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UN POCO D'INTAGLIO O UN POCO D'INTARSIO ( ' CASA BELLA ' , 1932 )
StampaPeriodica ,
A Firenze , si è chiusa la Fiera Nazionale dell ' Artigianato . Ugo Ojetti non è contento , e lo ha detto in un lungo articolo sul " Corriere della Sera " . Da qualche tempo , Ojetti è l ' uomo più incontentabile che esista in Italia ; e verrebbe voglia di battergli le mani , se tutte le sue critiche , lettere , apposizioni e sentenze avessero un motivo preciso , un obbietto - per parlar pulito - bene individuato . Il male è che l ' irrequietudine di Ojetti rappresenta piuttosto il disagio di chi fra il vecchio ed il nuovo non ha forza , e desiderio , di decidersi ; e se ne sta sulla soglia come certi pacieri che a furia di mezze parole e con un gran dimenar di braccia vorrebbero mettere d ' accordo quelli che stanno dentro e quelli che stanno fuori , le ragioni degli uni con le pretese degli altri . In tanto daffare la posizione di Ojetti è la stessa di quei ceti italiani , intellettuali e sociali , che sorpresi dal rumore delle novità nel bel mezzo di un ozio che era profittevole ed adatto alla vita provinciale di dieci o vent ' anni fa , da una parte si sforzano di conservare un atteggiamento di decoro e di prosopopea e dall ' altra danno una mano al nuovo , ma " con juicio " . Questo " juicio " nel caso di Ojetti , e non in quello dei centomila poltroni che infestano l ' arte italiana , potrebbe essere preso in considerazione se fosse soltanto un pretesto critico , un modo di frenare le impazienze degli improvvisatori ; ma quando Ojetti scende in lizza , si mette fra i contendenti - cioè fra quelli che praticano l ' arte e non la giudicano soltanto - rende un cattivo servizio alla critica , perché le toglie la possibilità di giudicare con serenità e la riduce ad una polemica mediocre , ed un peggiore servizio all ' arte , o meglio agli artisti , perché confonde le idee , confonde le mansioni , confonde i lettori , avendo la pretesa di dire come " si deve fare " e come " non si deve fare " . Questo tipo di critico estroso ed irrequieto , è stato messo tante volte fuori della critica , perché noi dobbiamo preoccuparci di dimostrare ad Ojetti che , per lo meno , la sua lettera a Pavolini sull ' architettura ed il suo articolo sull ' artigianato non sono né critiche , né belle prose : perché per essere le une mancano di metodo , e per essere le altre sono compilazioni giornalistiche di un uomo che a furia di reggere la penna crede di reggere lo scettro del buon gusto o la bacchetta magica dell ' invenzione . Si chiede , dunque , a Ojetti un po ' di tregua ; lo si vorrebbe decidere a tornare alle " Cose viste " in cui può narrare con bella prosa , come , per esempio , Tizio ha disegnato un volo di rondini per il salotto di una signora , o come Cajo ha inventato - per parlare all ' antica - un mobile di metallo . Ojetti non confonderebbe così lo stile di Tizio con il gusto di Cajo , e non concorrerebbe a rovinare quel poco di buona volontà che è rimasta agli artisti e agli artigiani d ' Italia , pur in tempo di crisi .