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Abbiamo avuto , e si protrarrà ancora sino a novembre , una annata ciclistica di intensità particolare . Non è mancato il lavoro ai nostri professionisti , ai dilettanti e categorie minori . Non siamo stati fortunati ai Campionati del Mondo è vero , ma abbiamo già spiegato che ci sono state delle ragioni e delle contingenze di assoluto sfavore per noi in questo caso . A parte s ' intende , il valore altissimo di avversari , che nel loro clima e nei loro percorsi avevano pure il diritto di dire la loro parola . Né può essere la mancata affermazione sul Velodromo di Amsterdam e sul Circuito di Valkenburg a distruggere il valore e l ' eco delle affermazioni azzurre nei Giri di Francia e di Svizzera . Con ogni probabilità una scelta più indovinata degli elementi da portare alla massima competizione mondiale ci avrebbe consentito soddisfazioni anche a Valkenburg ; specie nei dilettanti troppi valori di primo piano sono stati trascurati : la riprova l ' abbiamo nel G . P . Libero Ferrario , dove si marcia con disinvoltura a media di40 all ' ora . Ma , del senno di poi ... Comunque l ' attività eccezionale che abbiamo avuto in casa , sia di carattere internazionale , come nazionale o di zona , non mancherà di procurare frutti saporosi per l ' avvenire . Si è indubbiamente seminato in profondità e su vasta superficie ; non farà difetto a suo tempo il buon raccolto . Ma quello che ha degnamente coronato l ' attivissima annata che ormai volge al termine , è stato il Giro dei Tre Mari . Questa nuova competizione a tappe ha conquistato di colpo la sua laurea di avvenimento nazionale , è diventato popolare come il più acceso e celebrato dei Giri d ' Italia . Ne è il suo complemento naturale e necessario . Si è avvertita questa funzione del Giro dei Tre Mari sin dalla sua enunciazione . Dobbiamo essere ben grati a Bruno Mussolini e a quella magnifica associazione di energie e di organizzatori , che è la S.S. Parioli da lui presieduta ed animata , della ideazione e della realizzazione di una prova del genere . Alla quale non ha potuto recare la più lieve menomazione neanche l ' assenza giustificata in alcuni casi degli astri maggiori del nostro ciclismo , ottimamente sostituiti dai Mollo , Generati e compagni , e dagli stranieri di ' autentico valore in gara . Alla quale , inoltre , ha conferito la consacrazione più clamorosa e definitiva il popolo intero dell ' Italia meridionale , che ha salutato la carovana schierato lungo un tracciato meraviglioso di panorami , di centri operosi e fecondi , di località solo ricordate nella storia , ma quasi sconosciute al turismo . Il Giro dei Tre Mari è valso a far conoscere questi meravigliosi luoghi . Esso si è inoltrato dove mai è arrivato il Giro d ' Italia classico . Questo era arrivato sino a Napoli , sino a Foggia , sino a Bari ; ma il resto della Penisola generosa ne rimaneva escluso . Del resto non era impresa di facile soluzione arrivare sino a Palermo . Troppo lontana era la base di partenza . Non può farsene una colpa ai valenti organizzatori milanesi . Ma era anche tempo che l ' iniziativa , e in grande stile , partisse da Roma . Necessità sentita , in fin dei conti , sia nello sport come nell ' industria , tanto più che oggi il centro - meridione dispone , per diretto intervento del Regime , di una rete stradale eccellente e sempre in ulteriore sviluppo ; e necessità che non poteva non trovare nella sensibilità e nell ' intuito di Bruno Mussolini , giovane di azione , di sport e di pensiero , la interpretazione esatta e felice . L ' entusiasmo suscitato dal passaggio della volante carovana in Italia centro - meridionale , sino sulle strade della contegnosa Sicilia , è stato indescrivibile . Stavolta sì che il Mezzogiorno si sentiva partecipe vivo e pulsante della grande Italia dello sport fascista . La bicicletta , la lieve ed elegante regina della strada ha traversato lo stretto , ha visitato le meraviglie della Conca d ' Oro e della costiera da Messina a Catania , s ' è abbeverata della luce del Jonio . E peccato che la Sila leggendaria l ' abbia soltanto sfiorata alle falde . Ma l ' anno venturo , il Giro non lascerà da parte nessuna delle gemme turistiche di regioni troppo a lungo conosciute solo attraverso la descrizione delle guide del Touring , del Baedeker o di articoli di terza pagina ... Le tappe siciliane , per esempio , saranno raddoppiate . Abbiamo detto : l ' anno venturo . E gli anni venturi appresso . Il vecchio Giro d ' Italia non bastava più . Non può bastare . Il vecchio Giro d ' Italia avrà un complemento ; assai di più : un fratello . Di pari grado , di altrettanta efficacia sportiva , sociale , turistica , commerciale . Commerciale poi ... Basti pensare che i corridori meridionali che hanno preso parte al Giro , e che si sono comportati per giunta magnificamente leggi Aliberti , D ' Amore , Patti marciavano con certi carrettini che facevano sbellicare dalle risa i loro più fortunati camerati della media ed alta Italia . Se dei corridori di professione usano di simili cavalcature , immaginarsi che specie di velocipedi devono essere in giro e in uso per le campagne e per i centri rurali . E di biciclette ci sarà sempre più bisogno ora che le condizioni della viabilità in mezzogiorno sono di tanto migliorate e di tanto miglioreranno ancora ... Si era ventilata da qualche parte l ' idea , dopo il superbo bilancio del primo esperimento di questa « Tre Mari » , di abbinare senz ' altro il giro del sud a quello del nord e farne un unico giro . E chi era per il traguardo d ' arrivo e di partenza per Milano , e chi per Roma . Non poteva non essere errore far disputare i due Giri in una sola tirata e del resto di questo parere s ' è dimostrata la Federazione Ciclistica Italiana nella sua ultima riunione . Lunghissima , esasperante per gli organizzatori e forse ingenerante stanchezza nel pubblico , nonché massacrante per i corridori . Una tirata di oltre 4000 chilometri . E il giro di Francia ? e quello della Svizzera ? Logico ( dal punto di vista tecnico - organizzativo , spettacolare , propagandistico ) che i due Giri siano stati distinti . Traguardo per il vecchio e glorioso Giro resta Milano , e l ' Urbe è il traguardo di partenza e d ' arrivo per il nuovo . E a date differenti , ben distanti tra loro . Come già senza volerlo , si è fatto quest ’ anno . Il vecchio Giro d ' Italia disputato in maggio , lascia , come ha lasciato , margine libero per la partecipazione ( o meno ! ) al Giro di Francia . Terminato questo , e disputati in agosto Giro della Svizzera e Campionati del mondo , il Giro del Tre Mari viene a riservarsi il mese di settembre e , forse con vantaggio , più la seconda metà che la prima . Ed anche con alcune tappe di più di quelle quest ' anno disputate . Verrebbe così a poter raccogliere molti assi reduci da uno o magari tutti i Giri precedenti e dai Campionati del mondo ; e a costituire un banco di rivincite tanto più clamorose in quanto certe vittorie e certe vicende nell ' ambiente surriscaldato del mezzogiorno hanno degli effetti e delle ripercussioni che ormai non si verificano più in ambienti oggidì saturi di ciclismo e di corse . Certo , il Giro dei Tre Mari ha suonato la sveglia decisiva per l ' Italia strettamente peninsulare . Con risultati profondi non solo per ciò che riguarda lo sport e l ’ uso della bicicletta , ma le altre forme di attività sportiva , così come è stato per tutto il resto d ' Italia , per merito del vecchio giro di marca milanese . E non solo per ciò che concerne le forme di pretto carattere sportivo . Ma anche per quelle interessanti quel turismo generico , che può andare dalla escursione montana , dalle manifestazioni invernali sulle nevi , ai soggiorni climatici , alle gite collettive , al movimento turistico stagionale od occasionale . Ed infine , per necessità di cose , ad un generale miglioramento e progresso delle condizioni dell ' ambiente ; al perfezionamento della organizzazione alberghiera , che del resto , ovunque , abbiamo trovato bene attrezzata e aggiornata . E non si dovrebbero incontrare difficoltà di sorta per iniziative del genere . Lo spirito di ospitalità delle genti del meridione è così sentito , franco e spontaneo , e la « Tre Mari » ha suscitato tanti entusiasmi che siamo certi di trovare ben presto il più modesto paesino appennino , silano o delle Madonie attrezzato alla ... dolomitica invernale . Con in più l ' impagabile vantaggio di trovarsi , per esempio , sulla Sila , autenticamente al cospetto dei Tre Mari , alla divinità del Mediterraneo che solo la poesia di Omero e di Virgilio seppero cantare .