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DIVAGAZIONE SU NIKOLAJ GOGOL ( SAFFI AURELIO E. , 1920 )
StampaPeriodica ,
In quell ' ordine che i santi padri della letteratura russa andarono rivelandosi alla nostra generazione , di solito egli viene per ultimo . Testimoni lontani degli ultimi anni di Leone Tolstoi , rimasti poi sempre lì davanti a quel malagevole finale giuocatosi nove anni or sono in una stazione qualunque di laggiù , con non so quale preoccupazione che il conte , dalle spalle non meno che dal camiciotto di mugik , non vi abbia forse alla fine perduto davvero il treno , vediamo splendere fra i nostri ricordi più fermi le pianure percorse e i supremi cieli di Guerra e pace e ritroviamo alle radici dell ' istinto adolescente il potente ribrezzo sensuale di Sonata a Kreutzer . In seguito , come Dio volle , siamo usciti non so se sani e salvi , dai magnetici caos dostojewskiani sui quali non è il caso di arrischiar frasi ; più tardi infine ci fu additato il medico Cecov coi suoi " casi " filtrati in febbrose novelle . Levatosi prima d ' ogni altro fra i moderni e appunto perché ormai " classico " di una letteratura giovine e non nostra , Gogol ci si presenta ultimo - lo spietato , fiabesco ; omerico e vorremmo quasi dire mediterraneo Gogol . Giacché qua assistiamo ad avventure di atmosfera e di natura , il cielo è fluido e dorato e ci sembra che attraverso ospitali lontananze giunge respiro di mare , non già lo strategico mare della capitale ma l ' ultimo vasto golfo del Mediterraneo dopo che questo ha varcato una porta d ' oriente . L ' arte di Gogol è leggiera come l ' aria , minuziosa ed esatta . Da essa noi possiamo a tutta prima sì e no indovinare i violenti sbalzi di misticismo di cui ci parla , a note così sincere , la sua biografia . Negli ultimi anni egli getta nel fuoco quanto può raccogliere di suoi manoscritti e stampati , campando miseramente distribuisce ai poveri la pensione governativa , fugge in pellegrinaggio a Gerusalemme , è raccolto senza risorse in casa Tolstoi . Ma il tentativo di assetto supremo della sua anima egli non ebbe a trasportarlo un bel giorno di peso nell ' arte come Tolstoi . Il suo spirito limpido e sottilmente commosso , quel pessimismo come un pulviscolo d ' oro sulle creazioni matematiche e quasi nere della sua ironia , divampò tutto , avvicinandosi la fine , in una fiamma di esaltazione religiosa ; ma l ' elementare salute e la forza plastica del suo istinto di artista lo salvaguardarono da tentativi informi e accoppiamenti ambigui . Il suo lavoro non conosce la febbre , non va tastoni , non si smarrisce , non tiene ad altre intenzioni e indagini che non siano in tanto quella ariosa e inesorabile della sua Russia . Una curiosità divertita , una riposata alacrità , un vigore mattutino lo assecondano sempre e ovunque . La sua lirica descrittiva è tutta spazio , la sua psicologia non preme attraverso faticose oscurità , ma è luce agilmente portata , con una compiacenza minuta , amorevole e micidiale , nei cantucci più appartati e polverosi dell ' anima di quei suoi sì poco eroici eroi . A realizzare il capolavoro concorsero i due elementi che , prima di Anime morte , si possono assai chiaramente scorgere dissociati nell ' opera sua ; l ' elemento fantastico - naturale e fiabesco e l ' elemento umano satirico ; segnatamente : quello nelle novelle ucraine , questo nelle commedie e nelle novelle dedicate al mondo della burocrazia russa . Sulla traccia di questa duplice esperienza l ' opera sua procede a comporsi e unificarsi là dove il suo respiro si fa più largo e profondo . Qui udite : pieno e frusciante un accordo di lira rusticana , nei belli e semplici esordi , ci promette feste di ore e di cieli andanti , di adolescenti amori . Si parte e si danza con la comitiva . Ed ecco , nel mezzo , non sai come , una nota matta che ha turbato senz ' arrestarle le liete cadenze . Ci siamo : sono così introdotte , ancora di pieno giorno , inafferrabili e intermittenti diavolerie crepuscolari ; finché , a questo allarme che si è messo in giro , suoni e voci si sbandano e chi prima e chi poi , prudentemente incuriosi di come andrà a finire , i compari se ne vanno a letto . La notte rimane tutta per il giovine cosacco che si aggira intorno ad un ' isba i cui colori traspaiono favolosamente attraverso il cristallo stellato . Idilli stregati , fluidità melodica con le mille grazie improvvise della fiaba paesana . Il soprannaturale fermenta come , dopo la fiera , il vino nelle teste dei cosacchi . Lungo queste siepi che separano gli innamorati , attraverso queste campagne si va un po ' alla deriva , entro i vasti tutelari orizzonti del paese natio . Questo mondo , cui la completezza e lo stacco vivace sembrano conferire proporzioni piuttosto minuscole , come raggiunto in una limpida lontananza , si muove nei suoi colori vividi ma non sgargianti - qualche cosa già come la ricca e calma variegatura orientale - e coi suoi precisi e prediletti attributi di costume , disegnando ritmi ansati ed elastici , passi di corsa e finte fughe che ci hanno più volte richiamato alla memoria le danze borodiniane del Principe Igor . Mondo che procede sopratutto dal vigoroso stacco lirico e nel canto - sebbene un po ' sciolto ed elementare ancora a confronto delle opere ulteriori - trova la sua organicità assorbendo continuamente i nodi di ironia non amara ma prevalentemente giocosa , sempre più frequenti . Nelle novelle d ' ambiente burocratico e nelle commedie , esiliata dall ' appassionante cielo della steppa ucraina , quest ' ironia inevitabilmente brucia a fuoco bianco la nuova materia misera e ridevole . Il gustoso , salace evocatore della vita libera fantasticante dei suoi cosacchi , davanti allo spettacolo degli automi viventi è preso da una commiserazione esasperata e mortifera . Se poi tendesse una mano per soccorrerlo , quel mondo , carbonizzato ormai dal suo sguardo ardente , crollerebbe forse in cenere . Ancora Gogol non giunge ad assumere a tipo umano nessuno di questi divertenti fantocci , a credere in lui più che per brevi momenti , a stringere con lui l ' infrangibile e ineguale patto fra creatore e creatura . Spessi lampi di amore illuminano - in novelle come Il Mantello - tipi quale il povero scriba Akaki Akakievic , senza però trarlo dal suo abbandono . È un va e vieni di esseri tutti egualmente sterili e ridicoli : un mondo frantumato e troppo maledetto che aspetta di liberarsi e snodarsi in poesia . Ma l ' arte qui si è fatta più robusta e più precisa ancora . Quel vento freddo generato dall ' ironia spazza l ' aria , rade i contorni , rende invisibili le perfette commettiture . Intendo parlare sopratutto delle commedie . Le battute con cui si aprono , come nulla fosse , queste scene , hanno l ' aria di concedere amabili indugi e riposi innocenti e non sono , fin dal principio , che il più delicato e infallibile tiro assassino . Direi che questi personaggi più che a marionette - sempre , per loro natura , un po ' cenciose - fanno pensare ad esseri abitudinari , laccati e vacui come coleotteri . Gogol opera subito intorno ad essi qualche cosa come il vuoto , e , avendo così tolto loro ogni libertà , ne rimane arbitro e padrone assoluto . Questa sottrazione di iniziativa e di umore proprio dai personaggi esclude del tutto commedia di carattere . D ' altra parte non basta definire il teatro di Gogol commedia di costume . La sua satira non ha intento pratico ma si svolge tutta in arte , e non vuole riformare proprio nulla , e non le resta che eseguire un giuoco di stile scenico e umoristico . Ed ora si fa avanti il signor Pàvel Ivanovic Cicikov " in viaggio per affari personali " . Per esperienza ormai lunga di uomini e di fortune , uomo maturo e maturo eroe . Ma da ultimo la sua temeraria e sotterranea fantasia di uomo pratico gli ha , a lui solo , in un lampo di genio , additato una impresa nuova e paziente : e in questa egli profonde i fascini di una giovinezza eterna , i tesori di una volontà che si piega ma non si spezza . Svelare in poche righe in che consista l ' impresa non serve certo a dissipare quella feconda aria di mistero che avvolge questo ineffabile figuro . Egli va in giro , da questo a quello degli indolenti signori terrieri sparsi per la Russia , a comprar loro le anime morte . Che cosa sono queste anime morte ? I servi ( patrimonio del signore ) morti nell ' intervallo di tempo fra l ' ultimo censimento e quello ancora da effettuarsi e quindi non ancora cancellati dai registri di popolazione . Disfacendosene , il signore non avrà più da pagare la relativa tassa , e lui , Cicikov , diventerà padrone di qualche centinaia di anime morte che - questo è , ben intenso , un segreto fra Cicikov , l ' autore e il lettore - cederà come vive , sotto ipoteca , alla banca del Lombardo ritraendone qualche centinaio di mila rubli . La trovata perderebbe sapore se non si sapesse che viene a coronare una carriera già abbastanza pittoresca nella quale Pàvel Ivanovic si è visto più volte rovinare la " posizione " sotto i piedi , salvandosi solo grazie alla sua prodigiosa elasticità e costanza ; come quando , per una stupida delazione , un ' ondata di scandalo aveva minacciato di inghiottire per sempre la sua fortuna di direttore di dogana e , contemporaneamente , capo di un ' insigne banda di contrabbandieri . E per giustificare l ' assunzione di questo equivoco cavaliere a protagonista del suo poema moderno , Gogol non lo atteggia a eroe di una nuova epopea , non lo colloca su nessun piedistallo ; lo sdraia comodamente in una vecchia e nazionalissima carozza da viaggio e gli fa percorrere mezza Russia . Quando in Francia la reazione al primo romanticismo determina Balzac , in Russia dunque viene Gogol a mettere in pensione l ' eroe " virtuoso " e a conferire dignità nuova a questo tipo di " intrigante come ce ne sono tanti - sono press ' a poco le parole di Gogol - ma così piene di brio e di appetito " . Ma ben altro è il contegno di Balzac di fronte all ' " appetito " dei suoi personaggi . I segreti ingranaggi della finanza e dell ' imbroglio lo incuriosiscono e lo appassionano al punto che un indiscutibile alone di " grandezza " accompagna sempre i suoi Vautrin e Du Tillet ; " anime nere " a casa loro nell ' inferno della vita moderna , nelle quali - come negli angeli in esilio e negli eroi alla Birotteau - si ripercuote l ' unico solidale palpito di cui grandemente vibra quell ' inferno , ove l ' oro calamitato scintilla dappertutto e ciò che tocca manda a fuoco . È la tenace continua Francia , unitaria , sociale , ricca di scandalo e d ' oro . Ma qui sono le distese senza confini della Russia ; le ampie ed uguali ondulazioni di una campagna bassa , che , più dei più alti monti , rendono distanti le anime e i luoghi e imprecisabili , in tanta luce , le direzioni e le distanze . Qui , prima che questo carattere di illimitatezza smemorante e illuminata e di invincibile miraggio si traduca e si condensi con la massima potenza tutto in psicologia e umanità , e meno in arte e stile - Dostojewski - , esso ci è aperto davanti in atmosfera , paese , idillio e lirica narrativa . Dove le persone non si affollano , i caratteri non si premono né si compenetrano determinandosi a vicenda nella fatica di un nodo unico , di un " intreccio " che riempia il romanzo , né alcuno giganteggia nel conflitto ; ma , conservando più che mai quella statura e quella grazia da Lilliput - che rivelammo dapprima nelle novelle ucraine , automatizzate di poi da una radicale ironia delle commedie - punteggiando le distanze . Qua dunque non abbiamo romanzo ; piuttosto una lunga fiaba , che a sua volta è più che altro un pretesto . Ma da paese a paese , attraverso le discese ignare della steppa , dalle mattinate , ove la partenza mette un ' alacrità e una speranza che si respirano tanto sono imprecise e ossigenanti , alle sere di temporale in cui bisogna bussar forte al villaggio padronale improvviso nelle tenebre , qualcuno davanti a noi traccia un solco paziente e ci fa da guida costante e sicura : Cicikov . Il suo nome non si dimentica più , né possiamo facilmente staccare gli occhi dalla sua figura nella quale crediamo di riconoscere a volta a volta dei tratti noti . Era fra queste marionette burocratiche dalle quali non pareva possibile trarre tanta vita e tanta autonomia , oppure si tratta di qualche figlio di cosacchi - come nelle novelle ucraine - nel quale l ' educazione della città non ha che affinato l ' atavico spirito avventuroso e trasognato ? È l ' uno e l ' altro , cinovnik e cosacco . Pedanteria untuosa e irritante e insieme agio pigro e fantasticante . Verme , coleottero , talpa , ma un verme poeta . Tutt ' intento ad una impresa inconfessabile e quasi immateriale , capace un giorno di fruttargli un tesoro , e che d ' altra parte non interessa che lui , la sua volontà scava una via sotterranea e sinuosa ; ma un raggio dei vasti quadri deserti e magici che gli passano intorno giunge sempre fino a lui , in fondo alla vecchia britcka da viaggio , e soltanto e proprio in lui , in questo essere equivoco e ridicolo , si riflette tutta la melanconia di quella musicale natura senza spettatori . " Col favore della calma e delle tenebre notturne , si udivano i placidi colloqui degli abitanti del villaggio , a cui si mescolava l ' abbaiar dei cani di qualche capanna in quei pressi . Veniva su la luna e si metteva a rischiarare i luoghi ; rapidamente ogni cosa fu irrorata dalla sua dolce luce ; magnifichi quadri invano esposti : allo spettacolo mancavano gli spettatori " . Che cosa cerchiamo alla fine di questo mondo tutto mosso di tipi e di scene curiose e d ' un tratto poi così altamente deserto ? Il deserto e l ' inarticolata natura vincono alla fine ogni affaccendìo di genti , e gli uomini e la vita presente spariscono assorbiti in quella misteriosa natura " povera " , poco varia eppure operante in silenzio come un pensiero , quasi chiudesse il segreto di un disegno così vasto che un giorno potrà illuminare il mondo . E allora anche il poeta rimane solo , caduta la sua ironia , dileguata la compagnia di quell ' eroe che sapeva trovare ogni grazia presso di lui , e gli altri impagabili tipi , " irresistibilmente preso dall ' idea dominante della distesa incommensurabile " Uno stupore pieno di attesa lo inchioda davanti agli " spazi infiniti , senza un ricovero ove cercare rifugio " ; e : " dond ' è , o Russia , che sempre e dappertutto il mio orecchio crede di distinguere la melodia querula , trascinata , angosciosa e poco variata di quella canzone che fai risuonare da l ' uno all ' altro dei tuoi mari e lungo i tuoi fiumi giganti ? ... Perché mi guardi tu a quel modo e perché ogni cosa che tu contieni appiglia su di me quel suo sguardo fisso ? Che cosa potresti tu mai aspettarti da me , così meschino ? E fino ad ora , io , pieno d ' ansia , sto qui alzato , immobile " . " A questo punto , per quanto alieni da pathos messianico , ascoltiamo senza sforzo la sua voce quando vi si addensa , senz ' alterarla affatto , questa calma profetica : Verrà un giorno che i Russi si leveranno , grandi movimenti si manifesteranno ... e si vedrà quanto a fondo era caduto nella natura slava di quel seme di virtù che non ha fatto per dir così che scivolare sulla superficie di venti razze " . E lasciamolo nel momento ch ' egli stesso , accingendosi a riprendere il colorato filo della sua epopea , conclude : " Ma a che pro ' parlare di ciò ch ' è il segreto dell ' avvenire ? ... Ogni cosa alla sua volta , a suo tempo , a suo luogo " .