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ROBERT LOUIS STEVENSON ( CECCHI EMILIO , 1920 )
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Non mi meraviglierei se anche Stevenson fosse di quegli scrittori che , per un complesso di circostanze piuttosto difficili a spiegare , i conterranei ammirano , spesso anche enfaticamente , ma in un modo intrigato . Nei riguardi di questi scrittori , gli stranieri godono un privilegio di spregiudicatezza e candore , o diciamo addirittura d ' ignoranza : ignoranza che , come in altri casi , finisce per contare come una buona azione ad esser premiata . Si potrebbe obbiettare , quanto all ' Italia , che Stevenson non è ammirato in nessuno dei due modi , perché sostanzialmente è ignorato ; e lo considerano , alla lontana , come un autore di libri d ' avventure pei ragazzi : un quissimile di Salgari o di Verne . Ed è vero . Ma se , nel testo o in traduzioni fatte con arte , Stevenson sarà più letto , non credo improbabile si riconoscerà , d ' istinto e con molta chiarezza , il suo significato vitale , che , studiando alcuni scritti inglesi intorno a lui , ho visto che invece è scoperto , quando è scoperto , soltanto tra frasche e andirivieni ; e definito , quasi sempre , incidentalmente o a mezza voce . È uno di quei casi che si cerca la seggiola sulla quale siamo seduti ; e che il problema letterario s ' inacerbisce appunto perché si parla troppo d ' un problema letterario e ci si monta il capo . Probabilmente la vera soluzione la dettero , fin da ' primi giorni di Treasure Island , i ragazzi . È l ' unica cosa che resterebbe da fare ai grandi , forse non sarebbe altro che mettere in forma , con più riguardo possibile , le impressioni dei piccini . Ha osservato Chesterton , discutendo un libro di H . Bellyse Baildon su Stevenson , che , nell ' ammirazione dei lettori colti , l ' incanto delle straordinarie virtù di questo scrittore è in certo modo turbato dall ' eccesso d ' una virtù addizionale : " la versatilità e destrezza artistica " . " Egli sofferse della sua versatilità , non perché riuscì abbastanza bene nei generi più diversi , ma perché , nei generi più diversi riuscì troppo bene " . " Capace di realizzare il proverbiale miracolo d ' essere in cinque posti allo stesso tempo , portò gli altri a ritenere ch ' egli fosse cinque diverse persone " . ( Twelve Types , 115 ) . E cinque persone , specie se coperte d ' un sol nome , finiscon sempre coll ' essere molto meno convincenti di una sola persona . Ma vorrei dire , piuttosto , che non soltanto Stevenson fu capace di trovarsi in cinque posti allo stesso tempo , in modo che la gente poté pensare ch ' egli fosse cinque diverse persone . Completamente in alcuni dei suoi libri , saltuariamente in altri , tutte le sue cinque , sette o otto persone : il ragazzo , il cockney , il letterato , il pirata , il puritano , si riabbracciavano fraternamente e ridiventavano una ; e fu , per l ' appunto , nei luoghi più semplici dei libri abili e versatili , quando non fu nei più semplici fra tutti i suoi libri . In realtà , uno scrittore come lui , ricchissimo di senso del romanzo peccava , almeno in certo senso , di eccesso romanzesco , quando , pur con tutta la sua scaltra discrezione e la sua facoltà di dare alle immagini la positività d ' un documento storico , si metteva ad architettare un romanzo . Senza contare che per questo scrittore così dotato la vita vissuta era stata , quasi dal principio , straordinaria come il più incredibile dei romanzi . " Questo clima ; questi viaggi ; e l ' apparire delle terre all ' aurora ; le nuove isole che spuntavano dai banchi di nebbie mattutine ; e nuovi approdi boscosi ; e nuovi allarmi di temporali e risacche - tutta la storia della mia vita è per me più bella di qualsiasi poema " ( Letters , 11 , 160 ) . Per questo scrittore , la disposizione più feconda veniva ad essere non dico tanto rituffarsi nella propria storia " più bella di qualsiasi poema " , quanto lasciarsi galleggiare alla superficie di cotesta storia ; non tanto raccontarsi nel passato , quanto rivedersi nelle cose , semplicemente posando gli occhi sul mondo . La sapienza ingenua del suo sguardo bastava a creare , con la materia immediata del mondo , il più pacifico e vertiginoso miracolo , al quale era impossibile potessero aggiunger qualcosa anche le più acute invenzioni . Tutta la sua mitologia è , così , colore istantaneo e suono . Ci son parole semplicissime , portate senza epiteti : la parola surf , per esempio ; che nessun altro scrittore sembra possa mai più , in nessun modo , adoprarle , senza accettare nello stesso tempo tutto quello che in lui voglion dire , tanto il suo romanzo ormai le riempie e le preme . E se guarda : " la ciocca secca d ' un palmizio come un ventaglio d ' oro fra la verzura " o " l ' acqua dell ' atollo azzurra e grigia ; e nella trasparenza della luce sottomarina il corallo rameggiante e fiorito e la moltitudine dei pesci che volteggiano , punteggiati , striati , perfino rostrati come pappagalli ... " ( In The South Seas , 167 ) ; il suo colore è in sé la più fantastica delle favole ; e qualsiasi avventura , dopo , non sembra che un ' estensione e un commento . Come il suo stile è , costantemente , così delicato e fermo , leggero e governato , che l ' unica sorpresa ch ' egli riesce ad aggiungergli è d ' arrivare quasi ad obliarlo , ritrovando nelle lettere e diari , e nelle pagine di In The South Seas , una familiare chiarezza anche superiore a quella sua chiarezza temperata su Livio ; una naturale finitezza , anche più raffinata di quella sua industriosa finitezza francese . Intendo che , per mio conto , è impossibile , nei riguardi di Stevenson , eresia più rozza e pedantesca di quella proposta dal suo biografo e critico Graham Balfour , secondo la quale , una volta entrato nei mari del Sud e nell ' ultimo periodo della sua vita , Stevenson non avrebbe prodotto più nulla d ' assolutamente grande . E , in ogni caso , sarei piuttosto per un ' eresia che sostenesse il contrario . Comunque , posso assicurare , che quella versatilità e ubiquità la quale determina , come s ' è visto , in alcuni lettori , una sorta di diminuzione di fede , per conto mio non mi ha mai impedito di essere a tutti i suoi spettacoli e col più innocente abbandono . Ho detto che , riguardo a Stevenson , forse converrebbe fare come i bambini . E anche in questo caso , oltre mille altri , mi trovo davvero ad avere fatto in tutto come i bambini . Al pappagallo di cucina , sulla nave che porta i pirati verso l ' isola del tesoro , io gli ho voluto più bene che se fosse stato il pappagallo di casa mia ; molti anni prima di sapere che c ' erano stati anche i pappagalli di Daniel Defoe , e che cotesto , probabilmente , veniva da quella famiglia di pappagalli . E son sicuro d ' aver sgranato gli occhi come un bambino , quando in Treasure Island la nave deserta viene bordeggiando sul risucchio come la più indubitabile e pazza delle apparizioni ; e d ' averli sgranati con non meno stupore , più tardi , e , questa volta , non più soltanto come un bambino ma anche come un critico , nell ' accorgermi che cotesta nave , il più perfezionato dei vascelli fantasma , apparteneva alla stessa flottiglia della nave - scheletro in Coleridge e del pontone abbandonato di Gordon Pym . La voce spettrale presso la tomba del tesoro , il campanello del lebbroso in The Black Arrow , il gemito delle sirene in The Beach of Falesa , e quel cantarellare di Keawe nella stanza da bagno , che bruscamente s ' interruppe e non si sentì più ( The Bottle Imp ) , se qualcuno poté udirli e scordarsene , per me li sentii con troppo spavento da potermene mai più dimenticare . Il diabolismo di The Master of Ballantrae e Dr . Jekyll , appena per un miracolo non mi fece davvero credere , anche me come tanti , a un pessimismo di Stevenson . E se , infine , c ' era da applaudire una trovata da maestro , un ' alzata di genio nel cavarsi d ' impaccio , nel rianimare e risolvere una situazione ( per esempio il duello notturno di Wiltshire e Case in The Beach of Falesa che poteva , da un minuto all ' altro , diventar banale , io ho applaudito con la compunzione con cui si applaudono i portenti che non sapremo far mai , ma ai quali la bontà di Dio ci permette , qualche volta , d ' assistere di dietro le quinte , o dalla buca del suggeritore . Con tutto questo , so che ci son cose nelle quali Stevenson è Stevenson più che in tutte queste cose . E toni anche più suoi di tutti questi toni . Verità sue , più romanzesche di tutte queste strepitose invenzioni . Ripeto ch ' egli era troppo immediatamente pieno di romanzo da aver bisogno di romanzi . Era di quei poeti che dicono qualche gran cosa lirica , tutte le volte che scrivono una lirica , ma forse ne dicono una anche più grande , quando si crederebbe soltanto che avessero tirato giù il più vago degli appunti , o magari avessero chiesto un cerino . Era di quei pittori che stemperano gli ori e le gemme del Sultano e i colori del tramonto , nella loro nuova edizione delle Mille e una notte . Ma poi si scopre che la figura più luminosa la tinsero " con una scatola di acquarelli da una lira " , come quelle che , per dipingere i mari e i regni delle loro carte geografiche , adoprano i bambini . Era di quei sognatori che convincono a tutti i sogni , e specialmente ai più eccessivi e assurdi sogni ; e così ci ha fatto credere d ' aver visto con questi poveri occhi il diavolo stesso uscire e rientrare nella boccetta più lesto d ' un lucertolino ( The Bottle Imp ) . Ma non c ' è sogno che non imbianchi , quando s ' è visto che cosa sieno una proda d ' erba , una donna lungomare , il muro d ' una casa specchiati nelle sue infantili e tremende pupille . Era di quei raccontatori che posson fare anche a meno delle suggestive distanze che altri ricava dalle cronache e dalle leggende , o trova nelle architetture e prospettive del racconto ; perché tutto in lui , all ' atto della parola , precipitava in ingenuità trasparenti e vivi colori , ma portando seco come il rombo d ' un ' avventura e d ' una lontananza infinita . Questa chiarezza misteriosa diventa più fissa e più alta , quando gli arcipelaghi tropicali gli galleggiarono incontro , come paradisi emersi di fondo al tempo e al dolore : " e s ' udirono sopra bordo belare gli agnelli e un uccello che cantava alla collina ; e ci fiatò incontro l ' odore della terra e della frutta e dei fiori ; ed ecco , una casa o due apparvero ... " ( In the South Seas , 6 ) . Ma l ' accento leggendario è in ogni impressione della sua vita ; né ricordi di Barbizon e del lago artico di Saranac ; di Davos Platz e della domestica Edimburgo ; fino a quelli della miseria infantile , nelle interminabili notti di tosse e di febbre , in braccio alla nutrice : " Come mi ricordo bene di quando ella m ' alzava di letto , e portandomi alla finestre mi mostrava una o due finestre accese di là dal nero cerchio dei giardini ; e l ' un con l ' altra ci dicevamo che forse anche laggiù c ' eran dei bambini malati con le loro nutrici e come noi aspettavano l ' alba ! " ( Underwoods : The Sick Child ) . Nei mari del Sud il suo miracolo riceve soltanto l ' ultima evidenza ; e succede qualcosa di simile a quando Wiltshire sulla nave porta all ' occhio il cannocchiale e regola la vite , e la spiaggia s ' accostò di salto . Vita e fantasia si sovrapposero in assoluta e storica identità ; e veramente ormai non c ' era che dimenticarsi e guardare . Tutti i suoi personaggi , anche quelli che non aveva avuto coraggio di descrivere , eran diventati vivi e parlanti , di carne e d ' ossa ; e venivano a pigliare il thè e chiedergli un consiglio in casa sua e sulla veranda : i capi tribù , le regine cannibali ora spotestate e ospiti delle monache ; i pirati ridotti a mestieri ragionevoli , i ravveduti bucanieri . Così le sue lettere e diari di questi anni son la miniera d ' un materiale che non ha quasi subìto ritocchi , e non ne aveva bisogno , passando negli ultimi racconti famosi ; ma c ' è passato soltanto in piccola parte . Daremo prossimamente la traduzione d ' alcune di coteste pagine ; e , oltre alla gioia che potrà offrire la loro bellezza , saranno la più netta riprova di quel che abbiamo voluto dire della visionarietà di Stevenson e del suo particolare senso del romanzo . I rematori di The Beach of Falesa ; che vanno con il loro canotto verso le cascate dove son le fate ; quella magica barca del missionario dipinta di bianco , la cui sagoma sembra d ' aver visto ( con la seggiola a dondolo e l ' elmo di sughero del prete e ogni cosa ) sulla pancia d ' un vaso cretese ; l ' " atollo " di The Isle of Voices , con la frangia di dattolieri e la laguna tempestata di stelle ; e Kokua ch ' esce dal bagno col suo cappellone di paglia ; e Urna sulla riva di Falesa nella sua nudità d ' antica statua greco buddhista , non son che poche figure d ' un album che ne ha mille . E quanto ai guerrieri e capi , lasceremo giudicare quelli che conoscono , o ai quali faremo conoscere , Tembinok re di Apemama , in tight o in uniforme navale , con la pipa di schiuma e gli occhiali verdi . Tutti i suoi personaggi eran diventati veri , e si raccoglievano intorno a lui : e perfino l ' orrendo lebbroso di The Black Arrow , dall ' antichità medievale era disceso nel lazzeretto di Molokai , con centinaia di fratelli . Stevenson volle vivere insieme a loro parecchi giorni . La cristiana giovialità ch ' è la gran logica dei suoi racconti , gli si trasformava , o meglio finiva di trasformarglisi , in atto ; e questo è forse l ' ultimo segreto anche della sua perfezione di poeta , conquistato attraverso le sue infinite e quasi quotidiane morti ; il segreto di quel suo ultimo sguardo , umido e sfolgorante sopra le cose . Com ' è diverso , anzi contrario a tutti gli artisti che si misero in giro pel mondo , disperati predoni ! Gauguin , che va a Tahiti per ragion . d ' estetica , e , dipingendo Tahiti , con la coda dell ' occhio guarda Parigi ; e s ' abbevera di vita primordiale , come uno che beve vino non perché il vino è una cosa gioconda , ma perché ci son casi che il vino può esser anche una medicina . La volontà arcaica di Gauguin a Tahiti non è spiritualmente più sana dell ' atto col quale il decadente fuma l ' oppio per sognare e cavare una poesia da cotesti sogni . Niente di simile in Stevenson ; e niente di quella cupidità ch ' è in Henley , di caricare i toni della vita barbarica . La sua passione per le avventure , i combattimenti , il sangue che corre , è tutta ariostesca . E niente della professionalità di Kipling , della sua enfasi imperiale . Stevenson gira soltanto per le necessità della salute distrutta ; e nella sua casa di Vailima seguita di buona voglia a scriver fiabe scozzesi . Non ha nessuna velleità di allargare il mondo , come fa Kipling , che non è mai sazio delle diversità più mostruose ; e il suo interesse , invece d ' allargare il mondo è stranirlo , è di famigliarizzarlo e riempirlo d ' intimità . In confronto all ' improntitudine del Kipling , giornalista e militare , che commovente confessione quella di Stevenson , la notte che precede il suo approdo alle isole dei mari del Sud ! " A un tratto sentii vergogna che quelle notti fossero più belle delle nostre notti , gli astri più dolci e lucenti , le costellazioni più armoniose . Sentii vergogna , dico , come d ' un ' estrema infedeltà , d ' aver disertato le stelle che brillano sui miei padri ... " ( In the South Sea , 14 ) . È questo scrupolo di possedere , che dà benedizione al suo possesso . E per questo i suoi arcipelaghi equatoriali sembran visti nella santa luce che illuminò le prime navigazioni mediterranee . E per questo la vita di Samoa e di Honololu ha la domestica universalità che prima avevan avuto soltanto quei risvegli borghigiani e giuochi di fanciulle e marini colloqui dell ' Odissea .