StampaPeriodica ,
La
critica
al
crocianesimo
,
elemento
comune
di
tutti
i
collaboratori
di
"
Campo
di
Marte
"
,
trova
in
Alfonso
Gatto
uno
dei
più
lucidi
e
decisi
rappresentanti
.
La
poesia
non
può
essere
sottoposta
alla
"
moderata
variazione
di
un
gusto
"
.
Essa
,
appunto
perché
prodotto
di
un
determinato
periodo
storico
,
si
trova
ad
essere
parte
integrante
di
quel
periodo
;
e
quando
la
crisi
di
una
società
determina
la
crisi
dei
valori
tradizionali
,
essa
ne
rimane
fatalmente
coinvolta
.
Ciò
che
A
.
Gatto
mette
qui
a
fuoco
,
è
la
funzione
stessa
della
letteratura
,
e
lo
stretto
legame
che
unisce
il
poeta
al
contesto
storico
e
sociale
all
'
interno
del
quale
egli
opera
.
A
stabilire
un
rapporto
tra
i
diversi
saggi
che
un
critico
,
con
più
o
meno
cura
,
può
aver
scritto
in
un
periodo
,
mettiamo
,
di
cinque
anni
,
si
verificheranno
due
ipotesi
:
che
il
critico
esemplifichi
immutabilmente
un
metodo
esegetico
e
che
usi
di
pretesto
al
suo
discorso
quegli
autori
che
non
lo
smentiscono
:
o
che
si
sforzi
di
cogliere
le
ragioni
della
sua
sensibilità
e
del
suo
gusto
ecletticamente
su
tutte
le
opere
che
gli
ripropongono
la
distinzione
delle
proprie
parti
più
o
meno
riuscite
,
espresse
e
formate
.
In
tutti
e
due
i
casi
risulta
una
sola
apparente
coerenza
:
la
neutralità
del
critico
e
del
criticato
in
nome
di
uno
storicismo
pacifico
che
vuoi
salvare
le
proprie
istituzioni
.
Sul
critico
che
invece
dimostra
di
seguire
e
di
cogliere
nel
linguaggio
di
un
'
opera
la
difficile
proprietà
morale
in
cui
lo
scrittore
o
il
poeta
scopre
le
continue
relazioni
con
se
stesso
-
relazioni
storiche
,
sociali
,
interamente
umane
-
e
che
pone
la
sua
conoscenza
a
fedele
sintomo
della
stessa
storia
cui
si
rivolge
e
si
oppone
,
son
pronte
invece
le
accuse
più
recidive
.
Soltanto
per
questa
prudenza
esistono
critici
che
si
occupano
per
trent
'
anni
di
poesia
con
la
moderata
variazione
di
un
gusto
,
fermandosi
perplessi
al
punto
in
cui
il
vero
poeta
rifiuta
per
crisi
e
per
violenta
antistoria
la
propria
conservazione
e
nel
sentimento
del
tempo
e
della
morte
trova
un
ordine
nuovo
.
Rispetto
alla
storia
esistono
cioè
critici
integralmente
profani
che
si
preoccupano
di
negare
alla
poesia
la
crisi
e
la
violenza
stessa
della
sua
origine
.
Esiste
questo
stato
temporale
degli
studi
la
cui
utilità
conservativa
è
ormai
prossima
alla
reazione
.
La
conclusione
che
si
vuol
vedere
nell
'
opera
di
un
critico
deve
essere
perciò
di
natura
e
di
fedeltà
morale
rispetto
alla
storia
che
il
poeta
e
lo
scrittore
muove
e
non
limita
con
la
sua
presenza
:
gli
errori
di
sopravvalutazione
e
di
credito
in
tal
senso
contano
per
le
ragioni
di
necessità
da
cui
son
mossi
,
dalla
piena
dichiarazione
del
giudizio
.
Quanto
più
preciso
,
intimo
,
inalienabile
,
il
discorso
di
un
critico
accentra
storicamente
le
proprie
responsabilità
ed
esplica
al
limite
sociale
dei
contemporanei
le
ragioni
di
una
umanità
concreta
e
consapevole
che
non
è
immediatamente
documentata
e
polemicamente
resa
attuale
.
De
Sanctis
,
in
tal
senso
,
fu
un
critico
che
,
nella
stretta
chiarificazione
del
-
l
'
unità
morale
dei
poeti
e
degli
scrittori
,
non
rinunziò
ad
alcuna
delle
relazioni
sociali
e
storiche
in
cui
si
sentiva
vivo
e
mortale
.
Una
storia
della
letteratura
sarebbe
,
in
tal
senso
,
ancora
opera
vana
,
da
non
tentare
,
per
conservare
credenza
ad
una
critica
pura
,
irrelata
,
che
si
affianca
con
una
serie
di
monadi
chiuse
agli
esempi
dell
'
arte
?
Pure
questa
consistenza
storica
fu
sempre
fondata
sulle
opposizioni
in
cui
il
poeta
accertò
la
propria
continua
crisi
,
la
sua
poesia
dalla
sua
non
poesia
,
sulla
durata
,
cioè
,
di
un
'
elaborazione
morale
ed
espressiva
provata
da
tutte
le
avversioni
.
In
tale
estrema
disperazione
del
limite
individuale
la
poesia
ha
in
sé
un
movimento
di
crisi
che
è
la
storia
stessa
.
Accettando
l
'
eredità
di
una
critica
puntuale
,
ad
hominem
,
e
portando
lo
storicismo
alle
sue
estreme
conseguenze
,
cioè
al
contatto
dei
contenuti
formalistici
in
cui
strema
sempre
più
il
suo
suolo
esegetico
,
si
dovrebbe
ormai
toccare
con
mano
questa
disperazione
del
limite
individuale
che
solo
in
pochissimi
,
di
riserva
,
si
relega
ad
un
assolutismo
mistico
ed
astorico
.
Occorre
cioè
rompere
l
'
esitazione
e
dare
chiaramente
alla
storia
la
sua
crisi
,
cioè
il
suo
movimento
.