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Il numero della Rivista militare ungherese ( Magyar Katonai Szemle ) uscito nello scorso mese di ottobre a Budapest pubblica un interessantissimo studio del generale ungherese Nagy Wilmos sul Comando Supremo Serbo nel 1914 . Risulta da questo studio e in maniera irrefutabile poiché basato sulle testimonianze stesse della Serbia che gran parte della apologetica letteratura franco - serba deve essere portata al macero . Sta di fatto che il Comando Supremo Serbo si fece ripetutamente battere nell ' estate e nell ' autunno del 1914 e che la felice contro - offensiva del dicembre diede la vittoria ai serbi , perché si trovarono di fronte truppe austro - ungariche rarefatte ed esauste . Nell ' ottobre del 1914 le truppe serbe della III e I Armata non resistevano agli attacchi austro - ungarici . È quello il momento nel quale il Comando Supremo Serbo descrive « la situazione come preoccupante , esprime timori circa la capacità di resistenza delle truppe , chiede che siano ottenuti con ogni urgenza grandi quantitativi di munizioni dalla Francia , dall ' Inghilterra , dalla Russia , poiché altrimenti avrebbe declinato ogni responsabilità » . È quello il momento 8 novembre 1914 in cui « visto che le truppe non riescono a resistere in nessun punto » il generale serbo Putnik ordina la ritirata generale della I , II , III Armata per sfuggire all ' accerchiamento . L ' autore dell ' articolo dimostra che gli ordini di ritirata dell'11 novembre furono così confusi che , senza l ' iniziativa dei comandanti minori , ne sarebbe venuta una catastrofe . Una vera e propria diciamolo pure Caporetto serba ! In quali condizioni precarie si trovasse il quel momento l ' esercito serbo , ci viene detto dalla stessa relazione ufficiale serba che così si esprime : « I precedenti continui insuccessi , l ' esaurimento , il cattivo tempo , la mancanza di riposo , la perdita della speranza nella vittoria , provocarono nelle truppe grande abbattimento e segni di dissolvimento . Militari isolati e interi reparti abbandonarono il combattimento arrendendosi a reparti nemici inferiori di forze . Buttar via le armi , rifiuti di obbedienza , abbandono volontario nel combattimento , autolesioni erano all ' ordine del giorno , specie presso la 11 Divisione Danubio . Nelle retrovie delle Armate su tutte le strade si potevano vedere soldati che fuggivano assieme a profughi e non sapevano dire donde venivano , né dove andavano » .. Così parla dell ' esercito serbo nel 1914 una relazione ufficiale serba , della quale bisogna riconoscere l ' obiettivo coraggioso della verità . Siamo ben lungi dal trarne conclusioni generalizzatrici e siamo anche pronti a riconoscere il valore dei soldati serbi , aggiungendo però che essi sono uomini come tutti gli altri e quindi non sono sempre leoni , come si vorrebbe dare ad intendere . I fatti parlano .