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VILLA GIORGINA ( MONTANI CARLO , 1929 )
StampaPeriodica ,
Fino a qualche anno addietro , in quella aristocratica Via Po che è una delle più caratteristiche della Roma d ' oggi - anche perché hanno potuto sbizzarrirsi , però senza insopportabili eccessi , i giovani architetti contemporanei - un muro di cinta - dal quale un enorme ciuffo di palme usciva come dai margini di un vaso - stava a segnare una area fabbricabile in paziente attesa di aumento del suo prezzo a metro quadrato . Tutt ' intorno si costruiva febbrilmente a preparare le dimore signorili dello stupendo quartiere romano limitato da due ville celebrate : la Villa Borghese e la Villa Albani , sull ' area ove gli sterri delle vaste fondazioni rivelavano ogni giorno di più e con maggiore sicurezza , l ' esistenza in antico di una necropoli dei pretoriani . Ma l ' area rimaneva ostinatamente abbandonata , rivelando appena qualche traccia di chi l ' aveva avuta in proprietà , come i Torlonia e un allevatore di cavalli piemontese , il vecchio cav . Bertoni , il cui nome resta legato all ' inizio dello sviluppo ippico nella capitale . Un bel giorno , il muro di cinta fu chiuso a sua volta da uno steccato che , insieme alle chiome cupe dei lecci superstiti e delle palme ondeggianti , celò al pubblico per un paio d ' anni ciò che si faceva là dentro . Finché apparve il ... ninnolo di Villa Giorgina . Un fortunato quanto intelligente industriale piemontese , il comm . Isaia Levi - cavaliere del lavoro - benemerito anche per aver disposto a sue spese il razionale e magnifico restauro del celebre Palazzo Madama di Torino sede del primo parlamento italiano - incontratosi con un giovane architetto di noto buon gusto , gli aveva detto semplicemente : - Ho acquistato l ' area di via Po per costruirvi una villa dedicata alla memoria della mia figliuola quindicenne immaturamente perduta . Faccia lei ! Fortuna singolare , incarico lusinghiero , ma anche denso di responsabilità , che tuttavia fu accettato senza esitazione , anzi con piena coscienza di assolverlo , dall ' architetto Clemente Busiri , figliuolo degnissimo di quel Carlo Busiri che diede magnifiche prove del suo valore , specialmente al servizio di casate principesche come la Doria Pamphilj e in edifici moderni di Roma , come in sapienti ricostruzioni seicentesche . Il Busiri si propose di creare sull ' area messa a disposizione del suo talento , appunto uno di quegli ambienti del Seicento , una di quelle caratteristiche ville romane che videro soprattutto il fasto del tempo papale espresso architettonicamente dal Vignola , dal Borromini e dal Bernini . Per far ciò , avendo in mente fin dal principio una netta visione del risultato da conseguire , l ' architetto si diede ad una ricerca paziente quanto fortunata di un cospicuo materiale antico di cui avrebbe con discernimento curato a suo tempo l ' impiego , per le necessità decorative ; e si accinse alla sua bella fatica con fervido entusiasmo , fiancheggiato e sorretto dal fiducioso buon gusto dei padroni di casa i quali gli ripetevano ogni tanto il fatidico " Faccia lei ! " . Oggi la Villa Giorgina è una deliziosa realtà che allieta col sorriso di un piccolo ma stupendo parco , uno dei quartieri più eleganti della nuova Roma e che aduna tra le sue mura una quantità cospicua di cose belle , forse destinate altrimenti ad andare purtroppo disperse .