non ne hanno . Avendo ridotta ad una banalità questa nostra formula strategica e cadendo nel tecnicismo piccolo - borghese , è facile fare dello scherzo . È necessario , perciò , ripetere che « la terra ai contadini » vuol dire , per noi , prima di tutto ed essenzialmente , la lotta dei salariati agricoli e dei contadini lavoratori contro la grande proprietà fondiaria e contro il grande capitalismo agrario , per il loro abbattimento . In tal senso , l ' immagine figurata dei quattro milioni di salariati da scagliare contro la grande proprietà è del tutto esatta . Ed è esatta anche come numero , perché per noi le donne dei salariati e i figli ( non quelli di un anno , purtroppo ! ) sono da scagliare nella lotta . Potrà la rivoluzione dare a tutti i braccianti che la vogliono , la terra ? Posto così il problema , esso sembra imbarazzante , ma solo a quelli che usano confettare gli stronzoli della saggezza . La rivoluzione dovrà dare la terra a tutti i salariati che la vogliono , e dovrà fare il possibile di darne ancora un supplemento a quelli che ne hanno poca . E dove si andrà a prendere questa terra ? Il fatto che in Italia non c ' è tanta terra da darne a tutti i senza terra , anche dopo che fosse stata spezzata l ' azienda agricola industrializzata , significa che in Italia si porrà in modo più urgente il problema del socialismo in agricoltura . Noi abbiamo in Italia condizioni più favorevoli assai di quanto non esistessero in Russia nel 1917 , per marciare verso il socialismo nella campagna . Noi abbiamo aziende capitalistiche moderne , attrezzate ; noi abbiamo un ' educazione tecnica che mancava assolutamente ai contadini russi ed una condizione politica ed associativa tra i salariati agricoli , ed una esperienza di lotta di classe che non ci sembra trovino riscontro in nessun altro paese del mondo . Questi elementi sono a favore di un processo accelerato verso la economia socialista . Ciò che occorre è che i salariati agricoli si convincano che l ' economia socialista è per essi vantaggiosa . Se essi , specie nelle zone fondamentali di bracciantato , si convinceranno ( e noi non abbiamo dubbi ) , le attuali aziende agrarie capitalistiche saranno facilmente trasformate in aziende agricole di Stato . Laddove i salariati non si convinceranno subito noi spezzeremo anche l ' azienda industrializzata , noi compiremo un tal misfatto contro la produzione , giacché l ' interesse primo della rivoluzione è di assicurarsi una vittoria durevole ( Lenin ) . Ma queste misure antieconomiche non saranno generali , e saranno di non lunga durata . Giacché lo sviluppo del socialismo in agricoltura , nello Stato proletario che ne è la condizione , sarà l ' unica via per risolvere la « questione demografica » , la quale è una « questione » solo in regime capitalistico e di sfruttamento dell ' uomo sull ' uomo ; ma non esisterà più in regime socialista . Tutti i piccoli borghesi riformatori italiani , in polemica con noi trovano irreale il nostro programma perché l ' Italia non ha materie prime ed ha una popolazione numerosa . Ogni operaio che abbia fatto le nostre scuole di partito sa che oltre al resto , sono proprio queste ragioni che pongono dinanzi al proletariato italiano ed ai contadini lavoratori la inevitabilità del socialismo . I piccoli borghesi riformatori non comprendono che il problema delle materie prime non si pone , come problema della produzione , che dopo la vittoria del proletariato ; e che allora esso acquista un carattere diverso da quello che ha oggi . In via astratta è facile dimostrare che un paese che non sia la Russia , che non possegga cioè tutto ciò che possiede la Russia in ricchezze naturali , può iniziare egualmente la costruzione di una economia socialista , forzando gli inesauribili campi della scienza e della tecnica . Ma perché fare delle dimostrazioni in astratto , quando vi è una Russia socialista in sviluppo , e quando facilmente è comprensibile che una rivoluzione proletaria vittoriosa in Italia sconvolgerebbe gli attuali rapporti europei ? Credete voi che la Russia abbia utilizzato meno le contraddizioni interimperialistiche e l ' appoggio del proletariato mondiale che le sue ricchezze naturali , per vincere e per svilupparsi ? I capitalisti si sono appropriati delle fonti di materie prime con le guerre coloniali ; il proletariato le troverà nella rivoluzione stessa : queste sono le due vie per risolvere il problema delle materie prime . Infatti Giustizia e Libertà sceglie la prima via , poiché non può scegliere la seconda : ma non ne trova una terza . La teoria dell ' espansione democratica italiana sostenuta dal Salvemini è , in fondo , la teoria nazional - sindacalista della « nazione proletaria » con il correttivo della limitazione delle nascite . La questione demografica , per Salvemini , si risolve così : dare la terra ai contadini e far emigrare i braccianti . Dove emigreranno i braccianti ? Si porrà subito un problema della emigrazione , e quindi della difesa dell ' emigrazione , e quindi espansione . Tutti i motivi della « nazione proletaria » coi quali Corradini e Labriola , Orano ed altri sostennero la impresa libica e le altre imprese di guerra ; tutti i motivi sui quali poggia la propaganda imperialistica attuale ( « espanderci o esplodere » , ecc ... ) sono fatti propri dal Salvemini e dalla compagnia di Giustizia e Libertà . Sono i motivi dell ' imperialismo aggressivo italiano , del fascismo , della prossima guerra fascista . Invece per noi la questione delle materie prime e quella della sovrapopolazione si risolvono nel socialismo . Nel socialismo ogni donna può fare o no dei figli , può interrompere quante volte vuole la gravidanza ; è questa una libertà individuale che essa si sarà conquistata con la rivoluzione ; ma non è una direttiva sociale , ché , in tal caso , significherebbe il fallimento del socialismo . Lo sviluppo senza limiti della tecnica , che solo il socialismo può promuovere , non si risolve nella inutilizzazione di una massa crescente di forza di lavoro , bensì in una diminuzione dello sforzo sociale per produrre i beni necessari all ' esistenza . Lo sviluppo della tecnica , in regime capitalista , ha come conseguenza la formazione di un esercito di disoccupati , il regime socialista ha bisogno di tutti , i quali invece di 8 ore , lavoreranno 7 ore , e poi 6 , e poi 5 dando il resto del tempo allo sviluppo culturale , fino a distruggere la differenza esistente fra lavoro fisico e lavoro intellettuale . Noi comunisti , ed il proletariato rivoluzionario , non vediamo come una disgrazia l ' accrescimento della popolazione , della natalità : la dottrina della limitazione delle nascite , come dottrina sociale , è una dottrina borghese ; e il fatto che il fascismo le abbia mosso contro una tanto accanita guerra si spiega con la debolezza dell ' imperialismo italiano che , in mancanza di popolazioni di colore da sfruttare , in mancanza di un apparato tecnico sviluppato , ha bisogno di una massa di schiavi italiani e proletari che gli assicurino il profitto . Salvemini proclama che il dogma della socializzazione della terra deve essere abbandonato . I riformisti italiani , che avevano scritto nello statuto della Federterra che non poteva essere membro della organizzazione chi non volesse lottare per il fine della socializzazione della terra , hanno fatto proprio l ' invito salveminiano . Si sono essi pentiti degli errori commessi ? A noi sembra che oggi come ieri essi vogliano impedire la rivoluzione contadina , e ritornare quatti quatti alla comoda politica delle cooperative che faceva imbestiare , a suo tempo , il professor Salvemini . I capi di Giustizia e Libertà , che non possono fare a meno di occuparsi di noi ( e ciò fa loro onore , perché mostra che sono presenti nella situazione ) hanno però la disgrazia di non studiarci , per lo meno con altrettanta cura di quanto non ne mettiamo noi nell ' occuparci delle loro cose . E perciò è nata in essi una sorta di convinzione che noi siamo , noi comunisti italiani , molto transigenti in fatto di socializzazione dell ' agricoltura . « In Italia » , essi dicono , « i comunisti sono assai transigenti , ecc . » I nostri critici apprenderanno con piacere ( ? ) che i comunisti francesi sono più transigenti di quelli italiani , mentre i comunisti cubani sono meno transigenti dei comunisti russi . Che cosa è questa storia della transigenza di cui parlano i capi di Giustizia e Libertà ? Non è altro che il modo nel quale noi rispondiamo alla questione agraria nelle diverse situazioni . Polemizzando con Bakunin , Marx disse già : « ... dove il contadino esiste in grandi masse come proprietario privato di terra , dove esso costituisce persino una maggioranza più o meno considerevole , come in tutti gli Stati dell ' Europa occidentale , dove non è scomparso e sostituito dal bracciante , come in Inghilterra , avviene quanto segue : o il contadino ostacola , fa fallire qualsiasi rivoluzione operaia , come ha fatto sinora in Francia , oppure il proletariato ( poiché il contadino proprietario non appartiene al proletariato e anche quando , per la sua situazione , vi appartiene , non crede di appartenervi ) deve , come governo , prendere delle misure in seguito alle quali il contadino migliora immediatamente la sua situazione ed è così conquistato alla rivoluzione ; misure che , tuttavia , in embrione , facilitano il passaggio dalla proprietà privata della terra alla proprietà collettiva ; in modo che il contadino vi pervenga economicamente da sé ... » . Questa direttiva del modo di portare il contadino al socialismo è giusta sempre , ma varia , dunque , a seconda che la tradizione della proprietà privata della terra sia più o meno forte , più o meno diffusa ( rapporti tra i proprietari e le altre categorie contadine , e il proletariato agricolo ) , sia sparita ( come nelle piantagioni dell ' America centrale e meridionale ) . In altri termini , è più facile nazionalizzare e socializzare le piantagioni di caucciú o di caffè del Brasile che la terra del contadino francese . Noi siamo , quindi , « transigenti » , perché sappiamo partire dallo stadio attuale di sviluppo della economia agricola italiana e dall ' orientamento delle spinte che mettono in movimento i contadini , per facilitare la vittoria del proletariato e per porre le condizioni dell ' avviamento al socialismo . In altre parole , noi siamo i soli veri socialisti , i socialisti che socializzeranno tutta l ' economia . È questa la via seguita dai comunisti russi , la via scientifica . Non ve ne è un ' altra . Dunque , noi non abbiamo abbandonato « il dogma » della socializzazione : chi lo ha abbandonato sono coloro che non erano socialisti quando lo sbandieravano a destra e a manca , allontanando dal proletariato industriale i contadini , e sabotando la rivoluzione . La nostra « transigenza » significa la consapevolezza della realtà , il rigetto di ogni utopismo o menzogna , la utilizzazione delle forze reali delle masse povere o impoverite della campagna italiana ( italiana ) e dell ' obiettivo verso cui esse si muovono o si muoveranno . I nostri avversari piccolo - borghesi capiscono certo istintivamente il senso di questa strategia , tanto che nessuno di essi è sul nostro fronte contadino : la nostra « transigenza » li impaurisce . E allora ci confutano su terreno tecnico . Oibò ! Vogliono dimostrarci che l ' industria agraria è diversa dalle altre industrie ( bontà loro ) , che i mutamenti di clima e di altitudine richiedono metodi di coltura differenti ( quanta scienza sprecata , egregio Lussu : non ti pare ? ) : e ci dicono che per certe colture la piccola azienda non è sostituibile con la grande , ed altre cose eccellenti . Qui ci piacerebbe fare una scorribanda sulle possibilità tecniche nell ' agricoltura in regime socialista , e far raccapricciare i « tecnici » di Giustizia e Libertà . L ' applicazione della chimica e della elettricità all ' agricoltura e la regolamentazione dei venti e delle precipitazioni che oggi sono ancora nello stadio infantile , e che con il socialismo avranno un impulso gigantesco , scardineranno tutte le meschine e limitate opinioni dei nostri tecnici . La Russia comincia a darne esempi ( sono i primi esempi ) che aprono orizzonti nuovi e non intravvisti prima . Ma anche restando al livello attuale della tecnica , chi ha mai detto che la piccola azienda debba essere per forza legata alla proprietà privata ? I1 Salvemini ha imparato alla scuola elementare che il piccolo contadino pianta l ' albero perché è sicuro che suo figlio ne godrà i frutti . Roba da mettersi a piangere di commozione . ( E dire che nessuno si commuove quando il contadino che ha piantato l ’ albero deve vendere tutto e piantare baracca e burattini ! ) Ma , il socialismo , oltreché cambiare la natura cambia l ' uomo ? Salvemini non potrà crederci . Se ne accerti . Il socialismo cambia l ' uomo e i suoi sentimenti . Perché il senso della proprietà privata è così forte e radicato ? Nel mondo la proprietà privata non è sempre esistita , non è una legge di natura . Il modo di produzione è la base d ' ogni civiltà e d ' ogni cultura . Perciò noi ridiamo delle obiezioni « tecniche » al socialismo in agricoltura . Il proletariato è portatore di uno sviluppo tecnico infinite volte superiore all ' attuale , illimitato . Abbiamo il diritto di domandarci : sono davvero dei « tecnici » i nostri contraddittori ? O non sono solo dei furbi propagandisti dell ' avversario ? Giacché il tecnico che abbia il possesso delle immense possibilità scientifiche non può aver paura della rivoluzione proletaria . Direi quasi che esso dovrebbe desiderarla per poter espandere le sue facoltà e contribuire con tutte le forze intellettuali all ' elevamento prodigioso dell ' umanità . È ciò che dicono i tecnici d ' America , di Germania e di altri paesi che lavorano nella Russia del piano . Sono dei tecnici i nostri contraddittori ? Sono soprattutto dei funzionari del capitalismo , senza dignità scientifica , senza ambizione di ricerca . La loro confutazione tecnica non scalfisce il nostro programma socialista , né il nostro programma di azione contadina . L ' uno e l ' altro sono sulla stessa linea di sviluppo , che è quella della rivoluzione proletaria . Per fortuna nostra e della rivoluzione nel mondo oggi abbiamo una grande esperienza che sino a quindici anni fa ci mancava . Essa è tale da distruggere una ad una tutte le critiche avversarie . Questa esperienza deve essere conosciuta dalle larghe masse dei contadini italiani . I quali faranno come in Russia , costringendo gli attuali sedicenti benefattori di Giustizia e Libertà e della « concentrazione » a morire di disperazione .