StampaPeriodica ,
La
natura
d
'
un
artista
,
e
specie
d
'
uno
storico
,
essendo
una
con
la
materia
delle
sue
verità
,
non
si
può
parlare
dello
stile
di
Cattaneo
senza
toccare
delle
sue
idee
,
sebbene
qui
egli
c
'
importi
soprattutto
per
l
'
aspetto
plastico
della
sua
arte
.
Pare
,
da
molti
luoghi
de
'
suoi
libri
,
ch
'
egli
si
considerasse
poco
più
d
'
un
"
novelliere
letterario
"
come
dicevano
al
tempo
del
Vico
,
un
divulgatore
,
o
insomma
uno
,
secondo
le
sue
proprie
parole
,
che
"
riassumeva
e
ventilava
dottrine
altrui
"
:
"
per
suscitare
,
innalzare
i
pensieri
della
nazione
,
le
sue
speranze
,
i
voleri
,
gli
ardimenti
"
.
Ma
il
Croce
ha
già
avuto
occasione
di
mettere
in
rilievo
l
'
alto
valore
del
Cattaneo
come
storico
nel
pieno
significato
della
parola
.
Gli
universali
del
Cattaneo
son
quelli
del
Vico
,
e
del
Foscolo
dei
Sepolcri
e
delle
Lezioni
d
'
Eloquenza
.
Il
suo
modo
particolare
di
attuarli
ha
origine
nell
'
idea
della
"
filosofia
civile
"
e
dell
'
"
arte
sociale
"
del
Romagnosi
,
ma
trova
la
sua
caratteristica
sopratutto
nell
'
austerità
e
perfino
drammaticità
con
cui
egli
sente
il
fatto
sociale
e
riporta
tutti
i
fenomeni
tecnici
,
giuridici
,
economici
,
in
valori
morali
,
in
relazione
al
loro
significato
di
forze
costruttive
o
disgregatrici
delle
istituzioni
e
della
compagine
degli
Stati
.
La
severità
d
'
un
Parini
,
smorzata
d
'
una
certa
acredine
,
s
'
anima
in
lui
di
severa
e
quasi
sconsolata
speranza
,
nel
concetto
progressivo
e
nella
passione
pratica
d
'
un
Beccaria
;
avuto
presente
che
la
gravità
con
la
quale
egli
giudicava
la
vita
sociale
toglie
a
cotesto
concetto
di
progresso
ogni
banalità
illuministica
e
benthamiana
.
E
la
sua
origine
campagnuola
gli
dà
il
culto
e
il
contatto
della
terra
,
e
una
lirica
felicità
di
intuizioni
non
meno
persuasive
quando
ci
parla
della
sua
Lombardia
che
quando
ci
parla
dell
'
antico
Egitto
,
del
Messico
e
dell
'
Irlanda
.
La
preparazione
ecclesiastica
arricchisce
e
scaltrisce
la
sua
psicologia
di
storico
democratico
,
dove
tratta
di
tirannie
teologiche
e
alza
i
velami
di
suoi
misteri
della
politica
sacerdotale
.
L
'
abito
tecnico
più
che
letterario
,
gli
smuove
e
porta
in
vasti
contatti
e
ravviva
di
laboriose
curiosità
le
sue
disposizioni
a
interpretare
la
natura
dei
popoli
e
a
tentare
suoi
ritrovati
delle
nuove
scoperte
e
sulle
nuove
ipotesi
,
per
le
più
antiche
nazioni
e
civiltà
,
quel
che
il
Vico
aveva
fatto
per
i
miti
e
le
forme
civili
della
Grecia
e
del
Lazio
.
Infine
il
suo
gusto
monumentale
e
oratorio
e
il
suo
senso
civico
latino
,
di
preferenza
lo
volgono
verso
le
civiltà
classiche
e
a
forma
di
gran
rilievo
.
Per
la
coltura
neoplatonica
,
alessandrina
,
col
suo
fondo
dispersivo
,
non
ha
che
sospetto
;
e
anche
il
suo
libro
sulle
Interdizioni
economiche
imposte
agli
Israeliti
sostiene
la
necessità
che
gli
ebrei
sieno
riammessi
alla
vita
civile
e
cessi
l
'
antisemitismo
economico
,
ma
pel
motivo
principale
che
togliendo
gli
ebrei
dall
'
isolamento
nel
quale
essi
si
son
create
le
loro
formidabili
fortune
,
si
darà
il
più
gran
colpo
al
sistema
di
coteste
fortune
e
all
'
esosa
parzialità
del
loro
dominio
nel
mondo
moderno
;
ch
'
è
insomma
un
filosemitismo
più
che
altro
inteso
a
disciogliere
l
'
anarchia
e
disgregatrice
natura
giudaica
,
nell
'
unità
sociale
delle
altre
razze
.
Cattaneo
ha
il
senso
fantasmagorico
delle
origini
,
delle
migrazioni
,
delle
civiltà
scomparse
,
e
dopo
Vico
nessuno
come
lui
,
nei
numeri
delle
sue
frasi
,
fece
sentire
il
passo
del
tempo
e
lo
svolgersi
dei
cicli
e
delle
vicende
civili
.
I
suoi
paradossi
figurativi
brillano
repentini
sulla
sostanza
a
volte
impigrita
e
la
riportano
d
'
un
tratto
a
un
bagliore
d
'
alta
poesia
;
come
nella
storia
delle
piramidi
di
Menfi
:
"
Appartengono
ai
tempi
dei
più
antichi
re
;
sembra
che
ognun
di
loro
occupasse
tutto
il
suo
regno
a
inalzarsi
una
tomba
"
;
o
dove
ci
mostra
le
cave
degli
alabastri
,
dei
porfidi
,
dei
basalti
schierate
in
ordine
gigantesco
sulle
sponde
del
Nilo
e
traverso
le
sue
cataratte
,
e
il
fiume
sacro
che
partecipa
all
'
incomparabile
grandezza
delle
arti
egiziane
,
agevolando
il
trasporto
dei
marmi
;
o
quando
infine
svela
le
chiavi
immaginose
dei
sistemi
cronologici
e
numerali
degli
Atzechi
.
A
volte
riduce
all
'
improvviso
la
materia
descrittiva
nella
quale
ha
doviziato
,
sotto
lo
schema
ideologico
:
come
quando
distingue
le
civiltà
cresciute
lungo
fiumi
come
il
Gange
,
l
'
Hoang
-
Ho
,
il
Nilo
,
per
vie
omogenee
,
unitarie
,
e
le
civiltà
impervie
e
frantumate
dei
paesi
scabri
come
l
'
Italia
;
ma
la
classificazione
è
ancora
un
'
immagine
e
l
'
idea
è
fiorente
come
in
una
scrittura
geroglifica
.
E
anche
nei
trapassi
e
nei
movimenti
più
casuali
e
fuggevoli
lampeggia
sempre
di
figure
.
Dice
ad
esempio
:
"
I
raggi
del
vero
schiarano
ancora
solamente
pochi
iniziati
,
i
quali
siedono
quasi
in
teatro
sfolgorante
,
mentre
nell
'
attigue
vie
regnano
le
tenebre
e
i
sogni
"
.
O
con
figura
appena
posata
in
una
parola
:
"
Le
placide
acque
nel
calare
lasciano
velata
tutta
la
campagna
del
limo
onde
son
dense
"
.
O
in
tocchi
celerissimi
,
rivelatori
d
'
un
'
esperienza
rara
,
specie
se
si
tien
conto
dei
tempi
;
e
in
giudizi
di
tutto
un
gusto
o
una
civiltà
,
rapiti
nell
'
impeto
d
'
una
frase
,
come
quegli
"
ardimenti
gracili
e
feminei
del
lusso
chinese
"
;
e
sintesi
d
'
eleganza
e
d
'
energia
compagne
.
E
la
sobria
gentilezza
con
cui
sa
adagiare
l
'
esaltazione
della
sua
oratoria
,
per
esempio
in
quei
tratti
sulle
ninfee
nel
saggio
sull
'
Antico
Egitto
;
o
dove
riporta
la
millenaria
canzone
:
"
trebbiate
,
o
buoi
;
la
paglia
a
voi
,
il
grano
al
sire
"
che
ancora
s
'
ode
nei
campi
dell
'
Egitto
"
trasmutata
in
parole
arabe
,
ma
con
una
melodia
flebile
e
molle
che
non
è
degli
Arabi
;
e
si
direbbe
il
canto
di
quei
morti
che
giacciono
accatastati
a
milioni
nelle
necropoli
e
nelle
viscere
dei
monti
"
.
Non
sono
sicuro
che
in
un
Daniello
Bartoli
,
dov
'
è
meno
antagonistico
e
favoloso
,
non
possa
esservi
qualche
cosa
che
uno
scrittore
laboriosissimo
come
il
Cattaneo
abbia
studiato
con
vantaggio
.
Se
non
che
il
Bartoli
non
va
mai
oltre
una
splendida
curiosità
esclamativa
che
tutt
'
al
più
arieggia
alla
vacuità
adorabile
dei
primi
panteismi
ottocenteschi
;
e
nel
Cattaneo
non
si
tratta
di
curiosità
e
divertimento
,
ma
di
coscienza
e
passione
.
Quando
parla
de
'
Celti
,
degli
Egiziani
,
degli
Aztechi
,
la
sua
emozione
è
quella
d
'
un
ideale
testimone
dei
drammatici
albori
delle
forme
nel
mondo
e
del
loro
disperdersi
e
cadere
.
"
Era
una
delle
lugubri
tradizioni
degli
Aztechi
che
il
sole
si
fosse
già
spento
quattro
volte
e
che
questo
fosse
il
quinto
sole
o
una
quinta
resurrezione
del
primo
.
E
anche
il
genere
umano
aveva
già
sofferto
quattro
grandi
stermini
;
desolato
la
prima
volta
dalla
fame
e
dalle
tigri
;
la
seconda
dai
turbini
,
essendosi
salvati
pochi
che
conversi
in
scimmie
si
nascosero
nelle
caverne
;
la
terza
dal
foco
,
salvandosi
pochi
,
conversi
in
uccelli
;
la
quarta
dalle
acque
,
per
cui
gli
uomini
s
'
erano
tramutati
in
pesci
"
.
E
lo
stesso
concitamento
,
lo
stesso
compianto
storico
ritrova
pei
ritorni
barbarici
nella
vita
civile
e
la
misteriosa
poesia
dei
delitti
e
dell
'
espiazione
...
Gli
orrori
della
vita
in
un
clan
d
'
antichi
Celti
e
nelle
colonie
de
'
deportati
;
le
spaventevoli
geometrie
dei
Silenziari
,
de
'
Penitenziari
e
quelle
delle
architetture
azteche
,
ecco
la
materia
eccellente
per
il
suo
stile
latinamente
austero
eppur
pieno
di
magnificenza
,
monumentale
nelle
strutture
e
tuttavia
squisitamente
decorato
;
massiccio
,
ercolino
,
a
volte
barocco
,
ma
sempre
per
un
bisogno
di
grandiosità
e
di
maestà
,
pieno
di
succo
cosmico
"
I
fiumi
,
tramescolando
le
frane
di
diverse
rupi
,
accoppiano
più
terre
in
pila
elettrica
a
sollecitare
la
languida
vegetazione
"
;
oppure
:
"
Quelle
estreme
squadre
di
mondi
,
che
all
'
occhio
umano
sono
appena
uno
spruzzo
di
punti
indistintamente
lucidi
...
"
;
nelle
sue
tarde
volute
,
formate
di
masselli
epigrammatici
,
lapidari
,
con
un
formidabile
dono
d
'
ingiuria
metafisica
;
o
non
pallidi
fregi
e
dorature
come
scancellate
vestigia
d
'
antichi
splendori
;
o
irritati
incapricciamenti
d
'
acutezze
critiche
;
temperato
"
ai
ribrezzi
delle
sale
anatomiche
"
;
inebriato
di
tempo
e
di
tutto
.
E
dire
che
un
dei
nostri
letterati
,
e
uno
propriamente
che
ama
definirsi
"
modesto
"
forse
per
assicurare
una
certa
impunità
alla
sua
impertinenza
,
qualche
tempo
addietro
,
essendo
caduto
in
discorso
il
nome
del
Cattaneo
,
si
rammaricava
meco
che
Cattaneo
(
egli
aggiungeva
anche
Manzoni
)
non
avesse
lasciato
in
cotesto
stile
un
molto
maggior
numero
di
"
milanesismi
"
.
Confesso
che
io
ripensai
con
scrupolo
ai
"
milanesismi
"
della
prosa
di
Cattaneo
.
Ma
era
come
cercar
biglietti
da
dieci
verso
mezzogiorno
sul
selciato
di
Corso
Umberto
,
e
soltanto
ritrovai
una
folla
di
luoghi
nei
quali
questo
superbo
scrittore
spinge
per
sé
e
per
ogni
vero
artista
,
l
'
uso
dei
gerghi
provinciali
:
"
Dante
fissò
la
lingua
,
scegliendo
con
lucido
e
quasi
infallibile
giudicio
nel
dialetto
toscano
tutto
ciò
che
consonava
agli
altri
dialetti
italici
,
e
pertanto
era
acconcio
a
divenir
lingua
comune
.
Dov
'
egli
canta
"
La
divina
foresta
spessa
e
viva
"
o
"
il
dolce
color
d
'
oriental
zaffiro
"
,
egli
tocca
quelle
corde
alle
quali
ogni
loquela
d
'
Italia
risponde
...
Se
non
che
,
quando
egli
poi
superbo
della
sua
forza
trapassa
il
giusto
confine
,
e
s
'
attenta
a
por
sull
'
altare
la
parola
propria
d
'
una
sola
plebe
,
foss
'
anco
la
toscana
,
egli
non
piace
,
non
fa
più
esempio
.
E
la
nazione
per
secoli
e
secoli
guarda
e
passa
,
ove
trova
scritto
:
"
Già
veggia
per
mezzul
perdere
o
lulla
"
.
Perché
cotesto
non
è
gentile
arbusto
del
campo
nazionale
ma
reliquia
di
primitiva
tribù
,
sterpo
superstite
della
selva
selvaggia
"
.
Pagine
come
questa
,
o
quella
che
apre
il
presente
fascicolo
,
nella
sua
opera
si
raccolgono
a
dozzine
come
testimonianza
della
sua
perfetta
coscienza
linguistica
.
Evidentemente
però
il
mio
interlocutore
preferiva
vedere
Manzoni
e
Cattaneo
attraverso
Dossi
e
Lucini
,
e
mi
pare
un
sistema
di
critica
letteraria
non
scevra
d
'
inconvenienti
.
O
s
'
applicava
,
a
orecchio
,
al
problema
linguistico
,
i
desiderata
del
decentramento
politico
,
dello
sviluppo
regionale
e
della
vita
federativa
,
colla
conclusione
naturale
che
la
prosa
del
Cattaneo
non
parevagli
decentrata
abbastanza
.
Se
si
pensa
che
all
'
eredità
dell
'
inimicizia
albertina
e
piemontese
,
alle
confusioni
del
culto
democratico
e
cosidetto
positivo
,
si
associano
ancora
,
contro
la
fama
del
Cattaneo
,
equivoci
letterari
così
grossolani
,
non
c
'
è
da
meravigliarsi
che
la
gente
possa
attribuire
al
Carducci
d
'
aver
dato
nella
sua
critica
e
oratoria
il
miglior
esemplare
nazionale
di
prosa
di
riflessioni
dal
tempo
delle
Operette
morali
,
mentre
il
Cattaneo
ha
infinitamente
più
diritto
a
cotesto
vanto
.
Vero
è
che
la
sfortuna
del
Cattaneo
,
se
ne
conferma
ancora
una
volta
il
decadimento
della
nostra
coltura
letteraria
dopo
la
prima
metà
dello
scorso
secolo
,
in
certo
modo
sembra
intonarsi
singolarmente
alla
qualità
della
sua
grandezza
ieratica
,
misteriosa
e
oserei
dire
sepolcrale
.
Ed
ecco
allora
i
fanciulli
a
reclamare
le
chincaglie
e
i
riboboli
delle
province
davanti
a
cotesti
sepolcri
.