StampaQuotidiana ,
La
simpatia
cordiale
,
sebbene
non
esente
di
preoccupazioni
,
con
cui
la
massima
parte
del
paese
ha
assistito
finora
all
'
impresa
fiumana
è
dovuta
sopra
tutto
a
una
causa
d
'
ordine
positivo
e
ad
una
d
'
ordine
negativo
.
Positivamente
,
la
rivendicazione
di
Fiume
è
tra
quelle
sui
cui
gl
'
Italiani
hanno
un
animo
solo
e
una
sola
volontà
:
non
potevano
dunque
mostrarsi
sentimentalmente
severi
verso
quei
figlioli
prodighi
che
tradirono
la
disciplina
formale
per
asserire
una
disciplina
d
'
amore
.
Negativamente
,
divenne
chiaro
dopo
i
primi
giorni
d
'
ansietà
che
i
liberatori
di
Fiume
sapevano
destramente
mantenere
un
difficile
equilibrio
sull
'
orlo
precipitoso
in
cui
erano
costretti
a
muoversi
.
Non
provocarono
conflitti
cruenti
nella
città
occupata
,
non
salparono
verso
la
Dalmazia
né
valicarono
la
linea
d
'
armistizio
,
non
aggredirono
gli
Alleati
,
non
mossero
verso
nessun
Isonzo
e
nessun
Rubicone
,
non
dichiararono
guerra
agli
Slavi
,
ma
anzi
edotti
da
un
più
vicino
esame
della
realtà
e
saggiamente
immemori
degli
oltraggi
sanguinosi
che
usavano
scagliare
contro
i
popoli
vicini
pronunciarono
quell
'
augurio
alla
«
fraternità
italo
-
croata
»
che
ai
«
rinunciatari
»
era
rinfacciato
come
un
tradimento
.
Le
loro
parole
furono
spesso
,
nei
proclami
e
nei
discorsi
,
smisurate
,
ma
le
azioni
rimasero
sostanzialmente
misurate
e
sobrie
.
Sicché
gl
'
Italiani
che
vogliono
l
'
unità
della
patria
e
desiderano
l
'
annessione
di
Fiume
,
mentre
non
vogliono
né
nuove
guerre
esterne
né
guerre
civili
e
non
desiderano
che
Fiume
annetta
l
'
Italia
,
vedendo
coincidere
la
passione
dei
volontari
con
quella
dell
'
intero
popolo
e
non
contrastare
troppo
tragicamente
i
loro
atti
coi
postulati
della
pace
e
dell
'
ordine
,
preferirono
considerare
il
lento
svolgersi
di
quel
fatto
con
un
cauto
ottimismo
che
non
escludeva
e
non
esclude
le
soluzioni
concilianti
e
benefiche
a
tutte
le
parti
in
causa
.
Senonché
s
'
è
compiuto
già
il
mese
,
ed
ancora
non
si
scioglie
il
nodo
.
La
crisi
morale
che
travaglia
gli
spedizionari
di
Fiume
e
i
loro
più
intimi
amici
nell
'
interno
del
Regno
,
provoca
,
come
non
era
difficile
prevedere
,
una
recrudescenza
di
non
meditate
parole
.
Un
mese
,
quando
l
'
equilibrio
è
così
paradossalmente
instabile
,
è
già
un
lungo
lasso
di
tempo
,
né
qui
si
tratta
di
quelle
provvisorietà
che
possono
adagiarsi
nel
definitivo
.
Passare
all
'
attacco
oltre
le
linee
d
'
armistizio
i
volontari
non
possono
,
anche
perché
sentono
che
l
'
unanimità
del
paese
non
li
seguirebbe
di
là
da
Fiume
;
cedere
alla
voce
della
coscienza
che
impone
la
subordinazione
alla
legge
non
vogliono
.
Stretti
fra
l
'
uscio
dell
'
inazione
forzosa
e
il
muro
dell
'
intransigente
puntiglio
personale
,
i
più
accesi
si
sfogano
in
fantasie
che
dal
colpo
di
mano
salterebbero
al
colpo
di
Stato
.
Alcuni
episodi
profondamente
deplorevoli
sembrano
rinfocolare
queste
folli
propagande
.
Non
v
'
è
nessuna
giustificazione
per
quelli
che
hanno
sbarcato
a
Fiume
,
ove
,
come
il
Comando
stesso
confessava
,
non
mancavano
armi
e
munizioni
per
una
difesa
contro
improbabili
attacchi
slavi
,
il
carico
del
Persia
destinato
all
'
Estremo
Oriente
.
Non
v
'
è
nessuna
giustificazione
per
il
generale
Ceccherini
che
,
trascurando
i
doveri
del
grado
e
osando
perfino
giustificare
l
'
arbitrio
con
l
'
altro
arbitrio
di
una
lettera
al
Re
,
ha
portato
l
'
esempio
di
una
nefasta
insubordinazione
in
una
città
ove
formicolavano
già
gli
ufficiali
autodecisionari
e
non
v
'
era
bisogno
di
nuove
reclute
altolocate
.
Questi
nuovi
incidenti
farebbero
pensare
a
mire
e
ad
ubbie
che
ben
poco
han
da
vedere
con
Fiume
.
A
buon
conto
,
il
condottiero
dei
Fasci
adunati
a
congresso
ha
detto
a
Firenze
ed
ha
stampato
a
Milano
queste
testuali
parole
:
«
Dobbiamo
occuparci
delle
elezioni
perché
qualunque
cosa
si
faccia
è
sempre
buona
regola
di
stringersi
insieme
,
di
non
bruciare
i
vascelli
dietro
di
sé
.
Può
essere
che
in
questo
mese
di
ottobre
le
cose
precipitino
in
un
ritmo
così
frenetico
da
rendere
quasi
superfluo
il
fatto
elettorale
.
Può
essere
,
invece
,
che
le
elezioni
si
svolgano
.
Dobbiamo
essere
pronti
anche
a
questa
seconda
eventualità
»
.
E
vero
che
lo
stesso
oratore
,
nello
stesso
discorso
,
aveva
definito
la
dittatura
militare
uno
spauracchio
d
'
invenzione
governativa
;
ma
ciò
non
toglie
che
le
sue
parole
,
se
avessero
un
senso
,
significherebbero
l
'
augurio
della
dittatura
e
di
una
manomissione
militare
dell
'
Italia
.
Non
prendiamo
tragicamente
queste
manifestazioni
,
che
ascriviamo
a
irruenta
foga
oratoria
,
sapendo
bene
che
tra
il
dire
e
il
fare
c
'
è
di
mezzo
il
mare
.
Tuttavia
anche
le
parole
sono
,
a
modo
loro
,
azioni
;
e
né
parole
di
questo
calibro
né
atti
come
quelli
del
Persia
e
del
generale
Ceccherini
giovano
all
'
educazione
del
paese
ed
alla
valutazione
della
nostra
maturità
politica
nel
mondo
.
Gli
spiriti
assennati
e
previdenti
dovrebbero
por
mente
al
troppo
contrabbando
che
,
a
loro
insaputa
,
vorrebbe
passare
sotto
la
bandiera
tricolore
spiegata
da
mani
quasi
sempre
inconsapevoli
e
pure
su
mercanzie
non
sempre
pure
.
Molti
,
fuori
d
'
Italia
,
compiacendosi
del
grido
:
Fiume
!
Fiume
!
,
pensano
invece
alla
Germania
da
vendicare
,
al
Baltico
da
conquistare
pel
pangermanismo
risorgente
,
ai
trattati
da
stracciare
,
al
disordine
da
propagare
altrove
in
servizio
dei
vinti
ora
che
la
repubblica
dei
Soviet
pare
agonizzante
,
alla
rivoluzione
da
sobillare
in
Italia
perché
strozzi
in
fasce
la
vittoria
giacché
non
fu
possibile
deprecarne
la
nascita
con
le
convulsioni
del
'17
e
con
le
manovre
abortive
del
18
.
Altri
poi
,
confondendo
il
loro
grido
con
quello
di
chi
mosse
verso
il
Quarnaro
per
un
impeto
di
candido
amore
,
chiedono
,
chiedendo
Fiume
,
la
testa
di
un
ministero
o
di
un
ministro
;
e
v
'
è
chi
pensa
con
malcelata
amarezza
alla
smobilitazione
come
alla
fine
di
prebende
acquisite
cui
non
è
agevole
la
rinunzia
:
chi
a
volontà
elettorali
da
soffocare
sapendo
che
dacché
furono
convocati
i
Comizi
le
suggestioni
anarcoidi
hanno
i
giorni
contati
;
chi
finalmente
alle
fortune
da
trafugare
intatte
profittando
di
un
parapiglia
che
renda
irriti
e
nulli
prestito
forzoso
e
riforma
tributaria
.
Non
è
credibile
che
uomini
come
Gabriele
D
'
Annunzio
e
i
suoi
amici
,
anche
se
non
ben
provvisti
di
freni
inibitori
nelle
pubbliche
manifestazioni
,
non
si
sentano
scorati
da
questo
tanfo
.
In
un
mese
la
spedizione
di
Fiume
,
raggiunto
pienamente
il
suo
scopo
dimostrativo
,
s
'
è
andata
svuotando
di
significato
internazionale
.
L
'
Italia
tutta
ad
una
voce
reclama
Fiume
,
ma
tutta
ad
una
voce
,
e
con
l
'
esplicito
consenso
di
quelli
che
parteggiano
pei
volontari
,
respinge
una
soluzione
violenta
che
metterebbe
l
'
Italia
fuori
della
Conferenza
e
della
Società
delle
Nazioni
ove
essa
siede
fra
gli
arbitri
.
Tutto
il
mondo
è
ormai
d
'
accordo
nel
ritenere
che
la
questione
di
Fiume
debba
essere
risoluta
con
soddisfazione
dell
'
Italia
,
salva
restando
la
suscettibilità
personale
di
Wilson
.
Ma
Wilson
e
le
sue
suscettibilità
passano
;
Fiume
e
l
'
Italia
e
la
loro
volontà
restano
.
In
queste
condizioni
la
persistenza
dei
volontari
non
giova
a
Fiume
ma
la
compromette
,
non
giova
all
'
Italia
ma
la
espone
alle
cortesi
minacce
che
l
'
Inghilterra
,
con
l
'
aria
di
smentirle
,
pienamente
conferma
.
Al
fondo
dell
'
atto
appassionato
di
un
mese
fa
,
esaurito
il
suo
senso
internazionale
,
può
finire
per
restare
nient
'
altro
che
un
fondo
limaccioso
di
politica
interna
.
Noi
crediamo
nel
patriottismo
di
Gabriele
D
'
Annunzio
e
dei
suoi
amici
.
Fummo
con
D
'
Annunzio
nella
crisi
dell
'
intervento
e
ammirammo
le
sue
gesta
stupende
di
guerra
come
sempre
avevamo
ammirato
lo
splendore
di
cui
egli
accrebbe
le
patrie
lettere
.
Perciò
gli
parliamo
a
cuore
aperto
.
Vivendo
in
un
'
atmosfera
esaltata
ed
ardente
egli
non
percepisce
la
voce
accorata
,
sebbene
ancora
sommessa
,
con
cui
tutto
ciò
che
v
'
è
di
più
nobile
e
di
più
consapevolmente
responsabile
nella
coscienza
del
paese
lo
invita
a
non
approfondire
la
ferita
ch
'
egli
ha
inferta
alla
compagine
dell
'
esercito
,
all
'
organismo
più
essenziale
della
nostra
potenza
e
della
nostra
resistenza
.
Ma
non
dovrebbe
rimaner
sordo
all
'
ammonimento
che
gli
giunse
dal
vincitore
di
Vittorio
Veneto
,
dal
generale
Caviglia
;
dovrebbero
impressionarlo
le
disapprovazioni
,
tacite
o
esplicite
,
di
altri
fra
quelli
che
più
potentemente
contribuirono
al
trionfo
delle
armi
italiane
.
Crediamo
nella
sete
di
gloria
del
soldato
-
poeta
e
nel
suo
raffinato
senso
estetico
che
lo
deve
rendere
ansioso
di
evitare
il
pericolo
che
l
'
impresa
di
settembre
perda
ogni
sua
bellezza
e
degeneri
nella
scura
turbolenza
del
litigio
personale
e
fazioso
.
Crediamo
anche
nel
buon
senso
che
raramente
si
scompagna
dall
'
altezza
d
'
ingegno
.
Se
qualcuno
davvero
fosse
così
stolto
da
susurrare
all
'
orecchio
di
D
'
Annunzio
il
nome
del
Rubicone
,
egli
non
potrebbe
che
sorridere
alla
vana
lusinga
.
L
'
indifferenza
del
paese
verso
consimili
minacce
è
fatta
d
'
incredulità
.
Se
il
proposito
si
delineasse
,
il
popolo
balzerebbe
come
un
solo
uomo
.
Chi
farneticasse
oggi
,
in
Italia
,
di
violenze
liberticide
non
conseguirebbe
certo
la
grandezza
di
Cesare
.
Condannato
al
supplizio
del
ridicolo
,
non
si
alzerebbe
nemmeno
sino
alla
gloria
infame
di
Catilina
.